Come ho scritto da più parti e da più tempo (v. marcatore “Democrazia”) temo, anzi sono certo, che la democrazia occidentale viva una profonda crisi.
I “poteri forti”, ovvero i grandi poteri finanziari ed economici, hanno un'influenza sempre più determinante nelle scelte dei governi che spesso, almeno in alcune realtà (come l'Italia), operano coscientemente contro il benessere dei propri cittadini. E questo indipendentemente dal proprio colore politico: tutti i partiti sono infatti influenzati dai poteri forti e, una volta al governo, dimenticano immediatamente ogni promessa elettorale.
La conseguenza è che il cittadino si ritrova senza alcuna forza politica che lo rappresenti. Il risultato è la nascita di nuovi movimenti popolari e la disaffezione dal voto.
Eppure nonostante il voto elettorale tenda a perdere il proprio valore, ai cittadini rimane comunque un'arma molto forte: il boicottaggio.
Il boicottaggio è una forma di protesta pacifica e democratica in cui gli aderenti decidono di non acquistare beni o servizi da uno o più specifici produttori.
Ma anche se pacifica si tratta di un'arma estremamente potente (quasi una kryptonite!) contro le aziende: queste infatti sono sorde e indifferenti alla morale e al bene collettivo ma ci sentono benissimo quando si parla di intaccare i loro profitti!
Certo in alcuni casi non è una possibilità di facile applicazione: ad esempio nel caso della legge sulle trivelle nell'Adriatico, voluta dai petrolieri, diventa estremamente difficile riuscire a capire, ad esempio, quale “benzina” boicottare...
Fortunatamente in altri casi il boicottaggio è particolarmente facile.
La notizia è di questi giorni (v. Parmalat dice no al latte genovese e va a comprarlo in Cina): la Parmalat ha deciso di acquistare il latte per alcuni dei suoi prodotti addirittura in Cina e, ovviamente, a scapito dei produttori italiani!
Sulle reti sociali è iniziata la protesta che invita al boicottaggio (al quale volentieri aderisco) di tutti i prodotti Parmalat.
Io da tempo (*1) teorizzo che il boicottaggio dovrà divenire la principale arma politica del futuro visto che i governi si andranno sempre più ad appiattire sugli interessi dei poteri forti.
Mi chiedo come, quando e se il boicottaggio diverrà la norma, reagiranno tali potentati economici: difficile varare una legge che impedisca ai cittadini di boicottare un prodotto o un'azienda; probabilmente impossibile senza distruggere del tutto l'illusione di libertà delle democrazie...
Se ne avessi l'energia mi piacerebbe creare un sito in cui siano elencati i boicottaggi in corso, il motivo per cui sono fatti, il numero di aderenti... ovviamente con commenti e collegamenti alle risposte delle aziende in questione, alle notizie sui media, etc...
Da notare che il “Blog di Grillo”, che avrebbe la possibilità di implementare facilmente un meccanismo di questo genere, si guarda bene dal farlo: sfotunatamente infatti il M5S, come ripeto da oltre un anno, è interessato a fare solo un'opposizione fittizia e virtuale: nessuna manifestazione in piazza o altre forme di protesta che potrebbero ottenere qualcosa di concreto e, contemporaneamente, guadagnare molto consenso. Il M5S è infatti funzionale al sistema di potere perché incanala il malcontento in ambiti democratici ma non deve rischiare di vincere nessuna elezione importante...
Conclusione: ho molte speranze nel boicottaggio ma, negli ultimi anni, vengo sistematicamente deluso...
alla prima stazione
1 ora fa
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