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domenica 7 luglio 2024

Gli orfani del male

Ancora non ho finito il pezzo complesso (non è COSì complesso: semplicemente non ci ho lavorato) ma due ghiribizzi che seguo mi hanno dato lo stesso spunto pubblicando sul medesimo argomento da prospettive simili sebbene non uguali.

Gli articoli in questione sono Meno male che Silvio c’era (da Il blog della Curiosona) e Un aeroporto a Silvio (da Il blog di Andrea). Dei due ghiribizzi ho già scritto in passato: politicamente la penso in maniera molto diversa ma comunque apprezzo il loro stile e le loro idee anche quando non le condivido. In particolare mi sono poi utili per avere il polso del classico cittadino di sinistra che si affida a La Repubblica e segue il telegiornale di Mentana (non ho idea se i bloggatori in questione si informino realmente su questi media: ma mi danno comunque l’impressione che rappresentino le idee proprio di quella fascia di popolazione).

Nello specifico, se ho ben capito, vi è la proposta per cambiare il nome dell’aeroporto di Malpensa in “Silvio Berlusconi”. Entrambi i bloggatori sono contrari a questa proposta a causa della condanna penale e definitiva dell’ex cavaliere.
Personalmente trovo la questione irrilevante come tutte le polemiche italiane: si discute del nome di un aeroporto per distrarre la popolazione da questioni “leggermente” più serie come, per esempio, il pericolo di guerra nucleare.
In particolare credo che la questione riguardi gli abitanti del comune (Milano?) e magari della regione in cui si trova l’aeroporto: e in Lombardia Berlusconi era decisamente più amato e apprezzato che nel resto d’Italia e, probabilmente, la macchia della condanna è vista semplicemente come un attacco politico della “magistratura rossa”. Se a queste persone direttamente interessate il nuovo nome sta bene allora secondo me non ci sono problemi.

Ma infatti non è di questo che volevo scrivere quanto, piuttosto, della cattiva politica italiana.
Dagli anni ‘90 in poi la politica italiana ha subito una grave involuzione culturale: programmi e ideologie sono finite in secondo piano con un generale abbrutimento del confronto politico in un circolo vizioso in cui il male generava il peggio.
La sinistra basava la propria campagna elettorale sul concetto “Berlusconi origine di tutti i mali” e, del resto, anche Berlusconi faceva lo stessa chiamando i piddini “comunisti” quando invece il PD si era, o almeno si stava trasformando, in un partito neo-liberista esattamente come e talvolta più della destra.
Agitando la muleta del “Berlusconi è il male assoluto” si è coltivato una nuova ideologia “politica”, una specie di teodicea sciocca e superficiale, che spiegava ogni male dell’Italia con quanto fatto o non fatto da Berlusconi. Con lo stesso criterio si è reso accettabile qualsiasi provvedimento politico: “A Berlusconi, il male assoluto, non piace: quindi deve essere bene”. Ovviamente questa pseudo ideologia è vuota di sostanza e significato politico ma si presta bene a essere veicolata dai media. Nell’epitome ([E] 1.3, “Limitazioni legate al pensiero e alle relazioni sociali”) scrivo del limite del “capro espiatorio”: per una serie di concause l’uomo ama moltissimo la spiegazione che l’origine dei suoi mali: 1. è semplice; 2. dipende da altri; 3. preferibilmente è una persona (non eventi naturali o esterni (*1)).

Poi dal 1994, l’anno in cui Berlusconi entrò in politica, fino al 2023 ho il forte sospetto che gli anni in cui ha governato la sinistra siano stati più numerosi di quelli in cui l’ex cavaliere era al potere ma, nonostante questo, l’Italia non ha fatto progressi significativi durante “il buon governo” della sinistra. Ovviamente perché i governi di sinistra erano altrettanto cattivi, quando non peggio (penso a Renzi), di quelli berlusconiani.

A me questa semplicissima riflessione pare ovvia ma per i seguaci dell’ideologia/anticulto “Berlusconi è il male assoluto” questa è una bestemmia: se Berlusconi è il male assoluto qualsiasi cosa non fatta da Berlusconi deve essere bene. Ovviamente la logica del ragionamento non torna ma i seguaci dell’anticulto non se ne rendono conto e trovano semplicemente impensabile e impossibile che un governo di "sinistra" possa prendere anche un solo provvedimento peggiore di quanto non avrebbe fatto Berlusconi.

Ma poi Berlusconi è morto. E io chiesi scherzosamente a mio padre: “e ora Crozza come farà?” ma la stessa domanda avrebbe dovuto essere posta alla sinistra, cioè “e ora il PD come farà?”.
La pseudo ideologia del “Berlusconi è il male assoluto” non ha più senso con la sua morte e quindi, politici ormai non più abituati a pensare e parlare di politica e media incapaci di fare giornalismo, si sono ritrovati senza un facile bersaglio con cui giustificare le proprie azioni e spiegare i mali dell’Italia.

Inizialmente, quando Salvini sembrava la figura di maggior spicco della destra, si è provato a sostituirlo a Berlusconi come “super malvagio”. Il tentativo ha funzionato dato che il personaggio del panciuto "capitano" che rotea il rosario in aria per arringare i suoi sostenitori è effettivamente molto folcloristico e si presta bene: adesso infatti Salvini è stato nettamente sorpassato dalla Meloni. E i media hanno problemi a trasformare anche la “modella svedese” nel “male assoluto” perché, per essere tale, deve anche essere unico (che poi c'è anche la concorrenza internazionale di Trump e Putin!).

Resta il fatto che c’è adesso un’ampia fascia di popolazione, identificabile sostanzialmente come “di sinistra” anche se la politica del PD è totalmente neo liberista, orfana del proprio anticulto. Persone che prima o poi dovranno ammettere che se le cose non vanno bene allora non doveva essere tutta colpa di Berlusconi: questo genera un’incomprensione della realtà e una conseguente dissonanza cognitiva che ancora non è stata univocamente risolta e provoca quindi malessere.

Io paradossalmente, nei pezzi sullodati, leggo soprattutto una triste malinconia e rimpianto per i tempi passati quando il male era semplice da riconoscere perché aveva un nome e un volto: i bloggatori giustificano quindi le proprie emozioni di rimpianto per un mondo più facile da capire con la polemica per il possibile nuovo nome di un aeroporto. Ecco: senza rendersene conto cercano di colmare il vuoto del rimpianto col cascame dell'indignazione morale propria dell'anticulto che non è più.

Conclusione: e in questo periodo storico dove il neo liberismo ha preso il controllo della stragrande maggioranza dei media, e con essa della narrativa dominante, in mancanza di fatti e dati concreti si ricorre sempre più spesso al “capro espiatorio”: negli USA il male assoluto è Trump a cui quindi va preferito anche un anziano affetto da demenza senile; nel mondo è Putin un “folle”, talmente “folle”, che forse è proprio grazie alla sua prudenza e moderazione se siamo ancora vivi.

Nota (*1): oppure, durante la pandemia, che la colpa della diffusione del virus non dipendeva dai provvedimenti irrazionali e inefficaci delle istituzioni ma da chi non si vaccinava (nonostante che già all’epoca le ricerche dimostrassero che il vaccino non impediva la trasmissione della malattia!). Di nuovo era più semplice criminalizzare una minoranza di persone che prendere atto degli errori commessi (magari inizialmente anche in buona fede) e invertire la rotta.

7 commenti:

  1. I due sono classici esempi di persone con qualche mezzo culturale , con la incapacità totale di sostenere un confronto dialettico oggettivo, con la testa farcita di oppio ideologico.
    Wsempi di intellettuali da scrivania che studiano lo sci sui libri e poi danno addosso ai maestri di sci fasciofassisti perché è tutto sbagliato.
    Avere mezzi culturali e poi detestare la realtà a causa delle strampalate sinistre ideologie che ti riempiono la testa è frequente, come la loro disonestà intellettuale.
    Si possono leggere memorabili pagine su questa magniloquenti demenze cattedratiche nelle pagine di Bagnai.
    Il signore di Arcore a me garbava poco, e scrissi varie pagine sui perché e percome.
    Questi invece lo odiano, lo detestano visceralmente perché il signore ebbe il grande pregio (come il fascismo) di salvare l'Italia da questa manica di zeloti settari assatanati e delle loro fallimentari sociologia per disastri.
    UUiC

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    1. Ah! Ah! Mi sembra un po' troppo duro nei loro confronti: anzi diciamo che distinguerei fra i due.

      Andrea mi pare abbia iniziato un cammino in cui si rende conto che non tutto è esattamente come pensava, certo è all'inizio e quindi le sue idee non si discostano molto da quelle della narrativa dominante. Però è una persona che ragiona.
      Ora io, sia per natura sia perché li ritengo improduttivi, evito i confronti accesi che secondo me non portano a niente e, anzi, tendono a cristallizzare le posizioni di "principio". Però su temi dove le nostre divergenze non erano ampie, dove magari esgli stesso esprimeva dubbi o perplessità, gli ho esposto il mio punto di vista che, mi pare, anche se non pienamente condiviso è stato comunque accettato e rispettato.

      Con la Curiosona invece evito qualsiasi confronto perché non percepisco la stessa voglia di comprendere e ragionare andando oltre la narrativa dominante. È proprio il suo carattere che si riflette nel suo stile: molto raramente esprime le proprie opinioni piuttosto ripropone quelle pubblicate da altre spiegando di condividerle.

      Oltretutto, me ne sono accorto solo dopo aver scritto il mio pezzo, il titolo del suo articolo ("Meno male che Silvio c'era") conferma esattamente la mia teoria sul "rimpianto"!
      Solo che nel suo caso la contraddizione fra quello che legge/ascolta dai media e la sua percezione della realtà è tutta ancora a livello inconscio (come appunto conferma il titolo) mentre in Andrea inizia a emergere a livello conscio.

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  2. Sul liberismo, messer Vapore Sodo, sapete che sono ai vostri antipodi, visto che noto l'ingerenza economica, normativa, ideologica dello stato (progressista, europeo) in OGNI ambito della vita.
    Dagli incentivi per gli stuzzicadenti elettrici fino alla prassi pro-criminalità quotidiana atta ad assicurare la certezza della impunità, dagli uteri in affitto fino alla follia 110%, dai divieto di macello per piccoli contadini al ciarpame inklusivo LGzBYQWERTY, dall'estasi adorante per deficit e debito pubblici, alle norme contro il genere nei documenti amministrativi, erc. . Finisco perché altrimenti consumo la tastiera.
    UUiC

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    1. Allora intanto una premessa: non sono contro il liberismo ma contro i suoi eccessi.
      E anzi, quelle che lei considera ingerenze dello stato io le vedo come effetti del "turboliberismo" in quanto UE e, nel nostro piccolo il governo italiano (Meloni/Conte o Schlein che sia/fosse/sarebbe), subiscono e anzi gioiosamente accettano le pressioni delle lobbi.

      In altri termini la democrazia è uno strumento delle oligarchie economiche globali usato per imporre alla società occidentale la propria ideologia (che io nell'epitome chiamo "Profittismo" [E] 14.4).
      Gli interventi a gamba tesa dello Stato nella vita dei cittadini non sono liberali ma ultra-liberisti.

      Ecco forse questo è il motivo per cui non ci capiamo: io distinguo fra liberalismo (di cui sono grande credente) e liberismo (l'ideologia economica); lei invece sovrappone, come gli inglesi, i due concetti insieme. Al riguardo lessi un'ottima spiegazione di Sartori: Indietro su Sartori 6

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  3. > che spiegava ogni male dell’Italia con quanto fatto o non fatto da Berlusconi.

    Ci sono vari di questi schemi retorici e ideologici banali se non cretini.
    M5S - sempre colpa dei (vertici) politici
    Lega - sempre colpa dell'Europa
    Sinistrame vario - sempre colpa dei fassisti
    Quari sono gli schemi di demagogia per cretini che hanno più successo.
    La lista è più ricca: la lotta a ciò che esternamente corrisponde ai propri demoni interni e gli antagonismi coi quali ciò si manifesta sono una delle possibili cause.

    Berlusconi fu odiato anche perché uno che si fece da sé, con tutti i limiti del caso (lascio perdere qui il filtro passamerda) e ciò è massimamente intollerato dai principi e baronetti della critica, a stento riesco a fare le o col bicchiere.
    Fu ed è odiato dalla sinistra in quanto ennesimo caso reale che frantuma, demolisce il dogma allucinatorio dello ugualismo che è il pilastro centrale della sinistra.
    Uguali un bel ciuffolo, io ho fatto grana, successo e impero, sono pieno di gran ficone, e tu sei ancora lì a farcirti la testa coll'oppio prima rosso poi arcobalengo e a farti tante seghine ideologiche da scienze_politiche.
    Ciò che dimostra la fasullaggine delle uguaglianze è massimamente odiato e combattuto.
    Con un paio di schemini ideologici demagogici si sostengono le deboli menti ammassate.
    UUiC

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    1. Sì, sono d'accordo con lei: nel mio pezzo mi sono concentrato sull'anticulto di Berlusconi ma come spiego nella mia premessa è tutta la politica che si è abbrutita.
      Ora c'è solo guerra di propaganda non di idee e ogni partito ha i suoi argomenti (propagandistici) preferiti...

      Probabilmente è anche vero che Berlusconi abbia attirato su di sé ulteriori antipatie a causa del suo successo e ricchezza. Personalmente faccio un po' fatica a giudicare perché di natura non sono molto invidioso.

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    2. Da qualche parte, nel mio diario, ho una pagina in cui Pasolini rimarca i disastri del consumismo cosa che fa impallidire le ugualizzazioni del "Facciamo l'Italia" fasciste.
      Berlusconi navigò egregiamente questo processo liquefacente.

      Ovvero lamentele sul brodo grasso visto che nel patto di Varsavia subirono il mille mila volte il peggio del comunismo e si liberarono solo ad autunno 1989.
      Mi ricorda quei decerebrati LGBxyTQwerty che protestano pro Palestina = Hamas, dove un frocio ai livelli superiori di Hamas venne giustiziato in quanto diversamente sessuale e le femministe vengono imburkate e chiuse in casa a pattoni a sfornare pargoli.
      C'è una innata tendenza al peggio che anima questi antagonisti e non può che essere che così, come rimarcato dalla psicologia.
      Essere contro (e.g. contro Berlusconi) è la peggiore, in assoluto, strategia di vita.
      Invidia? Anche! Il loro compagno Mao che ben conosceva i sinistri pollai, diceva che ogni operaio è solo un mancato borghese frustrato che non ha altro anelito che diventarlo.
      Nel capoluogo della provincia in cui vivo è pieno di sinistroni (terroni) che passano al Rolex e Mercedes appena hanno due palanche due. Stile D'Alema e Napolitano.
      Quelli che non riescono rimangono a fare i talebani come la tale Gius* LaTorr* e le sue lotte contro i mulini a vento della realtà.
      Una delle mille murgia che più han problemi e più vogliono correggere il mondo (ancora sano).
      UUiC

      P.S.
      Ora blogger è tornato a non riconoscermi, qui.

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