Quali saranno le conseguenze politiche della morte di Casaleggio all'interno del M5S?
Nel tempo (vedere i miei pezzi col marcatore “M5S”) mi sono convinto che Casaleggio fosse l'eminenza grigia dietro al movimento e che Grillo, benché certamente amico, fosse a lui subordinato. Vedevo in Casaleggio la forza che prima delle elezioni del 2013 aveva ideato i principi (e soprattutto gli slogan) del movimento ma che poi, per mantenere il controllo della “propria” creatura, li aveva rinnegati. Aveva trasformato il M5S, in cui “uno vale uno”, in una sorta di piccola azienda a conduzione famigliare di cui lui era il principale e Grillo l'uomo immagine.
A lui attribuivo anche la scelta di non fare della vera opposizione (ovvero, visto che in parlamento tutto è inutile, fare delle manifestazioni in piazza) perché lo scopo di Casaleggio non era quello di vincere le elezioni ma di conservare lo status quo.
Il patrimonio di attivisti sul territorio, poiché troppo numerosi per essere controllabili, sono stati abbandonati a se stessi e, soprattutto, lasciati volutamente privi di ogni potere in maniera che non potessero interferire con le decisioni prese dall'alto. I parlamentari invece sono considerati come dei dipendenti che, se non obbediscono al capo, vengono licenziati, ovvero espulsi, piegando i vaghi e fumosi regolamenti interni a proprio piacimento. Poi c'è il direttorio, inventato di punto in bianco per fare da parafulmini, con la sua dubbia legittimità politica e ambiguità di compiti e poteri. Fra i suoi membri spiccano Di Maio e Di Battista: lo scorso autunno (seguendo comunque il M5S distrattamente e dal di fuori) ho avuto la sensazione che avessero cercato di ottenere una certa autonomia politica. Tale iniziativa non mi sarebbe dispiaciuta perché avrebbe forse aperto la porta all'auspicata riorganizzazione interna che ritengo necessaria. Poi però, proprio dopo un breve confronto con Casaleggio, chinarono la testa e rientrarono nei ranghi.
E questo ci porta alla seconda parte del mio ragionamento: la malattia di Casaleggio doveva essere ben nota a chi gli stava vicino e quindi anche al direttorio. La sua morte non arriva certo completamente inaspettata e, chi più chi meno, avrà da tempo progettato come comportarsi e avrà la propria idea sulla direzione che il movimento dovrà prendere.
Da questo punto di vista il passo indietro del direttorio lo scorso autunno può essere visto, sebbene cinicamente, come un semplice temporeggiamento: il rimandare lo scontro a tempi migliori...
E in effetti quello che mi aspetto adesso è una guerra interna per spartirsi il potere rimasto vagante.
Grillo da tempo mi pare stufo, forse pure deluso, dalla politica e non mi pare che abbia l'intenzione di prendersi il totale controllo del movimento: quello che rimane è la tabula rasa di organizzazione e personalità che proprio Casaleggio aveva voluto. In questo deserto spicca solo il direttorio con la sua dubbia legittimità.
Proprio come se il M5S fosse un'azienda, sento fare in giro il nome del figlio come legittimo erede e nuovo leader: alcuni dicono che, evidentemente, già da mesi faceva le veci del padre. Ma una cosa è lavorare di nascosto e un'altra è farlo con la legittimità e autorità riconosciuta dai milioni di elettori del M5S. Ma dare a Davide Casaleggio questa legittimità non sarà facile: davvero dobbiamo pensare che attivisti, simpatizzanti ed elettori del M5S accetteranno che lo sconosciuto figliolo detti la linea politica? Casaleggio padre era stato (faticosamente!) legittimato da Grillo che aveva più volte ripetuto che il M5S era nato solo grazie ai loro sforzi congiunti: la maggior parte delle persone (io incluso) doveva prendere per buone tali affermazioni e questo dava a Casaleggio una sua influenza morale e quindi politica. Ma il figlio? Di certo Grillo non potrà ripetere tale pantomima anche con Davide...
Un'ipotesi, che mi è venuta in mente mentre scrivevo, è la seguente.
Inizialmente Grillo resta defilato e lascia per qualche settimana il direttorio e altri (che ancora non so prevedere chi siano) a scannarsi. Poi, constate “le difficoltà” e “le forze che rischiano di lacerare il movimento”, Grillo potrebbe fare un passo avanti e prendere le redini del M5S fino a un evento X. Grazie alla sua autorità nessuno avrebbe la forza di opporsi a questa sua decisione. Nel periodo di transizione Grillo affiderebbe poi a Davide, stavolta ufficialmente, sempre più mansioni e responsabilità. Arrivati all'evento X Grillo, grazie al suo carisma e alla sua abilità sul palco, potrebbe poi cercare di far confermare per acclamazione Davide nei suoi incarichi.
Ma anche in questa ipotesi ci sono molti “se”: prima di tutto non sono sicuro di quanta voglia abbia Grillo, indipendentemente dalla sua lealtà verso Casaleggio padre, di tornare così prepotentemente al vertice della politica del M5S. E poi nel frattempo il direttorio e gli “altri” non starebbero a guardare e probabilmente avrebbero la possibilità di mettere i bastoni fra le ruote.
Un'altra ipotesi e che si abbia una “votazione” sul blog di Grillo per dare un ruolo ufficiale a Davide Casaleggio. Poiché la votazione è fatta sui calcolatori dell'azienda Casaleggio i risultati potrebbero essere manipolati senza difficoltà. Gli attivisti (anzi, gli iscritti al blog di Grillo), anche se scettici, probabilmente si adeguerebbero al risultato soprattutto se Grillo lo legittimasse in qualche maniera.
L'ipotesi forse più probabile, vista l'italica "furbizia", è che si cerchi di fare tutto di nascosto e in silenzio: dare cioè a Casaleggio figlio le mansioni e i poteri del padre senza però nessuna legittimazione pubblica. Se però non sono proprio (politicamente) fessi il direttorio e altri (da definire!) ne approfitterebbero per prendere l'iniziativa. E di nuovo si arriverebbe a uno scontro interno, fra il blog e il direttorio che si smentiscono a vicenda. Tutto sommato questo scenario rientrerebbe nella prima ipotesi illustrata...
Conclusione: è, ovviamente, ancora troppo presto per capire come evolverà la situazione: bisognerebbe avere molte più informazioni (ad esempio le relative forze e ambizioni dei membri del direttorio, le capacità di Davide, la voglia di Grillo di tornare in azione...) per fare previsioni che siano minimamente attendibili...
Di sicuro però ci sarà una lotta interna di cui dai media sapremo poco o nulla ma che dovremo indovinare dagli articoli sul blog di Grillo da una parte e nelle dichiarazioni del direttorio da un'altra.
Io nutro una flebile speranza che questo conflitto interno possa portare all'auspicato rinnovamento del M5S o, meglio, a una sua rifondazione veramente trasparente e veramente democratica: ma ormai sono rimasto deluso troppe volte e la mia è una speranza molto ma molto flebile...
L'esempio di Benjamin Franklin
13 minuti fa
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