«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

giovedì 30 agosto 2012

Lezione XXXVII: Colita

Oggi ero preoccupatissimo: il giorno dopo aver scritto il mio entusiastico post sulla nuova chitarra (vedi il corto Tutta un'altra musica!) ho iniziato a sentirle emettere un preoccupante rumorino che inizialmente non avevo notato.
Come nella vecchia Obtortoca (vedi parte finale di Lezione XXXVI: Obtortoca) la sesta corda, quella del MI, frusta (cioè vibrando sbatte sui rialzi di ottone dei tasti) quando suono le note più vicine al corpo della chitarra...
Alla lezione di oggi quindi, per prima cosa, ho fatto collaudare la chitarra al maestro spiegandogli il difetto. Lui ha fatto qualche prova e poi mi ha confermato che il problema che sentivo esiste ma che non è nulla di grave; mi ha consigliato di telefonare al negozio dove l'ho comprata, sono anche liutai, per farmela sistemare: secondo lui basta che limino appena il tasto colpevole per risolvere il problema... Speriamo bene!

A dire il vero ho spiegato al maestro che ero talmente irritato per questo disturbo che avrei volentieri reso indietro la chitarra, anche a costo di rimetterci qualche decina di euro, ma lui mi ha sconsigliato perché Colita sembra essere un ottimo acquisto: bo... tutto dipende se si risolve il problema di questa benedetta corda...

Ma passiamo alla lezione vera e propria:

Riscaldamento: qualche modifica agli esercizi di riscaldamento allo scopo di diminuirne un po' la durata: non entro nei dettagli perché non credo siano interessanti...

Brani: Si toglie sia Glam Rock City, che ormai suono decentemente, sia il brano/ritmica Blues Vamp che era banale. Al posto di quest'ultimo si aggiunge un nuovo brano/ritmica decisamente più complesso dal nome, facilissimo da ricordare, Twelve-Bar Blues in A with riffs. Rock Face invece rimane nella scaletta degli esercizi perché ancora non lo suono alla velocità nominale (sono a 80bpm e dovrei arrivare a 94bpm... mi pare!) ma credo che ce la farò per la prossima lezione.

Pattern: Niente di nuovo: ho deciso di rimanere per un'altra “serie” (*1) a 68bpm perché perdo il ritmo troppo facilmente. Il maestro ha approvato. Comunque, era ormai da tempo che si rimandava, mi ha anche insegnato due nuovi accordi Bm e B (questo mi è parso difficile): non mi ha dato esercizi né giri con essi ma li proverò a parte...

Power Chord: Niente di nuovo: continuo ad esercitarmi su Carry On alterando il volume della chitarra che sul finale mi confonde. Onestamente però mi sono esercitato meno del solito...

Colonna Sonora: Ancora non ho finito di memorizzare per bene la parte nuova dell'intro di Conan che il maestro aveva trascritto per me alla precedente lezione. In realtà mi manca poco e ho delle vere difficoltà solo sul finale dove devo suonare tutte note sui tasti dal 15° in poi. Anzi ho il problema che, al contrario di Obtortoca, Colita ha solo 21 tasti invece che 22 e, poiché dovrei suonare una nota sul 22° tasto, sono costretto ad arrangiarmi facendo del pre-bending!

Hotel California: come scritto nel “Edited” di Lezione XXXVI: Obtortoca sono decisamente migliorato quindi la decisione da prendere oggi era se limitarsi ad aumentare i bpm o passare a una ritmica più complessa (al momento suono semplicemente 4/4 per ogni accordo). Il maestro ha optato per i bpm: da 50 dovrò arrivare a circa 60bpm...

Altro: Non si tratta di un vero esercizio ma di un trucco da adottare per i passaggi più complessi di un brano: con la mano sinistra semplicemente si bloccano le corde mentre con la destra si pizzicano normalmente. È strano ma all'inizio ci si confonde perché manca il feedback del suono della nota però, dopo averci preso confidenza, si acquista velocità perché la mano destra “impara” quello che deve fare indipendentemente dal suono emesso.
Invece riguardo l'esercizio di resistenza, assegnatomi alla scorsa lezione, devo ammettere di essere piuttosto patetico: inizialmente resistevo circa 1' e 50'' mentre adesso arrivo a 2' e 10''...

Nota (*1): Cosa intendo per “serie”? Ormai ho una routine piuttosto consolidata per l'esercizio pattern: infatti in tutto ho 12 giri e, ad ogni esercitazione ne eseguo 4: alla quarta esercitazione invece rifaccio quelli che mi erano rimasti più ostici nelle tre esercitazioni precedenti. L'insieme di queste quattro esercitazioni lo chiamo “serie”. In genere aumento i bpm alla fine di ogni serie ma questa volta me ne asterrò perché mi sento ancora un po' insicuro...

mercoledì 29 agosto 2012

Paradubbio

Oggi iniziano le paralimpiadi e io sono curioso.
Sono sinceramente curioso di scoprire quanto saranno seguite in TV dai telespettatori. Sky ha pubblicizzato molto questo evento e ha deciso di dedicargli ben cinque canali...

Da cosa deriva la mia curiosità?
Beh, il mio interesse per questo evento è prossimo a zero e mi domando se sono io poco “sensibile” oppure se, per una volta, il grande pubblico la pensa come me...

Mi spiego meglio: credo che lo sport sia un'attività utile, sotto diversi punti di vista, a tutti i disabili, apprezzo il loro coraggio a mettersi, letteralmente, in gioco e trovo anche che le “storie” di molti atleti siano non solo belle ma, a volte, anche edificanti...
Però, nonostante queste considerazioni, non sono interessato a passare una serata a guardare le varie gare in TV.

Quando lo scorso mese ho guardato i 100m ero curioso di vedere se Bolt era l'uomo più veloce della terra: alla finali c'erano otto atleti che erano una selezione delle persone più veloci fra i circa 7 miliardi di esseri umani...
Ma la gara analoga delle paralimpiadi cosa rappresenta? o, meglio, chi rappresentano gli atleti che vi partecipano? Non so, sparo una cifra a caso, il meglio di 7 milioni di disabili? E, tanto per fare un confronto, gli abitanti della Svizzera sono circa lo stesso numero però non credo che nessuno, a parte gli stessi svizzeri, sia interessato a seguire le loro competizioni locali...

Questa volta sono incerto sulla mia conclusione. Fermo restando la mia stima per il coraggio e la dedizione dei paratleti, continuo però a non capire quale dovrebbe essere lo stimolo che mi dovrebbe spingere a seguire le paralimpiadi in TV: forse un barlume di patriottismo nel vedere come se la cavano gli italiani? Per mostrare il mio supporto indiretto (molto indiretto!) ai disabili in generale? Bo... magari proverò a seguire qualche gara per vedere che sensazioni mi trasmettono...

martedì 28 agosto 2012

Delusione celtica

Qualche giorno fa ho finito di leggere il libro “I miti Celtici” di T.W. Rolleston (*1). Come forse ho già accennato ne sono rimasto deluso.
Il problema sono la struttura e l'obiettivo del libro. La struttura prevede, dopo un'introduzione storica sui celti, grossomodo un capitolo su ogni “ciclo” di leggende mentre l'obiettivo è quello di analizzare tutta la letteratura “celtica” in toto. Il risultato è che il libro risulta essere troppo dispersivo: la conseguenza è che anche le leggende più interessanti finiscono per essere riassunte in maniera troppo sintetica riducendosi quindi a una collezione di nomi (strani) e luoghi per niente interessanti.
Il libro sarebbe stato enormemente migliore se l'autore si fosse limitato ad approfondire i cicli più antichi...

La parte storica, sebbene datata e non priva di inesattezze, è interessante e funzionale. In pratica viene spiegato che i celti, sebbene conoscessero l'uso della scrittura, non misero mai su carta la loro religione: i druidi infatti tramandavano le loro conoscenze solo oralmente. L'altro elemento significativo è che i celti, dopo aver dominato grandi estensioni dell'Europa, furono sconfitti e scacciati alla sua estrema periferia: Irlanda e Scozia (*2).
Dopo questa premessa storica l'autore usa una forte argomentazione. Spiega che la cultura non si tramanda solo per mezzo della scrittura ma anche oralmente e che quindi i miti della religione druidica non furono completamente dimenticati ma, anzi, si conservarono in forma più pura là dove i celti mantennero più a lungo la propria indipendenza.
L'autore si riferisce all'Irlanda dove le antiche leggende riemersero in manoscritti vergati e conservati nei numerosi monasteri dell'isola. I racconti più antichi risalgono al X-XI secolo e sono quindi infarciti di elementi cristiani: comunque le caratteristiche della mitologia celtica (come il popolo fatato) sono chiaramente osservabili.

Ecco, se l'autore si fosse limitato a questi cicli più antichi, il libro sarebbe stato sicuramente più interessante invece, sebbene ne prenda un po' le distanze, dedica un intero capitolo al “ciclo Ossianico”.
Per chi non lo sapesse Ossian era un personaggio scaturito dalla fantasia dello scozzese James Macpherson alla fine del XVIII secolo. Macpherson disse di aver trovato e tradotto in inglese degli antichi manoscritti attribuiti al bardo Ossian. Fin da subito si sospettò della veridicità di tale affermazione (anche perché le pergamene originali non furono mai mostrate!) ma solo nella seconda metà del XX secolo gli scettici hanno chiaramente prevalso. Adesso si ritiene che il Macpherson abbia attinto solamente pochi nomi e qualche altro elemento da racconti o canzoni scozzesi e che, in pratica, abbia inventato tutto il resto...

In un altro capitolo l'autore si dilunga nel riassumere le insipide avventure tratte da un manoscritto dall'ugualmente insipido titolo “Libro della mucca bruna”. Gli eroi vagano per il mare di isola in isola: ad ogni isola corrisponde una breve avventura ma nessuna è minimamente interessante...

Non contento l'autore passa a narrare le storie del Galles (tratti dal Mabinogion) che, sebbene contengano ancora degli elementi tipicamente celti, sono però ulteriormente corrotti e sovrapposti con altre leggende come, ad esempio, il mito di re Artù.

Insomma gli ultimi tre capitoli sono di scarsissimo interesse ed, escludendo i due capitoli storici iniziali, restano solo tre capitoli sulle leggende celtiche nella loro forma più pura che però vengono narrate in forma arida e troppo concisa...

Nota (*1): “I miti Celtici” di T.W. Rolleston, Ed. Euroclub, 1996, trad. Elena Campominosi
Nota (*2): e infatti ho scoperto che l'aggettivo “gaelico” si riferisce sia all'Irlanda che alla Scozia: io che l'avevo sempre sentito usare riferito a uno o all'altro di questi territori ero confuso sul suo reale significato. Invece i discendenti celtici nel Galles sono detti cimri.

sabato 25 agosto 2012

Estate del '76 (credo...)

Comprato uno scanner per diapositive oggi...
A casa ne avevo solo poche perché il grosso è da mio padre comunque mi sono divertito ugualmente!
Di seguito una selezione di immagini che, per lo più, mi vedono protagonista.
In genere KGB non ama mostrarsi in foto ma in questo caso non mi censuro perché, essendo passati oltre trent'anni, anche il mio imbarazzo e/o pudicizia sono caduti in prescrizione...

Comunque è stato un vero piacere fare questo balzo indietro nel tempo: erano foto che non avevo mai visto o, se anche le avevo già viste, non me le ricordavo assolutamente...

Molto assorto...


Coccolato...


Salto nella sabbia


Non so cosa facessi ma non si trattava di pupù

Edited (26/8/2012): È buffo: riguardando questa foto sembro un bimbo innocente eppure...
Mi sono ricordato che all'epoca, dopo aver costruito un castello di sabbia, lo riempivo di trappole! Infatti io ero un “costruttore” e non sopportavo l'idea che qualche altro bambino avrebbe distrutto, per puro divertimento, la mia “opera”. Allora prima di andarmene, senza dir niente ai genitori (che sospettavo non avrebbero approvato), lo riempivo di stecchi di canna orientati a “riccio”. Lo scopo era quello di “punire” il primo bambino che avesse tirato un calcio al mio castello per distruggerlo. Quanti anni avevo? Forse uno, massimo due, più che nella foto...

Il tamarro della spiaggia


Mamma versione pin-up anni '70


Il nonno: interessante perché lascia intuire da chi KGB abbia ereditato la sua capigliatura...


Nonna: per par condicio


KGB non ama l'acqua!

venerdì 24 agosto 2012

Benvenuta C...!

Ho comprato la nuova chitarra! Però non ne rivelo subito il nome perché voglio creare un minimo di suspense...

Come spiegai in Lezione XXXVI l'infida Obtortoca, la vecchia chitarra, mi aveva tradito per l'ennesima volta. Le si era leggermente piegato il manico e, per farla aggiustare, avrei dovuto spendere un po' troppo considerato il suo prezzo. Così decisi di cogliere l'occasione di comprarmi una nuova chitarra di livello qualitativamente migliore.

Non essendo un esperto mi affidai completamente al mio maestro che, conoscendomi, mi suggerì i seguenti modelli: Fender Squier Standard Tele RW BK, Epiphone ES-335 PRO VS, DBZ Guitars Barchetta ST Lotus Aubergine, Ibanez DN300-BK e Ibanez RGA32-WH...

Inoltre mi consigliò di non comprarle su internet ma direttamente in un negozio specializzato in chitarre che fornisce la garanzia a vita, inclusa la manutenzione e il cambio corde. Considerata la cattiva esperienza avuta con Obtortoca ero più che deciso a spendere qualcosa in più in cambio di un servizio di assistenza migliore...

Così scrissi una breve email chiedendo informazioni su quali modelli, fra quelli consigliatimi dal maestro, fossero disponibili e il loro costo.
Nel frattempo io, dopo una lunga riflessione basata unicamente sull'aspetto e sul come mi “vedevo” con ogni chitarra, avevo optato per la Ibanez DN300-BK e, come seconda scelta, per la DBZ Guitars Barchetta ST Lotus Aubergine.
Il giorno dopo, parlo del 22 agosto, non avevo ancora ricevuto risposta alla email e così telefonai direttamente al negozio per avere informazioni: mi rispose un signore che mi spiegò che avevano appena riaperto quella stessa mattina e non avevano ancora avuto tempo di controllare la posta. Spiegai brevemente che genere di informazioni mi interessavano e rimasi d'accordo per ritelefonare la sera stessa.
Verso le 18:00 richiamo ma, dopo avermi rinnovato le scuse, mi viene risposto che ancora non aveva avuto modo di guardare la posta. Così si rimanda tutto all'indomani.
Ieri pomeriggio, il 23 agosto, ho richiamato e finalmente ho ottenuto le informazioni che cercavo: l'unico modello nuovo disponibile era il DBZ, la mia seconda scelta, usata c'era invece anche la Fender Squier; oltre a questi modelli mi sono state proposte una Yamaha 612 JS (usata), una Greg Bennet (usata e non meglio identificata!) e una Fender Standard messicana (sempre usata).

Così riscrissi al mio maestro chiedendo cosa ne pensava delle tre nuove proposte del negoziante e se c'era da fidarsi a comprare le chitarre usate. Dopo varie email e telefonate (che non sto a descrivere), per ottenere e inoltrare qualche informazione aggiuntiva, la sentenza del maestro è stata: solo la Fender messicana è interessante e che, almeno in quel negozio, mi potevo fidare anche dell'usato...

Oggi sono andato al negozio con l'intenzione di prendere la DBZ perché l'idea di comprare una chitarra usata non mi convinceva. Mentre ero in macchina mi divertivo a immaginarmi il nome da dare alla nuova chitarra: vista la silhouette aggressiva pensavo a qualcosa di forte come “Caina”, "Crudelia" o magari “Vendela” (*1) ma senza riuscire a decidermi. Sapevo che l'ispirazione giusta mi sarebbe venuta prendendola in mano sul momento...
Arrivato al negozio la delusione: il modello DBZ disponibile non era quello segnalatomi dal maestro!
A dire il vero non mi dispiaceva l'aspetto della nuova chitarra però non volevo correre il rischio di comprare un modello che non fosse esattamente fra quelli che mi erano stati suggeriti. A quel punto il negoziante ha avuto vita facile a magnificarmi la Fender messicana: senza un graffio e usata pochissimo (conosceva il precedente proprietario).
Così ho preso in mano la Fender e subito il suo vero nome si è materializzato nella mia mente: Colita!

Nella canzone “Hotel California” degli Eagles c'è infatti il verso: “warm smell of colitas, rising up through the air”. Ma cosa sono queste “colitas”? Google translate non è di aiuto perché traduce con un incomprensibile “code” ma, su Wikipedia, alla pagina Hotel Califonia c'è la spiegazione del mistero: «The term "colitas" in the first stanza of the song is a Spanish term for "little tails" and in Mexican slang it is a reference to the buds of the Cannabis plant». In breve “colita” è slang messicano (come la mia chitarra) che sta per marijuana!
Mi pare un nome adattissimo considerando che fra i miei nickname, oltre a KGB, uso spesso Igrino (*2)...

Nota (*1): nota modella svedese (vedi qui) che mi piaceva quando ero ragazzino...
Nota (*2): l'igrina è uno degli alcaloidi della coca: non il principale, che si chiama cocaina, ma uno il cui effetto è quello di aumentare la salivazione!

giovedì 23 agosto 2012

Nave Italia

Una mia amica mi ha fatto una domandina facile facile: “Ti va di dirmi la tua su cosa secondo te andrebbe fatto per risollevare la situazione economica del paese?”. La sua idea è infatti quella di creare una pagina su FB con delle proposte concrete per affrontare le difficoltà dell'Italia.
Al riguardo non ho mai scritto niente ma comunque era da tempo che ci pensavo. Prendo così l'occasione per iniziare a scrivere non qualche proposta (per queste mi ci vorrà tempo) ma almeno una “premessa” a esse.
La domanda è infatti molto complessa e non ci sono formule magiche che risolvano d'incanto il problema...

Forse, per spiegare questo mio punto di vista, è utile raccontare il seguente aneddoto: per mio diletto, qualche anno fa, andavo in giro a chiedere “Se tu avessi a disposizione una bacchetta magica in grado di risolvere UN SOLO problema dell'Italia, quale sceglieresti?”. Il divertimento stava nel replicare, indipendentemente dalla risposta ricevuta, “ma allora le infrastrutture? La giustizia? La criminalità? La sanità? L'istruzione? La disoccupazione? Le pensioni? L'evasione?”. Insomma, qualsiasi cosa mi venisse proposto, era facile argomentare che c'erano urgenze molto più gravi e convincere di ciò il mio interlocutore.
In realtà il mio obiettivo non era arrivare a stabilire una priorità di interventi ma solamente evidenziare quanto la situazione fosse, e ancora sia, critica: anche il potere di fare un miracolo non basterebbe a salvare l'Italia perché ne servirebbero una dozzina!

In altre parole, dal mio punto di vista, l'Italia versa in condizioni disperate: se io fossi un dottore, e l'Italia una mia paziente, la mia unica prescrizione sarebbe quella di chiamare un prete per l'estrema unzione...
Ma l'analogia non regge perché l'Italia non è una persona ma uno Stato: ecco, è più simile a una nave, dove gli italiani sono i passeggeri e Monti è lo Schettino di turno...
La nave è piena di falle e l'equipaggio, ovvero i nostri politici, non sembrano in grado di risolvere il problema. Anzi, sembrano solo preoccupati di prepararsi delle comode e tranquille scialuppe con le quali, in caso di necessità, mettersi in salvo lasciando i passeggeri, ovvero gli italiani, in balia del mare. È evidente che i passeggeri non vogliono affogare e, quando si renderanno conto che l'acqua inizia ad arrivare alle caviglie, dovranno fare qualcosa per se stessi e i propri cari. Sì perché ancora adesso, fuor di metafora, tutti i media ufficiali (televisioni e giornali) non fanno che inebetirci dicendoci quanto sia bravo il nostro attuale governo. Eppure che la situazione sia notevolmente peggiorata, anche a causa delle scelte totalmente erronee di questo esecutivo, è sotto gli occhi di tutti.

Gli italiani sono forse politicamente ingenui, e sicuramente mancano di cultura democratica, ma non sono degli stupidi: vieppiù che la situazione peggiora cercheranno di reagire.
Per questo apprezzo l'iniziativa della mia amica: la percepisco sintomatica del momento e della generale presa di coscienza della situazione in cui versa il paese.

Nel corso degli anni ho spesso pensato a cosa fosse possibile fare per salvare l'Italia: mi pare troppo poco e troppo facile limitarsi a gridare “Le cose non vanno! Politici incapaci e corrotti!”...
Ammetto però che, col tempo, ho quasi totalmente perso ogni speranza. Tornando alla metafora della nave, temo che lo scafo sia troppo marcio per essere riparato, troppi inetti e incapaci, frutto di una politica corrotta, detengono immeritatamente posizioni di potere.
Credo che ci sia una frazione molto significativa della popolazione italiana che abbia interesse a cercare di mantenere il più a lungo possibile lo status quo: ovviamente queste persone mancano totalmente di lungimiranza e vedono solo il loro interesse più immediato senza preoccuparsi, non dico del futuro dei loro nipoti, ma neppure di quello dei loro figli...
Temo che qualsiasi iniziativa popolare sarebbe ostacolata e vanificata da questa fascia della popolazione che, inutile dirlo, detiene gran parte delle leve del potere.
Sì, forse è la mia natura pessimistica, ma temo che la nave-Italia vada totalmente ricostruita da capo e affidata a un nuovo equipaggio che abbia a cuore, non il proprio interesse, ma quello degli italiani. Sfortunatamente una ricostruzione così totale potrà venire fatta dai naufraghi superstiti solo dopo che questa nave sia affondata. Chi legge si immagini liberamente ciò a cui questa analogia corrisponderebbe nella realtà...

Eppure mi si chiede un parere e io lo fornirò pur se temo fortemente che, anche se contro ogni probabilità il mio consiglio venisse messo in atto alla lettera, sarebbe destinato a fallire per colpa della famigerata “fascia di popolazione” (che volutamente non ho specificato) di cui ho accennato precedentemente...

Ma questi pareri/consigli saranno argomento per il prossimo post...

martedì 21 agosto 2012

Lezione XXXVI: Obtortoca

Titolo. Disastro. Ma ne parlerò dopo...

Dopo la pausa di ferragosto ho avuto oggi una nuova lezione. L'idea di prepararmi bene le domande (v. Domande al maestro) è stata un successone: la lezione mi è sembrata molto più “densa” del solito... o magari è solo una mia sensazione dovuta alla lunga pausa...
Comunque riassumo qui di seguito, come al solito, la situazione:

Riscaldamento: niente di nuovo!

Brani: su mia richiesta abbiamo tolto Whizz: in realtà il maestro è stato molto professionale perché, solo dopo avermela sentita suonare, ha confermato che potevo eliminarla. Ormai avevo infatti appreso gli elementi didattici che la caratterizzavano: i due hammer-on e una nota lontana e difficile da “chiappare” col mignolo...
Nonostante io stia ancora imparando Rock Face ha deciso di assegnarmi comunque un nuovo brano: infatti il nuovo "brano" non è un brano ma un ritmo chiamato blues vamp. E così si ritorna al blues!
Mesi fa (cfr. Lezione XV e precedenti) agonizzai a lungo su esercizi di cui non capivo lo scopo: adesso verificherò se le “basi costruite” allora mi serviranno a qualcosa...

Pattern: noto adesso che dalla scorsa lezione sono passato da 62 a 68bpm: non male!
La mia bellissima idea di suonare i giri al contrario mi è stata bocciata: il maestro mi ha spiegato che i giri hanno nell'ordine degli accordi, anche se forse ancora non lo percepisco, un senso musicale compiuto e quindi è bene non modificarli.
In compenso mi ha dato due nuovi giri: F|Fm|Dm|G e D|D|F|G(barrè).
Ah! gli ho detto anche delle mie nuove difficoltà col D e lui, dopo una breve riflessione, mi ha subito dato un esercizio ad hoc che dovrebbe aiutarmi a risolvere il problema:
Mi ha specificato che il verso della pennata deve essere Giù/Su/Giù etc... (quindi: G/S/G/G/S/G !)
Io ho trascritto il brano su Tuxguitar usando tutte note da ¼ perché avevo solo la tablatura: non credo che la durata sia importante altrimenti me l'avrebbe detto...

Power Chord: il maestro mi ha confermato che usare il mixer per abbassare il volume della chitarra che mi confonde è un'ottima idea. Anzi, ampliando il concetto, mi ha suggerito di provare a suonare il pezzo eliminando alternativamente gli altri strumenti come la batteria o il basso: questo, mi pare, dovrebbe aiutarmi a capirne il senso musicale ovvero come la melodia che suono si lega assieme a quella degli altri strumenti. Temo che per me questo sia ancora esoterismo musicale ma magari farò una prova per curiosità...

Colonna Sonora: sorprendentemente i miei abbruttimenti all'intro di Conan vanno bene! Per la precisione ci avevo messo diversi vibrati, un pre bending (mi ha confermato che si chiamano così) e uno slide...
Poi mi ha trascritto la seconda parte: sono preoccupato perché si va a usare anche il 22° tasto! Non so come farò perché è talmente piccolino che, anche col mignolo, si fa fatica a premerlo...
Comunque sono ansioso di provare perché è un pezzo che mi piace molto!

Edited (28/8/2012): mi ero dimenticato di aggiungere le ultime sul brano Hotel California! Come spiegato in Domande per il maestro avevo numerosi dubbi al riguardo...
Alla fine non c'erano grandi misteri da svelare: già da solo, con un po' di pratica, ero riuscito a cantare e suonare gli accordi al giusto ritmo (beh, adesso a 50bpm il cantato mi finisce prima dell'ultimo accordo ma questo non è un problema: mi basterà aumentare i bpm successivamente). L'altro dubbio era sulla ritmica che dovevo usare nel ritornello (“Welcome to the hotel California/ such a lovely place/ such a lovely place/ such a lovely face”). È facile: la ritmica non cambia: 4/4 di F da Welcome fino a "Cali-", poi da "-fornia" inizio con i 4/4 di C e non importa se poi devo suonare gli ultimi 3/4 di C senza cantare perché anche nella canzone c'è una pausa; l'unica complicazione è che subito dopo il quarto 1/4 di C devo attaccare con l'inizio della strofa successiva perché è "in levare": quindi il primo "such a" lo canto dopo aver suonato l'ultimo accordo C e attacco i 4/4 di Dm sul primo "lovely". Più complicato a dirsi che a farsi...

Altro: il maestro mi ha dato anche un semplice esercizio per aumentare la resistenza delle dita: si tratta di ripetere, magari davanti alla TV, le seguenti note fin quando la mano non inizia a essere indolenzita per la stanchezza:
Come per il diagramma precedente non sono sicuro della durata delle note: anche in questo caso non credo però che sia importante...

Ah, e il titolo e il disastro di cui ho accennato in apertura del post?
Beh, appena arrivato a lezione ho spiegato al maestro che avevo problemi ad accordare la chitarra: lui l'ha presa in mano, ha fatto qualche prova, e poi si è messo a studiare la 6° corda, quella spessa del MI e...
…e allora mi si è storto il manico della chitarra!
E non è banale aggiustarlo: ci vuole un liutaio che, a detta del maestro, mi prenderà almeno sui 60€...
Ora visto che la chitarra l'ho pagata poco più di 100€ ho forti dubbi che valga la pena farla aggiustare e sarei invece tentato di prendere l'occasione per comprarmene una un po' meglio: oltretutto, ho detto al maestro - «ho sempre avuto un brutto feeling con questa chitarra a causa della corda del MI che vibrando sbatte fastidiosamente sui tasti...». E lui - «Eh! Il feeling è importante: pensa che qualcuno dà anche un nome alla propria chitarra!».
L'idea di dare un nome alla chitarra mi è subito piaciuto e così ho iniziato a pensarci: prima “Vipera”, poi “Traditrice” infine mi è venuta in mente la locuzione “obtorto collo” che ha però il difetto di essere maschile, così vi ho aggiunto “oca” ottenendo “obtorto collo oca” e, contraendo il tutto, è nato “Obtortoca”: il nome della mia infida chitarra!

lunedì 20 agosto 2012

Udacity e CS258

A fine giugno pubblicai il corto Udacity: Wow!. In esso scrivevo di un sito, www.udacity.com, che fa corsi a livello universitario, su varie materie scientifiche, gratuitamente.
Siccome si trattava di un corto non mi dilungavo oltre un generico entusiasmo...
Ora, a distanza di quasi due mesi, e dopo aver testato per bene il sito ne approfitto per farne una recensione più approfondita.

Come scrissi a suo tempo mi ero iscritto a ben 3 corsi: ST101 “Introduzione alla statistica”; CS215 “Alghoritms: crunching social networks” e CS258 “Software Testing”.

I corsi sono divisi in Unit e di solito ne viene pubblicata una per settimana. In pratica ogni Unit corrisponde a una lezione ed è composta da diverse decine di corti filmati in formato YouTube. In media ogni filmato è lungo un paio di minuti e corrisponde a un “paragrafo” della lezione. Spesso, ma dipende sia dalla Unit che dal corso, alla fine del filmato ci sono delle domande a risposta multipla (ma non solo) per verificare la comprensione dell'argomento.
Per ogni Unit ci sono poi delle esercitazioni specifiche, diciamo dei “compiti per casa”, che servono per fare pratica con le nozioni acquisite. Dipende dal corso ma spesso queste esercitazioni richiedono di fare dei programmi in Python che si possono inoltrare a Udacity per verificare se funzionano correttamente: può sembrare macchinoso ma in realtà è molto semplice e facile da usare.
Parallelamente alle Unit e alle esercitazioni c'è un forum, specifico per ogni corso, dove è possibile postare domande sugli argomenti trattati: il forum è molto vivace e frequentato spesso anche dai professori. Se si hanno dei dubbi è un'ottima maniera per ricevere aiuto...
Infine c'è un esame che, almeno nel caso del corso CS258, richiede di fare ben cinque programmi in Python che riepilogano gli argomenti trattati nelle diverse Unit.
Una volta terminato l'esame è possibile scaricare un certificato col voto basato sul numero di esercizi del test finale svolti correttamente. È più facile di quel che sembra perché non c'è il fattore tempo e si può ripetere, sia il corso che l'esame, quante volte si vuole...


Ma qual è la qualità delle lezioni? Si impara veramente qualcosa?
Beh... dipende...
La domanda è mal posta perché, ovviamente, si impara sempre qualcosa: semmai c'è da chiedersi se i corsi raggiungono lo scopo prefissato. Se riescono a dare degli strumenti per lavorare per conto proprio o se si limitano a dare un infarinatura sull'argomento che, per essere proficua, debba poi essere approfondita in separata sede.
Questa seconda domanda è ben posta ma non posso darle una risposta definitiva: infatti, dei tre corsi ai quali mi ero iscritto, ho completato solo il CS258 “Software Testing”!
Per quel che riguarda il CS258 posso rispondere e dire che mi è stato veramente utile e che sicuramente metterò in pratica la nozioni apprese.
Il corso ST101, quello di statistica, era troppo base: la prima Unit si limitava a spiegare come leggere vari tipi di grafico; la seconda accennava a elementi di probabilità e la terza era tutta incentrata sulla formula di Bayes (sempre probabilità). A quel punto mi sono scocciato e ho lasciato perdere: io ero interessato alla statistica e non alle probabilità! È ovvio che per comprendere la statistica è necessario possedere delle nozioni di probabilità ma tali nozioni non possono essere insegnate nel corso di statistica e andavano considerate come dei prerequisiti: cioè circa un terzo dell'intero corso è andato sprecato a parlare di probabilità ovviamente a scapito della statistica vera e propria...
Se mi tornerà la voglia salterò direttamente alle lezioni interessanti.

Discorso analogo per il corso CS215 sugli algoritmi per i social network. Nella prima lezione riassume la teoria dei grafi e nella seconda inizia a spiegare la complessità algoritmica...
Magari in questo caso sono stato poco paziente ma secondo me alcune conoscenze, come la complessità, andavano semplicemente considerate dei prerequisiti senza quindi perderci tempo sopra.

Al contrario il CS258 è andato subito al sodo senza fare tante premesse. Quando mi sono iscritto ero scettico su quanto la materia potesse essere interessante ma invece mi sono subito ricreduto.
Non solo il corso è interessante ma anche molto utile! Certo, da un punto di vista pratico, troneggia sempre il trade off tra costo e tempo dedicato al testing: per la maggior parte delle applicazioni i costi di testing raffinati superano i benefici ma, a livello teorico, è molto interessante. Sicuramente per i miei programmi Java inizierò a usare JUnit insieme a un plugin per verificare lo statement coverage...
Ok, sono stato un po' tecnico: diciamo che semplicemente metterò in pratica le nozioni imparate per mio diletto!
Per dare un'idea più precisa degli argomenti del corso ecco i titoli delle varie Unit e annesse esercitazioni:
1a What is Testing?
1b Problem set - Blackbox Testing
2a Coverage Testing
2b Problem Set - Code Coverage
3a Random Testing
3b Problem Set - Sudoku Testing
4a Random Testing in Practice
4b Problem Set - Fuzzer
5 Testing in Practice
6 Exam

Ah! Ovviamente i corsi sono in inglese e le spiegazioni degli insegnanti non sono sottotitolate...
Il linguaggio usato dai professori è molto semplice ma comunque richiede una buona comprensione dell'inglese parlato. Ovviamente il professore del corso CS258 era rapidissimo nel parlare mentre quello delle esercitazioni di statistica faceva addormentare da quanto era lento!

Come si vede dai titoli delle unit il corso era molto orientato alla pratica e questo l'ho apprezzato enormemente. Magari si è dato troppo risalto al random testing che, a mio modesto parere, è una tecnica troppo costosa e dai risultati incerti per essere adoperata nella maggior parte delle applicazioni reali. Al contrario ho sentito la mancanza di una unit che desse almeno delle indicazioni su come testare le interfacce grafiche...

L'esame poi era tutto in Python: linguaggio che non conoscevo per niente...
Come ho fatto? Beh, un minimo di basi e sintassi le avevo imparate durante il corso e poi, soprattutto, sono abituato a lavorare per conto mio e a cercarmi le soluzioni su internet!
Un esempio: il primo esercizio dell'esame chiedeva di fare un programma di fuzzing per un editor che prendesse un testo (una stringa molto lunga), che ne cambiasse casualmente alcuni bytes e che poi riconvertisse tali bytes in una stringa per passarla infine a un editor di testi per vedere come la digeriva...
Io non avevo idea di come convertire le stringhe in array di bytes e viceversa ma in 5 minuti ho trovato tutte le informazioni necessarie su internet e ho messo insieme i pezzi di codice trovati: ho sorriso leggendo sul forum di persone che ci avevano perso serate!

In conclusione consiglio a tutti di provare almeno uno di questi corsi su Udacity (l'elenco completo è qui): non costa niente e nel caso peggiore perderete solo un po' di tempo ma, se invece vi dovesse piacere, sicuramente ne sarà valsa la pena...

domenica 19 agosto 2012

Copione!

Due giorni fa ho scritto La mia su Assange & C.: in tale post, alla nota *2, ho citato senza nessun motivo particolare, ma solo per indicare la stampa USA in generale, il quotidiano "The New York Times".
Oggi, due giorni dopo, Assange ha fatto un discorso dal balcone dell'ambasciata ecuadoregna (vedi da Repubblica.it) e ha detto "Gli Stati Uniti devono rinunciare alla caccia alle streghe nei confronti di Wikileaks e smettere di minacciare la libertà dei mezzi di informazione, che si tratti del mio sito o del New York Times". Anche lui ha citato il New York Times!
Da questo se ne deduce che Assange è un assiduo lettore del mio blog!

Dalle Colline ai Monti - 19-8-2012
Scelta radicale. Ho deciso che vale la pena diffondere il più possibile le mie idee sul non eletto Monti: per questo motivo, per i politici in generale, non userò più i nomi fittizi scaturiti dalla mia fantasia ma quelli reali.
Insomma da oggi Colline diventa Monti, Berluska -> Berlusconi, Di Sasso -> Di Pietro, Bozzi -> Bossi, etc...
Ovviamente non ho voglia di impazzire a modificare i vecchi post e, probabilmente, mi limiterò ad aggiornare i relativi tags...

Tutta un'altra musica - 24-8-2012
Ho fatto per la prima volta gli esercizi di chitarra con Colita (vedi Benvenuta C...!) ed è tutta un'altra musica!
Temevo che, a parte un po' di autosuggestione, non sarei stato in grado di apprezzarne la maggiore qualità ma invece la percepisco eccome! Ovviamente spiegarlo a parole è impossibile ma ogni nota sembra più pulita e precisa, come dire, un suono più nitido... E poi il MI sulla sesta corda non batte più sui tasti: la conseguenza è, a parte la mancanza di quel fastidioso suono, che il MI resta in vibrazione molto più a lungo invece di smorzarsi subito in un attimo. Una conseguenza è che gli accordi sono molto più ricchi e pieni (scusate la terminologia non musicale)!
Un'altra differenza è che le corde sono meno vicine alla tastiera e questo mi sta creando qualche problema negli automatismi ma credo che, nel giro di una settimana, non avrò più problemi...
Conclusione: sono felicissimo dell'acquisto!

È uscito - 30-8-2012
La mia stima sull'uscita della nuova versione di Wesnoth (vedi Nulla e varie) era corretta e la versione 1.11 è disponibile dallo scorso 27 agosto...
Sfortunatamente, leggendo il changelog, sembra che non siano state apportate grandi modifiche considerando anche che la versione precedente era uscita almeno 6 mesi fa.

Mago - 31-8-2012
Sto diventando quasi un mago a scannerizzare le vecchie diapositive.
Prima di tutto ho capito che, quando necessario, invece di cliccare tre volte il ruota a destra è più veloce cliccare una volta sul flip e una volta sola sul ruota a destra....
Ho scoperto anche a cosa serve la strana spazzolina inclusa nell'apparecchietto: peccato di averlo capito solo dopo aver scannerizzato un centinaio di foto marchiate tutte da un grosso ciglio sempre nella medesima posizione...

Domande per il maestro

Qualcuno ha sparato alle 6:45 e non mi è più riuscito riaddormentarmi...
Ne approfitto quindi per scrivere un post che avevo in mente da qualche giorno: voglio cercare di prepararmi le domande da fare alla prossima lezione di chitarra in maniera da ottimizzare il tempo.

Per il riscaldamento va tutto bene: in genere, prima o poi, qualche esercizio inizia a darmi la “nausea” ma al momento non è così. Tutti e quattro gli esercizi di riscaldamento, non dico che siano divertenti, ma comunque non mi annoiano...

Per i brani c'è un problema di fondo: di positivo c'è che si tratta di pezzi presi da un corso e che quindi hanno difficoltà crescente e sono mirati a introdurre tecniche via via più complesse; l'aspetto negativo è che sono brani spesso insipidi che mi danno pochissima soddisfazione. Questo rende alla lunga noioso studiarli.
Ad esempio ormai conosco a memoria Whizz (vedi Serata allo studio di registrazione), che non presenta particolari difficoltà ed è solo lunghissimo, ma continuo a farci degli errori probabilmente perché lo suono annoiato e, quindi, distrattamente.
Va meglio con Glam Rock City che fortunatamente mi piace pur senza entusiasmarmi: ho imparato a suonare senza problemi le note sfalsate di ⅛ (anzi non devo nemmeno starci particolarmente attento per riuscirci) e solo nella parte finale, oggettivamente un po' difficile, commetto un errore (aggiungo una nota che non c'è...).
Il terzo brano, Rock Face, ancora lo sto ancora imparando (sono nella fase in cui aumento i bpm): la tecnica suggeritami dal maestro per suonare il passaggio critico (vedi Serata allo studio di registrazione) ha funzionato perfettamente e, quando mi riesce, mi dà grande soddisfazione.
In conclusione, per i brani c'è poco da dire al maestro: solo la mia volontà di eliminare Whizz perché ormai mi è venuto a noia...

Anche sui Pattern non ci sono grosse novità: ho portato i miei 12 giri a 65 bpm e adesso sono pronto a passare a 68bpm. Mi chiedo solo se sia il caso di sostituirne qualcuno (senza aggiungerne perché altrimenti ci perderei troppo tempo!)...
E se suonassi gli accordi di questi giri in ordine inverso? Cioè, invece di C7|F|A7|Dm, suonare Dm|A7|F|C7? devo ricordarmi di chiederlo al maestro!
Ah... stranamente l'accordo che mi dà più fastidio non è più F ma D! Buffo perché mi sembrava di averlo imparato bene... Forse gioca a suo svantaggio il fatto che suonando quasi al buio (vedi la “luce spettrale” in Serata allo studio di registrazione) praticamente non riesco a vedere le corde più sottili del D....

Ho iniziato a velocizzare il brano Carry On dei Manowar: mi piace molto! Sono arrivato a 70bpm e la difficoltà maggiore è sulla parte finale dove nella base si innesta una nuova chitarra che suona un motivo che si sovrappone al mio: rischio sempre di confondermi e di perdere il tempo...
Devo chiedere al maestro se ha senso usare il mixer di Tuxguitar per abbassare il volume della chitarra fastidiosa....

I dubbi maggiori li ho sul pezzo Hotel California degli Eagles. Alla scorsa lezione avevo fatto notare al maestro che, quando suono e canto contemporaneamente, ho il problema che l'accordo si spegne molto prima che io finisca di cantare la strofa corrispondente! Il maestro si sbizzarrì nel darmi almeno tre ritmiche di difficoltà crescente: la prima, che è ancora l'unica che ho provato, divide semplicemente la battuta in 4 quarti: in pratica devo suonare ogni accordo 4 volte a 40 bpm.
Non è facile farlo cantando: la difficoltà maggiore è che perdo il ritmo...
Devo verificare col maestro di stare adottando la giusta tecnica: paradossalmente mi sarebbe forse più facile aumentare i bpm in maniera da poter cantare più velocemente in maniera più simile al brano originale...
E poi i tempi del ritornello (quello del “Welcome to the hotel California/ such a lovely place/ such a lovely place/ such a lovely face”) non mi tornano: come possibile che siano 4 ¼ di F seguiti da 4 ¼ di C in “Welcome to the hotel California”? Mi sembrerebbe più 3 ¼ di F e solo ¼ C... A meno che i successivi 3 ¼ di C non continuino senza parole...
Prima di rischiare di imparare male devo verificare col maestro.
Anche se mi vergogno dovrò farmi sentire mentre canto: poi lui, come un dottore, emetterà la diagnosi...

Infine il breve motivo di Conan: il maestro mi aveva dato solo la tablatura senza le durate delle note ma in dieci minuti, ascoltando il brano originale, non ho avuto problemi a trovarle...
Piuttosto la vera difficoltà sono i fantomatici abbellimenti che avrei dovuto aggiungere: ho provato ad aggiungere un po' di vibrato e del bending ma più che miglioramenti mi sembrano dei peggioramenti!
Anche qui è importante far ascoltare il pezzo al maestro per avere indicazioni...

sabato 18 agosto 2012

La mia su Assange & C.

È da tantissimo tempo, per l'esattezza dal dicembre 2010, che non scrivo di Assange o wikileaks...
In parte perché non mi hanno dato spunti che abbiano solleticato la mia fantasia ma anche, lo intuisco adesso, per motivi inconsci: a fine novembre / inizio dicembre, proprio nei giorni in cui ero più coinvolto dalla vicenda dei dispacci, morì mio zio e, forse, il mio inconscio ha erroneamente associato insieme le due cose. Il risultato è stato che ho scritto sulla materia meno di quanto avrei normalmente fatto...

Ora, dopo quasi due anni, voglio però fare il punto della situazione.
Wikileaks, negli anni passati, aveva più volte rivelato notizie imbarazzanti per gli USA ma il vero bubbone è esploso con la vicenda dei dispacci. Per chi non lo ricordasse, a fine 2010, wikileaks iniziò a diffondere un numero esorbitante (non ricordo esattamente ma si trattava di un numero nell'ordine delle centinaia di migliaia) di dispacci segreti provenienti dalle ambasciate USA di tutto il mondo.
In pratica non si trattava di messaggi segreti con rivelazioni clamorose ma dell'opinione franca e schietta, proveniente dalle ambasciate, nei confronti di diverse personalità o situazioni locali.
Ricordo che fu uno degli ultimi argomenti di cui parlai con mio zio: la banalità dei “segreti” emersi, tutti fatti ordinari che non era difficile immaginarsi con un pizzico di fantasia e buon senso. Piccole storie di corruzione, giochetti politici, molti pettegolezzi e opinioni opinabili: insomma poco sorprendentemente, questi dispacci semplicemente dimostravano che anche la politica americana non è basata solo su grandi ideali di libertà, giustizia e uguaglianza ma anche sul mero cinismo.
Non c'erano notizie in grado di mettere veramente in difficoltà la Casa Bianca ma solo fonti di vario imbarazzo.
Cito dalla pagina su Wikileaks di Wikipedia: «Although Hillary Clinton refused to comment on specific reports, she claimed that the leaks "put people's lives in danger" and "threatens national security." Former United States Secretary of Defense Robert Gates commented, "Is this embarrassing? Yes. Is it awkward? Yes. Consequences for U.S. foreign policy? I think fairly modest."»
Tradotto alla buona:
«Sebbene Hillary Clinton abbia rifiutato di commentare specifici report, ha affermato che i dispacci “mettono la vita di persone in pericolo” e “minacciano la sicurezza nazionale”. Il precedente Segretario della Difesa USA, Robert Gates, ha commentato, “È imbarazzante? Sì. È scomodo? Sì. Conseguenze per la politica estera USA? Penso piuttosto modeste”»

Oltre al generale scarso interesse dei singoli dispacci, wikileaks fece la scelta, a mio avviso incomprensibile, di rendere pubbliche le informazioni col contagocce. Ufficialmente il motivo addotto fu quello di proteggere le “fonti” censurandone preventivamente i nomi: motivazione che non mi convince molto... non so, forse fu solo un compromesso dovuto alla pressione americana?

Eppure la risposta delle autorità statunitensi è stata durissima: la presunta talpa (vedi Bradley Manning su wikipedia) aspetta da anni il processo (arrestato nel maggio 2010, il suo processo dovrebbe iniziare nel settembre 2012), Assange asserragliato nell'ambasciata ecuadoregna a Londra con la minaccia di essere estradato in Svezia a causa di dubbie accuse di molestie sessuali, wikileaks trattata alla stregua di un'organizzazione terroristica con tutte le grandi banche che di fatto le bloccano i fondi...

Sembra evidente che gli USA eccedono volutamente nella loro reazione, probabilmente, per intimidire possibili emulatori.
Eppure mi domando se questa loro scelta politica sia lungimirante: come avrebbe dovuto reagire a una situazione di questo genere la Democrazia per antonomasia?
A mio avviso avrebbero dovuto fare buona faccia a cattivo gioco: ammettere che la politica è cinica (che è una ovvietà per chiunque sia dotato di un minimo di buon senso) e migliorare la sicurezza dei propri documenti segreti per evitare nuove fughe di notizie; questo senza però eccedere nella forza per punire chi, nei fatti, ha l'unico torto di essersi espresso contro di essa (*1). In questa maniera l'opinione del mondo nei confronti degli USA non sarebbe sostanzialmente cambiata e anzi, almeno per quel che mi riguarda, sarebbe migliorata.
Invece l'amministrazione Obama (ma mi chiedo quanto sia farina della Clinton) ha deciso di mostrare i muscoli e far vedere, al mondo e alla nazione, di come sia in grado di far tacere le potenziale voci di dissenso come wikileaks: fondi tagliati e il suo fondatore minacciato da un'accusa così inverosimile che probabilmente il suo vero scopo è quello di mostrare al mondo quanto sia lunga la mano degli USA. Un'influenza capace di far scattare ai propri ordini sia gli UK che la Svezia.

Io credo che, paradossalmente, il 90% del danno provocato dai dispacci all'immagine degli USA sia dovuto non tanto a wikileaks quanto alla reazione spropositata dello stesso governo americano contro tale organizzazione.
Come si fa a proclamare di essere una democrazia basata sulla libertà e contemporaneamente fare di tutto per zittire chi, nell'essenza, si limita a esprimere il proprio parere (*2)?

Conclusione: mi ero dimenticato di Assange! Come andrà a finire la sua vicenda? Temo per lui che se gli USA vogliono, come sembra, la sua estradizione allora non avranno problemi a scambiare Assange in cambio di un qualche “favore” all'Ecuador: la politica è cinica...

Nota (*1): a mio avviso solo Manning è colpevole di qualcosa (l'aver rivelato dei documenti segreti) ma anche nei suoi confronti andrebbe usata clemenza...
Nota (*2): cioè se non fosse lecito pubblicare documenti che, potenzialmente, possano danneggiare gli USA allora anche i quotidiani americani, tipo il The New York Times, dovrebbero astenersi dal fare qualsiasi inchiesta senza la previa autorizzazione governativa? È questa la libertà di stampa?

venerdì 17 agosto 2012

Agguato alla D+

Era da tempo che lo volevo fare e finalmente ieri, vedendo un commesso che lavorava al reparto carne, ne ho avuto l'occasione. Ecco come, grossomodo, è andato il nostro dialogo:

KGB - «Salve, sono buoni questi polli?»
Commesso (C) - «Certamente! Che vuole che siano cattivi?!» (in tono seccato e senza guardarmi)
KGB - «No, perché c'è scritto “pollo alla diavola” ma non capisco cosa abbia di speciale...»
C - «È semplicemente aperto in due!» (senza guardarmi)
KGB - «Quindi è uguale a un normale pollo intero, come questo accanto, solo che è aperto?»
C - «Esattamente!» (senza guardarmi)
KGB - «Capisco... {dopo qualche secondo} ...però i polli interi costano 1€ in meno al chilo!»
C - «Beh sì... perché... perché sono in offerta!» (senza guardarmi ma con improvvisa prudenza)
KGB - «Anche sul pollo alla diavola c'è scritto “offerta”!»
C – {mugugno} e balbetta qualcosa di inintelligibile a proposito di “offerte”... (senza guardarmi ma si capiva che finalmente prestava attenzione alle mie parole)
KGB - «Ho capito: per il pollo alla “diavola” si paga la mano d'opera necessaria ad aprilo in due...»
e me ne sono andato via ridacchiando anche perché finalmente il tizio mi guardava piuttosto torvo...

Il dialogo non è stato casuale: io la mia parte l'avevo preparata già da molto tempo!
Da qualche mese mi ero accorto di questa stranezza: un pollo, semplicemente aperto in due ma con la dicitura “alla diavola”, costava 1€ (al chilo) in più di quello intero (stessa azienda produttrice). Inizialmente (diciamo oltre sei mesi fa) il pollo “alla diavola” era anche un po' spennellato con olio e spezie, poi avevano iniziato a metterci solo due rametti di rosmarino e, ormai da diversi mesi, più niente...
Aspettavo quindi l'occasione di trovare un commesso nei paraggi per cercare di "incastrarlo" e vedere cosa mi avrebbe risposto: sfortunatamente il ragazzo con cui ho parlato non mi ha dato molta soddisfazione. Evitando di instaurare un contatto visivo mi ha impedito di capirne bene i pensieri. Nonostante questo ho avuto la sensazione, da come si è destabilizzato una volta che ha capito che mi ero accorto della discrepanza dei prezzi, che si sentano un po' la coscienza sporca per il fatto di vendere un pollo aperto in due con un sovrapprezzo di 1€ rispetto a un pollo intero...

Sono curioso di vedere se cambieranno qualcosa (tipo riaggiungere il rametto di rosmarino) o se continueranno a fare i furbetti...

martedì 14 agosto 2012

Olympic Medals Bias

Non dovrei farlo perché poi ci perdo più tempo di quel che vorrei...
Però continuo a farlo perché, in fondo in fondo, mi diverto!
Di che si tratta? Mi sono fatto coinvolgere in una disputa sul blog del mio amico Michele (vedi London 2012 e relativi commenti): abitando a Londra ha vissuto in prima persona le ultime olimpiadi e ne ha quindi tratto un interessante post. In particolare si compiaceva del risultato della GB che ha portato a casa 65 medaglie. Nel mio commento, fra le altre cose, gli ho scritto che riguardo alle 65 medaglie deve aver influito il fattore “casa”. Michele ha argomentato che tale fattore è minimo...

E qui ho iniziato a domandarmi come stimare, se esiste, il vantaggio di cui mi pareva godesse la nazione ospitante le olimpiadi...
Semplicissimo! Mi è venuta l'idea di confrontare il numero di medaglie vinte dalla nazione ospitante rispetto alle olimpiadi immediatamente precedenti e seguenti. Ovviamente per l'UK ancora non è possibile farlo ma non ci sono difficoltà a verificare i risultati per i paesi che hanno ospitato le olimpiadi nelle passate edizioni.

Così sono andato a spulciare le statistiche su Wikipedia (*1) e ho analizzato i risultati dei cinque paesi che per ultimi hanno ospitato le ultime olimpiadi: Londra 2012, Pechino 2008, Atene 2004, Sidney 2000, Atlanta 1996 e, parzialmente, Barcellona 1992 (non ho inserito la Spagna nella ricerca). A queste nazioni ho aggiunto, per mia curiosità, l'Italia.

Ecco lo screenshot con i risultati evidenziati:

I risultati parlano chiaro: mediamente la nazione ospitante ottiene il 37,1% di medaglie in più rispetto alla media fra l'edizione precedente e quella successiva. Ovviamente questa ricerca mostra un dato oggettivo ma non ne indica il perché: è probabile che la nazione ospitante “investa” più denaro nello sport per cercare di fare bella figura (infatti, in genere, anche i risultati delle edizioni appena seguente e precedente sono più buoni della media generale) e magari, in discipline dove l'esito della gara è deciso da giudici (ed è quindi non oggettivo) è possibile che ci siano dei condizionamenti inconsci (tifo) o consci (corruzione)...

Entrando nel dettaglio spicca che l'unica nazione a non essere stata favorita dalle olimpiadi disputate in casa siano stati gli USA: addirittura il numero di medaglie ottenute ad Atlanta (101) è esattamente la media fra le olimpiadi precedenti e seguenti (e comunque si discosta di pochissimo dalla media generale).
La nazione che più si è avvantaggiata dalle olimpiadi casalinghe è stata la Grecia con un bel +88,2% di medaglie: questo anche perché il numero di medaglie vinte a ogni edizione dalla Grecia è basso e quindi basta condizionare un numero piccolo di eventi per ottenere grosse perturbazioni statistiche.
Come scritto per gli UK non ho potuto fare le statistiche complete (mi manca il medagliere del 2016!) e ho solo potuto confrontare le medaglie vinte quest'anno con le cinque edizioni precedenti: il risultato è un sospetto +132% secondo solo al +176% della Grecia. Ma chissà... magari alle prossime olimpiadi l'UK vincerà un centinaio di medaglie e risulterà quindi che non hanno goduto di nessun vantaggio casalingo nel 2012!!
Come confronto notare l'andamento omogeneo del numero di medaglie vinte dall'Italia: una nazione che non ha ospitato nessuna olimpiade negli anni presi in esame...

Già che c'ero mi è venuto in mente di confrontare il numero di ori vinti rispetto agli argento e bronzo: l'idea è che, poiché tali medaglie vengono distribuite in numero uguale (beh, di bronzi ce ne sono un po' di più ma non credo che influisca troppo sulle statistiche), ogni nazione ne dovrebbe vincere più o meno lo stesso numero.
Anche in questo caso è risultato che la nazione ospitante vince molti più ori di quanto sarebbe lecito aspettarsi: ben il 44% in più!
Nel dettaglio l'unica eccezione è stata l'Australia che ha vinto il 24% di ori in meno rispetto ad argenti e bronzi.
La Cina ha vinto ben il 108% di ori in più del previsto seguita poi dagli UK con il 61% e gli USA con il 54%...
Per confronto il numero di ori vinti dall'Italia nelle ultime 5 edizioni è perfettamente in linea con gli argenti e bronzi.

In conclusione il fattore "casa" esiste anche se non è chiaro in cosa consista tale vantaggio.

Nota (*1): in fondo a questa pagina di wikipedia.org c'è una tabellina con i links ai vari medaglieri completi per olimpiade...

lunedì 13 agosto 2012

Nostalgie varie

Ieri mattina presi un caffè e stanotte, ovviamente, non ho dormito.
Non so come ma ho finito per fare una riflessione, probabilmente piuttosto ovvia, ma che sul momento mi è sembrata abbastanza acuta: i nostri cari che se ne sono andati ci mancano per motivi diversi.
Non sto parlando di intensità, cioè “Tizio mi manca più di Caio”, ma del ruolo che avevano per noi, per ciò che rappresentavano dalla nostra prospettiva.

Temo di non essere chiaro e quindi provo a fare degli esempi pratici...
Dello zio Gip (vedi Ricordo zio Gip) mi mancano l'intelligenza e le numerose affinità, la possibilità di telefonargli e di parlare di qualsiasi argomento storico/politico con la sicurezza di ottenere un opinione profonda, interessante e, spesso, insolita.
Non mi riferisco a discussioni sui “massimi sistemi” ma anche a piccolezze: ad esempio, nel libro sui miti celtici, c'è un capitolo che parla della diffusione di tale popolo accennando al ritrovamento di scheletri con crani di una certa forma (brachicefali); da altri libri più recenti conoscevo questa teoria e sapevo che ora non è più ritenuta un mezzo efficace per valutare la diffusione di una popolazione: ma con chi parlarne senza dover oltretutto fornire tutti i particolari? Francamente non mi viene in mente nessuno dei miei amici interessato all'argomento brachicefali/dolicocefali... Certo qualcuno starebbe a sentirmi ma solo per gentilezza... Mio padre potrebbe essere moderatamente interessato ma si dimenticherebbe della questione dopo cinque minuti e non avrebbe da aggiungere niente all'argomento...
Invece con lo zio avrei potuto parlarne e lui avrebbe conosciuto l'argomento probabilmente meglio di me: non solo, ma mi avrebbe probabilmente fornito nuovi spunti o informazioni interessanti...

Della mamma mi manca l'amore incondizionato: quello sguardo adorante che, in realtà, mi dava pure un po' fastidio perché eccessivo. Però adesso mi manca. Avrei potuto fare tutto e avrei sempre avuto il suo sostegno acritico: in effetti non è quello che volevo ma adesso mi manca...

Più indietro nel tempo ricordo lo zio Alberto: la persona migliore a cui chiedere consiglio!
Io in genere non sono molto bravo a consigliare perché sono dell'idea che, non potendo conoscere esattamente la situazione altrui né le sue priorità, non posso nemmeno consigliare adeguatamente (*1).
Lo zio era il contrario! Ti ascoltava, nemmeno troppo, e poi ti diceva chiaramente “io farei così...”. Poi magari non gli davo retta ma la sua sicurezza era contagiosa: tutto appariva più semplice e facile...
Ho il sospetto che l'ultimo film su VHS che vide fu “Intervista col vampiro”: grazie a me ovviamente!

E ovviamente la zia Miriam!
Dovete sapere, cari lettori, che KGB fra i 20 e 30 anni è cambiato moltissimo: sono mutati i suoi interessi e la sua indole. Ai tempi del liceo ero un'ostrica e non aprivo bocca. Ero chiuso: ermeticamente...
Poi decisi di andare all'università a Pisa e gli zii mi ospitarono in casa loro. Continuavo a essere chiuso ma con la zia parlavo: ma non tanto... Semplicemente di continuo!
Tipicamente ricordo che la vedevo impegnata in qualche attività, come stirare o cucinare, e io la seguivo parlando e parlando...
Oltretutto le raccontavo cose assurde e prive di interesse: ad esempio le spiegavo i progressi tecnologici (in termini di memoria e numero di colori) esistenti fra il Vic20, il Commodore 64 e l'Amiga 1000... Credo di avergliene parlato almeno una volta la settimana per un anno!
Insomma non le rivelavo nessun segreto o dubbi o paure esistenziali: rimanevo sempre sull'assoluta superficialità. Però parlavo e parlavo...
Mai trovata un'ascoltatrice come lei. Chissà forse col tempo, se avessi avuto la possibilità di starci insieme più a lungo, mi sarei realmente aperto raggiungendo a 20 anni quello che poi ho trovato a 30...
Probabilmente sarei stato una persona migliore e forse più felice.

Invece i nonni morirono quando avevo un'età in cui per me, col tipico egoismo infantile, rappresentavano solo delle fonti di affetto. Cioè li ho conosciuti quando ero troppo piccolo per apprezzarne le differenti personalità e, contemporaneamente, le mie esigenze non erano sofisticate (non avevo particolari bisogni): come ho scritto essi mi davano affetto ed è quello ciò che più mi manca di loro...

Nota (*1): ho semplificato! Ero così quando ero giovane perché, immagino, avevo imparato da mio padre (la cui tipica risposta, vagamente tautologica, a una richiesta di consiglio è "Lo devi sapere da te...") ma col tempo mi sono sforzato di cambiare (probabilmente grazie allo zio Alberto). Mi sono reso conto che chi mi chiede consiglio è consapevole che io non sono nei suoi panni e quindi mi sforzo di dare semplicemente il mio punto di vista e qualche spunto di riflessione...

domenica 12 agosto 2012

Nulla e varie

Sto bene! Non sono andato né in vacanza né sono dipartito per un mondo migliore, l'ADSL è ok e i computer sono tutti funzionanti...
Semplicemente, sarà forse colpa del caldo, ma in questi giorni non ho avuto voglia di scrivere...
A dire il vero mi ero quasi deciso a scrivere un post sull'ultima idea del governo Colline per “abbattere” il debito pubblico: l'idea è di diminuirlo di 80 miliardi l'anno e il “piano” per farlo è quello di vendere gli immobili dello stato che, se va più che bene, forniranno un introito, una tantum (visto che più di una volta non si possono vendere!) di 800 milioni. In pratica un centesimo di quanto “servirebbe” (*1). La mia idea era infatti quella di intitolare il post “La barzelletta”...
Però non avevo voglia di arrabbiarmi, come mi succede sempre quando scrivo di Colline & C., e quindi non ne ho fatto di niente.

Sto ancora leggendo il libro sui miti celtici che però, dopo un inizio discreto, si sta rivelando deludente. Inutile anticiparne i motivi: mi dilungherò a riguardo a tempo debito (credo)...

Sono stato pinzato da due zanzare!
Per tutta l'estate ero riuscito a schivarle ma negli ultimi dieci giorni sono arrivate anche da me.
Una mi ha punto alla vena sulla carnosità del palmo della mano sotto il pollice: mi è venuta una bollicina piccolissima che però mi pizzica ancora. Strano perché era una zanzara piccolina e non del tipo tigre: almeno credo perché l'ho schiacciata al volo e i resti non erano riconoscibili...
Per la cronaca anche l'altra zanzara, questa volta una tigre, è stata schiacciata: in effetti questa mia indole vendicativa è un lato oscuro del mio carattere. Vedi anche Osea 8,7...

Anche con la chitarra non mi sto esercitando molto: in realtà quando lo faccio mi diverto ma, come per il blog, semplicemente non ne ho voglia...

Mi sono rimesso a giocare a un vecchio gioco per computer, “Silent Hunter III”, veramente ben fatto: si tratta della simulazione di un U-Boot, il famoso sommergibile tedesco della seconda guerra mondiale... Mi pare che sia un gioco del 2005 e quindi, dal punto di vista grafico, è già superato però ha una buona giocabilità e soprattutto una grandissima atmosfera: che stress dovere attraversare la Manica dovendo essere pronti a immergersi per sfuggire alle bombe degli aerei inglesi!

Nel WE invece ho tenuto un corso di perfezionamento per Wesnoth a mio padre. Battle for Wesnoth è probabilmente il miglior gioco di strategia gratuito attualmente disponibile. Il suo maggior pregio è la grande quantità di campagne e scenari disponibili.
Attualmente sto maniacalmente aspettando la versione 1.11: ho studiato quando sono uscite le versione precedenti e secondo me agosto è il mese “giusto”. Speriamo!

L'insonnia è invece normale: dormo regolarmente male.

Nota (*1): Ipotesi paranoica: il governo, non eletto e contro gli italiani, è ovviamente consapevole dell'inutilità di racimolare pochi “spiccioli” nel vano tentativo di “abbattere” il debito quindi perché lo fa? Evidentemente vuole svendere alle banche (le uniche che in questo momento hanno liquidità) i grandi immobili di pregio dello Stato: insomma un “regalino”...

mercoledì 8 agosto 2012

Elliot R.

Ho trovato una nuova FII (Fidanzata Immaginaria Ideale) dopo la mia breve storia con Nika (vedi Allarme basso)!!
Fossi stato più maturo ed esperto avrei subito capito che la mia relazione immaginaria con Nika non poteva avere un futuro: troppo diversi... quello che provavo per lei derivava da una potente attrazione fisica ma non aveva fondamenta profonde...
Insomma ve lo immaginate un KGB che passeggia tenendo al guinzaglio una tigre? No, decisamente, per quanto bella, la russa non faceva per me...

La nuova FII l'ho trovata guardando la sitcom SCRUBS: si tratta di una delle protagoniste, la dottoressa Elliot Reid!
In effetti, forse per reazione, Elliot non potrebbe essere più diversa da Nika: sia fisicamente ma, soprattutto, caratterialmente...
Nika era una mora dal fisico mozzafiato, sicura di sé e del suo fascino; Elliot invece è una biondina impacciata, sicuramente intelligente, ma anche un po' insicura. Intendiamoci anche Elliot è una bella ragazza però di una bellezza che (*1) è più vicina a essere valutata come carina. Il fisico è discreto con gli unici nei delle spalle incurvate (ideali però per interpretare una dottoressa ex-secchiona) e i fianchi forse un po' troppo stretti. Difficile darne un giudizio più accurato perché questo serial è molto pudico e al massimo, di nudo, ha mostrato solo le braccia e la schiena di Elliot.
Anche il volto è tutt'altro che perfetto (*1): è tondeggiante ma squadrato con elementi duri; il suo naso è piuttosto lungo e le labbra, sebbene carnose, non sono ben disegnate; infine ha due rughe di espressione, che le partono del naso e le incorniciano la bocca, che le danno un'aria imbronciata e paffuta.
In una puntata mostrano la sua faccia al fianco di quella di un'altra ragazza (Alex, un personaggio minore che entra ed esce di scena nel giro di un paio di puntate...) e quell'immagine riassume chiaramente ciò che sto cercando di descrivere a parole: Alex ha il volto perfetto di una bambola senza una singola imperfezione e, al suo confronto, Elliot sembra decisamente brutta (*2)!

Allora cos'è che mi piace di lei?
Beh, prima di tutto, fisicamente non sarà una pantera ma di sicuro è comunque una bella gatta!
Ma soprattutto mi affascinano le espressioni del suo volto: la varietà e ricchezza di smorfie che riesce a fare è sorprendente. In genere le studio col fermo immagine per apprezzarne i particolari...
Poi, forse ho dato un impressione sbagliata, ma la sua faccia non è brutta!
Probabilmente il suo punto di forza sono gli occhi: grandi, azzurro chiaro, e leggermente obliqui; le sopracciglia, relativamente folte, ne esaltano l'espressività.
E poi il suo nasone (a me piacciono le donne nasute!) mi piace molto: è dritto e lungo con solo la punta leggermente rivolta all'insù. Per qualche motivo mi dà la sensazione di arricchirne l'espressione: come se il suo naso fosse una specie di terzo occhio che fissa ciò che gli altri due guardano.
Bellissimo anche il suo sorriso e le fossette sulle guance: gli occhi le si illuminano e si viene travolti dalla sua allegria...

In conclusione, data la maggior compatibilità caratteriale, sono sicuro che questa storia immaginaria avrà molto più successo della precedente!

Nota (*1): ovviamente per gli standard della TV/cinema!
Nota (*2): certo che su Youtube c'è di tutto: qui di seguito lo spezzano di cui ho accennato (Elliot è la bionda)...