«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

mercoledì 30 luglio 2014

Ta-vecchio-fazzi

Qualche giorno fa ero stato tentato di scrivere un pezzo su Tavecchio uno dei candidati alla guida della FIGC in contrapposizione ad Albertini.
Avrei voluto scrivere che mi sembrava paradossale scegliere un uomo di 71 anni per portare il rinnovamento nel calcio: in genere le persone più anziane, tranne qualche eccezione, tendono a conservare lo status quo e a fuggire dai grandi cambiamenti.

Poi l'ho sentito parlare: mi ha dato l'impressione di una persona poco istruita che si esprimeva vociando, forse ritenendosi un oratore, in maniera confusa. Oltre che sull'età ho avuto così dubbi anche sulle sue effettive capacità.

Poi Ta-vecchio si è trasformato in Ta-fazzi, il mitico personaggio della Gialappa's band che con furore autolesionistico si percuoteva ripetutamente i genitali con una bottiglia di plastica vuota.
Tavecchio non ha usato una bottiglia ma ha fatto una gaffe a base di extracomunitari e banane...

Io credo che la sua dichiarazione non avesse alcun intento razzista ma che sia invece stata il frutto della sua scarsa padronanza dell'italiano: ho la sensazione che volesse solo dire qualcosa come “in Africa hanno poco da mangiare mentre in Europa vengono a stare bene”. Un concetto banale e semplicistico ma, evidentemente, già al di là delle sua capacità di esprimerlo in maniera comprensibile.

Adesso con la solita ipocrisia italiana, il povero Ta-vecchio-fazzi ha tutti contro. Tutti lo accusano di razzismo, magari inconscio, quando invece la sua colpa è solo l'ignoranza.

martedì 29 luglio 2014

L'amara attesa

Sto aspettando.
Sto aspettando di vedere cosa succederà in senato e se Renzi continuerà a calpestare la democrazia con la “tagliola”. E non si tratta di roba da poco. La riforma del senato, tesa a renderlo un covo di nominati dotati di immunità e lontani, lontanissimi, dal controllo dei cittadini, è quanto di più illiberale si potesse pensare.

Con questa riforma l'Italia si trasformerà in un paese semi democratico perché metà del suo parlamento non sarà eletto dai cittadini ovvero dal popolo (=demos).
Ma può esistere la semi democrazia? No: la democrazia o c'è o non c'è. Dire che avremo un Stato democratico a metà equivale a dire che non avremo più democrazia.

Ecco quindi la prima vera riforma di Renzi: fine democrazia e inizio regime.

Qualche mese fa girava su FB un meme che, per varie analogie, contrapponeva Renzi a Benito Mussolini. All'epoca lo liquidai con un sorriso trovandolo semplicemente divertente. Adesso invece le similitudini fra Renzi e Mussolini e quelle fra il Presidente e il Re iniziano a farmi paura.

E in questa situazione che fanno gli italiani? Sono preoccupati? Assolutamente no!
Siamo quasi ad agosto e le loro uniche preoccupazioni sono il caldo, le ferie, le amichevoli estive, le zanzare e il calcio mercato.
Chiaramente anche i giornali tengono al minimo l'attenzione su questo problema. Tutti gli italiani sono consapevoli che non bisogna fidarsi dei giornali eppure in pochi fanno lo sforzo di cercare di informarsi da altre fonti.
I media in genere sono infatti complici di questo sistema di potere. Cito da FB quanto ha scritto una mia amica che domenica ha parlato con delle parlamentari del M5S: «...le senatrici Sara Paglini e Laura Bottici raccontavano come durante le sedute infuocate del senato dove lo stesso regolamento del senato viene disatteso, evitando di dare la parola alle opposizioni, i giornalisti se ne stanno affacciati alla balaustra a ridere.»
Come si spiegano le risate dei giornalisti se non come le risa fatte dal servo vile e ipocrita che si crogiola nel vedere il proprio padrone abusare della forza contro qualcuno più debole?

Già il M5S che fa?
Fa molte cose ma non l'unica che avrebbe senso fare: dovrebbe organizzare delle manifestazioni, dei cortei, per mostrare la propria forza portando la gente in strada. Ne farei tre: una al nord a Milano, una al centro a Roma e una al sud a Napoli. Questo potrebbe servire a qualcosa: non perché Renzi abbia paura dei cortei in sé ma perché il M5S guadagnerebbe molti consensi con questa azione e a quel punto forse il gioco rischierebbe di non valere la candela per il nostro primo ministro...
Perché da quando ci sono state le elezioni del 2013 il M5S non ha organizzato mai una protesta di questo genere? Le occasioni ci sarebbero state: vedi gli F35, i miliardi regalati alle banche...
Io inizio a prendere in considerazione l'idea che anche il M5S non sia dalla parte dei cittadini (*1) ma sia solo funzionale a incanalare il loro dissenso.
Da notare che tutto questo dipende dalla mancanza di struttura od organizzazione interna. Sulla posta interna ho visto girare proposte per fare manifestazioni ma partendo da singoli nascono e muoiono nell'indifferenza degli altri attivisti.
Eppure sono sicuro che in ogni Meetup ci sarebbero molte persone con queste stesse idee e desiderose di fare qualcosa...
Sfortunatamente, mancando qualsiasi forma di struttura, non si riesce a organizzarsi insieme o a fare emergere questa volontà della base: l'unica cosa che si riesce a fare è guardare impotenti i nostri rappresentanti a Roma che vengono sbeffeggiati dai soliti politicanti e dai media.

La mia conclusione non si discosta molto da quanto già scrissi lo scorso mese in La fine della democrazia. Sono sempre più dell'idea che il caso italiano sia un esperimento di sociopolitica nel quale si cerca di stabilire quanto sia possibile opprimere una popolazione (*3) senza che questa se ne renda conto grazie al totale controllo dei media e alla scarsa cultura democratica del popolo stesso. Una distopia in fase di realizzazione...
Per inciso, credo anche che l'abuso della forza da parte di Israele (v. Israele e palestinesi) sia figlio di questa accresciuta indifferenza e di questa facile suggestionabilità (*2) che porta a una sostanziale abulia delle popolazioni e che dà ai poteri forti internazionali la possibilità di fare quello che vogliono.

Conclusione: aspetto e non spero...

Nota (*1): tanto per quantificare considero la probabilità che il M5S sia segretamente in combutta con gli altri partiti al 5%...
Nota (*2): a livello mondiale non solo italiano!
Nota (*3): nel caso italiano, fino ad adesso, soprattutto economicamente ma ora anche con riduzioni più o meno significative di diritti e libertà...

lunedì 28 luglio 2014

Al volo

Recentemente mi capita spesso di leggere commenti, anche di amici, viziati da un grave errore di fondo. Sento infatti dire che “la democrazia è il governo della maggioranza”: in realtà è corretto affermare che “la democrazia è il governo della maggioranza nel rispetto delle minoranze”.
Una maggioranza che fa sempre e solo ciò che vuole è una dittatura: quanto le minoranze vengano rispettate e ascoltate dà la misura della qualità della democrazia di un paese.

Da un altro punto di vista, se a una maggioranza fosse concesso di fare tutto, solo in virtù di essere tale, si arriverebbe al paradosso democratico che questa sarebbe libera di opprimere le minoranze!

Non sono sicuro di come io sia giunto a queste conclusioni: credo di averle “assorbite” dalla lettura di Saggio sulla libertà (v. Libertà introvabile, Libertà d'opinione (1/2) e Libertà d'opinione (2/2))

L'Hobbit 2 - 28/7/2014
Penoso come il precedente. Colpisce il drago che sembra estratto da una pellicola della Disney...

At 22,7 - 30/7/2014
Leggendo gli Atti degli Apostoli ho scoperto solo al capitolo 22° che San Paolo era Saulo!!
In effetti mi ero stupito della comparsa improvvisa di San Paolo ma non avevo capito che c'era stato semplicemente un cambiamento di nome. E non è poco visto che San Paolo è uno dei protagonisti del libro!
Per capirci porto un esempio basato su un libro più famoso: è come se un lettore del Signore degli anelli si rendesse conto che Aragorn e Grampasso sono la stessa persona solo poco prima della battaglia a Minas Tirith!

Ecco rileggendo ho trovato il passaggio critico: At 13,9 «Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse». Da qui in poi si parla solo di Paolo e non si nomina più Saulo...

La comprensione dal cuore - 1/8/2014
È da molto tempo che non aggiungo episodi alla serie delle PSS. Per la precisione da inizio maggio 2011: già oltre tre anni...
I motivi sono molteplici ma il principale è che avevo da riflettere su un'ultima questione fondamentale: da qualche mese l'ho risolta e, suppongo, prima o poi scriverò dei nuovi pezzi.

È un passaggio degli Atti degli Apostoli che mi ha ricordato le mie PSS: «Udrete con i vostri orecchi, ma non comprenderete; guarderete con i vostri occhi, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito e hanno ascoltato di mala voglia con gli orecchi» - At 28, 26-27

Invece in PSS 6 il Maestro Yury dice a Discutibile «...cerca di ascoltare con il cuore e non solo con le orecchie...» e poi in PSS 4 è scritto «La vera conoscenza non ti arriverà mai dall'esterno su un piatto d'argento ma dovrà emergere dal tuo cuore»

Avete capito ora? Sono stato ancora più esplicito in Comprensione...

Lumaca gigante - 4/8/2014
Probabilmente ho già pubblicato qualche foto delle mie belle lumache: in genere strisciano la notte ma talvolta le vedo in giro anche di giorno...

Eppure la domanda che sempre mi pongo è se e quanto siano buone da mangiare: devo ricordarmene quando avrò ospiti e vorrò tentare qualcosa di nuovo e sfizioso...


Memoria, passato e destino (2/?)

Dunque nella puntata precedente (Memoria, passato e destino (1/?)) ero rimasto alla miracolosa camomilla, preparata dalla mamma, grazie alle quale facevo incredibili dormite. Nel resto della settimana però, a casa dei miei zii, dormivo sempre meno e sempre peggio...

Una sera a casa ebbi però un'intuizione che sfociò in una litigata con la mamma: mi venne il dubbio, anzi la certezza, che lei aggiungesse alla camomilla un poco dei suoi sonniferi (barbiturici). La mamma negò sempre: da una parte però c'erano dei precedenti certi con mio babbo e mia nonna, dall'altra i sintomi (*2) erano coerenti con la somministrazione di un sonnifero: il sonno anomalamente profondo quando lo prendevo e la completa insonnia quando, inconsapevolmente, me ne astenevo. Inutile dire che dopo allora non presi più la camomilla sospetta: ormai però il danno era fatto e il sonno mi rimase estremamente difficile.

Se non erro la “crisi della camomilla” avvenne durante il primo semestre del secondo anno. Nonostante questi crescenti problemi avevo concluso il primo anno di università in pari. Mi ero reso conto che la materia non mi piaceva: la trovavo squallida, senza essere né carne (matematica) né pesce (ingegneria). I miei genitori, mio padre in testa, però mi convinsero che dopo il primo anno propedeutico sarebbe migliorata. Solo mio cugino Luca invece mi suggerì di prendere seriamente in considerazione di cambiare corso. Alla fine mi convinsi a insestire con informatica.
Agli appelli di gennaio del secondo anno ricordo che mi presentai a un esame dopo una notte passata completamente insonne: e per “completamente” intendo con zero ore di sonno.

A quel punto, anche su pressione dei parenti, decisi di mettermi nelle mani di uno “specialista”: in realtà era un amico dei miei cugini e più che esperto di sonno lavorava con i tossicodipendenti (credo! Non ho mai indagato ma alcuni elementi lo farebbero pensare...). Contemporaneamente mia madre comprò come investimento, ma essenzialmente per togliermi dalle “grinfie” della zia di cui lei era gelosa, un piccolo monolocale dove mi trasferii durante il secondo semestre del secondo anno. Questo ebbe due ripercussioni: non avevo nessuno a controllarmi e divenni “vittima” di un autoclave che, a pochi metri di distanza dalla mia camera, si accendeva alle ore più impensate della notte come se fosse un reattore!

L'approccio dello “specialista” fu estremamente superficiale: facemmo una breve chiacchierata dalla quale capii che mi considerava completamente nella norma (era abituato a casi ben più gravi del mio) e poi iniziò la terapia a base di Surmuntil: un antidepressivo che fra le contro indicazioni causava sonnolenza. Iniziammo con poche goccioline con l'idea di aumentarle progressivamente fino a trovarne la quantità adatta a me.

C'è da sottolineare che all'epoca il mio problema di sonno non dipendeva solo da me ma anche, forse soprattutto, da un potente fattore ambientale: l'autoclave. L'ansia di sentirlo scattare mi faceva stare con i nervi a fior di pelle quando sentivo rientrare a casa un mio vicino, studenti nottambuli, attivi fino alle 3-4 di notte... Riguardo al rapporto con i miei vicini rimando al pezzo Amati vicini.

Le poche goccioline iniziali non mi facevano niente così aumentammo rapidamente le dosi e aggiungemmo altri medicinali al cocktail che avrebbe dovuto garantire il mio sonno. Ricordo ancora qualche nome: anafranil e, in seguito, farganesse.

Da questo momento in poi i miei ricordi divengono molto vaghi.
Una controindicazione che mi dava il Surmuntil era l'azzeramento della mia memoria a breve termine (*1). Ricordo anche che ne parlai con il mio “specialista” ma secondo lui al massimo avrebbe potuto darmi dei problemi di concentrazione. È da notare che per anni non mi resi conto del fenomeno e per questo motivo non insistetti maggiormente. In realtà me ne accorsi bene quando diminuii le dosi e la memoria tornò, almeno parzialmente ad aumentare: allora mi accorsi che ricordavo più di prima. Quando si perde la memoria non ce ne si rende conto altrettanto bene.
Contemporaneamente il sonno divenne la mia ossessione e la mia principale priorità al posto dello studio universitario: la logica non era folle in quanto presumevo che senza sonno i miei risultati non potevano essere positivi.

Delle cause effettive di questo peggioramento del mio rendimento universitario non si rese conto nessuno: io vivevo da solo durante la settimana, i miei genitori attraversavano le prime fasi della separazione mentre i miei zii di Pisa ebbero dei gravissimi problemi di salute.
Io infine davo la colpa a me stesso: pensavo di non impegnarmi abbastanza perché, ad esempio, alcune mattine non ce la facevo ad alzarmi e perdevo una lezione. Non mi rendevo conto, né probabilmente ero in grado di farlo, quanto le medicine compromettessero il mio rendimento intellettuale.
Oltretutto riuscivo ancora a rendere decentemente agli scritti dove mediamente, pur senza memoria, riuscivo a raccattare un 25-27 perché i concetti li avevo capiti ed ero in grado di applicarli. Il problema erano gli orali dove, senza la possibilità di concentrarmi, non riuscivo a esprimermi usando i termini corretti: probabilmente avevo prestazioni intorno al 13-15 che portavano il mio voto finale sul 20/30.

Credo che questo sia il momento per interrompere il racconto...

Nota (*1): anni dopo mi capitò di imbattermi in un trafiletto di un quotidiano nazionale in cui si diceva che si era scoperto che il Surmuntil causava problemi alla memoria. Però su wikipedia, alla pagina Surmontil non si fa cenno a questa controindicazione (anche se ce ne sono a decine anche molte gravi!). Eppure sono sicuro di averlo realmente letto. Anche mia madre, nonostante fosse assuefatta a dosi massicce di barbiturici, quando provò il Surmontil riuscì a dormire benissimo: però anche lei, allertata da me, si accorse che le faceva perdere la memoria e smise subito di prenderlo...

Nota (*2): Aggiunto (5/8/2014) e lo "specialista" poi mi confermò che, a giudicare dai sintomi, la mia intuizione era corretta...

domenica 27 luglio 2014

Alice Liddell

In questi giorni mi sono letto con crescente delusione il famoso Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol pubblicato nel 1865. La mia versione è un e-book in italiano pubblicato dal progetto Gutenberg caratterizzata da una traduzione in toscano che, fortunatamente, capisco abbastanza bene...

Mi aspettavo un libro ricco di fantasia, di arguzia e di piacevole lettura ma non è stato così.
A meno che non si consideri fantasia dei frammenti di sogno messi insieme senza alcuna logica né coerenza. Di arguzia in realtà qualcosa c'è ma non tale da rendere, almeno per me, piacevole la lettura: nel complesso infatti la protagonista passa da un'avventura all'altra senza alcun criterio, vivendo esperienze che non insegnano niente e che, fortunatamente, finiscono improvvisamente col suo risveglio.

L'autore immagino volesse rendere la strana illogicità dei sogni che pur mantengono una superficiale coerenza. Se vediamo Alice come l'io addormentato (che si sforza ad esempio di ricordare delle poesie ma si rende conto di non saperle ripetere correttamente) allora i personaggi del sogno rappresentano il suo inconscio. Peccato che questo libro sia stato scritto molto prima dell'interpretazione dei sogni di Freud! In questo caso Alice rappresenterebbe l'autore e gli altri personaggi il suo subconscio: un buon psicoanalista dovrebbe essere in grado di ricavarne dati interessanti (e suppongo che sia stato già fatto molte volte!); io, con la mia lettura superficiale, ho notato ben poco se non l'insistere della regina di cuori a voler far tagliere le teste: sicuramente la regina di cuori e il “tagliare le teste” hanno un significato profondo.

Mi butto in un'interpretazione.
Mi ha colpito, e credo sia rilevante, che sia proprio una donna il personaggio più sanguinario del libro; c'è poi da tenere presente che il seme scelto (la regina è infatti una carta da gioco!) è il cuori chiaramente legato all'amore. Il “taglio della testa” non può che rappresentare una castrazione di un qualche tipo. Mettendo tutto insieme la mia interpretazione, espressa nella forma più vaga, è che l'autore lottasse costantemente con il desiderio per una donna (o una donna amata) senza però riuscire (dal suo punto di vista) a trovare sfogo. Un blocco amato (la moglie?) che in qualche maniera lo frustrava.
A proposito di donne, secondo me, la duchessa invece potrebbe rappresentare la madre dell'autore.

Inquietante (*2) la poesia iniziale dove, se ho capito bene, l'autore è semi addormentato su una barca governata da tre ragazzine (le figlie immagino) che lo supplicano di raccontare loro una storia: e l'autore spiega che racconterà loro frammenti di sogno che dovrebbero rappresentare la follia/ingenuità dell'infanzia.

Ecco, forse il valore di questo libro sta proprio nella libertà con cui l'autore ha aperto, inconsapevolemente, il proprio inconscio: solo che per apprezzarlo bisogna essere degli psicologhi!

Ore leggo cosa ne dice wikipedia e se trovo qualche dettaglio interessante lo riporto qui di seguito: beh, ho trovato qualcosa sebbene non sull'interpretazione psicologica come speravo...

Innanzi tutto la mia versione è la prima traduzione dell'opera fatta nel 1872 da Teodorico Pietrocola Rossetti e wikipedia conferma indirettamente la presenza di toscanismi perché riguardo una successiva traduzione del 1913 riporta: «Il traduttore ha sotto gli occhi l'edizione di Pietrocola-Rossetti e ne depura il linguaggio dai toscanismi ed arcaismi da questo aggiunti.»

Le tre ragazzine della poesia iniziale non sono le figlie ma “amiche”; alla seconda, chiamata Alice Liddel, è dedicata l'opera.
Ho scritto “amiche” fra virgolette perché fra l'autore e Alice c'erano ben 20 anni di differenza!

Il seme di cuori sembra essere stato scelto perché rappresenta la nobiltà: niente a che vedere con l'amore... forse (*1)...

Sono presenti molti giochi matematici nascosti...

Conclusione: rimodulo la mia interpretazione psicologica. La regina di cuori rappresenta l'attrazione dell'autore verso Alice che, a causa della differenza d'età, rimaneva costantemente frustrata.
Conclusione 2: scorrendo poche righe nella biografia di Lewis Carroll c'è il paragrafo intitolato “Accuse di pedofilia”!
Conclusione 3: il mio inutito è eccezionale (*1)!

Nota (*1): confido esageratamente nelle mie intuizioni!

Nota (*2): Modificato (27/7/2014): aggiungo questa modifica come nota e non direttamente nel corpo del pezzo per non sconvolgere la progressione cronologica delle mie scoperte e ragionamenti che reputo molto interessante. Ho ripensato a cosa vi abbia trovato di “inquietante” nella poesia iniziale: ci ho riflettuto e credo che mi abbia colpito la forte attrazione dell'autore verso le bambine (all'epoca di 13, 10 e 8 anni) che vi ho percepito.
Di seguito la poesia nella versione del 1872:
«In su' vespri giocondi, dolcemente
Sul lago tranquillissimo voghiamo,
Da delicate mani facilmente
Son mossi i remi, e alla ventura andiamo,
E pel timon che incerto fende l'onda
Va la barchetta errante e vagabonda.
Mentre oppresso dal sonno, in luminose
Visioni il mio pensiero vaneggiava,
Mi destaron tre voci armonïose
Chiedendomi un Racconto! Io non osava
Fare il broncio severo ed il ribelle
A tre bocche di rose,—a tre donzelle!
La Prima, con la voce di comando,
Fieramente m'impone "Cominciate!"
La Seconda mi dice "Io ti domando
Un racconto di silfidi e di fate."
La Terza (io non l'avrei giammai creduto),
M'interrompe una volta ogni minuto.
Eccole! ferme, attente, silenziose,
Seguire con l'accesa fantasia
La Fanciulla vagante in portentose
Regïoni di sogni e poesia,
Che con bestie ed uccelli ognor favella,
E con forma del Ver l'Errore abbella.
La Storia non toccava ancora il fine
E appariva di già confusa e incolta;
Allor pregai le care fanciulline
Di finir la novella un'altra volta,
Ma risposer più vispe e più raggianti,
"No, questa è la tua volta! Avanti, avanti!"
E così le Avventure raccontai
Ad una ad una alle fanciulle amate,
Ed or questa novella ne formai
Ch'è un tessuto di favole accozzate;
—Ma il Sol già volge al suo tramonto, andiamo!
Alla sponda! alla sponda, orsù, voghiamo!—
O Alice, accogli questa mia Novella,
E fra i sogni d'infanzia la riponi,
Deh! fanne d'essa una ghirlanda bella,
E sulla tua memoria la deponi,
Qual pellegrin che serba un arso fiore
Di suol lontano, e lo tien stretto al côre!—»

venerdì 25 luglio 2014

Lezione LXXII: Volo in picchiata...

La lezione LXXI la feci a maggio ma mi dimenticai di riassumerne il contenuto e adesso ovviamente non me ne ricordo i dettagli: comunque qua e là segnalerò un paio di cosette.

In questi due mesi ho continuato a esercitarmi essenzialmente basandomi sul corso Chitarristi da Zero. Feci la lezione 1 e 2 del libro senza problemi ma già alla 3 iniziai ad avere qualche problema...
Il problema era dover suonare su una base senza alcuna traccia: fino ad allora infatti mi era capitato di suonare o sopra Tuxguitar o sopra il brano reale ma in entrambi i casi avevo la traccia della chitarra che mi facilitava moltissimo andare a tempo: v. anche I miei manuali di chitarra...
Comunque con un po' di pratica ho iniziato a farci l'orecchio e, per farla breve, adesso sono alla lezione 5 (ogni lezione ha circa 5 brani/esercizi).

Contemporaneamente ho continuato a studiare i miei brani e ad allenarmi con gli accordi: ma procediamo con ordine!

Riscaldamento: niente di nuovo né significativo.

Ritmi: qui ci sono delle novità! Nella lezione LXXI (quella che non c'è...) il maestro mi diede una ritmica che alterna due ritmi diversi al variare degli accordi: fino ad allora avevo sempre avuto una ritmica fissa sulla quale suonavo l'intero giro d'accordi. Inutile dire che, come con tutte le novità, questa variazione per quanto semplice mi aveva mandato nel pallone. Comunque in questi mesi mi sono allenato e adesso non è più un problema alternare ritmi diversi all'interno di un giro.
Per completezza accludo il grafico aggiornato con ritmi e relative velocità:

Inoltre ai vari giri di accordi che mi aveva dato il maestro ho iniziato ad aggiungerci quelli tratti direttamente dai brani che ho imparato: è logico ma non ci avevo pensato!

Vodka: mi veniva decentemente nonostante il maestro nella lezione LXXI mi avesse detto di iniziare a stoppare i PC. Il problema era il ponte: ero quasi riuscito a portarlo alla velocità reale (-3%!!) ma poi mi sono bloccato e per stress/rabbia ho lasciato perdere. Ci riproverò fra qualche tempo: sono fiducioso.

Sweet Dreams: Tolto alla lezione LXXI. Ero infine riuscito a suonare il ritmo difficile alla velocità reale...

She is my sin: Sono arrivato alla battuta 78 (di 180) a velocità reale! C'è da dire che, rispetto ad esempio agli Iron Maiden, è molto facile ma a me piace perché è anche vario e divertente...
Avevo semplificato un paio di battute ma a riguardarle adesso non mi sono sembrate impossibili e quindi vedrò di imparare a farle per bene...

Flight of Icarus: Molto più difficile. Per scelta lo suono a 90bpm invece che ai 110 previsti: il motivo è che già così è piacevole e, soprattutto, volevo spingermi avanti nello studio senza sbattere la testa sui passaggi più difficili. Attualmente sono arrivato alla battuta 68 (di 105).
C'è poi da dire che nel brano ci sono due chitarristi, Murray e Smith, che si alternano fra ritmica e assoli: io ho aggiunto una nuova traccia, KGB, dove ho copiato le diverse parti ritmiche dei due...
Anche in questo caso avevo fatto delle semplificazioni, che il maestro ha approvato ritenendole adeguate, e degli esperimenti che il maestro ha apprezzato per spirito di iniziativa ma ha bocciato sul piano tecnico...
Il primo problema che avevo era passare da un F#5 a un F#m che in pratica significa che l'indice che nel F#5 preme solo la 6° corda deve “sdraiarsi” per diventare un barrè: siccome il cambio deve essere rapido (1/16) è facile perdere il tempo: la mia soluzione era quella di suonare il F#5 con l'indice già in posizione barrè. Il maestro ha approvato.
A un'altra battuta (la 31°) avevo sempre un F#m in cui dovevo a un certo punto arpeggiare le prime tre corde ma a me, sistematicamente, la 3° rimaneva muta: una soluzione è ovviamente quella di trovare una posizione leggermente diversa con l'indice ma il maestro mi ha consigliato di provare a “raddoppiare” l'indice sovrapponendoci il medio in maniera da poter premere le corde con più forza...
Alla battuta successiva, sempre sul medesimo F#m, lo spartito mi diceva di suonare la 1° corda a vuoto: impossibile visto che ho la mano sinistra in posizione di barrè! Il maestro mi ha spiegato che si tratta semplicemente di un errore della diteggiatura: invece di suonare la 1° corda a vuoto (un MI) basta che suoni il 5° tasto della 2° corda (ancora un MI) e il gioco è fatto! Qui ci potevo arrivare da solo, accidenti...
In varie battute dello spartito avevo poi da suonare la 5° corda a vuoto e il 2° tasto della 4° corda: ovviamente (!!) mi ero accorto che si trattava di un A5 bicorde e già in precedenza l'avevo traslato sulla 6° (5° tasto) e 5° (7° tasto) corda: il motivo è che il brano richiede di stoppare le corde e, se queste non sono a vuoto, mi basta sollevare appena le dita della mano sinistra ma se c'è una corda a vuoto diventa tutto più complicato. In questo caso mi ero ingegnato a fare tutto con l'indice della mano sinistra che sollevavo leggermente dalla 4° corda per premere leggermente la 5°...
Discorso simile per un E5 bicorde con 6° corda a vuoto e 2° tasto della 5° corda: in questo caso per stoppare la 6° usavo il pollice...
In entrambi i casi il maestro mi ha spiegato che è più corretto usare la mano destra per stoppare le corde: il motivo è che la ritmica in genere si gestisce con la mano destra.

Da Zero: Attualmente sono arrivato a studiare i brani 25, 26 e 27 e avevo assicurato di saper fare benissimo tutti i precedenti: il maestro non si è fidato e mi ha fatto suonare il 24. Figuruccia perché si è scoperto che lo suono a velocità dimezzata! La colpa è però degli autori che fanno i soliti quattro clic introduttivi che però non indicano i quarti (come è usuale) ma le metà. C'è da dire che lo spartito diceva di ripetere tutto 4 volte mentre io lo ripetevo esattamente solo due volte: andavo a velocità dimezzata ma anche a tempo! Abbiamo verificato che questo “scherzetto” viene fatto solo nel brano 24 quindi per i successivi non dovrebbero esserci problemi. Mi eserciterò con la tecnica consueta: riduco la velocità a un -30/-40% per poi aumentarla progressivamente fino a quella reale. Non prevedo particolari problemi: è solo questione di allenamento.

martedì 22 luglio 2014

Allarme rientrato

Fortunatamente il problema che avevo evidenziato in Gli scacchi e la politica ipocrita sembra essere già rientrato: il comitato organizzatore ha fatto un passo indietro e permetterà alla squadra femminile russa (e a tutte le altre escluse) di prendere parte alle olimpiadi.
Da un certo punto di vista mi dispiace perché mi sarebbe piaciuto vedere come i vari scacchisti avrebbero reagito a questa situazione ma, ripensandoci, credo che in questa maniera mi sia evitato cocenti delusioni...

TransUEnte - 22/7/2014
Da quando studiavo filosofia al liceo mi ero familiarizzato con l'espressione “realtà transuente” di Platone. Oggi ho per la prima volta cercato sul vocabolario il significato esatto del termine “transuente” e ho scoperto, dopo un paio di ricerche a vuoto, che si scrive transEUnte e non transUEnte come da sempre avevo capito io!

Battaglia Bestia - 23/7/2014
Ho aggiunto una nuova mandata di canzoni alla mia collezione su Youtube. Questa volta la parte del leone l'ha fatta il gruppo Battle beast con ben quattro brani:
Let it roar

River of Blood

Black ninja

Rain man

Il mio subbio - 26/7/2014
Il subbio è il simbolo dell'arte tessile. Io non ne possiedo alcuno ma in compenso ho un dubbio.
Meglio verificare l'esistenza di un problema che, se tale, potrebbe causare molte complicazioni risolvere oppure, visto che in un futuro potrebbe però essere una fortuna, ignorare il dubbio anche se non ho nessun subbio? In altre parole: conviene aggiustare un orologio guasto ma che forse segna l'ora giusta?

Turbato - 28/7/2014
Pochi minuti fa mi sono imbattuto nell'articolo di un sito di informazione locale in linea che annunciava la morte in un incidente stradale di una ragazzina.
Con indifferenza sono andato a leggerlo: i dettagli dell'incidente ancora erano vaghi e li ho sorvolati: mi ha colpito però che il sito avesse già una sua foto. Mi sono chiesto “Come se la sono procurata?” e mi sono subito risposto “Ah, già tramite FB...”.
Allora ho fatto l'errore di andare a cercarla (l'articolo riportava il nome completo) e l'ho subito trovata.
Improvvisamente da estranea è diventata una persona reale: sulla sua pagina FB sono visibili solo le foto del suo profilo ma è già abbastanza. Da i commenti degli amici e dalle foto si intuisce molto: dov'è stata, che faceva, quale doveva essere il suo carattere... Colpisce che abbia cambiato la sua “immagine di copertina” solo 21 ore fa: ad occhio e croce un 12 ore prima di morire. Sono molto turbato: rifletterò e tornerò sull'argomento...

lunedì 21 luglio 2014

Israele e palestinesi

Sulla questione israelo-palestinese sono già stati scritti fiumi di parole e, da parte mia, l'interesse è sempre stato scarso. Per questo prima di oggi non avevo mai affrontato questo argomento spinoso.
Eppure le notizie drammatiche di questi giorni mi spingono, per quel poco che può valere, a scrivere qualcosa al riguardo.

Non starò a riesprimere l'ovvio, come lo sdegno per il massacro ingiustificato né giustificabile di civili che avviene ormai quotidianamente a Gaza, né tenterò un'analisi storica, per la quale mi mancano le conoscenze, né tenterò di riassumere ciò che sta avvenendo inquadrandolo in una logica unitaria né elencherò i torti e le ragioni. Piuttosto mi limiterò a tre argomenti: il motivo del mio scarso interesse, una considerazione strategica di fondo e una considerazione di politica attuale.

Il motivo del mio scarso interesse: fin da quando ero bambino, diciamo dalla scuola media in poi, ho ricordi dello strano conflitto israelo-palestinese. Strano perché anomalo: da una parte uno Stato pesantemente armato e dall'altra una popolazione armata per lo più di fionde e sassi.
Fin da subito mi è stato evidente che fino a quando la politica USA, tutta sbilanciata a favore di Israele, non fosse cambiata, la situazione non avrebbe potuto evolversi. In pratica di anno in anno le notizie si ripetevano: Israele abusava del suo sacrosanto diritto a difendersi dai terroristi con un eccesso di forza che colpiva, il più delle volte, civili innocenti. Più o meno questo è il mio solito pensiero quando leggo una notizia proveniente da quella regione.
Essendo una situazione “bloccata” il mio interesse è venuto da tempo meno.

Una considerazione strategica di fondo: come promesso non tento di spiegare dove stia la ragione in questo conflitto però voglio evidenziare, senza darle connotazioni morali, la follia della strategia politico-militare di Israele. Per parlare di strategia bisogna almeno inquadrare la situazione politica della regione.
Da una parte c'è lo Stato di Israele dall'altra la popolazione palestinese. Israele ha il totale appoggio degli USA. La popolazione degli stati arabi sarebbe fortemente a favore dei palestinesi ma, miracolo della “democrazia”, i loro governi al di là di qualche dichiarazione seguono fedelmente le indicazioni statunitensi. Poi c'erano altri stati con governi non certo filo-americani che appoggiavano i palestinesi ma non avevano, né hanno, la forza per opporsi direttamente a Israele e, figuriamoci, agli USA: mi riferisco a Libia, Siria, Iraq e Iran. A livello globale, con la caduta dell'URSS, è poi venuto meno l'elemento che poteva controbilanciare lo strapotere USA nella regione.
In questa situazione politica Israele ha, in pratica, la possibilità di fare quello che vuole: ha tutte le carte in mano e può scegliere la strategia che preferisce. Fra le varie opzioni c'è quella dell'uso, anzi dell'abuso, della forza: nel breve, forse medio periodo, nessuno glielo impedisce.
Ma nel lungo periodo a cosa porterà questa strategia se non a perpetuare l'odio fra israeliani e arabi?
E se, nel lungo periodo, i rapporti di forza cambiassero imprevedibilmente? Attualmente i terroristi palestinesi sono praticamente inoffensivi ma, per quanto improbabile, esiste sempre la possibilità che prima o poi riescano a fare un attentato clamoroso: se per vie traverse riuscissero a ottenere armi chimiche, biologiche o nucleari? La probabilità per quanto bassa non potrà mai essere nulla fin quando dall'altra parte c'è la ferma volontà di colpire.
Quindi, parlo dall'esclusivo punto di vista di Israele, se un giorno un attacco palestinese (o arabo) provocasse migliaia e migliaia di morti israeliani sarebbe valsa la pena di non aver voluto cercare un accordo per la pace? Secondo me la risposta è ovviamente no. Questa mi pare una straordinaria mancanza di lungimiranza politica da parte di Israele che adesso appare sostenibile ma che alla lunga sarà autolesionistica. I motivi di questa politica sono molteplici ma il principale, secondo me, è che nell'attuale gestione della situazione tutti ci guadagnano (fuorché i palestinesi) e il guadagno immediato fa perdere di vista il risultato a lungo termine.

Una considerazione attuale: ma perché proprio adesso questa escalation di violenza senza precedenti? Nel pezzo La fine della democrazia scrissi come la democrazia, in Italia ma anche nel resto del mondo, stia diventando ogni giorno sempre più fittizia. La mia conclusione fu:
«La democrazia è ormai una farsa il cui unico scopo è quello di legittimare un governo che faccia quello che vogliono i poteri forti tenendo al contempo tranquilla la popolazione dandole un'illusoria sensazione di controllo.»
Tornando al tema di questo pezzo credo che nel passato Israele temesse maggiormente l'opinione pubblica estera: forse adesso c'è invece la consapevolezza che l'opinione pubblica è manipolabile con tale facilità (vedi il paradosso italiano) che l'indignazione provocata in gran parte della popolazione mondiale non trova sbocchi politici e, sostanzialmente, può essere ignorata.

Alle tre precedenti osservazioni ne aggiungo una quarta che mi è venuta in mente mentre scrivevo. Quale scopo si propone di raggiungere Israele con questa ondata di violenza?
Il fatto che si colpiscano deliberatamente obiettivi civili mi fa ipotizzare che questo possa essere il preludio a una nuova fase del conflitto: generare un'ondata di profughi palestinesi da far uscire dal paese, tramite un corridoio umanitario, magari in Libano. Rendere cioè i territori palestinesi così inabitabili da convincere gli abitanti ad andarsene e, contemporaneamente, forzare i paesi confinanti ad accoglierli per motivi umanitari. I territori abbandonati verrebbero poi occupati da Israele. Fantapolitica? Forse, ma vedremo...

domenica 20 luglio 2014

Gli scacchi e la politica ipocrita

In questi giorni il mondo scacchistico è stato colpito da un terremoto.
Il comitato organizzatore norvegese delle olimpiadi (degli scacchi) ha proibito la partecipazione a tutte le squadre che si siano registrate in ritardo.
Apparentemente niente di strano: qualcuno potrebbe sostenere che “le regole sono regole” e che la decisione del comitato organizzatore è perfettamente legittima. Faccio notare che, a differenza di altri sport, gli scacchi non richiedono grandi e specifici impianti sportivi: se si ha una squadra in più basta trovare un albergo con una decina di posti letto disponibili e aggiungere un tavolino con scacchiera e orologio nel salone dove si svolgono le partite, tutto qui: nessuna complicazione organizzativa...

Ma sapete quale squadra non potrà partecipare perché si è registrata il 16 giugno invece che il primo di giugno? La squadra femminile russa vincitrice delle due ultime edizioni!
Da un punto di vista sportivo, senza la presenza delle russe, queste olimpiadi rischiano di perdere uno dei principali motivi di interesse...

Riassumendo, per un insignificante dettaglio burocratico che non comporterebbe nessun problema organizzativo, si è deciso di condizionare pesantemente il risultato della competizione femminile.
È quindi naturale chiedersi il perché di questa decisione assurda: l'unica risposta possibile è che ci siano state delle pesanti pressioni politiche (*1) derivate dalla tensione fra Russia e USA sulla questione ucraina.

Non entro nel merito dei fatti ucraini, che non ho assolutamente seguito, però al di là di chi abbia torto o ragione mi chiedo: ma non ci raccontano sempre che le olimpiadi dovrebbero essere occasione di pace e di riconciliazione che aiutino a superare le divisioni politiche?

Certamente! Ma solo a parole e quando fa comodo: agli ipocriti infatti fa difetto anche la coerenza...

Conclusione: mi auspico che se questa follia del comitato organizzatore dovesse andare avanti allora altre squadre decidano di ritirarsi per solidarietà. Le probabilità sono minime perché anche le varie federazioni nazionali sono politicizzate e, come tali, rifuggono da correttezza, onestà e giustizia. Eppure ho qualche speranza nel buon senso e nell'onestà dei singoli scacchisti che potrebbero decidere di ritirarsi anche a costo di opporsi alla propria federazione. Un sogno: e se Magnus Carlsen, il campione del mondo norvegese e beniamino locale, decidesse di non prendervi parte?

Nota (*1): il mio sospettato numero uno sono naturalmente gli USA che sembrano avere un filo diretto con il governo norvegese: vedi la ridicola assegnazione del nobel per la pace a Obama...

sabato 19 luglio 2014

Memoria, passato e destino (1/?)

Questo pezzo era da moltissimo tempo che mi ripromettevo di scriverlo ma non mi ero mai trovato nell'umore giusto per farlo...

Non so quante siano le persone che seguono attentamente il mio viario, quante persone cioè leggano tutti o quasi i miei pezzi: probabilmente zero o poco più...

Io (!) comunque lo faccio e sono quindi consapevole di una chiara anomalia: ho scritto relativamente molti pezzi sulla mia esperienza scolastica, dalle elementari al liceo, ma niente sull'università. In quei pezzi ho spiegato, o almeno ho lasciato intuire, che nonostante non aprissi libro avevo risultati dal sufficiente all'ottimo in base alla materia. La ragione per cui non avevo bisogno di studiare a casa era che mi ricordavo senza sforzo tutto quanto l'insegnante spiegava in classe.
Come ho detto non ho ancora mai scritto della mia esperienza universitaria ma l'ipotetico (quanto inesistente!) lettore che abbia seguito tutti i miei pezzi potrebbe essere indotto a pensare che all'università, essendo io maturato e avendo scelto un indirizzo di mio gradimento, non abbia avuto problemi.
In realtà non è andata così: ho impiegato molto tempo a laurearmi, mi pare 8 anni invece dei 4 previsti, con un voto finale piuttosto modesto, mi pare intorno a 100.

Ecco, è qui che entra in scena un'altra tendenza che i lettori indefessi di questo viario avranno forse notato: si tratta della mia particolare attenzione a due argomenti, “memoria” e "insonnia", nella mia esperienza strettamente legati insieme...
La memoria, anzi la sua mancanza, fu infatti il motivo delle mie difficoltà universitarie.

La serie di circostanze e di coincidenze che portarono alla sua scomparsa è notevole: i lettori potranno giudicare quanto, e se, io ne sia stato responsabile.

Fin da quando ero bambino ho avuto problemi di insonnia ma questi problemi peggiorarono improvvisamente durante il primo anno di università.

Negli ultimi anni del liceo il matrimonio dei miei genitori entrò in una crisi acuta. Dal mio punto di vista l'agonia era già iniziata al tempo delle elementari ma, negli ultimi anni del liceo, c'era in casa una tensione continua e i miei genitori non si rivolgevano la parola se non per litigare.
Forse fu anche per questo motivo che non scelsi una facoltà presente nella mia città natale e optai invece per “Scienze dell'Informazione” (cioè informatica) che mi avrebbe costretto a trasferirmi a studiare a un'università a poco meno di un centinaio di chilometri da casa. In tale città infatti abitavano dei miei zii che si offrirono con grande entusiasmo di ospitarmi durante la settimana.

Si trattava dei miei zii preferiti e la zia era la sorella di mio padre. Li frequentavamo poco perché in genere passavamo più tempo con i parenti di mia madre ma io mi ci trovavo benissimo sia per la mentalità più affine alla mia ma anche, a un livello più profondo, per l'armonia famigliare che si respirava e che a me, probabilmente, era sempre un po' mancata.

Mia madre era fortemente contraria a questa mia scelta ma all'epoca ero, se possibile, ancora più pertinace di adesso e così feci come avevo deciso...
Comunque la distanza non era proibitiva e ogni fine settimana tornavo a casa sfruttando il passaggio in macchina che mi dava un amico.

Dai miei zii mi trovavo benissimo: era un sogno andare a “scuola” a piedi e poi tornare a casa e chiacchierare con mia zia (v. Nostalgie varie) raccontandole del più e del meno per poi ricominciare da capo ripetendomi quando avevo finito, io che di solito stavo sempre zitto...
Eppure la mia insonnia peggiorò: dormivo sempre meno, poche ore a notte. Solo nel fine settimana, quando tornavo a casa, la mamma mi faceva la camomilla e io facevo delle dormite incredibili...

Poiché ho già capito che questo pezzo mi verrà piuttosto lungo preferisco interromperlo qui e proseguire un'altra volta!

martedì 15 luglio 2014

Stupore per lo stupore

Periodicamente mi capita di stupirmi per la mia sorpresa!
La meraviglia iniziale riguarda lo scoprire che alcuni uomini, che io credevo normali se non brutti, sono invece considerati belli.

Forse è utile premettere che anche nella valutazione della bellezza femminile (v. anche Grande lezione) mi discosto dalla norma: diciamo che un 20% delle donne considerate in genere “belle” non mi piacciono e, contemporaneamente, un 20% delle donne considerate “non belle” mi piacciono. Qualche esempio di una ventina d'anni fa: non mi piacevano né Alba Parietti né Valeria Marini...
Insomma è evidente che nei fattori che influenzano il mio giudizio ci deve essere qualcosa di estremamente soggettivo che li fa divergere fortemente dalla norma. Comunque almeno ho dei criteri che funzionano automaticamente a livello istintivo...

Se invece mi chiedono, o se mi capita di chiedermi, se un uomo è bello casco dalle nuvole e non so assolutamente da dove partire. Certo, un bel fisico lo riconosco ma, ad esempio, già l'altezza non so come valutarla: quanto valgono dieci centimetri in più d'altezza? Dieci centimetri in più compensano, ad esempio, a parità di tutti gli altri fattori un naso più storto?
Ecco, sono le facce maschili che mi sono completamenti indifferenti: proprio non riesco a capire se siano belle o brutte. Siccome si tratta di qualcosa che mi incuriosisce molto ci sto anche particolarmente attento: col tempo mi sono reso conto (credo!) che la regolarità nei lineamenti sia importante. Poi cerco di valutare la cura nell'aspetto: barba e capelli ma soprattutto mani. In realtà quest'ultimo è solo un mio trucco per riconoscere chi bada alla propria apparenza e, presumibilmente, è considerato bello dall'altro sesso. In particolare ho una teoria secondo la quale gli uomini che si limano le unghie delle mani debbano essere playboy!

Insomma la mia consapevolezza della bellezza maschile è molto “teorica” e, nonostante i miei sforzi, periodicamente mi capita di scoprire alcuni uomini, che secondo le mie teorie non dovrebbero essere belli, venire invece considerati degli adoni. A quel punto mi stupisco e mi meraviglio del mio stupore...

lunedì 14 luglio 2014

Tè equivalenti

Come ho già scritto (v. il corto Io e il tè) sono un grande bevitore di tè. In genere uso il Twinings ma, seppur ottimo, ha un prezzo eccessivo così quando capita mi diverto a sperimentare altri prodotti. Quelli della Lidl sono imbevibili, pessimo anche uno del commercio “equo e solidale” mentre apprezzo quelli della DiPiù: discreti e costano solo una frazione del Twinings. La loro marca è The Sweet London.

All'Esselunga ho notato in uno scaffale basso e nascosto un altro tè che costa pochissimo e che ho provato. Anche questo mi è parso discreto e mi sono proposto di ricomprarlo quando possibile. La sua marca è Darlington.

Ieri mi sono poi accorto che l'etichetta delle singole bustine dei tè The Sweet London e Darlington è la medesima: allora ho controllato l'origine scoprendo che: il Darlington è prodotto da “Prontofoods S.p.A” - V. G. Deledda, 43 – 25018 Montichiari (Brescia) – Italy; invece The Sweet London è confezionato per Maxi Dì S.r.l. Di Belfiore (VR) nello stabilimento di Via G. Deledda, 43 etc.!!

In altre parole si tratta di due marchi diversi ma il prodotto è lo stesso: complimenti al mio raffinato palato che non si è lasciato ingannare!

Aggiornamento su JSG - 14/7/2014
Dopo una lunga pausa ho ripreso in mano il mio racconto iniziando a scrivere il secondo capitolo.
Non ricordo qual è stata la serie di eventi che mi ha portato a interrompere la stesura della storia proprio quando avevo preso il via ma è stato sciocco da parte mia. Adesso sono di nuovo arrugginito anche se, spero, mi ci vorrà meno tempo per sciogliermi.
Oltretutto avevo già scritto uno scheletro (non lo schema, più generico, dell'intero racconto) estremamente dettagliato per questo secondo capitolo e quindi mi basterà seguirlo.

Poi ovviamente quando scrivo la fantasia tende a prendermi la mano e già ora dovrò fare una piccola modifica al capitolo precedente!

Le opinioni dei miei beta-lettori sono state variegate: una molto negativa, una negativa, una positiva e una molto positiva. Quasi nessuno ha preso sul serio il mio questionario. Sigh...

Soddisfatto - 15/7/2014
Come speravo mi sono già sbloccato e sono riuscito a scrivere cinque pagine del secondo capitolo. A occhio dovrei essere a più di metà ma, considerando le trovate che via via improvviso, non lo posso affermare con sicurezza.

Il problema del primo capitolo era che dovevo introdurre i miei personaggi e rompere il ghiaccio. Invece il problema del secondo capitolo è che succede un po' poco (mentre gli altri capitoli sono fitti) ma grazie a un paio di trovate inventate sul momento mi pare di essere riuscito a renderlo godibile. Principalmente a causa delle nuove idee, ho dovuto fare un paio di modifiche anche al primo capitolo che si è allungato di una mezza pagina (in totale 11 pagine).

Sono curioso di finirlo per poterlo presentare ai beta-lettori: le risposte al questionario (sempre che qualcuno lo compili seriamente) dovrebbero iniziare a darmi indicazioni utili...

Lo Hobbit - 16/7/2014
Lo hobbit: mezzo uomo ma disastro cinematografico completo!
Le mie aspettative erano modeste: non mi illudevo che fosse un capolavoro ma speravo in una pellicola discreta. Invece è semplicemente orrendo, talvolta ridicolo, a volte scontato e spesso stupido...

Articolo bellissimo - 18/7/2014
Finalmente mi sono imbattuto in un articolo degno di questo nome: chiaramente l'autore ha tutta la mia stima. Personalmente avrei affrontato la materia entrando maggiormente nei dettagli ma è chiaro che abbia dovuto accettare dei compromessi per essere facilmente comprensibile...

Ah, l'articolo è questo...

Spero proprio che detto autore non venga vessato dalle autorità comunali a causa della sua coraggiosa presa di posizione!

Nota: tanto per chiarezza è meglio specificare che sono stato ironico: comunque l'articolo è effettivamente interessante...

sabato 12 luglio 2014

Bai! Mi nam izze...

Spippolando su FB mi sono imbattuto nel seguente video (la parte faceta di questo pezzo: lo sottolineo per giustificare la vignetta!):
questo «Matteo Renzi - Discorso in Inglese (Sottotitolato) (Parodia) (HD)»

Modificato (13/7/2014): sempre riguardo al medesimo discorso di Renzi ho trovato questo collegamento che rimanda a possibili traduzioni dall'inglese dei passaggi più "maccheronici": molto divertente!

Come si intuisce già dal titolo si tratta di un video ironico che sbeffeggia l'inglese di Renzi.
Chiaramente si tratta di un “Meglio del peggio” ovvero sono stati montati insieme gli spezzoni (*1) più “maccheronici” di un suo discorso in inglese.
È evidente quindi che Renzi sappia esprimersi in inglese molto meglio di quanto sembrerebbe guardando solo questo filmato ma è altrettanto chiaro che conosce tale lingua a un livello comunque imbarazzante per un primo ministro di 39 anni.

Ciò che mi ha colpito non è stato però il suo inglese traballante quanto che lo abbia sfoggiato senza il minimo imbarazzo.
Trovo questa sua mancanza di autocritica estremamente significativa: Renzi non è uno stupido ed, evidentemente, conosce già le basi dell'inglese. Questo significa che gli sarebbe bastato un corso intensivo, e certo i soldi non sarebbero stati un problema (*2), per padroneggiarlo a un livello accettabile.
Questa incapacità nel sapersi valutare equamente mi sembra significativa e preoccupante: mi dà la sensazione che, a forza di sforzarsi di sembrare bravo e internazionale, abbia finito per credere di esserlo realmente!

Questa paradossale inversione mentale non è un'idea mia ma di Confucio, l'originale era (vado a memoria): "i cattivi ministri, a forza di sforzarsi di sembrare onesti, finiscono per credere di esserlo veramente". Per analogia, nel caso di Renzi non si tratterebbe di onestà (*3) ma di capacità.

Al riguardo segnalo una mia perplessità che avevo espresso pochi giorni fa in Dove va Renzi?.
In particolare mi riferisco a questa mia affermazione: «Un'altra possibilità è che Renzi stia iniziando a credere alle proprie favole: che creda magari di poter realmente rilanciare l'economia italiana senza misure significative ma solo con la forza delle sue chiacchiere?»
Avevo ipotizzato ciò ben prima di vedere il video ma esso sembra confermare, almeno a livello psicologico, questa capacità di autoingannarsi.

Insomma avevo già avuto la sensazione che Renzi si sopravvalutasse e l'esibizione pubblica del suo inglese pare confermarlo.

Nota (*1): cercando su Internet si trova anche la versione completa da cui è tratto...
Nota (*2): costo zero: dato che si fa rimborsare di tutto e di più, figuriamoci qualcosa di legittimo come un corso di lingua!
Nota (*3): la Corte dei Conti si è già espressa per quando era presidente della provincia...