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sabato 20 luglio 2024

Censura 3: scrivere o non scrivere?

Ho perso entusiasmo per scrivere qui sul ghiribizzo. Un curioso motivo psicologico.
Da quando ho ricevuto lo “strike” sono infatti entrato nell’ordine delle idee che questo ghiribizzo mi sarà chiuso a breve: chiaramente mi dico “pazienza: guadagnerò tempo per fare cose più utili”.
E ne sono già convinto: del resto, come ho sempre scritto, scrivevo più per me che per gli altri e, proprio per questo, avere pochissimi lettori non è mai stato un problema. Alla fine passare da pochi a zero non fa tutta questa differenza.
Contemporaneamente però questo convincimento mi ha tolto energie per scrivere anche su argomenti neutri o irrilevanti: perché impegnarmi nello scrivere qualcosa di interessante, o comunque faticare per mettere nero su bianco le mie idee se, tanto, a breve tutto verrà cancellato? Meglio fare altro, no?

Per questo ancora non ho avuto voglia neppure di scrivere il mio pezzo di commento a Strabuccinator (che di solito mi diverte molto).
Avevo anche, per esempio, una mezza idea di collegare insieme Longo (“Psicologia criminale”) a Hobsbawm (“L’età degli imperi”) mediante la fisica: ma chi me lo fa fare?

Vabbè, mi limito a una considerazione psicologica che mi pare interessante. Consideratelo un pensiero di addio: un ricordo di cosa era questo ghiribizzo e che non sarà più
Ben due persone, sapendo della censura ricevuta, mi hanno suggerito se potrebbe essere stato Caio o Sempronio a fare la segnalazione. Io invece non avevo neppure preso in considerazione l’idea optando invece per un algoritmo automatico che banalmente avesse trovato il collegamento incriminato e, magari, si fosse confuso con termini usati nel corto successivo (ma all’interno dello stesso articolo dal punto di vista di Blogger) su Nietzsche.

Questo mi pare un ottimo esempio dell’errore fondamentale di attribuzione.
In occidente, quando accade una vicenda e si cerca di comprenderne i motivi, si tende a favorire la causa umana al posto di qualcosa di più generico come le circostanze.
L’esempio tipico: un nostro collega arriva tardi al lavoro e si pensa che sia pigro e abbia dormito troppo invece che, per esempio, abbia forato una ruota dell’auto: insomma colpa della persona e non degli eventi.
Nel mio caso attribuire a una persona la segnalazione invece che a un algoritmo (stupido) mi sembra un modo di pensare molto simile che, nella sua essenza, consiste nell’attribuire intenzioni o volontà specifiche a individui anche quando esistono spiegazioni alternative, anche più probabili.
In questo mio caso, per esempio, io avevo scartato l’idea della persona perché il pezzo incriminato era essenzialmente innocuo mentre invece sono sicuro di aver scritto molti altri articoli in cui mi sbilancio molto di più in giudizi e idee. Una persona che avesse voluto farmi censurare avrebbe scelto materiale diverso; un algoritmo stupido invece si basa sulla presenza di un collegamento e, forse, su eventuali termine di contorno. Il tutto magari traducendo malamente dall’italiano all’inglese.

Vabbè: fra qualche tempo non potrete più leggere pezzi interessantissimi come questo. Non una grave perdita in effetti.

Ah! un amico mi ha scritto: “Il mio rammarico per la censura che subite si accompagna alla realtà dei fatti: queste piattaforme sono gratuite e quindi con limiti evidenti, come esse vi hanno ricordato.”
La frase sembra implicare che se voglio usare un prodotto devo adeguarmi alle regole che ne stabiliscono l’uso, oltretutto gratuito.

Il mio punto, che avevo cercato di spiegare in “Sono stato censurato” (mi fa fatica inserire il collegamento), è che nel pezzo censurato non ho violato nessuna regola: ho semplicemente condiviso un collegamento sgradito. Non c’era materialmente spazio per inserire un “contenuto ingannevole” in 80 parole e 508 caratteri: no, vabbè, volendo per una frase ingannevole ne bastano anche meno. Quello che voglio dire è che non ho violato nessuna regola: è tutto un automatismo.

La questione non è quindi che si debba rispettare i termini d’uso ma che, se ti vogliono censurare, lo fanno comunque dicendo che li hai violati anche se non è vero. Poi il risultato finale è lo stesso ma la differenza, l’uso di un pretesto, è significativo se non altro come prova dell’ipocrisia di questi giganti informatici.

Sarebbe poi doveroso che questi siti spiegassero esattamente cosa e dove si siano infrante le regole: non limitarsi a dire che il pezzo contiene una violazione, così, senza specificare niente.
Il vero motivo per cui ciò non viene fatto è che nemmeno le grandi aziende lo sanno!
È un algoritmo che decide tutto senza capire niente: vede alcune parole chiave e decide che il pezzo è da censurare senza comprendere niente del contesto. Soprattutto, immagino, se l’articolo originario non è in inglese.
Se queste aziende specificassero che il contenuto ingannevole è XXX ci sarebbero molti ricorsi perché sarebbe facile dimostrarne, spesso, l’arbitrarietà: io credo che l’effetto complessivo sarebbe una diminuzione del 99% delle censure e, magari, con costi legali significativi (almeno negli USA).

Avevo iniziato a scrivere questo pezzo qualche giorno fa e, proprio ieri, ho fatto una scoperta interessante. Provate a cercare “The h0p& accord” su Google e poi su DuckDuckGo: nel primo caso vi chiederà se magari non cercavate “The h0p& accordi” senza poi fornire nessun collegamento al sito in questione; nel secondo caso il sito della petizione è, correttamente, il primo restituito.
Questo conferma il mio sospetto che sono stato censurato solo per aver condiviso tale collegamento: niente di ciò che avevo scritto, come spiegato, era fuorviante.
E questa censura di Google spiega anche perché, in genere e in questo caso, non possano spiegare quale clausola delle regole della comunità si sia violato e dove, cioè in quale frase: apparirebbe infatti evidente che l’utente non ha violato nessuna regola!

E poi, se ci pensate, come facevo io a sapere che tale collegamento non può essere pubblicato?
Che io sappia non ci sono liste di proscrizione consultabili per sapere cosa si può condividere e cosa no.
Del resto il sito in questione è assolutamente legittimo: magari si può essere contrari alla petizione ma essa, di per sé, è perfettamente ragionevole.

Forse potrei cercare di scrivere una petizione proprio per chiedere l’obbligo per i colossi informatici di specificare esattamente la frase o le frasi che violano le regole della comunità/termini di servizi e, ovviamente, qual è la regola/e violata/e. Ma ovviamente sarebbe una perdita di tempo…

L’ambiguità è un po’ come se sull’autostrada ci fosse la regola della comunità: “Non viaggiare troppo velocemente”. A quando si deve andare: massimo a 130 Km/h?
Però poi, anche se si va a 120 Km/h si prende ugualmente la multa perché, nell’arbitrarietà della regola, ci viene detto che nelle curve pericolose si doveva viaggiare massimo a 110Km/h e non a 130.
Se poi, per non correre rischi, si decide di viaggiare a 80Km/h ecco comunque che arriva la multa perché con la pioggia, ci dicono, si deve viaggiare sotto i 60Km/h.
Infine si vede un tizio che guida a 200Km/h che però non prende nessuna multa perché va nella direzione opposta alla nostra! Allora nessun problema si può dire tutto in tal caso.

L’ambiguità della violazione corrisponde invece ad accusare una persona di furto senza specificare che cosa abbia rubato, dove e quando. Vi sembrerebbe giusto? Ovviamente non lo sarebbe: l’onere della prova dovrebbe spettare all’accusa e non alla difesa. Invece con Google & C. il principio è rovesciato: si subisce un accusa generica e all’utente spetta poi il compito di dimostrare la propria innocenza senza neppure sapere esattamente per cosa.

E, riassumendo, cosa ho deciso di fare? Come rispondo alla domanda del titolo?
Beh, da quando ho iniziato il pezzo due giorni fa, mi sono reso conto di non essere più interessato a mantenere questo sito.
La libertà di scrivere tutto ciò che è consentito scrivere non è vera libertà!
Né ho voglia di misurare ogni mia parola e, magari, di autocensurarmi: primo, come dimostra questa mia specifica esperienza, bisognerebbe avere dei poteri extrasensoriali per sapere in anticipo cosa sia possibile scrivere/condividere; secondo non poter scrivere/dire qualcosa è il primo passo per smettere di pensarla: preferisco avere le mie idee, anche solo per me stesso, che non averle per niente.
Mi sono anche detto che, così facendo, “gliela do vinta”: ma qui devo essere realistico. La mia influenza sul resto della popolazione è nulla. Come ho scritto passare da dieci lettori a zero non fa nessuna differenza. Posso investire decisamente meglio il mio tempo in altri modi.
Per questo credo che ridurrò i nuovi pezzi al minimo: i pezzi su Strabuccinator, sulle nuove versioni dell’Epitome, rispondere a eventuali commenti (compresi i 7 di Anonimo ancora in sospeso!) e, bo, qualunque altra cosa mi sembrerà appropriato (magari aggiornamenti sulla censura di Google & C).
Poi, come ho scritto altrove, vi erano dei pezzi di utilità personale: che mi aiutavano cioè a memorizzare, ricordare e rintracciare idee, concetti e ragionamenti frutto delle mie disparate letture. Queste cose dovrò continuare a scriverle ma sicuramente non lo farò qui sul ghiribizzo: devo ancora decidere se usare un quadernone (più veloce) o, comunque, un supporto informatico (maggiore portabilità). Deciderò con calma.

Vabbè, ho deciso anche di provare a fare appello usando il collegamento fornito nell’epistola che Blogger mi ha spedito. Oramai sono sicuro, verificata la censura del sito della petizione da parte di Google, che non vi sia stato nessun equivoco, magari causato dai vocaboli usati nel corto seguente su Nietzsche/Jung: ma tentare ormai non nuoce né mi interessa, eventualmente, aumentare le probabilità di essere “perdonato” aspettando improbabili novità.

Conclusione: i pochi lettori arrivati fin qui mi facciano un piacere e, essenzialmente per “dispetto” a Google, vadano a vedere il sito censurato dopo aver provato a cercarlo su tale piattaforma. Oltretutto sarà istruttivo anche per voi farvi un'idea di ciò che il potere non vuole che leggiate.
Già, un ultimo commento: non ripetetemi la litania che le aziende private possono imporre le regole che vogliono ai propri utenti. Non è questo il punto! A Google & C. non importa niente di questa petizione: è il potere politico (su pressione delle relative lobbi) che ha chiesto loro di censurarlo.
Questa è censura del potere, quindi politica, mascherata come censura del privato.
Poi ci sarebbe da scrivere sulla Baronessa Tedesca visto che limitare la libertà d’espressione (oltreché il suo supporto assoluto alla guerra e al genocidio palestinese) è parte fondamentale del suo programma di governo: ma non voglio divagare. Vi consiglio solo di prendere nota di quali partiti italiani l’hanno votata (o che l’avrebbero votata in cambio di un “contentino”: leggi Fratelli d’Italia) e di ricordarvelo alla prossima elezione ammesso che ci sia: sempre grazie alla Baronessa potremmo ritrovarci in una guerra nucleare o completamente privi anche della parvenza di democrazia che abbiamo oggi.

martedì 16 luglio 2024

Censurato da Blogger 2

Sono un po’ demotivato dallo scrivere le mie usuali “sciocchezze” sapendo che, probabilmente presto, questo ghiribizzo sarà presto o tardi definitivamente chiuso da Blogger dato che, in verità, non è un problema di rispettare le “regole della comunità” ma di censura arbitraria.
Lo dimostra il pezzo che mi hanno censurato dove la mia colpa è stata unicamente quella di aver condiviso una petizione internazionale sgradita al potere. Secondo l’epistola che ho ricevuto da Blogger era “ingannevole”. Cosa c’era di ingannevole? Bo, non lo specificano… e in 4 frasi, 80 parole e 508 caratteri non dovrebbe essere difficile trovare la parte incriminata se esistesse...

Come mi sembra di aver spiegato altre volte il problema è che queste multinazionali non specificano esattamente dove sia la violazione: non mi hanno cioè scritto: la frase “XXX” è ingannevole.
I motivi, mie ipotesi, sono molteplici:
1. Gli algoritmi non sono abbastanza intelligenti da individuare automaticamente tali frasi.
2. Fornire tali precisazione fornirebbe dei precedenti che aiuterebbero a fare chiarezza: si vuole invece mantenere la massima vaghezza per permettere il maggior arbitrio.
3. Sarebbe molto più facile per il singolo utente difendersi: ma, come detto, queste regole sono solo la scusa con cui censurare a piacimento e non vogliono proteggere alcuna “comunità”.

Sarebbe utile una legge che obbligasse questi giganti a fornire informazioni dettagliate sulla violazione commessa: ma, ovviamente, è proprio la politica il mandante della censura e quindi non fornirà ai cittadini i mezzi per difendersi da essa indipendentemente dalla giustizia.
Per capirci è come se una persona fosse accusata di qualcosa, per esempio di furto, senza che venisse specificato che cosa è stato rubato, quando e dove. Poi le viene chiesto: la condanna è X anni di carcere ma puoi fare appello. Sempre senza sapere esattamente di cosa si è accusati.
Vi sembra sensato? Ovviamente non lo è. Ma questa è la UE che ci ritroviamo: contro i cittadini e dalla parte delle lobbi.

Speranze per il futuro non ne vedo.
La maggioranza delle persone non si rendono conto del problema, non ne capiscono la gravità e, comunque, se ne disinteressano. La propaganda ufficiale nel frattempo fa il suo lavoro di disinformazione e “gasbaglia” (*1), cioè trasforma il bianco in nero.
Quindi nessuna speranza può venire dalla popolazione: soprattutto con le persone in ruoli importanti che hanno paura di schierarsi contro il potere indipendentemente da cosa il senso di giustizia detterebbe loro di fare.
Una speranza, ma vaga molto vaga, viene dagli USA dove, come ormai scrivo da tempo, sarà combattuta la vera battaglia per la democrazia occidentale. Trump di nuovo presidente, magari guidato da un Musk illuminato, potrebbe correggere queste distorsioni almeno negli USA: la UE, a malincuore, si adeguerebbe dopo un po’ di tempo. Ma è improbabile: voglio essere ottimista e do a questa ipotesi l’1% di probabilità (*2).

Conclusione: quando sarò bannato del tutto?

PS: chi vuole, per curiosità, avere il testo esatto del corto che, suppongo, ha portato alla censura del pezzo può richiedermelo via “email”: basta che mi scriviate un commento che poi cancellerò senza pubblicare per non rendere pubblico il vostro indirizzo di posta elettronica.

Nota (*1): “gasbagliare” è il mio traducente per “gas lightining” ovvero convincere una persona che i suoi stessi sensi la ingannano, in pratica a non fidarsi dei propri occhi e orecchi.
Nota (*2): in realtà Trump ha subito sulla propria pelle il potere della propaganda e quanto valga, per esempio, una piattaforma come Twitter che permetta una maggiore libertà d’espressione. Ma non voglio illudermi.

lunedì 15 luglio 2024

Censurato su Blogger!!

Sono stato censurato da Blogger!!!!

Prima o poi, visto l’andazzo illiberale imboccato dalla UE sapevo che sarebbe capitato. E fra un po’ probabilmente mi chiuderanno direttamente questo ghiribizzo.

Secondo Blogger è stata fatta una segnalazione (chiaramente anonima (*1)) che un mio pezzo ha violato le regole della comunità del sito (chiaramente non hanno precisato i dettagli).
Mi hanno detto di ricontrollare che tutti i miei pezzi precedenti non violino dette regole perché, se trovano un’altra violazione, ecco che il mio ghiribizzo sarà definitivamente chiuso (*2)…

Io chiaramente non ho nessuna voglia di ricontrollare tutto ciò che ho scritto in passato (3997 pezzi pubblicati) dato che, come sanno tutti, la violazione delle norme della comunità è solo un pretesto per censurare: l’interpretazione delle stesse è infatti completamente arbitraria.

Perché proprio adesso? Beh, in parte ce lo ha già spiegato Musk: la UE (con i suoi valori di democrazia, libertà etc.) sta facendo assumere ai giganti dell’informatica centinaia di suoi censori che, arbitrariamente, potranno (e probabilmente nel mio caso hanno già fatto) cancellare tutto quello che vogliono. E, da quello che ho sentito in giro, FB ha già iniziato da qualche giorno a censurare a tutto spiano (v., per esempio, Ciao Faccialibro dal ghiribizzo di Marco Poli).

Come detto mi aspettavo quindi che, prima o poi, anch’io sarei stato censurato: quando si viola un confine, anche di un solo passo, poi lo si supera indiscriminatamente. Il confine, cioè il principio della libertà d’espressione, la UE lo aveva già violato anni fa: piano piano ne vedremo sempre di più le conseguenze nella vita di tutti i giorni.

L’unica sorpresa è stato scoprire quale pezzo mi hanno censurato: il mio ultimo “corto” intitolato “L’intesa della speranza”!
Fortunatamente sono piuttosto sospettoso (conosco i miei polli) e mi ero fatto un copia del ghiribizzo pochi giorni fa. Se non fosse stato così non potrei neppure sapere che cosa avevo scritto di preciso (anche a me non è più visibile tale articolo).
Ebbene al momento vi erano solo tre “corti”: il primo era su un video di Campbell; il secondo su un aforisma di Nietzsche e nel terzo, scritto stamani, spiegavo che, finalmente, avevo iniziato a rispondere ai commenti di Anonimo che avevo lasciato in sospeso da mesi.
Lo specifico perché non escludo che l’algoritmo (di sicuro non c’è nessuna persona a fare il lavoro di verificare cosa viene scritto sui ghiribizzi letti da 10 persone al giorno!) abbia mischiato tutto insieme confondendosi. Poi FORSE un censore umano ha dato il via libera all’eliminazione dell’intero articolo: tanto questi censori non sono interessati di certo a fare un buon lavoro leggendo davvero ciò che ho scritto. Magari hanno usato una traduzione automatica dall’italiano all’inglese… ma nemmeno, figuriamoci!

Sì perché leggendo l’epistola che mi ha mandato Blogger si legge: “I tuoi contenuti hanno violato le nostre norme relative ai Contenuti ingannevoli.”
Ora il il pezzo su Jung e quello sulle mie risposte ad Anonimo non credo abbiano niente di ingannevole: rimane quindi solo quello su Campbell. Fortunatamente me lo posso rileggere perché è nella mia copia di sicurezza. Ora non lo posso ripubblicare perché non voglio (per il momento) che mi venga cancellato questo ghiribizzo ma di seguito ne sintetizzo il contenuto frase per frase:
1° frase: spiego che è stata creata una petizione internazionale da medici e ricercatori su XXX a causa della massa di ricerche che ne evidenziano i pericoli.
2° frase: spiego che il Dr Campbell la esamina punto per punto e fornisco il collegamento al suo video su Youtube (ancora presente).
3° frase: fornisco il collegamento alla petizione internazionale.
4° frase: la ripropongo perché sicura “Comunque consiglio di leggerlo ed, eventualmente, firmarlo...”

Tutto qui: in tutto 80 parole e 508 caratteri. Secondo voi dove sono stato ingannevole?
L’unico punto su cui si può vagamente dibattere è “sulla massa di ricerche che ne evidenziano i pericoli”. Per me decine e decine di ricerche costituiscono una massa ma magari per Blogger avrebbero dovuto essere migliaia e migliaia…
Come detto, in realtà, che io abbia violato le regole della comunità è solo un pretesto: il motivo “vero” è che l’algoritmo ha segnalato il collegamento alla petizione internazionale. È questo quindi il mio crimine: aver cercato di condividere una petizione che ritengo sacrosanta. Grazie UE! Grazie Baronessa!

Il corto a seguire era quello su Nietzsche: è improbabile ma non posso escludere che la contiguità col precedente abbia potuto confondere l’algoritmo con termini che non ha gradito. Lo ripropongo qui di seguito tale e quale:
Dall’abisso - 7/7/2024
Nel 2018 scrissi il corto Mostri e abissi dove cercai di interpretare il famoso (credo) aforisma: «Chi lotta contro i mostri deve guardarsi dal non diventare con ciò un mostro. E se guarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso guarderà in te.»

All’epoca non giunsi a una conclusione definitiva ma qualche giorno fa ci ho ripensato e adesso sono abbastanza sicuro di averne capito il senso completo. La chiave d’interpretazione me l’ha data Jung.
La prima parte dell’aforisma l’avevo già interpretata correttamente e quindi mi copio e incollo: «[…] se per combattere un mostro ci si abbassa al suo livello, se si perdono i nostri principi, si rischia di divenire a nostra volta dei mostri.»

Nella seconda parte basta capire che l’abisso è il nostro inconscio: se studiamo la nostra anima, se meditiamo sulla nostra natura, alla fine vedremo e comprenderemo chi siamo veramente, anche quelle caratteristiche che normalmente sono nascoste anche ai nostri occhi.

Messo insieme alla prima parte quello che si vuole significare è che dentro ogni uomo abita un mostro: normalmente è nascosto nell’abisso del nostro cuore ma, occasionalmente se le nostre inibizioni si allentano, può emergerne.
Fine corto

Il terzo pezzo su Anonimo non era niente di interessante: per completezza spiegavo perché mi ero ridotto a rispondere adesso ai suoi commenti di marzo…
Non credo abbia influito nel bene o nel male.

Ora se un pezzo così neutro è stato considerato (arbitrariamente) in violazione delle regole della comunità (eufemismo per indicare le regole di Blogger!) i potenziali pezzi in cui faccio affermazioni più forti sono molteplici (a occhio un centinaio o anche più). Mi aspetto quindi che prima o poi, ma credo presto, probabilmente prima della fine dell’anno, questo ghiribizzo mi verrà chiuso dai censori della UE.

Che cosa farò? Beh, sicuramente adesso inizierò a fare copie di sicurezza quotidiane! Poi, quando la censura europea mi colpirà, deciderò se aprirne uno nuovo su un mio sito Wordpress o simili.
Però non so se ne valga la pena: i miei lettori sono comunque pochissimi e, metti che apro un sito su un provider italiano, anche questi avranno le loro regole arbitrarie e quindi rischierei di essere punto a capo nel giro di pochi anni se non meno.
Già anni fa pensai al problema e giunsi alla conclusione che avrei dovuto aprire il mio ghiribizzo su un sito al di fuori della UE (e degli USA con cui probabilmente esistono accordi di censura) e avevo individuato la Russia: avevo anche messo il mio amico matematico russo a indagare per sapere i vari prezzi. Sfortunatamente la guerra in Ucraina temo mi abbia definitivamente precluso questa possibilità. Farò qualche ricerca: di sicuro non sarò l’unico ad avere questo problema.
Per comunicare con i pochissimi interessati vedrò di aprire un ghiribizzo intitolato “Parole meno meno sante” o roba del genere dove pubblicherò solo un minimo di informazioni. Ma su questo devo ancora decidere.

La lettera spiega poi che posso fare ricorso: immagino si tratti anche in questo caso di un meccanismo automatico e dubito serva a qualcosa. Però voglio aspettare qualche giorno per non bruciarmi questa possibilità: magari monta la protesta e Blogger (cioè i censori di Bruxelles) fa un passo indietro…

Conclusione: insomma se improvvisamente scoprirete che questo mio ghiribizzo non è più raggiungibile ne sapete già il motivo...

Nota (*1): Sull’epistola è infatti scritto: “Abbiamo ricevuto una richiesta di revisione per il tuo post intitolato "L’intesa della speranza". Abbiamo stabilito che viola le nostre norme e abbiamo eliminato il post, [...]”
Nota (*2): Sull’epistola è infatti scritto: “Ti invitiamo a rivedere l'intero contenuto dei tuoi post del blog per assicurarti che siano in linea con i nostri standard, poiché ulteriori violazioni potrebbero comportare la chiusura del tuo blog.”

La media e la ragazza falco tuah

Pezzo leggero oggi. Ieri sera ho visto un video di Asmongold con una curiosità interessante e stamani ho scoperto la “Ragazza falco tuah”. L’unico collegamento è che si tratta di video, quindi un po’ labile, ma infatti questo non sarà un pezzo profondo.

In realtà lo spunto di Asmongold potrebbe essere interessante di per sé…
In vari video Asmongold ha reso note le sue idee sulla gente in generale: “È vero che l’uomo medio è più intelligente delle scimmie… ma non di molto”. Oppure “l’intelligenza della popolazione è rappresentabile una curva a campana: e come vedete molte persone sono più stupide della media…”. Oppure ricorda le proprie esperienze scolastiche in un liceo di periferia dove molti suoi compagni erano incapaci, per esempio, di leggere l’ora di un orologio con le lancette.

Con questa scarsa opinione delle capacità del genere umano Asmongold spiega i periodici eccessi di stupidità a cui assiste. Tipicamente esce un video in cui viene raccontato un fatto su un evento e Asmongold lo guarda e lo commenta: poi il suo pubblico gli scrive che “non è possibile” e lui parte con la sua solita filippica “è possibilissimo: la gente è molto più stupida di quanto non pensiate […]”.

Nel video di ieri sera ha aggiunto un nuovo elemento che reputo interessante: dal mio punto di vista significa che, al momento, non mi preoccupo di decidere se abbia ragione o no ma mi accontento di tenere presente la sua opinione per future verifiche.
Ebbene Asmongold per spiegare le opinioni apparentemente illogiche di molte persone suggerisce che il problema sia l’incapacità di comprendere concetti astratti e, in particolare, quello della “media matematica”. Secondo lui molte persone che si ostinano, per esempio, a dire che “gli uomini non sono più forti delle donne” è che non capiscono il concetto di media: hanno in mente una donna molto forte, più forte della media degli uomini, e questo fa sballare il loro ragionamento.
Parimenti queste persone non sono in grado di interpretare correttamente grafici e statistiche con tutti gli errori e le incomprensioni che ne conseguono.

L’idea di Asmongold sembra assurda però nella sua semplicità è molto elegante.
Possibile che si possa spiegare le affermazioni più controverse e apparentemente illogiche degli ipnobatisti (i seguaci dell’ideologia “woke”: v. Il sonno della ragione) con questa semplice mancanza di comprensione della statistica? secondo me sì.
Ma possibile che queste persone non si rendano conto della propria lacuna culturale? Anche questo è possibile: se sei stupido non ti senti inadeguato ma consideri stupidi coloro che non la pensano come te.

Insomma la ritengo una teoria plausibile ma che andrebbe confermata in qualche modo…

Il filmato di stamani me l’ha suggerito YouTube: si tratta del video di una tubista che non seguo ma di cui ogni tanto guardo i video sulla differenza di psicologia femminile/maschile soprattutto nel rapporto di coppia.
In questo caso spiegava come mai il pubblico maschile è entusiasta della ragazza “Hawk Tuah” mentre quello femminile no e, anzi la sopporta poco.
Ma chi è questa ragazza “Hawk Tuah”?
Apparentemente è ormai famosissima grazie a un breve video intervista di TikTok. Il video è andato virale e adesso ci sono numerosissimi meme basati sulla sua persona.
In pratica “Hawk Tuah” è una locuzione onomatopeica che riproduce il suono di aspirare la saliva con la bocca per poi sputarla sul… “coso”…
Vabbè, guardatevi il video: nella parte iniziale viene riproposta la breve intervista originale (poi se cercate troverete anche l’intervista completa di pochi minuti): Why men love the HAWK TUAH girl and why women don't get it.

Che dire? Divertente. Se scriverò un seguito al mio romanzo “Strabuccinator T-799” sicuramente vi inserirò questo concetto!

Conclusione: ma è davvero così famosa? Anche in Italia? Possibile che io viva sotto un sasso? Non l'avrei mai detto... ah! ah!