Pochi giorni fa scrissi Sei (6) fatti importanti su Biden. Una delle mie conclusioni era che, se non si ritirava spontaneamente, rischiava di essere eliminato: poi aggiungevo che, ovviamente, anche Trump era parecchio a rischio…
Ho saputo la notizia praticamente in diretta, verso le 3:00, da uno dei “miei” canali però ero fuso e sono andato a letto. Onestamente me ne ero completamente dimenticato anche perché pensavo che l’attentatore avesse usato una scacciacani… ma in effetti, negli USA, è più facile procurarsi un fucile che una fionda!
È stato un tentativo vero o si voleva solo impaurirlo? Beh, visto il sangue questo è un tentativo reale: non miri a un orecchio per fare paura rischiando di colpire la testa: spari alla testa e se sbagli mira puoi colpire l’orecchio.
E questo, se possibile, aumenterà i voti a suo favore alle elezioni: magari potrebbe avere conseguenze anche per Biden. Vedremo i sondaggi ma, forse, adesso ai democratici potrebbe convenire, perso per perso, mandare Biden alle elezioni e salvaguardare un candidato migliore per le elezioni successive. Ma questo è presto per dirlo.
La mia sensazione è che si tratti di uno squilibrato: ma come mai gli squilibrati commettono queste azioni? Ricordate l’uomo che attaccò Berlusconi con una statuetta (insomma un oggetto contundente di qualche tipo)? Anche lui uno squilibrato. E, senza andare troppo indietro nel tempo, sembra che uno squilibrato abbia colpito Robert Fico come pure l’ex primo ministro giapponese.
La maggior parte di questi casi è il frutto della propaganda dei media che eccitano il proprio pubblico dipingendo una certa figura politica come il male assoluto. Non so se questo è vero per Fico e il giapponese (Abe?) ma sicuramente lo è stato per Trump e Berlusconi.
Se stimoli l’odio in persone normali ottieni dei convinti oppositori politici: e questo è il risultato voluto. Ma su persone instabili, con tendenze violente, ottieni dei potenziali assassini.
La risposta normale sarebbe ammettere il problema e smettere di demonizzare gli avversari politici: sfortunatamente il meccanismo psicologico funziona troppo bene e la propaganda non vorrà rinunciarci.
Ora la propaganda globalista, la stessa che demonizzava Trump, dovrà nei prossimi mesi minimizzare l’episodio: magari arriveremo alla logica che “non è colpa dei media che lo dipingono come un mostro ma di Trump stesso che se l’è cercata”. Cercheranno di evitare che si trasformi agli occhi degli elettori come una vittima coraggiosa.
Modificato: 12:00 14/7/2024 Ho terminato di scrivere da un paio di ore il mio pezzo sull’attentato a Trump e ho trovato che l’articolo in maggiore evidenza di HuffingtonPost.it ha come titolo “La guerra culturale genera la guerra armata”. Tutto sommato c’è del fondo di vero se si interpreta la “guerra culturale” come l’estremizzazione delle idee con cui i media trasformano qualsiasi dichiarazione estraendola dal suo contesto: ci sono cioè idee diverse ma è solo la propaganda che le trasforma in “guerra culturale”.
Ma poi l’occhiello mi ha fatto capire che questa mia interpretazione è esatta: “Da quando è sceso in campo Trump la verità politica e il compromesso democratico come regole di governo sono andate in frantumi”. Ovvero un’altra maniera per dire “ha stata colpa di Trump”.
E un giornalista italiano su un quotidiano importante non scriverebbe così se non avesse visto che questa è la linea dei maggiori media statunitensi.
Io pensavo che prima di trasformare Trump da vittima in colpevole sarebbe stato fatto passare un mesetto ma, evidentemente, le elezioni sono troppo vicine e non c’è tempo da perdere.
Ridicolo, per esempio, il titolo della CNN: qualcosa tipo “I servizi segreti portano via Trump dal palco dopo che è caduto” (v. ‘Sad day for America’: Sky News host blasts CNN coverage of attempted Trump assassination. Interessante anche perché riporta numerosi esempi di demonizzazione di Trump).
Altro nuovo elemento molto importante è la dichiarazione di un testimone che aveva visto una persona sospetta armata di fucile su un tetto vicino, aveva subito allertato la polizia, ma a suo dire era stato ignorato. Importante perché adesso c’è il dubbio se i servizi segreti che gestiscono la sicurezza di Trump siano stati semplicemente incompetenti (sembra che sia pratica comune verificare tutti i luoghi elevati da cui si può sparare: il posto era piccolissimo e, sembra, che tutti gli altri tetti siano stati controllati tranne quello dove c’era il cecchino segnalato dall’uomo) oppure se volutamente si sia voluto dare la possibilità all’attentatore di uccidere Trump.
Il video del testimone che aveva avvertito la polizia è questo: A Historic Event.
L’attentatore sembra che sia stato ucciso: un ventenne. Peccato. Sia per lui stesso che per la verità: fosse stato possibile interrogarlo sono sicuro che si confermerebbe la mia teoria: qualcuno che pensava che l’origine di tutti i mali fosse Trump, che cercava di fare del bene alla nazione uccidendolo.
Da morto non potrà spiegare un bel niente: la propaganda avrà più facilità a creare una narrativa adatta.
Ecco, sento adesso, che anche uno spettatore è morto e un altro è ferito: quindi non si è sparato con una scacciacani e Trump ha avuto probabilmente una buona dose di fortuna.
Non sto a ripetere concetti già scritti ma rimando al pezzo L’esigenza dell’odio del 2021 e L’esaltazione del folle del 2019. Cercavo il pezzo dove scrivevo dell’attacco a Berlusconi ma ho verificato che accadde nel dicembre del 2009, qualche mese prima che iniziassi a tenere questo ghiribizzo: non so quindi quando ne scrissi…
Conclusione: vedremo se nelle prossime ore/giorni avremo notizie più interessanti ma credo di aver delineato il tutto. Sono solo curioso di scoprire quando i media inizieranno a dire che è stata “colpa di Trump”: io credo prima del solito a causa della vicinanza delle elezioni.
Il figlio della Concetta
12 ore fa
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