«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

domenica 30 ottobre 2022

Teoria naturalistica

Sto continuando a leggere Darwin e, prevedibilmente (sono fatto così!), sto sviluppando una mia teoria naturalistica.

Partiamo dalla teoria di Darwin con cui siamo ormai tutti familiari grazie alla sua diffusione e successo.
Secondo Darwin alla nascita i figli ereditano le caratteristiche dei genitori con leggere mutazioni: queste mutazioni potranno essere favorevoli o sfavorevoli per la sopravvivenza dell’individuo.
Gli individui che sopravvivono hanno la possibilità di passare ai propri figli le proprie caratteristiche: in questa maniera, col passare delle generazioni, le specie si differenziano o evolvono. Darwin chiama questo processo “Selezione naturale” (per distinguerla dalla selezione fatta dall’uomo con gli animali e le piante addomesticate).

La mia teoria è molto semplice: accanto alla selezione naturale può esistere anche un altro tipo di selezione che definirei come “sessuale”.
Questa “selezione sessuale” consiste nel come maschi e femmine selezionano i propri compagni. Normalmente vengono selezionati compagni valutando caratteristiche utili alla sopravvivenza e, per questo, tende a “collaborare” e sovrapporsi alla selezione naturale.

Eppure, e questo è il nocciolo della mia idea, a volte, per motivi che al momento non ipotizzo (*1), potrebbe anche non essere così. Questo perché matematicamente ha senso.

Supponiamo che per una certa specie la capacità di sopravvivenza media sia 1 e che la capacità di attrarre un compagno sia 1.
In altre parole un individuo di questa specie, con mutazioni che lo rendono più adatto a sopravvivere (procurarsi il cibo, resistere al clima, difendersi da predatori e malattie etc.), avrà un coefficiente di sopravvivenza, per esempio, di 1.02 ovvero avrà il 2% di probabilità in più di sopravvivere rispetto a un individuo medio della sua specie.
Analogamente un altro individuo potrebbe avere delle caratteristiche che lo rendono particolarmente attrattivo per il sesso opposto e quindi avere un coefficiente di attrazione di 1.03, ovvero avrà il 3% di probabilità in più di attrarre un compagno rispetto a un individuo medio della propria specie.
Normalmente, come detto, capacità di sopravvivenza e attrazione viaggiano a braccetto (per esempio tanti documentari ci insegnano che i leoni maschi lottano fra loro per il controllo delle femmine e in questo caso il più forte sarà spesso anche quello più adatto a sopravvivere perché maggiormente in grado di procurarsi delle prede) ma non sempre potrebbe essere così.
Il caso interessante è quello dell’individuo con indice di sopravvivenza di 0.99 ma di attrazione di 1.02. Ora, da un punto di vista matematico, è ovvio che questi coefficienti sono fra loro incomparabili ma quel che conta è il senso: esisteranno dei valori di questi coefficienti (non importa quali) per cui un individuo con capacità di sopravvivenza inferiore alla media avrà una capacità di attrazione così superiore alla media da più che compensare la sua deficienza. Con “compensare” intendo che avrà più figli rispetto all’individuo medio della sua specie.

Sotto queste condizioni, per le stesse regole statistiche alla base della selezione naturale, allora avremmo il paradosso di una specie che invece di evolvere, nel senso di divenire più capace di sopravvivere, degenera andando nella direzione opposta.
La specie andrà infatti ad assumere le caratteristiche degli individui che si moltiplicano maggiormente: dopo numerose generazioni la media non sarà più 1 e 1 ma 0.99 e 1.02 e a questo punto (più probabilmente già durante questo processo di involuzione) potrebbe accadere che un individuo con capacità di sopravvivenza di 0.98 ma attrazione 1.04 potrebbe avere ancora più successo, anzi direi che diventa probabile. Da una parte infatti la competizione maggiore in natura si ha con gli individui della propria specie quindi più che la capacità di sopravvivenza in assoluto conta quella rispetto ai propri simili. In secondo luogo nel meccanismo di attrazione sessuale si è già formato un criterio che premia una o più caratteristiche slegate dalla capacità di sopravvivere.
Ho in mente il famoso esempio dell’alce dal palco di corna sempre più ampio e difficile (energicamente dispendioso) da mantenere che alla fine, sembra, andò a estinguersi proprio per colpa di esso.

Nota (*1): ma come può svilupparsi un criterio di attrazione “errato” nel senso di non basato su caratteristiche utili alla sopravvivenza? Nella stessa maniera con cui si sviluppano tutte le altre caratteristiche: grazie al caso. Il criterio istintivo è geneticamente influenzato e quindi variabile casualmente.

Ovviamente un meccanismo di questo genere può prendere piede solo in certe condizioni: essenzialmente quando la lotta per la sopravvivenza è minima ed è invece preponderante quella fra i membri della propria specie.
Insomma non c’è un predatore pronto a divorarsi tutti quegli individui che corrono appena un pochino più lenti ma, anzi, praticamente tutti i membri della specie riescono ad arrivare alla maturità sessuale.
In questa situazione siamo probabilmente nelle condizioni che ho precedentemente ipotizzato ovvero in quelle dove individui leggermente meno capaci di sopravviver possono comunque avere una maggiore capacità di riprodursi.

Incidentalmente questo significa che proprio il successo di una specie è precondizione per la possibilità di una sua involuzione.

Onestamente non so se una teoria di questo genere, ovvero nella distinzione netta fra la capacità di sopravvivere e quella di riprodursi, sia già stata formulata: probabilmente sì, mi sembra infatti abbastanza naturale e solo un poco controintuitiva.
Da non esperto in materia mi è difficile proporre esempi che potrebbero confermare (o magari smentire!) questa teoria: a parte l’alce dal palco di corna troppo grande non mi vengono in mente altri casi di estinzione analoghi.
Però sono anche numerosi gli esempi in cui delle specie animali selezionano il proprio compagno secondo criteri che, da non esperto, è difficile stabilire che relazione abbiano con la sopravvivenza.
Penso a parecchi uccelli dove i maschi conquistano le femmine con “balletti”, colori sgargianti o canti melodiosi. Non so: magari qualcuno più esperto di me potrebbe indicarmi per ciascuno di questi criteri anche la loro utilità per la sopravvivenza.
La mia sensazione è che, almeno in alcuni casi, questi criteri siano emersi casualmente e poi si siano riprodotti solo in virtù di se stessi.

Conclusione: ho scritto di getto e non so quanto sono riuscito a essere chiaro. Eccezionalmente poi, ho inserito la nota 1 all’interno del testo perché mi sembrava fosse utile proporre tale riflessione proprio in quel punto. Come detto poi non ho idea se questa teoria esista già e magari se sia già stata smentita: magari proseguendo nella lettura di Darwin potrei perfino trovarvi un accenno!
Proverò a investigare un po’...
Interessanti poi le possibili implicazioni sulla specie umana: ma queste le lasciò a un'altra volta dopo averci riflettuto maggiormente!

sabato 29 ottobre 2022

Tablet Lenovo

Il mio tablet cinese da 100€ è venuto meno: lo usavo solo per la banca, per vedere TikTok mentre facevo bollire l’acqua per la pastasciutta e un po’ per WhatsApp. Per questi usi mi andava benissimo anche se sono sicuro che le sue prestazioni fossero scarse.
Ma improvvisamente, senza che mi sia cascato o che abbia subito altri traumi, lo schermo ha delle righine bianche che si alternano con quelle funzionanti, una a una, e lo rendono difficilmente leggibile. Per il resto funziona normalmente.

Mi pare di averlo acquistato l’anno scorso, quindi dovrebbe essere ancora in garanzia, ora proverò a vedere com’è il servizio di assistenza Lenovo. Ho scarsa fiducia e non incrocio le dita.

Starlink - 15/11/2022
Ho messo Starlink: piazzato abbastanza a casaccio in giardino in una giornata di pioggia e nuvole (calo prestazioni).

Ma mi accontento!

Ciao ciao Fastweb-Telecom e ai vostri 3Mbit, a volte 4, in scaricamento!

Intervista a Macgregor - 15/11/2022
Intervista al colonello Macgregor:
NOVEMBER 15th - The calm before the storm in Ukraine

Confrontare col mio pezzo Punto sulla guerra in Ucraina di qualche giorno fa…

Intervista a Campbell - 16/11/2022
Una bella intervista al Dr. Campbell Great talk with GB News and Bev Turner

In particolare mi piace la domanda sul suo cambiamento di atteggiamento sulla gestione della pandemia. Come scrissi in Covid-19 e censura europea (settembre 2021) il Dr. Campbell aveva piena fiducia nelle autorità medico scientifiche del suo paese, un sei mesi dopo, nella primavera del 2022 con ormai la variante Omega diffusa in tutta la popolazione, ha iniziato a rendersi conto che troppe cose non tornavano…

In pratica il Dr. Campbell ha compiuto un percorso analogo al mio (v. Io e il vaccino) ma sfalsato di un 6 mesi.

Il covid-19 NON provoca miocarditi - 20/11/2022
Ricordate gli “esperti” quando ci dicevano: “è vero: forse i vaccini per il covid-19 possono provocare delle miocarditi MA lo stesso può accadere a chi prende il covid-19” e suggerivano che alla fine queste probabilità si compensavano e che, anzi, complessivamente la sicurezza data dal vaccino fosse maggiore.

Su quali ricerche si basavano? Su nessuna ovviamente: la scrupolosità e l’attinenza ai dati delle ricerche scientifiche la richiedevano agli altri ma tale giusta pratica non l’applicavano a loro stessi. Agli “esperti” bastava la loro intuizione, magari basata sui COMUNICATI STAMPA (e non sulle relative ricerche, spesso non disponibili neppure alla comunità scientifica) delle case farmaceutiche, per giungere alla conclusione che chi la pensava diversamente da loro, che chi aveva legittimi dubbi su chi e come vaccinare, erano tutti dei cretini a prescindere da quello che blateravano.

Ebbene adesso una ricerca al riguardo l’abbiamo: The Incidence of Myocarditis and Pericarditis in Post COVID-19 Unvaccinated Patients-A Large Population-Based Study su PubMed.ncbi.nlm.nih.gov (la presenta il solito Dr. Campbell nel suo video Myocarditis, good news)

Ammalarsi di covid-19 non aumenta nei mesi successivi la probabilità di avere delle miocarditi.

E quindi l’attuale “epidemia” di miocarditi, concausa dell’imprevista mortalità in eccesso rispetto agli anni scorsi, a cosa è dovuta?

Conclusione: io una mia idea ce l’ho già. Ma la velocità della scienza, quando ostacolata da interessi economici miliardari, è questa: molto lenta, ma piano piano viene fuori...

La gravità dei peccati delle streghe

Stamani mi sono alzato alle 5:00 perché volevo andare a Pisa poi però ho abortito la “missione” e sono rimasto a casa. Adesso, sono le 8:00, e mi sento particolarmente rintronato e non so quanto sia una buona idea cercare di scrivere un pezzo complesso (*1).

Allora ho deciso di optare per un qualcosa di intermedio: nei giorni scorsi ho letto una “Domanda” del “Malleus maleficarum” che mi è parsa particolarmente interessante. In realtà però ciò che è realmente interessante è che io trovi questo argomento interessante!

La domanda verte sulla gravità dei peccati “famosi” e perché questi siano meno gravi di quelli delle streghe. Insomma una questione teorica su questioni formali che per qualche motivo io trovo divertente: tenete presente che fin dai tempi dell’università mi divertivano le argomentazioni contrapposte delle diverse eresie antiche.
Perché? Bo, difficile dirlo: forse trovavo buffo lo sforzo di costruzione di argomentazioni logiche su argomenti che consideravo inerentemente futili…

Sulla caduta di Lucifero (ovvero perché il suo peccato di ribellione a Dio è meno grave, sebbene comunque imperdonabile, di quello delle streghe).
- Lucifero è creato in uno stato di bontà naturale e non di grazia: è più grave il peccato di chi ha ricevuto la grazia piuttosto di chi viola la propria natura.
- Il peccato di Satana è comunque imperdonabile:
1. Satana non è stato “istigato” da nessuno e nessuno quindi può redimerlo.
2. Il peccato si Satana è stato compiuto in Paradiso e non sulla Terra.
3. Le nature spirituali come quella del diavolo possono cambiare una sola volta e quindi non potrà mai redimersi.
4. Il suo peccato è amplificato dall’ampiezza della sua comprensione.
5. Siccome è incapace di redimersi non potrà essere perdonato.
- Ma nonostante le varie ragioni viste sopra il suo peccato è comunque meno grave di quello delle streghe.
1. Il suo è essenzialmente un peccato di orgoglio ma quando peccò non vi era ancora una punizione per tale peccato. Le streghe invece sanno bene che vanno incontro alla punizione.
2. Il diavolo una volta compiuto il primo peccato di ribellione non è stato più graziato; le streghe invece, avendo ricevuto il battesimo, ricadono una seconda volta dallo stato di grazia.
3. [Questa mi piace!] Satana peccò solo contro il Creatore; le streghe peccano contemporaneamente contro il Creatore e il Redentore.
4. Il diavolo non gode della pietà di Dio, l’uomo (e quindi le streghe) sì.
5. Analogamente mentre il diavolo è abbandonato a se stesso, l’uomo (e quindi le streghe) sono costantemente richiamate da Dio verso il bene.
6. Il diavolo pecca contro un Dio che lo punisce; l’uomo pecca contro un Dio che è morto per lui sulla croce.

Su Adamo e il peccato originale.
- Il peccato delle streghe è peggiore anche di quello di Adamo. Adamo infatti peccò per avere compiuto un’azione NON malvagia in sé ma solamente vietata.
- Adamo peccò dannando se stesso; le streghe invece trascinano altri nel peccato.
- Il peccato di Adamo era inevitabile, le streghe peccano per la malizia dei loro cuori corrotti.

Vabbè, in genere queste affermazioni sono argomentate con citazioni (spesso di Sant’Agostino, San Tommaso, San Anselmo, San Isidoro ma anche di Aristotele) e ragionamenti più o meno complessi. Comunque impossibili da sintetizzare completamente in singole frasi come ho fatto io. Ma il mio obiettivo è solo di darne un’idea.
Per esempio gli autori si dilungano spiegando che non c’è relazione fra la gravità del peccato di Adamo e il fatto che esso si trasferisca automaticamente in tutti i suoi discendenti (esso viene cancellato solo grazie al battesimo; oppure, se sei Maria, nasci immacolata ovvero senza essere gravata dalla colpa del peccato originale).

Conclusione: io credo che sarei stato un ottimo inquisitore e che avrei potuto salvare l’anima di molte streghe condannandole, con giuste sentenze, al rogo (*2).

Nota (*1): oltretutto i tasti che periodicamente mi rimangono bloccati sono particolarmente fastidiosi: mi condizionano (sto attento a premerli “delicatamente”) e mi distraggono (quando devo “scastrarli” in qualche maniera)…
Nota (*2): forse il lettore potrebbe chiedersi ma perché le streghe vengono punite col rogo se questo dovrebbe essere riservato, come tutti sanno, agli eretici che perseverano nel loro errore? Tale argomento è ampiamente discusso nella relativa Domanda che però è particolarmente lunga e complessa: il succo è che, prevedibilmente, le streghe sono equiparate a eretici non pentiti.

venerdì 28 ottobre 2022

Neutralità

Qualche giorno fa uno dei tubisti che preferisco, l’autore del canale New World Econ, e che io considero fra i più imparziali fra quelli che seguo, ha detto che lui cerca di essere neutrale.

E in effetti quando ricapitolo gli eventi del giorno specifica sempre cosa si basa su informazioni pro-russe e cosa su informazioni pro-ucraine e poi, in base alla sua esperienza, stabilisce in genere una versione più o meno mediata dalle due.

È buffo, perché sembra un tipo estremamente svagato che ricorda un po’ il grande Lebowski per chi conosce la pellicola, però gli ho sentito fare delle osservazioni molto profonde e intelligenti.
Ultimamente è un po’ frustrato perché, suppongo, non sta ottenendo il successo che merita e, anzi, sta perdendo spettatori. Mesi fa i suoi video avevano sulle 50.000 visioni, adesso siamo sulle 30.000. Un po’ sono sicuramente gli algoritmi di YouTube che lo nascondono dando invece la precedenza ai canali di propaganda ucraina, ma un po’ è anche colpa sua.

La qualità dei suoi video è in realtà migliorata: come ho detto non è uno stupido, riflette sul prodotto che fornisce e cerca di renderlo più accattivante. Ma non è la qualità il suo problema!

La verità è che cercare di essere neutrali non paga: quando riporta notizie favorevoli ai russi si aliena la simpatia degli spettatori pro-Ucraina; vice versa quando le sue notizie sono favorevoli all’Ucraina perde gli spettatori pro-Russia.

Nel mio piccolo l’ho notato col mio ghiribizzo: criticando Berlusconi, Renzi, il PD, la Lega e il M5S mi sono perso i relativi sostenitori. Le persone amano avere conferme e sentirsi dire che tutto va bene. La verità è spesso troppo aspra per essere ben digerita.

Ma la mia riflessione è in realtà più profonda: è veramente possibile essere neutrali?
È vero, si può mediare fra le fonti delle due parti per cercare di darne una versione mediata: ma è abbastanza?
Il problema sorge quando si cerca di interpretare le motivazioni delle parti in lotta. Per comprenderle pienamente è necessaria anche una valutazione morale delle stesse e questo impedisce una vera e propria neutralità, almeno in questo caso.
In questa guerra è chiaro chi sono i buoni e chi sono i cattivi. Di sicuro sappiamo chi sono le vittime, cioè la popolazione Ucraina, quella del Donbass, e i militari delle due parti.
Ma quando si va a cercare di capire come è iniziata la guerra, quali erano le motivazioni di USA e Russia, è impossibile rimanere neutrali e contemporaneamente comprendere come stanno le cose.

Se davvero si rimane neutrali allora significa che si è immorali, privi cioè di moralità: altrimenti non si può che “tifare” per i buoni.
Oppure si può evitare di capire fino in fondo, fermandosi a un livello superficiale: ma se si è intelligenti è impossibile esserne soddisfatti.

Conclusione: pezzo breve oggi. Bene no?

giovedì 27 ottobre 2022

Percentuali USA e getta

Percentuali da un video visto ieri:
Percentuale di statunitensi che ritengono che la democrazia sia attualmente in pericolo: 71%
Percentuale di quelli che ritengono che la colpa dei media tradizionali sia grave: 59%
Percentuale di quelli che ritengono che la colpa dei media tradizionale sia presente ma secondaria: 25%.

Si tratta di numeri che mi danno un minimo di speranza per il futuro perché suggeriscono un altrattanto minimo grado di consapevolezza della crisi che la società occidentale sta attraversando.
Sfortunatamente sono a mia volta consapevole che questi sondaggi significano poco o nulla: probabilmente cambiando semplicemente la maniera di proporre le domande si sarebbe potuto ottenere dei risultati opposti.

È un problema comune dei sondaggi che spesso sono fatti per sostenere argomentazioni precostituite: sono insomma dati usa e getta…

Barbero su Putin - 27/10/2022
Video di bassa qualità visiva ma di alta qualità di contenuto:
Alessandro Barbero: Le motivazioni di Putin

Il video dura solo 11 minuti quindi non starò a riassumerlo (male!) come faccio di solito: vale la pena vederlo direttamente. Oltretutto il suo esempio iniziale è intelligentemente spiazzante!

Per confronto io, nel mio pezzo del 24 febbraio 2022 Altra lettura della crisi Russia-Ucraina-NATO (USA), scrissi per le motivazioni della Russia:
«La Russia vuole:
1- che l’Ucraina rimanga uno stato cuscinetto e, soprattutto, che non entri nella NATO. In questo caso c’è un motivo concreto: missili nucleari lanciati dall’Ucraina verso Mosca impiegherebbero appena 5 minuti per colpire il bersaglio (*1).
2- proteggere le maggioranze russofone delle zone separatiste dell’Ucraina orientale.
»

Non c’entra direttamente col discorso di Barbero ma, sello stesso pezzo, senza essere un esperto di economia, scrissi:
«Economicamente l’Europa poi dipende molto più degli USA dagli scambi con la Russia in particolare per l’energia. Sicuramente l’Europa subirebbe molti più danni della Russia dalle sanzioni mentre gli USA, mi ero dimenticato di scriverlo, ne sarebbero i meno colpiti.
Insomma con questa crisi l’Europa si troverà se va bene molto più povera e se va male distrutta: un applauso quindi ai nostri politicanti.
»

Poi, chiaramente, nelle settimane successivi, raffinai il mio pensiero e, per esempio, consiglio fortemente Gli errori di Putin del 12 marzo 2022...

Inflazione - 29/10/2022
È da mesi che voglio scriverlo ma me ne dimentico serialmente…

Fra le mie varie abitudini bizzarre c’è che, quando vado al supermercato a fare la spesa, mi diverto a memorizzare i prezzi e a controllare lo scontrino all’uscita. Ci sono stati dei periodi in cui trovavo sempre almeno un prodotto col presso sbagliato e, in quei casi, mi facevo restituire i 10 20 centesimi pagati in più. Se l’errore era a mio favore (accadeva circa una volta su tre) invece rimanevo zitto: il motivo è che lo considero un piccolo risarcimento per i prodotti pagati ingiustamente più cari negli anni passati.

Il punto è che, prendendo poi spesso le stesse cose, finivo per imparare a memoria numerosi prezzi.
La conseguenza è che noto immediatamente le variazioni dei prezzi e, a occhio, l’aumento medio del cibo mi pare sia enormemente più alto di quanto ufficialmente dichiarato.

Cito a memoria alcuni prezzi rispetto a inizio anno.
Acqua gassata 1.19€ → 1.23€
Pesto genovese DOP 1.59€ → 1.89€
Pasta grano italiano 0.69€ → 0.79€ (in estate) → 0.89€
Sale 0.19€ → 0.29€
Fette di tacchino arrosto 1.19€ → 2.09€
(ma tutti gli affettati sono praticamente raddoppiati di prezzo)
Bastoncini salati 0.79€ → 0.89€
Tè 0.49€ → 0.69€
Tè verde 0.79€ → 0.89€

Insomma su questo piccolo paniere l’aumento mi pare decisamente alto.
Grazie Biden, grazie Draghi!

Godot - 29/10/2022
Ieri mi sono messo a studiare video su come usare Godot: non ho uno scopo preciso; non ho in mente di scrivere un gioco o altro. È che proprio avevo voglia di studiare questo motore (gratuito).
Per il momento mi piace molto: se porterò avanti la cosa potrei divertirmi a scrivere un semplice giochino…

Progressi vari - 29/10/2022
La correzione dell’Epitome procede al rallentatore: adesso sono a metà del primo capitolo. L’unico aspetto positivo è che sto trovando significativamente meno errori. Intendiamoci c’è sempre parecchia roba da cambiare ma le relative pagine non sono macchie di inchiostro rosso (dovrei fare qualche foto).
Strabuccino invece, dopo la “fiammata” dello scorso fine settimana, non l’ho più toccato: ma del resto non mi sono neppure imposto di farlo. Avevo voglia di lavorarci e l’ho fatto ma non è assolutamente una mia priorità.

Cina, Hu?

Qualche giorno fa, sul canale di Berletic, si è accennato a un episodio del 20° congresso del partito comunista cinese. Apparentemente sui media occidentali era passata, accompagnata dalle immagini, la notizia di un importante politico cinese (Hu, un ex presidente del partito), che sedeva accanto a Xi, scortato fuori dal congresso.

L’argomento dei media era la mancanza di democrazia nella politica cinese, insomma Xi dittatore.

Berletic, che come ho scritto altre volte è molto filo-cinese, aveva minimizzato la vicenda: spiegando che Hu non stava bene ed era “confuso”. La riprova era un altro video in cui si vede che anche al suo arrivo era entrato sorretto da un commesso.

Questo è il video di Berletic a cui mi riferisco: China: What Happened to Hu Jintao?

Personalmente ero rimasto incerto. Soprattutto i delegati nelle immediate vicinanze, fra cui lo stesso Xi, sembrano ignorarlo completamente.
Se qualcosa di analogo fosse accaduto in occidente sicuramente ci sarebbero state parole e gesti di incoraggiamento per il collega ammalato.
C’è anche da dire che non conosco la cultura cinese: è anche possibile che fissare Hu mentre veniva accompagnato fuori dalla sala fosse interpretabile un gesto di maleducazione perché avrebbe sottolineato la sua incapacità di prendere parte al congresso in corso. Non so quanto questa mia interpretazione fosse probabile ma mi sembrava l’unica possibile per spiegare l’apparente indifferenza dei diversi delegati alla situazione venutasi a creare.

Aggiungo che si vede anche Hu rivolgere poche parole a Xi e non mi pare, dal linguaggio del corpo, che questi fosse particolarmente contento…

Stamani ho trovato un altro video che spiega la situazione più approfonditamente: What happened to Hu & Xi? CCP worst top team shows up after 20th Congress/The reform come to an end dal canale China Insights

Di questo canale ho visto altri video e mi sembra che sappiano quello che dicono: c’è però da dire che, secondo le mie ricerche, si tratta di un canale gestito dall’opposizione cinese esiliata/emigrata negli USA. Insomma tendenzialmente sono contro il partito comunista cinese, non si tratta cioè di una fonte neutra!

In questo caso la loro interpretazione è tutta politica. Premetto che non ci ho capito praticamente nulla essendomi confuso con i nomi già dopo 30 secondi! Per esempio Xi, che io leggo “zi”, è pronunciato “sci” e io pensavo “She” (ella in inglese) chi?
Comunque, da quel che ho capito, nel partito comunista cinese ci sono tre correnti: quella del presidente Xi, ovviamente la più forte, e due di opposizione. Hu capeggiava la corrente di opposizione più debole.

Nella lotta interna per la scelta dei posti di potere il partito di Hu è stato praticamente eliminato, mentre l’altro ha mantenuto le proprie posizioni (numero di poltrone). Il canale quindi legge nell’episodio una lotta di potere fra i vertici della politica cinese. L’anziano Hu quindi allontanato non perché malato ma perché, forse (mia ipotesi) avrebbe potuto votare contro nella votazione finale rompendo così l’unanimità che, suppongo, sia considerata molto importante dai cinesi.

A rafforzare questa interpretazione vi è anche un breve accenno al fatto che la notizia dell’allontanamento di Xu non è stata fatta girare sui media cinese. Di nuovo se si fosse trattato di un semplice problema di salute perché nasconderne la notizia?
Ma che la notizia sia stata nascosta dai media cinesi l’ho sentito in questo video quindi, di nuovo, non so quanto sia veritiera.

La notizia su un media indiano: China ex-leader Hu 'not feeling well' when left Congress dal TimesOfIndia.IndiaTimes.com

Ho cercato anche su un media cinese in lingua inglese (GlobalTimes.cn) senza però trovare informazioni al riguardo: c’è da dire che il sito è lentissimo e io non ho molta pazienza…

Conclusione: bo, a meno che non trovi scritto su fonte affidabile che per la cultura cinese è educazione ignorare una persona ammalata che viene accompagnata via, a me parrebbe che la lotta politica interna sia più credibile considerando anche che l’intera corrente facente capo a Hu è stata spazzata via dai vertici del partito comunista cinese...

mercoledì 26 ottobre 2022

Smallville e Legacies

Legacies è una serie recentemente prodotta da Primevideo di cui ho guardato la prima stagione e sono a un terzo della seconda.
Sostanzialmente l’ho guardata perché non c’era niente di meglio disponibile. La mia valutazione era di un 6 scarso.

Come tutte le serie recenti i personaggi devono essere equamente distribuiti per etnia e inclinazioni sessuali. Talvolta c’è anche la componente religiosa, in questa serie però no.
A questo riguardo ho sentimenti ambivalenti: da una parte, essendo molto tollerante di natura, mi è abbastanza indifferente l’etnia, l’inclinazione sessuale o la religione dei diversi personaggi. Il problema è che io guardo questi prodotti per divertirmi e talvolta questa ripartizione meccanica dei ruoli ha la meglio sulla storia e va a discapito del divertimento (per esempio diventando prevedibile in maniera sciocca: sei sicuro che il cattivo è l’uomo biondo e con gli occhi azzurri mentre l’omosessuale nero è sicuramente innocente). Mi è poi ormai ovvio che Hollywood ha l’intento ben preciso di formare nello spettatore precise tendenze ideologiche e io odio venire manipolato: in realtà mi rendo anche conto che non sono le persone della mia generazione quelle che si vogliono influenzare ma le più giovani, ma il fastidio resta.
In questa serie l’ideologia stuzzica fastidiosamente la mia sensazione di essere manipolato ma non la supera mai del tutto. Voto 5½.

Poi per me è importante l’ambientazione e in questo caso l’idea di fondo, una scuola per creature “speciali” (essenzialmente lupi mannari, vampiri e streghe; se ho ben capito si tratta infatti di uno spin off) mi piace molto. Il problema semmai è che è realizzata da cani (mannari): non si approfondiscono le possibili problematiche, si tratta il tutto in maniera superficiale, ci si limita al minimo indispensabile. Idea di fondo da 7 ma realizzazione da 5.

Fondamentali sono poi i personaggi, specialmente i protagonisti: sono credibili? Sono interessanti?
In questo caso i personaggi, anche per le varie ripartizioni di genere, razza, inclinazioni e simili, sono parecchi. Qualcuno è sul noioso/inutile (un altro effetto di averli dovuti inserire a forza) ma ce ne sono almeno due o tre interessanti. Voto 6½.

Ci sono motivi che tengono alto l’interesse? Le trame devono averne altrimenti annoiano. Nelle serie bisogna distinguere fra quella generale e quella delle singole puntate.
In questo caso le singole puntate sono spesso scialbe: un nemico vuole impossessarsi di un oggetto contenuto nella scuola, viene scoperto ed eliminato. Voto 5-.
La trama generale della serie invece mi aveva incuriosito: scoprire chi era veramente un personaggio e quali fossero i suoi poteri; chi era l’arcimostro che mandava i diversi nemici a ogni puntata; chi era la madre di un personaggio; cos’era una certa organizzazione, quali erano i suoi veri scopi, chi ne era il capo.
Erano degli spunti interessanti: contribuivano a mantenere la curiosità fino a quando non sono stati svelati confermandosi a un livello banale e superficiale. Voto 6½ ma se consideriamo il finale di stagione si finisce a un 5-…

Effetti speciali: ultimamente ho visto vari video specializzati al riguardo e questo mia ha reso un po’ più esigente. In questo caso abbiamo i tradizionali effetti grafici realizzati col calcolatore e dei costumi di gomma, abbastanza scadenti, indossati dai diversi nemici.
Quello che ho imparato è che la grafica del calcolatore è adesso la scelta meno costosa per realizzare effetti speciali ma non è sempre la migliore. Qui siamo sul 6-: il minimo sindacale e qualcosa di meno…

La seconda stagione quando ormai tutti i motivi di interesse della prima stagione sono stati svelati e si sono rivelati delle stupidaggini arrancava su un conflitto sentimentale e sulla sorte di un particolare nemico. Per farla breve se la prima stagione era da 6+ la seconda era da 5+…

Così quando ho notato che era disponibile una nuova serie di ambientazione fantastica, Smallville, realizzata nel 2003 o giù di lì, ho deciso di darle una possibilità. La mia titubanza era dovuta al fatto che le serie fantastiche degli anni ‘90 hanno degli effetti speciali talmente scadenti da togliergli ogni credibilità e, in genere, non mi erano mai piaciute neppure all’epoca della loro uscita.

Per prima cosa non si cerca di manipolare lo spettatore con specifici messaggi ideologici. Già non avere questa costante sensazione di indottrinamento forzato è molto liberatorio. Non so se ha senso attribuire un voto a questo aspetto che, come detto, è sostanzialmente assente in questa serie ma, se dovessi farlo, gli darei un 8.

L’ambientazione non mi piace: l’idea è quella di un Superman liceale che scopre piano piano i suoi superpoteri e che è innamorato senza speranza della compagna di scuola Lana Lang già però impegnata col capitano della squadra di football. Tutto troppo banale e prevedibile. Voto 5.

In questa serie i protagonisti “veri” sono solo tre: principalmente Superman, poi Lana e, a sorpresa, il giovane milionario Lex Luthor. Superman e Lana sono prevedibilmente noiosi ma Lex Luthor mi piace moltissimo. Nella serie è infatti amico di Superman e quindi c’è il grande motivo di interesse di scoprire che cosa li dividerà e quando diverranno nemici giurati. Senza Luthor il voto sarebbe 5- ma con lui è 7.

La trama generale è al momento assente: come detto c’è solo la curiosità di scoprire come evolverà il rapporto fra Superman e Luthor e, in misura minore, quello sentimentale fra Lana e Superman. Voto 5.
La trama delle singole puntate è invece sorprendentemente divertente: solo l’ultima che ho visto stanotte, la quinta mi pare, l’ho trovata tirata un po’ troppo per i capelli. Voto 6½.

Gli effetti speciali sicuramente erano all’avanguardia per i primi anni 2000 ma ciò che ho notato è che si è speso molto anche per gli effetti tradizionali: fuochi, incidenti automobilistici, singole inquadrature, etc.
La grafica del calcolatore è sicuramente inferiore a quella di Legacies ma viene ampiamente compensata dagli effetti tradizionali, in pratica totalmente assenti nella serie più recente.
Voto 6½.

Nel complesso una serie che (senza aver calcolato la media dei miei voti) si merita un 6½ con però il potenziale di aumentare sensibilmente se si svilupperà una trama per la stagione degna di questo nome.

Ma le considerazioni che volevo esprimere in questo pezzo sono sostanzialmente due.
- L’usare l’intrattenimento per manipolazioni goffe cercando di legittimare una specifica ideologia non aggiunge nulla allo spettacolo e, anzi, spesso lo peggiora più o meno sensibilmente.
- Ovviamente non si può generalizzare ma nelle serie più recenti mi sembra si risparmi sugli effetti speciali resi tutti con la grafica del calcolatore. Una soluzione pigra che spesso però non si rivela adeguata per i palati degli utenti sempre più sensibili. (*1)

Ma è anche chiaro che in molte serie, ovviamente non in tutte (!), c’è un serio problema di sceneggiatura. Capisco voler fare un prodotto commerciale ma possibile che si debba risparmiare sugli sceneggiatori? È possibile che la loro voce di spesa sia così significativa?

Conclusione: un pezzo noiosissimo lo so. È che sono sconcertato: io stesso non so cosa concluderne. Non so se ci sia una relazione fra serie ideologizzate e serie dalla trama scadente.
Un’ipotesi (fatte salve numerose eccezioni) è che si dia la priorità all’ideologia accettando trame scadenti preparate da sceneggiatori opportunisti ma non particolarmente talentuosi.
Questa ipotesi la si potrebbe smentire con una serie che fosse sia fortemente ideologizzata che con una sceneggiatura ben scritta ma attualmente non mi viene in mente nulla del genere. Anzi sembra che la correlazione sia particolarmente forte proprio nelle serie più ideologizzate: mi viene in mente “Gli anelli del potere” la cui trama è letteralmente ridicola.
Da questo punto di vista non so se “Sense8” possa essere considerata una serie fortemente ideologizzata: sicuramente aveva un forte messaggio ma mi pare che si limitasse a comunicarlo e non cercava di imporlo con trucchi vari: insomma non tentava di manipolare le idee del proprio pubblico. Ecco non ti diceva “tutti gli omosessuali sono buoni” ma piuttosto “tutti gli omosessuali sono persone normali (con quindi pregi e difetti)” e anzi non te lo diceva esplicitamente: era lo spettatore che lo ricavava dalla trama, il regista/sceneggiatore non perdeva tempo a imboccarlo con specifiche idee.

Nota (*1): al riguardo ho recentemente visto un video molto istruttivo su come mai la serie Mandalorian (o un nome simile!) che usava una tecnologia innovativa per gli effetti speciali è migliore delle serie successive che sfruttano la stessa tecnologia in teoria migliorata. Il motivo di fondo è il risparmio. Nella prima serie era un qualcosa di aggiuntivo, integrava altri elementi e si fondeva quindi meglio con essi. Nelle successive si è usato solo questa tecnologia, che in pratica fornisce degli sfondi animati, limitando troppo la scenografia “reale” che però dava profondità al tutto. Insomma il problema è l’aver voluto risparmiare oppure il non aver saputo usare opportunamente il nuovo strumento.

martedì 25 ottobre 2022

Disoccupazione e rivolta

Come sapete sto leggendo “Il secolo breve” di Hobsbwam, un vero capolavoro!
Lo sto volutamente centellinando per assorbirne meglio i concetti e, infatti, ogni volta che ne leggo poche pagine mi viene voglia di scriverci un pezzo.

Al momento sto leggendo un capitolo sulle ripercussioni della crisi del 1929, all’epoca in cui fu scritto il libro, l’unica grande crisi del sistema capitalistico occidentale.
Come al solito non si tratta di una cronaca evenemenziale dei fatti ma l’autore cerca invece di indagarne gli effetti sulla cultura del tempo, ciò che io chiamo gli epomiti ([E] 6.2 e 6.3).

Non ho voglia di prendere il libro in mano e di discutere le mie note passo passo ma piuttosto preferisco concentrarmi sul concetto che mi ha più colpito.

La crisi del 1929 fu caratterizzata da una grande e prolungata disoccupazione in un’epoca in cui l’assistenza sociale era praticamente assente: la reazione della popolazione letteralmente affamata fu un’estremizzazione politica. Nei primi anni ‘30 si rafforzarono sia i vari partiti comunisti che, nella Germania, il partito nazista. Anzi, fino alla presa del potere di Hitler, il partito comunista tedesco crebbe più di quello nazista!
Questo portò i governi occidentali ad abbandonare, almeno parzialmente, il modello economico puramente liberista e iniziarono a preoccuparsi maggiormente degli aspetti sociali della politica.
Non è un caso che crebbe moltissimo in tutte le nazioni il protezionismo che, concettualmente, è all’opposto dell’ideologia liberista.
La lotta alla disoccupazione diventò uno dei punti fissi della politica occidentale del XX secolo.
Per inciso un’altra caratteristica della crisi del 1929 che mi ha colpito fu il crollo dei prezzi dei generi alimentari: chi mantenne il posto di lavoro infatti si trovò in una migliore situazione rispetto agli anni precedenti perché il costo della vita diminuì sensibilmente.
Altra conseguenza furono i sussidi all’agricoltura. Secondo l’autore la politica di sussidi all’agricoltura della CEE negli anni ‘70 e ‘80 è una diretta conseguenza dal cambio di mentalità provocato dalla crisi del 1929.

Fin qui tutto interessante ma ciò che mi ha colpito è un inciso di circa mezza pagina sulla crisi della disoccupazione negli anni ‘80. I politici temevano infatti che si sarebbero scatenate forte tensioni sociali ed estremismi politici (*1) mentre invece la società rimase sostanzialmente tranquilla.
Il motivo, secondo l’autore, fu che nel frattempo sia era sviluppato lo stato sociale capace così di alleviare le difficoltà della popolazione disoccupata.

Io credo solo in parte a questa interpretazione. Il fatto è che in Italia, per esempio, non c’erano sussidi di disoccupazione ma anche da noi la situazione rimase sostanzialmente tranquilla.
Io penso invece che qui divenga fondamentale la legge della conservazione ([E] 5.1) e in particolare una delle sue conseguenze: «In generale ogni potere temerà il cambiamento quando non sia ragionevolmente certo di trarne vantaggio perché, spesso, la paura di perdere forza è maggiore della speranza di guadagnarla.»
A “ogni potere” possiamo sostituire “ogni gruppo sociale” e quindi anche i “disoccupati”: questo significa che anche i “disoccupati” sono titubanti a cercare di cambiare lo status quo. Un gruppo sociale si attiverà per cambiare lo stato delle cose solo se costretto ovvero se “alla fame”.
Nel 1929 la fame era reale, negli anni ‘80 c’era comunque il sostegno delle famiglie che, complessivamente, si erano arricchite nei decenni precedenti ed erano in grado di sostenere i figli o nipoti disoccupati.
A questo aspetto va aggiunta l’aumento della forza dei media e in particolare della televisione per mantenere la stabilità della società proteggendone gli equimiti ([E] 7.1) ovvero i principi e i valori su cui si fonda e che giustificano anche eventuali ingiustizie più o meno palesi (*2).

Conclusione: vabbè, mi è venuto un pezzo più corto del solito. Ma credo che nessuno dei miei lettori se ne lamenterà!

Nota (*1): lo stesso autore fa un mea culpa dato che anche lui se le era aspettate!
Nota (*2): una panoramica dei fattori che portano all’instabilità sociale la fornisco in [E] 7.7: se si esaminano uno per uno ci si accorge che nel 1929 molti di essi erano presenti ma lo stesso non era vero negli anni ‘80.

lunedì 24 ottobre 2022

Indiani e orse

Lo volevo scrivere da tempo ma me ne dimenticavo…

Mesi fa ho terminato di leggere “Who we are and how we get here” di Peter Reich.
Fra le varie informazioni interessanti c’era la seguente: gli indiani d’America sono geneticamente più vicini agli europei che agli asiatici. La spiegazioni è che indiani e europei discendono da una popolazione comune ora scomparsa.

Settimane dopo, non ricordo più dove (forse nelle info di Stellarium?), ho scoperto che la costellazione dell’Orsa Maggiore è chiamata così anche nella tradizione indiana.

La mia teoria è che il nome di questa costellazione facesse parte della cultura della popolazione fantasma, ora scomparsa, da cui derivano europei e indiani d’America.

Conferme zero, semplicemente una mia intuizione!

Percentuali - 25/10/2022
Articolo: Guerra in Ucraina, Scholz: “Il 20-30% dei tedeschi non condivide né sanzioni né invio di armi. Dobbiamo tenerne conto” da IlFattoQuotidiano.it

Se Sholz dice 20-30% probabilmente si tratta di 30-40%. Pensavo di più ma è comunque un minoranza significativa e destinata a salire.
Suppongo che gli italiani, probabilmente più disinformati dai media e con meno capacità di informarsi correttamente, siano più o meno un terzo. Viene una percentuale poco maggiore del 10%. Mi pare plausibile…

Parole pacate - 26/10/2022
Mi sono imbattuto in questo video su Telegram: The former head of the Israeli Mossad "Nativ" Yakov Kedmi

Il video riporta il commento di Yakov Kedmi (*1) un ex direttore del Mossad, il servizio segreto israeliano, su Zelensky.

Tenete presente che Kedmi adesso vive in Russia ed è consulente del governo russo per le relazioni con Israele. È quindi tendenzialmente pro Russia ma, nonostante questo, credo che la sua opinione sia significativa e, probabilmente, condivisa anche da molti israeliani (che percentuale non saprei proprio dire). Ah, si tratta di un video “vecchio” (di un canale indiano) perché si parla della vigilia del “capodanno ebraico” che questo anno è stato il 25 settembre 2022 o, magari, addirittura di qualche anno precedente.

Di seguito la mia traduzione (che si basa a sua volta su una traduzione in inglese dal russo) delle sue parole:
«Conduttore: siccome domani è il capodanno ebraico le faccio i miei auguri. La mia domanda è: che cosa augura per questa festività a Vladimir Zelensky?
Yakov Kedmi: Io lo considero come il più disgustoso e subdolo rappresentante del mio popolo. Ha costruito la sua carriera appoggiando coloro che sono i successori di chi ha massacrato il nostro popolo. Se fosse ucraino lo considererei allo stesso modo di come considero Stepan Bandera, Petlyura e altri. Ma egli è ebreo e avrei quindi altre aspettative da lui. Egli è una vergogna per il mio popolo, una vergogna che resterà sempre su di lui e sulla sua famiglia. Egli ha sputato sulla tomba di suo nonno che combatté contro i nazisti. Questo è il motivo per cui io devo fare ancora i conti con lui: non da politico ma da ebreo a ebreo. Un ebreo che aiuta gli assassini del mio popolo e ora sta dalla loro parte. Noi abbiamo da fare i conti su questo...»

Nota (*1): quando possibile voglio citare fonti alternative a Wikipedia che, ormai, non è affidabile sui personaggi/fatti/informazioni che hanno attinenza politica sulla nostra attualità.

Il boemo - 27/10/2022
Qualche giorno fa ho incontrato per caso, in strada, una mia amica di origini austriache: ne ho approfittato per chiederle di Karl Kraus.
Prima di tutto è considerato uno dei massimi scrittori in tedesco in assoluto: non so, da quello che ho capito è al livello del Manzoni per noi italiani. Studiatissimo a scuola aveva una particolare abilità nell’uso del vocabolario che, nonostante numerosi tentativi, nessuno è riuscito a imitare degnamente. Ovviamente, ma questo l’avevo capito anche da solo notando varie battute “insipide”, perde molto nella traduzione e, anzi, alcuni giochi di parole sono semplicemente intraducibili.
Ah! molto importante: nonostante fosse sempre vissuto a Vienna era boemo. Non so perché la cosa sia così importante ma l’ho capito da come mi è stata sottolineata!

Avevo molte altre domande da porle ma, essendo di corsa, non abbiamo avuto tempo di affrontarle: magari capiterà un’altra occasione.

La Galizia - 27/10/2022
Sempre nella stessa discussione la mia amica mi ha improvvisamente fatto una domanda a sorpresa: “Ma lo sai dov’è la Galizia?”
E io, senza battere ciglio: “Era una regione dell’impero asburgico contesa con la Russia e, forse, (grande) Polonia. Attualmente in Ucraina e con capoluogo Leopoli”.
In genere di geografia non so niente ma siccome la regione è nominata più volte da Kraus (per esempio, oltre al fronte, a Vienna arrivano i profughi di quella zona) ero andato a controllare proprio pochi giorni fa dove fosse esattamente: e siccome ho una memoria ben allenata non ho avuto problemi a ripeterle tutti i dati essenziali che avevo letto.
Lei ha solo “grugnito” il suo assenso quasi con disappunto: ho avuto la sensazione che abbia dovuto ingoiarsi una filippica contro gli italiani che non sanno (come me!) la geografia!

Posso aggiungere che ho notato un sorriso pensieroso quando ho citato Leopoli: la mia sensazione è che non fosse abituata al nome italiano ma solo a quello tedesco e che per questo le suonasse un po’ buffo. Come con un mio amico olandese quando chiamavo Leiden col nome italiano Leida (famoso per la “pila di Leida”)…

Varie quasi novembrine

Nel fine settimana ho ripreso un po’ in mano il racconto di Strabuccino: soprattutto ho riguardato quanto già scritto mentre di totalmente nuovo ho scritto appena un paio di pagine.

La mia fida e adorata tastiera (che ho dal 2001) inizia a cedere: in particolari i tasti “o”, “i” ed “e” hanno iniziato a rimanere incastrati quando li premo. Per adesso resisto però: le tastiere moderne sono bruttissime e mi piace che la mia sia internazionale (la comprai quando abitavo in Olanda) e non italiana. Nel caso peggiore proverò ad aprirla per vedere cosa si è logorato nel meccanismo che fa risalire il tasto in posizione…

La lettura di Darwin procede senza fretta. È difficile capire quanto ci fosse di innovativo nelle sue idee perché ormai le diamo per scontate. Un po’ come per il metodo scientifico di Galilei.
Anzi, spesso la mia attenzione è attratta dai suoi “errori”: in pratica gli manca una teoria che spieghi il motivo genetico delle mutazioni. Di conseguenza ipotizza che dipendano dall’ambiente, dai genitali dei genitori e simili.
Comunque recentemente ho trovato un’osservazione interessante e su cui non avevo mai riflettuto: in natura, per ogni individuo il rivale più pericoloso per la propria sopravvivenza non appartiene ad altre specie ma sono invece i propri simili. Questo perché la nicchia ecologica con le relative necessità sono esattamente le stesse.
Un concetto profondo che, ho la sensazione, abbia parecchie analogie anche in ambiti molto diversi: per esempio in economia considerando le varie aziende come singoli individui. Una calzaturificio è sostanzialmente indifferente a cosa produce la cartiera sull’altro lato della strada mentre sarà più interessato all’andamento di un altro calzaturificio della zona.

Come libro di “svago” ho decido di rileggere “Scelti dalle tenebre” di Anne Rice: scrive proprio bene! L’unico problema è che l’azione è un po’ troppo lenta per i miei gusti e, quando vi ci si giunge si risolve spesso in maniera un po’ insoddisfacente.
Insomma costruisce una grande aspettativa che spesso però, quando si arriva al dunque delude. Il contrario di Julian May, la mia scrittrici/scrittore preferita in assoluto…

Mi accorgo che l’aver abbandonato FB mi ha definitivamente allontanato dalla politica italiana.
Da un punto di vista meramente politico, come ormai vado ripetendo da tempo, le decisioni importanti, comprese quelle che riguardano gli italiani, sono prese all’estero.
Per il nostro futuro saranno molto più importanti le elezioni americane di inizio novembre e, forse, le proteste che ci saranno negli altri paesi europei (penso a Germania soprattutto, ma anche UK e Francia). Queste forse potrebbero indirettamente smuovere qualcosa anche da noi.

Sulla situazione in Ucraina non ci sono grandi novità. Ormai la mobilitazione russa è completa e tutto dipende quando entreranno in azione queste forze aggiuntive.
Alcune fonti dicono dopo le elezioni negli USA per non dare modo a Biden di farsi pubblicità inventandosi qualche iniziativa bellica: non è un caso che le “screaming eagles” siano state spostate in Romania e, si dice, possano entrare in Ucraina, nella zona di Odessa se e quando il fronte Ucraino dovesse crollare, per instaurare una zona cuscinetto e garantire l’accesso al mare per Kiev. Insomma gli USA di Capitan Babbeo continuano a giocare col fuoco (nucleare)…
Altre fonti invece dicono che gli USA stiano facendo forti pressioni sull’esercito ucraino affinché, nonostante le forti perdite, continui con le sue offensive e magari conquisti Kherson City: questo perché la campagna elettorale dei democratici ne beneficerebbe: “vedete? I miliardi di aiuti a Zelensky non sono buttati! L’Ucraina sta vincendo!”. Del resto i repubblicani hanno già fatto sapere che in caso di vittoria chiuderanno il rubinetto degli aiuti a Kiev.
Per la stessa logica quindi qualche vittoria russa non dovrebbe favorire i repubblicani? Forse: ma probabilmente prevale la logica del non “smuovere troppo le acque” prima delle elezioni.
E del resto, come scrivo da tempo, Putin non ha particolarmente fretta di concludere questa guerra: da una parte vi è in gioco il prestigio militare della Russia ma dall’altra la possibilità di far aggravare la situazione economica e sociale in Europa.
Ormai, a causa del tradimento dei capo di stato europei dettato da miopia e incapacità, è chiaro che l’UE è una colonia degli USA senza voce in capitolo nelle questioni importanti.
Alla Russia, se se lo può permettere economicamente (e tutto fa pensare di sì: l’economia russa è infatti tornata a crescere), non conviene normalizzare i suoi rapporti, specialmente economici, con l’Europa. Oramai le conviene sfruttare l’occasione per far scavare un solco fra USA ed Europa, soprattutto Germania: non deve fare niente, stanno facendo gli incapaci capi di governo europei tutto da soli. Ma credo che con la guerra ancora in corso sia politicamente più semplice mantenere le distanza dall’Europa.
Nel complesso credo però che, pur senza fretta, Putin voglia concludere il prima possibile questa guerra. Rimango dell’idea che a marzo 2023 sarà finita.
Anche se molto dipenderà anche dall’inverno: non è infatti chiaro chi possa avvantaggiarsi della neve. Probabilmente la Russia ma non so quanto. Secondo alcune fonti si potrebbe anche arrivare alla prossima estate.

Nel complesso la possibilità più destabilizzante è che gli USA decidano di intervenire con le proprie truppe in Ucraina per creare una zona “cuscinetto” e mantenere così una situazione di guerra permanente dalla quale, ovviamente, credono di potersi avvantaggiare. Il problema è che in questo caso le probabilità di conflitto diretto con la Russia salirebbero enormemente con conseguente conflitto nucleare e quindi fine dell’Europa e, probabilmente, del resto dell’umanità.
A questo proposito ieri, sembra, sia stata una giornata di telefonate fra i vari ministeri della difesa per evitare pasticci che potrebbero far precipitare la situazione. Penso anche alla “bomba sporca” preparata da Kiev…
Il problema di fondo di Putin è che con gli stupidi è difficile trattare e prevederne le mosse visto che non saranno logiche.

Conclusione: che branco di idioti a piede libero!

venerdì 21 ottobre 2022

a riveder le stelle

A inizio settembre scrissi il pezzo Aggiornamento stellare in cui, fra le tante, spiegavo che per divertimento avevo iniziato a imparare i nomi delle stelle che riuscivo a vedere dal mio giardino.
Poi però, dalle prime piogge fino a pochi giorni fa, non sono più potuto tornare a osservare il cielo con regolarità: non solo la pioggia o le nuvole ma anche la semplice foschia o una nebbiolina leggera rendono impossibile una visione decente.

Da qualche giorno invece sto trovando delle belle nottate: una poi è stata più tersa di tante notti estive…
Così ho ripreso contatto con le varie costellazioni: Vega (della Lira) adesso non è più sulla mia verticale ma la riesco a intravedere fra le fronde degli alberi. Anche Deneb (Cigno) con le sue 3/4 stelle allineate accanto passa randa a randa sopra le chiome del bosco.
Invece Cassiopea non solo è finalmente sbucata da dietro la balza a Nord-Est (che mi nasconde tutte le stelle con una elevazione minore di 30°) ma adesso è la mia costellazione di riferimento nel “mezzo” del cielo. Anzi adesso vedo anche Capella e fra un po’ (oppure se aspettassi notte fonda) dovrebbe iniziare ad apparirmi anche Aldebaran!

La differenza con l’estate è che fa freddo: va bene che mi copro (abbastanza) per bene ma non è piacevole come nei mesi estivi, manca il sollievo fisico dalla calura opprimente. Alla fine mi limito a controllare tutte le stelle che conosco e che riesco a vedere, cercare di prendere i riferimenti per qualche astro che mi incuriosisce e che decido di imparare e poi schizzo in casa…
Solo nella serata particolarmente limpida di qualche notte fa avrò passato una mezz’oretta sulla sdraio a osservare il cielo.
Soprattutto girare su me stesso mi confonde: le stelle che un secondo prima riconoscevo improvvisamente mi confondono. È molto seccante: sono sicuro che se fossi più giovane il mio cervello sarebbe abbastanza elastico da non avere problemi, ora invece...
Di positivo è che non ci sono più zanzare!

Vabbè, per fare il “bravone” elenco qui di seguito le nuove stelle che ho imparato: in realtà non sono moltissime…
Come al solito poi dei nomi imparo la “pronuncia” e non come sono scritti esattamente.

Come detto la mia costellazione di riferimento adesso è Cassiopea che a inizio settembre era appena visibile.

Sul prolungamento della “retta” passante da Caph e Shedar (di Cassiopea) trovo Almak (la moglie di un mio amico più una “k” finale). Da Almak parte una striscia di stelle abbastanza allineate insieme. Salendo trovo Mirak (“Mira”, cioè “guarda”, più “k”), poi una stellina senza nome Andromeda 31 (perché siamo nella costellazione di Andromeda), poi Alperatz (“Alpe” + “Ratz” il nome del modello “Degan” o roba del genere: comunque me lo ricordo!).
Da Alperatz chiudo il “cerchio” con altre due stelle che stavolta sono sul prolungamento di Gienah e Fawaris III (costellazione Cigno, zona Deneb per capirsi): Matar (uccidere in spagnolo senza la “e” finale) e Scheat (che onestamente io ricordo come “shit” e poi “correggo” opportunamente!). Vicino a queste, a formare un triangolino ho recentemente aggiunto Sadalbari (mi ricordo “Sandal” a cui tolgo la “n” e poi aggiungo Bari). Invece Scheat e Alperatz formano un quadrilatero insieme ad altre due stelle: Markab (“Marca” + “b”), all’altezza di Scheat e Algenib (mi ricordo “alge” plurale di “alga” e “nib”, iniziale di “nibulosa”. Lo so: torna poco ma me lo ricordo).
Ripartendo da Almak, stavolta scendendo, trovo Mirfak (“Mir” = pace in russo, il nome della vecchia stazione spaziale sovietica, e “fak” che non posso dire!). Sopra Mirfak c’è una stellina chiamata “Perseo 23” (siamo infatti nella Costellazione di Perseo) e sotto un’altra altrettanto fioca: forse Perseo 39 ma non ne sono sicuro (sto andando a memoria, non sto usando Stellarium adesso!).
Invece alla destra di Mirfak abbiamo Algol (me la ricordo automaticamente: mi ricorda il nome di un linguaggio di programmazione) e alla destra di Algol c´è invece Gorgonea Tertia (ovviamente ha senso mitologicamente parlando: Perseo tagliò la testa di Medusa, l’unica mortale delle tre gorgoni. Le altre due sono Steno ed Eufrosine. Di Steno sono sicuro ma di Eufrosine no: potrebbe essere una delle tre Grazie. Ci scrissi un pezzo una decina di anni fa! (*1))
Abbastanza “sotto” Mirfak infine c’è Capella di cui scrissi già la scorsa volta anche se all’epoca non potevo ancora vederla. Alla sua destra (*2) c’è poi Menkalinan (“Men” = uomini + “karinan” ma con la “l” al posto della “n”).
Ah! dimenticavo: fra Shedar e Almak c’è una stellina poco visibile ma dal nome facile: “Nembus”. Analogamente fra la Polare e le quattro stelle ben visibili della costellazione di Cefeo (siamo alla sinistra (*2) di Cassiopea) c’è Errai (sbagliai, ma tanto tempo fa!).
Infine, ripartendo da Almak, andando verso destra c’è Mizan (me la ricordo così: mi ricorda vagamente una marca di auto giapponesi) e, proseguendo più o meno nella stessa direzione Hamal (ricordo “Amala”: molto romantico) e Sheratan (come la catena di hotel ma con la “a” al posto della “o”).
Bo mi sembra di non averne imparate altre: ma, come detto, ho potuto osservare il cielo raramente...

Conclusione: in realtà c’è una discreta fetta di cielo in direzione sud e sud-est che vedo abbastanza bene. Ma c’è anche maggiore inquinamento luminoso e, almeno al momento, nessuna stella che abbia attirato la mia attenzione…

PS: mentre rileggevo il pezzo prima di pubblicarlo mi è venuta a mente un’altra stella: Almaz (di nuovo la moglie dell’amico + il dentifricio “AZ”). Solo che non so bene dove piazzarla. Può darsi che sia alla destra di Mirfak o magari al posto di Menkalinan… Stasera controllo!

Nota (*1): e infatti ricordavo male! Il pezzo in questione è Eu-xxx ed Eu-yyy (marzo 2010, uno dei primissimi che scrissi!) e ovviamente ho confuso Euriale con Eufrosine. Insomma la terza gorgone era Euriale mentre Eufrosine è la terza grazia.
Curioso come ho usato il tempo del verbo essere: leggendomi sembrerebbe che le gorgoni siano sparite dal nostro mondo ma che le Grazie ancora lo abitino. In realtà l’attualità dovrebbe far pensare al contrario: ma dl resto io sono un inguaribile ottimista…
Nota (*2): ed è questo modo di relazionare le stelle fra loro che mi confonde: quando infatti mi giro di 180° la sinistra si è trasformata nella destra e viceversa. Logicamente lo capisco ma nella pratica resto invece un po’ confuso...

giovedì 20 ottobre 2022

Anche Berlusconi…

…ha detto cose buone!

Ed ecco l’audio: Il nuovo audio di Berlusconi diffuso da LaPresse: «Putin non voleva la guerra» da YouTube (*1).

Berlusconi, 86 anni, dice che: l’Ucraina non ha rispettato gli accordi di Minsk e, dal 2014, ha iniziato a bombardare le repubbliche secessioniste del Donbass provocando migliaia di morti. Putin non voleva intervenire ma è stato costretto a farlo anche dalla pressione dell’opinione pubblica del proprio paese. La speranza era di arrivare a Kiev e installare un governo di ucraini moderati: la resistenza inaspettata dell’esercito ucraino ha fatto fallire il piano. Di Zelinsky non può dire quello che pensa. In Europa e in USA non ci sono leader degni di questo nome.

Berlusconi ha ragione praticamente su tutto, direi al 90-95%. Per esempio parla di 4000-6000 vittime fra i militari delle due repubbliche mentre io sapevo di 8000 morti soprattutto fra la popolazione civile.

Ma non voglio scrivere dell’esattezza delle sue parole: chi mi segue avrà già letto in altri pezzi più o meno le stesse cose e chi invece crede che siano vaneggiamenti di un anziano ubriaco di vodka non si convincerà del contrario solamente perché lo scrivo io…

Passo quindi direttamente alle mie riflessioni.

Se l’ottantaseienne Berlusconi è perfettamente consapevole della situazione in Ucraina allora lo sono anche la Meloni, il Letta, il Renzi, il Mattarella, il Salvini e compagnia danzante.
Lo si capisce anche da come applaudono i parlamentari che ascoltano Berlusconi: mi sembra l’applauso di chi è contento di sentire le cose come stanno e che nessuno ha il coraggio di dire apertamente; ma per fare ciò si deve già conoscere la verità. Quindi se il comune parlamentare medio sa, allora vuol dire che sanno praticamente tutti: non solo i politici ma anche il Mentana e gli altri direttori di quotidiani e telegiornali. Ci raccontano bianco ma sanno benissimo che la verità è nero.

La mia sensazione è che Berlusconi abbia voluto farsi registrare: la sua battuta iniziale, “ora vi dico un segreto ma non ditelo a nessuno”, sembra proprio suggerirlo!
Che significa?
Creare grane alla Meloni? Possibile…
Dare un segnale di supporto a Putin? Possibile…
Onestamente non ho voglia di infognarmi nella politica italiana per cercare di capire, o almeno di intuire, il significato di questi giochini.

Se l'ottantaseienne Berlusconi sa come stanno le cose allora lo stesso vale per il Portinaio di Amburgo, per Chicchirichì (nuovo nome del Galletto francese), per la Triglia Lessa (e per il Mastro Ciliegia che l’ha preceduta) e forse anche per la Baronessa Tedesca.
Solo Capitan Babbeo (o è meglio Capitan Peto?) è probabilmente oblioso della situazione e si limita a seguire, senza capirle pienamente, le istruzioni della sua squadra di governo...
Insomma i capi di governo europeo sapevano benissimo da che parte stava la ragione ma hanno seguito gli ordini di Washington, basati sul calcolo errato che la Russia sarebbe stata rapidamente sconfitta e Putin deposto, infischiandosene del bene della popolazione europea.
Una volta che l’errore è diventato palese, da bravi politici invece di ammettere di aver sbagliato (=carriera finita) hanno perseverato in esso, raddoppiando ogni volta la posta come dei comuni giocatori d’azzardo incalliti che non vogliono abbandonare il tavolo da gioco anche se stanno perdendo tutto. E in effetti tanto giocano con i soldi della popolazione europea, non con il proprio denaro…

La mia speranza, come ho già scritto, non è negli italiani geneticamente ovini ma nelle elezioni di novembre (del 4 mi sembra) negli USA (che POTREBBERO portare a una forte maggioranza repubblicana al congresso e in senato che, a sua volta, POTREBBE avere interesse a rompere le uova nel paniera dei democratici per assicurarsi la vittoria alle prossime presidenziali) e in altri paesi europei: in Germania e Francia sta montando la protesta. In UK la Triglia Lessa (che si è dimessa oggi: le mie fonti che già da giorni lo dicevano avevano ragione) aveva un livello di approvazione del 10%, ovvero il 90% della popolazione la disapprovava: un vero e proprio primato!
Se il fronte europeo si spezza poi viene giù tutto: e ormai, paradossalmente, per sopravvivere bisogna sperare in un crollo.
Non è un caso che la Meloni abbia detto, commentando l’audio rubato di Berlusconi, che l’Italia non sarà “l’anello debole” della NATO, cioè, l’interpreto io, il primo paese a fare un passo indietro sulle sanzioni masochistiche e controproducenti contro la Russia.

Nel caso della Germania sarei curioso di sapere quanto stia pesando nell’opinione pubblica il sabotaggio, anglo o americano, del gasdotto. Io credo, come scrissi subito, che sia stato un errore di calcolo clamoroso.
Lo hanno detto i tiggi nostrani che la Svezia non condividerà i risultati dell’ispezione al gasdotto col governo tedesco perché “troppo sensibili”? E che il ministro degli esteri tedesco ha risposto, piuttosto piccato, che loro sanno comunque chi è stato ma non lo possono dire?

Ah! e vi è arrivata poi la notizia di qualche giorno fa che l’economia russa, dopo una flessione iniziale a primavera ha ripreso a crescere (mentre quelle europee colano a picco)? L’ha raccontato Mentana (*2)?

Conclusione: che mondo! Che la tendenza fosse questa già l’avevo capito ma speravo di prevederlo solamente il crollo dell’occidente, non di assistervi e, probabilmente, di rimanere sepolto dalle sue macerie...

Nota (*1): io mi sono copiato l’audio nel caso, plausibile, che il video venga rimosso…
Nota (*2): non è che ce l’ho particolarmente con Mentana: faccio sempre il suo nome perché è l’unico che conosco/ricordo! Ma quando lo nomino in verità intendo tutti i direttori di giornali e telegiornali italiani...

mercoledì 19 ottobre 2022

Nichilismo titanico

Oggi voglio scrivere di un tema che prevedo già mi porterà a divagare.
Fra i vari libri che leggo ogni tanto mi piace “pescare” ciò che colpisce la mia fantasia nella pletora di possibilità fornita da ProjectGutenberg.org
In questi giorni sto infatti leggendo “A Fleece of Gold - Five Lessons from the Fable of Jason and the Golden Fleece” di Charles Stewart Given scritto nel 1905.
Un libriccino che ho scelto solo per il titolo, il fascino che esercita la leggenda degli argonauti, e una vaga curiosità per quelle che potevano essere queste fantomatiche “cinque lezioni”.

La prima lezione è il potenziale della gioventù di cambiare il mondo. Anche su questo ci sarebbe molto da dire: all’epoca dello scrittore anche nel mondo occidentale la gioventù rappresentava la fetta numericamente maggiore della popolazione. Oggi, in occidente, non è più così: ne deduco che la forza rigenerativa della gioventù ne è molto ridotta. L’inizio del XX secolo fu in occidente un periodo di grande crescita economica: le possibilità per i giovani erano quindi relativamente numerose. L’emigrazione negli USA era enorme (a memoria sui 15 milioni di immigrati europei): altre opportunità di costruirsi un proprio futuro. Come detto, già su questo primo punto ci sarebbe da scrivere parecchio…

Ma è la seconda lezione che ha attirato maggiormente la mia attenzione: essa infatti ha il non banale scopo di indicarci il significato della vita.
La vita non deve essere misurata dal successo economico: esso è un falso obiettivo, un qualcosa di vano e fine a se stesso. Al contrario si devono cercare di realizzare i propri ideali più alti.

Copio e incollo abbastanza a caso (nel senso che l’autore reitera più volte questo concetto!) un paragrafo illustrativo:
«"Success is essentially the accomplishment of one's desires and purposes, the realization of one's ideals. But this definition does not necessarily imply a high state of being. As I sit by my window writing, the hoarse cry of a rag-man and the mournful strains of a hand-organ come to my ears. That able-bodied Greek, who is so lavish with his 'music,' and the rag-man, who is buying what the other is distributing freely, both are in quest of the same thing--'success.'"

Alas! the world too often measures success by false standards--worships the Golden Fleece, forgetting the high purpose it might be made to serve; so dazzled by means that ends become oblivious. The spirit of the age is to pay homage to great riches. The finely attired custodian of a money bag too often is regarded as an exponent of success.»

Faccio notare che il testo è del 1905 e, mi è parso di leggere fra le righe (su Wikipedia non ho trovato niente), che l’autore fosse statunitense.
Questo significa che all’inizio del XX secolo, ancora negli USA, sebbene minoritaria vi era una percentuale di popolazione che anteponeva altri valori al denaro come unica misura del successo. È importante perché nel torno di una generazione, ovvero dopo la seconda guerra mondiale, la prima globalizzazione ([E] 12.2) avrebbe esportato dagli USA nel resto del mondo nuovi principi che, pur senza dichiararlo esplicitamente, hanno gettato le premesse per un cambiamento dell’etica che sostituirà al suo centro l’essere umano con il denaro e il profitto. Un processo lungo, che si è sviluppato nel corso di almeno altre due forse tre generazioni, e che solo recentemente si è concretizzato in quello che io chiamo il “profittismo” ([E] 14.4).

Sarebbe interessante sapere chi per primo abbia notato questa tendenza: vabbè, già nel medioevo (e forse anche in epoca romana, non so!) si parlava di Mammone, il diavolo che personificava la venerazione della ricchezza. Insomma il rapporto fra morale e ricchezza non è mai stato facile: ai precetti di Cristo che esaltava la povertà si contrapponeva la necessità della Chiesa, almeno dal IV secolo in poi, di confrontarsi con i potenti (e ricchi) della società (v. Clemente Alessandrino in La Chiesa fra ricchezza e potere). Oppure le varie sette eretiche pauperistiche del medioevo. Per non parlare della Riforma luterana. Insomma la religione da una parte strizzava l’occhio alla ricchezza, ma da un altro la considerava con sospetto.

Ma dei filosofi più recenti mi viene in mente Nietzsche: forse non è un caso che egli si sia accorto della decadenza della religione (“Dio è morto”) sostituita da una scienza acefala le cui risposte erano (e sono) solo apparenti. Non so se la mia interpretazione è corretta ma ho la sensazione che il nichilismo di Nietzsche possa essere interpretato con la consapevolezza che il mondo “moderno” (quello di fine XIX secolo cioè) stava adottando dei falsi valori, dei principi vuoti e per questo intrinsecamente vani.

E quando è che la nuova visione del mondo, almeno fra le classi ricche (ovvero nei loro epomiti locali) (*1), ha definitivamente preso il sopravvento?
Ebbene al riguardo ho un vago ricordo: sfortunatamente in questo caso la memoria (si tratta di qualcosa che lessi 30 o più anni fa!) mi tradisce e ho un po’ di incertezza sull’aneddoto in questione.
Chiaramente non può esistere alcuna data assoluta che segni il trionfo di un nuovo modo di sentire e intendere la vita rispetto al precedente ma, almeno, posso proporre una data simbolica: il 15 aprile del 1912.
È la data in cui affondò il Titanic. Nel suo viaggio inaugurale vi erano a bordo sia esponenti dell’aristocrazia (chiaramente più legati ai vecchi valori) che esponenti dell’industria e della finanza. Secondo la mia memoria, non essendoci posti per tutti sulle scialuppe, gli uomini dell’aristocrazia lasciarono il proprio posto alle donne e in questo furono imitati anche dagli industriali e finanzieri che si ritenevano (giustamente) la nuova nobiltà. In questo caso insomma i valori che anteponevano l’uomo al denaro ebbero la precedenza.
La mia incertezza riguarda il comportamento dei ricchi americani: non ricordo se seguirono l’esempio dei loro omologhi inglesi o se cercarono di salvarsi a ogni costo (*2).

Di sicuro poi la crisi economica che seguì la prima guerra mondiale e che culminò con la crisi del ‘29 dovette rafforzare gli ideali sulla centralità dell’economia e del denaro nella società umana.
Forse non è un caso che l’attuale degenerazione della morale abbia subito un’improvvisa accelerazione proprio dopo la crisi del 2007…

Potrebbe essere che il terrore della povertà spinga i parapoteri economici ad attivarsi per tutelare e incrementare con maggiore determinazione la propria ricchezza? Plausibile…

Conclusione: la storia che si studia a scuola, sempre più nozionistica, si concentra sulle battaglie, sulle date, sui nomi di politici e monarchi ma in realtà ciò che veramente sarebbe importante imparare sono le tendenze nella società: come cambiano le idee (i protomiti), i desideri, gli obiettivi, le aspettative di ricchi e poveri. È questo che alla fine determina l’evoluzione della storia.
Da questo punto di vista mi sembra che sia scritto molto bene “Il secolo breve” di Hobsbwam che, come sapete, mi sto centellinando per darmi tempo di assorbirne tutti i concetti senza rischiare di sovrapporli e mischiarli insieme. Egli pone infatti grande attenzione nell’illustrare queste tendenze culturali in corrispondenza di grandi eventi: la guerra, la rivoluzione russa, la crisi economica. Questa è storia.

Nota (*1): le classi povere era invece bene che amassero la propria povertà in maniera che non si ribellassero contro le sperequazioni economiche che dividevano (e che, dopo un temporaneo riavvicinamento seguito alla seconda guerra mondiale, stanno tornando a separare ancor di più) la società.
Nota (*2): scrivendo mi è tornato in mente il vago ricordo di aver letto questo aneddoto in dei libretti di mio zio che raccoglievano e “romanzavano” storie reali arricchendole di molti dettagli suggestivi. Insomma c’è la concreta possibilità che l’aneddoto da me riportato non sia vero! Ma, se non lo fosse, è comunque significativo che si sia immaginata una fantasia del genere come plausibile. In altre parole la data simbolica del 15 aprile 1912 è comunque credibile.

martedì 18 ottobre 2022

L'amiciza di Cicerone

Qualche giorno fa ho iniziato a leggere “L’amicizia” di Cicerone: si tratta di un libriccino da 1€ col testo in latino a fronte, quindi la lunghezza totale è dimezzata.
Non contavo né conto di trovarci epigrafi utili ma l’argomento mi incuriosiva e mi chiedevo se e cosa potesse esservi di diverso nell'amicizia nei tempi antichi.

A questa questione posso rispondere immediatamente: niente, almeno di sostanziale. Evidentemente l’amicizia è un comportamento istintivo che prescinde dalla cultura. Era prevedibile e ora ne ho la conferma.

La struttura del libro è un po’ troppo complicata per i miei gusti: l’autore fa infatti parlare tutta una serie di personaggi reali, ovviamente notissimi all’epoca, ma che adesso sono solo dei nomi. Io poi faccio particolare fatica a ricordare questi dettagli col risultato che non distinguo questi diversi personaggi fra loro. Se ho ben capito (50% di probabilità!) Cicerone inserisce un personaggio, saggissimo, che lui ha conosciuto ormai anziano, che a sua volta era imparentato con un vecchio amico di Scipione l’Africano.
Incidentalmente si intuisce quanto fosse ancora riverito a quei tempi il ricordo di Scipione, l’eroe che sconfisse Annibale e salvò la repubblica.

Il problema è che secondo me non c’è bisogno di tutti questi personaggi: non c’è (per adesso) un confronto di idee o pareri che giustifichi la presenza di figure che dibattono fra loro. Tutti sono concordi, ognuno aggiunge qualche particolare, ma allora che bisogno c’era di questi personaggi?
Io credo che la risposta sia semplice: Cicerone non era un genio dell’antichità ma un politico intelligente che scriveva tanto e bene. Ma è come, con le debite proporzioni, se leggessimo oggi un libro di Andreotti o Spadolini (o, se vogliamo ridere, di Renzi!) aspettandoci di trovarvi chissà quale profondità di pensiero. Bene che vada invece sarà un testo stilisticamente accurato ma che al massimo darà un quadro della visione del tempo di una certa problematica: la sintesi sarà poi tanto più oggettiva quanto meno il soggetto è legata alla politica. Al contrario un argomento politicamente dibattuto sarà infatti fortemente descritto da una prospettiva di parte.
Cicerone era un politico che scrive, in questo caso, di un argomento non politico: descrive quindi il pensiero del tempo (compresi i pregiudizi) sull’amicizia ma senza raggiungere chissà quali rivelazioni o intuizioni.

Senza riscorrere le mie note mi pare di ricordare che l’elemento fondamentale dell’amicizia sia considerata la virtù. Virtù in senso generico: secondo Cicerone sono le buone qualità che attraggono e si corrispondono nelle amicizie.
Nel corto Amico elencai al volo, senza cioè pensarci troppo, la lista delle caratteristiche che un’amicizia deve avere:
«[...]
- Affinità
- Tolleranza
- Disponibilità
- Rispetto
- Fiducia
- Comprensione

Il tutto reciproco: ciò che è unidirezionale prima o poi si esaurisce.»
Inizialmente pensavo che questa corrispondenza di virtù potesse equivalere alla mia voce “affinità” ma poi mi sono reso conto che non è così. Le virtù devono essere caratteristiche positive e non semplici corrispondenze.
Eppure anche fra criminali possono esserci amicizie: probabilmente Cicerone non le considererebbe tali, le declasserebbe a semplici frequentazioni che scimmiottano l’amicizia senza averne la profondità.
Ma io non credo che sia così: anche due criminali possono avere delle affinità, una concezione del mondo, una sensibilità verso la giustizia che, sebbene distorta rispetto alla comune prospettiva, può comunque essere la base di una sincera amicizia.

Insomma la corresponsione limitata alle virtù mi sembra arbitraria, probabilmente tipica per della mentalità classica.
Delle altre mie voci forse quella su cui più concorda Cicerone è la “disponibilità”, su cui insiste molto, e la “comprensione” intesa però più come possibilità di parlare con l’amico di qualsiasi argomento (che, volendo, si sovrappone alla “fiducia”). In effetti anche il “rispetto” è fortemente presente nell’idea di amicizia di Cicerone: del resto le virtù altrui ci attraggono, secondo l’autore, per ammirazione ovvero rispetto.
Alla fine l’unica mia voce non presente nell´elenco di Cicerone è la “tolleranza”: non che dica che NON ci debba essere, semplicemente non affronta il concetto che, quindi, suppongo non sia considerato particolarmente importante.

Il motivo credo vada ricercato nella visione dell’amicizia basata sulle virtù: le virtù altrui non si tollerano ma si ammirano e rispettano. Tendenzialmente gli amici, uniti dalle virtù, non hanno bisogno di tollerarsi perché le caratteristiche positive sono in genere prevalenti su quelle negative.
Per esempio Cicerone affronta il problema se ci si debba sentire obbligati dall’amicizia ad andare contro la legge: ovvero se un amico ci chiede un qualcosa di disonesto che dobbiamo fare?
Per Cicerone, poiché l’amicizia si basa sulla virtù, e che quando ci vien chiesto di violare la legge la virtù viene meno, allora deve cessare anche l’amicizia. Un amico non può chiedere a un altro qualcosa di immorale o di illegale e aspettarsi il suo aiuto.
Qui probabilmente entrano in gioco anche le idee politiche di Cicerone: sarebbe interessante sapere se questo testo segue o anticipa la ribellione di Catilina. Comunque Cicerone riporta proprio l’esempio di un giovane che aveva fatto qualcosa contro la Repubblica su istigazione di un amico (forse proprio Catilina? Stranamente non ricordo…): per l’autore aver agito per amicizia non è un’attenuante ma, anzi, un’aggravante.

Interessante la digressione di un altro personaggio, l’amico di Scipione, che ne riporta alcune idee sull’amicizia.
Vabbè qui cito direttamente: «Lui [Scipione] affermava che, in realtà, niente è più difficile di un’amicizia che duri fino all’ultimo giorno della vita. Spesso accade, infatti, che la stessa cosa non convenga ad entrambi gli amici oppure che non si abbiano le stesse opinioni in politica; spesso – diceva – cambiano anche i costumi degli uomini ora per le avversità, ora per l’aumentare dell’età. » (*1)
E poi prosegue indicando altri motivi di conflitto come la ricerca dello stesso matrimonio, oppure la rivalità per una carica pubblica…

Tendenzialmente non mi trovo d’accordo con Scipione, ovvero con Cicerone. Se l’amicizia si base come egli afferma sulla virtù allora essa dovrebbe rimanere salda fino a quando le virtù rimangono integre. E non vedo cosa abbiano a che fare le virtù con la ricerca di uno stesso matrimonio o sulle opinioni politiche.
Ma del resto, come ho già scritto, per Cicerone la “tolleranza”, non è un elemento fondamentale dell’amicizia (*2).
Oltretutto Cicerone non perde l’occasione per riportare le opinioni di alcuni filosofi greci (non direttamente nominati), secondo i quali l’amicizia avrebbe dei forti aspetti di convenienza, e argomentare contro di esse. Queste stesse argomentazioni non dovrebbero essere valide anche contro l’opinione di Scipione? i conflitti per un matrimonio o una carica politica non sono forse degli aspetti di convenienza o della sua mancanza?

Nel frattempo aggiungo alla mia modesta lista altre due voci che mi sono venute in mente mentre scrivevo questo pezzo:
- la sincerità
- il piacere di stare insieme.

Del “piacere di stare insieme” accenna anche Cicerone. La “sincerità” è invece più controversa.
Anche per Cicerone gli amici dovrebbero essere sinceri fra di loro (la sincerità del resto è alla base della virtù) ma c’è il pericolo di ferire l’amico dicendogli qualcosa di sgradito. Per Cicerone bisognerebbe saper scegliere il momento opportuno per correggere l’amico che sbaglia ma non è facile. Di nuovo la “tolleranza” che io ho inserito nelle caratteristiche dell’amicizia (e in misura minore il “rispetto”) aiuterebbe…

Conclusione: vabbè, al momento sono a poco più di metà lettura: al termine vedrò di scorrere le mie note per elencare sistematicamente tutte le caratteristiche che Cicerone attribuisce all’amicizia. Ma un pezzo introduttivo era comunque se non necessario almeno molto utile...

PS: da un punto di vista psicologico gli INTP come me sono estremamente tolleranti (o, meglio, indifferenti) alle opinioni altrui, al contrario i tipi --TJ tendono ad avere vedute più ristrette e vorrebbero che tutti si adeguassero alla loro visione. Ma la psicologia al tempo di Cicerone non era un fattore!

Nota (*1): tratto da “L’amicizia” di Cicerone, (E) Newton Compton Editori, 2013, a cura di Emma Maria Gigliozzi, pag. 55.
Nota (*2): in realtà sono a pagina 77 di 125: potrebbero quindi esserci dei “colpi di scena” nel prosieguo!