«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

lunedì 30 settembre 2013

Magra di entusiasmo

Ultimamente sto aggiornando un po' meno spesso il viario: più che di una carenza di idee si tratta di mancanza di entusiasmo. Non sento più lo stimolo a scrivere qualcosa di interessante, divertente e vario ogni giorno...
Il motivo? Non lo so: forse è fisiologico...
Certo i lettori sono pochi e a settembre sono sì tornati ad aumentare ma non al livello pre-estivo, ma non credo che sia questo il problema: ho sempre scritto per me stesso e vedere il riscontro dei lettori era solo una curiosità...
Comunque non è che smetto di tenere il viario! Semplicemente non mi sforzerò di scrivere quando non me la sento: deve essere un divertimento non un'ossessione.

Biblico - 2/10/2013
Pensavo di scrivere un pezzo sulla Bibbia ma, considerando la “magra” di entusiasmo, mi limiterò a questa breve “glossa”...
Leggendo qua e là più volte mi sono imbattuto nel seguente concetto: l'uomo deve comportarsi bene, ricordarsi della parola di Dio, rispettare il sabato, non associarsi con persone che adorano idoli, etc... perché inevitabilmente solo il giusto avrà discendenti che prospereranno mentre i discendenti dell'empio saranno destinati alla distruzione.
Ma possibile che la Bibbia guardi solo avanti?
Quanto vi è scritto dovrebbe essere sempre valido e quindi riferirsi anche al passato: non è quindi importante quello che io personalmente faccio ma solo se il mio padre originario fosse “giusto” o “empio” perché egli ha già stabilito il mio destino.

Mi rendo conto che dovrei mettere qualche citazione ben precisa ma non avendole annotate mi occorrerebbe troppo tempo per ritrovarle...

Altro sogno chitarresco - 3/10/2013
Ero a una mensa e parlavo con uno sconosciuto, principiante di chitarra, alle prese con i primi accordi. Strumento alla mano mi chiedeva se l'accordo che mi stava mostrando era un A: nel sogno non riuscivo a ricordare esattamente così interviene un tizio che dice al mio interlocutore di spostare due dita.

Da sveglio mi sono reso conto che l'accordo iniziale era un D7 eseguito però sulla 4°, 5° e 6° corda mentre, col suggerimento, si ha un D sempre però sulle corde sbagliate: altro che A!

Successivamente lo sconosciuto mi chiede del C, che io gli mostro correttamente, e mi domanda notizie del Cm e io gli spiego che imparerà poi a farlo con il barrè...

Pezzo mancato - 5/10/2013
Oggi avrei potuto scrivere un bel pezzo per il mio viario ma sono stato impegnato per un paio d'ore a scrivere un commento su FB: protestate quindi con questo mio amico che mi ha stuzzicato!

Magari gli chiedo se posso inserire la nostra discussione sul viario, ovviamente in forma anonima: vedremo...

Cibo Bisba - 6/10/2013
Un breve aggiornamento sui cibi mangiati da Bisba: alla lunga serie si aggiungono polenta e gorgonzola!
Probabilmente l'ho già scritto ma mi ripeto: non le piace il peperoncino né ciò che c'è stato in contatto...

venerdì 27 settembre 2013

L'errore della buona politica

È molto difficile interessarsi approfonditamente a un argomento complesso e riuscire contemporaneamente a indovinare cosa pensi la gente comune dello stesso. Il sapere i dettagli di una materia rende ovvie alcune conseguenze: tali conseguenze sono però evidenti solo grazie alla conoscenza dei particolari.
Accade così che l'esperto di una materia rischi di non saper distinguere cosa sia ovvio a tutti e cosa lo sia solo a lui.

Definirmi un esperto è eccessivo ma da mesi sto seguendo attentamente l'attività politica del M5S e temo che i suoi parlamentari e attivisti rischino di cadere proprio in questo errore.

Riguardo l'attività locale sto seguendo dall'interno l'azione politica del M5S nel mio comune. Posso mettere la mano sul fuoco sull'onestà e buona volontà degli attivisti che conosco: molti di essi sacrificano ogni ora del proprio tempo libero lavorando per un ideale in cui credono fermamente. Non solo non ci guadagnano niente ma ci rimettono soldi di tasca propria per tutte le piccole spese come la stampa di volantini...

Analogamente, a livello nazionale, anche i parlamentari del M5S, dopo i primi mesi di ambientamento necessari a capire come funzionano i palazzi del potere, stanno facendo un grande lavoro.
Con un paio di loro ho parlato di persona e ho constatato direttamente i loro sforzi da quando si sono insediati fino a oggi. Riguardo gli altri parlamentari pentastellati conosco il loro lavoro solo attraverso il viario di Grillo (*1) ma mi pare di poterlo considerare ottimo.

Quindi, considerato il grande lavoro sia nella politica locale che nazionale, va tutto bene?
Sfortunatamente, secondo me, non è così.

Ci sono due grossi problemi sui quali però il M5S non ha che scarsissimo controllo.
Il primo problema è l'informazione cattiva quando non apertamente faziosa. È inutile lavorare bene e dieci volte più degli altri se poi il comune cittadino non ne viene informato o, peggio, se gli viene raccontato che il M5S combina solo pasticci...
Ma il problema più grosso (*2) è che il cittadino comune non si interessa di politica e quando vota lo fa “a naso” o per tradizione: a tutti questi cittadini sfugge il meccanismo democratico. Essi non capiscono che con il loro voto dovrebbero premiare le forze politiche che hanno lavorato bene e punire quelle che hanno lavorato male: per questo non si sforzano nemmeno di informarsi.
Dubito che queste persone se, per assurdo, ci fosse una trasmissione televisiva che raccontasse in maniera imparziale i lavori del Parlamento, avrebbero la pazienza di seguirla...

E allora cosa dovrebbe fare il M5S se impegnarsi al massimo per il bene dell'Italia è inutile?

Secondo me dovrebbe smettere di fare buona politica illudendosi che il cittadino medio venga a conoscenza dei loro sforzi o che addirittura li premi.
Può sembrare un paradosso ma è così: meno buona politica e più azioni a effetto.
Stando all'opposizione è inutile impegnarsi producendo proposte su proposte che, seppur ottime, verranno sistematicamente bocciate dalla maggioranza: è un lavoro estenuante ma che in termini di voti porterà poco o nulla.
Piuttosto bisognerebbe che il M5S si concentrasse su singole battaglie comprensibili anche dal cittadino più distratto, delle bandiere il cui messaggio fosse così semplice che anche i media più faziosi (penso a Repubblica.it o al Corriere.it) non fossero in grado di distorcerlo.
Penso all'acquisto degli F35 costati miliardi (*3) di euro che un governo a cui stesse a cuore l'Italia e gli italiani avrebbe potuto investire per rilanciare l'economia o tagliare le tasse...
Oppure penso al miliardo e passa (1612 milioni) che la RAI butta in consulenze esterne (v. Bilancio RAI) e sui cui beneficiari sembra esservi il segreto di Stato!

In conclusione bisognerebbe che il M5S lasciasse la buona politica da parte per diventare populista, come del resto già l'accusano di essere. Solo in questa maniera il M5S può sperare di raggiungere quel successo necessario per cambiare veramente l'Italia: allora sarà il tempo della buona politica, quando le cose si potranno fare invece che parlarne e basta...

Nota (*1): per la cronaca è veramente ben fatta questa nuova sezione del viario di Grillo dedicata al lavoro svolto dai parlamentari del M5S al senato e alla camera...
Nota (*2): è il problema di fondo della politica italiana che, in ultima analisi, ha portato al suo attuale degrado.
Nota (*2): MILIARDI di euro, ca##o!!

giovedì 26 settembre 2013

Ip! Ip! Urra-nio!

Da dove vengono le nostre idee?
...
È una domanda stupida?
Forse sì... magari la semplice risposta che le idee provengono dal nostro cervello è la più corretta sebbene, in verità, spieghi poco o nulla.
L'idea di cui sto parlando è l'intuizione, qualcosa che va al di là del semplice ragionamento logico che considera e combina insieme gli elementi noti e presunti di un certo fatto per arrivare a una conclusione.
Mi riferisco all'ispirazione dell'artista, alla fantasia...
Immagino che un musicista o uno scrittore non si mettano a tavolino a “progettare” la loro opera: certo, una volta che c'è l'idea di fondo sarà necessario perfezionarla e, in questo caso, il ragionamento logico può essere molto utile: ma la materia prima deve essere già presente!

Permettetemi una divagazione personale. Al liceo io odiavo filosofia: non ne capivo il senso e mi sembrava che fosse un inutile perdita di tempo.
Stupidamente mi sfuggiva che, banalmente, la filosofia fosse un tentativo di interpretare la realtà: avevo una mentalità talmente scientifica da non capire che gli antichi filosofi greci credevano veramente nelle loro interpretazioni del mondo fisico. A me però sembravano dei meri esercizi di retorica basati su definizioni arbitrarie di principi indimostrabili...
Di solito ascoltavo con disgusto le spiegazioni del professore, magari scarabocchiando un quaderno o il libro di testo...
Però ci fu un'eccezione: l'iperuranio di Platone.
Se ben ricordo, secondo il filosofo, le anime degli uomini, prima di incarnarsi, attraversano l'Iperuranio, il mondo delle idee, popolato dalle idee perfette, i paradigmi della nostra realtà concreta: in qualche modo, questa specie di contatto lascia una sorta d'impressione sulla nostra anima rendendo in grado la nostra mente di capire e interpretare la realtà.

Questa idea dell'iperuranio mi piaceva perché mi permetteva di spiegare un mio strano comportamento: quando sono alle prese con un problema molto complesso, del quale non riesco a venire a capo, spesso lo affronto nella seguente maniera: mi sdraio a letto, con gli occhi chiusi, e penso al problema ma senza cercare di risolverlo, cercando di farlo rimanere il solo pensiero della mia mente, osservandolo passivamente ma senza cercare di analizzarlo... non so come spiegarmi meglio...
Ed ecco che improvvisamente ho come un lampo e vedo l'intera soluzione: tale luce dura solo un'istante e mi devo basare sulla memoria per ricordarne i passaggi chiave. Solo a questo punto uso il ragionamento per ricostruire i collegamenti logici fra i vari concetti chiave che ho intravisto...

Ecco, non so, magari fanno tutti così: mi rendo conto di non averne mai parlato con nessuno. Magari questa è la maniera normale per risolvere i problemi!
Comunque la spiegazione che mi piace darmi è che la mia mente, in questo stato di concentrazione (*1), riesca brevemente a ricordare (*2) quello che l'anima aveva visto nell'iperuranio. È un mito ma descrive perfettamente le mie sensazioni...

Una spiegazione più “razionale” del fenomeno è che in questo stato di concentrazione la mia mente cosciente riesca a entrare in contatto con la parte subcosciente e mi permetta di vedere delle soluzioni, che il mio cervello aveva magari già considerato, ma che non erano riuscite a superare lo stato subliminale.

Tornando alla domanda d'apertura di questo pezzo non so cosa rispondere: magari le idee, le ispirazioni, le intuizioni provengono veramente dall'iperuranio...
Oppure sono dei corto circuiti casuali del nostro subconscio, delle combinazioni che dipendono non dalla logica ma dalle connessioni fra i nostri neuroni che, per motivi non chiari, riescono a emergere a livello cosciente dove la nostra mente dà loro un senso logico...

Conclusione: forse dovrei proprio imparare a meditare, magari potrei capire qualcosa in più di me stesso...

Nota (*1): forse la meditazione è qualcosa di simile...
Nota (*2): l'iperuranio spiegherebbe benissimo un'altra mia caratteristica: la sensazione nettissima di essere già a conoscenza di quello che mi veniva insegnato a scuola (università compresa). Come se si trattasse di nozioni che già sapevo e che solo coscientemente non ricordavo: una specie di déjà vu cognitivo. Magari la mia anima ha un'insolita memoria dell'iperuranio?

mercoledì 25 settembre 2013

Lezione LXII: Lavigne collegata

Buona lezione e soprattutto al momento giusto: ultimamente per fissare l'appuntamento col maestro mi occorreva mediamente una dozzina di giorni ma stavolta ci siamo riusciti in un paio...

Riscaldamento: come al solito ma con una precisazione: più che muovere lentamente il plettro devo cambiare il movimento della mano. Attualmente tendo a ruotare l'avambraccio facendo disegnare al plettro un arco che, alle sue estremità, lo allontana dalle corde della chitarra: l'ideale sarebbe invece muovere il polso in maniera da mantenere il plettro sempre perpendicolare alle corde (senza però muovere il gomito!). Ovviamente il mio polso è rigido come uno stoccafisso: ci proverò ma non so se riuscirò a ottenere qualcosa...

Pattern: qui davvero non c'è niente di nuovo: ho dovuto rallentare molto i bpm per usare il classico 4/4 ma i progressi sono stati praticamente immediati!

Slide: solo un chiarimento: non devo suonare le corde a vuoto: l'avevo immaginato ma ora ho la conferma del maestro. Mi ha anche detto, adesso che ho il colpo d'occhio sulla posizione da raggiungere, di rallentare il movimento facendo suonare più a lungo le corde...

Paranoid: niente! Ancora l'armonica sul 12° tasto non mi riesce. Comunque ho acquistato un minimo di manualità e oggi ho avuto la conferma che l'armonica di per sé mi riesce (è nel contesto del ritornello di Paranoid che ho problemi). Mi ha anche detto di suonarla usando l'anulare e non l'indice: in questa maniera la mano deve fare un movimento molto minore e l'indice è subito pronto per l'accordo successivo...

I shot the sheriff: la prima esercitazione era stata una tragedia: non riuscivo assolutamente a capire che ritmo dare agli accordi. Avevo provato a cercare lo spartito su internet ma ce ne sono dozzine di versioni differenti e nessuna sembrava corrispondere a quella del video di Youtube su cui volevo suonare...
Alla fine, disperato, avevo contatto il maestro per fissare una lezione d'emergenza ma lui ha capito subito che il mio problema era solo con il ritmo da tenere e mi ha mandato il collegamento al seguente video:

Il video propone una ritmica semplificata ma che comunque mi è piuttosto ostica: si tratta di dividere i 4/4 in 16/16 e plettrare sul 3°, 7°, 11° e 15° sedicesimo...
Beh, detto così sembra ancor più terribile di quanto non sia: guardate il video per i dettagli!

Scream: anche su questo brano mi ero trovato subito in difficoltà. All'inizio ci sono dei lunghi slides e non mi era chiaro che diteggiatura usare e se e quando plettrare per “ravvivare” il suono. Oltretutto avendo diminuito molto la velocità avevo il problema che lo slide non suonava perché dovevo eseguirlo troppo lentamente per mantenere il tempo del brano: aumentando la velocità questo problema è sparito quasi del tutto...
Il maestro mi ha confermato che la diteggiatura che avevo usato andava bene e mi ha svelato il “trucco” dei Misfits per far suonare così a lungo le note: semplicemente usano una distorsione molto alta e soprattutto con la chitarra vicina all'amplificatore in maniera che la nota entri in risonanza col proprio suono e rimanga in vibrazione indefinitamente!
Mi ha dato inoltre l'ok per modificare un accordo “strano” (secondo Tuxguitar un G#maj7) in un semplice A5...
E poi dalla battuta 16 (beh, la 15 perché ho introdotto io una battuta vuota all'inizio del brano...) in poi, dove iniziano una serie di sedicesimi, proveremo una nuova tecnica: inizialmente suonerò un solo accordo per battuta, poi due, poi quattro, magari otto e infine tutti e sedici. L'idea è quella di rendere la difficoltà più bassa e alzarla progressivamente: mi pare una buona idea, vedremo...

Hotel California: dalla scorsa lezione (v. Lezione LXI) avevo riesumato questo brano per suonarci sopra usando uno specifico pattern. È stato un successo clamoroso! Allenandomi col metronomo a 4/4 non ho più avuti problemi ad andare in sincronia con la batteria di Hotel California anche quando le mie plettrate non erano esattamente sui quarti!
Data la mia ormai esagerata bravura si è deciso di ritogliere questo brano...

Chariots of Fire: nuovo brano. Inizialmente, visto che ancora non so suonare un pezzo completo, il maestro mi voleva insegnare una canzone di Battisti. Io avevo acconsentito ma poi un improvviso attacco di nausea mi ha fatto cambiare idea...
Per questo brano il maestro mi ha scritto al volo la tablatura inserendoci anche degli slide, pull off e del bending. Appena ho voglia ricollego lo scansionatore e aggiungo l'immagine...
Ah! mi ha consigliato di suonarlo con distorsione e delay, magari togliendo un po' di alti per ottenere un suono più morbido.

E il sottotitolo di questo pezzo?
Una battuta. Molto stranamente, e in maniera vagamente estemporanea, il maestro si è complimentato con me. Mi ha detto che suono come un cantante-chitarrista (con tanti “se” e “ma” che non sto a specificare...) e io gli ho chiesto «Allora sono al livello di Avril Lavigne?» e lui «Sì...sempre che lei tenga la chitarra collegata!»...

lunedì 23 settembre 2013

Discriminazione territoriale

Questa è l'ultima insana trovata: per troppo zelo si è inventato un reato immaginario...
A quando la “discriminazione tifosi squadra avversa”?

Non resisto:
Discriminazione territoriale: denunciato Tom Tom che, per il percorso Milano-Napoli, insisteva a suggerire di passare dal raccordo anulare invece che dal centro di Roma...

Peso saltato - 24/9/2013
Ieri mattina ho dimenticato di pesarmi comunque oggi ero 68,4. Finalmente ho ricominciato a dimagrire: già due settimane fa avevo toccato i 67 chili ma poi c'era stato un matrimonio (v. E tre!), un mezzo chilo di pane artigianale squisito e un'altra giornata di abbuffata con pizza a pranzo (squisita) e cena abbondante (ottima!) a sera...
Per i prossimi giorni prevedo quiete culinaria e quindi la perdita di peso sarà più lineare: certo ho capito che il pane, e i carboidrati in genere, non dovrei guardarli nemmeno da lontano!

Il plettro prodigo - 24/9/2013
Ho ritrovato un plettro che credevo ormai perso, risucchiato dall'aspirapolvere, da oltre un mese!
Per lui ho sacrificato (e mangiato) un pollo con patate arrosto ma non del pane: vedi il pezzo di sopra...
Sfortunatamente gli altri plettri, gelosi, non hanno capito la parabola.

Divieti innaturali - 24/9/2013
Paradosso interessante nella sezione 7.3 del corso di storia dell'umanità (Mankind).
Il professore spiegava che non ha senso vietare i comportamenti “innaturali” (come le relazioni fra omosessuali) perché, se un comportamento è possibile, allora è naturale. Se invece fosse un comportamento impossibile (ad esempio correre a 100Km/h!) allora non avrebbe senso vietarlo.
La confusione deriva dalla nostra cultura cristiana che, per naturale, non intende ciò che è possibile in natura ma ciò che è in accordo con le presunte intenzioni di Dio che ha creato la natura stessa.

Inter-Fiorentina - 26/9/2013 (mattina!)
Secondo me il portiere Neto sarà decisivo, in negativo, nella partita di stasera fra Inter e Fiorentina: non l'ho mai visto fare parate miracolose mentre le papere sono sempre in agguato. Giocando contro squadre più deboli si può sopperire facendo un “gol in più” ma, contro un avversario di pari livello che chiama in causa il portiere, Neto farà la differenza...
Sì, lo scrivo un po' per scaramanzia ma è comunque tutta l'estate che mi lamento per la mancanza di un portiere da serie A...

domenica 22 settembre 2013

W Harari!

Il corso di storia del mondo (Humankind) è bellissimo.
Il professore Yuval Noah Harari lascerà il segno con il suo libro sul quale è basato il corso.
Non fa lo spiritoso, non strizza l'occhio agli allievi, magari qualcuno lo può trovare noioso ma le sue idee sono pesanti come macigni: davvero fanno guardare al mondo, alla politica, alla società con occhi nuovi, oltre le apparenze più consolidate.
Anzi l'esplosività delle sue idee è così dirompente che non mi stupirei se il corso venisse bloccato con qualche pretesto: spero di no, ma comunque mi comprerò il suo libro appena verrà tradotto in italiano o inglese!

Chi mi conosce potrebbe trovare tutto questo mio entusiasmo un po' sospetto...
Ebbene sì, il Dr. Yuval Noah Harari esprime in maniera perfetta dei concetti che anch'io, a livello di intuizioni, condividevo già.
Ecco, il motivo del mio entusiasmo è proprio questo: un'autorevole conferma di concetti fondamentali per la comprensione del mondo. Finalmente la storia è usata come una lente per capire meglio il presente: questo corso va molto al di là di un semplice elenco di date storiche ma sconfina allegramente nella sociologia, economia e filosofia.
Io ci sguazzo con grande diletto ma mi chiedo se le altre migliaia di studenti sono pronti a seguirlo nei suoi ragionamenti: credo che la maggior parte non sia in grado di accettare le sue idee e al massimo lo fraintenderanno...
Perché le idee di Harari (*1) sono un po' come la “pillola blu” (*2) del film Matrix: chi le assorbe vede la realtà per quel che è, oltre la finzione. Molte persone, come nel film, non sono semplicemente in grado di accettarlo.

Le idee dirompenti sono molte, spesso anche volutamente provocatorie (*3) ma quelle che mi hanno veramente colpito sono due. Mi hanno colpito perché io le avevo già intuite ma, ingenuamente e non senza un pizzico di presunzione, credevo di essere l'unico ad esserci arrivato...

Sulla prima idea non mi voglio soffermare: benché fossero anni che la meditavo non mi ero ancora azzardato a esporla sul mio viario. Sarebbe infatti stato uno di quei pezzi impegnativi in cui devo anche misurare col bilancino ogni parola (*4) per non rischiare di essere frainteso...
Per la cronaca il concetto/idea del Dr. Harari è “Tutti gli uomini sono diversi”. Chi è interessato alla sua giustificazione, che fra parentesi coincide con la mia, la può trovare nel primo video della sesta lezione.

Riguardo la seconda idea prima rimando alla conclusione di un mio vecchio pezzo (*6): Democrazia 3a/3.
Si tratta di un'intuizione dove spiego che a ogni società sembra, inevitabilmente, esservi connaturata una gerarchia i cui vertici corrispondono ai misteriosi “poteri forti” di cui tutti parlano ma nessuno sa descrivere esattamente. Faccio l'esempio della società medievale e punto il dito su un'apparente contraddizione: la gran parte delle persone, la massa dei contadini, acconsente allo status quo e non si ribella se non in circostanze eccezionali.
Io la spiego con la sinergia dei poteri forti che collaborano fra loro: i nobili con la forza e, in particolare, la Chiesa diffondendo l'idea che la società del tempo rispecchiava l'ordine voluto da Dio.

Chiaramente la mia era una teoria basata solo sull'intuito dato che le mie conoscenze storiche non sono certo sufficienti a permettermi di fare un'analisi comparata dell'organizzazione di numerosi regni e imperi del passato.
Eppure, con un leggero cambiamento di terminologia, le mie idee ricalcano fedelmente quelle di Harari.
Ovviamente il professore tratta questi concetti in maniera molto più approfondita delle mie poche parole, comunque, direttamente dai miei appunti (quindi parole “mie” basate sui video del professore):
«L'ordine sociale è in parte mantenuto con la forza: esercito, polizia, prigioni, tribunali sono costantemente impegnati a far si che le persone agiscano in accordo con l'ordine immaginario (*7). L'ordine immaginario non può essere mantenuto solo con la violenza: un prete può fare il lavoro di cento soldati e costa molto meno.
Le persone furono (e sono!) sempre divise in gruppi immaginari dove solo le gerarchie più elevate [i miei “poteri forti”] godevano (e godono) di svariati benefici mentre le più basse erano (e sono) discriminate e oppresse.
Tutte le gerarchie sono basate su un ordine immaginario ma sembra che tutte le società complesse debbano essere basate su di esso per funzionare.
Gli storici non hanno individuato una singola società capace di organizzarsi e mantenersi senza qualche sorta di gerarchia e discriminazione.
»

Beh, mi sembra che il parallelo con le mie idee sia più che evidente. Posso inoltre assicurare che non si tratta di coincidenze ottenute estraendo pensieri fuori dal loro contesto: la corrispondenza è reale!

In realtà le implicazioni del concetto di “ordine immaginario” sono molteplici e influenzano praticamente tutti gli aspetti che normalmente diamo per scontati della società.

Un esempio in economia: che l'Italia, anzi il popolo italiano, debba obbligatoriamente dissanguarsi per cercare (vanamente!) di ripagare il debito pubblico risponde a un “ordine immaginario” che il sistema internazionale cerca di farci percepire come “giusto, vero e inevitabile”. Ma è solo immaginazione: basterebbe che gli italiani aprissero gli occhi e l'illusione svanirebbe.
Usando la terminologia di Harari il debito pubblico è una realtà multisoggettiva: se la maggior parte degli individui cambiasse il suo parere su di esso allora il fenomeno multisoggettivo muterebbe o scomparirebbe.
Lo so: detta così sembra un ridicolo paradosso ma in realtà, se si seguono tutti i video di Harari con i loro numerosi esempi anche la mia affermazione appare molto più sensata...

Conclusione: così come ho consigliato a tutti la lettura di Saggio sulla libertà (v. Libertà d'opinione 1 e 2) altrettanto faccio per questo bellissimo corso di storia che va oltre la storia.
Sicuramente ci ritornerò sopra molte altre volte...

Nota (*1): spero che Harari sia il cognome!
Nota (*2): o era quella rossa? Bo...
Nota (*3): ad esempio, con l'avvento dell'agricoltura è stato il grano ad addomesticare l'uomo e non viceversa!
Nota (*4): come per il Corano: ormai da molti mesi ho finito di leggerlo e avrei delle interessantissime considerazioni da esprimere. Solo non mi va di perdermi in diecimila premesse e quindi mi auto censuro preventivamente. È brutto perché la libertà d'espressione è fondamentale ma, vivendo in Italia, non mi sento abbastanza tutelato dall'autorità... Oltretutto degli amici a cui avevo spiegato alcune delle mie idee mi hanno consigliato di non divulgarle!
Nota (*5): magari poi un giorno ci scriverò un pezzo ad hoc: in effetti io arrivavo alla stessa conclusione di Harari da una strada diversa ma la sua argomentazione è molto più chiaro e ineccepibile...
Nota (*6): sarà dura trovarlo... ...trovato!
Nota (*7): l'ordine immaginario è uno dei concetti chiave che Harari porta avanti dalla seconda lezione. Difficile quindi riassumerlo credibilmente in poche parole... comunque: nell'uomo, circa 100.000 anni fa, si è evoluta la capacità di credere in entità, concrete o no, create dalla sua fantasia; questa capacità di credere in divinità o in ideali astratti a permesso a uomini sconosciuti di collaborare insieme per la realizzazione di grandi obiettivi.

sabato 21 settembre 2013

E tre!

Terzo matrimonio in pochi anni!
Ora basta però!
Per favore...
Modificato 4/10/2013: ho pure contato male! Mi ero dimenticato il matrimonio Russo-Portoghese-Olandese di soli due anni fa!

Grazie alla palestra, vedi il corto Dramma pesante, i pantaloni del mio unico vestito “buono” non mi stavano quasi più: la pancia strizzata strabuzzava all'altezza dello stomaco subito sotto lo sterno. Per sicurezza ho voluto garantirmi da eventuali cedimenti strutturali con una cintura nera: mi pareva di averne una decente da qualche parte ma, nei dieci minuti prima di partire, non sono riuscito a trovarla. Ho indossato quindi una vecchia cintura consunta dalla muffa e dall'usura con la fibbia tutta ossidata. Nel complesso facevo un effetto penoso: mia mamma sarebbe diventata isterica per l'orrore ma, oramai, me ne importa ben poco.

Insomma l'umore già in partenza non era dei migliori. E poi c'era mio zio, il padre della sposa, che appena terminata la funzione religiosa voleva tornarsene a casa. Ora sarebbe troppo complicato raccontare le intricate dinamiche famigliari per spiegare il suo comportamento, dico solo che a me erano state attribuite de facto le funzioni di “pompiere” per aiutare a tenere la situazione sotto controllo e convincerlo ad adeguarsi ai piani di moglie e figlia. Non facile anche perché la zia si appellava a me davanti a lui dicendomi “Parlaci tu che lo convinci!”. In questo contesto tale affermazione mi rendeva difficile trattare perché mi toglieva i panni di mediatore indipendente e mi faceva indossare quelli dell'imbonitore di parte.
Siccome la questione non è particolarmente divertente mi limito a dire che, passo passo, con l'aiuto più o meno estemporaneo di tanti altri ospiti, l'abbiamo convinto ed è andato tutto bene: anzi, gli sguardi dolci che mandava alla figlia, alla cena durante gli applausi, erano molto toccanti.
Comunque questo coinvolgimento, sia emotivo che di responsabilità per il buon andamento della festa, mi ha creato della tensione che mi ha impedito, almeno inizialmente, di godermi a pieno l'evento: anche per questo la mia cronaca potrebbe essere meno spensierata del solito...

La chiesa era bellina: difficile confrontarla con le altre che ho visto. Anche questa era piccola e intima, gli addobbi sobri e, tutto sommato, molto piacevole.
Diversamente dal solito non ho potuto nascondermi nelle retrovie come amo fare ed ero invece in seconda fila con relativi pro e contro: da una parte avevo alle spalle tutta la pressione di decine di ospiti sconosciuti intenti a domandarsi chi era quel povero senza tetto vestito in giacca e cintura consunta (in effetti anche la camicia faceva piuttosto schifo!); dall'altra ho avuto un'ottima visuale degli sposi. Anzi, delle schiene degli sposi...

Lo sposo normalmente ultratranquillo ed equilibratissimo, come se avesse un giroscopio al posto dello stomaco, era comprensibilmente nervoso. Vedendolo con la faccia completamente madida di sudore l'ho salutato dicendogli che lo trovavo estremamente rilassato: troppo teso per notare la mia ironia mi ha risposto che un po' di tensione la sentiva: e in effetti gli tremava anche la mano...

Quando la sposa è entrata in chiesa al braccio dello zio era molto bella e tutti gli ospiti bisbigliavano fra loro i vari “ooh!” di ammirazione.
Poi non so come, forse per il trucco o per la diversa linea data alle sopracciglia, mentre sorrideva, di profilo mi ha ricordato mia mamma: a momenti potevo quasi sovrapporne l'immagine. Strano ma non avevo mai notato questa somiglianza: mi sono anche un po' commosso. Curiosamente, quando ho fatto leggere in anteprima a mio cugino questo pezzo, mi ha risposto che anche lui aveva avuto la stessa identica sensazione.
Anche lo zio è stato impeccabile: ha accompagnato la figlia senza esitazioni e alla giusta velocità ma, dalla rigidità dell'espressione, si capiva che era molto teso.

Comunque, all'ingresso della sposa in chiesa, ho notato una scelta che mi ha lasciato perplesso: il fotografo aveva due assistenti che facevano a loto volta foto e riprese con la telecamera. Anche durante la marcia nuziale hanno continuato a fare il loro lavoro davanti alla sposa fermandola a più riprese.
Sicuramente le foto e il video avranno delle splendide inquadrature però hanno anche tolto molta atmosfera perché con la loro invadenza distraevano gli ospiti dalla contemplazione della sposa.
Insomma su queste riprese ancora non mi pronuncio: prima voglio vedere i risultati ma sul momento, i loro interventi in tutti i momenti clou della serata, mi hanno infastidito. Ma vedremo: se sono riusciti nella difficile impresa di farmi una foto decente li perdono...

A mio cugino era stata affidata la lettura di un salmo: ovviamente mi ero premunito di prenderlo in giro e stuzzicarlo auspicando un errore di lettura che scatenasse l'ilarità generale. E incredibilmente ha fatto realmente un errore leggendo “garanzia” invece che “Grazia” ma, seppure teologicamente non corretta, la sua variante aveva comunque un ottimo senso pratico. Pochi se ne sono accorti e nessuno ha riso.

Per il resto la cerimonia religiosa è andata liscia come l'olio, beh io sono stato pinzato da una zanzara attraverso i pantaloni ma, se ho buon sangue, non posso farne una colpa agli sposi.
Temevo che la zia si sarebbe sciolta in un diluvio di lacrime ma invece era tutta contenta e si limitava a dare di gomito con la sorella (altra mia zia) bisbigliando tutta felice.
Anche il prete era un tipo con la testa sulle spalle e non ha fatto complicati sermoni cercando di trasmettere chissà quale impalpabile verità. Ci ha risparmiato contorte analogie per collegare insieme il passo del Vangelo con il matrimonio (tipo, inventato di sana pianta, “gli sposi sono come l'uva del Vangelo, ed è solo grazie all'amore di Gesù che, dalla loro unione, sarà possibile ricavarne del buon vino...”)
Ah, approfitto dell'occasione per precisare che alla fine della messa avevamo già accumulato almeno mezz'ora di ritardo sulla tabella di marcia: questo sarà importante nel prosieguo degli eventi...

Poi ci siamo trasferiti alla villa dove era organizzato rinfresco e cena. Veramente bella! Il parco era vasto e curatissimo e l'edificio principale semplicemente maestoso.

Ad attenderci, mentre gli sposi erano impegnati con le foto, c'era l'aperitivo. Per qualche motivo che non mi è chiaro, ma che sospetto sia legato al minimizzare l'uso dei bagni, i camerieri erano estremamente parchi nel fornire l'acqua. E infatti i bagni erano pochi, sicuramente non adeguati al numero di invitati. È strano che una villa come questa fosse così carente sotto questo punto di vista...
In verità un po' è stata colpa anche dell'organizzazione: i camerieri non erano del posto e loro stessi non conoscevano dove erano nascosti tutti i servizi igienici col risultato che mandavano tutti allo stesso bagno trascurando gli altri disseminati qua e là...

Siccome non avevo pranzato aspettavo famelico che iniziassero a servire gli antipasti ma l'organizzazione era inflessibile: “Bisogna aspettare gli sposi”. E gli sposi erano a far foto dimentichi dello scorrere del tempo. Alla fine sono arrivati quando il crepuscolo ormai incombeva: da una parte la scarsa illuminazione rendeva l'atmosfera gradevolmente romantica ma dall'altra non aiutava a distinguere le diverse leccornie.
L'attrazione di maggior successo è stato il banchino col sushi apparentemente preparato da un vero cuoco giapponese con tanto di bandana col sole crescente sulla fronte: quando gli ho chiesto cos'era un determinato spuntino ci ha pensato un po' e, a fatica, ha esclamato “pesce!”...
Io avrei preferito concentrarmi sul fritto ma l'organizzazione aveva preso la strana decisione di non distribuirlo, come tutte le altre pietanze, sul posto dove veniva cucinato ma di affidarlo a dei camerieri per distribuirlo fra i tavoli. Il risultato è stato che non ho potuto abbuffarmi come mi sarebbe piaciuto. Bo... forse meglio così!

Ovviamente c'erano tante altre cose buone da mangiare e io ho cercato di assaggiare un po' di tutto. Gli affettati erano ottimi ma la mancanza di coltelli rendeva difficile usufruirne e così, anche in questo caso, mi sono contenuto. La sorpresa migliore è stata una specie di pappa al pomodoro molto buona, la peggiore invece una specie di intruglio irriconoscibile: solo con l'aiuto del cameriere/cuoco di turno le ho vagamente identificate per delle frittate ridotte in poltiglia...

Dopo aver accumulato un ulteriore ritardo siamo andati a cena. Già satolli non hanno cercato di rimpinzarci ulteriormente. Più che altro era l'occasione per parlare con i compagni di tavolo e conoscere quindi nuove persone: io ad esempio ero finito accanto al fratello dello sposo, simpatico ma straordinariamente diverso, non tanto per l'aspetto quanto per il carattere, dal neo marito!

Per la cronaca ci hanno portato due primi: uno di astice che non mi sono azzardato ad assaggiare (non avevo più lo stimolo della fame e non volevo rischiare di imbrattare gli ospiti del mio tavolo con un maldestro tentativo di apertura del gambero...); il primo “numero due” era invece al tartufo con pere ed era squisito. Poi c'è stato un secondo che non ricordo più ma che avevo apprezzato molto! I vini non li ho bevuti ma, conoscendo mia cugina, sono sicuro che fossero molto buoni...

Nel complesso la cena è stata forse un po' troppo lenta. Probabilmente il motivo era il numero relativamente scarso di camerieri che dovevano fare di tutto. Senza i vari ritardi accumulati precedentemente non sarebbe stato un problema ma il risultato è stato che siamo arrivati al taglio della torta dopo mezzanotte!
Oltre alla torta (discreta) c'erano tante altri dolcezze (cioccolata, gelato, panna cotta, etc...) disponibili: per i più piccini (e KGB!) c'era anche un banchino con lo zucchero filato!

Per chi ama i dettagli c'è da dire che per ogni evento cambiavamo location, in pratica girando intorno alla villa, e che c'erano moltissimi dettagli estremamente ricercati. Qualche esempio: bellissime ad esempio le palme illuminate con dei proiettori di luce colorata. Oppure, nella sala dove abbiamo cenato, dei vasi d'acqua illuminati con dei micro led: detto così non sembra un gran che ma l'effetto, quando è stata spenta la luce principale, era straordinario! E poi la musica: durante il matrimonio c'era una cantante dalla voce impressionante mentre, durante il rinfresco, c'era una coppia di musicisti (violino e viola) che hanno suonato musica classica per tutto il tempo...
Oppure, poco prima del taglio della torta, gli sposi hanno lanciato in aria delle specie di mongolfiere di carta che sono poi volate lontane, trasportate dal vento: credo che nessun bosco sia bruciato perché era umido ma, alla partenza, una palma ha rischiato di brutto!

Abbondantemente dopo la mezzanotte siamo rientrati in un'altra sala della villa dove c'era ad attenderci un gruppo musicale alla cui ricerca anch'io avevo partecipato. Beh, quasi...
Cioè io avevo collaborato con mia cugina per un po', contattando i chitarristi che conosco per avere qualche suggerimento, ma avevo ben presto abbandonato l'incarico: troppo stressante accontentarla... e se poi ci fosse stato un problema col gruppo??... no, no! Meglio lasciare che si organizzasse per suo conto!
Comunque la cantante era molto carina: credo anche che cantasse bene e che gli altri musicisti fossero all'altezza ma, soprattutto, era carina...
Capelli biondi tagliati corti, lineamenti duri da tipa tosta, non troppo alta ma proporzionata e con belle gambe: l'ho detto che era carina?

Verso le 2:00, mentre la cantante carina stava ancora carinamente cantando, si è deciso di partire: ero in macchina con mio cugino e dovevamo fare parecchia strada per tornare a casa...
Gli sposi ci hanno calorosamente salutato consegnandoci le bomboniere (e io ho già sbranato la mia!) e, contrariamente al solito, mi sono anche fatto sbaciucchiare dalla sposa. Ma che non pigli il vizio: è stata un'eccezione!

L'appiccicosa sposa appiccicata a KGB (con gli ancor folti capelli arruffati dal vento) in una foto di pochi anni fa...

giovedì 19 settembre 2013

Amorelogia

Ho finito di seguire il corso di psicosociologia ed è... finito in bellezza!
L'ultima lezione è stata molto interessante perché ha affrontato una tematica che mi sta a cuore e sulla quale avevo già scritto qualcosa .
L'argomento trattato era infatti l'attrazione sia a livello d'amicizia che romantico.
Anch'io mi sono spesso chiesto (v. Amore) se si attraggono di più i simili o gli opposti, se funzionano meglio le coppie di individui con caratteri omogenei o quelle con caratteri complementari...
Per prima cosa voglio riportare i dati, più o meno confermati da vari esperimenti, della lezione e poi farò le mie osservazioni.

I fattori che incidono sull'attrazione (secondo il corso di psicosociologia) sono:
  1. La prossimità: la semplice distanza fra le persone è fondamentale. Più vivono vicine fra loro e più è probabile che nasca una relazione.
  2. Interazione funzionale: un nome complicato per dire “fare le cose insieme”. Ad esempio, andare in palestra, lavorare insieme etc...
  3. Esposizione: la semplice esposizione ripetuta a un volto (ma anche a un'idea) lo rende familiare e quindi un po' più attraente.
  4. Similarità: si è attratti da persone di età, educazione, religione, etnicità, status sociale, personalità e attitudini simili.
  5. L'aspetto: è ugualmente importante per uomini e donne e include l'altezza e, sorprendentemente, la dimensione del polso e il gruppo sanguigno!
I primi due punti, prossimità e interazione, mi sembrano ovvi: difficile innamorarsi di chi non si è mai visto!
L'esposizione è già più interessante: un volto visto più e più volte sembra più attraente di quello visto una sola volta. Per capirci si tratta del 15% in più, niente di trascendentale, ma comunque significativo...
Anche sull'aspetto c'è poco da aggiungere: chi è più bello piace di più. Piuttosto sarei stato interessato a sapere quanto questo fattore sia importante: mi pare di aver capito che “dipende” da persona a persona. Analogamente mi sarebbe piaciuto conoscere la rilevanza dell'altezza ma anche in questo caso non ho trovato dati precisi.
Il fattore più importante è però la similarità anche per i suoi molteplici aspetti. Il motto Similia similibus curantur sembra valido e contemporaneamente sono stati trovati pochi riscontri sulla teoria che gli opposti si attraggono...

E che dire della mia teoria sull'amore? Possibile che KGB abbia sbagliato?
Possibile è possibile...
Ma in realtà la mia teoria non è in contrasto con quanto emerso in questa lezione: la mia idea va al di là di “simili” e “opposti” ma si basa sulla “ricerca di ciò che più ci serve”.
C'è inoltre da dire che i risultati di questi studi non vanno presi come oro colato: gli elementi in gioco sono così tanti che è facile ottenere risultati opposti (*1) cambiando solo un particolare dell'esperimento. Il peso dell'interpretazione dei dati è poi fondamentale...
Tornando alla mia teoria devo anche sottolineare come si basi su un unico elemento fondamentale della personalità, solo su ciò che è percepito come essenziale si ricerca ciò che ci serve.
Questo ultimo aspetto ha due conseguenze: la maggioranza dei tratti caratteriali e non potrebbero anche essere simili e solo quello “determinante” in opposizione; ma soprattutto non è detto che “ciò di cui si ha più bisogno” sia qualcosa di diverso da noi, niente vieta che sia qualcosa di simile (*2)!

In conclusione il corso di psicosociologia è stato molto interessante e mi sento di consigliarlo a tutti. Nella seconda parte è un po' peggiorato perché l'istruttore invece di dare una panoramica generale si è concentrato troppo nel dare il suo punto di vista su argomenti che gli stavano a cuore. Comunque sempre interessante. Bellissimi poi i numerosi filmati, alcuni anche storici, resi disponibili da altre fonti per questo corso...

Nota (*1): la mia sensazione, seguendo questo corso, è stata che si ritenga un'idea appurata se almeno l'80% degli esperimenti la confermano: insomma cosa ben diversa dalla sicurezza matematica!
Ad esempio ho scritto che uomini e donne sono entrambi favorevolmente impressionati dall'aspetto fisico però c'è anche un'altra ricerca (Norman Li, 2002) che fornisce un risultato più classico: gli uomini ricercano la bellezza mentre le donne status sociale e ricchezza, a entrambi sono gradite intelligenza e gentilezza. In effetti le due proposizioni non sono in totale contrasto fra loro ma è evidente che ci sia ampio spazio per interpretazioni diversi.
Nota (*2): comunque prima o poi, quando avrò completamente assimilato queste idee, scriverò un nuovo pezzo “Amore 2.0” con cui integrerò la mia teoria. Come scrissi mi baso su teorie, non fissate una volta per tutte, ma in costante evoluzione...

martedì 17 settembre 2013

Quadernino

Ho finito le pagine del mio quadernino di chitarra e lo voglio celebrare passandone in rassegna qualche pagina. Circa una ogni sette per la precisione...

Questa è la 2° pagina (nella prima c'erano degli appunti poco interessanti sulla notazione italiana e anglosassone delle note; una tabella, piena di correzioni, su sequenze di note...). La macchia di tè in basso a sinistra è un classico della mia scrivania sulla quale campeggiano sempre almeno una o due tazze semivuote. Da notare la data, 1 dicembre 2011, di quasi due anni fa: in realtà, come è facile verificare su questo viario, avevo iniziato a prendere lezioni a ottobre 2011 (e da novembre col maestro bravo) ma mi ero organizzato col quadernino solo dopo un paio di mesi.
All'epoca mi appuntavo il tempo impiegato per ogni esercizio ma poi smisi perché era stressante.
Gli esercizi in sé erano banali: tante scale, un paio “inutili” (forme e incastro), dei giri molto semplici ma già con il terribile F (anche se forse era una versione facilitata, non ricordo...) e accomp. che era un esercizio di ritmo...

Circa pagina 7 e un paio di settimane dopo. Inizio a sprecare meno spazio inserendo due esercitazioni per pagina.
All'epoca, siccome l'esercitazione intera prendeva troppo tempo, suddividevo gli esercizi su due giorni: una complicazione che è durata poco...
Qualitativamente poco di nuovo rispetto alla pagina precedente: solo l'antipatico e inutile esercizio Jazz...

Circa pagina 14 e poco più di un mese dopo. Come diceva Einstein quando lo spazio si contrae il tempo si dilata...
Qui ci sono due esercizi interessanti: ritmica e progressioni. Il primo è sul ritmo delle plettrate mentre il secondo sono dei giri d'accordi.
Dalla fusione di questi due esercizi deriverà l'esercizio pattern che tuttora eseguo.
Il Blues sarebbe il solito inutile Jazz cambiato di nome.
In realtà chiamarli esercizi “inutili” è eccessivo: diciamo che in quel periodo non erano utili.
È chiaro che, quando si inizia a studiare la chitarra, più che suonare musica si devono fare degli esercizi tecnici per prendere confidenza con lo strumento ma l'ideale sarebbe far procedere di pari passi teoria e pratica...

Circa pagina 21: inizio a pigiarci tre esercitazioni per pagina e si arriva così al 7 marzo 2012.
Sempre le solite noiose scale. Le progressioni contengono ancora i soliti accordi base: l'F è però quello vero, difficile col barrè: questo spiega la doppia velocità di esecuzione: 56bpm gli accordi con F e 76bpm quelli senza!
C'è anche l'esercizio potente: si tratta di power chords, “NM” significa “senza metronomo”.
Vedo anche bending e trillo che erano ovviamente degli esercizi di manualità per prendere confidenza col bending e col vibrato.

Circa pagina 28 e oltre due mesi dopo (24 maggio 2012).
La ritmica-TNT era l'incubo di quel periodo: decisamente troppo difficile per il mio scarso livello era fonte costante di mal di stomaco...
Finalmente c'è l'esercizio pattern e sono proliferati gli esercizi con i power chords.
Cosa fosse l'esercizio orecchio non riesco proprio a ricordarlo ma temo che sia stato piuttosto inutile...
Il 31 maggio 2012 è una data fondamentale dato che, come giustamente rimarcai, abbandonai il metronomo per passare alle ritmiche create col programma Hydrogen.

Circa pagina 35. Il livello di compressione è ulteriormente aumentato a 5 esercitazioni per pagina col risultato che si arriva al 7 agosto 2012.
Vedo che le noiose scale sono state eliminate quasi del tutto e sopravvivono solo nel riscaldamento.
Soprattutto sono però comparsi i brani: semplici brani musicali tratti da un libro e di livello di difficoltà crescente ma, almeno inizialmente, ben bilanciato. Sono stati fondamentali per farmi migliorare!
Inoltre c'è Carry on, una canzone dei Manowar: finalmente si inizia a fare sul serio!
California è invece il brano Hotel California: da adesso in poi il maestro cercherà sempre di darmi un brano con accordi “normali” e un altro con power chords e magari delle melodie...
Solf è invece il programma Solfege: secondo il maestro di utilità fondamentale (serve per esercitare l'orecchio) ma, da quando dopo qualche mese sono riuscito a farmelo “sospendere”, sono poi stato ben attento a non menzionarlo più...

Sembra incredibile ma dopo sole altre sette pagine si arriva al 2 gennaio 2013!
Oltre all'eterno pattern ci sono i brani What's up per gli accordi, Aces high per i power chords, Chevalier de la table per la melodia e Sweet child of mine per la tecnica (bending, slide etc...).
Da notare le diverse velocità di esecuzione di Aces in base alle diverse battute.
Layla è nel riscaldamento e in pratica serve solo per esercitarmi con il pull off.
Alcuni esercizi iniziano a riuscirmi facilmente: è il caso del brano The Hellion inserito il 13 gennaio e tolto il 28 dello stesso mese...

Circa altre 7 pagine dopo si arriva alla quarta di copertina (come si può vedere sono spariti i quadretti!) e alla data del 5 agosto 2013. Il miracolo è avvenuto grazie all'aver pigiato 15 esercitazioni per pagina!
Non sto ad analizzare i singoli esercizi perché ce ne sono troppi. Mi limito a far notare che c'è sempre l'esercizio pattern mentre i vari brani hanno le diverse caratteristiche menzionate precedentemente...

Conclusione: e ora come faccio?

sabato 14 settembre 2013

Inutile

Attenzione! Questo è un pezzo sconclusionato che non porta da nessuna parte: chi lo legge lo fa a proprio rischio e pericolo (di annoiarsi).

Ho visto un film bellino (Boogeyman – L'uomo nero), beh diciamo discreto perché il finale stonava parecchio...
Inizialmente si vede un bambino nel suo letto che teme ci sia un mostro nella cameretta: poi arriva il padre a rassicurarlo ma viene preso da una creatura nascosta nello sgabuzzino!
Poi la vicenda si sposta di una ventina d'anni nel futuro: il bambino ormai è un giovane uomo terrorizzato da qualsiasi porta socchiusa, è stato in ospedale e crede che la visione avuta nell'infanzia fosse solo una fantasia per spiegare la scomparsa del padre. Poi si verificano un sacco di episodi strani che però possono essere interpretati come semplici suggestioni: in altre parole il film gioca sul dubbio che le paure del protagonista siano reali o no. Il finale sfortunatamente si trasforma in un banale splatter e si perde tutta l'ambiguità che aveva dato spessore alla pellicola: peccato...

Questa storia mi ha ricordato un racconto che scrissi nel 2001 o giù di lì: anche nella mia trama c'era un adulto che da bambino aveva avuto degli incubi nella sua cameretta. Ovviamente la mia versione era più complessa e alla fine si scopriva che il mostro era sì reale ma non sovrannaturale. Mi pare decisamente meglio il mio racconto anche se sono un po' di parte...
Ah, il film è di vari anni posteriore quindi non mi sono ispirato, nemmeno indirettamente, a esso!

Sono molto fiero della mia fantasia e mi secca molto quando scopro che qualcuno ha avuto un'idea simile alla mia: soprattutto se la mia idea è posteriore perché in quel caso si potrebbe pensare che la mia creatività ne sia stata influenzata.
Un giorno scrissi un racconto piuttosto modesto, anzi solo una sorta di prologo, dove c'era un professore gufo parecchio antipatico che trattava male i suoi studenti. Feci leggere questa bozza a un mio amico che mi stupì dicendomi che la figura del gufo (in realtà secondaria) gli sembrava pesantemente ispirata dal professore protagonista di una sua storia (questo mio amico scrive dei bei racconti). Io ci rimasi male: in effetti, sforzandomi, ricordai vagamente il racconto di questo mio amico ma non era assolutamente fra quelli che mi avevano più colpito, anzi...
Alla fine capii come stavano veramente le cose: entrambi, per la figura del professore antipatico, ci eravamo ispirati, evidentemente senza rendercene conto, a un nostro professore dell'università! Per questo i nostri personaggi si somigliavano così tanto!

Tornando al film, vedendo il protagonista che cerca di affrontare le sue paure (quando ancora le considerava delle semplici suggestioni), mi sono un po' immedesimato in lui.
Per i dettagli rimando a uno dei miei primi pezzi in assoluto, KGB le Origini: lo sterminatore, dove spiego come da bambino avessi ogni notte incubi a base di lupi mannari ma che, arrivato all'adolescenza, iniziai a essere io a uccidere i lupi mannari e infine smisi di sognarli.
Sfortunatamente i miei amici, come i miei lettori, sono prevalentemente ingegneri-chitarristi e fra loro non ho nessun psicologo (*1), un giorno però incontrai un'amica psicologa di mia cugina e mi affrettai a chiederle un'interpretazione sulla fine dei miei incubi a base di lupi mannari.
Ovviamente parlandole per soli cinque minuti non potei entrare nei dettagli e la sua spiegazione fu molto deludente: in pratica mi disse che, semplicemente, avevo superato le mie paure...
Ma se questa era l'interpretazione corretta non avrei dovuto semplicemente smettere di avere gli incubi? Che bisogno c'era di sognare la mia caccia spietata ai lupi mannari?
Non lo so.
Forse questi sogni evidenzino un lato vendicativo del mio carattere...
Anni fa fui pinzato da un calabrone vicino a un occhio: da allora appena vedo un calabrone (*2) invece di temerlo cerco di ucciderlo. Magari converto la paura in aggressività...

Nota (*1): potessi scambiare un ingegnere con uno psicologo!
Nota (*2): per una storia simile vedi Osea 8, 7...

venerdì 13 settembre 2013

Strabuccino quiz

Come al solito l'entusiasmo dei miei lettori per le vicende di Strabuccino è stato facilmente contenibile...
Però, come avevo anticipato nel corto Finito!, voglio comunque rinfocolare la curiosità sul racconto per farlo riguardare con occhi diversi. L'idea è quella di proporre il seguente quiz (spero) interessante e (spero) divertente.

  1. Gandalf cita Gandalf: quali sono i passaggi ripresi dal Signore degli anelli?
  2. Logicamente solo Gandalf riprende dei dialoghi dal Signore degli anelli ma c'è un'eccezione: un breve passaggio di prosa che mi piaceva troppo... quale?
  3. Da dove viene la citazione “È caduto! È caduto! Gandalf il grande!”?
  4. Il nome “Effexxxv” non è gallico né ispirato ad Asterix: spero di non offendere l'intelligenza dei miei lettori chiedendo loro la sua origine...
  5. Domanda sulla trama: secondo voi cosa avrebbe fatto il cavaliere Furbo se il giorno della gara degli animali non ci fosse stata la pioggerellina?
  6. Domanda sulla trama: inizialmente il cavaliere Furbo come e quando pensava di liberarsi di Strabuccino?
  7. Cosa ha l'Autore contro scoiattoli e capre?
  8. Perché Pescasoda si chiama così? Questo nome le rende merito?
  9. A quale personaggio della narrativa mondiale è ispirato (più che altro ho verificato come ne veniva reso il linguaggio...) Lettaculo?
  10. Domanda storica: chi erano i due precedenti amori di Strabuccino di cui viene menzionato il nome in altri racconti?

giovedì 12 settembre 2013

Lo Strabuccino Azzurro (4/4)

Strabuccino non stava in sé dalla gioia: finalmente la donna dei suoi sogni lo avrebbe amato! Passate erano le numerose recenti e remote delusioni: il suo cuore avrebbe finalmente traboccato di felicità e, per sempre, avrebbe battuto all'unisono con quello di Pescasoda...
Con questi gioiosi pensieri in mente Strabuccino salì i gradini due a due impaziente di trovarsi faccia a faccia con la sua amata. Finalmente, con il cuore in gola, arrivò a un piccolo ingresso dove una pesante porta di legno permetteva di accedere alla camera di Pescasoda.

Senza fiato bussò alla porta socchiusa, aspettò qualche secondo, gli parve di udire solo un soave mormorio e così, incerto, ribussò un po' più forte...
«HO DETTO “AVANTI”! MA CHE SEI SORDO!» - arrivò stavolta chiara e forte l'amabile voce di Pescasoda.
Timidamente Strabuccino si fece coraggio ed entrò nella camera della sua amata: Pescasoda era sdraiata sopra il suo letto, appoggiata a un cuscino, e indossava una vestaglia sottile e trasparente che le lasciava nude le braccia e gran parte delle gambe. Stava sfogliando una rivista mentre alla tivvù c'era una soap opera. I morbidi capelli rossi erano sciolti e ricadevano dolcemente sulle sue spalle: quando alzò lo sguardo su Strabuccino i suoi occhi grigi chiarissimi lo trapassarono da parte a parte e lui rimase senza parole perché in essi vide il riflesso del proprio amore.
Pescasoda invece non rimase altrettanto impressionata e disse: - «Ah... hai vinto tu: con la mia fortuna dovevo immaginarmelo che avrebbe vinto l'unico brutto, basso e pelato...»
Strabuccino rimase un attimo interdetto ma solo un attimo: infatti lei non gli aveva detto di non amarlo ma soltanto che non era né bello né alto e che aveva pochi capelli: questo significava semplicemente che lei l'amava per quello che era!
Strabuccino era talmente colpito dalla figura della ragazza, dalle sue dolci movenze, dal lieve ondeggiare del suo seno quando muoveva un braccio, che il suo cervello era incapace di pensare: fortunatamente il suo cuore prese la parola e disse - «Oh mia adoratissima Pescasoda, da quando ho sentito il tuo nome il mio cuore batte solo per te. Quando poi ti ho visto per la prima volta, affacciata al tuo balcone, il mio cuore si è fermato e il corpo ha smesso di ubbidirmi: non riuscivo a distogliere gli occhi dalla tua fulgida bellezza e solo quando chiudesti la finestra ripresi a respirare. Adesso che sono alla tua presenza non riesco a trovare parole degne della tua persona: nessuna frase può descrivere lo splendore del tuo aspetto, l'intelligenza del tuo sguardo, la bontà del tuo sorriso, il corrusco...»
«Uffa! Hai ancora parecchio da chiacchierare?! Io avrei di meglio da fare che stare a sentirti...» - l'interruppe Pescasoda.
Ancora una volta Strabuccino rimase sorpreso dalle parole della sua amata: ma anche in questo caso il suo amore cancellò ogni incertezza. Pensò che Pescasoda, dopo aver aspettato per anni che un uomo la salvasse, avesse adesso voglia di passare subito ai fatti invece di ascoltare la sua professione d'amore; si avvicinò quindi con delicatezza ai piedi del suo letto ma, quando vi si appoggiò con una mano per salirvi sopra...
«Che fai brutto sgorbio! Cosa ti salta in mente! Come ti permetti anche solo di avvicinarti a me?!» - gli urlò contro Pescasoda.
Strabuccino fece un salto indietro e disse - «Scusami! Pensavo che dopo tutti questi anni, tu avessi voglia di... ehm... contatto umano?»
«Come osi, orrido verme, credere che io voglia anche solo sfiorarti? Già guardarti mi disgusta! Adesso ho capito che la mia prima impressione era corretta: sei uno schifoso porco maschilista! Credi che una ragazza come me debba per forza amare il primo uomo che la salvi?! Credi che, come una cagna in calore, io si disposta a unirmi in un amplesso con chi capita? No caro, non è così! Io voglio trovare un uomo che mi piaccia e che mi rispetti: poi dopo esserci frequentati a lungo, quando lo conoscerò bene, gli permetterò di baciarmi e, se un giorno ci sposeremo... ma questi sono fatti miei che non ti riguardano...» - spiegò inviperita Pescasoda.
Strabuccino si fece piccino piccino e si azzardò solo a replicare: - «Ma il mio premio? Il tuo prezioso fazzolettino?»
Pescasoda aprì un cassetto del suo comodino, ne tirò fuori una scatolina di legno, piccola ma massiccia, e la tirò con tutte le sue forze contro Strabuccino colpendolo in testa. «E ora sparisci dalla mia vista essere disgustoso!» - gridò.
«Ma...» - obiettò timidamente Strabuccino.
«Ho detto FUORI!!» - urlò la leggiadra ragazza.
Così Strabuccino si voltò, uscì dalla camera di Pescasoda, e corse giù per le scale della torre senza nemmeno vederle. Non sentiva più pulsare il sangue nelle vene: probabilmente il suo cuoricino era di nuovo rotto.

Tornò all'Ostello dei Concorrenti a riprendere le sue poche cose ma là il dolore lo sopraffece: si gettò sulla branda e iniziò a singhiozzare pur senza riuscire a piangere perché la desolazione del suo spirito gli aveva inaridito gli occhi. Riusciva solo a pensare al suo incontro con Pescasoda e alle parole che si erano scambiati. Possibile che una ragazza bella e buona come Pescasoda non avesse visto oltre le apparenze, possibile che non avesse percepito l'immenso amore che lui provava per lei? Possibile che non avesse percepito le affinità dei loro spiriti? Per ore si torturò ponendosi domande a cui non poteva rispondere poi però si ricordò della scatola col fazzoletto: l'aveva lasciata nella camera di Pescasoda.
Pensò che sarebbe stato scortese non tornare a prenderla. E mentre lo pensava si era già incamminato verso la torre. Mentre saliva i primi gradini pensò che forse lei si era pentita, sperò che avesse capito di aver scacciato l'uomo che più l'amava, anzi più saliva e più se ne convinceva...
A questi pensieri si affrettò e, giunto quasi in cima, la sentì piangere e lamentarsi: subito Strabuccino fu sicuro che Pescasoda si fosse ravveduta: una felicità troppo grande per il suo corpo si impadronì di lui e gli gonfiò il petto quasi sollevandolo da terra: senza accorgersene arrivò di corsa al pianerottolo e sbatté contro la porta, adesso saldamente chiusa, della camera di lei.

«Sssss!» - sibilò una voce irritata - «Ssstai attento Ssstrabuccino! Mi hai quassi calpesstato...»
«Come? Lettaculo che ci fai qui? Ma cosa succede di là...?» - chiese uno Strabuccino non troppo in sé. Dalla spessa porta di legno si udiva infatti Pescasoda lamentarsi non per il dolore ma bensì per il piacere. Ogni tanto si poteva sentire la voce dura e profonda di un uomo grugnire qualcosa di incomprensibile ma per lo più si udiva la voce squillante di lei che ritmicamente alternava gridando le varie vocali “aah!”, “eeh!”, “ooh!”, eccetera intercalandole a espressioni di vivace entusiasmo e consenso, come “sì!”, “ancora!”, “di più!” e così via...
«Sssu via Ssstrabuccino! Un po' di fantassia...» - disse Lettaculo - «Il mio padrone sssi ssta divertendo con Pessscassoda: ssì, sssì, un bel bocconcino davvero...»
«Ma come è possibile?! Io... io... e lei...» - chiese uno sconvolto Strabuccino.
«Sseemplicemente il mio asstuto padrone sssi era accordato con lei...»
«Ma come? Come avrebbe fatto a parlarle? La grata era chiusa e sigillata...»
«Sssì certo: la grata era chiussa e sssigillata... ma per me non è sstato un problema: ssono tranquillamente sscivolato ssu sssu per le sscale ssss... e ho riferito a Pessscassoda il messssaggio del mio padrone. Furbo come un sserpente osserei dire... Le ho detto “Il mio coraggiosso padrone, il cavaliere Furbo, ti manda un messsaggio: attenta Pessscassoda! Lo sschifosso Ssstrabuccino, il più malvagio e brutto degli uomini, vincerà la gara e vorrà godere della tua bellezza per ussarti per il ssuo piacere! Però, sse farai come ti dico, riusscirai a resspingerlo e io, tuo devoto ammiratore, potrò avere l'immeritato privilegio di mettermi al tuo sservizio”. Inutile dire che il mio padrone, una volta faccia a faccia con Pessscassoda, non ha avuto problemi a far mettere lei al ssuo sservizio! Ssss! Ssss! Sss! Ah! Poi mi ha anche fatto aggiungere “Colui che mi manda ti ha donato il corno di vampirozombiecapramannaragigantecornuta dorato e con le gemme incassstonate e lui possiede un sserpente più grossso di me”: infatti, il mio padrone ama ripetere, i riferimenti all'oro e ai sserpenti dei masschi umani non mancano mai di eccitare la fantassia delle giovani femmine...» - spiegò Lettaculo.
Nel frattempo i rumori provenienti dalla camera di Pescasoda stavano diventando più forti: si sentiva chiaramente il ritmico “tump!” del letto contro il muro sovrapposto a uno “splat!” marcatamente più carnoso. Inutile dire che Pescasoda cantava a squarciagola le sue melodie sopra questo vigoroso accompagnamento...
«Ma... ma come...» - riuscì solo a bisbigliare Strabuccino.
Lettaculo, con la freddezza tipica della sua razza, non si preoccupò dei sentimenti di Strabuccino e, anzi, interpretò il suo bisbiglio come la volontà di sapere ogni particolare della vicenda: oltretutto Lettaculo era molto fiero dell'astuzia del suo padrone e amava descriverla nei dettagli.
«Sssì, tutto era sstato preparato nei dettagli... Chi credi che ti abbia mandato quel ridicolo coniglio? Sssì è sstato il mio padrone! Aveva bissogno di te per ssuperare il ponte infuocato e procurarsssi il corno di vampirozombiecapramannaragigantecornuta... Non capissci ancora? Gandalf... ma forsse dovrei chiamarlo col ssuo vero nome: Vermeconigliolinguo... ti ha lassciato nel bossco ed è tornato indietro a prendere l'altro corno per portarlo al mio padrone! Ssss.... »
«Non è possibile! Gandalf è morto! Si è sacrificato per salvarmi!»
«Ssss! Ssss! Ssss!» - rise il serpente - «Ssse non mi credi perché non chiedi direttamente a lui?» - disse allentando alcune spire del suo corpo e rendendo così visibile il musetto impaurito di Vermeconigliolinguo.
«Anche tu, Gandalf, amico mio!?»
Ma il coniglietto era troppo imbarazzato per rispondere e si limitò ad abbassare gli occhi a terra.
«Possso risspondere io alla tua ssss... implicita domanda: la paura ssss.... la paura è la rissposssta. Vermeconigliolinguo... sss... mi ha vissto sstritolare e inghiottire tutti i sssuoi tenerissssimi nove fratellini e, naturalmente, sssuo padre e ssua madre. Mi odia ssssì... ma mi teme ancor di più e obbedissce a ogni mio comando...»
Nel frattempo nella stanza accanto era stato raggiunto il climax sottolineato da un lungo ed entusiastico grido di Pescasoda che rassomigliava a un “Aaaaahhhoooohhhhaaaaahhh! Sssiiiiiiiiiiì!!!» seguito da una relativa quiete.
«Non hanno finito: il mio padrone avrà bissogno di Pessscassoda ancora per molte ore: era tanto che la dessiderava e poi ha pressso le magiche pillole blu...» - spiegò Lettaculo che proseguì poi con la sua spiegazione - «Sstamani ha convinto il cavaliere Ricco a pagargli una cifra altissssima per la ragazza...»
«Come?» - ripeté per l'ennesima volta Strabuccino che iniziava ad avere un forte mal di stomaco - «Cosa vuoi dire?»
«Il cavaliere Ricco vuole potersssi vantare del proprio valore guerresssco con i ssuoi amici. Per quessto ha pagato un ssacco di gemme al mio padrone: lui gli conssegnerà Pessscassoda. Ma non oggi, domani, quando ne ssarà ssazio e annoiato...»
«Come: il cavaliere Furbo non ama Pescasoda? Ha intenzione di venderla?!» - chiese Strabuccino incredulo.
«Ssssss! Ssss! Ssss!» - rise a lungo Lettaculo - «Il cavaliere Furbo ama ssolo ssse sstesssso! E io gli ssono ssimpatico! E ssoprattutto utile sss... Al cavaliere Ricco non importa ssse il mio padrone ssi gode Pessscassoda prima di consegnarlela: lui tanto sssi può comprare tutte le donne che vuole. Pessscassoda non gli sserve per il proprio piacere ma ssolo per il proprio ego...»
A queste rivelazioni Strabuccino rimase a bocca aperta totalmente inorridito cosa che fu interpretata da Lettaculo come un'ulteriore richiesta di spiegazioni.
«Sssì perché il cavaliere Ricco ti temeva molto Ssstrabuccino: aveva capito che non ti poteva comprare con i ssuoi sssoldi. E anche il mio padrone ti teme: non capissce il tuo coraggio e la tua determinazione ma sssa che ssse anche ti uccidessse e ti facessse a pezzi... ssss tu rissorgergeressti e, prima o poi, lo ssconfiggeressti...»
«Avrà anche paura di me ma non mi pare si sia fatto scrupoli a rubare la mia amata!» - sbottò Strabuccino: anche perché dalla camera accanto si udivano di nuovo dei mugolii e dei sospiri che, ancora una volta, indicavano che il letto veniva intensamente usato e non per dormire.
«Il mio padrone l'aveva previssto! Ti devo dire “Sse giuri di lassciarmi in pace, il mio fido Lettacula, lasscerà andare ssano e ssalvo Vermecongliolinguo”»
A queste parole Vermecongliolinguo alzò il capino tutto speranzoso per guardare Strabuccino.
«Perché dovrei volerlo salvare: mi ha tradito! E poi comunque, nonostante tutto, non posso permettere che Pescasoda venga venduta al cavaliere Ricco!»
«Previssto! Previssto!» - si capiva chiaramente che se il serpente avesse avuto le mani le avrebbe usate per applaudire l'astuzia del suo padrone: - «Tu ssalverai Vermecongliolinguo perché ssei buono. Il mio padrone non capissce la bontà ma la ssa riconosscere e la ussa a ssuo vantaggio: anche sse Vermecongliolinguo ti ha tradito non puoi lassciarlo morire perché lo consideri un sssss... amico... Ssecondo, Pessscassoda non vorrà esssere ssalvata: lei dessidera ssolo i ssoldi e il cavaliere Ricco gliene darà... ssss in abbondanza... Perché credi ssia sstato cossì facile per il mio padrone ssedurla?»
Strabuccino ci pensò a lungo ma, a malincuore, dovette ammettere che Lettaculo aveva ragione in entrambi i casi: giurò di non vendicarsi del cavaliere Furbo e il serpente lasciò libero Vermecongliolinguo che sfreccio via, giù per le scale, senza nemmeno ringraziare.
Strabuccino stava per fare qualche altra domanda a Lettaculo quando dalla camera di Pescasoda il letto iniziò di nuovo fare “Tump! Tump!” e la ragazza ad accompagnare questi suoni con un entusiasmo che lo feriva: da tempo aveva il cuore rotto ma, al crescendo appassionato di “sììì ancora!” di lei, si frantumava dolorosamente in pezzettini sempre più piccoli...

Mentre Strabuccino scendeva le scale barcollando, udì ancora una volta la voce di Lettaculo: «Ssse permettimi un'ultima ossservazione ssss... tu devi ricordarti di esssere ssolo un ometto-fungo: nessssuna donna amerà mai un ometto-fungo ssss... è rissaputo: gli ometti-fungo sssono buoni sssolo ad avere il cuore ssspezzato! Ssss! Ssss! Sss! Ssss!»

mercoledì 11 settembre 2013

Buccia di patata

Ho scoperto che Bisba ne va matta: ieri ne ho pelate molte e, inevitabilmente, alcune bucce mi sono cascate a terra.
Bisba prima ci ha giocato un po', poi le ha assaggiate e, trovandole di suo gradimento, le ha mangiate tutte!
Ero anche preoccupato perché temevo le facessero male ma fortunatamente è stata benissimo.
Ah, e non è che faccio morire di fame questa povera gatta: è lei famelica! anzi, ad agosto, il veterinario l'ha trovata pure un po' ingrassata...

Scigliosi - 13/9/2013
Cambiando canale mi sono soffermato sull'immagine di un bambino seduto in panchina con dei calciatori adulti che si lamentava piangendo per un taglio sopra l'occhio destro. Non capivo ma poi il replay ha chiarito tutto!
Il bambino stava giocando contro la nazionale di calcio italiana (immagino un'amichevole) e con una finta aveva scartato un giovane giocatore italiano: quest'ultimo per riprendersi ruota velocemente su se stesso con le braccia volutamente molto larghe e colpisce il ragazzino al volto facendogli fare una capriola su sé stesso. Qualche istante dopo arriva De Rossi e si intuisce che gli urla «Che ca### hai fatto!». Scigliosi si allontana senza nemmeno guardare il bimbo dolorante a terra e ha solo un gesto di disappunto quando viene immediatamente sostituito!
Per il nome non lo ricordo più esattamente (non era De Sciglio) ma era simile a “Scigliosi”. Solo un sogno ma l'imbarazzo dei nostri era molto realistico!

Auch! - 16/9/2013
Sabato ho partecipato a un matrimonio e, per riguardo agli sposi, mi sono dovuto sacrificare mangiando come un porcellino...
Non ho il peso di domenica mattina ma stamani, lunedì, ero risalito a 68.9 chili. Oltretutto, come sempre mi accade in queste occasioni, il mio ciclo cibo-pancia-bagno è rimasto bloccato al secondo passaggio col risultato che sembro un barilotto munito di gambe...
Speriamo che sia solo un picco momentaneo!

Chitarra onirica - 17/9/2013
La chitarra entra ufficialmente nei miei sogni!
Ieri ho sognato di essere in un albergo e di aver trovato, chiuse in un armadio, ben tre chitarre Fender: il modello era lo stesso della mia Colita solo che, invece di essere messicane, erano made in USA (ovvero erano chitarre con la “c” maiuscola...).
Nel sogno ero ansioso di provarle e stavo valutando se fosse possibile scambiare la mia Fender messicana con quella USA dello stesso colore ma, a parte le perplessità morali, non vedevo scappatoie....
Proprio quando avevo finito di ripulire la chitarra (era tutta sudicia) mi sono svegliato: che rabbia!

28 - 21/9/2013
Appena vista la 2° puntata dell'8° serie di Dexter.
Sono un po' seccato perché l'anziana psicologa, coprotagonista di questa stagione, ha enunciato una teoria molto interessante che da molti anni mi frullava in testa ma della quale non avevo accennato nel viario: se lo facessi adesso tutti penserebbero che mi sono ispirato a Dexter...
Uffa!!!