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martedì 30 giugno 2015

La situazione greca

Ieri, tanto per smentire me stesso (v. introduzione di Risperanza greca), ho seguito il telegiornale di Sky: sono rimasto esterrefatto!
Ho assistito a una mezz'oretta di linciaggio mediatico di Tsipras accusato di rovinare la Grecia e l'Europa con la sua miopia! Il completo ribaltamento della verità!
Oltretutto, almeno nella parte di propaganda che sono riuscito a sopportare, non hanno mai riportato (nemmeno nella maniera parziale e imperfetta tipica dei nostri giornalisti) le motivazioni del governo greco: chiaramente non c'era nemmeno l'intenzione di provare a fare un'analisi completa della situazione Greca ma solo, appunto, di screditarne il più possibile il suo governo...

Grazie a questo telegiornale ho però capito che la maggior parte degli italiani (e, suppongo, degli europei) non sappiano, o non ricordino, come si sia arrivati a questa situazione, di chi siano le responsabilità e quali siano i fatti reali.
Inoltre voglio dimostrare che durante la notte non mi invento dal nulla le affermazioni che scriverò l'indomani: per questo segnalerò o citerò dei pezzi che ho scritto sulla Grecia dal 2011 in poi...

Come al solito non è facile trovare il punto di partenza più adatto per narrare una storia: ogni fatto dipende da una catena di cause che è possibile far risalire, praticamente a piacere, nel tempo.
Nel caso greco direi che un buon punto di partenza siano la crisi democratica del mondo occidentale e la fragilità e spregiudicatezza del sistema finanziario mondiale.
Da tempo l'economia greca era in sofferenza (*1) e il suo debito pubblico andava sempre più aumentando: per restituire il debito in scadenza e pagarne gli interessi emetteva titoli di stato a tassi sempre più alti; si arrivò comunque a una situazione in cui la Grecia rischiava di essere insolvente.
Il “problema” è che i titoli di stato greci, che rischiavano di divenire carta igienica, erano stati acquistati dalle banche allettate dai facili guadagni. Un caso esemplare è stato quello della banca belga DEXIA, esposta per 21 miliardi con obbligazioni dei paesi “pigs” di cui 3 miliardi in titoli greci.
Le banche, in cambio di interessi altissimi, accettavano il rischio che il debito non venisse ripagato: se questo rischio non ci fosse stato per quale motivo i tassi avrebbero dovuto essere così alti? Per chi compra tali titoli quando il gioco va bene i profitti sono grandi ma, quando va male, si perde tutto l'investimento.
Le banche dovrebbero quindi effettuare queste manovre con oculatezza, tenendo sempre presente la possibilità che l'investimento andasse a finire male ed evitando quindi di esporsi troppo.
Ma il sistema finanziario internazionale ha ormai da molto tempo perso il buon senso: chissà, forse alla ricerca dei mega bonus, molti banchieri avevano autorizzato l'acquisto sconsiderato di titoli di stato di paesi a rischio...
Ora ci raccontarono che queste banche avrebbero rischiato di fallire a causa del default greco: questo è probabilmente vero per alcune di esse ma adesso credo che si sia voluto principalmente tutelare i guadagni dei ricchissimi.
Comunque sia, il risultato fu che le banche che avevano fatto speculazioni azzardate, invece di essere lasciate al loro destino (come credo sarebbe stato meglio per risanare l'ambiente economico/finanziario), furono salvate con soldi pubblici. Alla DEXIA pensò il governo belga che, con i soldi dei contribuenti belgi, salvò tale banca.
Tutto questo lo scrissi nel 2011 nel pezzo Soldi facili.

Il problema erano però le banche greche: queste erano le più esposte nei confronti delle obbligazioni del proprio stato e, ovviamente, la Grecia non aveva le risorse economiche per salvarle. E poi c'era la minaccia del “contagio”: la prospettiva del default greco rendeva immediatamente più realistico anche il fallimento di altre nazioni pesantemente indebitate; automaticamente questo rischio, vero o presunto, costringeva tali stati ad aumentare i tassi delle proprie obbligazioni aggravando le rispettive situazioni economiche (il famigerato “contagio”).
Emblematico è il caso dell'Italia: all'epoca il suo debito pubblico, considerato affidabile, era in gran parte (mi pare per una quota intorno al 70%) in mano a banche estere.
Ma torniamo alla Grecia: si decise quindi di salvare le banche greche per tutelare i cattivi investimenti delle banche europee. Per farlo si decise di adoperare un fondo europeo appositamente creato ma prima (e questo è sintomatico della crisi democratica nel mondo occidentale) fu scelto in Grecia un curatore fallimentare, Antōnīs Samaras, che tutelasse dall'interno la “manovra” europea (e altrettanto accade in Italia dove da Bruxelles fu mandato Monti).
Non si tratta di una mia teoria da complottista paranoico ma di un fatto dato ormai per assodato da giornali considerati “seri” come l'Economist: vedi il pezzo del 2014 Democrazia e-conomista dove riassumo un'illuminante articolo di tale rivista.

Così alla Grecia arrivarono miliardi di euro che però non entrarono nel sistema economico del paese, rivitalizzandolo e rilanciandolo, ma sparirono nel “buco nero” delle banche elleniche.
Contemporaneamente la ricetta economica di Bruxelles applicata in Grecia dal curatore fallimentare Samaras non funzionava: l'economia invece di ripartire si contraeva sempre più (come del resto accadeva in Italia dove l'altro curatore fallimentare, Monti, eseguiva le istruzioni ricevute).

Alla fine la pezza che fu temporaneamente trovata fu quella del famoso fondo “salva stati” che garantiva il debito in cambio di precisi obblighi (tipo il pareggio di bilancio) degli stati beneficiari.
Ma questo fondo “salva stati” era una soluzione che poteva essere definitiva?
Riflettiamoci: il problema della Grecia era il debito pubblico fuori controllo (*2). Per “fuori controllo” intendo che è destinato a crescere sempre di più senza alcuna possibilità di ripagarlo.
Qualche anno fa feci una ricerca in tal senso e c'è una formuletta facile facile che lo dimostra: vedi il pezzo Strategia errata.
Può quindi un fondo, per quanto elevato, garantire indefinitamente per un debito che mese dopo mese cresce sempre più?
Ovviamente no! Prima o poi il bubbone è destinato a scoppiare...
È come se un idraulico, invece di riparare un tubo che perde all'interno di un muro, si limitasse a rifarne un po' l'intonaco e a rimbiancare la parete per nascondere la gora di umidità. Prima o poi l'acqua ricomincerà a filtrare attraverso di esso e, anzi, i danni nel frattempo saranno accresciuti.

L'Italia non avrebbe dovuto assolutamente investire il denaro degli italiani in questa iniziativa destinata a fallire. Io lo scrissi e lo riscrissi ma all'epoca Monti, che si pavoneggiava fra gli applausi dei media entusiasti, seguiva pedissequamente le istruzioni che riceveva da Bruxelles...
Nel 2012 su questo argomento scrissi: Monti 23: ci è o ci fa? (“La Grecia è come una famiglia nelle mani degli strozzini (i grandi gruppi finanziari): non c'è verso che riesca a pagare il suo debito. Nella mia analogia l'Europa le dà piccoli aiuti per pagare qualche rata in cambio dei gioielli di famiglia: a mio avviso rendendosi complice degli strozzini. È evidente che questa situazione non può andare avanti molto a lungo e che, prima o poi collasserà.”); Monti 24: da applausi (“Sullo «spread» mi sono già espresso ma ricapitolo brevemente: lo spread è calato a causa del pernicioso accordo Salva Stati non certo per la salute economica dell'Italia. Questo significa che tale calo è solo una tregua: quando i mercati si renderanno conto del tracollo dell'economia italiana, i nostri BTP risulteranno appetibili come formaggio andato a male. Sì, certo, in quel caso interverrà l'accordo Salva Stati (che però è un palliativo, una medicina che dà sollievo ma non cura) ma la fregatura è che tale accordo scatterà anche per gli altri paesi europei in crisi, in primis la Grecia, e in questo caso sarà l'Italia a dover mettere mano al portafoglio spendendo n miliardi (*3) in titoli di stato spazzatura.”) e, soprattutto, Monti 20: riassunto (“Come ho scritto altrove la mia speranza era quella che paesi come la Grecia fossero lasciati fallire cosicché i cittadini si rendessero conto che ciò non è la fine del mondo. La soluzione attuale invece non risolve i problemi economici ma rinvia solamente l'inevitabile fallimento...”)

Riepilogando: la Grecia è destinata a fallire perché il suo debito (come quello italiano) è fuori controllo. È quindi solo questione di tempo prima che ciò accada. Anche col referendum di domenica, se vincessero i “sì”, il tracollo sarebbe solo rimandato. Al contrario, un governo che voglia fare l'interesse dei propri cittadini deve agire proprio come sta facendo Tsipras: nella sua intervista (v. il corto Yanis Varoufakis im Europaforum WDR) il ministro delle finanze greche Varoufakis si è (comprensibilmente) guardato dal dirlo apertamente ma la sua intenzione (e quella del governo) è quella di seguire l'unica strada percorribile, ovvero il default, perché l'alternativa, spremere di più i greci, non servirebbe a niente e, prima o poi, il fallimento sarebbe comunque inevitabile.

L'Italia ci rimetterà dal possibile default della Grecia?
Certo che sì: 37,5 miliardi di euro non sono bruscolini! Ma la colpa non è della Grecia ma dell'Italia che col governo Monti ha prestato i soldi a usura. La Grecia si sta solo giustamente ribellando agli strozzini che la stavano lentamente strangolando...
Quindi la colpa per le conseguenze italiani dell'eventuale default greco sono principalmente di Monti e di chi l'ha votato. Ah, già nessuno votò Monti (crisi democrazia occidentale) che fu scelto da Bruxelles, consacrato dal nonno del colle e ricevette la “fiducia” da PD e PDL. Quindi la colpa è di chi votò PD e PDL nel 2008. Non mia: io all'epoca mi astenni perché avevo capito che, al di là delle chiacchiere, tali partiti rappresentavano la stessa robaccia (v. lo storico Douche and turd)...

Nota (*1): ma l'essere all'interno dell'euro dava un'illusione di sicurezza; alcuni dicono che il colpo di grazia ai suoi conti pubblici fu dato dalle spese sostenute per l'organizzazione delle olimpiadi...
Nota (*2): ieri al telegiornale hanno detto che è al 170% quindi immagino che anche qualche anno fa fosse molto alto...
Nota (*3): sempre secondo il telegiornale di ieri l'esposizione dell'Italia è ben più alta di quanto, pur nel mio pessimismo, avevo previsto: 37,5 miliardi di euro...

lunedì 29 giugno 2015

Risperanza greca

Colpevolmente, lo so, non seguo più i media: né alla tivvù né in rete.
Come (mi pare) spiegai tempo fa non mi va di farmi cattivo sangue sentendo cantare la peana all'operato del governo o di assere aggiornato sugli intrighi, fini a se stessi, dei mestatori di palazzo. Oramai l'operato del governo lo si può giudicare più accuratamente guardando la realtà sociale che ci circonda piuttosto che ascoltando le dichiarazioni boriose del bimbotto di Rignano...
Certo mi perdo notizie divertenti come il bollettino degli arresti quotidiani in casa PD-PDL o magari degli strascichi processuali di Berlusconi ma, insomma, il gioco comunque non varrebbe la candela.

La vera controindicazione è che talvolta mi perdo anche degli eventi di cronaca, anche discretamente importanti, fino a quando, magari con diversi giorni di ritardo, non mi imbatto in qualche commento o articolo condiviso su FB.
Ad esempio non so praticamente niente dell'Isis, né della crisi in Ucraina, né dei clandestini che bivaccano ai confini (*1) né di tanti altri argomenti probabilmente sulla bocca di tutti. Quando poi magari ne vengo a conoscenza l'argomento è già “freddo” e, spesso, è tardi per scriverci un commento interessante.

Eppure, pur non conoscendone i dettagli, voglio dire la mia sulla situazione in Grecia.
Il motivo è che non è necessario conoscerne i particolari: le richieste dell'Europa, la controproposta greca, il numero dei miliardi, la situazione sociale del paese...
Tutti questi elementi sono infatti irrilevanti.
L'unico fattore determinante è che la Grecia non ha la possibilità economica di ripagare il proprio debito che, per questo, è solo destinato ad accrescersi.
Le varie “ricette” provenienti da Bruxelles sono solo indicazioni su come pagare gli interessi sul debito e soddisfare temporaneamente i creditori. Non risolverebbero nulla nel medio/lungo termine e, anzi, affonderebbero ancora di più l'economia e la società greca.
Il debito greco, lo ripeto, è fuori controllo e non è possibile estinguerlo: le strade percorribili dal governo greco sono pertanto solo due: o seguire le istruzioni di Bruxelles massacrando i propri cittadini per ritrovarsi poi, dopo sei mesi, al punto di partenza oppure dire “Signori ci dispiace ma questo debito non siamo in grado di pagarlo: che facciamo?”
Un governo che voglia essere dalla parte dei cittadini ha in realtà un'unica possibilità: la seconda. Dire “no” allo strozzinaggio delle banche che vorrebbe condannare la Grecia a una perenne schiavitù economica.

Questa scelta avrà delle ripercussioni economiche negative anche sull'Italia e l'Europa?
Non lo so, è probabile di sì, ma rimane il fatto che il governo greco, se vuole fare l'interesse dei propri concittadini, non può fare diversamente.

Ricordo poi che la situazione del debito greco è analoga, anche se in scala più ridotta, a quella del debito pubblico italiano. Anche il debito pubblico italiano ormai non è più estinguibile.
I tassi sono artificialmente mantenuti bassi solo perché i governi da Monti in poi hanno diligentemente eseguito ogni folle richiesta di Bruxelles. Ma non siamo in una situazione di equilibrio e, anzi, il debito in questi anni ha continuato a crescere senza controllo.

Non posso che rimandare a quanto scrissi nel maggio del 2012 in Speranza greca: spero cioè che la Grecia mostri quale sia l'unica strada percorribile anche all'Italia.

Conclusione: considerando quanto la cronaca attuale mi faccia presagire del terribile futuro prossimo che ci aspetta è così strano che io preferisca non seguirla?

Nota (*1): su questo un rapido commento lo voglio comunque fare. Ad aprile scrissi 20+ (che oltretutto ha un'introduzione molto simile all'odierna) dove spiegavo quale, secondo me, fosse il “piano” per la gestione dell'emergenza immigrati. Mi cito: “Cosa vuole ottenere quindi il governo Renzi disperdendo gli immigrati su tutto il territorio nazionale? Io credo che si tratti della solita “furbizia” italiana: l'Italia per le leggi internazionali ed europee dovrebbe farsi carico dell'emergenza ma per incapacità politica e limiti economici non ne è in grado. La soluzione pensata è quella di dare la possibilità ai singoli immigrati di far perdere le proprie tracce e raggiungere gli altri paesi il più presto possibile. Una volta all'estero sarà nell'interesse dell'immigrato cercare di non tornare in Italia: per questo mi chiedevo quanto bene siano stati identificati gli immigrati: non mi stupirei se fosse stato dato ordine di identificarli nella maniera più approssimativa e superficiale possibile...
Ma l'astuzia del furbetto di Rignano, che io stesso avevo subito compresa, è stata inevitabilmente capita anche dai nostri paesi confinanti col risultato del blocco delle frontiere...

sabato 27 giugno 2015

I quindici dolori

Nella mia generale abulia indotta da videogiochi sono comunque riuscito a leggere un libretto simpatico: Le quindici gioie del matrimonio di Gilles Bellemère, Ed. Rizzoli, 1953, trad. Ugo Dèttore.
In realtà si tratta di un manoscritto anonimo della fine del XIV secolo e l'autore, il vescovo di Avignone, è solamente presunto. Il libro è piuttosto divertente e racconta le disgrazie che capitano, sempre a causa delle mogli, all'incauto che scelga di sposarsi. Però, al di là delle divertenti peripezie maschili, è interessante il ritratto che fa della famiglia del suo tempo: l'autore non scrive dei nobili (forse superiori a queste cose?) né dei contadini ma, lo si capisce fra le righe, del commerciante benestante che ha diversi servi in casa.

Questa lettura mi ha anche portato a fare un'interessante, ma forse per alcuni banale, riflessione sulla donna: essendo però questo un corto ne rimanderò l'esposizione a un prossimo pezzo...

Aggiornamento viario - 29/6/2015
Ultimamente scrivo poco (e male) ma l'avevo predetto (v. il corto Verso la normalità). Dopo dieci anni che non vedevo un gioco moderno sto facendone un'abbuffata. Inizia però la sensazione di indigestione, quell'essere stanco del divertimento fine a se stesso che diventa quasi fatica e nausea. Continuo a pensare che fra 5-7 giorni riuscirò a trovare un ritmo che mi permetta di conciliare insieme tutti i miei interessi.
Tanto per dirne una, sono ben quattro giorni di fila che mi esercito con la chitarra!

Yanis Varoufakis im Europaforum WDR - 29/6/2015
Rimanendo nell'argomento di Risperanza greca mi hanno segnalato il seguente video che contiene un'intervista (in inglese) al ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis:

L'uomo mi ha fatto un'ottima impressione: intelligente, deciso e con le idee chiare. E poi, nonostante il pesante accento, usa un inglese piuttosto ricercato e preciso: fa fare un'ottima figura (*1) alla Grecia!

Nello specifico dell'intervista mi hanno colpito i seguenti elementi:
- il 91% del primo prestito alla Grecia è finito alle banche e non è stato usato per rivitalizzare l'economia con il risultato di finire inghiottito nel nulla.
- l'idea che Tsipras cerca di vendere è quella di legare il pagamento del debito alla crescita della nazione: in questa maniera investitori e greci avrebbero lo stesso obiettivo (*2).
- Quando la giornalista gli ha chiesto se è disposto a scendere a compromessi lui le ha risposto: “sono dispostissimo a fare compromessi, per dialogare il compromesso è necessario e inevitabile, ma non sui principi: voglio fare compromessi ma senza compromettermi” (*3)
- “Fossi stato un politico di mestiere sarebbe stato facile accettare i 7 miliardi di finanziamento alle condizioni imposte da Bruxelles: avremmo intascato l'approvazione dell'Europa ma senza risolvere i problemi della Grecia che si sarebbero puntualmente ripresentati” (*3)

Nota (*1): non come il giullare di Rignano...
Nota (*2): non dice che la crescita, per quanto alta, non sarebbe in grado di ripagare il debito... Ma magari mi sbaglio io che do per scontato che i numeri greci siano analoghi a quelli italiani...
Nota (*3): traduzione a memoria molto libera!

Varoufakis bollito, anzi vaporizzato... - 30/6/2015
Non sapete quanto io adori le coincidenze che mi sembrano segni del destino, e non sono il solo: anche gli antichi greci la pensavano come me e vi vedevano i messaggi degli dèi...

La coincidenza odierna, segnalatami da un amico lettore, riguarda Steam di cui ho scritto pochi giorni fa in Giugno afoso anzi vaporoso e il ministro greco delle finanze greche Yanis Varoufakis (v. i pezzi di ieri e oggi)! Sembrerebbe impossibile ma non è così: Varoufakis ha infatti lavorato proprio per Steam studiando e migliorando l'economia virtuale di tale sistema! Non ci credete? Ecco il collegamento (sito affidabilissimo!): Yanis Varoufakis: dalle transazioni di Steam al Ministero greco dell'Economia

Ma non è tutto! Avete presente il romanzo Arresto di sistema che ho commentato nell'omonimo pezzo del 7 giugno scorso? Beh, l'autore si è ispirato a uno studio accademico intitolato “L'economia di Ultima Online” e ha poi approfondito la materia interessandosi al campo ancora in sviluppo “dell'economia applicata ai MMORPG”! Probabilmente lo stesso settore in cui ha lavorato Varoufakis!

Tre cogli### che la pensano come me - 30/6/2015
Grazie a FB (è uno strumento pericoloso ma ha anche la sua utilità) mi sono imbattuto nel seguente articolo in cui tre semi-sconosciuti economisti auspicano, come me, che al referendum di domenica in Grecia vinca il “no”.
Ecco qui: Votate no per salvare la democrazia dal sito dell'Espresso. Da leggere.

martedì 23 giugno 2015

CK2: Scenario Iniziale (1/?)

Negli sporadici pezzi pubblicati in questi giorni ho parlato con grande entusiasmo di Crusade Kings 2. Per questo motivo ho deciso di “raccontare” la mia prima partita di prova a tale gioco.
Avevo visto decine di video su Youtube col risultato di avere un ottima idea di cosa fare senza però sapere come: cioè avevo chiara la mia strategia ma non quali pulsanti dell'interfaccia usare per ottenere quello che volevo; o magari, altre volte, mi erano sfuggiti dei particolari che però sono poi andati a fare la differenza con esiti comici/catastrofici...
Lo “scenario iniziale” è una specie di tutorial in cui di tanto in tanto appaiono delle indicazioni su cosa fare (non troppo chiare) e che dovrebbero far capire (*1) i principi del gioco. Il problema è che ti mettono alla guida del piccolo regno di Leon (*2), nel 1066, nella travagliata penisola iberica insidiata dagli infedeli. Inoltre in tale zona la legge di successione è particolarmente intricata col risultato che tutti i figli maschi si spartiscono il regno del padre e tutti vantano diritti sui territori altrui o sono in qualche linea di successione: questo porta a una particolare instabilità. L'unica facilitazione di questo scenario è che per i primi 15 anni è impossibile morire (e, immagino, complottare per uccidere i propri fratelli come avevo cercato di fare io!).
Per capirci all'inizio del gioco i fratelli del mio personaggio sono il re di Galizia e il re di Castiglia mentre alcuni cugini sono i re di Navarra e Aragona...
Di seguito i miei appunti, scritti in prima persona per renderli più coinvolgenti, con eventuali note/spiegazioni fra parentesi quadre.

Nota (*1): il problema è che se non si riesce a fare quello che viene chiesto non appare più nessuna indicazione né è possibile (o almeno a me non è riuscito) far riapparire il messaggio originale per poterlo rileggere. Probabilmente, dopo pochi anni di gioco, devo aver sbagliato qualcosa perché non ho più ricevuto istruzioni su cosa fare!
Nota (*2): gli esempi che avevo visto io invece partivano da una piccola contea dell'Irlanda in una situazione enormemente più tranquilla!

Gennaio 1066 - sono re Alfonso II di Leon, i miei fratelli sono il re Sancho II di Castilla e il re Garcia II di Galizia. I re di Navarra e Aragona sono miei cugini. Se fossimo una famiglia unita saremmo molto potenti ma le divisioni e le invidie minano la nostra forza e, spesso, gli infedeli ne approfittano. Io stesso non sono privo di difetti: sono paziente ma anche subdolo, cinico e leggermente paranoico. Come un'ombra elusiva mi aggiro per la corte notando tutto e tutti: mi considero un maestro nell'arte dell'intrigo [23 e la media è 9!].
Dovrò cercare di fare del mio meglio per aumentare la potenza del mio regno, il mio prestigio e la santità della mia anima.
Maggio 1066 - non sono sposato e il regno ha bisogno di un erede altrimenti, se mi capitasse una disgrazia, i miei territori passeranno nelle mani incapaci di Sancho II. Per questo motivo devo prendere moglie: ma non la voglio solo bella deve anche essere in grado di contribuire validamente. In particolare dovrebbe essere una buona amministratrice abile anche negli intrighi di corte.
25 Maggio 1066 - ho sposato Gustio [non mi sono annotato il cognome!] che risponde perfettamente ai requisiti che volevo.
Luglio 1066 - Ho promosso Alvares Salvadorez nel Gran Consiglio Reale al posto di Nuño Alfonsez ma ho il presentimento di aver fatto un errore. [in effetti volevo migliorare l'opinione di Nuño Alfonsez su di me (-80) e per sbaglio lo destituito dal suo incarico. Ora ha -100 e il sostituto è più scadente...]
Ottobre 1066 - Ho affidato la mia personale baronia di San Pedro al barone Tello: sarà in grado di ripagare la mia generosità? Temo di no... [volevo assegnare questa baronia a un personaggio senza terre per migliorare la sua opinione di me ma, di nuovo, ho sbagliato qualcosa con l'interfaccia col risultato di averla data a un personaggio a caso!]
Novembre 1066 - Gonzalo di Salamanca guida una rivolta contadina. Niente di preoccupante.
6 Dicembre 1066 - Gonzalo è sconfitto e incarcerato.
Dicembre 1066 - la regina è incinta: sarò veramente io il padre? Sono troppo sospettoso: non ho motivi di dubitare...
2 Febbraio 1067 - mi è giunta voce che quella mestatrice di mia zia, la principessa Urraca di Castiglia contessa di Zamora, stia cercando il sostegno di altri vassalli per usurpare il mio trono. Sono più annoiato che preoccupato: non è mai stata in grado di realizzare niente, figuriamoci una congiura!
27 Marzo 1067 - dopo mesi di riflessioni e dopo tre giorni di digiuno e preghiera sono sicuro di quale debba essere il mio destino. Non devo perdere tempo in intrighi inconcludenti in questo regno che mi è sì caro ma anche stretto: devo ampliare il mio orizzonte, pensare in grande!
Ho deciso quindi di conquistare le isole Canarie e da lì poi, col tempo, magari l'intera Africa nord occidentale in maniera da stringere gli infedeli in una tenaglia da cui non avranno scampo. [Questa missione è una totale follia impostami dal tutorial che candidamente ammette di volermi semplicemente far imparare a usare le navi!]
1 Aprile 1067 - il potente conte Diego delle Asturie e Oviedo sta organizzando una fazione di ribelli per usurpare il mio trono. Dovrò prendere provvedimenti: Diego è astuto e potente.
2 Aprile 1067 - chiamo a raccolta le mie truppe e quelle dei miei vassalli: l'infido Diego mi manda solo il minimo di soldati stabiliti dalla legge... Nel frattempo chiedo aiuto ai miei fratelli e cugini per assistermi in questa nobile impresa.
7 Aprile 1067 - assoldo una flotta di navi per trasportare il mio valoroso esercito in guerra. Il costo è altissimo ma non me ne preoccupo [il gioco mi ha regalato magicamente qualcosa tipo 2000 dobloni, una cifra enorme!]
11 Aprile 1067 - sorprendentemente mi offrono tutti il loro aiuto tranne mio cugino Sancho, re di Aragona.
23 Maggio 1067 - l'esercito salpa alla volta delle Canarie!
5 Luglio 1067 - è nato e sta bene il mio primogenito, il principe Fernando! Sicuramente un ottimo auspicio per le battaglie dei prossimi giorni...
11 Luglio 1067 - iniziano le operazioni di sbarco. Durante le manovre ho visto una colomba di un bianco abbagliante volare alta nel cielo: è certamente lo Spirito Santo che benedice la mia missione!
Agosto 1067 - gli scuri pagani che abitano queste grandi isole, ripetutamente battuti in molte schermaglie, si sono rinchiusi nelle loro fortezze: mi aspetta un lungo assedio.
25 Febbraio 1068 - Cosa combina mio fratello Sancho? Manda la Castiglia in rovina! A malincuore devo prendere provvedimenti estremi: non ha figli e io sono il suo diretto successore. Le mie spie mi dicono che posso contare sull'appoggio della regina Sancha di Castiglia e del potente sindaco di Almura. [Questa mi pare sia sta una mia iniziativa: la potenza del complotto era di oltre 200 e, in teoria, avrebbe dovuto andare in porto in pochi mesi ma, evidentemente, il tutorial aveva reso tale personaggio invulnerabile come il mio. Più o meno a questo punto ho smesso di ricevere le indicazioni su cosa fare...]
28 Febbraio 1068 - le mie stanno indagando per smascherare il piano della fazione del conte Diego.
Gennaio 1069 - ordino varie migliorie al mio castello di Leon [non ricevendo istruzioni su cosa fare sperpero il mio denaro. Col senno di poi credo che avrei dovuto creare dei ducati ma ormai avevo perso il (labile) filo del tutorial]
13 Aprile 1069 - ho la prova del complotto: ora ho qualcosa di concreto in mano per mettere il conte Diego alle strette!
15 Aprile 1069 - ho minacciato il conte Diego ed egli ha rinunciato ai suoi propositi implorando la mia clemenza. Io l'ho fatto rimanere per qualche giorno col fiato sospeso ma poi l'ho perdonato.
16 Aprile 1069 - approvata legge per la riduzione delle tasse alla Santa Chiesa. [L'ho imparato nei video: i vescovi ti pagano le tasse solo se ti preferiscono al Papa ma nel mio caso non è così. Quindi mettendo le tasse al minimo continuo a non ricevere niente ma almeno i soldi restano sul territorio dove vengono automaticamente investiti dal vescovo in migliorie utili]
Aprile 1069 - continuo a migliorare le fortificazioni del paese [continuo a sprecare soldi]
Aprile 1069 - mi appassiono di caccia col falco!
Agosto 1069 - la guerra nelle Canarie prosegue bene. L'esercito assedia la città di Tenerife.
Novembre 1069 - ormai sono un esperto di caccia col falco!
[Continua...]

sabato 20 giugno 2015

Funziona tutto!

Ho montato la nuova scheda grafica, ho installato il driver proprietario della nVidia e adesso i miei tre acquisti (v. Giugno afoso, anzi vaporoso) funzionano perfettamente!

L'unico problema è che adesso non so a quale giocare: essendo giochi di strategia ognuno di essi richiede un notevole impegno...

Ancora è presto per sbilanciarmi ma la sensazione è che mi piaccia di più King Crusade II che Age of Wonder III!Temo che nei prossimi giorni non scriverò molto...

Gatta studiosa - 23/6/2015
Credo che Bisba stia imparando il francese: infatti non dice “miao” ma “muao”...

Verso la normalità - 23/6/2015
Nel WE ho fatto indigestione di gioco ma da oggi, ho la sensazione, inizierò a rallentare per tornare al mio “normale” nel giro di 7-10 giorni.
Oltretutto, in aggiunta a non scrivere sul mio viario (e aver smesso di seguire il corso di mitologia), non mi sto esercitando neppure con la chitarra: colpa anche del maestro (lo contattai diverse volte a inizio della scorsa settimana ma non mi rispose...) che non mi ha fissato la lezione!
I giochi sono tutti belli ma il migliore è King Crusade II: è estremamente realistico ma anche (relativamente!) facile da gestire. Mi sono divertito a prendere appunti sulla mia prima partita e magari ci baserò dei pezzi...

2+3 - 25/6/2015
Raccolti 5 porcini in giardino: per la precisione 2 ieri e tre oggi!!

Schitarra - 27/6/2015
Dopo 12 giorni (primato?) mi sono riesercitato con la chitarra: non sono andato malissimo l'unico problema è stato con la melodia difficile (la 8-42) dove, di nuovo, non riuscivo più a seguire il tempo...
Fortunatamente già il giorno dopo, all'esercitazione successiva, ho ritrovato i giusti automatismi.

giovedì 18 giugno 2015

Giugno afoso, anzi vaporoso

Il silenzio di questi giorni ha vari motivi: il principale è che sono in procinto di aggiornare la scheda video del mio calcolatore principale.
Quando lo comprai, ormai qualche anno fa, decisi di risparmiare proprio sulla grafica: usando linux sapevo che non ci avrei mai fatto giochi “seri” e, infatti, fino all'ultimo fine settimana non ho avuto problemi...

In verità già da qualche tempo avevo scoperto che Steam aveva convertito numerosi giochi anche per linux però, per quello che più mi interessava e di cui ero un grande appassionato (Age of Wonder III), aveva inserito delle specifiche tecniche sbagliate e, in particolare, schede grafiche da 8Gb!
Domenica ho ricontrollato per altri motivi (vedi poi) e ho scoperto che i requisiti per tale gioco erano crollati: adesso la scheda grafica raccomandata era quella da 1Gb decisamente più abbordabile come fascia di prezzo.

Contemporaneamente mio padre si è deciso a cambiare calcolatore e quindi ho passato i primi giorni della settimana a consultare amici che ci capiscono più di me, a fare visite/telefonate a negozi e a studiare siti tecnici in rete per farmi un'idea della situazione.

Per capire che scheda mi servisse ho avuto una buona idea: mi sono annotato tutti i giochi per linux presenti su Steam che mi sarebbero potuti interessare e, per ciascuno di essi, mi sono annotato i requisiti minimi e raccomandati per la scheda video.
Poi sono andato su un sito di benchmark appuntandomi per ogni scheda le relative prestazioni 3D. Lo so che non si tratta di una valutazione accurata e che ci sono mille fattori che potrebbero influenzarne il rendimento finale ma almeno mi sono fatto un'idea di massima della potenza richiesta.

Ho infatti scoperto che con una potenza di calcolo di 1.200 (in unità del benchmark!) sarei stato in grado di far funzionare l'80% dei giochi che mi interessavano. Così, per avere un po' di margine aggiuntivo, ne ho preso una con potenza intorno a 4.000 e 2Gb di memoria...

La ricerca su Steam ha però avuto anche un effetto collaterale imprevisto: sono rimasto vittima delle sue mega offerte estive!
Infatti ho scoperto che Civilizaton V con tutte le espansioni sarebbe stato scontato dell'80%, a un prezzo di 9.90€, per 22 ore (nel momento in cui me ne sono accorto). Non sono mai stato un grande appassionato di Civilization e non ricordo di averci mai fatto più di un paio di partite perché, sul finale, diventano lunghissime e piuttosto noiose, però il prezzo era accattivante ed ero curioso di verificare il tempo per scaricare il gioco e altri eventuali problemi tecnici.

Il gioco era composto da 5,4Gb di dati e la mia connessione era particolarmente indisposta oscillando fra 1 e 3 Mbit... Dopo le 23:00 la situazione è migliorata e la velocità è salita a 4 Mbit. In totale mi sono accorse circa 5 ore per scaricare il gioco.
Il giorno dopo ho però pensato che se Age of Wonder III fosse stato un gioco da 20Gb, dopotutto è molto più recente di Civilization e con requisiti grafici ben più alti, mi sarebbero occorse ben 20 ore per scaricarlo: perché quindi aspettare di avere la nuova scheda video? Meglio avvantaggiarsi!
Così ho fatto questo secondo acquisto scoprendo che Age of Wonder era in realtà di soli 3,5 Gb. Immagino che ci sia una maniera per sapere quanto pesano gli archivi da scaricare prima di acquistare un gioco, ma non mi è ancora riuscito scoprirlo...
Nel frattempo avevo però risolto il problema della connessione (*1) che mi è filata dall'inizio alla fine alla massima velocità di 7Mbit: non ho fatto caso a quanto tempo mi è occorso ma credo di essermela cavata in poco più di un'ora...
Nella mia ricerca di giochi strategici su Steam ero poi incappato in King Crusade II del quale non avevo mai sentito parlare. Le recensioni degli utenti erano incredibilmente buone e così ho cercato dei video su Youtube per farmene un'idea più precisa.
Devo ammettere che mi è parso molto complicato ma decisamente eccezionale: in particolare la meccanica è incentrata sulla moltitudine di personaggi simulati dal gioco, ovvero non si agisce direttamente controllando ogni cosa ma si danno ordini ai propri sottoposti. Per un buon 70% ricalca l'idea di gioco che avevo avuto ormai 6 o 7 anni fa e che poi non sono riuscito a portare a termine...
Resomi conto che il gioco era da comprare sono andato a ricontrollare quando scadeva il mega sconto su di esso (mi pare del 75%). Mi sembrava il 22 giugno ma invece erano rimaste solo 3 ore col risultato che mi sono affrettato a comprarlo dopo aver verificato che avevo “bisogno” anche di tutte le espansioni.

La mia scheda video attuale è decisamente sottodimensionata per i giochi acquistati (avevo solo un briciolo di speranza di riuscire a provare King Crusade II che aveva dei requisiti minimi pari a “solo” il doppio della sua potenza!) ma non ho resistito alla curiosità di fare delle prove.
Devo dire che l'accoppiata Steam/linux è molto ottimista: invece di mostrarmi una finestrella con un messaggio del tipo “Ma sei scemo? Non può funzionare!” ci prova comunque...
Civilization, se non tocco niente durante il caricamento, riesce addirittura a partire e mi mostra anche la grafica 2D dell'interfaccia, però tutti gli elementi 3D (compresa la mappa di gioco) non si vedono.
Age of Wonder inizia a caricare ma poi si blocca. King Crusade ricorda molto Civilization e, anzi, il caricamento è perfetto però la mappa, che evidentemente sfrutta delle funzioni 3D mi appare tutta nera...

Conclusione: speriamo che con la nuova scheda video, che in teoria dovrebbe arrivare oggi o domani, mi riesca far funzionare i miei acquisti!

Nota (*1): la soluzione è ilare: solo grazie al mio intuito ho potuto scoprirla... Si tratta semplicemente di premere un interruttore al piano terra: tale interruttore non fa niente, in teoria (così mi hanno sempre detto) non è nemmeno collegato a niente. E poi è bloccato in una posizione con del nastro adesivo...
Eppure mi sembrava di ricordare di aver notato, svariati anni fa, che si sentisse un leggerissimo “uhm” al telefono in certe condizioni. Avevo sospettato apparecchiature elettriche non sempre in funzione perché a volte c'era e a volte no. Poi l'interruttore era stato fermato col nastro e io non ci avevo più pensato.
Ormai da diverse settimane la connessione non mi andava bene ma temevo dipendesse dalla linea telefonica che attraversa il bosco e quindi di non poterci fare niente. Del resto non avendo niente da scaricare non me ne preoccupavo troppo.
Però, dopo le 5 ore passate a vedere agonizzare la connessione durante lo scaricamento di Civilization, ho iniziato a rifletterci più intensamente e mi sono ricordato che qualche settimane fa si era messo un nuovo apparecchio elettrico nella stanza al piano terra incriminata: così sono andato a controllare e ho scoperto che l'interruttore, nonostante il nastro adesivo, era stato premuto. Problema risolto!

domenica 14 giugno 2015

I giudici USA

Sto proseguendo, lentamente, nella lettura di Democrazia in America di Tocqueville: oggi mi sono imbattuto in un capitolo particolarmente interessante e ho quindi deciso di farne un sunto. Ah! Il libro fu scritto nel 1830 (e la versione in inglese che sto leggendo io è “aggiornata” con note di poco successive alla guerra civile americana!) ed è quindi possibile che nel frattempo qualcosa sia cambiato...

Il capitolo spiega che i giudici americani, oltre all'ovvio potere giudiziario, hanno anche un pizzico di potere legislativo/politico sebbene opportunamente limitato.
Le limitazioni sono tre ma tutte si possono ricondurre al concetto che il giudice può applicare il suo potere legislativo solo nell'ambito del proprio lavoro di giudizio in tribunale. Vediamo i vari casi in dettaglio: 1. il giudice può prendere posizione solo sulle leggi che riguardano lo specifico caso che sta trattando; 2. il giudice non può attaccare il principio generale di una legge ma solo la sua applicazione nel caso specifico che sta trattando; 3. Il giudice non può prendere iniziative attive ma si può muovere solo nell'ambito di un processo.

Ma di preciso cosa può fare un giudice americano? Semplice: se reputa che una legge (che, come spiegato, deve essere relativa al caso che sta giudicando) sia in contrasto con un articolo della costituzione può dichiararla (sempre per il caso specifico) incostituzionale e quindi inapplicabile. Questo significa che tale legge perde parte della sua validità generale perché il giudice, in pratica, ne crea delle eccezioni.
Contemporaneamente questo tipo di potere è fortemente limitato: da una parte un giudice forte (o magari di colore politico opposto al governo in carica) non può opporsi a un governo debole perché le sue interpretazioni della legge devono riferirsi esclusivamente al caso particolare che sta trattando.

Ciò che ho capito leggendo questi primi capitoli è che a Tocqueville non interessa l'aspetto burocratico delle istituzioni ma i principi sui quali si basano le relazioni fra le stesse.
In questa ottica il maggior pregio di questo potere dei giudici è quello di potersi opporsi a un governo dispotico che legifera in contrasto con la costituzione.
Nelle sue analisi Tocqueville infatti tiene sempre in mente i possibili scenari dove un'istituzione degenera cercando di arrogarsi poteri che non dovrebbe avere: l'autore considera quindi come l'intero sistema di potere potrebbe reagire per ristabilire il proprio equilibrio originale. L'approccio di Tocqueville è pratico/ingegneristico piuttosto che teorico/filosofico!
In particolare Tocqueville scrive: «...il potere conferito ai tribunali americani di dichiarare una legge incostituzionale è una delle più forti barriere che siano mai state congegniate contro la tirannia delle assemblee politiche.»
Questo approccio è in forte contrasto con la mentalità italiana dove ipocritamente si dà per scontato che le istituzioni facciano sempre e solo esattamente quello che dovrebbero fare. Basta un sassolino minuscolo e si inceppa l'intero meccanismo...

Ad esempio, in Italia se non sbaglio (ricordi di educazione civica alla medie!) il compito di stabilire se una legge sia o no incostituzionale spetta alla Corte Costituzionale che però mi pare abbia ormai solo la parvenza di una fondamentale istituzione e sia più che altro diventata una pensione dorata per ex magistrati ottuagenari (*1).
Oltretutto tale assemblea è inquinata da membri di nomina politica (ben 2/3!): credo (*2) che Tocqueville avrebbe considerato sbagliatissima tale scelta perché avrebbe dato per scontato (o quasi) che i nominati politici avrebbero fatto gli interessi della loro parte politica e non certo della difesa della costituzione. E in questo caso (*3) sarei pienamente d'accordo con Tocqueville.
Comunque è una dato di fatto, sarebbe da capirne il motivo, che i pareri della Corte Costituzionale invece di essere tempestivi arrivano con anni e anni di ritardo. Ciò non ha senso ed è sommamente dannoso per la democrazia del paese: eppure, con la tipica mentalità italiana, nessuno pensa a riformare tale istituzione. Tendiamo infatti a dare per scontato che la colpa di ciò che non funziona, in generale, sia delle persone e non dei meccanismi istituzionali: questo perché, tranne coloro che fanno studi specifici, non abbiamo un'idea dettagliata del funzionamento delle nostre istituzioni e, soprattutto, del perché alcune cose devono funzionare in un certo modo, ovvero delle relazioni fra le stesse. Questo impedisce ai cittadini di rendersi conto di cosa non va, di valutare alternative ed, eventualmente, apportare (indirettamente) miglioramenti.

Conclusione: come al solito il libro di Tocqueville è ricchissimo di spunti e io ne ripropongo sul mio viario solo una minima parte...
Ho sempre più la sensazione che i programmi scolastici siano studiati per fare in modo che i giovani non sappiano né capiscano cosa siano veramente la libertà e la democrazia né come dovrebbero (o potrebbero) funzionare le istituzioni. Si vogliono produrre cittadini abbastanza istruiti per lavorare ma non sufficientemente educati per protestare con cognizione di causa e scegliere per il proprio meglio: meglio far leggere alla nausea I promessi sposi (tutto è così perché deve essere così: poi ci pensa la Provvidenza...) invece che libri veramente formativi come Saggio sulla libertà o spezzoni proprio di La democrazia in America...

Nota (*1): in realtà i membri della Corte Costituzionale sono un po' più “giovani” di quanto pensassi. Su wikipedia ne ho trovati 12 (dovrebbero essere 15) e hanno (al 2015): 78 (presidente), 76, 56 (donna), 71, 80, 82, 64, 74, 75, 77, 59 (donna), 54 e 67 (donna) anni. Giudicate voi se la maggior parte di queste persone non abbia ormai da tempo superato l'età per la pensione: eppure, a essi, è attribuita una funzione fondamentale.
Fra i membri di nomina politica (per l'esattezza presidenziale) spicca il nome di Giuliano Amato: questa la dice lunga sulle garanzie di imparzialità che può dare tale assemblea...
Nota (*2): ormai ho assimilato la maniera di ragionare di Tocqueville!
Nota (*3): infatti l'immedesimarmi in una persona non significa che sarei sempre d'accordo con essa!

sabato 13 giugno 2015

Il punto K

Come spiegato in Lezione LXXX oggi ho cercato un modo per riuscire a identificare facilmente tutte le note appartenenti a una specifica tonalità sul manico della chitarra.

Di seguito illustrerò il primo metodo che mi è venuto in mente ma che già mi sembra piuttosto facile.
Prima però una premessa: per riuscire a identificare e memorizzare più facilmente lo schema delle note ho deciso di chiamare “punto K” (*1) la nota che si trova a 5 semitoni dalla tonale (*2). Ad esempio, nella scala di DO, si tratta del FA. Fine premessa.

Poi, come si vede nella seguente figura, ho disposto la sequenza di note (1 casella = 1 tasto = 1 semitono) di una tonalità maggiore su due linee parallele equivalenti a due corde. Ho evidenziato in rosso la tonale e in blu il punto K.

A questo punto la relazione fra i vari tasti è evidente e, data la simmetria, facile da ricordare: fra una corda e la successiva le note appartenenti alla stessa tonalità si trovano sullo stesso tasto con due eccezioni: scendendo verso il basso (ad esempio dalla 6° corda MI alla 5° LA) la nota sotto il punto K non appartiene alla tonalità; salendo verso l'alto (ad esempio dalla 4° corda RE alla 5° LA) è invece la nota appena a sinistra di quella sopra la tonale a non appartenere alla tonalità.

In pratica basta quindi identificare sul manico una tonale e subito sappiamo dove sono le altre note appartenenti alla tonalità. Ovviamente questo metodo non funziona fra la 3° e la 2° corda: tutto è sfalsato di un semitono...

Conclusione: il metodo, almeno in teoria, mi pare semplice ma adesso dovrò provare ad applicarlo!

PS variazioni sul tema:
Ho evidenziato in rosa le note della relativa pentatonica

Quattro linee (dalla 3° corda alla 6°) invece che due

Nota (*1): da KGB ovviamente!
Nota (*2): che suppongo i musicisti chiameranno “quarta qualcosa” con “qualcosa” uguale a “perfetta” o “giusta” o “appropriata” o “educata” o “ganzetta” o “sibillina” o “baciata” o “canterina”. Insomma un nome facile e immediato...

giovedì 11 giugno 2015

Lezione LXXX: suona come canti!

Nuova lezione nel torrido giugno: il caldo deve averci rintontito entrambi e la lezione non è stata molto produttiva. Siamo rimasti d'accordo di fissarne un'altra per la prossima settimana perché... vedi poi!

Riscaldamento: niente di nuovo.

She is my Sin: mi ha stufato e mi sono preso una pausa: a volte, l'ho notato con altri pezzi, aiuta...

Da Zero: Come spiegato in Aggiornamento musicale sono miracolosamente riuscito a completare decentemente l'esercizio 8-39. Mi ero registrato ma poi ho dimenticato di pubblicare il risultato. Rimedio subito: ecco QUI...
Certo non perfetto, ma decente: io ne sono più che soddisfatto!
L'esercizio 8-41 è stato un tormento: si tratta di una melodia (v. ancora Aggiornamento musicale) dove ho la difficoltà di mantenere il tempo in alcune specifiche battute.
Come spiegato avevo imparato i movimenti della mano destra su Hydrogen ma poi ho avuto il problema, tornando a suonare sopra la base, che non mi riusciva più seguire il tempo!
Finalmente, dopo almeno due o tre esercitazioni piuttosto frustranti, ho iniziato a fare sia i movimenti giusti sia a seguire il tempo: da adesso dovrebbe essere in discesa...
Come previsto l'esercizio 1-1 (il primo del secondo volume) non mi ha dato troppe difficoltà e l'ho già messo da parte. Vedi il corto Pensioncina California per ascoltare la mia esecuzione...
Ora sono alle prese con l'esercizio 1-2, sempre sui PC, che non mi sta dando particolari problemi.
Col maestro abbiamo guardato gli esercizi 1-3 e 1-4. L'1-3 è di nuovo con i PC più qualche nota singola: secondo il maestro la ritmica è difficile. Io spero si sbagli...
L'1-4 è una melodia la cui unica difficoltà sembra essere la velocità di esecuzione richiesta: sono ottimista...

Galletto: è un nuovo esercizio che promette di essere divertente: usando il famigerato brano 8-41 devo cercare di imparare a canticchiarlo seguendo le note e il ritmo.
Secondo il maestro questo esercizio dovrebbe aiutarmi a sviluppare il mio orecchio musicale e anche a suonare meglio questo specifico pezzo. Vedremo!

Rettangolo: si tratta dell'esercizio di improvvisazione fatta su solo 4 note (+ 1 semitono, insomma 5 note... una sorta di trapezio!). Avevo due basi sulle quali esercitarmi ma si è deciso di sostituirne una con... vedi poi!

Hotel California: come spiegato nel corto Pensioncina California speravo si essermela tolta di torno nonostante il problemino del passaggio dagli accordi alla sequenza di 5 note. Come spiegato il problema è che stoppando le corde con la mano destra avevo difficoltà a plettrare prontamente la 5° corda per suonare la prima nota.
L'idea di stoppare le corde per far risaltare maggiormente la melodia era stata una mia iniziativa autonoma che il maestro ha subito approvato; l'idea era infatti buona ma l'esecuzione sbagliata: non devo stoppare le corde con la mano destra ma devo invece usare l'indice della mano sinistra per stoppare le prime 4 corde. In questa maniera non dovrei perdere il ritmo con la destra...
Io ho detto al maestro “Bel trucco, vedrò di ricordarmelo per la prossima volta...” però mi sono accorto che ci era rimasto male e così, sospirando, gli ho detto che avrei continuato a esercitarmi su questo pezzo... uffa!

Teoria: negli ultimi giorni, in sostituzione di Hotel California, avevo riesumato Unholy paradise di Lonewolf e mi era venuta la curiosità di scoprire in quale tonalità fosse.
Così mi sono annotato tutte le note che usa e ho trovato: RE, MIb, FA, SOL, DO, LA e SIb.
Poi ho inserito queste note sul mio foglio di calcolo e ho cercato di capire da quale nota sarei dovuto partire per ottenere la sequenza nota, spazio, nota, spazio, nota, nota, spazio, nota, spazio, nota, spazio, nota (è più complicato a dirsi che a farsi: vedere l'immagine qui sotto).
In pratica devo fare scorrere la sequenza in maniera che il LA# (ovvero il SIb con la linea rossa) sia all'estrema sinistra... Di conseguenza la tonalità è SIb maggiore.
Mi viene adesso il dubbio: come faccio a sapere che non fosse invece la tonalità reciproca SOL minore?
In teoria dovrei capire quale sia la tonale ovvero se SIb o SOL. In questo caso la nota usata più spesso è proprio il SOL e quindi probabilmente la tonalità è di SOL minore...
Comunque, fatta questa scoperta, ho per caso provato a improvvisare sopra la canzone sia con la pentatonica di SIb maggiore sia svariando a orecchio su tutto il manico.
Ho così pensato di imparare sul manico dove fossero tutte le note della scala: dopotutto la sequenza è fissa e basta traslarla per poterla usare con tutte le scale.
Il maestro ritiene però questa idea troppo complicata e mi ha suggerito di imparare invece delle sequenze più semplici a metà manico e in basso a esso.
In conclusione si è deciso che farò autonomamente vari esperimenti, senza fissarmi in tentativi troppo difficili, per cercare di capire in quale maniera mi trovo meglio.
Dopotutto il problema è semplice: sapendo la tonalità devo trovare la maniera di capire quali sono le note della scala corrispondente in maniera da poterci improvvisare sopra...
Alla prossima lezione decideremo poi come proseguire.

Conclusione: soprattutto, alla prossima lezione, il maestro mi scriverà il seguito dello spartito di Unholy paradise (non si trova sui siti specializzati...) e, per questo, mi ha chiesto di procurarmi una versione di qualità maggiore della canzone. In quella che ho io infatti la chitarra risulta “sepolta” e anche per lui non è facile riconoscere le varie note...
Io ero dubbioso che fosse effettivamente possibile distinguere una cattiva registrazione (*1) da una buona senza un orecchio sopraffino però, seguendo le istruzioni del maestro, ho cercato su Youtube una versione HD di Unholy paradise e l'ho confrontata con quella che avevo...
C'è una differenza come fra il giorno e la notte!!
Se nella vecchia registrazione si cerca di seguire la chitarra ci si accorge che quando il cantante inizia a cantare tutto il resto della musica sembra “sfumare” in secondo piano: evidentemente l'algoritmo di compressione dà la precedenza alla voce del cantante...
Nella registrazione HD invece non c'è questo effetto e si riesce a continuare a seguire la chitarra senza problemi.
C'è da dire che un anno o due fa non riuscivo a distinguere gli strumenti di un brano musicale e mi rimaneva impressa solo la melodia complessiva: adesso invece, almeno il suono della chitarra, riesco a riconoscerlo (*2) ed è quindi normale che mi accorga con facilità se questo improvvisamente sparisce o comunque si senta peggio!

Nota (*1): in realtà la registrazione è la stessa: quello che cambia è la compressione!
Nota (*2): e mi accorgo anche se vengono usati degli effetti come il bending o il vibrato...

mercoledì 10 giugno 2015

I problemi del M5S

Nel corso degli ultimi due anni circa ho evidenziati molti problemi del M5S: inizialmente giustificandoli, poi diventando progressivamente più severo fino ad arrivare alla mia “rottura” col movimento (v. La fine del M5S) nello scorso novembre. Mi sembra una buona idea riunirli tutti insieme in un unico pezzo per facilitare sia la comprensione che la riflessione.
Quando ho iniziato a scrivere pensavo di fare abbastanza alla svelta poi ho iniziato ad accumulare note su note...
Comunque, per rendere l'articolo più comprensibile, ho cercato di dividere i problemi in diverse categorie anche se, inevitabilmente, ci sono delle sovrapposizioni.

Struttura
1. Struttura generale del movimento: la struttura organizzativa, dai Meetup ai vertici, non è cambiata dopo le elezioni politiche del 2013. Si cerca di gestire un partito con milioni di voti con strumenti (principalmente il viario di Grillo) adatti a coordinare poche migliaia di persone. Soprattutto a livello locale questo comporta una perdita di efficacia nell'azione politica.
2. Manca lo strumento informatico da tempo promesso: in campagna elettorale (quella del 2013) Grillo prometteva (“che ci vuole? sono tutti ingegneri e informatici qui...”) uno strumento informatico che avrebbe dovuto permettere di gestire la comunicazione fra attivisti e parlamentari (e questo avrebbe in parte compensato per la mancanza di struttura). Invece l'unica piattaforma realizzata, l'attuale LEX, è una specie di blog non usufruibile e per questo inutilizzato o quasi.
- Ruolo improprio della struttura tecnica denominata “Staff”: esiste una struttura tecnica misteriosa e opaca che ha una funziona politica: ad esempio nella certificazione di una lista oppure nella gestione del viario di Grillo.
- Mancanza di trasparenza della struttura tecnica denominata “Staff”: i suoi ruoli e compiti non sono ben definiti. È impossibile sapere chi ha responsabilità per cosa. Difficoltà nel metterrsi in contatto con essa.
- Inadeguatezza della struttura tecnica denominata “Staff”: visti i pesanti ritardi tale struttura, anche nel suo ruolo prettamente tecnico, è inadeguata e probabilmente sottodimensionata.

Organizzazione
- Scelta candidati: l'attuale metodo di selezione dei candidati non permette ai più meritevoli di emergere, rischia di essere progressivamente contaminato da furbi che puntano solo alla poltrona e non dà garanzie reali sull'onestà dei prescelti.
- Utenti viario di Grillo: la base composta dagli utenti del viario di Grillo è facilmente infiltrabile da furbi e opportunisti dato che l'unico criterio usato per la loro selezione è puramente cronologico. Col tempo questo problema è destinato ad accentuarsi.
- Mancanza piattaforma dedicata alla comunicazione: manca una piattaforma informatica funzionale che permetta agli attivisti di coordinare proposte e scambiarsi idee e informazioni.
- Acquisto materiale: manca l'organizzazione per acquistare grandi quantità (e quindi a basso costo) di gadgets (tazze, spille, cappelli, etc...) a livello regionale/nazionale.
- Limite mandati: i consiglieri comunali uscenti, sia per stanchezza che per legittima ambizione personale, sono dissuasi dal ripresentarsi per un secondo mandato (*2). Grave perdita esperienza.

Comunicazione interna
- mancanza comunicazione attivisti ↔ parlamentari: manca un sistema (informatico o no) per permettere alla base di comunicare con i parlamentari. I Parlamentari dovrebbero essere dei “portavoce” ma in realtà agiscono in maniera totalmente indipendente e scoordinata dalla base. Gli unici contatti fra base e parlamentari sono affidati alla buona volontà di questi ultimi.
- mancanza comunicazione attivisti ↔ “Staff”: poiché lo “Staff” è una struttura opaca non è facile per gli attivisti comunicare con esso soprattutto nei casi in cui servirebbero spiegazioni o chiarimenti.
- mancanza comunicazione “Staff” ↔ parlamentari: anche per la maggior parte dei parlamentari è estremamente difficoltoso comunicare con lo “Staff”. Questo sia per segnalazioni tecniche (ad esempio per problemi col programma di rendicontazione) che politiche (ad esempio per far emergere sul viario di Grillo il lavoro svolto in Parlamento).
- mancanza comunicazione attivisti ↔ rappresentanti in regione ↔ “Staff”: Suppongo (non posso confermare) che anche in questo caso ci siano problemi di comunicazione analoghi a quelli già segnalati.
- I “Tavoli di lavoro”: I “Tavoli di lavoro” a livello regionale non funzionano. I problemi sono molteplici, i principali sono: 1. non ci sono regole che vincolino sulle decisioni prese in tali assemblee; 2. i partecipanti variano di volta in volta in base alla sede (*1); 3. i partecipanti spesso lo sono a titolo personale e non possono impegnarsi per i rispettivi gruppi.
- mancanza comunicazione fra diversi gruppi di attivisti di uno stesso ambito territoriale: anche in questo caso la completa disorganizzazione rende arduo se non impossibile la cooperazione fra i diversi gruppi locali.
- Condivisioni esperienze e risorse: questi problemi di comunicazione rendono arduo se non impossibile condividere esperienze (ad esempio mozioni o interpellanze) e, soprattutto, il massimo valore del M5S, ovvero le risorse umane rappresentante dai singoli attivisti con le loro competenze professionali.

Comunicazione esterna
- Scarsa visibilità sui media: sebbene in crescita, la visibilità sui media locali e nazionali continua a essere scarsa. Quando poi si è costretti a parlare del M5S lo si fa minimizzandone i successi, amplificandone gli errori e, in generale, cercando di metterlo in cattiva luce (*4).
- Comunicazione locale: La comunicazione locale dei Meetup non è uniforme: ogni gruppo si presenta su FB, siti, blog, etc. con tecniche e messaggi diversi. Un approccio uniforme sarebbe probabilmente più efficiente.
- Lavoro parlamentari: il lavoro dei parlamentari, specialmente quello fatto in commissione, non arriva all'esterno e, anche quando lo fa, spesso non è chiaro. Gli stessi parlamentari comunicano il proprio lavoro in maniera disomogenea: chi si affida a una propria pagina FB, chi a un proprio blog, chi non se ne preoccupa...
Si paga la mancanza di comunicazione fra parlamentari e viario di Grillo.
Paradossalmente c'è un mezzo unico (il sito TiRendiConto.it) per effettuare e rendere pubblica la rendicontazione ma non, e questo sarebbe molto più importante, far conoscere il lavoro svolto!!
- Immagine sbagliata: l'immagine che arriva all'esterno del M5S non lo rende credibile. Le principali accuse sono: alternativa di governo poco credibile (colpa dei media ma anche del M5S); rivoluzionari pericolosi (anziani impauriti); culto della persona di Grillo; proteste in Parlamento considerate buffonate; viari di Grillo scarsamente credibile a causa di scelte editoriali dubbie.
- Messaggi su FB: gli attivisti e i simpatizzanti rilanciano su FB messaggi discordanti (talvolta controproducenti): manca strategia comune di comunicazione.
- Messaggi su FB 2: alcuni attivisti, specie su FB ma non solo, usano toni esagerati, aggressivi e/o volgari. Questi messaggi sono controproducenti e contribuiscono significativamente a dare un'immagine sbagliata del movimento. Manca un codice di comportamento che vincoli il comportamento almeno degli attivisti.

Viario (Blog) di Grillo
- Articoli del viario: la linea editoriale del viario, che spesso detta anche la linea politica del movimento, è completamente opaca. Non si sa chi scrive cosa, come e perché. Alcuni articoli non sono firmati. In particolare la mancanza di coordinamento con i parlamentari è molto deleteria.
- Gestione commenti: anche la gestione dei commenti è tutt'altro che trasparente. Ho personalmente verificato insieme a un altro attivista che alcuni commenti, evidentemente contenenti parole chiave non gradite, vengono automaticamente censurati. Questo getta molte ombre sulla democrazia interna.
- Caccia al click: la ricerca spasmodica dei contatti spinge alla creazione di articoli, magari su siti collegati (come TzeTze, IlGrandeCocomero, LaFucina, etc...) dai titoli sensazionalistici. Si cerca la “notizia” invece di dare informazioni: questo è probabilmente il motivo principale per cui il lavoro dei parlamentari raramente arriva sul viario.
Contemporaneamente questa linea editoriale rende l'intero M5S meno credibile: slogan urlati invece di informazioni approfondite. A parole si afferma di voler cambiare la mentalità degli italiani ma in pratica si allevano fanatici puntando pericolosamente sul culto della personalità di Grillo.
- Gestione centralizzata: la gestione del viario di Grillo è chiusa e centralizzata: per garantire contenuti di qualità sarebbe invece necessario aprirsi all'esterno, alla collaborazione degli attivisti e dei parlamentari.

Meetup
- Meetup locali senza organizzazione ufficiale: questo provoca problemi legali (ad esempio, se ci fosse da fare una denuncia si dovrebbe esporre in prima persona un singolo attivista) e di finanziamento (anche la raccolta dei fondi è obbligatoriamente alla buona) e, come conseguenza, di efficacia sul territorio.
- Mancanza regole/ruoli: ogni Meetup ha le proprie regole e in genere, per il “principio” dell'uno vale uno, non ci sono neppure ruoli. Questo causa comportamenti difformi fra Meetup e Meetup e una generale inefficienza sia quando gli attivisti sono pochi (mancano le competenze) che molti (manca la capacità di organizzarsi). La mancanza di regole comporta che le eventuali diatribe all'interno dei diversi Meetup non sono gestite in maniera uniforme e non ci sono tutele per la parti in conflitto.
- Schegge impazzite: paradossalmente la mancanza di regole e organizzazione rende difficoltoso (e talvolta magari illegale) allontanare persone indesiderate. La mancanza di comunicazione con lo “Staff” provoca poi il paradosso che nulla vieta alla persona allontanata, perché magari non seguiva i principi del M5S, di fondare un proprio Meetup in contrapposizione con quello già esistente!
- Nuovi Meetup: mancano regole per la creazione di nuovi Meetup e, in prospettiva, questo provocherà sempre maggiori conflitti. In particolare c'è un problema di rappresentatività del territorio: la regola (comunque non sempre seguita) di un Meetup per comune non sembra essere adeguata (vedi poi).
- Grandi Meetup: nei Meetup molto grandi (più di 20 persone?) la mancanza di regole provoca l'anarchia col risultato che la democrazia interna (al Meetup) diviene solo apparente. Finisce per valere la legge di chi urla più forte e questo a totale discapito della qualità delle decisioni da prendere.
- Mancanza fondi: questo comporta la mancanza di una sede propria fissa (e quindi, tranne fortunate eccezioni, si faranno riunioni in luoghi di fortuna o decentrati) come anche l'impossibilità di richiedere consulenze, etc...

Attivisti
- Attivisti e utenti: Non c'è distinzione fra attivisti che a proprie spese, non solo di denaro ma anche del proprio tempo libero, si impegnano sul territorio e gli utenti iscritti sul viario di Grillo. Equiparare gli utenti, fra cui magari si nascondono furbi e opportunisti, agli attivisti è demotivante per i secondi e crea pericolosi paradossi. Se non vi viene posto rimedio questa situazione andrà a peggiorare sempre di più (*3).
- Scarsità attivisti: dopo le elezioni del 2013 il numero di attivisti (almeno per i Meetup della Toscana che conoscevo) è rimasto grossomodo costante: in verità, per poter lavorare adeguatamente senza soldi, sarebbero necessari più attivisti.
- Pochi giovani: almeno nel mio gruppo c'erano pochi giovani: problema di comunicazione/immagine?
- Attivisti anarchici: alcuni attivisti abusano della mancanza di regole interne e, con le loro iniziative personali, rischiano di gettare discredito sull'intero movimento. In mancanza di regole o strutture, al momento il Meetup non può fare praticamente niente in questo tipo di situazioni.

Politica
- Ruolo improprio di Grillo e Casaleggio: durante la campagna elettorale del 2013 Grillo ripeteva sempre che, passate le elezioni, si sarebbe fatto da parte. È ormai palese che così non è stato e, anzi, sempre più spesso Grillo stesso attribuisce il ruolo di eminenza grigia a Casaleggio. In particolare è evidente che la linea politica, e tutte le decisione più importanti, non vengono certo prese dagli attivisti e perfino i parlamentari ne sono sempre tagliati fuori.
- Decisione linea politica: eppure, nonostante l'evidenza, il M5S cerca di dare all'esterno (con scarso successo) un'immagine di massima democrazia interna mentre invece è completamente opaco chi sia a prendere le decisioni e con quale mandato. Una delle conseguenze è che spesso gli attivisti, che sul territorio si sono impegnati cercando di lavorare in una certa direzione, si ritrovano di punto in bianco a dover spiegare e giustificare articoli pubblicati sul viario di Grillo in totale contraddizione con quanto da loro affermato precedentemente.
- Programma di governo per politiche ed europee: per le elezioni politiche del 2013 il programma era superficiale: più che altro una bozza di intenti su alcune grandi temi mischiata a idee molto specifiche. In totale una paginetta di venti punti.
Per le europee il programma era semplicemente ridicolo: un post-it di tre punti (chi e come fu deciso che il “programma” doveva essere questo? Di nuovo il problema della trasparenza interna) di cui io, all'epoca attivista a tutti gli effetti, mi vergognai molto.
- Opposizione in Parlamento: l'opposizione in Parlamento non funziona e non ha ottenuto praticamente niente a causa del muro di contenimento creato dalla maggioranza e dalle altre opposizioni. Le trovate più eclatanti sono addirittura controproducenti perché vengono sfruttate dai media per dare un'immagine sbagliata del movimento e ridicolizzarlo. Il M5S dovrebbe prenderne atto e cambiare strategia (*5). Analogamente anche l'opposizione “gridata” e a base di slogan fatta sul viario di Grillo funziona sempre meno: per discutibili scelte editoriali tale sito ha perso quasi completamente la sua credibilità (vedi sopra).
- Democrazia diretta: quella che il M5S spaccia per democrazia diretta sono invece, al massimo, dei sondaggi fatti in rete. I problemi sono molteplici: mancanza di trasparenza su chi decida l'argomento dei sondaggi, la tempistica e la formulazione delle domande. Inoltre, poiché le votazioni sono organizzate all'improvviso, nell'arco di una giornata (in genere in orario lavorativo), non viene dato tempo né modo per riflettere. Oltretutto manca la trasparenza minima necessaria per fidarsi della correttezza dei risultati: tutto avviene sui calcolatori dell'azienda di Casaleggio ma solo le prime votazioni, quelle del 2013 per la scelta del presidente, furono certificate da una società specializzata.
Non è un caso il progressivo calo di partecipazione degli attivisti a questo tipo di sondaggi.
- Espulsioni: provvedimenti draconiani presi per qualsiasi inadempienza, vera o talvolta solo presunta, spesso controproducenti e che sembrano frutto di una mentalità aziendale ottocentesca dove il dipendente che non obbedisce viene semplicemente licenziato. Inoltre tali provvedimenti giustificano l'immagine di un M5S dove non c'è spazio per il dissenso interno.
- Uno vale uno: il principio che “uno vale uno”, forse il preferito dagli attivisti nonostante i problemi organizzativi che provoca a livello locale (vedi sopra), è palesemente ignorato a livello nazionale: di sicuro non decidono gli utenti del viario di Grillo, di sicuro non decidono gli attivisti sul territorio, sorprendentemente non decidono nemmeno i parlamentari... Tutto viene invece stabilito da un ristrettissimo gruppo di persone che, evidentemente, valgono molto più di tutti gli altri messi insieme. Ma di nuovo, predicare un principio e applicarne l'opposto, non rende molto credibili...
- No autocritica: manca qualsiasi autocritica all'interno del M5S dove, anzi, dove spesso simpatizzanti e attivisti si considerano i soli depositari della verità. Dopotutto, chi osa pensarla diversamente, rischia fortemente di essere espulso. Neppure le sconfitte elettorali, per quanto pesanti, stimolano una riflessione: si dà la colpa ai media, agli italiani che non capiscono e ci si rassicura ripetendosi il mantra #vinceremoNoi/Poi.
Conseguenza di questa totale assenza di autocritica è che, almeno dal 2013, il M5S è rimasto esattamente uguale a se stesso, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo, nonostante le nuove ed evidenti necessità. È paradossale che un partito che, almeno a parole, aspiri a cambiare completamente l'Italia non sia in grado di riformare minimamente se stesso (*6).

Conclusione: i problemi del M5S sono quindi molteplici: alcuni piccoli, altri più gravi. Però fra questi il problema più grosso è la sua totale mancanza di volontà a riconoscere i propri errori e a correggerli. Ormai non si tratterebbe più di semplice arroganza ma di completa stupidità.
Ma Grillo & C. non sono certamente degli stupidi e quindi la risposta alle reali ragioni della rigidità del M5S vanno cercate altrove...
Su queste altre possibili giustificazioni ho riflettuto a lungo ma non è opportuno che adesso divaghi elencando le mie conclusioni.
Un altro problema gravissimo è la modalità di scelta dei candidati incentrato sulle autocandidature e sul voto in rete degli utenti (*7) del viario di Grillo. Tale piattaforma è infatti ormai invasa da furbi e furbastri e la situazione, se non viene corretta, andrà sempre più a peggiorare. Ma la qualità dei candidati contribuisce significativamente a dare credibilità al movimento: manca solo che uno di questi furbastri, alla faccia della fedina penale immacolata, venga colto con le mani nel vasetto della marmellata e il M5S avrà perso anche la carta dell'onestà...

Nota (*1): mi sono interessato al problema di come un gruppo numeroso di persone possa effettuare scelte condivise. Ho studiato varie possibilità e ho notato che i “tavoli di lavoro” pentastellati sembrano essere una variante del sistema OST. Tale sistema è stato provato funzionare anche con gruppi di mille persone: perché quindi il sistema dei “tavoli di lavoro”, almeno in Toscana, non ha portato a niente?
Beh, fra i requisiti essenziali del sistema OST c'è: 1. i partecipanti ai tavoli di lavoro devono sempre essere gli stessi; 2. i partecipanti devono essere motivati e interessati all'argomento del tavolo; 3. durata dei lavori di almeno 5 ore; 4. riepilogo finale scritto e non orale (i partecipanti sono troppo stanchi per stare attenti!).
Soprattutto il punto 1 (ma in misura minore anche gli altri) non sono rispettati, tranne rare eccezioni, nei “tavoli di lavoro” pentastellati.
La mia personale teoria è che questa inefficacia sia voluta: si vuole dare la sensazione di democrazia interna senza però rischiare di arrivare a scomodi risultati concreti potenzialmente in contrasto con quanto deciso altrove.
Nota (*2): l'ho già scritto altrove ma secondo me la soluzione sarebbe semplice e coerente col principio “non si deve vivere di politica” del M5S: nel limite dei due mandati andrebbero considerati solo le cariche retribuite da uno stipendio vero e proprio e non da piccoli rimborsi spesi...
Nota (*3): almeno in Toscana, da dopo le elezioni del 2013, il numero di attivisti è rimasto costante quando non in calo ma gli “utenti” registrati sul viario di Grillo sono cresciuti esponenzialmente. La distinzione fra attivisti e utenti dovrebbe quindi essere chiara...
Nota (*4): per questo problema non vedo soluzioni a breve: essendo fuori dal sistema di potere, i media a esso asserviti, ostacolano il M5S in ogni maniera possibile.
Nota (*5): ormai è quasi un anno che lo ripeto: se l'opposizione in Parlamento non funziona bisognerebbe comportarsi da vera opposizione e scendere in piazza a manifestare pacificamente. Sarebbe fondamentale aderire alle manifestazioni organizzate dai comitati e dalle forze sociale per dimostrare di essere veramente al fianco, non solo a parole, dei cittadini. Tutto questo però incredibilmente non avviene: ho speculato altrove sulle possibile ragioni e non sto qui a ripetermi.
Nota (*6): sulle vere ragioni di questa rigidità estremamente sospetta ho speculato a lungo ma non divagherò con le conclusioni a cui sono giunto e che ho già pubblicato in altri pezzi.
Nota (*7): che a sua volta si basa sul non voler riconoscere la sostanziale differenza di impegno, affidabilità, aderenza ai principì, partecipazione disinteressata che esiste fra attivisti sul territorio e utenti sul viario di Grillo...

lunedì 8 giugno 2015

La funesta genia

Leggendo la Teogonia di Esiodo, Ed. Rizzoli, 1959, trad. Francesco Gargiulo ho avuto una sorpresa inaspettata ma molto gradita: la spiegazione scientifica, corredata da prove, dell'origine della malvagità femminile!
Esiodo con la sua profonda spiegazione ha aperto gli occhi al povero innocente KGB sempre vittima dell'infingardo fascino femminile.

L'autore della Teogonia narra infatti che Prometeo rubò il fuoco a Zeus per donarlo all'uomo. Il Cronide si arrabbiò moltissimo col buon titano e lo punì duramente. Contemporaneamente decise di riequilibrare la sorte degli uomini, troppo favoriti dalla prodigalità di Prometeo, facendo loro a sua volta un dono che gli adducesse infiniti problemi e tormenti.

Fu così (vv. 571-612) che Zeus, con l'aiuto di Efesto e di Atena, creò l'affascinante Pandora, “disgrazia di bella apparenza”, e la mandò fra gli uomini.
Appena questi la videro, incolpevoli, caddero nella trappola e rimasero estasiati, privi di fiato, al suo cospetto. Pandora infatti era un “raffinatissimo inganno” dal quale Zeus non aveva lasciato scampo: “da quella fanciulla deriva infatti il sesso più debole delle donne; da essa appunto discende la razza delle femmine, funesta genia, che vivono fra gli uomini mortali costituendo per essi una terribile calamità, incapaci come sono di adattarsi alla virile sobrietà, ma sempre assetate di lusso.

Ecco quindi la prima grande verità di Esiodo: le donne sempre concupiscono la ricchezza e mai ne sono sazie. Nessun dono, nessun monile per quanto splendido, placa per più di un attimo la loro sete: subito le scellerate, incapaci di accontentarsi e apprezzare ciò che hanno, volgono i loro iniqui desideri ad altri e nuovi beni.
Ed esse, nella loro brama di possedere, distolgono i buoni uomini dalla ricerca del bene e della conoscenza e li spingono a dedicarsi, senza tregua né sollievo, al giogo perverso del vile denaro e alla sterile schiavitù dell'oro.

Infatti Esiodo prosegue così la sua spiegazione: “Alla stessa maniera che nei ben protetti alveari le api nutrono i fuchi buoni a nulla e, mentre esse per tutta la giornata e fino al tramonto del sole, dalla mattina alla sera, si affannano a riempire i bianchi favi, quelli invece, rimanendosene dentro al riparo delle cellette, si rimpinzano lì il ventre con le fatiche altrui: non altrimenti, a rovina degli uomini mortali, Zeus altitonante pose le donne che arrecano danno soltanto; e diede così, per controbilanciare un bene [il fuoco], un nuovo malanno.

E questo spiega perché, appena sposate, le donne tendano a ingrassare: mangiano tutto il miele faticosamente portato a casa dai mariti...
Zeus da questa piaga non ha lasciato scampo: il matrimonio è sì una rovina ma a nulla giova rimanere scapoli. Vediamone scientificamente il perché: “Chi, fuggendo il matrimonio e con esso le male arti delle femmine, fa a meno di ammogliarsi e giunge però alla funesta vecchiaia senza il sostegno di un figliuolo: in vita – è vero – non corre il rischio che gli manchi il necessario, ma alla sua morte le sostanze se le dividono i parenti”.
Aggiungo che, al giorno d'oggi, è molto probabile che una perfida donna, vuoi per gelida malizia che per biliosa invidia, investa con la propria auto il buon scapolo impedendogli così di arrivare a una degna e veneranda età. E se anche egli, sfuggendo agli agguati stradali, giungesse a una sapiente vecchiaia ecco che la badante è di nuovo una prava femmina: oggi non c'è scampo all'ingordigia femminile e, quando la morte infine sopraggiunge, spesso affrettata da colei che di lui cura avrebbe dovuto prendersi, agli affranti parenti non resta nulla da spartire.

Quello che invece si sposa, ammesso pure che gli capiti una moglie brava e di buoni sentimenti, [sicuramente, con la mia solita fortuna, non sarebbe questo il mio caso] tuttavia, tirate le somme, deve alla fine riconoscere che nella sua esistenza a tanto bene corrisponde altrettanto male;
Ma il 99,9% delle volte l'uomo non è così fortunato: “ma chi poi incappa addirittura in un ceppo maligno [e sì, sicuramente a me toccherebbe una ceppa maligna e bella dura...] è costretto a vivere in una perpetua afflizione che gli rode l'anima e il cuore: e non vi è rimedio che valga.
Lo sventurato infatti non potrà in alcun modo addolcire la propria esistenza perché, come già spiegato, la moglie gli mangerà tutto il miele che egli avrà faticosamente portato a casa...

Modificato 8/6/2015: ieri ho terminato di leggere la Teogonia e fra le note ho scoperto che già nel 1959 il povero Esiodo era sospettato possedere una lieve vena di misoginia. Strano perché a me era parso piuttosto equilibrato nella sua analisi sul genere femminile... ma... immagino che probabilmente sarà stata colpa di quella sua invettiva contro i fuchi...

Conclusione: povero KGB! Ecco spiegata l'origine della sua solitudine: morigerato, austero e frugale non attrae, ma anzi respinge, le vane femmine solo di lusso assettate. Il tapino è fortunato, ma stoltamente, nella sua fortuna, sogna la sfortuna...