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lunedì 17 luglio 2023

Caldo e bugie infernali

Forse egoisticamente io mi preoccupo solo della temperatura di casa dove il caldo è arrivato tutto insieme da una settimana forse dieci giorni. Prima avevo freddo a uscire la notte a vedere le stelle!
Il fatto è che quando piove nel bosco, il fresco dura molto più a lungo che in città dove invece ribolle via al primo giorno di sole trasformandosi in afa. E a giugno aveva piovuto moltissimo.

Nell’ultima settimana il caldo è arrivato anche in casa: al mattino ho 24° e a sera 26°. La temperatura fuori si abbassa molto di più (stamani alle 7:00 c’erano 18°) ma nella mia valle molto stretta ho pochissima ventilazione.

Perché questa lunga introduzione sulla temperatura di casa mia?
Abitando vicino a Firenze di solito c’è una relazione con la temperatura di tale città: in genere d’estate ci sono circa 8 gradi di differenza, 10 in primavera e autunno e di nuovo 8 in inverno.
Quando in giardino ho 30 gradi a Firenze ce ne sono circa 38 e così via…

Ora non ho controllato ogni giorno ma la temperatura massima che ho visto in giardino è stata 29°, quindi forse il massimo sarà stato 30° o 31°. Questo significa che la temperatura in città non dovrebbe aver superato di molto i 40°, anzi!

Questa settimana, annunciata come la più calda, secondo il sito Lamma (vedi: Lamma Meteo Firenze), dà massime variabili nei prossimi giorni da 36 a 40 gradi (un unico giorno).
E allora dove sono le temperature infernali annunciate dai media? A me pare che queste siano le solite temperature estive…
Per Roma invece, per i giorni dal 17 al 23 luglio, le temperature previste sono: 39°, 42°, 39°, 35°, 35° e 36°. A parte il picco di 42° mi sembrano temperature normali per fine luglio!
In Sardegna a Sassari, nello stesso periodo di tempo, le temperature variano fra 32° e 36°: magari è a Cagliari che ci saranno i 47° (sentito ieri a SkyPD)?

Su Twitter un tizio che seguo ha fatto giustamente notare che le temperature più allarmistiche sono “al suolo”: quando mai in Italia si considerano le temperature al suolo?

Il punto è che evidentemente i media nostrani (ma suppongo tutti quelli occidentali che rilanciano le temperature riportate dai nostri) stanno scientemente cercando di provocare un allarme per un’emergenza che, al momento, non esiste.
Hanno imparato il giochino con la pandemia ed, evidentemente, vi hanno preso gusto. Un’estate normale e anzi freddina a maggio-giugno, viene trasformata in un’estate “infernale”.
Ovviamente non può essere un caso: sono stati ricevuti degli ordini e si procede a eseguirli senza preoccuparsi di quale sia la realtà.
Torna in mente il commissario per l’emergenza della siccità che, sicuramente, in questo anno avrà preparato dei progetti per fare in modo che negli inevitabili anni con meno pioggia si minimizzino le difficoltà per la popolazione. Sicuramente avrà fatto costruire dei bacini per accumulare l’acqua in primavera, avrà fatto aggiustare le infrastruttura per la distribuzione dell’acqua, avrà controllato che l’acqua non venga prelevate senza autorizzazione dai nostri fiumi e torrenti.
Sì, sicuramente avrà fatto tutto questo o, più probabilmente, non avrà fatto assolutamente niente di niente: il motivo è che si spera, si vuole anzi, nell’emergenza per… bo, ancora non lo so: ma sicuramente si giocherà sull’emergenza, sulla paura, per imporre qualche nuova ingiustizia alla popolazione.

Io spero che tutte le “stranezze” che si stanno accumulando facciano capire anche ai più ingenui (ovvero ai più fiduciosi nelle autorità) che qualcosa non torna, che la realtà non pare corrispondere alla narrativa che viene propalata dai media.

Da questo punto ho visto un qualche segnale incoraggiante anche in un ghiribizzo in genere molto allineato al pensiero dominante. Aveva notato che l’Ucraina non sta proprio vincendo e auspicava un cambiamento di strategia. Spero che non sia l’unico…

Conclusione: la situazione è molto peggiore del previsto. Libertà, giustizia e diritti stanno venendo annullati in nome di scuse speciose e, talvolta, palesemente false. Ci si preoccupa sempre meno di salvare le apparenze perché il pubblico pare credere a tutto: addirittura non si crede più neppure al proprio termometro se la televisione dice che fa un caldo dell’inferno...

8 commenti:

  1. > in genere d’estate ci sono circa 8 gradi di differenza

    Due settimane fa ho accompagnato mio figlio in capoluogo alla stazione delle corriere (doveva tornare in Baviera per gli studi universitari).
    Ore 22:30 ca. 28 gradi.
    A casa mia, al ritorno, 21.5 gradi.
    Quindi al netto del gradiente termico (ca 200m, ca. 1.2gradi), sono quindi 5.3 gradi di differenza dovuti all'effetto "isola di calore urbana".

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    1. I miei 8 gradi erano abbastanza ad occhio! Ci sta che siano meno: da me influisce che sono in un bosco, in una valle strettissima dove batte poco il sole e sui 100m di altezza. Poi Firenze è in conca e di suo tende a ribollere più di altre città...

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  2. > un’emergenza che, al momento, non esiste.

    Mi permetto di dissentire.
    Non si tratta affatto di un'emergenza, visto che l'avanzamento a nord della linea di convergenza intertropicale nella stagione calda ha sostituito, dagli anni 2000 (molti si ricordano il primo inferno termico estivo quello del 2003 che fu percepito come peggiore solo perché gran parte delle persone NON erano ancora attrezzate con dispositivi di raffrescamento, negli anni successivi valori massimi e numero di giorni di caldo tropicale sono peggiorati piu' volte) l'anticiclone atlantico detto "delle Azzorre" con l'anticlone nordafricano (detto anche "gobbo di Algeri").
    Questo significa
    o - sostituzione degli scambi metereologici "longitudinali" atlantici (umidi) con scambi metereologici "meridiani" (non umidi)
    o - stasi meteoreologica altopressoria estiva passata da ca. 45 giorni a mesi
    o - stasi meteoreologica altopressoria pure in inverno con rarefazione o scomparsa delle perturbazioni atlantiche
    o - lunghi periodi di mesi e mesi di siccità e temperature elevate
    o - concentramento delle piogge in periodi assai limitati

    I picchi di temperature estivi "azzorriani" 35-37 gradi sono stati sostituiti da picchi di temperature estive "nordafricane" di 5 / 6 gradi superiori (40 - 42 gradi).
    L'impatto di quei pochi gradi in piu' NON e' lineare ne' sulla percezione umana ne' sull'equilibrio e la conversazione degli ecosistemi. ma piu' che lienare (ora dovrei capire se quadratico, cubico o peggio ancora).
    In particolare sono proprio i picchi di temperature massime (diurne e notturne) chje comportano stress estremi per tutti gli ecosistemi (dai ghiacciai fino alle aree boschive, naturali a quelle coltivate).

    Il cambiamento climatico non è una emergenza ma una realtà consolidato da circa un ventennio.
    Del resto, anche dal punto di vista geofisico, è estremamente difficile (io sarei anche piu' radicale, direi impossibile) dimostrare che l'impatto ecologico dovuto al teratoma umano e al suo metabolismo (che significa produzione sempre piu' elevata di rifiuti, tra i quali anche i gas ad effetto serra e distruzioni sempre più estese di aree biotiche a capacità fotosintetica) non esista ovvero non abbia alcun effetto.

    Un po' come le scie chimiche: il problema NON sono questo o quel agente chimico inquinante, il problema in sé è il devastante infinito aumento del traffico aereo e l'inquinamento enorme che esso causa.
    E' ovvio che le scie sono chimiche, in quanto esse contengono anche solo i residui della combustione dell'aviocherosene, gli ossidi NOx, etc. .
    Quindi non brillante andare a pensare a questo o quel metallo pesante quando ci sono gia' milioni di tonnellate di inquinanti chimici da combustione nelle scie.
    Solo che rinunciare al fine settimana a Londra o alla vacanza in Mar Rosso e' scomodo, meglio pensare a piani molto piu' complessi e difficili da dimostrare.

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    1. Beh, "l'emergenza non esiste" mi riferivo all'Italia questo anno: nel senso che per la mia esperienza personale e per la brevissima ricerca fatta per verificare le temperature online non ho riscontrato le temperature "infernali" preconizzate dai media!

      Sul cambiamento climatico non ho dubbi che esista. Semmai non saprei dire quanto sia causato dall'uomo e quanto naturale.

      Il dubbio mi è venuto quando qualche mese fa ho scoperto che il vulcano alla Canarie in pochi mesi di attività ha emesso una quantità di ... bo, roba inquinante a base di zolfo (!)... che viene prodotta dall'intera Europa in un anno.

      Ora considerando che in media i vulcani contemporaneamente attivi sono circa 20 (secondo chatGPT, io ricordavo invece una cinquantina) viene qualche dubbio...

      (Sparo a caso) Magari l'aumento della temperatura non è provocato tanto dalle sostanze nell'atmosfera ma dal disboscamento, oppure dipende dal buco dell'ozono, cioè filtra più radiazione sulla superfice terrestre...

      Storicamente ci sono stati periodi (secoli) più caldi o freddi. Per esempio la "Piccola era glaciale" del XVII secolo. Oppure secondo "The fate of Rome" la fine dell'impero romano d'occidente fu causata da un mutamento climatico.

      Intendiamoci fino a qualche anno fa sarei stato completamente d'accordo con lei: il cambiamento climatico è sicuramente causato dall'uomo perché la stragrande maggioranza degli scienziati la pensa così.
      Ma la vicenda della pandemia mi ha insegnato che ormai i media manipolano anche la scienza: viene dato grande spazio alle opinioni/teorie che confermano la narrativa dominante mentre quelle minoritarie vengono derise/boicottate o semplicemente passate sotto silenzio.
      Adesso quindi che la maggioranza degli scienziati sembri (a me che non seguo il problema con attenzione) concorde non è un argomento risolutivo specialmente se tali pareri sono usati (o saranno usati) per imporre alla popolazione degli obblighi da cui poi pochi (miliardari) otterranno grandi vantaggi economici...

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  3. Non serve a nulla, ma segnalo un cortocircuito che denuncia, anche da solo, la malafede delle dirigenze (e degli "espertoni" che a queste obbediscono): dato per buono che esista il cambiamento climatico e che provochi dei danni, dato per buono che le dirigenze intendano mettere in campo misure per mitigarne le conseguenze, in che modo e in che misura AUMENTARE ATTIVAMENTE la popolazione dimorante su un territorio in crisi può aiutare in questo senso? Perché è evidente l'INTENZIONALITA' dell'incremento della popolazione dimorante sul territorio italiano, tramite un attivo perseguimento di imponenti migrazioni in ingresso. MAI ho sentito una parola su questo tema da parte degli "espertoni", MAI questi hanno osato introdurre nelle loro pelose valutazioni le interazioni tra la possibilità di interventi di tutela ambientale e l'incremento della popolazione dimorante sul nostro territorio dovuto all'immigrazione (prima che a qualcuno venga in mente di cadere nel solito trabocchetto: no, non parlo SOLO dell'immigrazione clandestina, eccessiva, incontrollata o chissà che altro, parlo dell'IMMIGRAZIONE nel suo complesso). Curioso, no?

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    1. Concordo sul rapporto popolazione / consumo risorse ambientali. Recentemente ho letto “Collasso” di Diamond che è praticamente incentrato su questa relazione.

      Però, il fatto che la politica non ne parli, può essere sì ipocrisia ma personalmente sospetto maggiormente incapacità e ignoranza. Specialmente in Italia: magari in altri paesi occidentali può trattarsi effettivamente ipocrisia.

      Il problema di fondo è l’incapacità della classe politica occidentale (non solo italiana) concentrata solo sulla conservazione del proprio potere ma priva di una prospettiva non dico di lungo termine ma anche di medio e forse breve termine.
      L’unica cosa che si gestisce. oltretutto male, è l’emergenza: non si fa niente per prevenirla perché mancano gli strumenti culturali per prevederla.
      L’immigrazione è vista solo come emergenza: non c’è il reale tentativo di capirne le cause e di prevenirle. Probabilmente non c’è neppure la volontà reale di impedirla, ma questa è un’altra storia.
      Il cambiamento climatico è invece semplicemente troppo a lungo termine per entrare nei radar della nostra politica. Sì, magari potrà essere nominato in qualche frase di circostanza se il politico di turno pensa di poterne trarre un vantaggio di immagine e quindi elettorale: ma di concreto non c’è alcun progetto, alcuna idea.

      In Italia poi, sempre di più, ci si affida passivamente alla UE per ogni politica che vada oltre la normale amministrazione. E, sfortunatamente, l’UE è in mano alle lobbi: basta vedere dove vanno a lavorare, terminato il mandato politico, i vari commissari/burocrati europei. Quindi vi è più competenza e comprensione dei problemi ma, sfortunatamente, non ci si preoccupa dell’interesse della popolazione europea ma esclusivamente degli interessi delle lobbi.

      Vabbè, sto divagando: il mio punto è che è difficile capire quale sia il confine fra incompetenza e ipocrisia della nostra classe politica. Molte volte mi sono chiesto se il politico XXX ci facesse o ci fosse!

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    2. La mia chiave di lettura è che raggiungere certe posizioni è tutt'altro che facile, quindi l'ipotesi dell'incompetenza è fuori discussione. Il che ci riporta alla mia definizione di "dirigente": persona dalle ottime capacità e dalle pessime intenzioni. Non ritengo esistano eccezioni.

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    3. Che i politici di alto livello siano tutti in gamba è anche la posizione di mio padre… :-)

      (Ovviamente lui non pensa che siano tutti in malafede ma questo è un altro discorso…)

      Penso che prima o poi scriverò un pezzo su come sono arrivato alla mia conclusione. Accenno solo che l’argomento forse più forte è che a volte prendono decisioni che vanno contro i loro stessi interessi.

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