«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

giovedì 30 settembre 2021

La "buona" informazione italiana

Da più o meno un anno seguo Gianluigi Paragone su FB: è all’opposizione e dice cose giuste. Talvolta metto un “mi piace” e un po’ più raramente condivido. Per essere un singolo mi pare abbia un buon seguito: normalmente ogni suo intervento ha un migliaio di commenti e altrettante condivisioni.

Uno degli interventi d’ieri è però anomalo: Imbarazzo in studio.
In questo caso, al momento, ha raccolto circa 10.000 commenti e 55.000 condivisioni! Insomma dei numeri decisamente fuori dalla media…

Il motivo è che un medico, intervistato a una trasmissione televisiva in diretta sull’opportunità o meno della “terza dose”, è evidentemente uscito dal copione prestabilito: invece di recitare la giaculatoria sul bene assoluto delle vaccinazioni sempre e comunque ha citato una ricerca israeliana (e ha accennato ad altre uscite nell’ultimo mese con risultati simili) secondo la quale la terza dose di vaccino è inutile. Attenzione! Non ha detto che vaccinarsi sia inutile ma solo che lo è la dose di richiamo aggiuntiva…

Sarebbe stato interessante fargli spiegare nel dettaglio cosa avessero scoperto i ricercatori israeliani (che hanno iniziato a somministrare una terza dose già da tempo) ma siamo in Italia. I giornalisti in studio dopo diversi secondi di imbarazzo e perplessità hanno iniziato a vociare dando, in pratica, del matto al medico italiano che semplicemente riportava uno studio scientifico affidabile.
Le ricerche infatti, per la narrativa dominante in Italia, sono affidabili e fatte bene solo quando danno ragione, o comunque supportano, le decisioni del governo: in caso contrario, come per questa ricerca israeliana, sono bufale a priori: non c’è neppure bisogno di sapere cosa dicono di preciso…

Fatta questa considerazione sull’onestà e imparzialità dei media italiani aggiungo qualche MIA riflessione basata sulle parole del medico riguardo a detta ricerca.

Il significato di questa ricerca sarebbe infatti dirompente e non limitato alla terza dose: anzi minerebbe seriamente l’intera strategia del governo italiano (e non solo).
È infatti ormai accertato che l’efficacia dei tre vaccini usati in occidente si riduce rapidamente col passare del tempo: ora non ricordo le cifre esatte ma dopo sei mesi l’efficacia scende dall’80% iniziale al 20% circa. Se col tempo, come è logico supporre, l’efficacia si riduce ulteriormente allora dopo (ipotizzo a caso) un anno il suo effetto sarà praticamente nullo.
Fino ad adesso si era pensato di sopperire al problema con la famigerata “terza dose” ma, a quanto pare, secondo i medici israeliani questa non serve a nulla: e qui sarebbe bene sapere di preciso cosa hanno scoperto… spero che, quanto prima, ne parli il Dr. Campbell per saperne di più…
Se le cose stessero effettivamente in questa maniera significherebbe che la strategia del governo italiana basata, come del resto quella dei principali stati occidentali, solo sul vaccino è una pezza temporanea che, nonostante il costo immenso (e i guadagni altrettanto grandi delle case farmaceutiche), non risolve il problema e che invece si sarebbe dovuto seguire una strategia alternativa mirata, per esempio, a proteggere i soggetti più vulnerabili e a portare all’immunità naturale il resto della popolazione. Ma non starò qui a ripetere per l’ennesima volta ciò che si sarebbe potuto (e si potrebbe) fare per affrontare la pandemia…

Inoltre con che faccia il governo può imporre un vaccino, che avrebbe un’efficacia limitata a pochi mesi, in primavera, quindi con la massima azione in estate quando il rischio di covid-19 si è ormai visto che è al suo minimo, invece che, per esempio, in autunno, in maniera da proteggere per l’inverno?
La capite la sottigliezza? Come puoi scavalcare il giudizio del singolo obbligando a un qualcosa di poco utile sul momento e che invece potrebbe essere essenziale mesi dopo? Insomma se l'efficacia del vaccino è temporanea a maggior ragione il singolo dovrebbe essere libero di scegliere quando dotarsi di questa protezione.

Ovviamente questo mio articolo è scritto col “condizionale” perché, grazie all’incapacità dell’informazione italiana, non ho potuto visionare personalmente la ricerca né, soprattutto, al dottore intervistato è stato permesso di spiegarne chiaramente il significato.
Magari fra qualche giorno scoprirò di averne frainteso del tutto il senso e che le mie conclusioni sullodate non hanno quindi senso…

Conclusioni: vedremo. Di sicuro risentiremo parlare di questa ricerca. E, altra intuizione, fra qualche mese le case farmaceutiche (dopo che la UE si sarà impegnata a comprare svariati milioni di dosi dei vecchi vaccini) usciranno con il vaccino aggiornato, specifico per la variante delta. E su cosa questo comporterebbe ci sarebbe da scriverci un pezzo a parte…

mercoledì 29 settembre 2021

Scambio di opinioni

Ieri ho avuto un breve scambio di commenti con un mio amico su FB riguardo all’articolo di Zhok che ho rilanciato anche qui (v. La NON superiorità morale dei pro verdepasso).
Il commento iniziale era, in pratica, che tirare in ballo la filosofia morale fosse solo “fuffa” ma poi mi ha posto una questione che mi pare molto interessante.
Siccome la mia risposta mi è venuta molto lunga, e che sarebbe andata sprecata su FB, ho deciso di pubblicarla qui sul ghiribizzo. Inizialmente mi rivolgo direttamente al mio amico e ho mantenuto poi per uniformità questo stile fino alla fine...

La sua osservazione è la seguente:
«Io vorrei invece, senza scomodare Kant, fare una riflessione. Il green pass non è qualcosa che devi conquistare (con forza, intelligenza, astuzia) c'è l'hai automaticamente dopo che ti sei vaccinato, quindi chi non ce l'ha è chiaramente contro il vaccino (non entro in una discussione sulle ragioni). Bene guardando le statistiche sembra piuttosto palese ciò che questo comporta, in primis il collasso degli ospedali e della sanità. Ci sarebbero anche altri fattori, ma solo con questo elemento concluderei che il "bene comune" è stato danneggiato. Io vedo il gesto di mostrare il green pass un po' come quando dovevo mostrare la carta d'identità in discoteca per certificare che avevi 18 anni....chi non lo voleva fare era perché era minore agli altri non importava. Insomma vedilo come un ritorno alla gioventù non come una privazione della libertà»

La mia risposta:

Beh, non scomodi Kant ma la tua argomentazione rientra comunque in una visione utilitaristica della morale vista come massimo bene comune!

Però non sono d’accordo già sulla tua premessa. Vedo di riassumere il mio pensiero accompagnandolo da collegamenti ad articoli sul mio blog per “certificare”, anche temporalmente, il mio percorso ma tu non perderci tempo! Solo se sei curioso dai un’occhiata quando qualcosa ti ispira…

Seguo la pandemia con molta attenzione da inizio febbraio 2020 con un “corto” del 1 febbraio (Corona – febbraio 2020) e, in totale, sul mio blog ho scritto 92 pezzi di cui una buona metà, soprattutto nel 2020, dove riporto le ricerche e teorie più avanzate disponibili al momento (in genere pubblicate poche settimane prima sulle riviste specializzate).
Questo per arrivare a dire che iniziai a scrivere della variante indiana (ora detta delta) già il 18 maggio 2021 (Di palo (covid-19) in frasca (dittatura) – maggio 2021).

Personalmente ho sempre considerato i vaccini come uno strumento utile a combattere la pandemia: però, per più motivi, ero scettico sulle vaccinazioni indiscriminate e le avrei riservate solo ai più anziani o a coloro che hanno particolari vulnerabilità (Caccia al cigno - dicembre 2020). Tutto stava nello stabilire la soglia giusta per il rapporto rischio/beneficio: generalmente le ricerche oscillano fra 20 e 30 anni. Se sei più giovane i rischi del vaccino non ne compensano i benefici (ovviamente stiamo parlando di giovani che non hanno particolari fattori di rischio). Personalmente, seguendo il ragionamento illustrato nel precedente articolo (e che poi integrerò e perfezionerò in articoli successivi), avevo alzato tale soglia di una ventina d’anni arrivando così a 50 anni.
Ero quindi incerto se vaccinarmi o no: comunque fino a maggio-giugno non c’erano vaccini per tutti e quindi avevo rimandato la decisione finale: ma ero orientato per il “no”. Al di là delle statistiche, pensando alla mia persona senza particolari patologie pregresse, attento a minimizzare i fattori di rischio e a massimizzare quelli positivi, mi sentivo piuttosto tranquillo. Inoltre ho il forte sospetto di aver preso il covid-19 a marzo 2020 (proprio negli ultimi giorni prima della quarantena nazionale) che si trasformò in un lungo-covid (non so come lo traducono in italiano) che mi durò per un tre mesi con una costante tossettina secca; una breve febbre di un paio di giorni a fine ottobre, compatibile con una reinfezione presa alle elezioni regionali toscane, mi fece pensare di aver fatto il “richiamo”. Ma questo era solo una speranza non una certezza.

Poi a maggio la notizia della variante indiana, sicuramente più contagiosa e, probabilmente, più aggressiva mi fece riconsiderare la situazione. Però era estate, sto parlando di giugno-luglio 2020, e quindi avrei preso la decisione dopo aver osservato l’andamento estivo.
Ora onestamente non ti saprei dire se fossi più per il sì o per il no perché, come ti ho spiegato, mi sembrava prematuro preoccuparmene durante l’estate.
Tutto cambiò però a fine luglio con le prime notizie del verdepasso (così chiamo, poeticamente, il Green Pass).
Intuitivamente mi parve immediatamente evidente che il verdepasso fosse un ricatto e, sempre intuitivamente, ritenni moralmente giusto oppormi a esso (v. Sui ricatti 1/2 e 2/2 - agosto 2021).
E questo non perché ritenessi il vaccino inutile ma perché contro la sua imposizione mediante un ricatto: anzi al termine del secondo articolo sullodato esprimo proprio le paure per la mia salute… no, evidentemente l’ho scritto altrove: comunque vedo che ho citato Kant… ;-)

In conclusione io sono totalmente contro il verdepasso ma non contro i vaccini (anche se ritengo che siano usati male) e so di sicuro che altre persone la pensano come me (per esempio un’amica me lo ha scritto proprio qualche giorno fa).
Quindi no, non condivido la tua premessa sull’uguaglianza fra contrari al verdepasso e contrari al vaccino.

Comunque, sorvolando sulla premessa, non sono d’accordo neppure sulla tua argomentazione centrale: non tanto sui dati medici, ovvero che il vaccino comunque riduce i ricoveri (e quindi le morti), ma sulla conclusione che per questo sia lecito imporlo.
Qui, gioco forza, devo ripercorrere le istanze presentate da Zhok: un’imposizione di questo tipo (per la morale utilitaristica di Bentham a cui tu inconsapevolmente ti rifai e che comunque personalmente non approvo) avrebbe senso se quella dei vaccini fosse l’unica strada percorribile: ma in realtà non è così.
Nel corso di questi due anni ho più volte segnalato alternative che secondo più ricerche (pubblicate su riviste scientifiche di prim’ordine e verificate dai pari) riducono significativamente prima il rischio di contagio e poi di aggravamento del covid-19: per esempio Vitamina D (dicembre 2020) oppure Beati gli ultimi (giugno 2021, sull’Ivermectin; ne scrissi anche verso gennaio 2021 ma non ricordo il titolo!).
Sulla concreta efficacia di queste alternative vi è poi la dimostrazione “indiana”: Covid-19 e censura europea (settembre 2021; ecco questo è forse l’unico pezzo che ti consiglio effettivamente di leggere e di cui mi interesserebbe avere la tua opinione).
Insomma, riassumendo, l’imposizione del vaccino tramite il verdepasso è certamente efficace per contenere il virus ma dal mio punto di vista (e non solo dal mio: vedi, per esempio, la lettera firmata dai 400, ore un migliaio, di accademici italiani) è moralmente inaccettabile.

Mi sembrerebbe di lasciare questa mia risposta incompleta se non aggiungessi quello che per me è il vero motivo di questo atteggiamento del governo (e, in misura diversa, delle altre democrazie occidentali). Esso è principalmente economico: più o meno la scorsa estate la politica di comune accordo con le case farmaceutiche ha deciso di puntare tutto sui vaccini ignorando volontariamente qualsiasi altra alternativa soprattutto se non porta profitto.
I pezzi che ho scritto al riguardo sono molteplici ma probabilmente quello che dà una panoramica migliore sulla mia lettura di questa situazione è Film già visto del marzo 2021: in estate mi sembra che siano arrivate solo conferme a quanto scrissi. Per esempio è di qualche giorno fa l’articolo de IlFattoQuotidiano.it dove si riporta che i profitti delle case farmaceutiche hanno raggiunto il primato di 31 miliardi di euro (o forse dollari).
Alla ragione economica, almeno in Italia, si sovrappone una tendenza generalizzata alla riduzione delle libertà individuali: non entro nei dettagli ma la minore libertà è una premessa per un trasferimento di ricchezza verso i super ricchi. Tendenza che non è una mia fantasia ma è confermata dai dati OXFAM secondo i quali, non sorprendentemente, la diseguaglianza economica si è accentuata durante la pandemia sia in Italia che nel mondo.
Quando sono in ballo interessi di questo genere non si è “complottisti” ad avere dei sospetti ma ingenui a non averli!

Fine risposta...

Conclusione: in pratica ho ripetuto tutte cose che ho già scritto ma credo che sia utile anche per me, di tanto in tanto, riassumere dove sono e come vi sono arrivato.

martedì 28 settembre 2021

La NON superiorità morale dei pro verdepasso

Ieri sono andato avanti con Sartori (avevo momentaneamente sospeso dato che sono rimasto indietro con i miei commenti qui sul ghiribizzo che pure meriterebbero) e ho letto un concetto molto interessante ma…ubi maior

Il professor Zhok, dopo un paio di settimane di silenzio a inizio settembre, ha ripreso a pubblicare articoli interessantissimi uno dietro l’altro. Anzi, in realtà, a causa delle mie due settimane di autocensura, sono rimasto indietro nel rilanciare i suoi pezzi che trovo più meritevoli….

Ma oggi voglio evidenziare questo suo recente articolo per più motivi: Esercitazioni pratiche di filosofia morale di Andrea Zhok su Sfero.me

L’articolo analizza da un punto di vista etico se sia giustificato l’atteggiamento di superiorità morale dei fautori e sostenitori del verdepasso.

Il primo aspetto che mi ha colpito di questa analisi è che si rifà a Kant e Bentham.
Io più volte, in diversi articoli, ho scritto delle considerazioni basandomi sul pensiero dei due filosofi però, da non esperto, avevo sempre il dubbio di scrivere degli spropositi, magari di fraintenderli oppure di non considerare altre posizioni magari più importanti e attuali per la semplice ragione di non conoscerle…
Invece Zhok, che lo ricordo è un professore universitario di filosofia morale, basa la sua riflessione proprio su Kant e Bentham (*1): insomma considerare le teorie di questi due filosofi fornisce un’ampia prospettiva del panorama etico attuale. Sono cioè un’ottima base di partenza su cui impostare una riflessione morale.

Un secondo aspetto che ho apprezzato è che, cosa non scontata, ho compreso pienamente le teorie di Kant (difficile) e Bentham (banale). Se avessi scritto io il pezzo di Zhok avrei usato le sue stesse argomentazioni: ovviamente con una grossolanità da muratore rispetto alla raffinata abilità letteraria del professore…
Insomma l’articolo mi è parso di una chiarezza estrema e questo probabilmente perché ho già ben chiare in mente, comprese correttamente cioè, le idee di questi filosofi.

Ciò mi porta a una nuova riflessione: spesso ho avuto il dubbio di essere cervellotico, forse anche saccente, nel tirare in ballo in alcuni miei articoli argomentazioni di morale filosofica. Mi immagino facilmente il lettore occasionale che pensa “Ma cosa scrive questo? Che c’entra la filosofia? Bisogna rimanere con i piedi per terra! Questa è tutta fuffa...”.
Invece no: quando si fanno considerazioni morali è più che giusto considerare la morale kantiana o quella utilitaristica. Sbaglia invece chi le considera superflue e dimostra solo, così pensando, di non conoscere le basi minime per discutere di morale oltre il livello terra terra da bar (o dei media tradizionali quando vogliono fare disinformazione)…

Passando all’articolo vero e proprio, Zhok analizza la posizione dei pro verdepasso alla luce delle due teorie sullodate.
Per la morale di Kant non c’è gioco: il verdepasso è lo strumento con cui il governo vuole raggiungere l’obiettivo ufficiale di contrastare la pandemia mentre lo scopo concreto è solo quello di costringere la popolazione a vaccinarsi. In entrambi i casi le persone vengono usate come mezzi e non come fini e questo è semplicemente Male. In questo caso quindi l’atteggiamento di superiorità morale dei fautori del verdepasso è completamente fuori luogo. Non c’è altro da aggiungere.

La morale utilitaristica definisce invece il bene come la media del benessere di tutta la società: può essere quindi bene, moralmente giusto cioè, sacrificare pochi per il benessere di molti.
Ma anche in questo caso non è tutto così automatico. Zhok spiega infatti che devono valere le seguenti due condizioni:
«1) Ci dev’essere un accordo intorno a cosa sia il bene comune da perseguire;
2) Ci dev’essere un accordo intorno a quali siano i mezzi appropriati per perseguire questo bene comune.
» (*2)

Sul primo punto Zhok afferma che non c’è reale contrasto fra i pro verdepasso e i contrari a esso: tutti sono concordi nel combattere la pandemia.
La differenza sta nel come: per i pro verdepasso l’unica possibilità è il vaccino a tappetto, per tutti, e con nuove dosi quando necessario. Non sto a citare i numerosi pezzi dove qui, su questo ghiribizzo, elenco i numerosi ed efficaci mezzi di contrasto da affiancare al vaccino (quest'ultimo non per tutti ma solo per i più anziani e/o vulnerabili).
La scienza, quella vera e non quella riportata dai media tradizionali per fuorviare la popolazione, dimostrerebbe con ricerche sempre più numerose che ci sono molte alternative al vaccino e che sono più sicure (perché farmaci in circolazione da tempo) e poco costose (brevetti scaduti e facilità di produzione). Quindi tutto lascia pensare che i pro verdepasso siano nel torto nel vedere nel vaccino l’unico mezzo per superare la pandemia: in questo caso sarebbero nel torto anche per la morale utilitaristica: sacrificherebbero pochi ma senza ottenere lo sperato aumento di benessere per la maggioranza.
Ma anche se per assurdo avessero ragione, se cioè il vaccino (e rigorosamente solo quello prodotto in occidente!) fosse l’unica via d’uscita dalla pandemia, se cioè tutte le ricerche a favore dell’efficacia di altre sostanze e mezzi di contrasto al covid-19 fossero fasulle, allora i pro verdepasso non avrebbero una superiorità morale ma solo una maggiore conoscenza del rapporto fra mezzi e fini (cioè sul come raggiungere l’obiettivo di sconfiggere il virus) e questo non corrisponde a una superiorità morale ma, appunto, solo di conoscenza.
In altre parole anche se i pro verdepasso fossero nel giusto questo non giustificherebbe la burbanza con cui sfoggiano la propria presunta superiorità morale.

Conclusione: personalmente ho trovato l’articolo molto bello per la precisione chirurgica con cui il professor Zhok usa gli strumenti della morale per analizzare una situazione concreta. Come ho scritto anch’io, intuitivamente, avevo le stesse idee ma non sarei stato in grado di esprimerle così chiaramente...

Nota (*1): Zhok accenna che c’è “altro”: ma che siccome è su questi autori che si basa la teoria etica contemporanea anche lui farà altrettanto…
Nota (*2): in realtà non conoscevo queste due condizioni ma, in effetti, mi sembrano necessarie per evitare banali paradossi nella morale di Bentham.

lunedì 27 settembre 2021

Velocità di fuga

Come sapete sto leggendo Dialogo sui due massimi sistemi del mondo di Galilei: adesso i tre amici sono impegnati a discutere se la Terra sia ferma oppure se giri su se stessa.

Simplicio, il seguace della fisica di Aristotele, chiede come mai, se la Terra gira su se stessa, gli oggetti sulla sua superficie non vengano scagliati via: dopotutto (v. La Terra ruota su se stessa!) la velocità tangenziale alla latitudine di Pisa è di 1205 Km/h ovvero 334 m/s!

Devo ammettere che non mi ero mai posto il problema dando per scontato che sia la gravità a tenerci attaccati al suolo: è però altrettanto vero che, se non ci fosse la gravità si verrebbe immediatamente scagliati nello spazio.
Ci deve quindi essere un equilibrio fra velocità e attrazione terrestre oltrepassato il quale si può lasciare la Terra vincendone la gravità: questa soglia è detta “velocità di fuga”.

Galilei fa una dimostrazione di cui non ho seguito i dettagli (semplicemente non riesco a leggere i particolari del minuscolo disegno che compare sul mio e-book) dove in pratica dice che gli oggetti sulla superficie terrestre sono soggetti alla velocità tangenziale che, appunto, li spingerebbe lungo la tangente alla superficie terrestre ma che la gravità che li attira verso il centro della Terra (concetto aristotelico su cui Galilei non ha niente in contrario) è sufficiente a compensarla: questo perché la Terra è così vasta che la tangente alla superficie corre prossima al terreno per svariati chilometri: insomma localmente la Terra la possiamo considerare piatta.

Questi ragionamenti con tangenti e misteriose linee “seganti” (anche la terminologia è infatti problematica) mi hanno dato l’idea per calcolare la velocità di fuga.

La mia ipotesi è molto semplice: dato che la forza di gravità è 9,81m/s² allora un oggetto lasciato cadere per 1 secondo avrà una velocità di 9,81 m/s e avrà percorso 9,81 m.
Se un oggetto sparato sulla tangente alla superficie terrestre riesce a percorrere in 1 secondo una distanza tale da trovarsi (teoricamente) a più di 9,81 m di altezza allora, nonostante la gravità lo tiri verso terra, si alzerà effettivamente della differenza fra altezza teorica meno 9,81 m.

Quindi qual è la distanza da percorrere sulla tangente alla superficie terrestre?
La possiamo ricavare facilmente con un po’ di trigonometria (e una calcolatrice!).

Per prima cosa calcolo l’angolo (α) fra due punti della superficie terrestre per cui la distanza del secondo dalla tangente passante per il primo è esattamente 9,81 metri.
In altre parole devo trovare α tale che:
RaggioTerra*cos(α) = RaggioTerra-9,81 (*1)
cos(α) = (RaggioTerra-9,81) / RaggioTerra
cos(α) = 6.372.990,19 / 6.373.000
α = arccos(0,99999846) = 0,100553697°

La distanza da percorrere in un secondo sarà quindi pari a:
RaggioTerra * sen(α)
6.373.000 * 0,001754992187
ovvero circa 11.185 m
Una velocità maggiore di 11.185 m/s è quindi sufficiente per vincere la gravità terrestre.

Ovviamente non considero la resistenza dell’aria, considero la Terra perfettamente sferica etc.

Conclusione: prima di pubblicare questo pezzo ho controllato su Wikipedia a quanto equivalga la velocità di fuga e, mi pare, il mio risultato è sostanzialmente corretto.

Nota (*1): in realtà mi sono reso conto proprio mentre scrivevo questo articolo di una inesattezza: la differenza di altezza non è data esattamente da
RaggioTerra*cos(α) = RaggioTerra-9,81
perché dovrei considerare la perpendicolare (diretta verso il centro della Terra) che passa per il secondo punto e la tangente al primo mentre io considero una linea inclinata di un decimo di grado rispetto a essa (alla perpendicolare intendo). Fortunatamente la differenza è molto piccola e non falsa troppo il risultato finale…
Per scrupolo ho voluto verificare: senza entrare nei dettagli (triangoli simili etc.) è come se considerassi una gravità di:
x * cos(α) = 9,81
x = 9,81 / cos(α)
x = 9,81 / 0,99999846 = 9.81002
Insomma come immaginavo la differenza è trascurabile...

domenica 26 settembre 2021

Allegri II

Siamo ormai alla 6° giornata del campionato ma, considerando che Sky trasmette ogni settimana solo tre partite e che io non guardo quelle che non mi interessano, ne ho viste pochissime: insomma, come ripeto ormai da tempo, impossibile fare previsioni senza conoscere squadre e giocatori.
Le sintesi che mostrano poche azioni, essenzialmente solo i gol, possono essere addirittura fuorvianti mentre i commenti dei giornalisti inattendibili: non so perché ma quello che noto, osservo e valuto io sembra essere molto diverso da ciò che considera il comune giornalista sportivo. Anzi mi sembra che quest’ultimi diano il proprio giudizio sui singoli in base al risultato complessivo della squadra: assurdo… vabbè, non voglio comunque scrivere di questo…

Pensavo invece alla Juventus e al suo stentato inizio di campionato.
Fermo restando che non mi pare di aver visto ancora una singola partita della Juventus, sono comunque nel complesso ancora ottimista. Ho infatti molta fiducia in Allegri e credo che la rosa della Juventus, almeno a livello italiano, sia molto competitiva.
Diciamo che non sono più sicuro che sia la più forte in assoluto: avevo evidentemente sottovalutato l’importanza di Ronaldo e il peso dei suoi gol. Ero convinto che Ronaldo facesse gol perché la squadra giocava per lui e che semplicemente, reimpostandola per giocare “da squadra”, le reti sarebbero venute da altri giocatori.
Magari alla fine andrà a finire proprio così: non vedendone le partite non ho idea della situazione attuale…

Comunque riflettevo che la forza della Juventus di Allegri era la regolarità: il suo gioco era estremamente prudente, riusciva a fare un gol e poi a difendere senza troppi problemi il risultato. Se era l’altra squadra a segnare allora la Juventus si impegnava e, se aveva una mezz’ora di gioco a disposizione, di solito ribaltava il risultato facilmente.
Questa era la ragione per cui opinavo che la Juventus vinceva il campionato ma faticava in Europa dove, giocando con avversari di pari o maggior forza, avrebbe dovuto rischiare di più.

All’epoca però la Juventus era, a livello di squadra, nettamente più forte degli avversari: sembra quasi “inevitabile” che se la squadra nettamente più forte, gioca nella maniera più prudente possibile alla fine porterà a casa il risultato il 99% delle volte.
Oggi però, come detto, la Juventus non è più così più forte delle avversarie: mi è quindi venuto il dubbio (ricordo che non ho visto partite ancora!) che Allegri cerchi di riproporre lo stesso stile di gioco molto prudente con la differenza però che ogni tanto prende gol e, contemporaneamente, non riesce a segnarli con la stessa facilità. A questo probabilmente vanno aggiunti i meccanismi di squadra da ricostruire anche a causa dell’improvvisa partenza di Ronaldo.

In quest’ottica ipotizzo (non ho visto nessuna partita della Juventus) le difficoltà con Chiesa: mi immagino che Allegri lo voglia a correre anche in difesa mentre il calciatore si è abituato a stare più avanti. Allegri ritenendo che non si impegnasse abbastanza nel ruolo di copertura lo avrebbe punito togliendogli la titolarità. Oggi gioca dall’inizio: magari andrò a vedere come va contro la Sampdoria…

Ho visto che la Juventus sta vincendo 1 a 0 e ho lasciato perdere dopo 5 minuti: come ho detto non riesco a guardare le partite che non mi interessano…

Cambiando squadra mi fa piacere che il Napoli vada bene: io ero già l’anno scorso dell’idea che fosse un’ottima squadra e che solo gli infortuni a catena degli attaccanti gli avessero impedito di fare benissimo. Soddisfazione anche per Spalletti immagino.

Quindi che dire? Ripeto per la quarta o quinta volta che non sto guardando partite e che quindi non ho un’idea affidabile della forza delle diverse squadre. Premesso questo ora, per le ragioni spiegate sopra, non sono più così sicuro che la Juventus riesca a vincere il campionato: il Napoli, considerando organico e partenza, sembra messo meglio. Non ho invece troppa fiducia nel Milan e, soprattutto, nei suoi attaccanti anzianotti: se le cose dovessero mettersi male non so se Pioli riuscirà a gestire la situazione…

Conclusione: c’è poco da dire… si tratta solo delle mie sensazioni calcistiche basate sui semplici risultati e su vecchie memorie: mancano i dati nuovi, ovvero la visione delle partite!

sabato 25 settembre 2021

Covid-19 e censura europea

Ecco, questo pezzo avrei voluto scriverlo due giorni fa ma era il 24 ed ero ancora nel periodo di autocensura. A dire il vero ero stato molto tentato di scriverlo cimunque e pubblicarlo prima del tempo, magari col “trucco” di cambiarli poi la data, ma alla fine, siccome odio violare le regole che mi do, ho lasciato perdere.

Adesso però non sento più quel fuoco di indignazione che mi brucia dentro e che mi fa rimanere emotivamente coinvolto in ciò che scrivo e che, soprattutto, mi motiva a scrivere.
Oggi di quel fuoco è rimasta solo la cenere: non so, magari sarà un bene perché riuscirò a essere più conciso e ad andare direttamente al punto. Vediamo.

La mia riflessione parte da questo video del Dr. Campbell:
Home ivermectin based kits in India dal suo canale YouTube Dr. John Campbell.

Ma chi è questo Dr. Campbell? È un ex insegnante di medicina per infermieri in pensione, ha contatti con medici da ogni parte del mondo, lui stesso ha viaggiato molto e ha lavorato, per esempio, anche in India. Essendo molto rigoroso e attento in quello che dice fornisce sempre i collegamenti alle ricerche o ai giornali che sono le sue fonti. È lo stereotipo del vecchio inglese che ha piena fiducia nelle istituzione del suo paese: più volte il governo inglese non ha deciso/fatto quello che lui si auspicava ma in quesi casi ha sempre detto che bisogna assolutamente conformarsi a quanto deciso dalle autorità perché, probabilmente, queste hanno dati molto più precisi a loro disposizione per decidere cosa sia meglio per tutti: e non lo dice ironicamente, come potrei fare io, ma ci crede realmente. Da gennaio 2020 segue il covid-19 con aggiornamenti quotidiani e io, a mia volta, seguo lui da fine febbraio 2020.
Il Dr. Campbell è poi TOTALMENTE a favore dei vaccini e, ho la sensazione, che sarebbe favorevole pure all’obbligo per tutti: lo specifico affinché non crediate che sia una specie di “santone no-vax col cappellino di stagnola in testa”. Ciò nonostante è una persona molto equilibrata, non al soldo di qualcuno che lo paghi per dire ciò che dice, ed è quindi molto oggettivo.
Egli è convinto sostenitore dei vaccini ma se ci sono altri farmaci sicuri in grado di contrastare efficacemente il covid-19 non vede motivo per non usarli. Per questo da oltre un anno consiglia a gran voce di assumere vitamina D e, più recentemente, anche lo zinco: ormai numerosissime ricerche ne dimostrano l’efficacia nel ridurre in maniera estremamente significativa i rischi da covid-19.
Per l’ivermectin il discorso è analogo: lui ne parla da (non ricordo esattamente) almeno dicembre 2020 o al più tardi da gennaio 2021. Anche in questo caso ci sono una trentina di ricerche che ne dimostrano la straordinaria efficacia nel prevenire e curare il covid-19. Per questo il Dr. Campbell non riesce a spiegarsi come mai il WHO e altre autorità sanitarie continuino a sconsigliarlo o, addirittura, vietarlo. Il suo ragionamento è “Vabbene, voi stati occidentali non vi fidate di queste ricerche che dimostrerebbero la straordinaria efficacia di questo farmaco: allora organizzate voi degli studi accurati. Il rapporto di rischio/beneficio di questo farmaco è così alto che, anche se la sua utilità fosse improbabile (e invece tutto fa pensare l’opposto), varrebbe comunque la pena verificarne l’efficacia perché ha il potenziale di salvare centinaia di migliaia di vite”. Invece i governi non fanno niente e, anzi, nascondono alla popolazione queste ricerche e addirittura ridicolizzano l’ivermectin ricordando solo che è un farmaco usato anche in veterinaria.

Ma veniamo al video in questione. In giugno ci fu un’esplosione di covid-19 in India: era infatti nata la variante indiana o, come è chiamata adesso, la variante delta. Il Dr. Campbell era molto preoccupato perché pensava che la situazione, vista la mancanza di vaccini, fosse destinata a sfuggire di mano. Il governo indiano però intervenne distribuendo alla popolazione un kit di prodotti sanitari da usare a casa.
Nel video il Dr. Campbell ne illustra il contenuto: io mi limito a citare la vitamina D, lo zinco e l’ivermectin. Costo unitario per il governo per singolo pacchetto sanitario meno di 3 dollari.
Poi il video mostra l’andamento del covid-19 in UK e in India. Ebbene attualmente la situazione in India è MOLTO migliore di quella in UK nonostante che la percentuale di vaccinati sia molto superiore nel paese europeo.
Il Dr. Campbell lascia ai suoi spettatori il compito di trarre le conclusioni ma è ovvio quello che pensa: integrando le vaccinazioni con questi farmaci a bassissimo costo si sarebbe già potuta debellare la pandemia (*1). Per la frustrazione a fine del video getta i suoi appunti dietro la schiena: come ho spiegato si tratta di un signore molto calmo e rilassato: in due anni che lo seguo non gli ho mai visto fare niente del genere.
Le mie conclusioni le ho più volte scritte e non mi va di riportarle per l’ennesima volta: ma è ovvio che le “democrazie” occidentali non stanno facendo il meglio per la loro popolazione ma il meglio per le case farmaceutiche. Gli interessi in gioco sono questi Colpo grosso Big Pharma: intascati 31 mld in più (da IlFattoQuotidiano.it) e chi se ne frega delle centinaia di migliaia di vite (l’ordine di grandezza è questo) che si potrebbero salvare usando più efficacemente i farmaci a disposizione.
A mio modesto parere molti ministri, esaltati dalla stampa come eroi, sono in realtà dei veri e propri assassini a causa delle loro decisioni scellerate e, temo, prese scientemente.

Ma veniamo alla seconda parte della mia riflessione: perché il Dr. Campbell, un singolo privato di buona volontà, riesce a produrre informazione di qualità e di grande utilità?
Perché, per esempio, i nostri media non hanno fatto lo stesso semplice esercizio del Dr. Campbell confrontando i risultati ottenuti in India con quelli basati sul solo approccio vaccinale in Europa (USA e altri paesi “occidentali”)?
La risposta è ovvia: i media tradizionali, così come la politica, sono completamente asserviti agli interessi dei grandi gruppi industriali. In questo caso il compito dell’informazione tradizionale non è più quello di informare la popolazione ma, al contrario, di disinformarla. Spiegazione semplice e drammatica.

Ecco quindi che notizie come questa Esercito europeo, ministero della censura e emergenza sanitaria: l’eurodittatura è servita (da IlParagone.it) appaiono in tutta la loro gravità.
La meravigliosa censura della fantastica UE: si definisce una notizia sgradita come "bufala" e il gioco è fatto.
E chi sarebbero poi i controllori? Un gruppo misto ma tutto dalla parte del potere e senza elementi con un briciolo di indipendenza: paradossalmente vi sono poi gli stessi gruppi editoriali che, come ho mostrato sopra, non solo non riportano i fatti contrari agli interessi del potere ma, anzi, li nascondono: anche quando, così facendo, si è complici della perdita di centinaia di migliaia di vite…

Conclusione: tutto sommato mi pare di aver scritto un buon pezzo e, spero, chiaro.

Nota (*1): curiosamente anche l’OMS ha citato il grande successo del kit indiano nel contenimento della malattia ma, guarda caso, non ha fatto menzione del suo contenuto.

venerdì 24 settembre 2021

Fine autocensura

Oggi ho concluso il mio esperimento di autocensura durato due settimane…
Sfortunatamente è stato inconclusivo per più ragioni: la prima è la brevissima durata, la seconda è che per staccare da ciò che mi irrita avrei dovuto anche evitare di informarmi e non solo di scrivere ciò che penso.
Ma in realtà, mi rendo conto adesso, l’esperimento non era veramente tale ma solo la mia peculiare protesta, dovuta a una temporanea frustrazione, contro la stupidità del mondo.

Caffè infernale - 24/9/2021
Ormai da circa un anno, periodicamente, mi diverto a prendere in giro un amico ingegnere per una sua battuta sul caffè che fece a un gruppo di clienti coreani.
Dal suo racconto emerse chiaramente che ci dovette essere una sorta di fraintendimento non ben identificato perché l’atmosfera momentaneamente si gelò. La fantasiosa immagine mentale di questi coreani che guardano frastornati a bocca aperta il mio amico mi è poi rimasta particolarmente impressa e mi fa sempre sorridere.

Col passare del tempo mi ero dimenticato i dettagli della “battuta” e mi riferivo a essa ricordandone solo la parte finale, ovvero “il caffè caldo come l’inferno”. Per esempio: lui mi dice “ieri sono stato dal meccanico per mettere le ruote autunnali ma mi ha chiesto X euro mentre il volantino diceva Y...” e io “ma gli hai detto per caso la battuta del caffè caldo come l’inferno?”. E così via…

Qualche giorno fa per scrupolo (odio non ricordarmi i dettagli) gli ho richiesto quale fosse la battuta completa e, con mia sorpresa, è venuto fuori che si tratta di una citazione di Michail Bakunin, ovvero:
«Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno.»

Ora non posso fare a meno di cercare di immaginarmi cosa avessero capito i coreani: forse che il mio amico voleva visitare un bordello?

Aneddoto come, temo, tanti - 28/9/2021
Un episodio indicativo del clima volutamente ostile creato dal mondo politico e dai media verso chi, legittimamente, non si vaccina.

Da un'amica: «l'altro giorno sono andata in ufficio e un collega mi ha chiesto se ero vaccinata, io stavo prendendo il caffè con una mia collega che non vedevo da tempo. Io gli ho risposto: non te lo dico...e lui subito: ah ecco......abbiamo scovato una no-vax ... tutto eccitato insieme agli altri due colleghi che erano con lui. Ho aggiunto: non te lo dico, perché detesto questo tipo di discriminazione. Alla fine ho ammesso di aver fatto il vaccino proprio in azienda, stavo continuando a parlare e lui non ha nemmeno finito di ascoltarmi ha preso ed è andato via.......
vabbeh.....no comment....»

Notare il verbo “scovare” che sembra essere una citazione diretta: dà l’idea di un cacciatore che “scova” una preda, un animale insomma e non un uomo (o una donna in questo caso)…
Mi par di intuire che il poter sfoggiare una presunta superiorità morale (v. La NON superiorità morale dei pro verdepasso) sia una valvola di sfogo verso le frustrazioni quotidiane: una volta che questo sfogo è impedito c’è la totale perdita di interesse per ogni dialogo.

Bowling - 3/10/2021
Stamani ho visto un video scelto d’istinto su YouTube che si è poi dimostrato straordinariamente interessante: How Hidden Technology Transformed Bowling

In pratica si tratta di un breve documentario sul bowling, un gioco che mi ha sempre affascinato ma che non ho mai praticato.

Spiegarne tutti gli aspetti curiosi prenderebbe troppo tempo (meglio poi vedere il video) e mi limiterò quindi a ciò che mi ha più colpito.

Avevo notato che i giocatori professionisti lanciano la palla in maniera tale che prima va verso una corsia laterale e successivamente curva verso l’interno in maniera da colpire i birilli lateralmente (l’ideale è un’inclinazione di 6°!). Non mi ero mai chiesto il motivo del fenomeno ma, intuitivamente, supponevo che la forza che spingeva la palla verso l’esterno si esaurisse progressivamente fino a quando la rotazione della palla non prendeva il sopravvento deviandola verso l’interno.
In realtà, pensandoci meglio, questa mia teoria non aveva molto senso: se la diminuzione fosse stata progressiva allora la rotazione verso l’interno influenzerebbe fin da subito, e via via sempre di più, la direzione della palla.
Invece, osservando le traiettorie esatte, si vede che la palla procede praticamente dritta per, diciamo, i ¾ della pista per poi curvare nell’ultimo segmento prima di colpire i birilli.

Il motivo è che le piste da bowling vengono oliate per prevenirne l’usura: sull’olio la rotazione della palla non riesce a fare presa e quindi essa prosegue lungo la traiettoria su cui era stata lanciata. Ma l’olio è dato, secondo diversi schemi predefiniti, solo fino ai ¾ della pista: quando la palla supera tale soglia la palla riesce a sfruttare l'attrito sulla pista e il movimento rotatorio finalmente ne modifica la direzione…

Io ho trovato il concetto affascinante!

Piccole e grandi soddisfazioni - 6/10/2021
In mancanza di complimenti da parte dei miei lettori me ne farò io uno da solo!

Lo scorso 28 luglio pubblicai il corto Matematica che non torna: dove, mi pare con una certa sensibilità e intuito, scrissi che non mi tornava matematicamente l’andamento della pandemia (*1), qualcosa non quadrava da qualche parte. Poi mi astenevo da ipotesi in quanto non sono un epidemiologo (e neppure un virologo tuttologo!) e io stesso non prendevo in seria considerazione le mie (che neppure mi ricordo infatti).

Più o meno la settimana dopo (esattamente il 9 agosto) scrissi un altro corto (v. Un altro) in cui citavo un articolo di Ansa.it dove uno scienziato (non il solito Burioni o altri luminari più o meno virologi) aveva avuto esattamente la mia stessa sensazione. Si trattò di una piccola soddisfazione per me.

E chi era il fesso col quale avevo condiviso (anticipandolo, come detto, di circa una settimana) questa sensazione? Un fisico, un certo Parisi, che pochi giorni fa ha vinto il premio Nobel.
Questa è per me una soddisfazione ancora più grande!

Nota (*1): non lo scrivo ma avevo in mente il Regno Unito del cui andamento pandemico mi informa quotidianamente il Dr. Campbell!

Varie varie

Premetto che questo pezzo l’ho iniziato due giorni fa, poi mi sono dimenticato di concluderlo…
Oggi avrei diverse cose da scrivere: il mio pensiero alla conclusione dell’autocensura (ma forse di questo posso farne un corto) e un pezzo piuttosto impegnativo che avrei voluto scrivere ieri su pandemia, libertà e denaro. Ma procediamo con ordine...

È da un paio di giorni che non scrivo: nessun motivo particolare però. Due giorni fa per “motivi tecnici” che non sto a spiegare mi sono comprato un gioco per il calcolatore e, siccome mi piace molto, vi ho dedicato più tempo del dovuto.

Oggi ho intenzione di scrivere le riflessioni che mi vengono in mente durante l’arco della giornata e di pubblicare il tutto in un unico pezzo: in teoria “dovrei” scrivere tanti corti ma come ho già spiegato aggiornare lo stesso articolo più volte è molto più laborioso (e noioso) che pubblicarne uno solo tutto insieme...

Ieri sera ho mangiato del sushi! Si trattava di un piccolo vassoio venduto dalla COOP quindi sicuramente molto lontano dall’essere il miglior esempio di cucina giapponese: comunque mi sono fatto un’idea.
La salsa wasabi non mi è piaciuta: difficile da descrivere, mi ricordava vagamente della plastica bruciata…
Poi c’erano 6 cilindri di riso e pesce avvolti in una fascia nera guarniti in tre modi diversi. Senza salsa non sapevano di niente. Solo una coppia era effettivamente piacevole.
Poi c’erano due rotoloni più grandi: non ricordo più bene la loro composizione ma in uno c’era un formaggio leggero (tipo il Philadelphia light) e in un altro delle verdure, sicuramente dei peperoni. Gli accoppiamenti non mi hanno convinto molto.
Poi c’era un gamberone diviso in due adagiato sopra una base di riso compatto: a mio parere la quantità di riso lo rendeva pesante ma è ovvio che il riso costa meno dei gamberoni, quindi…
Stesso discorso per un analogo pezzo di salmone che nascondeva un altro “mattoncino” di riso pressato. Ma del salmone di allevamento non mi fido e quindi, ero già sazio, questo ultimo elemento del piatto non l’ho finito.
Nel complesso il mio giudizio è un 5: mangiabile ma non buono. Se mi capiterà in futuro l’occasione magari proverò il sushi di un vero ristorante giapponese: sospetto che potrebbe arrivare a un 6 o anche a un 7...

Da una settimana sto guardando una serie Netflix molto bellina e interessante: “Mr Robot”. Mi piace che il cattivone sia il capo di una multinazionale con un potere comparabile a quello di un capo di stato. Per adesso sono alla terza stagione e il livello è molto alto, direi sul 7½…
Spero che non crolli all’improvviso perché non vedo facili conclusioni per la trama…
Per esempio recentemente ho rivisto la serie “Van Helsing”. Le prime due stagioni ottime, direi 7+ o 7½ , la terza cala bruscamente a 6+ con la trama che diventa sempre più inconsistente e poco sensata, la quarta stagione peggiora ancora e, soprattutto, tolgono le due ottime protagoniste (e uno dei migliori “cattivi” in assoluto), nel senso di perfette per il ruolo, dallo sguardo volitivo e deciso ma anche atletiche, per sostituirle con due ragazzine insulse adatte al massimo a fare i personaggi di secondo piano in una serie ambientata in un liceo. Ovviamente la trama era in caduta libera. Quarta stagione da 5-. La quinta, dopo aver appurato che una delle protagoniste tornava solo per poche puntate, ho deciso di non guardarla...

Una cosa che fa ridere solo me: ieri ho comprato a Bisba, invece delle solite crocchine per gatti sterilizzati, quelle per gatti “con difficoltà d’appetito”. Ora Bisba ha molti difetti ma sicuramente ha un appetito piuttosto “canino” se avete presente la voracità del migliore amico dell’uomo…
Sono curioso di scoprire come reagirà a queste nuove crocchette!

Andando avanti nella lettura di “Dialogo sui due massimi sistemi” ho trovato stamani un breve accenno all’esperimento teorico che avevo proposto pochi giorni fa (v. ).
Ecco qui: «Nel tiro dell'artiglieria [lungo il meridiano nord-sud], essa e lo scopo si muovono con velocità eguale, sendo portati amendue dal moto del globo terrestre; e se ben tal volta l'esser il pezzo piantato piú verso il polo che il berzaglio, ed in conseguenza il suo moto alquanto piú tardo, come fatto in minor cerchio, tal differenza è insensibile, per la poca lontananza dal pezzo al segno».
Prevedibilmente anche Galilei aveva pensato al mio esperimento ma gli è evidente che si tratta di uno scostamento troppo piccolo per essere misurato con gli strumenti dell’epoca. Suppongo che anche i cannoni più precisi avessero un’accuratezza di svariati metri che avrebbe nascosto la deviazione teorica di pochi decimetri...

Ah! ci sarebbe un nuovo video da commentare del Dr. Campbell: rimando (esperimento di autocensura fino al 25/9) ma probabilmente me ne dimenticherò…

Mi sono reso conto di non aver scritto ancora niente del libro “Un nuovo mondo” di Eckhart Tolle: in realtà sono solo a pagina 80, diciamo quindi a un quarto, e un’idea definitiva ancora non me la sono fatta. Comunque inizio a orientarmi.
Tutta la teoria per adesso è incentrata sulla distinzione fra l’ego e il nostro vero essere che non viene definito esattamente ma che è lasciato alla intuizione e alla fantasia del lettore.
In particolare la nostra voce interiore, il nostro filo di pensiero che chiamiamo ragione e a cui normalmente pensiamo come a “noi stessi”, è in verità solo l’ego: noi siamo qualcosa d’altro, la percezione della nostra essenza.
A questo ego Tolle attribuisce tutti i nostri disagi e i vari difetti umani. L’uomo tende infatti a proteggere e ad accrescere questo falso sé con tutta una serie di strategie sociali che però, in definitiva, rendono la vita difficile a se stessi e agli altri e, soprattutto, non raggiungono il loro scopo, danno solo un appagamento temporaneo a un appetito insaziabile.
Per vivere un’esistenza serena l’uomo dovrebbe distaccarsi dal proprio ego, vederlo per ciò che è, una costruzione artificiosa che si autoalimenta di vanità.
Suppongo che la maniera per farlo verrà illustrata nei prossimi capitoli!
Ciò che mi lascia perplesso di questa interpretazione dell’uomo è che Tolle si ferma un livello intermedio, non esamina a fondo il concetto. Mancano delle domande (e quindi risposte) su cosa ne provochi la nascita, cosa ne sostenga la volontà di crescita inesauribile. Probabilmente poi eccede nel non considerarlo per niente parte del nostro vero io.
A mio avviso l’ego descritto da Tolle è una parte di noi stessi che le forzature della società moderna impongono all’uomo: ecco mi pare più una sorta del super-io di Freud, solo che Tolle vi aggiunge anche la parte puramente razionale di noi.
Forse il “vero essere” di Tolle è quello che io chiamo anima nei miei scritti più mistici (v. PSS). A dire il vero non so se lo scrissi esplicitamente qui sul ghiribizzo ma quando meditai sulla natura dell’essenza umana, quella parte di noi destinata a reincarnarsi e perfezionarsi, vi esclusi il nostro io puramente razionale: solo così si poteva spiegare l’apparente irrazionalità così come l’apparente mancanza di sentimenti del non essere al di fuori del tempo. Scusate non sono chiaro qui: in realtà sono riflessioni solo per me stesso, magari ci scriverò un pezzo più chiaro e completo in futuro…

Conclusione: vabbè, pezzo riempitivo scritto su più giornate…

domenica 19 settembre 2021

La Terra ruota su se stessa!

Come sapete sto leggendo “Dialogo sui due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei.
Come si intuisce dal titolo l’argomento è il confronto fra il sistema copernicano e quello tolemaico: tre amici ne discutono insieme con tanto di dimostrazioni sia pratiche che teoriche.
Ma Galileo non si limita a esporre la sua teoria: contemporaneamente vuole (o forse deve per la mentalità del tempo) provare, con estremo rispetto, che la fisica di Aristotele è errata.

Nelle pagine che sto leggendo adesso per esempio si dimostra che un esperimento che voleva dimostrare che la Terra è fissa è in realtà inconclusivo: l’esperimento è semplice e consiste nello sparare con un cannone, usando la stessa carica di polvere da sparo e alzo, una volta verso est e un’altra verso ovest: se la Terra ruotasse su se stessa da ovest verso est allora il colpo sparato verso ovest dovrebbe arrivare molto più lontano di quello lanciato verso est.
Attraverso vari esperimenti i due amici “copernicani” dimostrano però che se la Terra ruota su se stessa allora tutti gli oggetti sulla sua superficie, compresa l’aria, ruotano alla stessa velocità: in altre parole il fatto che i due colpi di cannone abbiano la stessa gettata sia verso ovest che verso est non dimostra che la Terra è immobile.

Gli esempi degli esperimenti riportati da Galileo sono numerosi e fantasiosi e hanno stimolato la mia fantasia: per questo mi è venuta l’idea per un esperimento che dimostri, almeno teoricamente, la rotazione della Terra.

Pensavo che si può dimostrare la rotazione della Terra sfruttando la diversa velocità tangenziale dei diversi punti della superficie terrestre al variare della latitudine. In altre parole la Terra gira su se stessa in 24 ore ma la velocità sulla superficie è massima all’equatore e diminuisce sempre più andando verso nord (o verso sud) fino ad annullarsi al polo.
L’idea è quindi quella di sparare due cannonate ma non verso ovest ed est ma bensì, verso nord e verso sud: se la gittata è abbastanza ampia e il tempo del proiettile in volo sufficientemente lungo si avrà che lo sparò verso nord si discosterà dal meridiano nord-sud verso est, mentre lo sparo verso sud si discosterà verso ovest.

Così ho deciso di fare qualche calcolo per vedere se questa differenza è abbastanza grande da essere misurabile all’inizio del XVII secolo.

Da Wikipedia ho preso i seguenti dati: latitudine di Pisa 43° e 43’, diametro medio terrestre 12.745 Km.

Così ho calcolato:
raggio medio terrestre 6373 Km.
Circonferenza media terrestre 6373*2ᴨ = 40.042,74 Km

Per calcolare la velocità tangenziale della superficie terrestre alla latitudine di Pisa devo calcolarne la circonferenza. La goniometria base ci dice che il raggio a tale latitudine sarà pari cos(latitudine)*Raggio terra, quindi:
Rpisa = cos(43,7167)*6373 = 4606,19 Km
Cpisa = 2*ᴨ*4606,19 = 28.941,56 Km
Vtan = 28.941,56 / 24 = 1.205,9 Km/h = 334,97 m/s

Poi ho supposto che il proiettile atterrino un primo di grado a nord e a sud.
Dopotutto è un valore ragionevole e corrisponde alla circonferenza media terrestre / 360 / 60, ovvero:
1’ = 40.042,74 / 360 / 60 = 1,854 Km
E all’epoca, a quanto dicono i tre amici, gittate di 3Km sono normali.

Calcoliamo quindi le velocità tangenziali 1’ a nord e a sud rispetto a Pisa.

Ln = 43,7333°
Rn = 4.604,91 Km
Cn = 28.933,50 Km
Vn = 1.205,56 Km/h = 334,88 m/s

Ls = 43,7°
Rs = 4.607,47 Km
Cs = 28.949, 59 Km
Vs = 1.206,23 Km/h = 335,06 m/s

Le differenze di velocità rispetto a Vpisa sono ± 0,09 m/s ovvero ± 9 cm/s.

Se supponiamo che il proiettile stia in aria per due secondi allora colpirà la terra 18 cm a est rispetto al meridiano nord-sud, mentre quello sparato verso sud si discosterà di 18 cm verso ovest.

Ovviamente si tratta di un esperimento puramente teorico, in pratica dubito che nel XVII ci fossero strumenti abbastanza precisi per effettuare queste misurazioni, senza poi considerare le possibili deviazioni provocate dal vento, la precisione del cannone e simili.

Conclusione: comunque questo esperimento avrebbe avuto il pregio di dimostrare che la Terra ruota su se stessa e non sta ferma.

sabato 18 settembre 2021

Titoli che attirano

Onestamente non ho mai dato importanza ai titoli dei pezzi che pubblico: dal mio punto di vista sono qualcosa di superficiale e aggiuntivo, con poco a che fare con la vera sostanza del contenuto.
Insomma in genere mi accontento di usare la prima idea che mi viene a mente, più raramente ci penso già mentre scrivo. Quelli che preferisco sono i giochi di parole che, magari, acquistano senso solo a lettura ultimata…

Però mi sono accorto con orrore che io stesso: per decidere quale visitare dei ghiribizzi che seguo, se ho poco tempo e ne voglio leggere solo uno, baso la mia scelta unicamente sul titolo.
Non so se è così per tutti ma, nel mio caso, sono attratto dai titoli che mi incuriosiscono senza essere troppo espliciti.

Per esempio provo a scorrere i titoli dei ghiribizzi che seguo spiegando la sensazione che mi danno: “L’eccidio dei delfini” suggerisce già il contenuto e, visto che non mi interessa, non andrò neppure a leggerlo. “Esasperante” è già meglio: so che tratterà di un argomento esasperante ma non rivelando di cosa si tratta sono tentato di scoprirlo. “Domande che mi pongo” è una via di mezzo: fa pensare a delle riflessioni che, di per sé, mi attirerebbero però resto tiepido perché temo, per il mio gusto, di trovare quelle che mi sembrerebbero delle banalità. “Il dubbioso” è simile a “Esasperante”: ma dubbioso per me fa rima con noioso mentre invece “esasperante” ha maggior potenziale per essere divertente.
“Una rete di fanatici” invece mi piace: ho più volte scritto qualcosa del genere e quindi l’idea di leggere un pensiero parallelo al mio mi incuriosisce.
Ah, e poi ci sono un paio di titoli estremamente lunghi che illustrano chiaramente quale sia l’argomento del relativo articolo, tipo “Plovdiv: Oriente o Occidente? Il mistero bulgaro (parte III)”.

Lo so, i miei sono giudizi superficiali ma sono quelli che automaticamente fa il mio cervello per scegliere…

Però rendermi conto che io per primo mi baso su qualcosa che non ritengo importante mi ha davvero colpito: soprattutto perché mi rendo conto che una “banalità” come il titolo può, a occhio, muovere un 25% o più di lettori.

Sintesi - 18/9/2021
E quindi che titoli dovrei usare?
Probabilmente un titolo che suggerisca il contenuto del pezzo senza però essere troppo esplicito e che, contemporaneamente, riesca a anche a incuriosire il potenziale lettore.

Scorrendo i miei titoli mi accorgo invece che una buona metà sono troppo vaghi, non incuriosiscono né suggeriscono l’argomento relativo.
Decisamente dovrò tenere maggiormente presente questo aspetto in futuro…

Poi probabilmente ci potrebbero essere altri elementi da considerare: qualcosa che abbia impatto emotivo oppure che suoni divertente…

Infine ci sarebbe da valutare se tutti sono attratti dalle stesse cose: insomma un titolo che a me non piace magari potrebbe essere ritenuto stuzzicante da un’altra persona e vice versa…

Sapete cosa faccio? Cerco con Google se qualcuno ha già studiato, come credo, la materia!

Un articolo e un video... - 20/9/2021
...che voglio commentare appena potrò (dal 25 settembre, al termine della mia autocensura) ma che intanto voglio segnalare (e poi, altrimenti, rischio di dimenticarmene!):
L’articolo: La variante Draghi su DaniloBreschi.com di Danilo Breschi.

Il video: Ivermectin in australia dal canale Dr. John Campbell su YouTube.com

Come sono stato bravo! Mi sono trattenuto da ogni commento! Il trucco è che ho commentato direttamente il video e, probabilmente, commenterò anche l’articolo… eh! eh!

L'antologia palatina

Stanotte ho lasciato in pace Draghi ma non ho dormito comunque (credo che sia colpa del magiare troppo salato a sera). In compenso sono andato avanti nelle mie letture e, probabilmente, ne ho avviato una nuova.

Ancora infatti non ho deciso se leggere o no tale libro: si tratta del primo volume di una serie intitolata “I poeti greci tradotti da Ettore Romagnoli” tradotti, non sorprendentemente, da Ettore Romagnoli. Questo primo volume è sull’antologia palatina (informazioni da Wikipedia!): una raccolta di epigrammi (circa 3700), dal III secolo a. C. al IX d. C., di vari autori greci. La prima edizione italiana è del 1978-1981 ma la mia copia è del 1940, ovviamente un libro di mio zio. Probabilmente Wikipedia non la considera perché è composta da solo una selezione degli epigrammi e non è una versione integrale.

Il traduttore, Ettore Romagnoli, morì prima di riuscire a rifinire l’opera: dell’introduzione abbiamo solo una bozza generale e per i singoli poeti solo poche note. In questa mia versione infatti gli epigrammi sono divisi per autore, nell’originale non credo vi sia un criterio ben preciso.
Romagnoli scelse le opere di ogni autore eliminando quelle di “genere” per concentrarsi invece su quelle più significative.

Probabilmente il vero appassionato storcerà il naso a questa suddivisione arbitraria ma per me che voglio solo farmi un’idea va più che bene.
Il traduttore spiega che all’epoca molto poesie erano scritte su commissione e seguivano precisi canoni: il poeta non aveva molte possibilità di variazione e, per questo, tali opere sono quindi tutte simili fra loro.
Nell’introduzione ne sono riportati vari esempi: brevi elegie in cui si indicano degli oggetti appartenuti al defunto, qualche parola "poetica" e poi il suo nome. Insomma dei brevi epigrammi adatti per delle lapidi. Nel testo non viene spiegato ma io me le immagino a commento di sculture o mosaici (dove si possono vedere gli oggetti descritti).

Comunque mi ha colpito anche la data di pubblicazione: 1940. Com’è possibile pensare alla poesia durante la guerra? Ma del resto la guerra scoppiò a fine agosto: suppongo che pochissimi la considerassero una possibilità reale prima, diciamo, del giugno del 1940.
Fa riflettere su come l’uomo sia scarsamente in grado di valutare correttamente il proprio tempo, di riconoscerne gli eventi di portata storica, di accorgersi quando la società imbocca delle vie oscure (*1)…

Ho interrotto la lettura a pagina 12 perché le pagine sono ancora unite per il bordo e vanno tagliate: evidentemente lo zio non aveva letto questo libro. Mi chiedo se possa avere un valore di antiquariato e se magari dovrei evitare di separarle. Però un libro è fatto per essere letto e io comunque di certo non lo venderei per pochi euro, quindi bo… probabilmente chiederò informazioni a un amico…

Inoltre a me la poesia in genere non interessa perché non la capisco: ma questa raccolta mi incuriosiva e avrei fatto volentieri un’eccezione.
Poi c’è la seccatura che sicuramente su GoodReads non è presente e aggiungere un volume è decisamente noioso (l’ho fatto per il libro di Prezzolini e non ho intenzione di rifarlo). In genere se non esiste la mia copia esatta mi accontento di indicarne anche un’edizione totalmente diversa (per esempio per “Dialogo sui due massimi sistemi..” ho selezionato una versione in spagnolo!) ma in questo caso dubito possa esserci qualcosa di simile.



Allora ho fatto una rapida ricerca: su GoodReads c’è qualche opera di Romagnoli ma non quella che ho io. Cercando su Google si trova in vendita un’edizione del 1942 in 4 volumi a 20€ (più spese di spedizione) la mia, con la copertina rigida, dubito valga molto di più…
Insomma non dovrei rischiare di perdere un patrimonio se mi leggo questo libro!

Conclusione: bo… deciderò poi...

Nota (*1): e siccome sono in autocensura fino al 25 settembre evito confronti col presente.

venerdì 17 settembre 2021

Pezzo leggero

Avrei in mente tre pezzi da scrivere: un corto sulla dittatura, un altro più articolato basato su un articolo di Zhok e l’ultimo, complesso ma interessante, su come diverse questioni distinte vadano a sovrapporsi fra loro. Però, a causa della temporanea autocensura che mi sono autoimposto, rimando il tutto a fine mese…

Ne approfitto invece per un pezzo più leggero: si tratta di un video sugli INTP che mi è sembrato particolarmente fatto bene (ultimamente ne ho visti parecchi): 10 Reasons Why an INTP Will Absolutely Hate You | The Smartest Personality Type dal canale Youtube On Track

Il video dopo una rapida ma ben fatta premessa (in pratica viene spiegato perché ho scritto la mia Epitome con affermazioni che sembrano tratte dalla relativa introduzione!) procede a presentare 10 cose che irritano gli INTP come me (*1).
Di seguito l’elenco dei vari punti con il mio personale punto di vista:
Aggiungo che questi fattori irritano tutti: la particolare sfumatura INTPesca viene illustrata nel video e, tranne (credo) un’eccezione, non la riporterò.

1) Not giving them your full attention
È vero, parlo poco e se mi decido a parlare è perché voglio condividere un’idea, un’intuizione o banalmente una curiosità su cui ho riflettuto. Però se ho la sensazione di non essere ascoltato con attenzione mi irrito.

2) Being forced to make quick decisions
In effetti non l'avrei detto ma a pensarci bene è così: tipicamente quando devo fare un acquisto. Prendo tutte le informazioni che mi interessano ma poi non decido per giorni o anche settimane. In questa maniera riesco a valutare bene quanto l’oggetto in questione davvero mi interessi.
Ah! e di solito quando mi viene proposta una cosa all’ultimo momento, che quindi scombussolerebbe la mia routine, automaticamente mi tiro indietro: forse perché non riesco a valutarne bene i pro e i contro come vorrei, non so...

3) Making decisions according to emotion instead of logic
Bo… non saprei: ho molto rispetto per le decisioni individuali altrui…
Personalmente non mi pare invece di prendere decisioni né illogiche ma neppure prive di emotività: piuttosto direi che la parte emotiva delle mie decisioni è “controllata”, misurata e valutata.

4) Being percieved as robots
No, come sono percepito dagli altri mi è totalmente indifferente. Ecco semmai il discorso cambia se si tratta di una persona che mi sta particolarmente a cuore. Il fatto è che poi non ci vedo niente di particolarmente negativo a essere considerato un “robot”.
Per esempio ho apprezzato molto la battuta “Gli INTJ sono gli umani più freddi e gli INTP i robot più caldi”: come spiegato il suo significato è che, mentre gli INTJ non si preoccupano di essere socievoli, gli INTP come me elaborano dei comportamenti per simulare la socievolezza: a me pare di essere piuttosto bravo al riguardo. Riesco molto facilmente ad attaccare discorso con perfetti estranei se mi va di farlo: poi, certo, ho molte difficoltà ad approfondire il rapporto.

5) Being confined to rules
Sì, mi rendo conto di rispettare le regole per natura ma di non digerirle se le trovo stupide o irrazionali. Per questo mi trovo male nell’ipocrisia italiana. Da questo punto di vista ci vedo una forte relazione col punto 3.
In verità per la precisione mi irrita dover subire gli effetti della stupidità altrui ovvero che mi venga chiesto di fare qualcosa che ritengo stupido o comunque sbagliato.
Ah! Questo è il punto di cui volevo citare la spiegazione che traduco al volo di seguito:
«INTPs vedono la libertà come una priorità e la valutano più di ogni altra cosa. INTPs necessitano della libertà per esplorare, inventare e creare nuovi processi per migliorare sistemi: gli INTPs non possono essere creativi se sono limitati da certe norme o regole. Gli INTPs si possono allontanare da un gruppo se sentono che la loro libertà ne è limitata. Non permetteranno mai che qualcuno o qualcosa li privi di ciò che hanno di più caro e cioè l’indipendenza e la libertà.»

6) Being asked to have a heart-to-heart talk
No, non ho problemi: certo bisogna prendere un appuntamento e non deve trattarsi di “un’imboscata”!

7) When the people they value do not believe in what is logical
Nì, come ho già scritto ho il massimo rispetto per le opinioni altrui anche se vi percepisco dei passaggi illogici. Semmai mi irrito molto se viene messa in discussione la mia logica: spesso, quando accade, il mio interlocutore accozza insieme argomenti traballanti. Allora, a seconda di quanto mi sta a cuore la persona, posso decidere: 1. “contento lui...” e lascio cadere la discussione annotandomi mentalmente di non riparlare più con tale persona dell’argomento; 2. con acribia certosina, ma animata da buone intenzioni (la comprensione reciproca) e non pedanteria, ribatto punto su punto evidenziando, in maniera mi pare molto diplomatica, le fallacie nei ragionamenti altrui e cerco di rispiegarmi meglio magari aggiungendo qualche esempio.
Però mi sono reso conto che non ne vale la pena: spesso le persone non VOGLIONO capire, non è un problema di parole ma di volontà. Insomma in generale è tempo perso...

8) Dealing with too many routine details
Dipende cosa si intende: i dettagli di cose stupide li trovo molto irritanti. Sul lavoro però i compiti noiosi o ripetitivi non erano un problema (anche se, nel mio campo, erano piuttosto rari). Mi davano infatti modo di pensare ad altro mentre li svolgevo dopo, ovviamente, aver studiato due o tre livelli si sicurezza (in pratica delle riprove o proprio delle procedure standardizzate e “sicure”) per evitare di commettere errori di distrazione.

9) When time is not valued
Sì, ma come tutti immagino. Però odio moltissimo chi arriva in ritardo visto che io, per non correre rischi, arrivo sempre il largo anticipo. Però, più che la perdita di tempo in sé, in questo caso mi irrita la mancanza di rispetto.

10) When life is meaningless
Vero. Io per esempio ho abbandonato un lavoro facile e ben retribuito in cambio di nulla perché mi ero reso conto che non mi piaceva e che non mi avrebbe mai reso felice.
Una decisione che a me pare estremamente logica ma che il 99% delle persone non capisce.

Conclusione: vabbè, questo è un pezzo molto leggero, ma vi avevo avvisato!

Nota (*1): siccome si tratta di poche frasi le traduco al volo così che anche chi non conosce le tipologie MBTI può farsi un’idea del carattere di un INTP: «INTP sono generalmente calmi, tolleranti e silenziosi. In genere riflettono su quanto osservano del mondo e sui misteri dell’universo. Sono famosi per il loro amore per la conoscenza e la capacità di elaborare prospettive uniche sui problemi che affrontano. Gli INTP individuano discrepanze e anomalie nei sistemi o processi che analizzano. Essi sono gli innovatori del mondo e i loro contributi hanno definito il mondo così come è adesso. […] essi sono altamente teorici e analitici, sono sempre impegnati nel tentativo di trovare un tema unificante o una legge universale che governi e spieghi la vita nella sua complessità. Sono i pensatori creativi del mondo. Gli INTP sono generalmente bonari, tolleranti e gentili [...]».

mercoledì 15 settembre 2021

Io non posso ma...

Siccome ho deciso di autocensurarmi fino al 25 settembre (v. Scelta editoriale) mi limito qui a proporre, senza aggiungere commenti, il collegamento all’ultimo articolo di Zhok:
Incubo orwelliano (il titolo è mio stavolta)

In realtà voglio aggiungere che Zhok il nodo della questione l’aveva già affrontato (v. Fascisti allo specchio) e che, in pratica, vi è una carenza di principi libertari nella maggioranza del popolo italiano: in particolare in quelli allineati al bene e al giusto deciso dal potere e aizzati contro chi la pensa diversamente; paradossalmente le stesse persone che si scagliavano contro l’inesistente pericolo fascista (tipo il Salvini ora ammansito e redento, inginocchiato ai piedi del salvifico Draghi) e che, sicuramente, se fossero vissute in epoca fascista avrebbero indossato le camice nere…

Ottima dormita - 15/9/2021
Ieri sera ho voluto provare la tecnica involontariamente scoperta per addormentarmi: vedi il corto Eterogenesi dei fini.

Sarà che ero stanchissimo ma mi sono addormentato con una rapidità normalmente per me impensabile (ho la sensazione sui 3 minuti, forse meno). Poi mi sono risvegliato spesso, come del resto è mio solito, ma riadoperando la stessa tecnica mi sono riaddormentato immediatamente.

Nel primissimo mattino però mi sono svegliato col naso congestionato e non riuscivo a pensare: così ho letto per una mezz’oretta prima di provare a dormire ancora un po’ ovviamente con la tecnica dell’esecrazione a Draghi.

Ebbene mi sono subito addormentato e poi all’interno del sogno ho continuato, con mi pare notevole impegno, a mandare le mie maledizioni al simpatico primo ministro. Non solo: mi sono svegliato e poi riaddormentato e, per la seconda volta, in un nuovo sogno ho ripreso la mia esecrazione!

In totale ho dormito benissimo per quasi 9 ore, ben più delle usuali 5-6…

Esecrazione - 15/9/2021
Come potete immaginare “esecrazione” fa parte di quelle parole che studio per tenere allenata la memoria. In particolare la uso in un’accezione suppongo sconosciuta al 99,9% dei miei lettori e cioè:
«In origine, l’imprecazione con cui gli antichi chiedevano alle divinità infernali di colpire i proprî nemici.» da Treccani.it

La vendetta... - 16/9/2021
Ieri sera, dopo la fantastica dormita di due giorni fa, ho ritentato la tecnica dell’esecrazione di Draghi per addormentarmi visto che, a quanto pare, egli rimane sano come un pesce(cane)…

Beh… stavolta non ho chiuso occhio! Ero stanchissimo, non riuscivo a concentrarmi e invece di addormentarmi finivo in un dormiveglia estenuante. Alla fine avrò dormito un paio di ore con tanto di mezzo incubo…
Ah! e mi sono alzato pure col mal di schiena!

Però credo che la colpa sia della cena a base di pollo fritto che mi era rimasto sullo stomaco!
Stasera comunque riprovo…

Mini aggiornamento - 17/9/2021
Anche stanotte mi sono sforzato di continuare la mia esecrazione di Draghi ma anche stavolta ero troppo stanco per concentrarmi per bene: almeno ho dormicchiato, male ma ho dormicchiato.
In nottata, per provare a svegliarmi del tutto, ho terminato di leggere “Life in German crack regiment” di Baron Von Schlicht (Baron non so se è il nome o il titolo nobiliare…).

Non era un libro terribile come si poteva immaginare, anzi alcuni capitoli sono veramente divertenti e piacevoli. Nel complesso però manca una trama degna di tale nome: difficile quindi spiegare l’apparente successo dell’opera pubblicata in inglese in più edizioni dal 1904 al 1914…

Ah! da qualche giorno ho anche iniziato a leggere “Un nuovo mondo” di Eckhart Tolle: me l’ha consigliato un’amica ma mi pare troppo misticheggiante per i miei gusti…

Attentato all'informazione

Ho finalmente terminato di leggere la parte sulle elezioni centroamericane in La fabbrica del consenso di Chomsky. Come ho già spiegato era molto noiosa e ripetitiva: in pratica capitolo dopo capitolo dimostrava con dovizia di particolari i due pesi e due misure con cui i media statunitensi giudicarono le elezioni in due paesi “amici” e in uno nemico.

La parte attuale parla invece dell’attentato di Ali Ağca al Papa e della cosiddetta “pista bulgara”, ovvero la teoria secondo la quali i mandanti dell’attentato fossero i servizi segreti bulgari ovviamente sotto indicazione di Mosca.
La teoria della “pista bulgara” fu creata a tavolino da dei giornalisti americani (di cui uno ex CIA ed esperto di propaganda) e aggiornata, anche notevolmente, con l’evolversi delle vicende. Si trattava di ipotesi tutte arbitrarie e senza prove concrete a sua conferma.

Io all’epoca ero un bimbetto ma ricordo benissimo i titoloni dei giornali con cui veniva discussa anche in Italia la questione.
All’epoca ero troppo piccolo per interessarmene approfonditamente eppure ho la sensazione di averla sempre considerata una teoria come un’altra, non insomma una verità certa: come se un giorno ci fosse stata una conferma e il seguente una smentita...
C’è da dire che: 1. questa mia sensazione, che non è un ricordo vero e proprio, potrebbe essere errata; 2. più probabilmente però all’epoca l’informazione italiana era migliore di quanto non sia adesso; probabilmente l’esistenza di un PCI forte e che faceva opposizione reale comportava che anche i quotidiani non di sinistra non potessero ignorare la difesa di Mosca che, ovviamente, aveva ottimi argomenti per evidenziare l’infondatezza delle accuse.

Mentre negli USA negli anni ‘80 (il giro di boa era probabilmente avvenuto con l’amministrazione Carter presidente dal 1977 al 1981) c’era già un’inversione di tendenza con tutta la politica (democratici e repubblicani) che iniziava a schierarsi compatta dalla parte dei parapoteri economici, in Italia eravamo, una volta tanto positivamente, ancora indietro in questo processo. Negli anni ‘80 vi era ancora una positiva e reale contrapposizione fra le diverse forze politiche: un equilibrio precario che però, per esempio, garantiva un’informazione molto più onesta dell’attuale.

Pensate alla situazione in Ucraina: pensate veramente che la pappina di informazione scodellata dalla propaganda statunitense e ripetuta parola per parola dai nostri media corrisponda alla totale verità?
Ecco, se per assurdo una vicenda analoga la si fosse avuta negli anni ‘80 allora una parte dei nostri giornali avrebbe riportato anche il punto di vista russo (che a sua volta non sarebbe stata la verità) e il dibattito che sarebbe scaturito dalle versione contrastanti avrebbe aiutato il comune cittadino a farsi un’idea più realistica dei fatti.

Voglio provare a telefonare a mio padre per vedere cosa si ricorda e se anche lui ha la sensazione che all’epoca in Italia la “pista bulgara” fosse considerata solo come una teoria strumentale.
...
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Sì, ho sentito un paio di voci che, sebbene in maniera vaga, sembrano confermare la teoria che all’epoca, in Italia, la qualità dell’informazione fosse molto superiore all’attuale.
Mio padre mi ha anche dato un buon consiglio: provare a vedere cosa scrivevano effettivamente i giornali dell’epoca. È però un po’ troppo impegnativo per i miei gusti: sopratutto perché non ci sono date esatte da guardare, dovrei leggere intere settimane a campione per farmi un’idea della reale tendenza visto che il singolo articolo del singolo giornalista potrebbe essere fuorviante.

Comunque stanotte (questo articolo lo avevo iniziato a scrivere ieri) sono andato ulteriormente avanti nella lettura del libro di Chomsky e vi ho trovato parziale conferma alla mia teoria.
Viene spiegato che negli USA l’unica ricostruzione che circolava era quella della pista bulgara (ovviamente tacendone tutti i punti deboli) e venivano ignorati, per esempio, “[…] i dubbi avanzati dalla stampa italiana sulla possibilità che Agca, mentre era in prigione, avesse ricevuto promesse o minacce.” (perché, lo ricordo, Agca confermò la pista bulgara solo dopo 17 mesi di carcere).

Sarebbe interessante capire quando l’informazione italiana ha preso la via del declino.
Personalmente credo sia tutto iniziato col crollo dell’URSS e la conseguente degenerazione del PCI: non voglio dire che quotidiani come “l’Unità” fossero una voce oggettiva e credibile. Anche allora tutti i media erano faziosi solo che la loro faziosità non era “unidirezionale” come adesso: dal confronto delle voci discordanti era così possibile intuire, sebbene in maniera imprecisa, quali fossero i fatti sostanziali.

Conclusione: ieri riflettevo che Chomsky ha fatto un ottimo lavoro di indagine e di raccolta dati con “La fabbrica del consenso” ma manca leggermente nell’impianto teorico. Tanta tanta informazione ammucchiata insieme senza una guida per interpretarla. Mi spiego meglio: quali sono le metodologie usate dalla stampa per disinformare? Quali sono gli obiettivi? Chomsky dà delle indicazioni al riguardo ma io avrei generalizzato molto di più. Se avrò voglia, alla conclusione del libro, magari ci scriverò un pezzo specifico.