«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

sabato 30 giugno 2018

Sulla gratitudine

Da qualche settimana, come libro da bagno, sto leggendo una raccolta di aforismi di vari autori.
Dopo averne letti molti si iniziano a intravedere delle tematiche comuni: le donne, la fortuna, il denaro, l'intelligenza, la morte, l'amicizia, l'amore, etc...
In genere si tratta di massime piuttosto condivisibili con qualche eccezione probabilmente giustificata dal tempo: eppure c'è tutto un genere di aforismi che regolarmente mi lascia perplesso.

Si tratta delle massime sulla gratitudine. Secondo molti autori (e il loro numero avvalora quindi quanto scrivono) il tema è più o meno il seguente: la gratitudine per i favori ricevuti si può trasformare in risentimento se, ad esempio, non si è in grado di contraccambiare (ma anche senza alcun motivo apparente!).

Ogni volta che trovo un aforisma di questo tipo rimango perplesso: perché io non ho mai notato qualcosa del genere?

Allora ho cercato di valutare la mia esperienza personale: questi aforismi si possono vedere da due lati, quello del magnanimo e quello dell'ingrato.
Partiamo dal primo: probabilmente non sono molto generoso materialmente, non sono cioè il tipo che faccia grande regali; quando invece mi viene chiesto un favore (in realtà abbastanza raramente) cerco di fare del mio meglio e poi tendo a dimenticarmene. Non so: a me non pare di essere odiato da nessuno e, in particolare, a causa della mia (scarsa!) generosità.

Personalmente odio chiedere favori e sentirmi in debito: e questo mi pare un atteggiamento compatibile, almeno come premessa, con gli aforismi sulla gratitudine che si trasforma in risentimento. Il risultato è che molto raramente chiedo aiuto per qualcosa, quando però lo faccio mi sembra che la mia gratitudine rimanga tale, magari orientandomi a contraccambiare...
Anzi, onestamente non mi pare di odiare proprio nessuno: vabbè, forse l'omino della Telecom che regolarmente blocca le richieste di sostituzione del mio cavo tagliuzzato (v. Un lavoro con i fiocchi)! (*1)

Insomma nella mia esperienza personale queste massime sulla gratitudine non sembrano verificate.
Ecco, ho una teoria: gli autori di questi aforismi sono spesso persone che hanno raggiunto una certa notorietà e fama. È quindi plausibile che molte persone si rivolgano a loro per ottenere ogni sorta di aiuti o favori. Per lo stesso motivo gli autori, ricevendo cioè molte richieste, tendono a esaudirle col minimo sforzo e il più velocemente possibile. Magari qualche beneficiario di un aiuto può pensare che l'autore abbia fatto notevolmente di più per altre persone: ecco quindi che l'ingratitudine troverebbe una giustificazione. Già nel momento che il beneficiario dice “grazie” sta già pensando che Tizio e Caio avevano ottenuto di più...

In questa mia ipotesi sarebbero quindi gli autori degli aforismi sulla gratitudine a non comprendere pienamente i motivi del risentimento delle persone da esse favoriti.
Potrei provare a stimare l'importanza degli autori di queste massime per verificarne la compatibilità con la mia teoria: il problema è che non le ho evidenziate in alcun modo e ritrovarle mi richiederebbe troppo tempo...
Ma magari è chi riceve il favore che sopravvaluta le possibilità dell'altro di aiutarlo: si aspetta quindi di più di quanto riceve e questo genera risentimento.

Per finire qualche massima sulla gratitudine in ordine sparso:
«La generosità soffre dei mali altrui come se ne fosse responsabile» (Luc de Clapiers de Vauvenargues)
«Ciò che si prova di solito per i benefattori è un po'come la riconoscenza che si sente per i dentisti: ci si ripete che ci hanno fatto del bene e che ci hanno liberato dal male, ma il ricordo del dolore che ci hanno procurato ci impedisce di pensare a loro con troppa tenerezza.» (Nicolas de Chamfort)
«Alle persone che non amiamo imputiamo a colpa le gentilezze che ci fanno.» (Nietzsche)

I precedenti non sono gli aforismi più significativi ma solo i primi che ho trovato sfogliando il mio libro...

Conclusione: probabilmente non sono abbastanza importante/influente da suscitare aspettative immotivate in chi mi chiede un favore...

Nota (*1): ma in verità scherzo: i moti di stizza nei suoi confronti sono temperati dalle seguenti considerazioni: 1. non sono sicuro che qualcuno effettivamente mi discrimini; 2. se è un idiota non è colpa sua; 3. magari obbedisce a sua volta a ordini dall'alto di tagliare i costi.
Insomma più che odio il mio è una divertita antipatia per la stupidità degli uomini e del mondo...

venerdì 29 giugno 2018

Sorpresa!

Con mia grande sorpresa ho già terminato la nuova versione dell'Epitome: la 0.5.2 detta “Paterna”!

In effetti aggiungere materiale è molto più divertente che limitarsi a rileggere, correggere e riformulare quanto già scritto. Come i lettori più attenti avranno intuito dalla carenza di nuovi pezzi, in questi giorni ho quindi lavorato alacremente all'Epitome.

Come stabilito non ho fatto modifiche strutturali all'opera, comunque già previste ma rimandate alla versione 1.1.0, ma mi sono limitato ad aggiungere e inserire nel testo nuove idee e precisazioni. Inoltre, su suggerimento di un amico, ho colto l'occasione per riscrivere interamente l'Introduzione eliminando la giustapposizione di “frammenti d'introduzione” che si erano accumulati in questi mesi e che, anche visivamente, erano decisamente brutti.
Alla fine di queste modifiche il PDF risultante ha 8 pagine in più rispetto alla precedente versione: più o meno quello che mi aspettavo...

La prossima versione, che dovrebbe consistere in una semplice rilettura, non sarà la 0.5.3 ma, finalmente, la 1.0.0!
I tempi, considerando quanto mi sia occorso per pubblicare la 0.5.1, non saranno brevissimi e non mi stupirei se si arrivasse a settembre. Ma ancora non ne ho realmente idea: magari mi prende il matto e in una settimana è pronta!

Comunque, come ho già spiegato, dopo la versione 1.0.0 e le seguenti imbarazzate revisioni (1.0.1, 1.0.2 e simili) ho già pronto il nuovo materiale da aggiungere a quella che sarà la successiva versione 1.1.0. Quindi state tranquilli (o preoccupatevi: fate voi!) l'Epitome non è ancora terminata: ha solo raggiunto un grado di maturità che ritengo accettabile...

Per i lettori di questo viario non cambia nulla: amici e parenti invece devono iniziare a preoccuparsi perché a breve inizierò a essere più pressante nel proporre loro la lettura dell'Epitome!

martedì 26 giugno 2018

Scoperta l'acqua calda

La notizia: Gli immigrati che servono all’Italia (non leggete solo il titolo) di Enrico Verga da IlFattoQuotidiano.it

Che fa il governo? - 27/6/2018
A parte l'iperattivismo di Salvini cosa sta facendo il governo?

A parole ho sentito diverse affermazioni condivisibili (ad esempio da Di Maio) ma poi tutto si sgonfia come fossero bolle di sapone: ad esempio avevo condiviso con entusiasmo la presa di posizione di Di Maio contro lo sfruttamento dei fattorini (v. il corto Di Maio e Foodora) ma poi tutto evapora e, nella sostanza, si arriva a dire che va bene così. In questi giorni Di Maio ha fatto dichiarazioni molto dure contro la riforma del diritto d'autore proposta dalla EU (ovviamente guidata dalle lobbi) perché andrebbe a ledere la libertà d'espressione: vedremo cosa combinerà...

In effetti questo comportamento è quello che ci si può e deve aspettare da un populismo apparente: ovvero in pubblico opporsi a parole ai parapoteri per poi, di nascosto, accordarsi con loro. Come prevede la mia teoria sui populismi illustrata nell'Epitome questo comportamento, facilmente attuabile stando all'opposizione, emerge in tutte le sue contraddizioni una volta al governo.
Questa doppiezza non è infatti più nascondibile ai cittadini e questo spiega il mini travaso di voti da M5S a Lega che invece, come populismo reale, cerca realmente di cambiare la situazione.

Conclusione: aspettiamo qualche mese a trarre le conclusioni...

Libertà in EU - 3/7/2018
Copio è incollo da Wikipedia:
«Wikipedia:Comunicato 3 luglio 2018

Cara lettrice, caro lettore,

Il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo in seduta plenaria deciderà se accelerare l'approvazione della direttiva sul copyright. Tale direttiva, se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet.

Anziché aggiornare le leggi sul diritto d'autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell'informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all'accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere.

La proposta ha già incontrato la ferma disapprovazione di oltre 70 studiosi informatici, tra i quali il creatore del web Tim Berners-Lee (qui), 169 accademici (qui), 145 organizzazioni operanti nei campi dei diritti umani, libertà di stampa, ricerca scientifica e industria informatica (qui) e di Wikimedia Foundation (qui).

Per questi motivi, la comunità italiana di Wikipedia ha deciso di oscurare tutte le pagine dell'enciclopedia. Vogliamo poter continuare a offrire un'enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili. Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l'attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, a partire dall'abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l'estensione della libertà di panorama a tutta l'UE e la protezione del pubblico dominio.

https://meta.wikimedia.org/wiki/SaveYourInternet

La comunità italiana di Wikipedia
»

La vera EU - 3/7/2018
[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.5.2 "Paterna").

I media non fanno che raccontarci la favola di quanto sia bella e giusta l'Europa (oltre che di quanto ci abbia reso “più ricchi”!) sempre dalla parte dei cittadini.

La EU, che ama pontificare e darci lezioni di moralità, poi ha pure l'ipocrisia di far passare lo sterco di cui sopra (v. il corto precedente) per una tutela dei diritti di tutti.

Ovviamente la ragione profonda di questa deriva liberticida è ampiamente prevista e spiegata nella mia Epitome ([E] 13 e in particolare 13.2 punto 5).

lunedì 25 giugno 2018

Commenti al volo

Non mi piace scrivere questi pezzi polpettone in cui vi inserisco tutti gli avanzi di pensieri che, da soli, non sarebbero bastanti a un pezzo completo.
Da una parte credo che sarebbe più corretto farne tanti corti; dall'altra, proprio stilisticamente, la mancanza di un filo conduttore li rende brutti o almeno sgradevoli da leggere.
Eppure farne dei corti sarebbe molto più impegnativo: dovrei dosare le parole per non superare il vincolo di 17 linee di testo (anche se ultimamente sono stato meno fiscale) e poi, tecnicamente, i corti mi prendono un po' più tempo per essere inseriti nel viario (ad esempio per aggiornare il collegamento al corto precedente oppure quello presente nell'intestazione e che rimanda al corto più recente). Quindi...

1. Avevo torto.
Nei miei pezzi politici sul dopo elezioni spiegavo di essere incerto sull'opportunità della Lega di allearsi col M5S. Spiegavo che da una parte il M5S, populismo apparente, e la Lega, populismo reale, avrebbero avuto difficoltà a mettersi d'accordo per ottenere risultati concreti; dall'altra ammettevo che, comunque, essere al governo crea consenso. I due fattori mi sembrava che si equivalessero ma Salvini, anche grazie al suo ruolo di ministro dell'interno, ha dimostrato che non è come pensavo: essere al governo E darsi da fare è sicuramente molto vantaggioso. Ovviamente nel medio e lungo termine, se non si portassero a casa risultati concreti, potrebbe non essere così: ma al momento Salvini ha letto molto meglio di me le opportunità che dà essere al governo.

2. Sinistra e immigrati.
Su FB vedo che i miei amici e conoscenti di sinistra (vivo in un fortino “rosso” della Toscana) sono in totale confusione: ripetono luoghi comuni, lanciano accuse infondate a Salvini e poi si chiedono come mai la sinistra è in crisi.
Il motivo lo posso spiegare io: la sinistra non dà risposte concrete ai problemi del paese.
Mi limito al caso dell'immigrazione ma lo stesso vale per l'economia, il lavoro, la sanità, etc...
La sinistra dice “Salvini razzista perché fa politica sulla pelle degli immigrati”.
Allora, a parte il fatto che opporsi al traffico di essere umani secondo me non è razzismo, quale sarebbe la proposta concreta della sinistra?
Facciamo sbarcare gli immigrati in Italia, mandiamo le motovedette a recuperare i gommoni al largo della Libia, e poi?
E poi siamo punto e a capo: il flusso di certo così non si arresta ma, anzi, lo si incoraggia.
In pratica la risposta della sinistra a questa crisi è non affrontare il problema ma gestire solo l'emergenza creando altra emergenza e non incidendo in alcun modo sulle cause della stessa, anzi favorendole.
Ormai questa politica totalmente inefficace andava avanti da anni e anche gli italiani più ottusi se ne sono resi conto...

3. Saviano.
Non sapevo chi fosse esattamente Saviano: avevo una vaga idea che fosse l'autore di Gomorra e un altrettanto sfocata immagine della sua faccia.
Il tizio mi stava antipatico a pelle e le sue affermazioni non destavano in me il minimo interesse.
Recentemente ho però notato che è attivissimo nell'attaccare questo governo e, in particolare, Salvini: non si preoccupa neppure di argomentare le proprie accuse ma si limita a gettare fango...
La mia sensazione è che Saviano, a corto di idee, cerchi solo pubblicità visto che poi le sue frasi, come se fossero le riflessioni di uno dei massimi intellettuali italiani, vengono riprese e rilanciate da media e sulle reti sociali.
Io credo che Saviano miri a entrare in politica e adesso si stia preparando semplicemente il campo: sia chi lo apprezza che chi invece si indigna per le sue affermazioni aumentano la sua notorietà e, alla fine, per essere eletto serve quella...

4. La Stampa.
Il quotidiano La Stampa ha recentemente cambiato la propria grafica e anche la sua versione in linea, LaStampa.it, ha subito qualche modifica.
In particolare tutti gli articoli riservati agli abbonati sono contrassegnati da una “S” dentro un cerchietto. Ad occhio il 75% degli articoli sono solo per gli abbonati: il risultato è che io, sempre più raramente, vado a leggere il loro sito. Era questo il risultato voluto? Bo...

5. Epitome.
Ho già ricominciato a portare avanti la stesura delle versione 0.5.2 che, pur senza modifiche strutturali, comprende nuove idee e concetti. Sono appena all'inizio delle aggiunte ma la nuova versione è già più lunga di 4 pagine rispetto alla 0.5.1...

6. Media.
Ma come fanno schifo i media italiani?
Perfino i giornalisti sportivi, che quindi dovrebbero essere più liberi di ricercare la verità non subendo le pressioni di quelli che seguono la politica, sono faziosi e trattano il proprio pubblico da fessi.
In questi giorni mi diverto ad ascoltare la Gialappa's Band e in un paio di occasioni hanno fatto delle affermazioni ovvie e di buon senso che invece, i cosiddetti giornalisti, a causa della loro piaggeria ipocrita verso alcune squadre italiane, non si permettono nemmeno di accennare.
Non entro nei dettagli...

Conclusione: non ho niente di particolare da aggiungere. Idee sparse, che ho raccolto insieme e pubblicato giustapponendole una all'altra, non meritano conclusioni degne di nota...

sabato 23 giugno 2018

Fiorame 9a

Come al solito sono rimasto tragicamente indietro con la pubblicazione dei fiori fotografati nella mia via...
È che preparare le foto per la pubblicazione è noioso e, anche se l'identificazione è divertente, quando i fiori iniziano a essere troppi allora diventa un'impresa scoraggiante.

Per questo motivo oggi mi limiterò a 4/5 foto, così da smaltire, i fiori che mi sembrano più facili, perché dotati di caratteristiche particolari, da identificare. Nei prossimi giorni passerò ai rimanenti.
Nel frattempo ho già visto almeno altri 3-4 fiori che ancora non ho fotografato: che fatica sta diventando stargli dietro!

Fiori identificati

Vilucchio Bianco - Calystegia sepium (Convolvulaceae) - 98%
Questa è stata facile: anzi, un po' la conoscevo già perché da bambino piantai dei convolvoli e quindi conoscevo la forma dei fiori e delle foglie. Solo una foto perché comunque mostra tutto ciò che c'è da vedere...

Fiori con indizio

Camomilla senza odore - Tripleurospermum perforatum (Asteraceae) - 50%
Ero convinto che si trattasse di margherite ma invece le foglie non corrispondono. Devo ancora verificare l'odore (stranamente non penso mai ad annusare i fiori!): secondo la descrizione non dovrebbe averne alcuno.
L'incertezza sull'identificazione è dovuta al fatto che adesso non ho tempo per verificare su Wikipedia eventuali specie simili dello stesso genere: eventualmente qualcuno mi corregga!

Lassana - Lapsana communis (Asteraceae) - 50%
Anche in questo caso mi sono basato unicamente sul mio manuale: non ho controllato su Wikipedia le altre specie comuni in Italia dello stesso genere.
I miei dubbi riguardano soprattutto la forma delle foglie che nel disegno del libro appare leggermente diversa...

Fiori misteriosi

Caglio dei boschi - Galium Sylvaticum (Rubiaceae) - 25%
Un'altra specie di galium l'avevo “identificata” in Fiorame 8 ma questa è chiaramente un'altra specie. A giudicare dal disegno assomiglia un po' al “caglio dei boschi” ma come ho ormai imparato, quando la somiglianza non è completa, semplicemente si tratta di un'altra specie!
Anche in questo caso non ho provato a cercare su Wikipedia (voglio pubblicare rapidamente questo pezzo)...

Conclusioni: avrei ancora diverse altre piante da identificare ma, come detto, non voglio fare un pezzo troppo lungo e rimando ai prossimi giorni per una seconda mandata di fiori di giugno.

giovedì 21 giugno 2018

Traduzioni automatiche e conseguenze

Ho deciso di divertirmi a verificare come Google Translate traduca dall'italiano all'inglese i miei pezzi. Per evitare complicazioni ho deciso di dargli in pasto i miei corti: per la precisione i primi tre (al momento non ce ne sono altri!) di Aforisma o pillola e altri due (penso i più brevi) dal precedente Fakes for flasks.

L'idea è in verità quella di stimare quale possa essere l'attuale capacità di comprensione automatica di un testo: parto infatti dall'ipotesi (*1) che il livello di comprensione sarà sempre minore della qualità di traduzione. In base hai risultati vedremo che conclusioni trarne...

Caso 1:
Aforisma o pillola?
Dal mettere un like su FB al fare c'è di mezzo il mare...

Aphorism or pill?
From putting a like on FB to doing the middle of the sea ...

[Il titolo diviene privo di senso, dato il significato particolare che si attribuisce in questo viario a esso, ma in questo caso non si poteva pretendere di più. Colpisce la scomparsa del “c'è” (che, inserendolo separatamente, viene tradotto correttamente in “there is”) che rende la traduzione completamente priva di senso... Voto: 0]

Caso 2:
Facciamo Trentuno
In Alcuni ministri scrissi:
«In questi ultimi anni abbiamo visto funzionari dello Stato che svolgono il proprio dovere con serietà e impegno, magari scoprono grandi scandali a danno della comunità e poi, passato il clamore della vicenda, vengono trasferiti o comunque puniti per ciò che hanno fatto (v. ad esempio la vicenda che ha portato alle dimissioni dalla Guardia di Finanza di Umberto Rapetto): un chiaro messaggio a tutti a non “ficcare il naso” dove non dovrebbero...»

La cronaca ci fornisce oggi un esempio concreto: Cucchi, carabiniere che denunciò colleghi: “Trasferito e demansionato dopo aver parlato”. Ministro Trenta: “Lo ascolterò” da IlFattoQuotidiano.it

Il titolo dice già tutto e conferma quanto ho scritto: mi piacerebbe che il ministro Trenta intervenisse in suo favore: il buon esempio deve arrivare dall'alto.

Let's be thirty one
In Some Ministers I wrote:
"In recent years we have seen officials of the State doing their duty with seriousness and commitment, maybe they discover great scandals to the detriment of the community and then, after the clamor of the story, they are transferred or otherwise punished for what they have done (v. for example, the story that led to the resignation from the Guardia di Finanza of Umberto Rapetto): a clear message to everyone not to "stick their noses" where they should not ... »

The chronicle gives us today a concrete example: Cucchi, carabiniere who denounced colleagues: "Transferred and demoted after speaking". Minister Trenta: "I will listen to him" from IlFattoQuotidiano.it

The title already says everything and confirms what I wrote: I would like Minister Trenta to intervene in his favor: a good example must come from above.

[Il titolo è comprensibile solo se si conosce il modo di dire “Fatto trenta facciamo trentuno”: non so se questo sia il caso, comunque di per sé la traduzione è corretta. La traduzione del virgolettato è poi ottima. Anche la conclusione è corretta: solamente la traduzione della frase finale mi pare dubbia: perché “a good” invece che “the good”? Anche poi il tradurre “alto” con “above” (che corrisponde a “sopra”) non mi pare corretto visto che usavo il termine in senso figurato per indicare “i potenti”. Voto 6]

Caso 3:
da 0.5.2 a 1.1.0
Ieri, a sorpresa, ho già ripreso in mano l'epitome: ho studiato per bene tutte le mie note sulle modifiche da fare e ho quindi deciso come muovermi per la versione 0.5.2 (che dovrebbe corrispondere alla 1.0.0 a meno che non mi ci scappi una 0.5.3 nel mezzo) e cosa invece rimanderò alla 1.1.0: per adesso tre nuovi sottocapitoli e dei cambiamenti importanti in un altro paio già esistenti...

Quanto mi occorrerà per pubblicare la 0.5.2? Ancora mi è impossibile dirlo: ma ho oltre una pagina di quadernone di note fitte di cose da fare che, ad occhio, dovrebbe tradursi in una decina di pagine di nuovo materiale (visto che i cambiamenti più grandi li rimanderò alla 1.1.0) ma, come al solito, il tempo che mi occorrerà non dipende tanto dalla quantità di idee quanto dalla mia voglia di lavorarci.
A questo bisogna poi aggiungere il tempo necessario alla rilettura, che non è poco, anche se al momento (ore 8:59AM del 21/6/2018) sono tentato di rimandarla alla versione 0.5.3...

from 0.5.2 to 1.1.0
Yesterday, surprisingly, I have already picked up the epitome: I have carefully studied all my notes on the changes to be made and I have therefore decided how to move for the 0.5.2 version (which should correspond to 1.0.0 unless I escaped a 0.5.3 in the middle) and what I will return to 1.1.0: for now three new sub-chapters and important changes in another pair already existing ...

How much will I need to publish 0.5.2? I still can not say it: but I have over a page of notebooks of dense notes of things to do that, by eye, should result in a dozen pages of new material (since the biggest changes will send them back to 1.1.0) but as usual, the time I need will not depend so much on the quantity of ideas as on my desire to work on it.
To this we must then add the time necessary for re-reading, which is not a little, even if at the time (at 8:59 AM on 21/6/2018) I am tempted to postpone it to version 0.5.3 ...

[La traduzione è complessivamente discreta. Si incomincia però a notare un problema: le traduzioni di termini con significato figurato tendono a essere errate: ad esempio “muovermi” → “to move” invece che “to proceed”; “ci scappi” → “escape”; “rimanderò” → “return” invece che “postpone” (usato poi correttamente in un altro punto del testo). Voto: 7]

Caso 4:
Altri tempi
L'articolo “Ho picchiato quella prof ma è stata lei a provocarmi” (di Andrea Zambenedetti da LaStampa.it) mi ha ricordato un aneddoto di mio padre, anche lui insegnante.

Mi raccontava che a un colloquio con i genitori una mamma si presentò con la figlia per chiedergli come andava. Mio padre le rispose che “era brava e si impegnava ma era un po' introversa”: non fece in tempo a finire di dirlo che la mamma tirò un manrovescio alla figlia facendola ruzzolare a terra. Alla sorpresa di mio padre la signora gli fece capire di pensare che “introversa” avesse un brutto significato: si calmò solo quando le fu spiegato che con “introversa” si intendeva “timida”...

Other times
The article "I beat that teacher but it was her who provoked me" (by Andrea Zambenedetti from LaStampa.it) reminded me of an anecdote from my father, also a teacher.

He told me that at a talk with his parents, a mother showed up with her daughter to ask him how it was going. My father told her that "she was good and engaged but was a bit 'introverted": did not have time to finish saying that the mother took a backhand to his daughter making her tumble on the ground. To my father's surprise, the lady made him realize that "introverted" had a bad meaning: he calmed down only when he was told that with "introvert" he meant "shy" ...

[Ok: ho volutamente scelto un pezzo dove l'uso dei tempi è più complesso e i soggetti sono spesso impliciti. In questo caso Google ha completamente frainteso chi fossero i soggetti o a chi si riferisse il pronome possessivo iniziale. Le particelle pronominali (o come si chiamano!) neppure prova a tradurle! Voto: 3]

Caso 5:
Naked Dreamers
Ieri ho trovato su Netflix una pellicola con la mia amatissima Eva Green (v. Attrici sparallele): The dreamers – I sognatori di Bernardo Bertolucci.

Considerato il regista ero preoccupato che potesse trattarsi di un mattone, e in effetti la trama è quel che è, ma contavo anche sul binomio “cinema di alta scuola” e "scene di nudo".
Fortunatamente le mie speranze non sono andate deluse ed Eva ha più volte fatto sfoggio delle sue grazie: non me ne ero accorto ma ha veramente un seno notevole!

A livello di recitazione è un passo indietro rispetto a Penny dreadful che mi aveva così impressionato: certo anche qui, fa smorfie e lancia occhiate intriganti solo che, essendo sempre mezza nuda, si apprezzano meno. Credo però che la “colpa” non sia dell'attrice ma solo del regista non interessato ad avere una protagonista di eccessivo spessore...

Naked Dreamers
Yesterday I found on Netflix a film with my beloved Eva Green (see Spectacular actresses): The dreamers - The dreamers of Bernardo Bertolucci.

Considering the director I was worried that it could be a brick, and in fact the plot is what it is, but I also counted on the binomial "high school cinema" and "nude scenes".
Fortunately, my hopes were not disappointed and Eva has repeatedly shown off her graces: I had not noticed but she really has a remarkable breasts!

At the level of acting is a step back from Penny dreadful that had so impressed me: of course here, grimaces and looks intriguing looks only that, being always half naked, they appreciate less. But I believe that the "fault" is not the actress but only the director not interested in having a protagonist of excessive thickness ...

[Colpisce la traduzione del mio termine inventato “sparallele” con “spectacular”: ma anche la traduzione di “binomio” con “binomial” pare pessima. Di nuovo la frase più complessa, con due diversi soggetti, è completamente fraintesa. Non credo poi che la traduzione letterale di “spessore” con “thickness” sia corretta. Voto 6]

Caso 6:
Di Maio e Foodora
La notizia: Rider, bozza decreto di dignità: “Lavoro subordinato e divieto di paga a cottimo” da IlFattoQuotidiano.it
Anche Di Maio sta cercando di prendersi un po' di visibilità ma, come previsto (v. Alcuni ministri), non è così semplice.

Come primo obiettivo si è scelto, giustamente, qualcosa di relativamente semplice: una regolamentazione che tuteli (fra gli altri) chi consegna il cibo a domicilio.
Oggi dovrebbe esserci il primo incontro anche con i rappresentanti delle agenzie che fanno da intermediarie fra ristoranti e fattorini: queste hanno già detto che alle condizioni della bozza preparata dal governo non potranno continuare a operare.
La sinistra, notoriamente dalla parte dei lavoratori e dei deboli, ha subito rilanciato che così, se il lavoro sparirà, il governo avrà fatto un danno invece di aver portato un beneficio.

Io dico invece che deve essere precipuo per il governo vietare queste forme di sfruttamento vergognoso. Questo tipo di lavoro sparirà? Io non credo: semmai ci saranno tariffe più alte e un riassestamento del mercato, ma niente di più. Ma anche se effettivamente questa tipologia di lavoro, per assurdo, dovesse sparire io dico che sarebbe comunque un bene. Un lavoro che può esistere solo sfruttando i suoi dipendenti è meglio che sparisca.

Quindi bravo Di Maio.

Di Maio and Foodora
The news: Rider, draft decree of dignity: "subordinate work and ban on piece pay" from IlFattoQuotidiano.it
Di Maio is also trying to get some visibility but, as expected (see Some Ministers), it is not that simple.

As a first objective, we have chosen, quite rightly, something relatively simple: a regulation that protects (among others) those who deliver food at home.
Today there should be the first meeting also with representatives of agencies that act as intermediaries between restaurants and messengers: these have already said that under the conditions of the draft prepared by the government can not continue to operate.
The left, notoriously on the side of the workers and the weak, has immediately re-launched that if the work disappears, the government will have done damage instead of having brought a benefit.

On the other hand, I must say that it is important for the government to prohibit these forms of shameful exploitation. Will this kind of work disappear? I do not think so: if anything, there will be higher tariffs and a re-adjustment of the market, but nothing more. But even if this type of work, to be absurd, should disappear, I say it would still be good. A job that can only exist by exploiting its employees is better than disappearing.

So good Di Maio.

[Ho voluto fare un ultimo esperimento che includesse un pensiero “importante”. La traduzione è complessivamente passabile ma va proprio a invertire il senso della mia conclusione: questo ovviamente annulla l'utilità della traduzione per quanto riguarda la comprensione del suo significato. Voto 3]

Riassumendo i voti sono stati: 0, 6, 7, 3, 6 e 3 per una media di poco più di 4.
Le carenze più vistose di queste tradizioni automatiche sono: la confusione con i soggetti impliciti e i termini usati con significati figurati; anche l'attribuzione dei pronomi in genere è spesso errata.
In genere molte frasi, quelle più lineari, sono tradotte decentemente ma però spesso si fraintende il significato complessivo dei corti vanificando così l'utilità della traduzione.

Tutto questo mi porta a pensare che si sia ancora molto lontani dalla creazione di un programma di IA in grado di comprendere il significato di un testo che non sia banale.
Questo significa che al momento, per analizzare il significato di un testo, ci si debba basare su altre tecniche: immagino, ad esempio, una valutazione statistica della frequenza di specifici termini.
Questo però non significa comprendere un testo ma solo assegnarli un punteggio: testi che superano certi punteggi potrebbero poi essere passati a programmi più sofisticati (e quindi molto più lenti) ma dubito, anzi sono certo, che si possa prescindere dall'intervento di un valutatore umano.

Questo significa, considerati gli zilioni e zilioni di dati che vengono quotidianamente archiviati, che tutti (almeno chi accede alla rete Internet e/o usa le reti sociali) abbiamo un punteggio ma che però non siamo veramente compresi!
Il risultato di tutti i controlli in rete, al momento giustificati dalla scusa di “proteggerci” dal terrorismo, portano solo a una gigantesca schedatura, estremamente vaga e inaffidabile, che soprattutto non è in grado di individuare i reali pericoli per la sicurezza pubblica. A meno che il “terrorista” non vada a scrivere su FB frasi del tipo “Domani vado a sparare a Tizio/ Sabato metterò una bomba alla stazione di XXX” (e in questo caso probabilmente si tratta di un folle o di un mitomane) difficilmente verrà fermato prima che agisca: certo, poi a posteriori si dirà che era stato “segnalato”, omettendo però che lo era insieme a migliaia di altre persone per la maggior parte completamente inoffensive.

Conclusione: come ho già scritto altrove è sbagliato schedare automaticamente tutti. A maggior ragione è sbagliato schedare automaticamente (con qualsiasi criterio) pochi.
Vabbè adesso non posso esimermi da dire la mia sulla proposta di Salvini di schedare gli zingari...
Come ho scritto qualsiasi forma di schedatura automatica è sbagliata perché può potenzialmente portare a discriminazione ingiusta.
La schedatura ha invece senso ed è giustificata se non è automatica ma si basa su azioni concrete e illecite: se un bambino è sorpreso a rubare (azione concreta e illecita) è giusto “schedare” i suoi genitori indipendentemente dalla loro etnia; se una famiglia vive in un luogo non idoneo/autorizzato (azione concreta e illecita) è giusto schedarla indipendentemente dall'etnia della stessa.
Schedare chi fa qualcosa di illecito (azione concreta e illecita) per proteggere soggetti deboli (ad esempio i bambini) o la società è giusto.
Sbagliata quindi la scelta dei termini di Salvini, ovvero schedare gli zingari in quanto tali, ma giusta l'idea di schedare chi commette azioni illecite.

Nota (*1): è un'ipotesi mia: per me ha perfettamente senso ma magari è sbagliata!

martedì 19 giugno 2018

Aforisma o pillola?

Dal mettere un like su FB al fare c'è di mezzo il mare...

Facciamo Trentuno - 20/6/2018
In Alcuni ministri scrissi:
«In questi ultimi anni abbiamo visto funzionari dello Stato che svolgono il proprio dovere con serietà e impegno, magari scoprono grandi scandali a danno della comunità e poi, passato il clamore della vicenda, vengono trasferiti o comunque puniti per ciò che hanno fatto (v. ad esempio la vicenda che ha portato alle dimissioni dalla Guardia di Finanza di Umberto Rapetto): un chiaro messaggio a tutti a non “ficcare il naso” dove non dovrebbero...»

La cronaca ci fornisce oggi un esempio concreto: Cucchi, carabiniere che denunciò colleghi: “Trasferito e demansionato dopo aver parlato”. Ministro Trenta: “Lo ascolterò” da IlFattoQuotidiano.it

Il titolo dice già tutto e conferma quanto ho scritto: mi piacerebbe che il ministro Trenta intervenisse in suo favore: il buon esempio deve arrivare dall'alto.

da 0.5.2 a 1.1.0 - 21/6/2018
Ieri, a sorpresa, ho già ripreso in mano l'epitome: ho studiato per bene tutte le mie note sulle modifiche da fare e ho quindi deciso come muovermi per la versione 0.5.2 (che dovrebbe corrispondere alla 1.0.0 a meno che non mi ci scappi una 0.5.3 nel mezzo) e cosa invece rimanderò alla 1.1.0: per adesso tre nuovi sottocapitoli e dei cambiamenti importanti in un altro paio già esistenti...

Quanto mi occorrerà per pubblicare la 0.5.2? Ancora mi è impossibile dirlo: ma ho oltre una pagina di quadernone di note fitte di cose da fare che, ad occhio, dovrebbe tradursi in una decina di pagine di nuovo materiale (visto che i cambiamenti più grandi li rimanderò alla 1.1.0) ma, come al solito, il tempo che mi occorrerà non dipende tanto dalla quantità di idee quanto dalla mia voglia di lavorarci.
A questo bisogna poi aggiungere il tempo necessario alla rilettura, che non è poco, anche se al momento (ore 8:59AM del 21/6/2018) sono tentato di rimandarla alla versione 0.5.3...

Furto con destrezza - 23/6/2018
Oggettivamente Bisba, grazie alla mia severa ma giusta educazione morale, è diventata una brava gatta: però, un po' della sua natura di ladra, le è comunque rimasta addosso.
Adesso molto più raramente compie malestri e non spreca tempo a rubare un tozzo di pane, che poi mordicchia appena, col rischio di venire punita.
Quando poi combina qualcosa lo fa con molta destrezza, quasi con delicatezza:

All'occhio inesperto sembrerebbe tutto normale: ma la bottiglia rovesciata e il sacchetto leggermente in mezzo al pavimento mi insospettiscono...

E infatti!
Però stavolta Bisba non la ho neppure brontolata perché è stata di una precisione chirurgica!

Narciso - 24/6/2018
Non sono narcisista: sono solo oggettivamente entusiasta di me stesso...

lunedì 18 giugno 2018

Acribia

Finalmente, a furore di popolo, che proprio non si riusciva a trattenere, ecco la nuova versione dell'Epitome: la 0.5.1. detta “Acribìa”!

Come stabilito non ho apportato nessuna modifica sostanziale come nuovi capitoli o sottocapitoli: semplicemente mi sono limitato a rileggerla dall'inizio, a correggere qualche errore, a tagliare qualche periodo, a eliminare alcune ripetizioni e a riscrivere delle frasi che mi sembravano poco chiare. Poi, in effetti, qualcosa ho anche aggiunto: un periodo lì, una nota là...
Niente di che: ma il numero di pagine del PDF è passato da 188 a 192!

Adesso devo decidere cosa fare: il mio piano originario era quello di iniziare una serie di riletture, sempre senza aggiungere niente, ma limitandomi a correggere per arrivare finalmente alla versione 1.0.0.
Per semplicità avevo anche pensato di evitare di pubblicare qui i passaggi intermedi anche se, in realtà, non è che la pubblicazione rappresenti una frazione di tempo significativa rispetto alla stesura di una nuova versione...

Il problema è che rileggere e basta è NOIOSO e LUNGO! Si tratta infatti di una lettura pesante e impegnativa che richiede molta attenzione: altrimenti è inutile...
Avevo pensato di impetrare l'aiuto di qualche amico e/o parente ma, onestamente, sarebbe troppa perfidia anche da parte mia pretendere un simile sforzo!

Allora ultimamente si va facendo strada una nuova idea: non limitarsi a una nuova rilettura di correzione ma aggiungervi anche quelle idee che mi sono venute durante l'ultima revisione. Niente di grosso ma abbastanza da stimolare la mia creatività e quindi la volontà di fare. Idealmente vorrei anche rileggere via via che modifico ma non so se avrò la volontà/pazienza di farlo.

Per farla breve non so se farò solo una nuova versione 0.5.2 o anche una 0.5.3 ma sicuramente una delle due diverrà la 1.0.0.
Ecco, probabilmente, conoscendomi farò così: scriverò una nuova versione con contenuti nuovi (ma non sostanziali) cercando di rileggere l'Epitome magari anche a macchia di leopardo, e la pubblicherò come 0.5.2=1.0.0 in maniera da essere così incentivato a completarla rapidamente (l'idea di pubblicare la versione 1.0.0 è infatti molto stimolante); poi mi rassegnerò a una serie di rapide correzioni (1.0.1, 1.0.2 etc...) via via che vi troverò errori che, incomprensibilmente, noterò solo allora numerosi e imbarazzanti...

Conclusione: magari per Natale 2018 ci sarà poi la versione 1.1.0!

sabato 16 giugno 2018

Varie di metà giugno

In questi giorni, come ho ripetuto più volte, sto preparando la versione 0.5.1 dell'Epitome: ormai mancano solo un paio di capitoli quindi è veramente questione di giorni...
[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.5.0 "Bellis Perennis").

L'altra faccia della medaglia è che ho meno voglia di scrivere pezzi sul viario: ne sono successe tante ma nessuna era così interessante da distogliermi dall'Epitome.
Oggi però, siccome mi sento pure un po' in colpa (*1), ho intenzione di fare una rapida panoramica su tutto ciò che non ho scritto.

Come al solito procederò in ordine sparso (la mia memoria è RAM...) e non di importanza.

Notizia del giovane di 21 anni ucciso dai carabinieri (o poliziotti?) che erano andato a prelevarlo per il TSO.
Qui qualcosa è andato evidentemente storto: i carabinieri (o poliziotti?) dovevano essere preparati a una reazione violenta del giovane e invece ne sono stati sorpresi. Sul momento mi chiesi perché non avessero usato un taser: il giorno dopo lessi che non lo avevano.
Di sicuro non comprendo gli elogi di Salvini ai due carabinieri (o poliziotti?) che, magari non per colpa loro (mancanza di equipaggiamento e preparazione specifica), ma alla fine hanno "solo" ucciso una persona malata.

Questione nave Aquarius. Innanzi tutto la vicenda è la conferma di quanto avevo scritto in Alcuni ministri: ovvero che Salvini si è accaparrato un ministero che gli garantisce un'enorme visibilità e lui ha già iniziato a prendersela.
Sulla vicenda ci sono state numerose fiammate sia dai sostenitori di Salvini che dai suoi avversari: anche per questo me ne sono stato zitto. Adesso che la vicenda si è (momentaneamente) placata ne approfitto per qualche considerazioni:
1. la posizione di Salvini ricorda molto le mie idee sull'immigrazione espresse in [E] 19.
2a. Ai critici di Salvini: ritenete possibile accogliere 800 milioni di immigrati in Europa?
2b. Vi rendete conto che gli immigrati sono spesso attirati in Europa con l'inganno per essere sfruttati?
2c. Integrare significa anche dare un lavoro, no? Lo sapete che in Italia la disoccupazione è altissima e che quella giovanile lo è ancora di più? Non percepite una difficoltà di fondo?
Vabbè l'argomento andrebbe trattato più ampiamente ma per adesso accontentiamoci di questi spunti...

Sempre sull'argomento immigrazione colpisce che, dopo l'iniziativa di Salvini, dall'estero non siano piovute le critiche ipocrite che forse molti (me compreso) si aspettavano. Evidentemente quello che l'Italia ha fatto è normale: l'anormalità era il non opporsi minimamente a questo traffico di esseri umani. Una tratta di schiavi solo apparentemente spontanea...

La maestra di scuola licenziata per avere ripetutamente offeso i poliziotti (o carabinieri?) augurandosene la morte. Sicuramente lei aveva sbagliato ma la punizione, cioè il licenziamento, non è commisurata alla colpa. Ma vi rendete conto che gente che fa (e non dice) cose ben più gravi se ne resta tranquillamente al proprio posto?

Caso corruzione per il nuovo stadio a Roma. Al riguardo ho trovato interessante l'articolo Raggi spiazzata: "Lanzalone me l'ha imposto Casaleggio" di Francesco Curridori da IlGiornale.it
Mi ha colpito che il nome di Lanzalone (uomo di fiducia del neo ministro Bonafede; v. ancora Alcuni ministri) sia venuto da Casaleggio: ciò è coerente con la mia visione del M5S diviso in M5S-Di Maio e M5S-Grillo/Casaleggio. Come ripeto ormai da anni sono sicuro che il M5S-Grillo/Casaleggio sia un populismo apparente, ovvero che aspetta solo l'occasione per accordarsi con i parapoteri, ovviamente a danno della democratastenia che dovrebbe tutelare. Nel suo piccolo, a un livello straordinariamente infimo, questa vicenda è compatibile (cioè non la conferma ma di sicuro neppure la smentisce) con la mia teoria.

Ah... parentesi calcistica: oggi alle 13:10 prevedo che la sorpresa del campionato sarà l'Islanda (che giocherà alle 15:00 con l'Argentina).
Molti esperti danno per favorito il Brasile e come sorpresa la Croazia: l'Islanda la liquidano con un “la sorpresa è che sia arrivata fin qui”. Io però l'ho vista giocare e, ormai superata la sorpresa, la trovo molto forte. Rilancio quindi scommettendo che arriverà ai quarti...

Farmaci veterinari, arrivano limiti alle vendite online da Ansa.it
Il provvedimento è giustificato per evitare che gli antibiotici siano usati impropriamente aumentando così la resistenza dei batteri. Ma la ragione è un'altra: costringere i consumatori a costi molto più alti presso le farmacie. Oltretutto in Italia la situazione è particolarmente grave visto che i veterinari non possono prescrivere farmaci destinati agli uomini e gli equivalenti per animali hanno costi 10-20 volte più alti. Le case farmaceutiche brindano e ringraziano la EU per il regalo: evidentemente la loro lobbi ha lavorato bene. Questo sarebbe un altro esempio per il mio capitolo [E] 18.3...

Grazie al solito Bagnai, che scrive poco sul suo sito ma che cinguetta molto su Twitter, ho scoperto questo articolo interessantissimo: Il Ministero della Verità da IlPedante.org
Sicuramente ci tornerò ma in breve ricalca molto le mie posizioni sulla “guerra” alle bufale (v. Censura europea del 26/4/2018 (*2)) e in più vi aggiunge dei nuovi spunti di riflessione. Ad esempio ho trovato notevole il seguente: «L'incompatibilità tra verità e potere è ontologica».

Bo... mi sembrava di avere altre considerazioni da fare ma al momento non le ricordo e ho già scritto abbastanza...

Conclusione: ma perché devo concludere ogni mio pezzo con una conclusione?

Nota (*1): sensazione incomprensibile visto che non essendo pagato né letto non vedo perché dovrei sentirmi in colpa, ma tant'è...
Nota (*2): lo specifico solo per vantarmi di quanto io spesso (nonostante il mio lavoro non sia quello di informare il pubblico) arrivi prima degli altri...

mercoledì 13 giugno 2018

Epitome a babordo

Come sapete sono impegnato a rileggere e correggere la mia Epitome per poi poter pubblicare la versione 0.5.1. La lunga pausa mi ha fatto bene perché adesso riesco a vedere più chiaramente non solo i refusi ma anche le frasi non troppo chiare che così riformulo in maniera (spero!) più lineare...

Comunque riflettevo ironicamente che se volessi realmente far conoscere queste mie idee basterebbe cambiarne solo leggermente l'aspetto, cioè la forma e non la sostanza.

Il titolo, ad esempio, dovrebbe divenire “Una nuova sinistra”. Poi dovrei cambiare qualche termine: “masse” invece che “popolazione”, “classi sociali” invece che “gruppi”. I “parapoteri” potrei chiamarli “Forze reazionarie”...
Qualche rimaneggiamento maggiore nel capitolo sui “Populismi”. Lì dovrei riorganizzare il tutto facendo corrispondere il “populismo reale” alla “nuova sinistra” mentre gli altri populismi potrei declassarli a “fascismi vari”.
Certo, un po' contrario alla classica ideologia di sinistra c'è l'importanza che do all'autonomia individuale e non: ma questa potrei forse farla rientrare nella “novità” della “nuova sinistra”...
E, ad esempio, le mie perplessità sull'immigrazione? Basterebbe spiegare che sono i “poteri reazionari fascisti” che, come “novelli schiavisti”, la vogliono così com'è: quando la rivoluzione della nuova sinistra si diffondere in Africa la prosperità sarà tale che nessuno avrà bisogno o vorrà trasferirsi in un altro continente...
Poi dovrei cambiare il titolo del sottocapitolo “La fine della destra e della sinistra” in “La fine della destra e della vecchia sinistra” ma basterebbe quello...

A parte gli scherzi credo veramente che con ritocchi minimi riuscirei a convertire la mia Epitome in qualcosa che potrebbe passare come ideologia di “sinistra”. E sono realmente convinto che questo piccolo cambiamento potrebbe enormemente favorirne la diffusione: conosco almeno tre o quattro persone ideologicamente abbastanza fanatiche da leggere con entusiasmo il mio mattone. Perché la forza delle mie idee è reale ed essi vi troverebbero le risposte che cercano in una forma per loro appetibile e facilmente digeribile. Vi riconoscerebbero infatti delle “basi” con il proprio pensiero e sarebbero più pronti e ricettivi verso le mie novità. Invece adesso leggerebbero "né di sinistra né di destra" e ciò basterebbe a fargli spegnere il cervello...

Ma in realtà, per quanto la trovi un'idea divertente, non ci penso minimamente a metterla in pratica: questo mimetizzare le mie idee dietro altre sarebbe un tradimento verso me stesso. La mia ideologia deriva naturalmente dalle basi teoriche (limiti dell'uomo, protomiti, leggi del potere, etc...) che ho definito: la vedo come un risultato matematico a cui si arriva partendo da specifiche premesse. Ora che senso avrebbe definire un teorema matematico come di sinistra o di destra? Analogamente definire la mia ideologia di destra o sinistra sarebbe sbagliato: essa è semplicemente nuova ed è la mia ricetta neutra, quasi scientifica, per ottenere una società migliore: dove tutti sono più liberi e ricchi.

Bo... forse come sempre, sono troppo testardo nell'attenermi ai miei principi... ma mi irrita troppo l'idea che un postero, fra 20-30 anni, dopo aver studiato i miei scritti e credendo di vedere più lontano di me, dica qualcosa del tipo «In realtà la “nuova sinistra” ha aspetti in comune con la sinistra ma sono solo incidentali”... Vabbè: per la cronaca sto sghignazzando mentre scrivo queste righe: non prendetemi per matto!

Conclusione: beh, in effetti è venuto fuori un pezzo un po' inutile però, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, quello di oggi è un concetto interessante anche se magari non fattibile. L'idea di trasformare leggermente le mie idee per farle sembrare affini e simili ad altre in maniera che possano diffondersi più facilmente è affascinante. L'uomo oppone un rifiuto verso ciò che trova essere troppo nuovo: il misoneismo non è un'illusione...

martedì 12 giugno 2018

13

Sto guardando su Netflix una serie drammatica ambientata in un liceo americano: “13 reasons why”.
La trama racconta il crescendo di disavventure di una ragazza e le sue relazioni con diversi compagni di scuola. Vengono così mostrati varie tipologie e stereotipi di studenti: ci sono gli sportivi, gli omosessuali, i bulli, i “dark”, i secchioni e, ovviamente, i “nerds”, cioè gli imbranati.
Gli imbranati non sono stupidi, anzi! Solo che hanno difficoltà ad accettare e conformarsi alle regole non scritte della scuola: non hanno gli interessi degli altri studenti né si comportano né vestono come loro e questo porta alla loro emarginazione dalla vita sociale. Gli imbranati se ne rendono conto e ci soffrono perché invece vorrebbero essere accettati per quel che sono senza dover cambiare il loro modo di essere: così vivono un conflitto, soprattutto interiore, fra i propri principi e quelli della società scolastica, oscillando fra essi senza mai riuscire a trovarsi a proprio agio.

Allora mi sono chiesto a che gruppo fossi appartenuto io ai tempi del liceo.
Fermo restando che la scuola italiana è basata su un modello ottocentesco di insegnamento che riduce molto l'interazione fra gli studenti e quindi limita le varietà delle specifiche dinamiche sociali: non ci sono squadre sportive scolastiche oppure le altre attività sociali che sembrano invece comuni nelle scuole americane (circoli vari, giornalini studenteschi, disparati laboratori, lo psicologo scolastico, associazioni studentesche)...
La formazione dello studente in Italia è lasciata molto di più alla famiglia con tutto ciò che questo comporta: chi può permetterselo farà attività extra scolastiche ma gli altri no.

Vabbè, tornando a me, sono giunto alla conclusione che io appartenessi al gruppo degli imbranati: solo che ero talmente imbranato che neppure me ne rendevo conto!
Di sicuro rispetto all'imbranato classico dello stereotipo americano, che vorrebbe essere parte del gruppo senza riuscirci, io non vivevo nessun conflitto interiore: il mio interesse alla vita sociale scolastica era pari a zero e, per questo, non mi sentivo assolutamente un paria o roba del genere. Anzi, avrei anche potuto essere emarginato (e magari lo sono stato!), ma non me ne sarei sicuramente accorto né preoccupato!

Questa serie mi ha poi ricordato l'origine di una delle mie più importanti e formative intuizioni: probabilmente l'avrei anche potuta inserire nella serie “KGB le origini”...
Credo che fosse l'estate fra la quarta e la quinta liceo: era venuta a trovarci la madre di un mio compagno di classe di cui mia mamma era divenuta amica.
Dopo cena, in terrazzo, ci raccontò dei suoi studi (*1) e parlò dei problemi psicologici di una donna: ora non ricordo i dettagli (*2) ma fu qualcosa che sul momento mi sembrò di una banalità irrilevante.
Mio padre la pensava allo stesso modo e subito ironizzò sulle preoccupazioni stupide della gente: l'amica di mia mamma si accigliò e gli spiegò seriamente che la sua battuta era fuori luogo: per quella donna il problema non era banale ma molto grave e questo le procurava tutta una serie di scompensi psicologici reali.
La morale, così come l'intesi io, non è che sia tanto importante la reale gravità di un problema ma come questo venga percepito.
Adesso mi pare una banalità perché questa sorta di relativismo psicologico fa ormai parte di me ma, all'epoca, fu una sorta di illuminazione: una chiave per comprendere comportamenti altrui altrimenti inspiegabili...

Ecco, nella serie “13 reasons why”, soprattutto nelle prime puntate, le disavventure della studentessa mi erano sembrate decisamente banali, cose che a me avrebbero provocato il disagio, forse, di una giornata ma non di più. Un po' perché si trattava di imbarazzi tipicamente femminili (in una classifica diffusa fra gli studenti la protagonista è giudicata quella con il sedere più bello e uno studente, al quale aveva dato solo un bacio, si vanta di aver fatto sesso con lei) e un po' perché, comunque, l'opinione altrui su di me mi è sempre stata totalmente indifferente.
Per questo motivo, dopo le prime puntate, mi chiedevo come gli sceneggiatori potessero giustificare il suicidio (*3) della protagonista su basi così fragili: è stato allora che mi sono ricordato della lezione imparata una trentina di anni fa, una sera d'estate...

Conclusione: scusate per la forma contorta di questo pezzo: inizialmente volevo scrivere solo un corto ma poi ho deciso di aggiungerci altri dettagli e riflessioni che mi parevano interessanti...

Nota (*1): aveva iniziato a frequentare l'università e si laureò qualche anno dopo. Una donna molto in gamba e un po' particolare che, proprio per questo, si trovava bene con mia madre. Ad esempio so che decise di convertirsi all'ebraismo e, nonostante il rabbino avesse cercato in ogni modo dal dissuaderla, lo fece!
Nota (*2): qualcosa tipo il preoccuparsi per la presunta invidia delle amiche per un paio di scarpe...
Nota (*3): che la protagonista si suicida non è uno sciupatrama: viene immediatamente chiarito nei primi cinque minuti della prima puntata!

lunedì 11 giugno 2018

Lezione XCIV: Poco ma ok

Ieri ho poi avuto la lezione ravvicinata che avevamo deciso di fare qualche giorno fa (v. Lezione XCIII).
In pratica il maestro mi ha ascoltato suonare e abbiamo riguardato dei punti rimasti in sospeso nell'elenco delle mie domande.

Le domande rimaste senza risposta erano:
[1] Sweet: Tonalità maggiore D o G ?
[2] Topgun Anthem: quale tonalità?
[3] Patomica: bene se conosco la musica e se mi piace; altrimenti fatico... è normale?
[4] Sincr.: problemi di velocità già in esercizi 3 e 4; soprattutto con mignolo.
[5] Chariot: Verificare abbellimenti.

{1} Di questo vecchio “brano” (sarebbe più esatto chiamarlo frammento visto che si tratta appena di quattro battute!) le note della melodia sono compatibili sia con una tonalità maggiore di D che di G. Ho quindi chiesto al maestro se in questo caso c'era la maniera per risolvere la questione: ovviamente avendo le note degli altri strumenti si può considerare anche quelle viste che saranno nella stessa tonalità. In questo caso però il maestro mi ha risposto senza esitazione che si tratta di una tonalità maggiore di G: onestamente non ricordo come ci sia arrivato ma, mi pare, dalla predominanza della nota SOL.

{2} Prima ho provato a suonargli il frammento che conosco ma, non senza imbarazzo, mi sono accorto di non ricordarmelo assolutamente: ormai da qualche settimana l'avevo tolto dal repertorio!
Fortunatamente, dopo pochi secondi, sentendolo suonare da lui, le mie dita se lo sono ricordato da sole...
La cosa interessante di questo pezzo è che la sequenza di note della prima parte si ripete esattamente traslata di sei tasti lungo il manico: ora, se si trattasse di 12 tasti, sarebbe un cambiamento di ottava ma, in questo caso, è un cambiamento di tonalità.
Ho quindi chiesto al maestro se c'era un motivo per cui la traslazione fosse esattamente di 6 note e non, ad esempio, 5, 7 o 2.
Il maestro mi ha quindi introdotto il concetto delle “tonalità parallele” (*1): da una stessa nota tonale iniziano due scale, quella maggiore e quella minore. Queste avranno note in comune e note diverse: l'idea è quindi quella di fare un cambiamento di tonalità (da maggiore a minore o viceversa) in maniera tale da evidenziare al primo accordo tale cambiamento.
Adesso in realtà questo principio, almeno applicato al brano in questione, non mi torna più!
Nel seguente grafico ho infatti messo a confronto le note di una scala maggiore con una minore che abbiano la stessa tonale evidenziando con “U” le note condivise e con “D” quelle diverse (nell'ipotesi che si passi da una maggiore a una minore: in caso contrario le “U” rimarrebbero le stesse mentre cambierebbero le “D”).


Come si vede, una traslazione di 6 note porta a una tonalità che ha solo due note in comune con quella di partenza: quindi sicuramente sarà molto diversa da quella di partenza ma avrà anche poco in comune con la tonalità “parallela” così come me l'ha definita il maestro...
A dire il vero il maestro mi aveva fatto l'esempio con una traslazione di 3 tasti che, come si vede, avrebbe invece senso...
Però... bo... inizio a essere un po' confuso: dovrò ragionarci ulteriormente per venirne a capo!

{3} Rimandato...

{4} Il maestro mi ha ascoltato e mi ha detto che vado bene anche se non raggiungo la velocità indicata dal libro: semplicemente gli esercizi sono stati “tarati” per chitarristi molto più esperti di me. Se raggiungo circa il 70% della velocità indicata va già bene: più o meno credo di esserci. Vediamo: in uno 70bpm invece di 90 (77%), e in un altro 120bpm invece di 140 (85%): sul secondo mi esercito da molto più tempo che sul primo...

{5} Le note sono semplici (anche se non è facilissimo andare a tempo perché è molto lento) e il maestro mi aveva aggiunto allo spartito scritto a mano degli abbellimenti (slide, hammer on, pull off, bending e vibrato). Io avevo studiato le note ma non gli abbellimenti (che ovviamente rendono il tutto più complicato). Così abbiamo riguardato il tutto e il maestro si è accorto che non riesco a fare il bending (di un tono, andata e ritorno) e contemporaneamente il vibrato: io proverò a fare un po' di pratica ma, eventualmente, è pronta l'alternativa: slide, andata e ritorno, di un tono...

Infine ho fatto ascoltare al maestro la mia esecuzione di “Vodka”, dove sono andato piuttosto bene, e di “She is my sin”.
Per “Vodka” mi ero scordato di portarmi il brano equalizzato per evidenziare la chitarra (e con cui mi trovo molto meglio) e quindi, come al solito, sono andato per conto mio: anzi siccome c'era una zanzara che mi molestava ronzandomi intorno (e che seguivo con la coda dell'occhio), sono andato parecchio veloce...
Il maestro non aveva particolari annotazioni da farmi e quindi mi ha suggerito un cambiamento nell'impugnatura del plettro: difficile spiegarla a parole ma, in pratica, dovrei tenere la mano destra chiusa a pugno invece che aperta come faccio adesso perché nelle parti veloci sarebbe più stabile; l'indice, rispetto alle altre dita chiuse, dovrebbe avere la nocca non allineata con le altre in maniere che queste non rischino di sfiorare le corde.
Bo, ci proverò nei pezzi “facili”, poi vedremo: non è niente di essenziale...
Anche con “She is my sin” sono andato relativamente bene (*2): visto che l'ho suonata proprio negli ultimi cinque minuti ed ero quindi un minimo riscaldato. Onestamente non ricordo se mi abbia dato dei consigli particolari perché avevo sforato di qualche minuto l'ora della lezione e, mentre mi parlava, stavo mettendo via in fretta e furia la mia roba (*3)... ma credo di no!

In mezzo alla lezione ho poi fatto vedere al maestro un mio foglio di calcolo (di cui l'immagine pubblicata sopra è solo un minuscolo frammento) in cui tengo aggiornata la mia teoria musicale “parallela” a quella ufficiale. Il maestro era molto perplesso ma non è riuscito a trovare nessuna debolezza teorica nella mia rielaborazione se non per il problema di comunicazione fra me e il resto del mondo musicale: ad esempio la 1° nota in una tonalità maggiore nel mio sistema corrisponde a quella rossa, la 3° (che se diviene tonale dà una tonalità minore) è la verde oppure la sensibile (o 7°) per me è la nota arancione...
Probabilmente ci abbiamo perso un quarto d'ora in maniera non troppo produttiva ma ci siamo divertiti!

Conclusione: avendo consumato molto tempo suonando di fronte al maestro gli è rimasto meno spazio per imbottirmi di teoria ma credo che sia stata una buona idea perché così si è reso conto del mio livello attuale e ha potuto verificare che tutto procedesse bene. Ad esempio, in Chariot of fire, si è subito reso conto che non riuscivo a fare il bending e, contemporaneamente, il vibrato: io dubito che da solo me ne sarei accorto (perché poi è un bending di un tono e, quindi, molto accentuato: non basta piegare appena appena la corda...).
Se tutto va bene penso che faremo la prossima lezione a luglio: così avrò avuto modo di valutare se l'esercizio (che ho battezzato “battito”) per abituarmi ai diversi ritmi della musica avrà funzionato...

Nota (*1): non so se è un termine “tecnico” o se lo ha inventato sul momento!
Nota (*2): relativamente bene rispetto al mio solito col maestro ma comunque sempre peggio che a casa!
Nota (*3): sono molto preciso col tempo: odio che mi si rubi qualche minuto ma, contemporaneamente, non voglio approfittarmene...

domenica 10 giugno 2018

Fakes for flasks

O è più divertente “Flakes for fakes”?

Comunque ieri ho visto, non ricordo dove, forse su Twitter, l'immagine riportata nell'articolo: G7, una scena cinque prospettive: l’immagine simbolo del vertice dal Corriere.it

Osservandola avevo pensato che fosse un fotomontaggio divertente ma chiaramente falso, con le teste della Merkel e di Trump “incollate” troppo rozzamente sui corpi...
Invece la foto è autentica!

Altri tempi - 13/6/2018
L'articolo “Ho picchiato quella prof ma è stata lei a provocarmi” (di Andrea Zambenedetti da LaStampa.it) mi ha ricordato un aneddoto di mio padre, anche lui insegnante.

Mi raccontava che a un colloquio con i genitori una mamma si presentò con la figlia per chiedergli come andava. Mio padre le rispose che “era brava e si impegnava ma era un po' introversa”: non fece in tempo a finire di dirlo che la mamma tirò un manrovescio alla figlia facendola ruzzolare a terra. Alla sorpresa di mio padre la signora gli fece capire di pensare che “introversa” avesse un brutto significato: si calmò solo quando le fu spiegato che con “introversa” si intendeva “timida”...

Naked Dreamers - 18/6/2018
Ieri ho trovato su Netflix una pellicola con la mia amatissima Eva Green (v. Attrici sparallele): The dreamers – I sognatori di Bernardo Bertolucci.

Considerato il regista ero preoccupato che potesse trattarsi di un mattone, e in effetti la trama è quel che è, ma contavo anche sul binomio “cinema di alta scuola” e "scene di nudo".
Fortunatamente le mie speranze non sono andate deluse ed Eva ha più volte fatto sfoggio delle sue grazie: non me ne ero accorto ma ha veramente un seno notevole!

A livello di recitazione è un passo indietro rispetto a Penny dreadful che mi aveva così impressionato: certo anche qui, fa smorfie e lancia occhiate intriganti solo che, essendo sempre mezza nuda, si apprezzano meno. Credo però che la “colpa” non sia dell'attrice ma solo del regista non interessato ad avere una protagonista di eccessivo spessore...

Di Maio e Foodora - 18/6/2018
La notizia: Rider, bozza decreto di dignità: “Lavoro subordinato e divieto di paga a cottimo” da IlFattoQuotidiano.it
Anche Di Maio sta cercando di prendersi un po' di visibilità ma, come previsto (v. Alcuni ministri), non è così semplice.

Come primo obiettivo si è scelto, giustamente, qualcosa di relativamente semplice: una regolamentazione che tuteli (fra gli altri) chi consegna il cibo a domicilio.
Oggi dovrebbe esserci il primo incontro anche con i rappresentanti delle agenzie che fanno da intermediarie fra ristoranti e fattorini: queste hanno già detto che alle condizioni della bozza preparata dal governo non potranno continuare a operare.
La sinistra, notoriamente dalla parte dei lavoratori e dei deboli, ha subito rilanciato che così, se il lavoro sparirà, il governo avrà fatto un danno invece di aver portato un beneficio.

Io dico invece che deve essere precipuo per il governo vietare queste forme di sfruttamento vergognoso. Questo tipo di lavoro sparirà? Io non credo: semmai ci saranno tariffe più alte e un riassestamento del mercato, ma niente di più. Ma anche se effettivamente questa tipologia di lavoro, per assurdo, dovesse sparire io dico che sarebbe comunque un bene. Un lavoro che può esistere solo sfruttando i suoi dipendenti è meglio che sparisca.

Quindi bravo Di Maio.

Segnalazione! - 19/6/2018
Un amico, che ha appena finito di leggere la versione 0.5.0 (!), mi appena segnalato questo buffo refuso presente nella Premessa:
«...probabilmente le inesattezza sono invece molte..."»

Ovviamente tale errore è rimasto tale e quale nella 0.5.1 pubblicata ieri!!

Conclusione: tremo all'idea di quanti altri refusi, più o meno ridicoli, siano annidati nell'Epitome...