In questi mesi mi sono un po’ scocciato di scrivere di covid-19, specialmente per quel che riguarda la gestione politico/sanitaria italiana.
Per certi versi mi sembra di aver rivissuto l’esperienza del governo Monti: chi mi segue dal 2010 lo sa. Per mesi mi ero chiesto, in buona sostanza, se Monti ci era o se ci faceva: mi ero infatti reso conto, studiando autonomamente un minimo di concetti economici, che i suoi provvedimenti sarebbero stati controproducenti: possibile quindi che un economista del calibro di Monti commettesse degli errori così madornali?
Alla fine, mi ci volle un anno o più non ricordo, arrivai alla conclusione che Monti era in cattiva fede e che, scientemente, faceva il male dell’Italia e degli italiani.
A quel punto c’era ben poco da aggiungere: avrei potuto speculare su per conto di chi agiva (e magari lo feci, non ricordo!) ma politicamente non c’era da aggiungere altro.
Ecco, sulla gestione della pandemia in Italia, ho provato qualcosa di simile e in maniera più accelerata.
Ripercorro brevemente l’evoluzione della mia valutazione dell’operato del governo.
Inverno 2020: a febbraio io ero già preoccupatissimo per il covid-19 mentre il governo sminuiva il problema dichiarando che le ASL avevano tutto sotto controllo. A marzo avrei optato subito per una quarantena più ampia ma contemporaneamente avrei preso delle decisioni emergenziali un po’ più lungimiranti come, per esempio, la produzione da parte dello stato di mascherine FFP2…
Nel complesso all’epoca ero comunque convinto della buona fede del governo e complessivamente giudicavo sufficiente il suo operato considerato la novità del problema e la scarsa capacità delle persone in carica.
Primavera 2020: a questo punto la mia attenzione si era già spostata sul problema fondamentale di riuscire a fare un numero adeguato di tamponi. Il governo avrebbe poi dovuto sostenere finanziariamente le persone e le aziende in difficoltà. Però, sia in campo medico che economico, il governo rimase sostanzialmente inerte aspettando le decisioni UE.
Il giudizio sul governo iniziava a essere insufficiente ma ancora ero convinto della buona fede: attribuivo la scarsa proattività alla sua solita incapacità.
Estate 2020: adesso sul covid-19 si iniziava a saperne di più mentre in Italia l’emergenza sembrava terminata. Il governo si congratulava con se stesso e millantava richieste di informazioni dal resto del mondo. È in questi mesi che l’importanza della vitamina D diviene evidente. Coerentemente mi dichiaravo preoccupato per l’autunno quando, con la ripresa della scuola e il calo della vitamina D, il ritorno del covid-19 sembrava molto probabile.
In questi mesi il governo avrebbe potuto fare tanto per organizzarsi per l’autunno e l’inverno ma, sfortunatamente, non fece niente di niente: non sto a ripetere tutto quanto si sarebbe potuto fare (l’ho già scritto nei mesi scorsi) ma, in pratica, il governo si limitò a fantasticare (e sbavare) sui fantomatici aiuti UE.
Io credo (ovviamente è solo una mia IPOTESI) che in questi mesi estivi siano maturati due progetti paralleli per sfruttare cinicamente la pandemia in tutto l’occidente.
Il primo progetto è stato economico, probabilmente su pressione e suggerimento delle lobbi del farmaco, si è deciso di puntare tutto sui vaccini prodotti da aziende private sovvenzionate con denaro pubblico e il cui prodotto è stato comprato a caro prezzo da UE e governi occidentali. Di nuovo mi devo ripetere: credo che puntare su vitamina D e mascherine gratuite FFP2 prodotte dallo stato avrebbe ridotto i contagi del 90% e le morti per una percentuale ancora maggiore.
Il secondo progetto è democratico, anzi, antidemocratico: sfruttare la pandemia e la paura della stessa per comprimere ancora di più le libertà individuali.
Nel gennaio del 2016 scrissi il pezzo L’origine della dittatura di cui cito il seguente frammento:
«La mia conclusione è che quindi esistano almeno due fasi nella "vita" di una dittatura: nella prima le idee, i programmi politici, gli ideali di quel partito o movimento che si trasformerà in dittatura, devono sembrare legittimi e non pericolosi: la sua vera natura non è immediatamente manifesta né intelligibile; solo nella seconda fase la dittatura avrà acquisito abbastanza potere e si rivelerà tale imponendo le proprie decisioni anche senza l'approvazione della maggior parte della popolazione. Probabilmente esiste anche una fase intermedia che potrà, più o meno a lungo, sovrapporsi con la seconda: in questo periodo la dittatura inizia a fare scelte moralmente dubbie ma chi prima l'aveva sostenuta in buona fede, piuttosto che riconoscere il proprio errore di valutazione e opporsi a essa, si limita a storcere il naso e in qualche maniera trova giustificazioni per l'ingiustizia sempre più palese.»
Ecco, temo proprio che siamo nel passaggio intermedio fra la prima e la seconda fase.
Da notare semmai che questa dittatura non è partita dal basso, dall’uomo forte populista che raccoglie i consensi del popolo bue e, una volta al potere, scardina le istituzioni democratiche. Su questa evenienza eravamo ormai tutti “vaccinati” (per l'appunto!) solo gli ingenui credono allo spauracchio fascista (o comunista).
Invece no, la dittatura non è arrivata dal basso ma è stata calata dall’alto: non abbiamo un uomo forte ma un funzionario di fiducia scelto dai poteri economici e politici esteri. Il presidente Mattarella ha indicato Draghi come unica soluzione senza alternative democratiche. I partiti italiani hanno poi dimostrato la loro incapacità e inconsistenza prendendosi tutti per mano nella corsa disperata al trogolo dove abbuffarsi il più possibile. Ovviamente tutti i ministeri chiave, Draghi se li è tenuti per sé e per i suoi uomini: tecnici alle dipendenze di parapoteri economici/politici esteri, non importa quali.
Ovviamente nell’estate 2020 questo era ancora solo un mio timore: mi limitavo a osservare divieti inutili e, contemporaneamente, la mancanza di iniziative sia economiche che sanitarie efficaci. E nel frattempo iniziavo a pensar male...
Autunno 2020: inutile dire che il governo italiano si fa cogliere completamente impreparato dal ritorno della pandemia (suppongo scientemente mal informato dalle lobbi delle aziende farmaceutiche). Ritorna la quarantena, e il raccontaballista Conte ci racconta “facciamo questo sacrificio oggi così che a Natale si possa festeggiare tutti insieme”. Poi sappiamo com’è andata: ma del resto se non ci si capisce niente è difficile fare previsioni corrette.
Arrivano le prime voci sui vaccini già quasi pronti. La mitica Ursula fa in tempo a comprare (ovviamente a caro prezzo) per conto della UE non so quante dosi dell’antivirale Remdesivir e, pochi giorni dopo, esce lo studio che ne dimostra la completa inutilità contro il covid-19: questo per far capire che anche le istituzioni politiche europee sono saldamente nelle mani delle lobbi di turno.
Inverno 2020-2021: arrivano i vaccini ma, a mio modesto parere, vengono usati in maniera errata che rischia di non debellare la pandemia ma, anzi, di renderla più forte. La volontà di sfruttare la pandemia in funzione antidemocratica è ormai evidente. Non per nulla è uno degli argomenti che portano al governo Draghi. Anche l’inganno dei vaccini diviene evidente: questi infatti non sono tutti buoni. Solo quelli prodotti dalle aziende americane/europee sono presi in considerazione, quello russo e cinese no: in altre parole il vaccino salva il mondo solo se lo si acquista dal produttore giusto…
E a questo punto siamo arrivati a oggi: oramai la malafede politica nella gestione della pandemia è evidente. Davvero non so cosa altro aggiungere: suppongo che piano piano sempre più persone se ne renderanno conto ma, come scrissi nel 2016, potrebbe essere un processo troppo lento.
Fortunatamente c’è chi ha ancora l’energia per seguire le evoluzioni, capriole e piroette, politiche sanitarie italiane. Il professore Andrea Zhok sembra leggermi nel pensiero e mettere poi, nero su bianco, delle riflessioni sacrosante su questa sempre più paradossale (in senso pauroso però) vicenda. Ovviamente molto meglio di quanto sarei capace io. Consiglio di leggere questo suo articolo: La sospensione cautelativa del vaccino Astrazeneca è sacrosanta di Andrea Zhok su InfoSannio.com
L’articolo è di tre giorni fa e nel frattempo l’EMA, ovviamente, ha già confermato la validità del vaccino Astrazeneca ma il resto del pezzo è attualissimo: non manca un accenno al fatto che i costi-benefici del vaccino sono diversi per un anziano e per un giovane (su questo ho scritto molto a dicembre). Ottima poi la riflessione sul no ai vaccini russo e cinese.
Conclusione: personalmente sono depresso e non so cosa altro aggiungere. I potenti trionfano sempre e si avvantaggiano degli ingenui, la maggioranza della popolazione, che crede alle loro balle (le “verità” riportate dai media tradizionali).
alla prima stazione
1 ora fa
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