Nel corso degli ultimi due anni circa ho evidenziati molti problemi del M5S: inizialmente giustificandoli, poi diventando progressivamente più severo fino ad arrivare alla mia “rottura” col movimento (v. La fine del M5S) nello scorso novembre. Mi sembra una buona idea riunirli tutti insieme in un unico pezzo per facilitare sia la comprensione che la riflessione.
Quando ho iniziato a scrivere pensavo di fare abbastanza alla svelta poi ho iniziato ad accumulare note su note...
Comunque, per rendere l'articolo più comprensibile, ho cercato di dividere i problemi in diverse categorie anche se, inevitabilmente, ci sono delle sovrapposizioni.
Struttura
1. Struttura generale del movimento: la struttura organizzativa, dai Meetup ai vertici, non è cambiata dopo le elezioni politiche del 2013. Si cerca di gestire un partito con milioni di voti con strumenti (principalmente il viario di Grillo) adatti a coordinare poche migliaia di persone. Soprattutto a livello locale questo comporta una perdita di efficacia nell'azione politica.
2. Manca lo strumento informatico da tempo promesso: in campagna elettorale (quella del 2013) Grillo prometteva (“che ci vuole? sono tutti ingegneri e informatici qui...”) uno strumento informatico che avrebbe dovuto permettere di gestire la comunicazione fra attivisti e parlamentari (e questo avrebbe in parte compensato per la mancanza di struttura). Invece l'unica piattaforma realizzata, l'attuale LEX, è una specie di blog non usufruibile e per questo inutilizzato o quasi.
- Ruolo improprio della struttura tecnica denominata “Staff”: esiste una struttura tecnica misteriosa e opaca che ha una funziona politica: ad esempio nella certificazione di una lista oppure nella gestione del viario di Grillo.
- Mancanza di trasparenza della struttura tecnica denominata “Staff”: i suoi ruoli e compiti non sono ben definiti. È impossibile sapere chi ha responsabilità per cosa. Difficoltà nel metterrsi in contatto con essa.
- Inadeguatezza della struttura tecnica denominata “Staff”: visti i pesanti ritardi tale struttura, anche nel suo ruolo prettamente tecnico, è inadeguata e probabilmente sottodimensionata.
Organizzazione
- Scelta candidati: l'attuale metodo di selezione dei candidati non permette ai più meritevoli di emergere, rischia di essere progressivamente contaminato da furbi che puntano solo alla poltrona e non dà garanzie reali sull'onestà dei prescelti.
- Utenti viario di Grillo: la base composta dagli utenti del viario di Grillo è facilmente infiltrabile da furbi e opportunisti dato che l'unico criterio usato per la loro selezione è puramente cronologico. Col tempo questo problema è destinato ad accentuarsi.
- Mancanza piattaforma dedicata alla comunicazione: manca una piattaforma informatica funzionale che permetta agli attivisti di coordinare proposte e scambiarsi idee e informazioni.
- Acquisto materiale: manca l'organizzazione per acquistare grandi quantità (e quindi a basso costo) di gadgets (tazze, spille, cappelli, etc...) a livello regionale/nazionale.
- Limite mandati: i consiglieri comunali uscenti, sia per stanchezza che per legittima ambizione personale, sono dissuasi dal ripresentarsi per un secondo mandato (*2). Grave perdita esperienza.
Comunicazione interna
- mancanza comunicazione attivisti ↔ parlamentari: manca un sistema (informatico o no) per permettere alla base di comunicare con i parlamentari. I Parlamentari dovrebbero essere dei “portavoce” ma in realtà agiscono in maniera totalmente indipendente e scoordinata dalla base. Gli unici contatti fra base e parlamentari sono affidati alla buona volontà di questi ultimi.
- mancanza comunicazione attivisti ↔ “Staff”: poiché lo “Staff” è una struttura opaca non è facile per gli attivisti comunicare con esso soprattutto nei casi in cui servirebbero spiegazioni o chiarimenti.
- mancanza comunicazione “Staff” ↔ parlamentari: anche per la maggior parte dei parlamentari è estremamente difficoltoso comunicare con lo “Staff”. Questo sia per segnalazioni tecniche (ad esempio per problemi col programma di rendicontazione) che politiche (ad esempio per far emergere sul viario di Grillo il lavoro svolto in Parlamento).
- mancanza comunicazione attivisti ↔ rappresentanti in regione ↔ “Staff”: Suppongo (non posso confermare) che anche in questo caso ci siano problemi di comunicazione analoghi a quelli già segnalati.
- I “Tavoli di lavoro”: I “Tavoli di lavoro” a livello regionale non funzionano. I problemi sono molteplici, i principali sono: 1. non ci sono regole che vincolino sulle decisioni prese in tali assemblee; 2. i partecipanti variano di volta in volta in base alla sede (*1); 3. i partecipanti spesso lo sono a titolo personale e non possono impegnarsi per i rispettivi gruppi.
- mancanza comunicazione fra diversi gruppi di attivisti di uno stesso ambito territoriale: anche in questo caso la completa disorganizzazione rende arduo se non impossibile la cooperazione fra i diversi gruppi locali.
- Condivisioni esperienze e risorse: questi problemi di comunicazione rendono arduo se non impossibile condividere esperienze (ad esempio mozioni o interpellanze) e, soprattutto, il massimo valore del M5S, ovvero le risorse umane rappresentante dai singoli attivisti con le loro competenze professionali.
Comunicazione esterna
- Scarsa visibilità sui media: sebbene in crescita, la visibilità sui media locali e nazionali continua a essere scarsa. Quando poi si è costretti a parlare del M5S lo si fa minimizzandone i successi, amplificandone gli errori e, in generale, cercando di metterlo in cattiva luce (*4).
- Comunicazione locale: La comunicazione locale dei Meetup non è uniforme: ogni gruppo si presenta su FB, siti, blog, etc. con tecniche e messaggi diversi. Un approccio uniforme sarebbe probabilmente più efficiente.
- Lavoro parlamentari: il lavoro dei parlamentari, specialmente quello fatto in commissione, non arriva all'esterno e, anche quando lo fa, spesso non è chiaro. Gli stessi parlamentari comunicano il proprio lavoro in maniera disomogenea: chi si affida a una propria pagina FB, chi a un proprio blog, chi non se ne preoccupa...
Si paga la mancanza di comunicazione fra parlamentari e viario di Grillo.
Paradossalmente c'è un mezzo unico (il sito TiRendiConto.it) per effettuare e rendere pubblica la rendicontazione ma non, e questo sarebbe molto più importante, far conoscere il lavoro svolto!!
- Immagine sbagliata: l'immagine che arriva all'esterno del M5S non lo rende credibile. Le principali accuse sono: alternativa di governo poco credibile (colpa dei media ma anche del M5S); rivoluzionari pericolosi (anziani impauriti); culto della persona di Grillo; proteste in Parlamento considerate buffonate; viari di Grillo scarsamente credibile a causa di scelte editoriali dubbie.
- Messaggi su FB: gli attivisti e i simpatizzanti rilanciano su FB messaggi discordanti (talvolta controproducenti): manca strategia comune di comunicazione.
- Messaggi su FB 2: alcuni attivisti, specie su FB ma non solo, usano toni esagerati, aggressivi e/o volgari. Questi messaggi sono controproducenti e contribuiscono significativamente a dare un'immagine sbagliata del movimento. Manca un codice di comportamento che vincoli il comportamento almeno degli attivisti.
Viario (Blog) di Grillo
- Articoli del viario: la linea editoriale del viario, che spesso detta anche la linea politica del movimento, è completamente opaca. Non si sa chi scrive cosa, come e perché. Alcuni articoli non sono firmati. In particolare la mancanza di coordinamento con i parlamentari è molto deleteria.
- Gestione commenti: anche la gestione dei commenti è tutt'altro che trasparente. Ho personalmente verificato insieme a un altro attivista che alcuni commenti, evidentemente contenenti parole chiave non gradite, vengono automaticamente censurati. Questo getta molte ombre sulla democrazia interna.
- Caccia al click: la ricerca spasmodica dei contatti spinge alla creazione di articoli, magari su siti collegati (come TzeTze, IlGrandeCocomero, LaFucina, etc...) dai titoli sensazionalistici. Si cerca la “notizia” invece di dare informazioni: questo è probabilmente il motivo principale per cui il lavoro dei parlamentari raramente arriva sul viario.
Contemporaneamente questa linea editoriale rende l'intero M5S meno credibile: slogan urlati invece di informazioni approfondite. A parole si afferma di voler cambiare la mentalità degli italiani ma in pratica si allevano fanatici puntando pericolosamente sul culto della personalità di Grillo.
- Gestione centralizzata: la gestione del viario di Grillo è chiusa e centralizzata: per garantire contenuti di qualità sarebbe invece necessario aprirsi all'esterno, alla collaborazione degli attivisti e dei parlamentari.
Meetup
- Meetup locali senza organizzazione ufficiale: questo provoca problemi legali (ad esempio, se ci fosse da fare una denuncia si dovrebbe esporre in prima persona un singolo attivista) e di finanziamento (anche la raccolta dei fondi è obbligatoriamente alla buona) e, come conseguenza, di efficacia sul territorio.
- Mancanza regole/ruoli: ogni Meetup ha le proprie regole e in genere, per il “principio” dell'uno vale uno, non ci sono neppure ruoli. Questo causa comportamenti difformi fra Meetup e Meetup e una generale inefficienza sia quando gli attivisti sono pochi (mancano le competenze) che molti (manca la capacità di organizzarsi). La mancanza di regole comporta che le eventuali diatribe all'interno dei diversi Meetup non sono gestite in maniera uniforme e non ci sono tutele per la parti in conflitto.
- Schegge impazzite: paradossalmente la mancanza di regole e organizzazione rende difficoltoso (e talvolta magari illegale) allontanare persone indesiderate. La mancanza di comunicazione con lo “Staff” provoca poi il paradosso che nulla vieta alla persona allontanata, perché magari non seguiva i principi del M5S, di fondare un proprio Meetup in contrapposizione con quello già esistente!
- Nuovi Meetup: mancano regole per la creazione di nuovi Meetup e, in prospettiva, questo provocherà sempre maggiori conflitti. In particolare c'è un problema di rappresentatività del territorio: la regola (comunque non sempre seguita) di un Meetup per comune non sembra essere adeguata (vedi poi).
- Grandi Meetup: nei Meetup molto grandi (più di 20 persone?) la mancanza di regole provoca l'anarchia col risultato che la democrazia interna (al Meetup) diviene solo apparente. Finisce per valere la legge di chi urla più forte e questo a totale discapito della qualità delle decisioni da prendere.
- Mancanza fondi: questo comporta la mancanza di una sede propria fissa (e quindi, tranne fortunate eccezioni, si faranno riunioni in luoghi di fortuna o decentrati) come anche l'impossibilità di richiedere consulenze, etc...
Attivisti
- Attivisti e utenti: Non c'è distinzione fra attivisti che a proprie spese, non solo di denaro ma anche del proprio tempo libero, si impegnano sul territorio e gli utenti iscritti sul viario di Grillo. Equiparare gli utenti, fra cui magari si nascondono furbi e opportunisti, agli attivisti è demotivante per i secondi e crea pericolosi paradossi. Se non vi viene posto rimedio questa situazione andrà a peggiorare sempre di più (*3).
- Scarsità attivisti: dopo le elezioni del 2013 il numero di attivisti (almeno per i Meetup della Toscana che conoscevo) è rimasto grossomodo costante: in verità, per poter lavorare adeguatamente senza soldi, sarebbero necessari più attivisti.
- Pochi giovani: almeno nel mio gruppo c'erano pochi giovani: problema di comunicazione/immagine?
- Attivisti anarchici: alcuni attivisti abusano della mancanza di regole interne e, con le loro iniziative personali, rischiano di gettare discredito sull'intero movimento. In mancanza di regole o strutture, al momento il Meetup non può fare praticamente niente in questo tipo di situazioni.
Politica
- Ruolo improprio di Grillo e Casaleggio: durante la campagna elettorale del 2013 Grillo ripeteva sempre che, passate le elezioni, si sarebbe fatto da parte. È ormai palese che così non è stato e, anzi, sempre più spesso Grillo stesso attribuisce il ruolo di eminenza grigia a Casaleggio. In particolare è evidente che la linea politica, e tutte le decisione più importanti, non vengono certo prese dagli attivisti e perfino i parlamentari ne sono sempre tagliati fuori.
- Decisione linea politica: eppure, nonostante l'evidenza, il M5S cerca di dare all'esterno (con scarso successo) un'immagine di massima democrazia interna mentre invece è completamente opaco chi sia a prendere le decisioni e con quale mandato. Una delle conseguenze è che spesso gli attivisti, che sul territorio si sono impegnati cercando di lavorare in una certa direzione, si ritrovano di punto in bianco a dover spiegare e giustificare articoli pubblicati sul viario di Grillo in totale contraddizione con quanto da loro affermato precedentemente.
- Programma di governo per politiche ed europee: per le elezioni politiche del 2013 il programma era superficiale: più che altro una bozza di intenti su alcune grandi temi mischiata a idee molto specifiche. In totale una paginetta di venti punti.
Per le europee il programma era semplicemente ridicolo: un post-it di tre punti (chi e come fu deciso che il “programma” doveva essere questo? Di nuovo il problema della trasparenza interna) di cui io, all'epoca attivista a tutti gli effetti, mi vergognai molto.
- Opposizione in Parlamento: l'opposizione in Parlamento non funziona e non ha ottenuto praticamente niente a causa del muro di contenimento creato dalla maggioranza e dalle altre opposizioni. Le trovate più eclatanti sono addirittura controproducenti perché vengono sfruttate dai media per dare un'immagine sbagliata del movimento e ridicolizzarlo. Il M5S dovrebbe prenderne atto e cambiare strategia (*5). Analogamente anche l'opposizione “gridata” e a base di slogan fatta sul viario di Grillo funziona sempre meno: per discutibili scelte editoriali tale sito ha perso quasi completamente la sua credibilità (vedi sopra).
- Democrazia diretta: quella che il M5S spaccia per democrazia diretta sono invece, al massimo, dei sondaggi fatti in rete. I problemi sono molteplici: mancanza di trasparenza su chi decida l'argomento dei sondaggi, la tempistica e la formulazione delle domande. Inoltre, poiché le votazioni sono organizzate all'improvviso, nell'arco di una giornata (in genere in orario lavorativo), non viene dato tempo né modo per riflettere. Oltretutto manca la trasparenza minima necessaria per fidarsi della correttezza dei risultati: tutto avviene sui calcolatori dell'azienda di Casaleggio ma solo le prime votazioni, quelle del 2013 per la scelta del presidente, furono certificate da una società specializzata.
Non è un caso il progressivo calo di partecipazione degli attivisti a questo tipo di sondaggi.
- Espulsioni: provvedimenti draconiani presi per qualsiasi inadempienza, vera o talvolta solo presunta, spesso controproducenti e che sembrano frutto di una mentalità aziendale ottocentesca dove il dipendente che non obbedisce viene semplicemente licenziato. Inoltre tali provvedimenti giustificano l'immagine di un M5S dove non c'è spazio per il dissenso interno.
- Uno vale uno: il principio che “uno vale uno”, forse il preferito dagli attivisti nonostante i problemi organizzativi che provoca a livello locale (vedi sopra), è palesemente ignorato a livello nazionale: di sicuro non decidono gli utenti del viario di Grillo, di sicuro non decidono gli attivisti sul territorio, sorprendentemente non decidono nemmeno i parlamentari... Tutto viene invece stabilito da un ristrettissimo gruppo di persone che, evidentemente, valgono molto più di tutti gli altri messi insieme. Ma di nuovo, predicare un principio e applicarne l'opposto, non rende molto credibili...
- No autocritica: manca qualsiasi autocritica all'interno del M5S dove, anzi, dove spesso simpatizzanti e attivisti si considerano i soli depositari della verità. Dopotutto, chi osa pensarla diversamente, rischia fortemente di essere espulso. Neppure le sconfitte elettorali, per quanto pesanti, stimolano una riflessione: si dà la colpa ai media, agli italiani che non capiscono e ci si rassicura ripetendosi il mantra #vinceremoNoi/Poi.
Conseguenza di questa totale assenza di autocritica è che, almeno dal 2013, il M5S è rimasto esattamente uguale a se stesso, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo, nonostante le nuove ed evidenti necessità. È paradossale che un partito che, almeno a parole, aspiri a cambiare completamente l'Italia non sia in grado di riformare minimamente se stesso (*6).
Conclusione: i problemi del M5S sono quindi molteplici: alcuni piccoli, altri più gravi. Però fra questi il problema più grosso è la sua totale mancanza di volontà a riconoscere i propri errori e a correggerli. Ormai non si tratterebbe più di semplice arroganza ma di completa stupidità.
Ma Grillo & C. non sono certamente degli stupidi e quindi la risposta alle reali ragioni della rigidità del M5S vanno cercate altrove...
Su queste altre possibili giustificazioni ho riflettuto a lungo ma non è opportuno che adesso divaghi elencando le mie conclusioni.
Un altro problema gravissimo è la modalità di scelta dei candidati incentrato sulle autocandidature e sul voto in rete degli utenti (*7) del viario di Grillo. Tale piattaforma è infatti ormai invasa da furbi e furbastri e la situazione, se non viene corretta, andrà sempre più a peggiorare. Ma la qualità dei candidati contribuisce significativamente a dare credibilità al movimento: manca solo che uno di questi furbastri, alla faccia della fedina penale immacolata, venga colto con le mani nel vasetto della marmellata e il M5S avrà perso anche la carta dell'onestà...
Nota (*1): mi sono interessato al problema di come un gruppo numeroso di persone possa effettuare scelte condivise. Ho studiato varie possibilità e ho notato che i “tavoli di lavoro” pentastellati sembrano essere una variante del sistema OST. Tale sistema è stato provato funzionare anche con gruppi di mille persone: perché quindi il sistema dei “tavoli di lavoro”, almeno in Toscana, non ha portato a niente?
Beh, fra i requisiti essenziali del sistema OST c'è: 1. i partecipanti ai tavoli di lavoro devono sempre essere gli stessi; 2. i partecipanti devono essere motivati e interessati all'argomento del tavolo; 3. durata dei lavori di almeno 5 ore; 4. riepilogo finale scritto e non orale (i partecipanti sono troppo stanchi per stare attenti!).
Soprattutto il punto 1 (ma in misura minore anche gli altri) non sono rispettati, tranne rare eccezioni, nei “tavoli di lavoro” pentastellati.
La mia personale teoria è che questa inefficacia sia voluta: si vuole dare la sensazione di democrazia interna senza però rischiare di arrivare a scomodi risultati concreti potenzialmente in contrasto con quanto deciso altrove.
Nota (*2): l'ho già scritto altrove ma secondo me la soluzione sarebbe semplice e coerente col principio “non si deve vivere di politica” del M5S: nel limite dei due mandati andrebbero considerati solo le cariche retribuite da uno stipendio vero e proprio e non da piccoli rimborsi spesi...
Nota (*3): almeno in Toscana, da dopo le elezioni del 2013, il numero di attivisti è rimasto costante quando non in calo ma gli “utenti” registrati sul viario di Grillo sono cresciuti esponenzialmente. La distinzione fra attivisti e utenti dovrebbe quindi essere chiara...
Nota (*4): per questo problema non vedo soluzioni a breve: essendo fuori dal sistema di potere, i media a esso asserviti, ostacolano il M5S in ogni maniera possibile.
Nota (*5): ormai è quasi un anno che lo ripeto: se l'opposizione in Parlamento non funziona bisognerebbe comportarsi da vera opposizione e scendere in piazza a manifestare pacificamente. Sarebbe fondamentale aderire alle manifestazioni organizzate dai comitati e dalle forze sociale per dimostrare di essere veramente al fianco, non solo a parole, dei cittadini. Tutto questo però incredibilmente non avviene: ho speculato altrove sulle possibile ragioni e non sto qui a ripetermi.
Nota (*6): sulle vere ragioni di questa rigidità estremamente sospetta ho speculato a lungo ma non divagherò con le conclusioni a cui sono giunto e che ho già pubblicato in altri pezzi.
Nota (*7): che a sua volta si basa sul non voler riconoscere la sostanziale differenza di impegno, affidabilità, aderenza ai principì, partecipazione disinteressata che esiste fra attivisti sul territorio e utenti sul viario di Grillo...
mercoledì 10 giugno 2015
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