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sabato 20 gennaio 2018

Immigrazionismo

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.4.1 "Morrigan").

Come al solito sono rimasto indietro di diversi articoli su Goofynomics. Fortunatamente il mio navigatore si ricorda al posto mio e mi mostra in viola i collegamenti/articoli già letti e in blu quelli da leggere.
Apparentemente l'ultimo articolo letto era Autonomia e indipendenza di poco oltre metà dicembre. A dire il vero mi sembrava di aver letto anche Se sò magnati tutto: Frignolo e lo spirito del Natale, magari da un altro navigatore, perché il nome “Frignolo” mi era rimasto in mente (*1).
Per sicurezza ho quindi deciso di ripartire dall'articolo appena successivo il cui argomento mi incuriosiva e che, per questo, ero abbastanza sicuro di non averlo letto (altrimenti me ne sarei ricordato!). Vedi immagine:

Così ho ripreso la lettura da L'immigrazionismo è la fase suprema del colonialismo e subito mi sono dovuto fermare per scrivere questo mio pezzo.
Vi consiglio di leggere direttamente l'articolo succitato ma in poche parole il professore dice che: nel dibattito italiano il solo proporre di aiutare gli immigrati nei loro paesi di origine viene tacciato di fascismo/razzismo e simili. Paradossalmente si dimentica che esistono organizzazioni internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, che fra le sue attività avrebbe anche quella di sovvenzionare lo sviluppo economico nel cosiddetto “terzo mondo”. “Anche chi lavora in queste organizzazioni è automaticamente fascista?” si chiede ironicamente il professore.
Bagnai conia poi il termine “immigrazionismo” con cui identifica la corrente di pensiero che vede nell'immigrazione, senza se e senza ma, la risposta a tutti i problemi.

Probabilmente sono un po' anche io che tendo a inquadrare e riconoscere ogni idea e concetto altrui nell'arazzo sconclusionato del mio pensiero. In altre parole colgo (o mi pare di farlo!) affinità di idee e concetti con quanto scrive il professore con la mia visione, in questo caso dell'immigrazione, che ho illustrato nel capitolo 18 della mia epitome ([E] 18).
Le parole del Bagnai mi sembrano ricalcare quanto ho scritto: esiste cioè una grande ipocrisia, forse ovvia per un economista, fra la realtà di quanto accade e quanto ci viene raccontato ([E] 18.1).
Io, non avendo da mantenere una reputazione di serio ricercatore, vado oltre il Bagnai e mi posso permettere di elencare tutta una serie di ragioni che spiegano i motivi dell'immigrazione ([E] 18.2). L'apparente stupidità e superficialità di ciò che il professore chiama “immigrazionismo” io la vedo come semplice ipocrisia almeno quando tale modo di pensare viene professato non dall'uomo comune, vittima dei protomiti ([E] 2 e 6) che gli vengono ammanniti dai media e che gli mostrano un mondo ben diverso dal reale, ma da parte dei parapoteri politici o economici ([E] 4).

In definitiva questo articolo del professore non ha aggiunto niente di nuovo a ciò che già pensavo ma ha invece spostato (e di molto!) l'ago della bilancia su un mio dubbio ([E] 18.3) che cito:
«...
Il comportamento del potere politico nei confronti del fenomeno dell'immigrazione probabilmente non dipende solamente dall'influenza dei parapoteri economici. Come spiegato in 1.1 l'uomo ha la capacità di autoingannarsi: non è raro che a forza di ripetere una distorsione, anche chi inizialmente la sapeva falsa finisca per credere in essa, soprattutto quando questa diviene parte degli epomiti, integrandosi con essi e venendone da questi rafforzata.
In parte quindi il comportamento del potere politico potrebbe essere motivato dalla sincera fiducia in alcune idee [nota 485] (o protomiti): l'inevitabilità dell'immigrazione, il dovere morale di aiutare chi cerca rifugio, l'utilità dell'immigrato nel sistema paese e simili.
In altre parole il parapotere politico agirebbe in maniera poco lungimirante, inefficace se non dannosa, pensando però di fare del bene: se così fosse il potere politico sarebbe moralmente
giustificabile ma confermerebbe anche la sua grave incapacità di comprendere la realtà del nostro tempo.
In questo caso l'incertezza consiste in quanto pesi, nelle scelte che riguardano la gestione dell'immigrazione, la convinzione di agire per il bene rispetto all'influenza dei parapoteri economici.


Nota 485: L'idea che il potere politico possa finire per credere alle proprie “verità” non è nuova: «Molti cattivi ministri, avendo predicato a lungo l'onestà senza cercare di raggiungerla, alla fine si immaginano di possederla» - Confucio
»

Le parole del Bagnai mi hanno quindi confermato che coloro che controllano le leve del potere difficilmente non può non sapere né comprendere quella che non è solo un'ovvietà economica (per gli economisti) ma anche logica (almeno per me!). Ovvero che se lo scopo è realmente quello di aiutare il maggior numero di persone per $ speso allora la maniera più efficace per riuscirvi sarebbe sostenendo lo sviluppo nei paesi del terzo mondo. È invece evidente che l'immigrazione è voluta, e non per un sentimento di umanità mal indirizzato, ma per secondi fini decisamente più subdoli e cinici.

Conclusione: dovrei ancora leggere ben 13 articoli di malumore e di mal di pancia per rimettermi in pari... sigh...

Nota (*1): Mi è tornato a mente senza sbirciare! Il professore era in taxi e il tassista semplificava tutta la situazione economica a uno sconsolato “se so magnati tutto...”

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