«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

martedì 30 gennaio 2018

Superbatteri

È da parecchi giorni che volevo commentare questo articolo: Meno antibiotici nella lotta ai superbatteri di Ilaria Capua da LaStampa.it

L'articolo è semplice: in Italia, per una serie di concause, si stanno sviluppando dei superbatteri, ovvero dei batteri resistenti ai comuni antibiotici. Questo non è un problema di poco conto perché i superbatteri sono una minaccia letteralmente mortale per i malati e sono anche costosissimi per la sanità pubblica, sempre più spesso costretta a usare antibiotici (molto costosi) di nuova generazione nel tentativo di debellare le infezioni batteriche più resistenti.

Non sono un medico e quindi con i miei commenti mi soffermerò su piccoli particolari di varia natura che mi hanno colpito...

1. 2005 e Grecia: sembra che l'aumento esponenziale (passando dal 2% al 30%) dei batteri resistenti sia avvenuto negli ultimi dieci anni circa. Che il problema sia comune anche alla Grecia fa ipotizzare che una delle concause, sebbene indiretta, possa essere la crisi economica. Mi piacerebbe saperne di più.
2. Lavarsi le mani: una delle cause della proliferazione di batteri resistenti negli ospedali è dovuta banalmente al lavarsi poco le mani. Quest'anno sfortunatamente ho visitato più volte l'ospedale di Firenze: in ogni sala d'attesa e corridoio c'erano dei pratici distributori di disinfettante per lavarsi le mani. Io mi ero messo in testa di provarli ma non ne ho MAI trovato uno che funzionasse. In altre parole in Italia si è consapevoli del problema ma ancora non lo si prende seriamente.
3. Fra i migliori?: l'articolo afferma che la sanità italiana è una delle migliori del mondo. Se è così allora perché proprio in Italia si stanno sviluppando questi superbatteri? Come si fa a essere fra i migliori del mondo e aver permesso un uso così improprio degli antibiotici?
4. Politica: è notevole come nel dibattito politico questo argomento non trovi spazio. Questo la dice lunga sulla qualità e competenza delle nostra classe politica che non sa riconoscere un problema di gravità nazionale (e mondiale) anche quando la stampa glielo sbatte sotto il naso. Ma politici semi analfabeti, impegnati solo a “piaccere” alla “ggente”, cosa possono capire da un articolo lievemente scientifico come il sullodato?
5. Relazione: mi chiedo se ci sia una relazione fra i punti 2, 3 e 4. Forse fra i medici c'è già la consapevolezza del problema ma ancora, nei cervellini corrotti dei politici che ci amministrano, la consapevolezza di questo pericolo non ha trovato spazio. I distributori di sapone sono vuoti perché il politico di turno non è ha stanziato abbastanza denaro per tenerli sempre riforniti.
6. Estero: ciò che più mi impressiona e fa riflettere è che all'estero, chi si ammala ed è stato in Italia, viene subito messo in isolamento. Questo dà veramente l'idea della gravità del problema.
7. Battaglia persa: ripeto che non sono un medico ma se i superbatteri sono già un 30% del totale la logica matematica ci dice che la battaglia è già persa. Non si può circoscrivere un 30% di batteri perché significa che sono ormai da per tutto. È solo questione di tempo (pochi anni) e diverranno il 100% o poco meno.

Conclusione: in un'Italia devastata dalla crisi politica, economica e morale ci voleva anche questa... Ma, come scritto, probabilmente non è un caso.

lunedì 29 gennaio 2018

Con tristezza verso le elezioni

Che tristezza, che senso di impotenza...
Non c'è un solo partito decente da votare: forse qualche formazione politica di gente in gamba (e sconosciuta) ci sarà anche ma prenderà lo zero qualcosa di voti e sarà quindi irrilevante...

Anche per questo motivo non ho ancora indagato quale sia il nuovo sistema elettorale: sulla fiducia, avendo ormai maturato una buona conoscenza di chi siano i nostri soloni, immagino che sia una ca#### totale...

Il PD di Renzi, senza l'ipervisibilità dell'ex primo ministro, sta affondando nei sondaggi: le promesse non mantenute, il nepotismo, i favoritismi e le prebende distribuite a piene mani hanno infranto l'illusione che nel giovanotto ruspante ci fosse qualcosa di buono.

Ed ecco che rialza il capo una destra in decomposizione sia morale che di idee e uomini. Senza parlare del suo leader che ormai è l'ombra di se stesso: v. La verità su Berlusconi per chi ha poca memoria.
Il suo vantaggio, almeno nei sondaggi, è frutto non di un buon lavoro all'opposizione ma solo dell'incapacità dei vari governi targati PD: essi hanno fatto così male che gli elettori, semplicemente, non sanno più dove sbattere la testa.
L'eventuale vittoria della destra non rappresenterebbe il trionfo costruttivo dell'alternanza democratica ma solo l'ennesimo gradino verso il basso nel pozzo di un circolo vizioso politico dove l'elettore disperato non vota per il meglio ma per il meno peggio.

Il problema è che destra e sinistra italiana (come pensavo già dal 2000 circa in poi e ho scritto nel 2011, v. Douche & Turd) sono la stessa cosa: le differenze sono sfumature, questione di gusti.
Fra le due parti è solo una gara a chi fa peggio: se in questi anni al governo invece di Renzi ci fosse stato Berlusconi non sarebbe cambiato niente: anche lui avrebbe buttato 12 miliardi negli inutili F35 e avrebbe, più o meno pedissequamente, seguito le indicazioni dei parapoteri internazionali che mirano a spolpare l'Italia.
Quel che cambia è solo lo stile: (finto) moderno, (finto) efficiente e (finto) dinamico Renzi, (presunto) fascino casereccio stile anni '80 Berlusconi.
Il PD è solo, tradizionalmente, più protetto dai media (avete letto gli articoli sull'alleanza fra Renzi e De Benedetti?), che quindi cercano (evidentemente dovendo compiere sforzi enormi) di mostrarlo un po' meglio di quel che è... ma la sostanza è la stessa: stesso humus, stesso pattume...

E poi c'è il M5S, la mia speranza tragicamente delusa del 2013. Una forza politica che NON VUOLE vincere le elezioni e il cui scopo è solo quello di incanalare in ambito democratico il malcontento popolare (il M5S è un populismo apparente e inefficace secondo le mie definizioni di [E] 12.4). Non è un caso che il candidato unico Di Maio abbia, usiamo un eufemismo, lievi carenze di italiano: il suo scopo è infatti quello di piacere principalmente a una fascia di elettori, altrettanto istruita. Sicuramente persone in buona fede, che vorrebbero realmente un rinnovamento e un futuro migliore, ma molto ingenue...
Peccato però... Se Grillo & C. avessero voluto cambiare l'Italia avrebbero potuto farlo... o almeno avrebbero potuto provarci. C'era tutto: le persone sul territorio, l'entusiasmo, la speranza, l'energia...
Invece no: l'unico programma serio del M5S è fare altri 5 anni di opposizione virtuale, urlata e totalmente ininfluente.

E la Lega? È l'alternativa, sempre inutile, al M5S: pesca fra gli arrabbiati e i delusi del nord. Toni e argomenti sono diversi ma lo scopo è lo stesso: incanalare il malcontento popolare in ambito democratico. Dare una speranza per poi tradirla e non fare niente.
Se non sbaglio (seguo zero queste pantomime) Salvini si è alleato con Berlusconi, no? “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” è un proverbio valido anche in politica.

Poi immagino che, come al solito, ci siano molti altri corpuscoli politici che raccoglieranno qualche voto di nicchia. Tutti comunque ininfluenti: al massimo presteranno qualche voto alla nuova maggioranza in caso di necessità. Inutile quindi votarli.

Che farò io?
Ancora non ho deciso ma molto probabilmente non andrò a votare: lo sapete, ho un caratteraccio e non mi piace essere preso in giro. Non voglio avallare questa farsa, questa democrazia taroccata, con la mia partecipazione; né voglio rendermi, almeno moralmente, complice delle nefandezze che saranno certamente compiute contro l'Italia e gli italiani. Non distruggeranno il nostro paese con l'aiuto del mio voto.
L'unico piccolo dubbio che ho è quello di conoscere chi saranno i candidati del M5S in lista nella mia circoscrizione: se ci fosse qualche persona che conosco personalmente e che ritengo capace FORSE la voterò (*1).

Conclusione: che tristezza, che vuoto pneumatico di speranza...

Nota (*1): non ho seguito neppure le “parlamentarie” del M5S ma suppongo siano state, come al solito, opache e incerte. Dubito che le persone meritevoli siano riuscite a emergere visto che, scientemente, non gli sarà stata data la possibilità di farlo...

domenica 28 gennaio 2018

Telecom Odissey 17

Ieri, sabato 27, poco dopo aver pubblicato il corto Telecom Odissey 16 ho ricevuto una telefonata. Non ne sono sicuro ma, dalla voce e da quello che sembrava sapere, mi è parso il tecnico che il 22 novembre aggiusto il guasto e tagliò in due punti la mia linea.
In pratica mi ha comunicato che la mia chiamata era stata trasferita “in carico ai lavori speciali” insieme ad altre sette segnalazioni per lo stesso problema: infatti, circa 1Km prima della mia abitazione, hanno abbattuto degli alberi e troncato un palo della Telecom riducendo a brandelli più di un cavo (ci passa anche la mia linea insieme a molte altre). Io non notai problemi in quei giorni (forse non ero in casa?) e quindi non sono sicuro che sia direttamente connesso al mio rallentamento, però... è possibile...
Alla fine il tecnico ha accampato delle scuse per il lavoro non svolto nei pressi della mia abitazione: ha verificato che era stato inserita una richiesta di “pulizia piante” ma FORSE, dice, non sono intervenuti perché è un'area privata (mia). Allora, per non lasciarli scuse, gli ho detto che ci avrei pensato io a ripulire (anche se so che non ha senso visto che se vengono a mettere un cavo nuovo non ha importanza da dove passa il vecchio: semplicemente lo taglieranno e lo tireranno via).
Il tecnico mi ha poi promesso, ma io sono estremamente dubbioso, che ha inserito la richiesta di passare anche da me quando, la prossima settimana, passeranno per risolvere il problema a monte. Figuriamoci...

In definitiva non so cosa pensare: se per cambiare un palo spezzato e vari cavi letteralmente a brandelli, con sette segnalazioni di problemi sulla linea, ci mettono così tanto (non sono sicuro ma è ormai diverse settimane) a intervenire, allora quanto tempo occorrerà prima che sostituiscano il singolo cavo vicino a casa mia? Non vorrei che aspettassero la prossima eclissi lunare...

Che poi passino da me la prossima settimana dopo aver fatto il lavoro principale proprio non ci credo: se anche finissero prima se ne andranno direttamente a casa...

Comunque stamani (domenica 28) con la nebbia (molto bagnata) la linea mi viaggia a 1.6Mb...

Conclusione: bo, vedremo...

sabato 27 gennaio 2018

Il Giorno della Memoria

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

Ieri ho scoperto che il giorno della memoria non è dedicato, come credevo, al ricordo di tutti i genocidi ma specificatamente alle vittime dell'Olocausto.
Ciò che si dice sull'importanza della memoria è certamente vero: solo imparando dal passato si può evitare di ripeterne gli errori.
Ma la memoria, come la verità, per essere pienamente efficace non può essere troppo selettiva: se si perde il contesto allora la verità si inaridisce e diviene dogma; qualcosa di ripetuto pedissequamente ma non realmente compreso (v. Libertà d'opinione 1 di 2 e 2 di 2).
Per questo motivo se vogliamo imparare veramente dal passato è bene ampliare i nostri orizzonti e considerare anche altri genocidi. Paradossalmente questo lavoro di osservazione migliorerà la nostra comprensione anche dell'Olocausto e, soprattutto, ci permetterà di individuare similitudini fra queste stragi di massa. Questa comprensione è l'elemento fondamentale per imparare dal passato.

Idealmente mi piacerebbe portare avanti questo progetto di anno in anno ma, conoscendomi, non prometto niente.
Oggi però, prendendo lo spunto da L'armata a cavallo di Babel' (v. Un brutto e un bello) dove vi è un fugace accenno, voglio ricordare il genocidio dei circassi.

Non ho avuto tempo per approfondire l'argomento e le seguenti informazioni si basano esclusivamente sugli articoli di Wikipedia Circassians e Circassian genocide.

I circassi erano gli antichi abitanti della Circassia, una regione sulla costa del mar Nero a sud-est della Crimea. Già nel IV secolo a.C. esisteva nella regione un loro regno. Nel IV secolo d.C. il paese fu conquistato dai bulgari e, successivamente, alla disgregazione della Grande Bulgaria, la Circassia divenne parte del regno di Alania (dal VII secolo fino al 1338-39) che durò fino alla conquista mongola quando tale area divenne un kaganato.
La religione fu inizialmente quella cristiana ma nel XVII secolo la maggioranza degli abitanti divenne musulmana.
A cavallo fra il XIX e XX la regione subì l'espansionismo della Russia nell'area del Caucaso e, dopo la vittoria russa nel 1864, negli anni successivi dal 1864 al 1867, l'esercito russo uccise o costrinse alla fuga nell'impero Ottomano (che provocò numerose vittime a causa di epidemie e stenti) gran parte della popolazione locale. Solo pochi circassi giurarono fedeltà all'impero russo e rimasero nelle loro terre.
Ovviamente non abbiamo dati precise ma diverse stime valutano le perdite fra il 90% e il 97% della popolazione. Tuttora la grande maggioranza della popolazione di origine circassa vive in Turchia.
Secondo alcuni storici la deportazione dei circassi è il primo esempio moderno di genocidio e ispirerà poi quello degli armeni nell'impero Ottomano.

Da questa brevissima sintesi cerchiamo di estrarre gli elementi salienti di questo genocidio.
1- minoranza (rispetto alla popolazione russa)
2- religione diversa
3- differenza culturale (in particolare la lingua)
4- etnia (?)
5- localizzazione territoriale
6- il tipo di governo della maggioranza (impero russo)
7- rappresentanza politica della minoranza

Il punto 1 non spiega tanto le ragioni del genocidio ma è una precondizione che lo rende possibile: un tale atto deve essere imposto con la forza e solo una maggioranza netta può essere significativamente più forte da poter compiere tale crimine. Se la minoranza non fosse tale si avrebbe invece una guerra civile con perdite da entrambe le parti.
I punti 2, 3 e 4 possono essere riassunti con una sola parola: “diverso”. Per “giustificare” un genocidio occorrono comunque dei protomiti ([E] 2) che ne spieghino il motivo. Ovviamente si tratterà di motivazioni speciose ma è facile supporre che la loro base comune stia nel descrivere la minoranza come diversa, sotto molteplici punti di vista (per la religione, la lingua, la cultura, l'etnia, etc...), dalla maggioranza: e da questa “diversità”, vera o presunta, la minoranza è accusata, a torto o a ragione, di trarne vantaggio a discapito della maggioranza. Quanto queste differenze siano reali non è troppo importante: i protomiti non basano la loro forza sulla loro verità intrinseca ma dal numero di persone che crede in loro ([E] 2.4). Per questo una buona propaganda può compensare anche gli argomenti più deboli.
Il punto 5 ha una duplice lettura: a. se una minoranza è circoscritta in specifici territori allora sarà anche meno conosciuta dalla maggioranza che, quindi, crederà più facilmente ai protomiti contro di essa; b. il territorio abitato dalla minoranza, con le sue ricchezze, può essere il vero obiettivo del genocidio.

Bisogna infatti ricordare che ogni stato persegue principalmente gli interessi dei propri parapoteri e non della sua popolazione in generale ([E] 7 e 11): gli argomenti, ovvero i protomiti, con cui si giustifica alla maggioranza le ragioni del genocidio saranno sempre fuorvianti ([E] 2.5), ovvero avranno delle funzioni nascoste che inducono chi credi in essi a raggiungere delle conclusioni errate di cui, in ultima analisi, beneficeranno soprattutto i parapoteri, i “mandanti” del protomito.

Questo ci porta al punto 6. I parapoteri controllano, più o meno direttamente, ogni stato e ogni forma di governo. C'è da dire però che la democrazia, che nel proprio protomito fondante propugna l'uguaglianza degli uomini (da cui un voto a testa), avrebbe difficoltà probabilmente insormontabili a conciliare tale principio ([E] 11.1) con la necessità di uccidere una fetta significativa della popolazione.
Inoltre nelle democrazie anche le minoranze hanno la propria rappresentanza politica (punto 7: i circassi, dopo la sconfitta militare in guerra, non avevano più una loro rappresentanza) e questo, almeno parzialmente, le protegge (*1).

Tenendo conto di questi setti punti, facendo i dovuti distinguo e valutando senza mai dimenticare il buon senso, è più facile imparare la lezione del passato e applicarla al presente. Basta guardarsi intorno e vedere quanti di questi punti sono applicabili a situazione esistenti.
Nei casi in cui tutti e sette i punti non siano verificati è più improbabile che si verifichi un genocidio ma ciò non toglie che si debba rimanere all'erta per vigilare su possibili abusi della maggioranza sulla minoranza (*2).

Rileggendo quanto scritto mi rendo conto di assolvere, almeno parzialmente, la maggioranza della popolazione attribuendo il grosso della colpa ai protomiti fuorvianti creati dai parapoteri per raggiungere i propri obiettivi. In realtà è possibile che la maggioranza nutrisse già dei pregiudizi, ovvero distorsioni ([E] 2.2) sulla minoranza: ma questi da soli non possono sfociare in una violenza massiccia e organizzata. Possono però essere l'humus sul quale protomiti più complessi possono far crescere più facilmente la pianta della follia e dell'odio.

Infine credo che, se avrò la costanza di portare avanti questo progetto, col tempo e con maggiori esempi di genocidio a disposizione, sarà possibile arrivare a riflessioni più profonde che ci permetteranno di comprendere ancora meglio cosa possa renderli possibili. Questo pezzo di oggi non deve perciò non è un punto di arrivo ma di partenza.

Conclusione: con quanto scritto spero di aver dato un contributo utile, sebbene piccolo, al giorno della memoria.

Nota (*1): prendo l'occasione per ribadire l'importanza in democrazia di un'opposizione capace di esprimere la propria opinione e far sentire la propria voce. Per questo premi di maggioranza abnormi sono potenzialmente molto pericolosi.
Nota (*2): Un'intuizione: nel mondo attuale poi, dove tutto si misura col denaro, una forma di genocidio potrebbe essere quella di costringere una minoranza a vivere in condizioni di estrema povertà: la povertà genera altra povertà e dà poche possibilità di rivincita e miglioramento sociale. Da notare che la cultura occidentale (con la sua democrazia) è vulnerabile a queste forme di iniquità perché da secoli convive col protomito del capitalismo che giustifica e tollera anche grandi squilibri di ricchezza.

mercoledì 24 gennaio 2018

Quella donna è una XXX...

Mi è capitato un buffo equivoco mentre inserivo in Anki (v. Anki o La sanguisuga e non solo, il programma che uso per allenare la memoria) le parole che mi ero annotato durante la lettura dell'Armata a cavallo di Babel (v. Un brutto e un bello).
Della parola in questione, che per adesso indicherò con XXX, conoscevo già due significati: uno collegato al mondo dei cavalli e l'altro invece una variante volgare di “prostituta”. Ero quindi curioso di scoprire eventuali altri significati e che relazione ci fosse fra gli stessi.
Con mio grande stupore su Treccani.it non era però presente il significato volgare di XXX! Non solo: anche cercando su altri vocabolari in linea e sul mio cartaceo non ne avevo trovato traccia...

Mi era quindi venuto il dubbio o di aver preso un abbaglio oppure che si trattasse di un toscanismo particolarmente raro.
Però, parlandone a un amico, questi mi aveva subito confermato «Sì, significa “prostituta”»: mi ero così convinto che fosse un termine dialettale. Tornato a casa volevo cercare su un dizionario specializzato per averne conferma ma, sorpresa, adesso su tutti i vocabolari in linea che leggevo trovavo solo il significato di “prostituta”...

Allora ho ricontrollato cosa avessi inserito il giorno prima in Anki ed ecco svelato il mistero: probabilmente a causa della mia dislessia latente confondevo fra loro due parole completamente diverse!
La prima, collegata ai cavalli, era “gualdrappa”; la seconda era “baldracca”...
Volendo, una leggera somiglianza si può intravedere ma non mi pare tale da giustificare una sovrapposizione totale come mi era successo.

Aggiungo che avevo anche trovato risposta alle perplessità del mio amico quando gli spiegavo che “baldracca” ha anche il significato di “coperta di buona qualità che si frappone fra la schiena del cavallo e la sella”. Avevo infatti ipotizzato che le “baldracche”, evidentemente prostitute di campagna, usassero stendersi (per lavoro!) sopra delle coperte; inoltre vi vedevo una certa analogia fra il cavalcare dell'uomo, che sta sopra la sella e quindi la gualdrappa, e l'atto sessuale...
Insomma mi ero convinto che ci fossero buone ragioni per cui “gualdrappa” potesse anche indicare una prostituta!

Come estrema riprova ho provato a cercare su Google le chiavi “Gualdrappa” e “prostituta”. Curiosamente è uscito un risultato significativo: Un cane di resto di Guido Sperandio su Books.Google.it
Come si può vedere dall'anteprima del collegamento fornito da Google, “gualdrappa” appare in una lunga lista di sinonimi per “prostituta”:

In verità cercando poi nel e-book vero e proprio non mi è riuscito localizzare tale passaggio: o è stato rimosso oppure si tratta di un disguido di Google. Comunque mi sarebbe di conforto sapere che non sono stato l'unico a confondere “baldracca” con “gualdrappa”!

Conclusione: trovo comunque molto divertente e, anzi, mi dà un brivido di illecito scrivere una frase del tipo “la Presidente è una gualdrappa” anche se, per quanto visto sopra, ormai so che tale frase è di per sé priva di senso!

martedì 23 gennaio 2018

Telecom Odissey 14

Ebbene sì: si riparte con le telefonate e, probabilmente, con gli inutili sopralluoghi dei tecnici...
Ho aspettato stamani per vedere se il collegamento migliorava ma in nottata invece è addirittura peggiorato: dagli 1.7Mb/s si è passati 0.5Mb/s di questa mattina; adesso, nel primo pomeriggio, in una giornata di sole splendida, siamo a 1Mb/s. A differenza della scorsa volta adesso sono presenti degli “schiocchi” e “gracchii” che poi si calmano durante una telefonata tipici di un cavo danneggiato (ho riletto le mie note di 7 anni fa)...

Il problema potrebbe anche essere anche un po' più a monte rispetto ai miei "ficocchi" (v. Un lavoro con i fiocchi): perché nelle settimane scorse hanno tagliato degli alberi e, ovviamente, distrutto un palo della Telecom e strappato di versi cavi telefonici riattaccati ancora peggio del mio. Sul momento io non ho avuto problemi ma non è da escludere che anche il mio cavo fosse rimasto danneggiato in tale incidente e che solo adesso si inizino a sentire gli effetti...

Conclusione: rimango in attesa della prima telefonata del tecnico Telecom...

Telecom Odissey 15 - 25/1/2018
Per adesso la solita normale trafila:

24/1/2018
Ieri mattina mi ha telefonato una tecnica dalla centrale: le ho spiegato la situazione e lei ha constatato il problema perché la velocità era di 1Mbit. All'ora di pranzo, dopo aver spento e riacceso il router, la connessione era di 2Mbit ma riusciva a tenerla per pochi secondi e poi perdeva la linea e alla fine si è attestata di nuovo su 1Mbit.
In serata la velocità era di 1.6Mbit: c'è da dire che anche ieri è stata una bellissima giornata di sole ed evidentemente il nastro adesivo si è asciugato.

25/1/2018
Stamani la velocità è di 2Mbit e, mi pare, li regga (o perlomeno le disconnessioni non sono continue come ieri). In teoria oggi dovrebbe chiamarmi il tecnico locale e, conoscendo i miei polli, se la velocità resta questa, prenderà la palla al balzo per chiudere la chiamata...
Io ho intenzione di dirgli chiaramente che sul modulo in linea spiegherò la situazione, allegando le foto, chiedendo che la chiamata non venga chiusa e che, comunque, alla prossima giornata di pioggia si ripartirà da capo. So che non otterrò niente ma voglio che questa situazione sia messa a “verbale”...

Il congelatore - 25/1/2018
Qualche problema comunque riesco a risolverlo anch'io!
Questa estate in cucina avevo un vecchio congelatore che funzionava benissimo ma con la guarnizione di gomma che non chiudeva più bene: in pratica dalla parte superiore passava l'aria e di conseguenza si formava il ghiaccio che mi riempiva metà dello scomparto superiore e che, a sua volta, faceva chiudere sempre peggio lo sportello con gli ovvi risultati.
Allora avevo chiesto a un negozio di riparazioni quanto costava cambiare la guarnizione: dopo aver controllato il mio modello si scoprì che non era possibile richiedere solo la guarnizione ma bisognava cambiare l'intero sportello che costava “appena” 150€. A tale prezzo, senza considerare la mano d'opera, mi conveniva comprarlo nuovo.
Il tecnico mi consigliò quindi di provare con questo trucco: strofinare la guarnizione con alcool e riscaldarla con l'asciugacapelli per vedere se riacquista un po' di elasticità.
Ebbene io neppure ci speravo ma invece questo “trucco” ha funzionato: ormai sono passati molti mesi e non c'è la minima traccia di ghiaccio!

Telecom Odissey 16 - 27/1/2018
25/1/2018
Nessuna novità: non si è fatto vivo nessuno. Velocità sui 2Mbit, giornata nuvolosa ma senza pioggia.

26/1/2018
Esattamente come sopra.

27/1/2018
Velocità sempre di 2Mbit. Controllando sul sito Telecom ho scoperto che la mia chiamata era in “proposta di chiusura”. Ovviamente ho rifiutato e ho allegato un mio lungo commento sulla situazione aggiungendovi le foto dei "fiocchi".
Non mi aspetto che a questa tornata venga fatto qualcosa (siamo in Italia) ma voglio che rimanga nei loro sistemi che a questa prima iterazione non è stato fatto niente in maniera da poter farglielo notare alla prossima occasione (ovvero alla prossima giornata di pioggia intensa).

Tre (piccole) sorprese - 29/1/2018
Stamani ho terminato di inserire le nuove schede in Anki tratte da L'armata a cavallo di Babel'. Ho avuto due piccole sorprese:
1. congerie - pensavo fosse un francesismo e invece è italianissima (si legge quindi congeRIE e non congeRÍ). Significa mucchio di roba varia.
2. saliente - io conoscevo e usavo (spesso) solo il significato di “notevole, interessante” ma su Treccani.it questo è solo la voce “1d” e ci sono ben altre 5 accezioni tutte diverse!

Non invece aggiunto lapti perché non presente su Treccani.it Facendo qualche ricerca supplementare ho scoperto che è il nome russo delle scarpe di scorza: Bast shoe

A metà campionato

Volevo lasciare nero su bianco qualche breve considerazione.
- Mi devo ricordare di basare le mie valutazioni SOLO sulle partite che guardo direttamente: non sui giudizi altrui, sulle sintesi o sui risultati.

Questa settimana ho visto solo tre spezzoni di partita:
- Sampdoria–Fiorentina: ne ho vista circa ¼, al vantaggio della Sampdoria ho immediatamente smesso di seguirla. Della mia teoria dei giocatori più forti ho già accennato in Solita panoramica sul campionato: la maggior parte dei giocatori più o meno si equivale, la differenza la fanno solo i campioni. Ora la Fiorentina non ha veri campioni ma Chiesa è il giocatore che più si avvicina a uno di essi e, sicuramente, l'unico che può fare la differenza. Ecco però che Pioli, invece di organizzare la squadra per sfruttare Chiesa al meglio, preferisce mettere il giovane talento al servizio della squadra, ovvero a fare il terzino dove, ovviamente, difficilmente potrà fare giocate decisive. Insomma era una Fiorentina che non capivo e che non mi divertiva...

- Cagliari–Milan: guardata fino al pareggio del Milan. Dalle pallonate che tiravano i giocatori del Cagliari per liberarsi del pallone avevo la sensazione che difficilmente avrebbe tenuto e ormai, anche a causa di questi pezzi calcistici, mi diverto a fare il tifo contro alla squadra rossonera. Pensavo che Gattuso si fosse deciso (giustamente) a puntare su Cutrone ma ho visto che gli ha preferito Kalinic... bo... non capisco questa confusione: magari la prossima settimana schiererà il portoghese?

- Inter–Roma: ho visto solo il primo tempo poi mi sono annoiato. Nessuna delle due squadre mi è parsa in salute. A inizio anno le davo rispettivamente terza e quarta (col possibile inserimento della Lazio) ma ancora adesso non sono sicuro quale sia delle due la migliore. Vero che la dirigenza della Roma sembra molto più interessata a fare cassa che a rafforzare la squadra a Di Francesco. In verità a me Dzeko non piace (troppo complicato da far rendere al massimo; solo Spalletti, ma con l'aiuto dei passaggi di Salah, era riuscito a sfruttarlo bene) e quindi lo venderei di corsa, però così rimane solo con l'incognita Schick... Insomma il sorpasso Lazio appare sempre più probabile: se poi la Roma perdesse anche Nainggolan... Sono sempre più dell'idea di averci visto giusto a inizio anno: la dirigenza Roma voleva far cassa e aveva preso Di Francesco per fargli fare da capro espiatorio: l'allenatore "promettente" ma ancora non "pronto" per una "grande" squadra. Anche se, in questo caso, mal si spiega l'acquisto azzardato quanto costoso di Schick: ma a me Monchi sembra un dirigente parecchio bravo a vendere se stesso e, personalmente, non mi piace: magari ha preso un grosso abbaglio...

Stasera non ci penso neppure a guardare Genoa-Juventus [scritto ieri pomeriggio!].
Allegri fa giocare alla sua squadra un gioco solido e prudente per ottenere il massimo risultato (3 punti) col minimo sforzo. Con le squadre più deboli di solito vi riesce senza problemi ma, non essendo un tifoso juventino, le trovo mortalmente soporifere...
A proposito di Juventus voglio aggiungere una considerazione che non mi è capitato ancora di trovare da nessuna parte (ma seguendo principalmente Sky non c'è da stupirsene visto che i suoi “giornalisti” sembrano più presentatori impegnati soprattutto a pubblicizzare ed esaltare i loro prodotti televisivi e, indirettamente, le squadri maggiori: impossibile quindi ascoltare su Sky una critica di qualsiasi genere a Juventus, Milan, Inter etc...).
La mia considerazione riguarda la strategia della Juventus di sfruttare la propria egemonia finanziaria per acquistare un gran numero di giocatori italiani: alla lunga, se già non lo sta facendo, questo provocherà un sempre maggior squilibrio fra le squadre di serie A perché molti dei giocatori migliori saranno già suoi. Ovviamente questo è un problema solo se si volesse avere un campionato più equilibrato, altrimenti bene così...

Ero partito per scrivere un corto ma ormai...

Aggiungo allora la mia opinione sui giocatori “puntati” dal Napoli:
- Verdi: non lo conosco. Gli esperti di mercato insistevano molto sul fatto che uno dei vantaggi dell'operazione fosse che Sarri conoscesse già il “ragazzo”: ma non consideravano il fatto che anche Verdi conoscesse già l'allenatore del Napoli. La scelta di rimanere a Bologna secondo me è dipesa molto da questa consapevolezza anche se nessuno l'ha evidenziata.
- Politano: a me piace molto. Sarebbe sicuramente un buon rinforzo con aspirazioni da titolare.
- Deulofeu: l'anno scorso mi era sembrato un giocatore fortissimo capace di vincere delle partite da solo; un giovane con le potenzialità del campione. Credo che avrebbe dovuto essere la prima scelta di Sarri: forse l'allenatore non lo vuole perché rischierebbe di rompere gli equilibri nell'attacco? Secondo me è infatti più forte di Insigne che non mi piace troppo perché talvolta lo trovo troppo lezioso, alla ricerca di giocate difficili quanto inutili e, spesso, sbagliate.
- Quarto nome: mi pare un giovane attaccante del Liverpool? [Modificato 23/1/2018 - Probabilmente ho preso un abbaglio confondendomi con l'Inter: il senso del discorso comunque rimane valido...] Comunque non lo conosco se non di nome... Però trovo poco credibile che il Napoli (o altre squadre italiane all'infuori della Juventus) possano permettersi di andare in Inghilterra e portarsi via un giocatore di prima scelta. Secondo me se ne parla tanto per fare e, se Politano rimane al Sassuolo, il Napoli non comprerà nessuno. Sbagliando secondo me perché Milik, anche quando tornerà in campo, difficilmente sarà al massimo (i giocatori grossi e robusti hanno bisogno di tempo per entrare in condizione: vedi come ha stentato Belotti al rientro dopo il primo infortunio): possibile non ci fosse un vecchio, ma affidabile, giocatore in grado di giocare un paio di partite e qualche scampolo senza fare storie a rimanere in panchina per il resto del tempo?

Conclusione: ultimamente non seguo molto il calcio ma mi pare che le mie previsioni iniziali stiano venendo più o meno confermate. Rispetto alle mie previsioni (v. Ultima previsione e Mercato chiuso) confermo di aspettarmi il sorpasso Juventus in questa seconda parte del campionato ma la Lazio sta andando oltre le mie più rosee aspettative mentre la Roma, dopo l'ottima partenza (con Dzeko che segnava) sembra in forte affanno: insomma la Lazio dal 5° posto che avevo pronosticato minaccia di raggiungere perfino il 3°...

lunedì 22 gennaio 2018

Un lavoro con i "fiocchi"

Lo scorso 24 novembre, meno di due mesi fa, nel pezzo Telecom Odissey 13 gongolavo di gioia perché il mio problema con l'ADSL era stato risolto dopo due settimane di telefonate e una sfilza di tecnici variabilmente incompetenti. Finalmente, il giorno prima, era venuto un giovante tecnico esterno a TELECOM che non aveva avuto paura di sporcarsi le mani, aveva subito localizzato il guasto e l'aveva risolto.

Non avevo però scritto che per fare alcune prove di verifica aveva brutalmente tagliato il cavo della mia linea telefonica intorno al palo da cui era stato strappato (il 17 maggio 2010) quando vi era caduto sopra un albero...
Poi, invece di sostituirlo, vi aveva aggiunto un 20 metri di cavo nuovo collegandolo al vecchio tramite due “fiocchi” e un po' di nastro adesivo.

I due fiocchi:

Scorcio di palo buono e cavo ciondoloni fra i rovi con uno dei due fiocchi chiaramente visibile (l'altro è invece alle mie spalle):

Alla mia perplessità rispose con qualcosa del tipo: “Non si preoccupi tanto questo cavo va riattaccato [al palo] e sostituito perché non lo si può lasciare così fra le frasche. Ho già aperto una chiamata, allegando le foto della situazione e, anche se non subito, questo tratto dovrà essere cambiato...”

I miei dubbi erano dovuti al fatto che la protezione di nastro isolante con la pioggia, l'umido, il gelo e la condensa non sarebbe durata a lungo. E infatti...

Nelle scorse settimane avevo già notato dei rallentamenti dopo delle giornate di pioggia ma da questo fine settimana (venerdì aveva piovuto tutto il giorno) i problemi sono divenuti improvvisamente molto gravi.
Ormai non piove da quasi due giorni ma ancora l'ADSL va male: la velocità di massima si è ridotta a 250Kb ma basta un alito di vento che la connessione rallenta a 50Kb o meno oppure cade del tutto. Ah! E poi ascoltando il telefono si odono degli “schiocchi” tipici di un collegamento traballante...

Adesso devo decidere se aprire subito una chiamata per “farmi sentire” oppure aspettare che la situazione si degradi ulteriormente visto che comunque sarà solo questione di tempo (credo settimane). La mia incertezza è dovuta al fatto che se apro adesso la chiamata e poi per tre giorni c'è il sole allora ci sarebbe il “rischio” concreto che, all'intervento del tecnico, il cavo sia di nuovo asciutto e la mia connessione vada di nuovo decentemente: avendo a che fare con persone dotate di buon senso e che vogliono fare il proprio lavoro seriamente non ci sarebbero problemi perché stavolta è evidente quale sia la causa del rallentamento... ma ormai so già che ho a che fare con persone a cui basta la minima scusa per non intervenire...
Insomma è probabile che se apro adesso una chiamata, in base all'andamento meteorologico, non venga fatto niente. Magari già questo pomeriggio, se non piove, la linea tornerà ad andare sui 400Kb...

Però quasi quasi, cercando di non stressarmi troppo, voglio provare comunque a capire la situazione: ad esempio se esiste veramente la segnalazione aperta dal tecnico esterno per la sostituzione del mio cavo oppure se considerano normale lasciare per mesi/anni una linea tenuta insieme da due fiocchi e un po' di nastro adesivo...

Conclusione: ormai deciderò dopo pranzo come muovermi ma, temo, presto o tardi dovrò scrivere una nuova puntata della serie “Telecom Odissey”...

sabato 20 gennaio 2018

Immigrazionismo

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

Come al solito sono rimasto indietro di diversi articoli su Goofynomics. Fortunatamente il mio navigatore si ricorda al posto mio e mi mostra in viola i collegamenti/articoli già letti e in blu quelli da leggere.
Apparentemente l'ultimo articolo letto era Autonomia e indipendenza di poco oltre metà dicembre. A dire il vero mi sembrava di aver letto anche Se sò magnati tutto: Frignolo e lo spirito del Natale, magari da un altro navigatore, perché il nome “Frignolo” mi era rimasto in mente (*1).
Per sicurezza ho quindi deciso di ripartire dall'articolo appena successivo il cui argomento mi incuriosiva e che, per questo, ero abbastanza sicuro di non averlo letto (altrimenti me ne sarei ricordato!). Vedi immagine:

Così ho ripreso la lettura da L'immigrazionismo è la fase suprema del colonialismo e subito mi sono dovuto fermare per scrivere questo mio pezzo.
Vi consiglio di leggere direttamente l'articolo succitato ma in poche parole il professore dice che: nel dibattito italiano il solo proporre di aiutare gli immigrati nei loro paesi di origine viene tacciato di fascismo/razzismo e simili. Paradossalmente si dimentica che esistono organizzazioni internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, che fra le sue attività avrebbe anche quella di sovvenzionare lo sviluppo economico nel cosiddetto “terzo mondo”. “Anche chi lavora in queste organizzazioni è automaticamente fascista?” si chiede ironicamente il professore.
Bagnai conia poi il termine “immigrazionismo” con cui identifica la corrente di pensiero che vede nell'immigrazione, senza se e senza ma, la risposta a tutti i problemi.

Probabilmente sono un po' anche io che tendo a inquadrare e riconoscere ogni idea e concetto altrui nell'arazzo sconclusionato del mio pensiero. In altre parole colgo (o mi pare di farlo!) affinità di idee e concetti con quanto scrive il professore con la mia visione, in questo caso dell'immigrazione, che ho illustrato nel capitolo 18 della mia epitome ([E] 18).
Le parole del Bagnai mi sembrano ricalcare quanto ho scritto: esiste cioè una grande ipocrisia, forse ovvia per un economista, fra la realtà di quanto accade e quanto ci viene raccontato ([E] 18.1).
Io, non avendo da mantenere una reputazione di serio ricercatore, vado oltre il Bagnai e mi posso permettere di elencare tutta una serie di ragioni che spiegano i motivi dell'immigrazione ([E] 18.2). L'apparente stupidità e superficialità di ciò che il professore chiama “immigrazionismo” io la vedo come semplice ipocrisia almeno quando tale modo di pensare viene professato non dall'uomo comune, vittima dei protomiti ([E] 2 e 6) che gli vengono ammanniti dai media e che gli mostrano un mondo ben diverso dal reale, ma da parte dei parapoteri politici o economici ([E] 4).

In definitiva questo articolo del professore non ha aggiunto niente di nuovo a ciò che già pensavo ma ha invece spostato (e di molto!) l'ago della bilancia su un mio dubbio ([E] 18.3) che cito:
«...
Il comportamento del potere politico nei confronti del fenomeno dell'immigrazione probabilmente non dipende solamente dall'influenza dei parapoteri economici. Come spiegato in 1.1 l'uomo ha la capacità di autoingannarsi: non è raro che a forza di ripetere una distorsione, anche chi inizialmente la sapeva falsa finisca per credere in essa, soprattutto quando questa diviene parte degli epomiti, integrandosi con essi e venendone da questi rafforzata.
In parte quindi il comportamento del potere politico potrebbe essere motivato dalla sincera fiducia in alcune idee [nota 485] (o protomiti): l'inevitabilità dell'immigrazione, il dovere morale di aiutare chi cerca rifugio, l'utilità dell'immigrato nel sistema paese e simili.
In altre parole il parapotere politico agirebbe in maniera poco lungimirante, inefficace se non dannosa, pensando però di fare del bene: se così fosse il potere politico sarebbe moralmente
giustificabile ma confermerebbe anche la sua grave incapacità di comprendere la realtà del nostro tempo.
In questo caso l'incertezza consiste in quanto pesi, nelle scelte che riguardano la gestione dell'immigrazione, la convinzione di agire per il bene rispetto all'influenza dei parapoteri economici.


Nota 485: L'idea che il potere politico possa finire per credere alle proprie “verità” non è nuova: «Molti cattivi ministri, avendo predicato a lungo l'onestà senza cercare di raggiungerla, alla fine si immaginano di possederla» - Confucio
»

Le parole del Bagnai mi hanno quindi confermato che coloro che controllano le leve del potere difficilmente non può non sapere né comprendere quella che non è solo un'ovvietà economica (per gli economisti) ma anche logica (almeno per me!). Ovvero che se lo scopo è realmente quello di aiutare il maggior numero di persone per $ speso allora la maniera più efficace per riuscirvi sarebbe sostenendo lo sviluppo nei paesi del terzo mondo. È invece evidente che l'immigrazione è voluta, e non per un sentimento di umanità mal indirizzato, ma per secondi fini decisamente più subdoli e cinici.

Conclusione: dovrei ancora leggere ben 13 articoli di malumore e di mal di pancia per rimettermi in pari... sigh...

Nota (*1): Mi è tornato a mente senza sbirciare! Il professore era in taxi e il tassista semplificava tutta la situazione economica a uno sconsolato “se so magnati tutto...”

giovedì 18 gennaio 2018

Scarpe e saldi

Uhmm... da dove partire?
Beh, a scarpe e vestiario in genere ci pensava mia mamma e quindi, da circa dieci anni, sto vivendo di rendita. In questi anni ho comprato essenzialmente calzini e mi sono fatto regalare golf e magliette. Ho abolito invece le camicie: un po' sono pigro e odio tutti i loro bottoncini ma soprattutto vanno stirate altrimenti fanno schifo (*1)...
Insomma, ogni tanto scopro (*2) ancora indumenti nuovi o mai indossati, ma in generale le mie scorte si vanno assottigliando.

Qualche giorno fa sono passato da un negozio di scarpe con i saldi e, per curiosità, sono entrato a dare un'occhiata. La tentazione di comprarmene un paio mi era venuta perché in pratica uso solo quelle da ginnastica perché nelle altre ci sto scomodo (i piedi mi devono essere cambiati con l'età!) e non mi piacciono. Avevo anche visto dei modelli carini ma non mi andava l'idea di mettermi a sedere, richiamare fra la confusione della folla di acquirenti l'attenzione dei commessi, provare le scarpe in fretta e furia...

L'idea era quella di tornarci poi con calma “un'altra volta” più preparato psicologicamente. Nel frattempo però ho ricevuto una notizia allarmante: il mio numero, un 41/42 a seconda dei modelli, finisce subito e quindi difficilmente avrei trovato ancora disponibili le scarpe che mi piacevano!

In realtà tale notizia non mi ha allarmato (anzi mi ha dato una buona scusa per non farne di niente!) ma mi ha incuriosito.

Il ragionamento che ho fatto è stato il seguente: se i calzaturifici producono i quantitativi di paia di scarpe per ogni numero in base alla distribuzione della dimensione dei piedi della popolazione e, supponendo che anche chi acquista ai saldi lo faccia seguendo la stessa distribuzione, allora come si spiega la carenza di 41/42?
Quello che voglio dire è che il surplus di invenduto di scarpe taglie 41/42 dovrebbe essere molto maggiore di quelle 45/46 ed esattamente in maniera proporzionale alla popolazione.
In altre parole mi sarei aspettato che la probabilità di trovare una scarpa della propria misura in saldo fosse indipendente dalla dimensione del proprio piede per il motivo precedentemente illustrato.
Per farmi capire faccio un esempio numerico. Supponiamo che la dimensione dei piedi maschili segua le seguenti proporzioni (*3):
39/40 → 15%
41/42 → 50%
43/44 → 25%
45/46 → 10%
Allora mi sarei aspettato che per ogni modello i calzaturifici producessero un numero di scarpe del tipo (*3):
39/40 → 300 (ovvero il 15% del totale prodotto)
41/42 → 1000 (ovvero il 50% del totale prodotto)
43/44 → 500 (ovvero il 25% del totale prodotto)
45/46 → 200 (ovvero il 10% del totale prodotto)
Supponendo che venga venduto il 90% delle scarpe allora il numero di paia rimanenti che finirebbero in saldo sarebbero:
39/40 → 30 (ovvero il 15% del totale avanzato)
41/42 → 100 (ovvero il 50% del totale avanzato)
43/44 → 50 (ovvero il 25% del totale avanzato)
45/46 → 20 (ovvero il 10% del totale avanzato)

Sotto queste condizioni è facile verificare che, come detto, la probabilità di ogni persona di trovare il proprio numero di scarpa disponibile ai saldi è indipendente dalla dimensione del piede.
Ma evidentemente le cose non stanno così...

Allora, appunto, mi sono incuriosito e ho pensato a come ciò sia possibile perché il modello precedentemente illustrato, sebbene sembri ragionevole a un non addetto ai lavori come me, porterebbe a risultati diversi...
Così ho pensato a un diverso criterio per la scelta del numero di scarpe da produrre. Ho supposto che il produttore abbia già un'idea abbastanza accurata del numero di scarpe che venderà e che si lasci quindi solo un piccolo margine di prodotto in più che resterà invenduto (e che finirà in saldo).
Se, prendendo i numeri dell'esempio precedente, il produttore si aspetta di vendere il seguente numero di scarpe:
39/40 → 270
41/42 → 900
43/44 → 450
45/46 → 180
Allora ne produrrà:
39/40 → 270 + 20 = 290
41/42 → 900 + 20 = 920
43/44 → 450 + 20 = 470
45/46 → 180 + 20 = 200
In questo caso, ad esempio, il numero di scarpe 41/42 in saldo sarà molto minore, in proporzione alla popolazione, rispetto a quello di 45/46: per la precisione 20/1000 rispetto a 20/200, cioè 1/500 contro 1/10.

Questo secondo modello spiegherebbe matematicamente la carenza di scarpe 41/42 ai saldi ma ancora non mi convince perché, al contrario del primo caso, prevede un produttore che si comporti in maniera illogica producendo una quantità extra di scarpe non commisurata alle reali esigenze dei compratori.

E io credo quindi che il punto sia proprio questo: nei miei modelli molto (troppo) semplificati prevedo che il produttore venda la propria merce direttamente alla popolazione ma in realtà non è così: nel mezzo ci sono degli intermediari, ovvero i negozi di scarpe (*4).
Bisognerebbe quindi conoscere come interagiscono fra loro negozi e produttori: ad esempio come e quante volte il negozio può richiedere al produttore le scarpe e così via...
Solo avendo queste informazioni sarebbe possibile elaborare un modello che spieghi bene questa stranezza dei saldi.
La mia ipotesi è che il negozio cerchi sempre di avere qualche scarpa in più rispetto a quelle che si aspetta di vendere per ogni numero e che questa quantità, valutata sempre per eccesso, diventi sempre meno precisa per le scarpe per le quali si vendono meno paia.
Le richieste cumulative dei vari negozi fanno sì che alla fine il produttore produce, in proporzione, più scarpe di 45/46 di quanto non faccia di 41/42 col risultato che ai saldi queste ultime spariscono rapidamente.
La differenza rispetto al secondo modello è che in questo caso il produttore si comporterebbe logicamente: lui produce e vende ciò che i negozi gli richiedono e il surplus di produzione non rimane nei suoi magazzini ma in quelli dei venditori al dettaglio!

Conclusione: è interessante notare come i due modelli proposti siano entrambi sbagliati: nel primo caso il fenomeno dei saldi non viene spiegato dal modello; nel secondo, più subdolamente, è il modello che è stato costruito per ottenere uno specifico risultato ma, proprio per questo, poco significativo (risponde solo apparentemente alla nostra domanda iniziale)!

Nota (*1): le camicie le sapevo stirare ma, prevedibilmente, mi fa ancora più fatica che abbottonarle e quindi...
Nota (*2): il mio mitico disordine raggiunge anche gli armadi dove gli indumenti più indossati sono in "superficie" mentre sul "fondo" ci sono pacchetti incellofanati (non da me!) e non toccati da anni e anni...
Nota (*3): i numeri usati in questi esempi sono totalmente inventati sul momento!
Nota (*4): in realtà la situazione sarebbe ancora più complicata a causa dei fornitori che acquistano dai produttori e vendono ai singoli negozi...

mercoledì 17 gennaio 2018

Varie di fantascienza da Netflix

In queste ultime settimane ho visto una miriade di pellicole e serie tivvù su Netflix.
Per non divagare troppo mi limiterò a fare una rapida panoramica di quelle di genere fantascientifico.

ATTENZIONE! SCIUPATRAME QUI DI SEGUITO!

Hunger Games: avevo letto il libro svariati anni fa (prima che ci facessero il film) e l'avevo trovato passabile sebbene non abbastanza da acquistare il seguito (che comunque mi era stato sconsigliato). Chiaramente è una metafora del potere che si sovrappone all'uso e all'abuso dei media: solo per questo gli perdono la mancanza di realismo e credibilità della struttura sociale. La parte d'azione è gradevole.
Comunque ho passato tutto il tempo, quando la giovane protagonista era inquadrata, a cercare di capire se mi piacesse oppure no. Faccia tonda, zigomi alti, fronte ampia, occhi blu molto freddi, un bel naso, labbra ben delineate...
Voto: 6½

Hunger Games 2: sono passati un paio di anni e adesso c'è la guerra civile. Il suo messaggio è ancora più didascalico del precedente: i politici manipolano la verità con cinismo e, al di là delle bandiere, non c'è differenza fra un capo e l'altro: fare il bene della popolazione è solo una scusa...
L'attrice che recitava come protagonista è nel frattempo maturata: io comunque ho continuato a passare METÀ del tempo a cercare di capire se mi piacesse o no...
L'altra metà l'ho invece impiegata a chiedermi se per sbaglio stessi guardando Hunger Games 3! Molte vicende accadute ai protagonisti erano date infatti per scontate mentre in realtà erano appena intuibili...
Voto: 6-

La quinta onda: alieni cattivi attaccano la terra a ondate. La ragazza protagonista cerca di salvare il fratellino. Qualche buon effetto speciale. Trama completamente non credibile.
E io per tutto il tempo mi sono chiesto come mai la protagonista fosse così bruttina (*1).
Voto: 5½

Splice: tramite un esperimento genetico illegale viene creato un ibrido umano-animale (tante bestie diverse). Il risultato è una ragazza decisamente ferina.
Ovviamente ho passato gran parte del film a chiedermi se la “creatura” mi piacesse o no: credo di sì anche se il trucco al volto e gli effetti speciali alle “zampe” l'imbruttivano; comunque il resto andava bene...
Voto: 6+

The darkest hour: soliti alieni cattivi ma incapaci di eliminare tutti i deboli terrestri. Già questo rende il tutto poco credibile e quindi, almeno per me, poco appassionante. I protagonisti sono quattro giovani, due ragazzi e due ragazze, a cui si aggiungono un giovane uomo (che non considerò un protagonista perché muore abbastanza presto) e, successivamente, una terza ragazza. Qualche colpo di scena nella morte inaspettata di un paio di personaggi.
La protagonista mora mi piaceva: bel naso e bocca, occhi intensi e scuri, piccola ma proporzionata. Anche la terza ragazza, una biondina, era carina però...
...però i registi prima di scritturare un'attrice per una parte in cui serve una donna dotata di un certo dinamismo fisico non dovrebbero limitarsi a controllare le occhiatacce che sa mandare, se sa fare la dura cioè (in questo la ragazza era perfetta), ma dovrebbero anche farle correre (se la sceneggiatura prevede scene di corsa, ovvero sempre in una pellicola d'azione...) per una decina di metri: dalla corsa traspare chiaramente il carattere atletico dell'attrice e se questo è in contraddizione col suo personaggio dovrebbe essere scartata. In questo la biondina era completamente fuori ruolo mentre, ad esempio, la protagonista di Hunger Games è perfetta...
Voto: 6+

Conclusione: queste sono le pellicole di fantascienza che ho visto recentemente. Niente di memorabile e infatti, come mi sono divertito a rimarcare, la mia attenzione era principalmente rivolta alle attrici piuttosto che alle storie...

Nota (*1): “bruttina” relativamente alla norma di una pellicola americana...

sabato 13 gennaio 2018

Logica femminile ma non troppo

È da una dozzina di giorni che, attraverso un intenso ma poco produttivo scambio epistolare, sto cercando di far capire a una mia amica che ciò che lei chiama “logica”, anzi “logica femminile”, non è logica.
Tutto è incominciato per gioco, da un mio innocente lazzo arguto e salace...
KGB - «In effetti chissà tu alla sua età quante ne avresti combinate di più di lei con i mezzi moderni a tua disposizione: probabilmente avresti venduto i compiti x casa già svolti ai compagni di classe... :-P»
BB - «Io non potevo fare niente, perché avevo il contatore alla tv, al telefono, e non potevo uscire di casa...e ti assicuro che non ero solita giocare con i pennelli!»
KGB - «Infatti la mia affermazione era diversa: ovvero quante, ipoteticamente, ne avresti combinate con i "mezzi moderni" a tua disposizione! Io ti vedo nel business della vendita dei compiti x casa... ;-)»
BB - «Io ero una bambina molto ingenua (lo sono ancora) non avrei mai fatto proprio niente di immorale.....allora come adesso...nonostante non ci creda nessuno!»

Fin qui tutto normale. Uno scambio di chiacchiere scherzoso, semplicemente fine a se stesso. Però la conclusione della precedente frase stimola la mia curiosità. Quindi:
KGB - «Questo è interessante: perché pensi che non ci creda nessuno?»
BB - «Quando alla Gertrude [la figlia] dico: come sei bellina con la coda....lei mette il broncio e risponde: perché senza coda no?»

Io qui ci ho pensato a lungo ma sono rimasto perplesso. Così:
KGB - «Mi sfugge la relazione con la mia domanda... :-0»
BB - «Come ti sfugge! la mia reazione al tuo quesito è interessante avrebbe dovuto essere: perché il resto no?»

Ogni tanto BB mi scrive frettolosamente e fra refusi (qui corretti) e frasi monche (in questo caso lasciate invariate senza cercare di ricostruirle correttamente) non sempre l'interpretazione è facile...
Comunque, grazie al mio intuito e alla lunga consuetudine, inizio a immaginarmi quale sia il problema.
A dire il vero anch'io le riscrivo in una maniera molto confusa di cui adesso mi vergogno pure un po'. Già mentre le replicavo me ne ero reso conto e quindi ci scherzo sopra aggiungendo un esempio che sapevo essere intellegibile solo a me. Per dovere di cronaca, ripropongo qui di seguito la mia risposta: magari qualche lettore riesce a intuire ciò che avevo in mente:
KGB - «Continuo a non capire. Ho la sensazione che sia un problemi di sillogismi: io analizzo le tue affermazioni usando la logica booleana mentre tu sei un po' più approssimativa. In questo caso forse ottengo un'affermazione che è l'opposto del tuo e questo causa incomprensione. [questa è la parte scritta frettolosamente, poco chiara e usando termini impropri... sigh...]
Ti riassumo quello che penso per farti capire: [questa è la parte scherzosa]
Io -> BB: V >> F
BB -> BB: V >> V
Non so se intuisci la mia logica ma credo ti sia chiaro che la tua risposta avrebbe avuto più senso se fosse stata "BB -> BB: V >> F"
è questo quello che non capisco...
»

In realtà quello che intendevo spiegarle era che mi aspettavo un esempio in cui lei dicesse qualcosa di vero senza essere creduta. Invece, dal mio punto di vista, lei diceva una frase vera e che veniva considerata tale dalla figlia (“sto bene con la coda ma anche senza di essa”): dal mio punto di vista ciò non aveva logicamente senso perché il suo esempio non solo non rispondeva alla mia domanda iniziale ma non mi sembrava neppure coerente con ciò che lei, supponevo, avesse in mente. Come ho già spiegato mi aspettavo un esempio in cui lei dicesse una cosa vera e l'interlocutore le rispondesse che era falsa.

La mia amica capisce che, almeno parzialmente, la prendevo in giro e mi risponde per le rime:
BB - «Hahaha! purtroppo non so come aiutarti ... sei tu il complicato mica io!»
KGB - «Come? Non hai capito ciò che intendevo?! ;-)»
BB - «Sei tu che non hai capito la relazione con la tua domanda...a me sembrava cosi ovvia!!!!!!  a proposito....ma l'hai capita dopo?»

E io pazientemente le spiego:
KGB - «Cercavo di spiegarti che hai sbagliato esempio:
Tu hai detto una cosa vera a Gertrude e lei non ti ha risposto che è falsa (come credo che tu intenda) ma che hai ragione (si ritiene bellina anche senza coda). Questa è logica. Lei non dice di essere bruttina ma bellina ANCHE senza coda: da un punto di vista logico (che è il mio) ciò non equivale a negare la tua affermazione [intendevo dire che la sua affermazione fosse falsa].
Per questo mi avevi confuso: probabilmente volevi dire che qualunque cosa tu dica nessuno ti crede [neppure la figlia]... ma avevi sbagliato esempio!
»
BB - «Ma cosa!!!!! non hai capito allora!!! fammi riprovare: quando dici ad una donna ti stanno bene i capelli oggi, indirettamente le stai dicendo che gli altri giorni non le stanno cosi bene......quando tu dici questo è interessante, indirettamente stai dicendo che tutto il resto non lo è.....ovviamente voleva essere parzialmente ironico......non mi ero certamente offesa!!!!»

Mi rendo conto che BB è ancora in alto mare ed è lei a non aver capito me. Ovviamente tralascio il suo “non mi ero certamente offesa!!!!” anche se non ho idea del perché di questa precisazione: preferisco cercare di mantenerla concentrata sul problema originario invece di confonderla ampliando la discussione ad altri temi. Così:
KGB - «Che non avevo capito te l'avevo già scritto io!
Tu confondi la logica femminile con la logica matematica. Io adopero la logica matematica.
Se io ti dico: "Come ti stanno bene i capelli OGGI BB" non significa che le altre volte pensassi che ti stessero male.
Affermare A non significa che, a sua volta, una negazione di A sia a sua volta vera. [mi rendo conto di non essere neppure io troppo chiaro. È che col tempo mi sono reso conto che anche quando mi sforzo di essere più preciso non sempre vengo capito proporzionalmente meglio: e questo mi disincentiva a impegnarmi di più... Comunque successivamente approfondisco ulteriormente questo concetto]
»
BB - «La logica femminile mi sembra più realistica di quella matematica.....che ti piaccia o che non ti piaccia, quando dici questo è interessante, affermi automaticamente che quello che hai letto prima o non lo è, o lo è molto meno...allo stesso modo quando io dico alla Gertrude che sta bene con la coda, implicitamente vuol dire che mi piace di più con la coda che con i capelli sciolti....non che non mi piaccia, ma mi piace di più con la coda, quindi mi piace meno con i capelli sciolti...ti torna?»
KGB - «Che c'entra il realismo? Il fatto è che da un'affermazione non ci puoi ricavare arbitrariamente altri significati che, in ultima analisi, sono solo tue impressioni o ipotesi.
Se io lunedì ti dico: "che bella pettinatura hai oggi" tu ne deduci erroneamente che tutti gli altri giorni non l'avevi?
E se io il martedì ti dico: "anche oggi hai una bella pettinatura" allora cosa pensi? Che il giorno prima mentivo? Non ha senso: con questo modo di ragionare si ottengono infiniti paradossi (*1)...
Tu partendo da dei casi in cui affermare A corrisponde effettivamente ad affermare B arrivi a una regola logica generale che invece non ha senso.
In pratica applichi erroneamente un ragionamento induttivo con cui, da pochi casi che confermano la tua teoria, ne ricavi una regola generale che però non esiste!
»
BB - «Troppo complicato replicare.....comunque non si tratta di una "mia" logica, bensì della logica femminile.......se ne riparlerà a voce se mi va! »
KGB - «Continui a mancare il punto: quella che tu chiami "logica femminile" non è logica ma, tutt'al più, intuizione mascherata da logica.
Su questo ci dovrei scrivere un pezzo...
»

E così siamo arrivati a oggi: vediamo di rispiegare bene il mio punto di vista...
Secondo me l'errore nel ragionamento di BB è il seguente: partendo dall'affermazione iniziale ne ricava correttamente un significato; da questo significato, tramite ragionamenti vari e/o intuizioni, arriva a un secondo significato (nel grafico volutamente indicato con “interpretazione” per rimarcarne l'origine arbitraria). Talvolta, magari anche spesso, i ragionamenti/intuizioni e l'interpretazione a cui arriva possono anche essere corretti: trarre conclusioni dal significato originario dell'affermazione è infatti legittimo ma bisogna ricordarsi che si tratta solo di ipotesi, non di certezze!
Ciò che è veramente erroneo è considerare l'interpretazione come univocamente consequenziale all'affermazione originaria: questa cosiddetta “logica femminile” infatti non è logica ma solo arbitrio.
Il grafico seguente riassume quanto detto tramite un improprio triangolo semiotico:

Conclusione: ho ragione io, vero?

Nota (*1): di seguito l'esempio di infiniti paradossi portati dalla logica femminile adottata da BB che mi era balenato per la mente:
Settimana 1
Domenica KGB dice a BB “Che bei capelli oggi!”
BB pensa “Quindi oggi ho dei bei capelli ma nel passato era vero l'inverso e quindi i miei capelli erano uno schifo! Me tapina!”
Settimana 2
Domenica KGB dice a BB “Che bei capelli oggi!”
BB pensa “Quindi oggi ho dei bei capelli ma nel passato era vero l'inverso e quindi nei giorni precedenti della settimana 2 facevano schifo; la domenica della settimana 1 i miei capelli facevano ancora schifo però nei giorni precedenti della stessa settimana stavano bene... Cattivo!”
Settimana 3
Domenica KGB dice a BB “Che bei capelli oggi!”
BB pensa “Quindi oggi ho dei bei capelli ma nel passato era vero l'inverso e quindi nei giorni precedenti della settimana 3 facevano schifo; come pure la domenica della settimana 2 però nei giorni precedenti della stessa settimana stavano bene; come pure la domenica della settimana 1 quando però, nei giorni precedenti della stessa, evidentemente facevano schifo... Ma perché mi dice queste brutte cose? Io però non mi offendo...”
Eccetera...

È evidente che con questa logica, se KGB ogni domenica dice a BB che ha dei bei capelli, allora lei penserà che una settimana sì e una no i suoi capelli facevano schifo e, soprattutto, a ogni nuova settimana il giudizio si invertirà rispetto alla precedente: il che è ovviamente assurdo.

venerdì 12 gennaio 2018

Ancora sulla NWOBHM



Dopo aver pubblicato Novità musicali 11 il mio amico esperto di musica mi ha contattato dandomi il suo parere sui quattro brani presentati.
Anche a lui il brano Full Throttle è parso buono, ha trovato invece noioso il brano dei Cruachan (nessuna sorpresa: abbiamo da tempo appurato che abbiamo gusti diversi su questo specifico sottogenere) e ha anche apprezzato il brano rock “Silverback” di Ammunition (secondo lui ricorda parecchio sia i Guns 'n Roses che i Queensryche).

Non era invece d'accordo che il brano Burn in Hell dei Satanic Rites avesse qualcosa di Power Metal: anzi, secondo lui, era proprio un brano tipico del NWOBHM.
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Mi ha colpito anche che tu bolli come moderni i Satanic Rites, che sono un classico gruppo NWOBHM parecchio manierista e molto retrò come ce ne erano a decine in quel periodo. Non ci sento nessuna influenza power, anzi, li vedo molto proiettati a non uscire dagli argini di tutti gli stereotipi della NWOBHM (a parte per il cantato femminile). Soprattutto... visto che il pezzo è dell'85 e la NWOBHM andava forte... uhm... direi tra il '79 e l'82, immagino che questo pezzo sia stato considerato sorpassato e un po' ancorato al passato già alla pubblicazione.
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Così gli ho riferito il motivo della mia affermazione.
Per prima cosa ho ammesso la mia incompetenza nella materia e poi gli ho spiegato che ciò che mi aveva più colpito del brano era il suo ritmo estremamente veloce e che, nel complesso, mi sembrava molto diverso dall'atmosfera vagamente psichedelica, molto elaborata, dei brani NWOBHM a cui ero abituato. Per la precisione gli avevo risposto:
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Sai, io non ho una preparazione musicale tale da conoscere quali debbano essere le caratteristiche dei diversi generi, quindi vado un po' a orecchio.
In genere i NWOBHM non mi piacciono molto perché li trovo piuttosto elaborati, pieni di ricercatezze, un po' sperimentali, magari qualche lungo assolo palloso: in genere li trovo noiosi perché, probabilmente, per apprezzarli dovrei ascoltarli ripetutamente (e invece non lo faccio).
In questo caso ho notato invece il ritmo veloce, non da PM ma più rapido di un HM. E tanto mi è bastato per farmelo percepire come moderno...
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Il mio amico ci ha riflettuto ed è forse riuscito a dare una giustificazione teorica al mio fraintendimento. Inutile riassumere le sue parole visto che egli esprime già da solo, molto efficacemente, il proprio pensiero sull'argomento. Quindi:
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Anch'io non sono un esperto di NWOBHM. All'inizio pensavo che fosse più o meno roba alla Maiden o Priest, con i twin guitar attack super tecnici e tutto il resto. In realtà, se ci togli i mostri sacri, che secondo me non rientrano più nemmeno tanto nella categoria (Powerslave e Seventh Son si distaccano parecchio dal primo album o da Killers, che già lui aveva parecchi elementi prog) la NWOBHM è molto influenzata dal punk (non a caso si chiama NW) e molto spesso si basa su un riffone in evidenza, un cantante in acuto_permanente/falsetto e sound sufficientemente vuoto da sentire bene basso e batteria in sottofondo. Piuttosto minimale.

Quando mi parli di brani elaborati, ricercati e sperimentali mi fai pensare a certi elementi progressive che ogni tanto si trovavano anche nel NWOBHM (per l'appunto, mi viene subito in mente Killers), ma che in genere non dovrebbero esserne un elemento cardine. Probabilmente hai toccato la zanna dell'elefante.

Ci potrebbe stare un approfondimento del NWOBHM (farebbe MOLTO bene anche a me...) anche perché mi sembra di capire che potrebbe essere un genere che ti va a genio, ma di quello ortodosso 79-80, da pub londinese e rissa metallari contro punk, non di quello da Arena (considera che secondo Wikipedia... sono NWOBHM anche i Motorhead e i Def Leppard!!!).

Io ho avuto accesso a questa roba solo di recente via YouTube, perché già ai miei tempi (87-88) era introvabile e sottovalutata (probabilmente tutti dischi usciti su 1000 copie per etichette minori, quasi sempre mai usciti dall'Inghilterra o che si trovavano solo d'importazione a cifre impensabili). Magari oggi comincio ad ascoltarmi Metal for Muthas.
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La sua ipotesi mi è subito sembrata molto convincente e così gli ho risposto sottolineando come il mio “campione” di musica NWOBHM fosse piccolo e, probabilmente, anomalo:
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Allora sono tornato a casa e adesso sto ascoltando la mia “collezione” di brani NWOBHM. In effetti temo che non sia molto significativa: prima di tutto si tratta di pochi brani e poi perché hanno la caratteristica comune di piacermi (e questo forse significa che sono anomali).
I gruppi poi temo non siano fra i più famosi e rappresentativi del genere! Per tua curiosità te li elenco:
Lady of Mars – Dark Star (1981) – 2½ 
Running for You – Mendes Prey (1982) – 3
Burn in Hell – Satanic Rites (1985) – s.v.
Hold Back the Lightining – Tyrant (1984) – 4½
The Watcher – Tytan (1985) – 3
A Soul for the Devil – Wolf (1984) – 3½ 

Si nota subito che sono brani generalmente posteriori al periodo d'oro della NWOBHM che mi hai indicato: credo possa essere significativo.

Bo... li ho riascoltati: difficile individuarne elementi comuni a tutti. Di sicuro però i bpm di Burn in Hell sono superiori a tutti gli altri!
Ora vado a sentire i Metal for Muthas... ;-)
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Non sapevo cosa fosse “Metal for Muthas” ma grazie a una rapida ricerca su Youtube (e poi Wikipedia) ho scoperto che si tratta di una raccolta del 1981 di brani considerati canonici del NWOBHM.
Ho poi in effetti ascoltato tale album ma onestamente non sono riuscito a individuare degli elementi comuni a tutti i pezzi. I due vecchi brani degli Iron Maiden, che già conoscevo, mi sembra rientrino nella mia definizione di NWOBHM ma come giustamente ha scritto il mio amico gli Iron Maiden sono gli Iron Maiden...

Alla fine sono arrivato alla conclusione che le definizioni dei diversi generi musicali sono tutte un po' arbitrarie. Ogni gruppo ha infatti il proprio stile e toglie e/o aggiunge sempre qualcosa all'ideale ufficiale del genere che sta suonando: a volte magari si tratta di sfumature mentre altre di elementi più significativi.
Insomma ogni gruppo fa storia a sé ed etichettarlo con uno specifico genere porta con sé delle valutazioni un po' arbitrarie e limitanti.
La riprova di questa mia teoria la si potrebbe ottenere provando a cercare 10 diverse definizioni del genere NWOBHM: secondo me difficilmente se ne troverebbe due completamente uguali!

Conclusione: per mia cultura personale voglio ascoltare anche “Metal for Muthas 2” anche se il primo l'ho trovato un po' noioso: dopo tutto è l'effetto che mi fa il NWOBHM!

giovedì 11 gennaio 2018

Un brutto e un bello

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

Tempo fa sono rimasto senza libro da “bagno” ritrovandomi quindi nell'esigenza di cercarne uno nuovo.
Idealmente vorrei un libro dai capitoli corti in maniera da poterlo leggere agevolmente in numerose ma brevi sedute: il problema è che altre “esigenze” non mi lasciano mai troppo tempo per scegliere e capire bene cosa ho sottomano...

Mi ritrovai così con Terra senza tempo di Peter Kolosimo, Arnoldo Mondadori Editore, 1974.
L'inizio mi parve molto promettente: spiegava come per decenni la scienza ufficiale si era rifiutata di valutare oggettivamente i numerosi indizi che indicavano come l'uomo moderno non avesse niente a che vedere con i Neanderthal e che quindi questi non fossero i nostri antenati.
Ancora all'epoca delle mie elementari sui libri di scuola era questa la versione che si studiava sulle origini dell'uomo moderno. Sempre dell'epoca della mia infanzia dovrei avere un vecchio libro, con dei disegni molto belli, sull'uomo primitivo e sono relativamente sicuro che anche lì vi sia un grafico che mostra l'uomo discendere dai Neanderthal. Magari lo cerco: potrei sbagliarmi...
Comunque solo pochi anni fa, grazie al corso in linea di Harari (v. W Harari!), appresi definitivamente che l'uomo moderno non discende dai Neanderthal col quale ha forse avuto solo degli sporadici accoppiamenti.
Insomma il ritrovare in Terra senza tempo un'acuta comprensione delle dinamiche all'interno del mondo scientifico grazie alle quali una teoria errata sopravviveva alle prove che la confutano mi sembrò indice di una consapevolezza, almeno inconscia, del paradosso dell'epoca ([E] 6): ovvero di come l'uomo sia vittima dei pregiudizi, delle convenzioni e delle convinzioni del proprio tempo.
La mia fiducia e il mio leggere con mente aperta le pagine di Terra senza tempo non fu però ripagata. Mi ritrovai infatti affogato in una marea di teorie strampalate e non scientifiche: basate spesso su vaghi indizi interpretabili in maniera molto più logica e semplice. Ad esempio: un capitano avventuriero americano scopre in Africa delle armi gigantesche che non potevano essere usate in battaglia: per l'autore questa è la prova dell'esistenza dei giganti; io invece avrei ipotizzato semplicemente che le armi avessero uno scopo solo rituale o cultuale.
Così sono riuscito a leggere qualche capitolo ma poi ho lasciato perdere: le teorie erano così assurde che le avrei considerate poco credibili anche come spunti per racconti di fantascienza.

Così ho scelto a caso un altro libro: L'armata a cavallo di Isaak Babel', Fabbri Editori, 1996, trad. Renato Poggioli.
Letto il nome dell'autore ho sbuffato di disappunto: i pochi testi russi che ho letto, anche se ben fatti, riescono sempre a deprimermi con le loro atmosfere opprimenti. E io per deprimermi non ho bisogno di aiuto: faccio da solo.
Comunque i capitoli erano molto corti: da mezza pagina a un massimo di sei pagine, con una media di due/tre paginette. E quindi ne ho iniziato comunque la lettura.

Si tratta in realtà di un buon libro: ovviamente deprimente ma anche piacevole e istruttivo.
È basato sull'esperienza diretta dell'autore come cavalleggero nell'armata a cavallo sovietica durante la guerra contro la Polonia del 1919-1921. L'autore non scrive le vicende della sua brigata seguendo un chiaro filo conduttore: invece si limita a fornire dei brevi quadretti basati sulle sue esperienze dirette o su racconti dei suoi commilitoni. Tanto che da quello che scrive è impossibile ricostruire l'andamento della guerra: e questo credo che sia voluto.
La guerra è solo lo sfondo delle vicende raccontate dall'autore che si concentra invece nel mostrare il microcosmo delle diverse personalità dei soldati e dei civili in cui si imbatte l'autore. Si ha la sensazione di un mondo impazzito in cui la logica della guerra è solo apparente: i vari personaggi (persone reali) hanno tutti le loro storie che non avrebbero niente a che fare con la guerra se la guerra non fosse piombata su di essi.
Poi ogni racconto fa storia a sé: come se tenesse un diario, ogni pezzo ha uno stile diverso, fortemente influenzato dall'umore dell'autore. Ad esempio uno dei primi racconti “Il sole d'Italia” trabocca di poesia: le immagini ricche di colore si susseguono una dopo l'altra e toccano anche un animo non particolarmente sensibile come il mio. Un altro racconto invece è (quasi) comico: in “Un tradimento”, in quattro pagine, sono riportate le lettere indignate di tre soldati russi provenienti dallo stesso paese, feriti in battaglia, poco istruiti ma comunisti convinti, che si ritrovano in un ospedale dove vengono trattati benissimo ma che a essi, per le sue comodità, pare tradire lo spirito della rivoluzione visto che gli altri soldati feriti vi si trovano così bene che non sembrano intenzionati a tornare a combattere. È paradossale, molto divertente, ma va letto per apprezzarlo pienamente.
E così i quadretti si susseguono uno dopo l'altro: la guerra non è più l'asettica azione militare ma diviene una serie di storie personali. La logica della strategia militare si perde nella prospettiva della singola brigata che vede solo lunghe marce, sporadiche scaramucce e varie ritirate in un mondo dove il soldato perde il senso di ciò che accade a lui e intorno a lui e si ritrova invece risucchiato nel tritacarne della storia.

Di tutto il libro ho evidenziato un unico passaggio che riporto qui di seguito. Si tratta dell'esortazione di un ufficiale per spronare i soldati a combattere in una situazione molto difficile: «- A Varsavia! - gridò Vorošilov, ed impennato il cavallo, s'involò nel cuore degli squadroni, - Ufficiali e soldati, - egli disse con passione, - a Mosca, nella vecchia capitale, combatte un regime inusitato. Il governo degli operai e dei contadini, il primo del mondo, vi ordina, ufficiali e soldati, d'attaccare il nemico e di riportar la vittoria.»

Io lo trovo un discorso involontariamente comico ma invece è capace di spronare e infondere coraggio agli uomini: questa è la forza di un mito!
Non di un protomito perché le sue funzioni fuorvianti ([E] 2.5) sono adesso evidenti: il governo sovietico non era composto né da operai né da contadini e, dopo i primi anni (decenni) di ideali vividi e fortemente creduti, iniziò a operare anche contro il loro interesse (per il rafforzarsi delle “condizioni di rappresentatività imperfetta”, v. [E] 5.6).
Personalmente trovo anche divertente l'ordine di vincere perché logicamente non dipende solo dalla volontà dei soldati sovietici: ho la sensazione però che queste incongruenze logiche appaiano abissali solo a me...

Conclusione: e oggi, la prossima volta che andrò in bagno, dovrò pescare a caso un nuovo libro. Metto però il veto sugli autori russi!