«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

giovedì 29 giugno 2017

Un consiglio rifiutato

Oggi un piccolo ricordo personale. Come scrissi in Nostalgie varie avevo un bellissimo rapporto con la mia zia paterna (cioè sorella di mio padre) Miriam. Avevo sempre provato una grande simpatia per questa zia che vedevo poco perché abitava in un'altra città ma, in pratica, la conobbi veramente solo dopo il liceo, quando mi ospitò per circa un anno durante il mio primo anno di università (v. Memoria, passato e destino (1/3) e (2/3)).
Anche per la dolorosa situazione famigliare da cui venivo, i miei erano praticamente separati in casa e in litigio continuo, mi sembrò un paradiso stare da lei: gli zii erano sempre allegri e sereni, comprendevano il mio umorismo, parlavano la mia lingua e sembravano rappresentare l'ideale di famiglia che i miei non erano stati capaci di essere.

All'epoca avevo forse raggiunto il mio massimo livello di asocialità eppure con mia zia non chiudevo bocca e parlavo e parlavo... sempre di sciocchezze superficiali, ma era comunque un fatto sorprendente. In quel primo anno per la prima volta mi venne un po' di pancetta: per tutto il liceo ero stato magrissimo, praticamente scheletrico, ma dagli zii iniziai a mangiare. Non solo perché mia zia cucinava bene ma anche perché i pranzi erano occasioni piacevoli per stare tutti insieme: credo che il mio aumento di peso fu sintomatico del miglioramento del mio umore.

Ma di tutto questo ho già scritto. L'ho solo ripetuto per far capire il contesto che in questo caso è importante.
Se la zia fosse stata una dottoressa che mi guariva quale quale avrebbe dovuto essere la sua terapia? Apparentemente farmi parlare e parlare: ma quali conclusioni traeva dalle mie parole?
Se io fossi stato al suo posto cosa avrei fatto?

Credo che avrei osservato il mio “paziente”, avrei cercato di capire quali fossero i suoi principali difetti e i suoi pregi; avrei cercato di capire i suoi interessi e avrei cercato di farglieli sviluppare in maniera tale da stimolarne anche la socialità (che sicuramente era carente) spingendomi verso attività che mi mettessero in contatto con altre persone.

Questa sarebbe stata probabilmente la “terapia” adatta a me ma, per metterla in pratica, era necessario conoscermi. Invece i miei genitori non mi ascoltavano né mi capivano quindi, ammesso che pensassero di dover intervenire (*1), non avrebbero saputo come fare.

Ecco, un giorno mia zia buttò lì, con noncuranza, un'idea che io istintivamente rigettai: poi mi trasferii e poco dopo la zia si ammalò. A quella idea per molti anni non pensai più.
Poi un giorno mi tornò in mente (perché non dimentico niente di ciò che mi colpisce e il suggerimento della zia l'avevo trovato peculiare, mi avevo stupito e sorpreso) e capii ciò che c'era dietro la sua proposta: era stata brillante! Mi aveva osservato per bene, aveva capito ciò che mi piaceva, soprattutto aveva notato il mio lato creativo, ed era riuscita a sottopormi la sua idea in maniera naturale, senza destare i miei sospetti perché altrimenti, aveva capito il mio carattere, se l'avessi percepita come un'ingerenza mi sarei opposto a essa con tutta la mia caparbietà.

Qual era stata l'idea di mia zia? Mi aveva suggerito di fare un corso di regia cinematografica: all'epoca ero infatti fissato con i film e li seguivo tutti con attenzione (mi piacevano molto quelli australiani e neozelandesi!). Insomma c'era il mio interesse, c'era il potenziale per sfruttare la mia creatività e, sicuramente, sarebbe stata un'occasione per conoscere persone nuove.
Anche il mio rifiuto fu più automatico che ponderato: da qualche parte mi sembra di averlo già scritto ma la mia prima risposta automatica era “no”. All'epoca (*2) poi, nonostante che il cervello fosse più efficiente di adesso, ero convinto che ci volessero delle persone speciali per fare cose speciali e, per quanto mi stimassi, non mi ritenevo una di queste. Non avevo sogni né ambizioni perché pensavo di dover essere “realistico” e perché nessuno (vedi i miei genitori) mi aveva mai spinto a desiderare qualcosa (*3).
Però l'idea era buona e adatta a me: insistendo (solo la zia si sarebbe potuta permettere di farlo con me e se l'avesse fatto l'avrei ascoltata prendendola seriamente in considerazione: questa è la fiducia che guadagna chi sa ascoltare) un pochino, avrebbe potuto convincermi.

Il punto non è se sarei divenuto o no un bravo regista: non era quello lo scopo: era la “terapia” adatta a me in quel momento. Sicuramente mi avrebbe fatto bene e mi avrebbe reso una persona migliore di quanto non sia adesso. Chissà che direzioni avrebbe preso la mia vita...
Sfortunatamente in quello stesso periodo smisi di vivere dai miei zii e poco dopo la zia si ammalò gravemente: eppure mi chiedo come sarebbe andata se invece di essere suo ospite per un anno lo fossi stato per, diciamo, tre anni. La zia aveva gettato le basi per cambiarmi in meglio in una maniera che ai miei genitori non era mai neppure passata per l'anticamera del cervello...

Conclusione: pezzo inutile e noioso... ma mi era stato privatamente commissionato...

Nota (*1): Per mio padre un figlio era chiaramente come un fungo: una volta nato viene su da solo e non c'è bisogno di guidarlo o consigliarlo. Mia madre invece sarebbe intervenuta più che volentieri solo che di me capiva zero e, tutte le volte che prendeva qualche iniziativa, tranne rarissime eccezioni, otteneva l'effetto opposto.
Nota (*2): L'illusione delle persone speciali per posti speciali si è infranta molto tardi: quando sono andato a lavorare per qualche anno come esterno all'ESA (l'agenzia spaziale europea). Mi ero sempre immaginato dei cervelloni, la crema della crema delle menti europee: invece mi resi conto che il livello medio era di poco superiore a quello di una qualsiasi azienda (v. O tempora, o mores). Per entrare all'ESA più che le qualità contava il passaporto, il sesso e magari qualche pezzo di carta corrispondete a master o simili... Non solo: vi vigeva ormai da anni l'equivalente moderno del promoveatur ut amoveatur col risultato di incapaci che, seppur lentamente, facevano una carriera decisamente invidiabile nonostante la loro assoluta mediocrità.
Nota (*3): anzi, conoscendo mio padre, se gli avessi confidato un mio sogno si sarebbe subito affrettato a spiegarmi di quanto fosse irrealizzabile! Al contrario mia madre avrebbe invece reagito con un entusiasmo illogico che, invece di darmi sicurezza, mi avrebbe riempito di dubbi...

mercoledì 28 giugno 2017

Ancora niente...

Questo sarà un pezzo “Peso”: spesso mi dimentico di usare tale marcatore e, in parte, non sono abbastanza oggettivo da rendermi conto di quanto possano essere noiosi i miei pensieri...
Oggi però sono sicuro che questo sarà un pezzo noiosissimo: sono stato colto da un'improvvisa melanconia e non so neppure cosa andrò a scrivere: consiglio quindi ai miei lettori di lasciar perdere fin da ora questa lettura e di dedicarsi ad altre attività più proficue.

Volevo scrivere qualcosa delle mie riflessioni sulla morale ma si tratta ancora di pensieri sparsi, non organizzati e incerti.
Io credo sia importante arrivare a rispondere alla domanda “Cosa è giusto fare quando abbiamo due obblighi morali fra loro contrastanti?”. E a monte di questa “È possibile avere obblighi morali contrastanti?” e poi “E, se sì, perché?”.

È il bene della società che pare in contrasto con quello del singolo individuo: sembra che per appartenere alla società il singolo debba sacrificare qualcosa di sé stesso, parte della propria libertà, parte del proprio bene. E alla fine questo porta a contrasti morali: da una parte il bene dell'individuo, dall'altra quello della società. Un'antinomia morale.

Mi chiedo: può esistere una morale che, se applicata da tutti gli individui, porterebbe a una società non conflittuale con il singolo?

Io credo di no. Tutti gli individui sono diversi: se si ammette la libertà di pensiero allora alcune persone arriveranno, a parità di condizioni, a conclusioni diverse. Inevitabilmente questo porterà a conflitti fra individui e, più in generale, fra società e singola persona.

Questo significa, come scritto in Nessuna conclusione, che i contrasti fra due obblighi, uno verso se stessi e l'altro verso la società, sono piuttosto comuni.

Mi chiedo però se sia possibile, escludendo qualsiasi influenza esterna, che una persona abbia due obblighi morali verso se stessa in conflitto fra loro. E, se ciò fosse possibile, sarebbe in tal caso un limite della morale dell'individuo? Cioè di una morale imperfetta che abbia in sé un germe, un difetto, che renda possibili tale tipo di contraddizioni.
Viceversa è possibile un'etica che in nessun caso porti ad antinomie morali verso l'individuo che la applica?

Ecco, questa è una delle difficoltà: quale deve essere il punto iniziale della riflessione: se stessi, o il rapporto fra più individui.
Per non parlare del fatto che abbia senso o no cercare di ragionare in maniera così formale sulla morale: è possibile cioè dimostrare che una morale non porta a contraddizioni riguardo il bene del singolo individuo.
Oppure il punto di partenza dovrebbe essere il bene? Con tutti i problemi che ciò comporta primo fra tutti la sua definizione e univocità.

Ecco, idealmente “mi piacerebbe” un'etica che parta dalla definizione di bene, su questo costruisca una morale che non porti ad antinomie per il singolo individuo e, a quel punto, studiarne un'estensione che applicata da tutti gli individui di una società ne minimizzi i conflitti.
Ho scritto “mi piacerebbe” fra virgolette perché non ho idea se questo mio bel proposito sia fattibile.

A dire il vero qualche ora fa mi chiedevo se l'idea di bene sia separabile da quella di religione. Che per definire un bene particolare sia necessario un'idea di bene assoluto, di perfezione, che coincida con l'essenza della divinità.
Ma si è trattato di un pensiero elusivo, che mi è subito scappato via e che adesso non ho voglia di rincorrere: ma chissà dove mi porterebbe se provassi a seguirlo...

E se definissi come bene per l'individuo la capacità di fare del bene? Capacità di fare del bene sia verso se stessi che verso gli altri. Anzi, perché limitarsi, il bene dell'individuo deve corrispondere alla capacità di fare del bene verso la realtà.
Mi pare un'idea promettente ma non devo farmi prendere dall'entusiasmo: ci potrebbero essere dei problemi in base alla definizione di bene. Oppure no?
E poi ci sarebbe da considerare la volontà! Che valore morale avrebbe la capacità di fare del bene se mancasse la volontà di farlo?

Oppure si potrebbe considerare fin da subito le limitazioni umane: l'uomo non si protende verso il bene ma solo verso ciò che crede essere il bene. L'errore è intrinseco all'uomo e alle sue decisioni: forse dovrebbe esserlo anche alla sua morale. Non so: forse non ha molto senso immaginarsi un bene “deformato” dall'errore; forse è meglio immaginarlo perfetto e considerare poi la fallacia degli individui nella visione e valutazione dello stesso, anzi nella valutazione della realtà.

Bo... continuo a essere triste e adesso mi fa pure caldo: è piovuto, la temperatura è diminuita ma ora è anche più umido...

Conclusione: nessuna. Ma stavolta avevo avvisato fin dall'inizio!

Speculazioni aliene

Stanotte riflettevo che se i governi avessero le prove che gli UFO fossero reali allora, l'unica ragione sensata per non comunicarlo alla popolazione, sarebbe che gli alieni stessi l'avessero proibito. E perché gli ipotetici alieni dovrebbero volere che la popolazione terrestre ne ignori l'esistenza?
Mi viene in mente un'unica ragione: per studiare la razza umana senza che questa sappia di essere osservata.
E da questa idea potrei speculare ulteriormente...

Voto e morale - 28/6/2017
Sto continuando a riflettere sui problemi morali di cui ho scritto in Nessuna conclusione.
Più ci penso e più il confine della problematica etica si espande: sembra cioè che non sia possibile stabilire se sia moralmente corretto votare per un partito che non ci rappresenta senza considerare tutta una serie di categorie morali più complesse e ampie. Non ci si può concentrare su un particolare senza affrontare il tutto.
E il discorso rischia di divenire così ampio che un pezzo non sarebbe sufficiente per discuterlo nel dettaglio: la soluzione sarebbe scrivere un trattato morale scaricabile poi come PDF...
Qualcosa che riuscirebbe nella apparentemente impossibile impresa di riscuotere ancora meno interesse della mia Epitome! Idea in effetti molto allettante...

Il babbo nell'80 - 29/6/2017

Nuova arte - 30/6/2017
Ieri, mentre scrivevo il pezzo Ancora niente, seguivo anche una diretta su Twitch.tv dove un'artista di una piccola compagnia di sviluppatori di giochi indipendente stava facendo il suo programma settimanale.
Era la prima volta che lo seguivo e non sapevo di cosa si trattasse: in pratica l'artista, usando un potente programma CAD, creava dal nulla degli oggetti tridimensionali, in questo caso un piccolo battello (vedi QUI), che sarà poi aggiunto al gioco al successivo aggiornamento.

Mi ha impressionato la sua velocità di esecuzione: era ovvio che il programma era complesso ma lui non aveva un attimo di esitazione e la figura prendeva veramente forma sotto i nostri occhi: ma non era solo veloce era anche bravo a rendere con (relativamente) poche linee e punti un oggetto piuttosto complesso. In altre parole la sua non era solo tecnica ma anche arte.

Quesito: l'arte dello sviluppo tridimensionale con CAD è più simile alla scultura o al disegno?
Personalmente, prima di vedere la diretta, avrei detto “disegno” ma adesso propendo più per la “scultura”...

Sinestesia - 30/6/2017
Invece del “Silenzio Verde” ecco il mio “Verde Rumoroso”: approfittando di quattro giorni di allenamento consecutivi mi sono registrato mentre suono Greensleves (ascoltare QUI).
È stato uno dei primi brani che ho imparato e avevo voglia di riprovarlo: ovviamente non mi ricordavo quasi più niente però l'ho rimemorizzato relativamente alla svelta: dal 16 maggio all'8 giugno che sembrano molti giorni però, visto che in questi mesi mi alleno pochissimo, equivalgono a 11 esercitazioni (diciamo circa un'ora e 10 minuti)...
Invece di impararlo a memoria l'ho suonato leggendo la tablatura e questo spiega alcune leggere esitazioni: a momenti ho suonato piuttosto sciolto in altri no. Diciamo che ero molto nervoso perché volevo togliermi questo brano e in più ero già stanco perché era l'ultimo dell'esercitazione...
Comunque mi do un 6 di incoraggiamento...

martedì 27 giugno 2017

Nessuna conclusione

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.3.0). In particolare i capitoli: 11.

Premetto che mi fa caldo: anche qui da me le minime notturne sono salite molto cosicché stamani avevo 25° invece dei 22° della scorsa settimana: e a fine giornata questi 3 gradi di differenza si sentono... Lo premetto perché il caldo mi toglie energie e voglia di scrivere, soprattutto pezzi impegnativi come il seguente: però è una questione che mi sta a cuore e sulla quale già da molti mesi ogni tanto mi capita di riflettere.

Lo stimolo che mi ha fatto decidere a scrivere il mio pensiero è venuto da un articolo “politico” di Goofynomics: PD delendus est (dichiarazione di voto).
Nel breve pezzo pubblicato alla vigilia dei ballottaggi delle comunali il professore invita a votare non a favore di un partito ma contro il PD: non perché l'alternativa sia migliore ma per punire il partito di governo che, coscientemente, sta distruggendo l'Italia.

Nel mio comune non c'erano ballottaggi e “fortunatamente” (cioè indipendentemente dalla mia dimenticanza di due settimane fa!) il “mio” sindaco PD senza fatica né affanno è stato riconfermato per un altro mandato (anche se i ben informati mi dicono che si candiderà alle regionali: vedremo...).
Però mi sono già molte volte chiesto cosa farò alle prossime elezioni politiche.

Come i miei fedeli lettori dovrebbero sapere non mi riconosco in nessun partito né di sinistra né di destra, distinzione che comunque ritengo superata ([E] 11.5), e la mia speranza nel M5S è stata breve, appena un anno e mezzo, visto che ormai mi sono reso conto che si tratta di un populismo apparente ([E] 11.4) con tutto ciò che tale definizione comporta.
Quindi alle prossime elezioni cosa farò? Mi asterrò oppure farò una scelta affine a quella suggerita dal professor Bagnai: usare cioè il mio voto per punire o magari votare ciò che in quel momento mi sembrerà il “meno peggio”?

Onestamente ancora non lo so. Lo scopo di scrivere questo pezzo, nonostante il caldo, è proprio la speranza di chiarirmi le idee: spesso infatti il costringermi a riordinarle ed esporle elencandole a una a una mi aiuta a comprenderle maggiormente...

Il problema è che la razionalità mi spinge in una direzione e la moralità in un'altra. Mi spiego meglio: più o meno dal 2001 al 2013 avevo smesso di votare. Nessun partito mi convinceva, anzi li ritenevo tutti sostanzialmente uguali (v. Douche and turd), ed ero giunto alla convinzione che era sbagliato votare per il meno peggio perché se avesse vinto, e quindi governato, sarei stato suo complice avendolo sostenuto: in altre parole ritenevo che votare un partito ritenuto inadatto a governare fosse moralmente sbagliato.
Questo mio ragionamento può apparire superficiale (e forse lo è) ma recentemente ho scoperto che Kant la pensa come me: l'imperativo categorico, l'obbligo morale di fare ciò che si ritiene giusto indipendentemente dalle conseguenze è (secondo me!) equivalente all'obbligo morale di non fare ciò che si ritiene sbagliato indipendentemente dalle conseguenze.
Semmai il punto diviene quindi se, votare un partito che, per enne motivi, non ci convince, sia sbagliato oppure no: ripensandoci è ovvio che è sbagliato perché equivalerebbe a mentire (a se stessi (*1)).
D'altra parte le prossime elezioni sono una delle ultime possibilità che il popolo italiano ha prima di ritrovarsi in una situazione simile a quella del collasso greco: forse in questo caso, viste le estreme conseguenze dei disastri che un governo sicuramente cattivo combinerebbe, potrebbe aver senso votare quello “meno peggio” nella speranza che faccia meno guai.

Cioè la situazione è qui più complessa: da una parte a livello individuale il singolo elettore ha il dovere morale di non votare per una forza politica che non lo convinca, da un'altra però si ha anche il dovere di fare il meglio per la collettività e questo, in effetti, potrebbe coincidere col votare per il “meno peggio”.

Questo è un po' il limite che ho trovato nell'analisi dell'etica da parte di filosofi come Kant e Aristotele (v. il paragrafo prima della “Conclusione” di Varie su Aristotele) ovvero cosa fare quando si hanno due obblighi contrastanti. Oltretutto c'è anche una bella dose di incertezza: ad esempio il partito “meno peggio”, se al potere, agirebbe veramente in maniera migliore del partito che riteniamo peggiore?

Sono tentato di interrompere qui il mio ragionamento e prendermi una pausa di riflessione: istintivamente sarei tentato di affermare che fra due obblighi morali quello verso la società sia più importante di quello verso se stessi; ma un'intuizione più profonda e sottile mi suggerisce che ci sia qualcosa di inumano, contrario cioè alla natura umana (*2), in ciò.
No... sono ragionevolmente convinto che un'etica che ponga gli obblighi morali dell'individuo verso se stesso al di sotto di quelli verso la società finisca per generare inevitabilmente delle aberrazioni morali (*3).
Forse si dovrebbe prendere in considerazione la quantità di torto che si fa a noi stessi e quella di bene che potremmo fare alla società: è chiaro che darsi una martellata su un dito sia un torto verso noi stessi ma se così facendo si avesse la certezza di salvare, ad esempio, una vita umana?
In questo caso parrebbe mostruoso e ingiustificabile egoismo non accettare di darsi una martellata su un dito. Ma ragionando così si rischia di cadere nell'infantile utilitarismo di Bentham in cui la morale è il risultato di un calcolo algebrico...

Sì, ci devo riflettere ancora...

Conclusione: al momento nessuna! Ma ritornerò su questo argomento...

Nota (*1): Ecco questa è già una preziosa intuizione: votare per un partito che non ci convince è un crimine morale verso noi stessi.
Nota (*2): Qualcosa che mi ricorda troppo la morale di Rawls (v. Dubbi su Rawls).
Nota (*3): Ad esempio con una morale di questo tipo si potrebbe facilmente giustificare moralmente l'aguzzino che per conto di un governo (ovvero per il bene della società) torturi un'altra persona: l'aguzzino, pur provando ribrezzo e disgusto per ciò che fa, facendo cioè torto a se stesso torturando un'altra persona, potrebbe essere moralmente giustificato perché agirebbe a favore del presunto bene della società.

sabato 24 giugno 2017

Novità dalla Paradox

Lo scorso 18 maggio pubblicai il pezzo Paradosso Paradox nel quale facevo una previsione “azzardata”: tale compagnia fallirà nel giro di qualche anno. Ho messo “azzardata” fra virgolette perché in realtà non ho abbastanza dati a disposizione per poterne essere sicuro (in particolare non conosco il peso dei titoli sviluppati direttamente da loro sul fatturato) ma di sicuro ho notato una strategia commerciale errata.

Con mio stupore (fu lo stimolo a farmi scrivere il pezzo) quello stesso giorno era nata una nuova polemica: la Paradox aveva alzato in maniera completamente irragionevole il prezzo di tutti i suoi prodotti nelle regioni non EU e USA (ad esempio in Russia che credo sia nei videogiochi il terzo mercato ma anche in Brasile, Turchia etc).
Già quel giorno c'erano state molte reazioni irate da parte degli utenti di quei paesi e in breve, spontaneamente, era stata presa la decisione di inserire commenti negativi nella valutazione del gioco che poi Steam (la piattaforma sulla quale avvengono il maggior numero di vendite) presenta ai potenziali acquirenti.
In quei primi giorni tali valutazioni negative erano sporadiche ma, quando la scorsa settimana ho ricontrollato, le recensioni recenti erano tutte “Mostly negative” ovvero la valutazione peggiore in assoluto (mentre la valutazione complessiva, ovvero basata su tutte le recensioni accumulate nel corso degli anni, invece non ne risentiva troppo).
Però quel “Mostly negative” era di sicuro un campanello di allarme per tutti i possibili acquirenti: per me sicuramente lo sarebbe stato se non conoscessi la storia di questi giochi.
Sul sito della Paradox c'era stato solo un unico comunicato ufficiale in cui si diceva che i prezzi erano stati adeguati al costo della vita di alcuni paesi, erano incrementi naturali e che nel breve, sicuramente, non sarebbero stati cambiati. Affermazioni tutte massacrate dai lettori con tanto di tabelle e dati...

Questo 22 giugno sono poi iniziati i consueti saldi estivi su Steam e, sorpresa, mentre ero al calcolatore mi sono apparse le notifiche dei giochi Paradox che seguo (come ho detto almeno sei!) una dietro l'altra che brevemente annunciavano una completa marcia indietro sui prezzi e rimandavano al seguente comunicato ufficiale del CEO: Forum.Paradoxplaza.com.

Prima di commentarlo qualche riflessione.
Avendo militato fra gli attivisti del M5S sono rimasto in contatto con molti di essi su FB: ho notato che molti che non fanno più parte del movimento, ma che per esso avevano investito enormi energie fisiche, mentali ed economiche, adesso sono divenuti i suoi più acerrimi nemici.
Credo che sia un meccanismo psicologico abbastanza comune: chi ama, ma poi si sente tradito, finisce per odiare l'oggetto del suo precedente amore. In pratica si passa da un eccesso a un altro!
Ecco: qualcosa di questo genere è successo o sta succedendo a molti entusiasti della Paradox.
Probabilmente gli “esperti” di mercato della Paradox non l'avevano previsto. Non solo, la protesta nata dalla Russia si è estesa anche agli utenti dei paesi occidentali per i quali i prezzi non erano cambiati: come scrissi nel precedente pezzo la Paradox ha nell'ultimo anno e mezzo tirato molto la corda sulla qualità/quantità/prezzo dei propri prodotti indisponendo tutti gli utenti che quindi hanno colto l'occasione per manifestare la propria contrarietà alla politica commerciale di tale azienda.
In definitiva è successo che non ci deve essere solo stato un calo (sicuramente previsto) delle vendite nei mercati secondari (Russia, Turchia, Brasile, etc...) ma un crollo globale.

Ma veniamo al messaggio del CEO diviso su tre punti.
1. Nel primo punto ammette che gli aumenti dei prezzi sono completamente ingiustificati. Adesso con i saldi in corso non è possibile cambiarli, ma che verranno ripristinati i vecchi prezzi appena possibile. Ci sono poi vaghe promesse che chi acquista adesso (al prezzo maggiorato) sarà poi rimborsato con modalità da stabilire.
Sfortunatamente il comunicato non dice come si sia giunti alla decisione dell'aumento dei prezzi: l'avrei trovato molto interessante.

2. Nel secondo punto invece difende la politica delle DLC adottata a partire da “King Crusader 2”. Egli spiega che con ogni DLC anche il gioco base viene aggiornato e che quindi, chi ha comprato solo quello, si ritrova comunque adesso con un prodotto molto più evoluto.

3. Non ha cambiato idea per il boicottaggio ma perché è stato convinto dagli argomenti dei “fedeli” entusiasti dei giochi Paradox che magari da oltre un decennio scrivono sul forum dell'azienda. Si vanta poi di aver trasformato un'azienda di 7 persone in una di 225 facendo di testa propria e facendosi raramente influenzare dalle opinioni altrui.

(4). Fuori da questi punti risponde infine al mio sospetto maggiore: ovvero che il cambiamento di politica sia dovuto all'azienda divenuta una società per azioni. Il CEO replica che lui ha ancora il 33% delle azioni e che quindi non è cambiato niente.

I miei commenti.
1. Io credo che questa marcia indietro sia tardiva per salvare le vendite dei saldi estivi: chi si fiderebbe di un dubbio rimborso imprecisato sia nella modalità che nella dimensione? Il grande CEO, capitano d'industria, doveva decidersi prima a cambiare idea...

2. La politica delle DLC è miope. È mirata a mantenere e guadagnare sul proprio nucleo di utenti: ovvero coloro che hanno comprato il gioco all'uscita e che, col tempo, hanno comprato le varie espansioni ogni sei mesi. Dopotutto se si passano decine e decine di ore su un gioco non è poi una grossa spesa spendere 15€ ogni sei mesi per delle novità che lo rinnovano.
Il problema però è che in questa maniera si scoraggiano i nuovi utenti: adesso (con i saldi) per comprare King Crusader 2 e tutte le espansioni occorre “appena” 129.35€ (119.31€ per la raccolta del gioco base più quasi tutte le espansioni e 10.04€ per l'ultima di queste).
Onestamente io, per un gioco che non conosco e che non sono sicuro che mi piaccia, una tale cifra non ce la spenderei mai. E come me sicuramente dissuade tanti altri potenziali acquirenti.
In altre parole questa politica di vendita di DLC ad alti prezzi non allarga la base di giocatori e, quindi, nel lungo termine è perdente.
Non solo: gli utenti che hanno ormai compreso la strategia della Paradox saranno comunque restii a comprarne i nuovi prodotti. Infatti anche chi è possiede un gioco dall'inizio e continua a comprarne le varie espansioni ha comunque la sensazione di “essere spremuto” al massimo e si ripromette di non cascarci più. Da questo punto di vista di vista “Stellaris” e “Heart of Irons IV” sono usciti quando ancora questa tendenza non era chiara e quindi non ne hanno patito le conseguenze ma dubito che eventuali nuovi giochi saranno altrettanto “fortunati”.

3. Il CEO della Paradox è la tipica persona che nel valutare il proprio successo sovrastima i propri meriti alla buona sorte (v. 4 aneddoti e una domanda). Il successo della Paradox non è tanto dovuto alle sue mirabolanti intuizioni commerciali quanto piuttosto è associata alla crescita di Steam che ha permesso alla Paradox di far conoscere e vendere i propri prodotti sul mercato globale. I prodotti della Paradox sono estremamente di nicchia ma, nel mercato globale, questa non è una pozza ma un laghetto. È stata cioè la crescita di Steam a portare nuovi utenti a Paradox...
Da questo punto di vista l'espansione di Steam non potrà continuare ancora molto: quindi se Paradox vorrà aumentare le vendite dovrà cambiare la propria strategia commerciale e, sicuramente, il primo passo dovrà essere quello di diminuire i prezzi delle DLC (che, come detto, a livello di contenuti sono estremamente povere). Altrimenti il CEO non arriverà mai ad avere 300 dipendenti...

(4). Rimango della mia idea: Paradox come società per azioni punta al profitto nel breve termine e in questi due ultimi anni lo ha ottenuto sacrificando a esso la fedeltà e l'entusiasmo della propria base. Adesso che le vendite (lo sospetto solamente perché non ho dati (*1) si prospettano estremamente negative ecco che il CEO inizia ad ascoltare gli inveterati entusiasti che da oltre dieci anni comprano i suoi prodotti...

Conclusione: sospetto che i miei lettori non siano molto interessati alle vicende della Paradox ma io le trovo molto interessanti: vedremo se questa batosta farà cambiare strategia commerciale all'azienda ma, da quel che ho capito del CEO, credo che preferirà rimanere un grande ammiraglio in un laghetto piuttosto che un capitano nell'oceano.
Altra conclusione è che, come avevo previsto (v. Il futuro della democrazia), il boicottaggio oggi, almeno in specifiche situazioni, funziona ancor più di ieri...

Nota (*1): anche se ci sono siti dai quali sarebbe possibile fare stime, vediamo un po'...
Ecco per un gioco nuovo (con solo due DLC oltre al gioco base) Stellaris da questo sito sembrerebbe che nel primo giorno di saldi siano state vendute circa 4000 copie, cioè circa lo 0,36% del totale già venduto.
Per “Europa Universalis IV” invece (vedi qui) sono state vendute circa 2000 copie equivalenti allo 0,16% del totale già venduto.
A occhio non mi sembra molto ma per verificare dovrei vedere l'andamento delle vendite di altri giochi analoghi (per anno di pubblicazione, genere, costo base ed entità dello sconto) ma non ne ho voglia e preferisco aspettare che qualcuno, magari più pratico, faccia questo lavoro per me...

venerdì 23 giugno 2017

Tanti commenti

Finalmente, tutto all'improvviso, i miei lettori hanno iniziato a commentarmi!!
è strano perché come spiegato nel corto Ritorno alla normalità da fine maggio non ho più quegli strani picchi periodici nelle visite...
Per qualche strano motivo Blogger li considera spazzatura e non me li fa pubblicare: io però voglio dare soddisfazione e rispondere a chi si è impegnato per lasciarmi commenti tanto arguti e divertenti. Siccome i commenti sono troppi mi limiterò a pubblicarne una dozzina. Chiaramente, per motivi di riservatezza, non pubblicherò i nomi di chi mi ha scritto...

Commenti a Versione 0.3.0: pubblicata!

[Questi commenti sono ovviamente un po' più tecnici dei successivi ma voglio dare una panoramica globale di cosa mi è stato scritto e preferisco procedere con ordine...]

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Grazie! Non ne sono sicuro ma penso di essere d'accordo con te! [Evidentemente un altro bloggatore giustamente impressionato dalla mia opera.]

2. I have proven only the complete prime 20 NBA gamers for the primary season, fifty nine-60... different years focus solely on Wilt & Russell's teams.

Ovviamente puoi applicare la mia teoria dei protomiti e parapoteri anche al mondo della pallacanestro!

3. I would just like to inform what is all about.

Cioè?
[Questo probabilmente è un complottista: chissà però cos'ha in mente...]

Commenti a Brevi dal caldo

4. You're a boss.

Chiaramente è un'esagerazione ma questi complimenti fanno comunque piacere: grazie!

5. Wow, awesome blog layout! How long have you been blogging for? you made blogging look easy. The overall look of your site is magnificent, as well as the content! Here is my web-site: 3 Week Diet Plan (sydneyshutters.com.au) 

Grazie! Magari proverò a scrivere dei pezzi su come costruirsi un viario come il mio con mezze dozzine e mezze dozzine di lettori quotidiani...

6. Under Armour reported $three.08 billion in income in 2014 and expects about $three.eighty four billion in 2015.

La ringrazio moltissimo per l'importante precisazione: il Vostro contributo al mio viario è per me un grande onore!
[credo che sia Stiglitz, il nobel per l'economia!]

Ma i commenti più interessanti li ho ricevuti a Guglielmo Tsunetomo.

7. It is truly a nice and useful piece How to Treat Of Hemorrhoids info. I am satisfied that you shared this helpful info with us. Please keep us informed like this. Thank you for sharing.

Grazie! :-P
[Non volevo dare la falsa impressione che tutti i commenti fossero favorevoli. Almeno questo signore è stato spiritoso...]

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Beh, magari ci scriverò un pezzo sopra a parte comunque ti voglio darti qualche suggerimento ugualmente. I primi tre consigli che mi sento di darti: 1. scrivi quello che pensi senza rincorrere le idee del pubblico; 2. cerca di essere chiaro e sincero. 3. abbi pazienza e persevera. Se seguirai questi miei consigli anche tu, in circa 7 anni, otterrai mezze dozzine e mezze dozzine di lettori quotidiani come me!

9. Thanks for finally talking about “Guglielmo Tsunetomo”;Loved it!

Ehmm... Veramente Guglielmo Tsunetomo non esiste! Il titolo è basato sulla divertente fusione dei nomi “Guglielmo Tell” e “Yamamoto Tsunetomo”... ;-)
Grazie per i complimenti però!
[Non voglio mortificare i lettori distratti facendoli sentire stupidi ma ci tengo a precisare...]

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Beh, anche se non lo ammetterei mai credo che anche la forma abbia la sua importanza: è fondamentale non solo ciò che si scrive ma anche, per esempio, il grigio topo/Gentiloni dello sfondo...

Ma anche sul mio pezzo politico Il punto su M5S ed elezioni ho ricevuto commenti interessanti...

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Grazie! Come disse Salvini a Bossi: “Non basta averlo duro”...

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E quindi? [Questo commento l'ho voluto pubblicare perché si vede che il lettore si è impegnato molto per cercare di scrivere un commento non superficiale. Poi però deve aver premuto “Pubblica” per sbaglio senza concluderlo... ]

Vabbè, mi fermo qui: ma i commenti ricevuti sono stati veramente tanti, ricchi di complimenti, osservazioni intelligenti e spunti che sicuramente prenderò in considerazione!
Grazie anche a tutti coloro che non ho avuto modo di rispondere direttamente!

Conclusione: ma perché “spazzatura”? Queste sono perle!

martedì 20 giugno 2017

Versione 0.3.0: pubblicata!

Finalmente ho finito la rilettura globale e, senza aspettare un solo secondo, passo a pubblicare la nuova versione, la 0.3.0, dell'Epitome!

Le novità sono grosse: vediamole in ordine di importanza...

1. Aggiunta una nuova parte, la terza, con ben tre nuovi capitoli.
2. Quasi interamente riscritto il primo capitolo.
3. Aggiunti quattro nuovi sottocapitoli (uno di essi nel primo capitolo).

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Ricordo che la prima parte dell'epitome è di “teoria” e ho cercato di riunirvi tutti i concetti che uso poi nella seconda parte, che considero una sorta di “pratica”, per analizzare molti aspetti della società moderna.
Nella terza parte ho deciso di aggiungere tutti quegli argomenti che reputo importanti ma di cui non mi sono ancora chiari degli aspetti: inserirli nella seconda parte sarebbe stato comunque fuorviante visto che io per primo non mi fido al 100% delle mie idee, ma non trattarli sarebbe stata una limitazione eccessiva visto che si tratta di argomenti importanti. La soluzione è stata quindi quella di inserirli in questa nuova terza parte, chiamata appunto “Incertezze”, dove gli argomenti trattati presentano, dal mio punto di vista, degli aspetti oscuri. La mia incertezza non è però nascosta e anzi l'evidenzio esplicitamente nel sottocapitolo finale che non si chiama semplicemente “Conclusioni” ma “Incertezze e conclusione”!
I nuovi capitoli sono sulla Scienza (riepilogo concetti in parte già esposti in maniera frammentaria in diverse altre parti dell'epitome); sulla Legalità (materiale tutto nuovo di cui anche sul viario non ho scritto molto) e, ovviamente, l'Immigrazione (riepilogo quanto ho già scritto sul viario e vi aggiungo un'idea MOLTO interessante, v. il corto Nuova intuizione).
Mi pare importante sottolineare che adesso nell'epitome ci sono dei concetti più “avanzati” rispetto a quelli espressi nel viario...

Ho riscritto il primo capitolo cercando di interpretare i mugugni di chi ha tentato di leggere la mia epitome fermandosi però poco dopo. Onestamente era forse un capitolo un po' noioso perché faceva un lungo elenco di “limiti” senza esplicitare dove si andava a parare e, oltretutto, non era molto ben scritto a causa dei numerosi copia e incolla fatti da un mio vecchio pezzo.
Adesso ho “compresso” la maggior parte dei limiti in un unico sottocapitolo spostando gran parte del materiale nelle note e tagliando qualcosa. Il limite temporale è rimasto com'era mentre ho aggiunto un nuovo sottocapitolo che riporta tutta una serie di limiti psicologici umani ripresi in pratica dal corso di psicosociologia. Nel complesso credo che sia divenuto più facile e gradevole da leggere: spero che incoraggi la lettura delle parti successive.
Ah, inoltre ho aggiunto una breve introduzione alle tre parti che riassume anche il contenuto dei diversi capitoli: spero che anche questo aiuti il lettore a inquadrare meglio ciò che andrà a leggere in maniera che non si trovi perso.

Gli altri nuovi sottocapitoli aggiunti sono: “La democratastenia” dove in pratica definisco cosa sia l'opposto dei parapoteri, un concetto che sarà poi molto utile; “L'ottimo per la popolazione” dove do delle indicazioni su quale dovrebbe essere il rapporto di forza ideale fra i vari gruppi di una popolazione per avere la massima giustizia sociale; “La criptocrazia” ovvero l'altra faccia della democrazia.

Qua e là ho aggiunto qualche nuova definizione nell'ottica indicata in Definizioni: epomiti, equimiti, criptocrazia e democratastenia. Alcune più utili altre meno.

Infine ho dato una bella rilettura generale apportando molte piccole correzioni, dal refuso all'aggiunta magari di una nota esplicativa, in praticamente tutti i sottocapitoli. Adesso inizia a essere leggibile e, quasi, non me ne vergogno più: infatti ho fatto “salire” di un'altra posizione il rimando all'Epitome sulla colonna di destra del viario: adesso è appena sotto la sezione "Archivio Blog"!

Conclusione: come al solito mi pare di aver fatto un buon lavoro; come al solito adesso sono tutto contento, poi ci sarà la fase di delusione non ricevendo nessuna notizia da coloro a cui avrò mandato l'epitome, poi (lentamente) mi tornerà la voglia di aggiungere del nuovo materiale (ho già una pagina di appunti su nuove idee)... oppure, nella migliore delle ipotesi, mi stuferò di perderci tempo!

lunedì 19 giugno 2017

Brevi dal caldo

Ancora in realtà non fa troppo caldo ma è l'impressione del caldo che mi opprime!
Adesso, alle 14:00, ho 23.5° al piano di sopra e 30° in giardino. A seconda delle condizioni atmosferiche significa che in città siamo sui 40°... comunque personalmente non mi posso certo lamentare...

Il problema è che la mia camera, col calcolatore sempre acceso, tende ad avere un paio di gradi di più e quindi, per contrasto, mi pare particolarmente afosa (magari stasera avrò sui 27°).

Ma più che la temperatura in sé è l'idea del caldo che mi toglie il fiato: sono nella fase in cui mi trovo all'inizio di ogni estate, nel dubbio di spostare il calcolatore altrove per poter così tenere più fredda la mia camera al prezzo però di un notevole disagio personale (posturale) a seconda dell'accomodamento che mi invento.
Contemporaneamente devo ancora decidermi a mettere la zanzariera alla finestra, ovvero una protezione che appiccico con puntine metalliche direttamente sulle persiane, che però mi impedisce di aprirle per il resto dell'estate: questo dipende un po' dalle zanzare. Di solito da me arrivano tardi ma quest'anno ne ho già viste due o tre...

Comunque la sensazione del caldo, e forse la pressione bassa, mi tolgono energie...
Ultimamente sul viario scrivo pochissimo anche perché sublimo le mie forze letterarie all'epitome: per la cronaca mi mancano da rileggere gli ultimi sei capitoli... se oggi ne riguardo altri due o tre magari per domani ce la faccio a pubblicare la nuova versione 0.3.0... altrimenti si arriverà a venerdì perché mercoledì sarò fuori tutto il giorno e tornerò a casa, se tutto va bene, solo il giovedì sera. Devo infatti accompagnare mio padre a fare un esame medico: speriamo vada tutto bene...

Prima di concludere, per non lasciare questo pezzo sicuramente fiacco anche completamente inutile, aggiungo una brevissima riflessione su me stesso che però mi pare interessante.

Mentre leggevo e correggevo l'epitome mi sono reso conto che nelle mie valutazioni, politiche e non, sono molto più razionale dell'uomo medio: sul momento questa osservazione mi ha lasciato perplesso perché io mi considero anche molto più romantico dell'uomo comune.
Poi però ho capito, e questa è l'intuizione interessante, che la mia razionalità non è in contrapposizione al romanticismo ma all'istintualità: io non agisco né penso in maniera istintiva.
In tutto il primo capitolo della mia epitome elenco una lunga serie di difetti dell'uomo che fanno parte della sua natura biologica e, per questo, sono in un certo senso dei limiti istintivi: ecco, in me, proprio a ragione della mia scarsa istintualità, tali difetti sono fortemente mitigati e questo fa sì che nelle mie riflessioni io appaia più razionale di quanto non sia veramente.

Aggiungo anche:
1. la dieta continua ma la crisi “medica” durata un paio di settimane ha impedito i progressi.
2. mercoledì scorso mi sono deciso ad andare dall'oculista per farmi fare gli occhiali ma è risultato che ci vedo ancora troppo bene: mi manca 0.75 da un occhio e, forse, 0.25 dall'altro (la dottoressa non si è neppure preoccupata di misurare accuratamente il difetto visto che era minimo...). In pratica mi ha detto di fare gli occhiali quando “finirò le braccia”, ovvero quando non potrò distanziare abbastanza dagli occhi quello che vorrò leggere...
3. Non ho trovato nessuna conferma alla somiglianza fra il Theoden di Tolkien e il barone di Attinghausen di Schiller (che invece è paragonato a Beowulf per la scena di guerra: la carica dei cavalieri guidata da Theoden contro il superiore esercito di Sauron) ma resto convinto della mia sensazione.
4. dovrei scrivere anche un commento su Goofynomics: il professore ha chiesto il parere dei sui lettori su come rendere il suo sito più comprensibile e al riguardo avrei molte idee... solo che mi fa caldo...
5. mi sto divertendo a scrivere dei semplici MOD per il gioco Crusader King 2. Stranamente faccio molta fatica perché trovo il linguaggio mal documentato e ambiguo.
6. Ah, oggi dovrebbe uscire la prima espansione ufficiale di un gioco che mi è piaciuto moltissimo, The Darkest Dungeon (vedi "Epilogo" dell'Epitome!), e che sicuramente acquisterò immediatamente rimanendo così vittima di qualche bug delle prime ore. Sono ottimista...
7. bo... che fa caldo l'ho già scritto?

Conclusione: spero, una volta pubblicata l'epitome, di trovare energie e volontà per scrivere qualche pezzo impegnativo e, forse, più interessante...

venerdì 16 giugno 2017

Guglielmo Tsunetomo

Pochi giorni fa ho finito di leggere un libro che è stato una piacevole sorpresa: l'avevo scelto completamente a caso e temevo che sarebbe stato molto noioso, invece mi è piaciuto!

Si tratta di Guglielmo Tell di Federico Schiller, Biblioteca Universale Rizzoli, 1957, trad. Liliana Scalero. Si tratta di un dramma che fu pubblicato e rappresentato nel 1804: il suo argomento è la libertà e, anche Guglielmo Tell, più che il protagonista sembra un personaggio secondario.

Probabilmente nella traduzione in italiano l'opera perde tantissimo della sua poesia: sopravvivono delle belle immagini ma come al solito devono essere le ombre sbiadite della versione originale.
La trama poi non è particolarmente elaborata e anzi è decisamente piatta; manca poi un climax e, anzi, è pure mal bilanciata perché, in pratica, dalla premessa si passa direttamente all'epilogo!

Tre cantoni svizzeri del XIV (ricordo solo quello di Uri, gli altri hanno nome più “difficili”), che godono di una semi autonomia, sono oppressi dai balivi (funzionari con ampi poteri amministrativi e militari) rappresentanti dell'imperatore. Contemporaneamente l'Austria asburgica cerca di inserirsi e portarli dalla propria parte. Alla fine, dopo varie angherie, le popolazioni dei tre cantoni insorgono e conquistano la completa indipendenza formando il nucleo iniziale di quella che diverrà la Svizzera. Guglielmo Tell è solo un cacciatore, forte e coraggioso, dalla mira infallibile con la balestra, che compare qua e là in qualche scena.

Detta così non si capisce che cosa mia sia piaciuto visto che la poesia dalla traduzione non la si può apprezzare, manca un vero protagonista, la trama è piatta e senza climax: in realtà ho apprezzato il calore degli ideali, la passione per la libertà che trasuda da ogni dialogo.

Davvero mi sono quasi commosso leggendo dell'amore per la libertà di questi orgogliosi montanari: ovviamente lo Schiller era tedesco e probabilmente quando scrisse l'opera pensava alla Germania del proprio tempo che, come l'Italia, era divisa in numerosi piccoli stati.
Ma nel risorgimento italiano, per quel che ricordo dalle mie esperienze scolastiche, la parola d'ordine era l'“Italia”, nell'opera di Schiller invece è “libertà”.
Non si tratta di una distinzione di poco conto: l'Italia di per sé cosa significa? È solo un contenitore, uno scatolone geografico: ciò che veramente contano sono i principi.
Forse è una coincidenza ma adesso abbiamo il nostro “carrozzone Italia” ma della libertà che ci viene mangiata a piccoli morselli (*1) nessuno se ne preoccupa: eppure cos'è più importante una scatola priva di principi o la libertà?

Non so, forse voglio leggere troppo da questi pochi accenni: magari le altre opere del risorgimento tedesco sono tutte incentrate su “Germania! Germania!” o magari i miei ricordi scolastici sono sbagliati e anche da noi si gridava “Libertà! Libertà!”...
Comunque sia mi sono subito immedesimato con i patrioti svizzeri e ho apprezzato la loro strenua ricerca della libertà così come l'ha immaginata lo Schiller.

Comunque mi hanno colpito un paio di altri particolari.
Nella scena prima del secondo atto fa la sua comparsa uno dei tanti personaggi: il barone di Attinghausen, un venerabile vecchio, ancora fiero e nobile ma piegato dall'età (ha 85 anni).
Leggendone la descrizione mi è subito venuto in mente il re Theoden di Tolkien: anche lui, prima dell'intervento di Gandalf, è privo di forza ma quando lo stregone gli fa afferrare l'elsa della propria spada ecco che re Theoden recupera le proprie energie e si alza pronto a combattere per la libertà della Terra di Mezzo. Questa è probabilmente la parte del Signore degli Anelli che più mi piace...
E poi nell'atto quarto, alla scena seconda, la sensazione è confermata e amplificata: il vecchio barone è a letto morente ma ha un ultimo momento di lucidità che lo fa alzare sul letto e che mi ha ricordato fortemente il momento in cui Gandalf rompe l'incantesimo che opprime re Theoden.
Dice un personaggio descrivendo il barone: «Guardate quanta luce splende nei suoi occhi! Questa non è la natura che si spegne: è il brillare d'una nuova vita»
Ma non sono solo le immagini è anche la melanconia del barone che ricorda quella di Theoden.
Sono convinto che Tolkien volontariamente o incoscientemente si sia pesantemente ispirato a questo personaggio di Schiller per il suo Theoden (poi controllerò su Wikipedia se dice qualcosa al riguardo...).

Il secondo particolare che mi ha colpito è una breve battuta di Tell nella prima scena dell'atto terzo: Tell è insieme alla moglie che cerca di dissuaderlo dal correre rischi e gli ricorda che è sposato e ha due figli; in particolare lei gli rimprovera di aver agito avventatamente e rischiato la vita manovrando una barca su un lago in tempesta per salvare un uomo inseguito dalle guardie del balivo.
Tell risponde alla moglie: «Chi pensa troppo alle cose non concluderà mai molto».

Tale frase mi ha colpito perché ricorda molto lo stesso concetto che è ripetuto più volte, in forme diverse, nell'Hagakure (v. Molte varie) che a sua volta mi era rimasto impresso proprio perché non mi trovava d'accordo. Io infatti sono proprio la persona che “pensa troppo” e odio agire senza aver avuto modo di riflettere con calma (*2).
Ad esempio:
«Un uomo calcolatore è un vile. ...» (*3)
«Quando si prende la decisione di abbattere una persona, sorge subito la paura di non riuscire nell'impresa, ma tergiversare, e cercare nel frattempo altri mezzi non serve a niente. Se si rimanda un'azione, la forza di volontà si affievolisce e non si riesce a conseguire il successo nell'impresa. Nella Via del Samurai bisogna agire con prontezza e andare avanti colpendo furiosamente.» (*3)
«... Se invece ti metti a pensare come mandare avanti le cose, ti vengono subito dei dubbi e certamente non avrai successo.» (*3)
Non le ho ritrovate ma ho la forte sensazione di aver letto delle frasi ancora più simili a quella pronunciata da Tell: in un prossimo pezzo magari vedrò di difendere il mio comportamento riflessivo dalle accuse di Tsunetomo e di Guglielmo Tell!

Un'ultima breve riflessione. Mentre cercavo le frasi riportate qui sopra mi è capitato di leggere a mio padre il seguente passaggio: «Una persona dal sorriso forzato, se uomo, è un vile, se donna, una dissoluta.» (*3)
E lui ha acutamente osservato che i giapponesi devono avere delle idee molto nette e decise: ma io però mi sono sentito in dovere di correggerlo subito. Secondo me non è che i giapponesi siano così schematici nel loro modo di pensare: piuttosto non si preoccupano di esprimere tutto il contesto della validità di una certa affermazione. Sta al lettore usare la propria intelligenza per capire quando un insegnamento è valido e quando invece valga l'eccezione.
Non per niente non si parla di regole per i monaci buddisti o di regole per i samurai ma invece di Via del Buddhismo e di Via del Samurai: le “vie” infatti indicano delle direzioni ma non vanno seguite pedissequamente: se c'è una pozza sulla nostra strada la si salta, se c'è un palo gli si gira intorno...
Evidentemente i giapponesi amano la sintesi (vedi anche gli haiku) a alle spiegazioni articolate, lunghe ed estensive preferiscono i piccoli dettagli da cui ricostruire il tutto: io almeno interpreto così le affermazioni spesso nette e concise dell'Hagakure...

Conclusione: ho saltato molto di palo in frasca oggi... sarà il caldo?

mercoledì 14 giugno 2017

Il punto su M5S ed elezioni

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.2.1). In particolare del capitolo 11.

A causa del mio impegno con l'epitome che, come al solito, si accentua quando sono vicino a completare ciò che mi sono proposto di aggiungere, ho scritto molto meno del solito sul viario.
Voglio prendere quindi l'occasione per un rapido commento sul risultato del M5S a queste elezioni amministrative.
In realtà non ho nessuna nuova riflessione da aggiungere a quanto ho già scritto in passato ma credo che sia comunque utile riassumere di tanto in tanto il mio punto di vista dato che non tutti mi leggono con continuità e, ogni tanto, Google mi manda dei nuovi lettori.

È impossibile giudicare il recente risultato elettorale senza domandarsi quale sia la vera natura del M5S: in particolare è un populismo reale o apparente ([E] 11.3 e 11.4)?
Il populismo è la forza politica a cui, nelle democrazie occidentali, la popolazione si rivolge quando si sente tradita dai partiti tradizionali. Il populismo reale vuole realmente cercare di cambiare la società per il bene della maggioranza; il populismo apparente invece si accontenta di intercettare il voto degli scontenti e di un ruolo di opposizione rumorosa ma sostanzialmente impotente.

Quando alle elezioni del 2013 votai per il M5S e divenni attivista speravo che il movimento di Grillo fosse un populismo reale. Nel corso di circa un anno e mezzo compii però un percorso che mi portò gradualmente a comprendere che il M5S, al di là dell'apparenza, è un populismo apparente (*1).

In particolare il populismo apparente non vorrà realmente vincere le elezioni perché non vuole cambiare lo status quo e perché è consapevole di non avere le capacità o gli uomini (che poi è la stessa cosa) per assumersi un impegno più gravoso di semplici proclami politici: in altre parole parlare è facile ma fare è difficile. Un populismo apparente rischia di perdere tutta la propria credibilità se si trova a dover governare.
Il vecchio Casaleggio era consapevole di questo limite del M5S e, finché ne fu alla guida, evitò di rischiare di comprometterlo cercando realmente di vincere in elezioni importanti: in particolare, al di là dei motti (come “uno vale uno”, che in effetti da un bel po' non sento più nominare...), Casaleggio evitò accuratamente di aggiornare la struttura del M5S per adeguarlo alla sua improvvisa crescita e renderlo in grado di fare un'opposizione degna di questo nome. Non entro nei dettagli (che si possono facilmente trovare grazie al marcatore “M5S” qui su questo viario) ma ciò avrebbe comportato il dare un minimo di potere alla base in maniera che potessero emergere dei candidati capaci e credibili: questo però non fu fatto perché avrebbe comportato una diminuzione del potere dei vertici del M5S. Casaleggio aveva una visione del M5S come se fosse un'estensione della propria azienda: per questo chi non si conformava ai suoi ordini veniva licenziato, cioè espulso: gli ordini del capo non si discutono.
Con la morte di Casaleggio sembrerebbe che Grillo abbia effettivamente preso le redini del M5S: e qualcosa notai che cambiò. Con mia sorpresa mi accorsi che alle elezioni comunali il M5S era intenzionato a vincere a Roma: attenzione il M5S voleva vincere solo a Roma (l'Appendino fu un danno collaterale) e, nella consueta ottica verticistica, voleva un candidato particolarmente allineato. Ricordate i colloqui della Raggi in ossequiosa visita a Grillo e Casaleggio, e i vari "contratti" di obbedienza che sottoscrisse?
Il livello della politica italiana è così scadente che anche un'opposizione pasticciona e impreparata come quella del M5S potrebbe vincere facilmente se solo lo volesse: e infatti a Roma la Raggi riuscì a vincere piuttosto facilmente.

Lascio ai lettori la valutazione del lavoro svolto dalla Raggi e se questo sia una buona o una cattiva pubblicità per un M5S di governo.

Rimane però il fatto che non sono più sicuro che il M5S, guidato da Grillo (e forse coadiuvato da Casaleggino), non voglia più vincere le prossime elezioni nazionali: il problema è che in tutti questi anni non si è fatto niente per evolvere minimamente il movimento in maniera che fosse in grado di proporre una sua classe dirigente credibile (che non significa politici di professione ma persone capaci). In questa situazione una vittoria del M5S alle elezioni sarebbe controproducente per l'Italia e per il movimento stesso ma non sono sicuro che Grillo, da buon visionario, abbia la lucidità politica per rendersene conto: forse anche lui è attratto dal fascino del potere... ma in questo caso si tratta dell'attrazione del fuoco che brucia la falena...

Insomma, dopo questa lunga e noiosa premessa, si può dire che il risultato delle comunali era prevedibile: un M5S che, dopo 4 anni dal suo grande successo elettorale, non ha modificato minimamente la propria struttura non è in grado di presentare (in genere) candidati credibili nei vari comuni italiani. Si tratta di tanti “Signor Nessuno”, spesso persone oneste armate di tanta buona volontà, talvolta di furbastri tentati dall'ebbrezza del potere e con tutta un'improbabile fauna intermedia fra questi due estremi.
Ma nelle elezioni locali il volto e il nome del candidato sindaco conta più di quello del partito: da ex attivista ormai questo l'ho capito... solo i vertici del M5S fanno finta di niente...

Comunque ha ragione Grillo a dire che alle elezioni politiche la musica sarà diversa: è ragionevole pensare che, in condizioni “normali”, il M5S possa ottenere grossomodo il doppio dei voti rispetto a questa consultazione.
Con condizioni “normali” intendo l'evitare dichiarazioni catastrofiche a ridosso delle elezioni (come era consuetudine all'epoca di Casaleggio) che facciano scappare i possibili elettori moderati, ma anche l'evitare una seria riforma del M5S (ma del resto non c'è comunque più tempo per cambiamenti sostanziali) che garantirebbe una vittoria certa ma a scapito del potere assoluto di Grillo &. C.

In questa situazione di incertezza sui reali intenti del M5S si innesca il dibattito su quale dovrà essere la nuova legge elettorale. Una forma tendente al maggioritario darebbe possibilità reali di vittoria anche a “questo” M5S, in una forma tendente al proporzionale invece solo un M5S “riformato” potrebbe pensare di vincere...
Comunque sia i partiti tradizionali sono impauritissimi e la loro unica preoccupazione sarà scegliere quella forma di sistema elettorale che, almeno sulla carta, minimizzi le possibilità di vittoria del M5S.
Personalmente non ho perso un singolo minuto a studiare le varie proposte che si sono susseguite in queste settimane e mi limiterò a valutare solo la decisione finale. Il teatrino delle alleanze e dei tradimenti mi dà la nausea e non mi interessa.

È però triste pensare che, se solo lo volesse, al costo di una riforma della sua struttura e di una perdita parziale di potere dei vertici, il M5S potrebbe facilmente vincere indipendentemente dala legge elettorale. E con le persone giuste l'Italia avrebbe una possibilità, ma invece...

Conclusione: sigh...

Nota (*1): tutte le fasi dell'evoluzione del mio pensiero sul M5S sono completamente documentate su questo viario: vedi M5S...

lunedì 12 giugno 2017

“Piccola” dimenticanza...

Ieri mi sono dimenticato di votare nel mio comune!!
Cioè, non credo che il mio voto avrebbe pesato sul risultato politico ma mi secca essermene scordato: avevo deciso che avrei votato per una lista civica e, all'eventuale ballottaggio, per il M5S...

Però la mia dimenticanza è forse indicativa di una cresciuta disaffezione popolare verso la politica: sono curioso di vedere i dati sull'astensione...

Nuova intuizione - 13/6/2017
Ho avuto una nuova intuizione sul fenomeno dell'immigrazione: ma non la pubblicherò direttamente qui sul viario ma indirettamente nell'epitome...
Chi ha orecchi per intendere, intenda!

Buone nuove - 13/6/2017
La versione 0.3.0 dell'epitome è prossima!
Ho deciso di smettere di aggiungervi materiale (l'epitome è cresciuta di 23 pagine, pari a un po' più del 18% della versione 0.2.1, raggiungendo le 149 pagine) altrimenti non la finisco più: ma ho già in programma una revisione sostanziale del capitolo 13 e l'aggiunta di un piccolo sottocapitolo...
Prima di pubblicare questa versione voglio però fare una rilettura globale che credo mi prenderà almeno un paio di giorni... sempre che non mi faccia nascere la voglia di aggiungere nuove parti!

Notizie calde! - 16/6/2017
Oggi ero in città da dove sono scappato perché mi faceva troppo caldo.
Temperatura alla partenza: 40°
Appena fuori città: 38°
A metà strada (10 Km dalla città): 37°
All'imboccatura della “mia” strada nel bosco: 36°
A metà strada nel bosco (1,5 Km): 35°
All'arrivo nel mio giardino (sempre termometro macchina): 33°
Due termometri esterni (all'ombra): 28°
In casa su: 24°
In casa giù: 21°

E questo spiega in parte anche perché mi ammalo così facilmente!

Il solito rimbalzo - 26/6/2017
[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.3.0). In particolare il capitolo 11.

Il centrodestra vince nelle città e strappa Genova dopo 25 anni di Paolo Baroni dal FattoQuotidiano.it

L'alternanza all'italiana: il governo, in questo caso locale, fa schifo e, anche se l'opposizione non ha mai dimostrato di essere meglio, viene premiata. Nel processo la solita emorragia di votanti che diventano astenuti per disperazione e mancanza di proposte decenti ([E] 11.2).
Questo circolo vizioso di alternanza di peggio in peggio è ciò che potrebbe premiare il populismo apparente del M5S ([E] 11.4) che, pur facendo una falsa opposizione, rumorosa ma inconcludente, rappresenta comunque la speranza per milioni di italiani alle prossime elezioni nazionali.

Quando il governo, in questo caso nazionale, fa schifo anche l'opposizione incapace si guadagna, senza far niente, la possibilità di far schifo al suo posto...

martedì 6 giugno 2017

Ritorno alla normalità

Lo strano fenomeno documentato nel Mistero delle visualizzazioni si è improvvisamente interrotto all'inizio dell'ultima settimana di maggio.
A dire il vero ci sono ancora degli strani picchi quotidiani ma si tratta di una quantità di visite di uno o due ordini di grandezza minore rispetto al passato.

Ufficialmente guarito? - 8/6/2017
Sì... ma ufficiosamente non ne sono così sicuro...
Secondo il dottore sarei guarito mercoledì mentre oggi è giovedì: però quando mi visitò stavo particolarmente bene quindi può darsi che avesse valutato male di uno o due giorni...
Ho dormito benino, non ho più catarro né prurito in fondo alla gola che, fra parentesi, non mi fa male: solo un colpo di tosse ogni tanto e il naso mezzo tappato... e non ho neppure preso gli antibiotici...
Però mi sento strano e proverò a misurarmi la febbre: di solito non la sento e in inverno la percepisco solo perché divento ipersensibile agli spifferi così, in questa pre-estate, mi è ancora più difficile rendermene conto...
Bo, spero che in giornata, magari dopo pranzo, questa fastidiosa sensazione svanisca...

Progressi - 8/6/2017
Comunque sono progredito nella nuova versione dell'epitome: diciamo ai 2/3 del lavoro perché ho deciso di tagliare qualcosa e che, probabilmente, rimanderò alla 0.3.1 la rilettura/correzione di tutto che stavolta si preannuncia particolarmente impegnativa.
Fra un po' dovrebbe scattare il meccanismo di entusiasmo (ingiustificato) che mi fa concentrare su questo progetto e, parimenti, progredire rapidamente.
Non mi stupirei se la prossima settimana riuscissi a pubblicare la 0.3.0...

Per curiosità adesso sono a 137 pagine contro le 126 della 0.2.1. Ma ciò che sto scrivendo adesso è tutto nuovo così non mi meraviglierei se arrivassi vicino alle 150...

Nostradamus smentito! - 9/6/2017
Mi sono appena accorto che la profezia di Nostradamus “Mille e non più mille”, che chiaramente si riferiva al fatto che avrei scritto meno di 2000 pezzi, è stata appena smentita!
Vedi immagine:

Sogno miao - 10/6/2017
Stamani ho sognato molto ma, invece di scrivere il solito lungo racconto, voglio concentrarmi sul momento che mi ha più emozionato.

Ero a casa degli zii che abitano al mare, tutte le porte e finestre erano aperte, il sole splendeva ma non era afoso, c'era quella luce speciale che fa risaltare i colori rendendoli più brillanti...
Io ero in giardino e con me c'erano diversi gatti che facevano i propri comodi, entrando in casa per mangiare e stendendosi al sole a dormicchiare. Fra questi gatti c'era anche il mio gatto nero Eolo [in realtà era di mia mamma ma le è sopravvissuto qualche anno e così lo considero anche “mio”]: mia cugina l'ha chiamato e lui ubbidiente si è avvicinato per farsi accarezzare da lei.
Per un attimo sono rimasto perplesso [Eolo è morto da diversi anni, non si è mai mosso da casa nostra ed era super sospettoso non facendosi non dico toccare ma neppure vedere da chi non conosceva...] ma poi nel sogno ho risolto tutti i miei dubbi pensando a come sarebbe stata felice la mamma di vederlo così in forma: ed ecco che anche lei è apparsa e si è messa a coccolare il suo gattino [che chiamava “il suo bambino buono”!]...

Un'immagine assurda ma che mi ha reso felice come solo i sogni sanno fare!