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venerdì 28 ottobre 2022

Neutralità

Qualche giorno fa uno dei tubisti che preferisco, l’autore del canale New World Econ, e che io considero fra i più imparziali fra quelli che seguo, ha detto che lui cerca di essere neutrale.

E in effetti quando ricapitolo gli eventi del giorno specifica sempre cosa si basa su informazioni pro-russe e cosa su informazioni pro-ucraine e poi, in base alla sua esperienza, stabilisce in genere una versione più o meno mediata dalle due.

È buffo, perché sembra un tipo estremamente svagato che ricorda un po’ il grande Lebowski per chi conosce la pellicola, però gli ho sentito fare delle osservazioni molto profonde e intelligenti.
Ultimamente è un po’ frustrato perché, suppongo, non sta ottenendo il successo che merita e, anzi, sta perdendo spettatori. Mesi fa i suoi video avevano sulle 50.000 visioni, adesso siamo sulle 30.000. Un po’ sono sicuramente gli algoritmi di YouTube che lo nascondono dando invece la precedenza ai canali di propaganda ucraina, ma un po’ è anche colpa sua.

La qualità dei suoi video è in realtà migliorata: come ho detto non è uno stupido, riflette sul prodotto che fornisce e cerca di renderlo più accattivante. Ma non è la qualità il suo problema!

La verità è che cercare di essere neutrali non paga: quando riporta notizie favorevoli ai russi si aliena la simpatia degli spettatori pro-Ucraina; vice versa quando le sue notizie sono favorevoli all’Ucraina perde gli spettatori pro-Russia.

Nel mio piccolo l’ho notato col mio ghiribizzo: criticando Berlusconi, Renzi, il PD, la Lega e il M5S mi sono perso i relativi sostenitori. Le persone amano avere conferme e sentirsi dire che tutto va bene. La verità è spesso troppo aspra per essere ben digerita.

Ma la mia riflessione è in realtà più profonda: è veramente possibile essere neutrali?
È vero, si può mediare fra le fonti delle due parti per cercare di darne una versione mediata: ma è abbastanza?
Il problema sorge quando si cerca di interpretare le motivazioni delle parti in lotta. Per comprenderle pienamente è necessaria anche una valutazione morale delle stesse e questo impedisce una vera e propria neutralità, almeno in questo caso.
In questa guerra è chiaro chi sono i buoni e chi sono i cattivi. Di sicuro sappiamo chi sono le vittime, cioè la popolazione Ucraina, quella del Donbass, e i militari delle due parti.
Ma quando si va a cercare di capire come è iniziata la guerra, quali erano le motivazioni di USA e Russia, è impossibile rimanere neutrali e contemporaneamente comprendere come stanno le cose.

Se davvero si rimane neutrali allora significa che si è immorali, privi cioè di moralità: altrimenti non si può che “tifare” per i buoni.
Oppure si può evitare di capire fino in fondo, fermandosi a un livello superficiale: ma se si è intelligenti è impossibile esserne soddisfatti.

Conclusione: pezzo breve oggi. Bene no?

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