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domenica 2 luglio 2023

Franklin vs Speranza

Solo un pezzo rapido oggi per dare un segno di vita: in realtà avrei anche qualche idea interessante ma non ho voglia di scrivere…

Uno dei topos ricorrenti di questo ghiribizzo è la libertà e, in particolare, la sua costante e progressiva riduzione. Di tanto in tanto, quando mi confronto con l’indifferenza della maggioranza della popolazione e con la narrativa tranquillizzante dei media, mi viene il dubbio di essere io paranoico e di preoccuparmi troppo senza ragione.

È un po’, credo, il problema di tutti coloro che non si allineano al pensiero comune e che non siano né fanatici né arroganti: quando si vede andare tutti in un’altra direzione viene il dubbio che la nostra logica abbia qualche errore che non si riesce a vedere…

Nel corso degli ultimi anni ho letto diversi classici: chiaramente gli autori scrivono del loro mondo, della loro epoca, ed è quindi impossibile trovare frasi che si possano sovrapporre al 100% ai nostri tempi. È però vero che immancabilmente la sensazione che ho avuto è che la libertà sia considerata il bene più alto da cui tutti gli altri provengono. Ma non c’è bisogno di andare a razzolare nei classici: anche Rawls dà il massimo valore alla libertà e i casi in cui la si può limitare sono pochissimi…

Ovviamente si potrebbe semplicemente pensare che i grandi intellettuali, specialmente dell’illuminismo, fossero dei sempliciotti che non conoscevano il mondo moderno e che quindi le loro “verità” avevano un valore temporalmente circoscritto alla loro epoca.
Ma questa sì che mi parrebbe arroganza! In realtà sono sempre più convinto che in questo XXI secolo vi sia, almeno in occidente, uno slittamento della morale: non è più l’uomo al suo centro ma il profitto. Solo così si possono “spiegare” delle politiche altrimenti inspiegabili…

Vabbè, tutta questa riflessione è nata da un aforisma di Benjamin Franklin: uno delle poche vere anime democratiche che parteciparono alla stesura della costituzione degli USA…

La traduco al volo: «Coloro che sono disposti a cedere libertà essenziali per ottenere una piccola e temporanea sicurezza non meritano né la libertà né la sicurezza.»

Non conosco il contesto di questa frase ma mi pare si possa perfettamente applicare alla gestione della pandemia: in nome di una dubbia sicurezza la libertà è stata massacrata.

Possibile che Franklin avesse torto e che il conduttore di “Domenica Super Megabum” ragione?
Certo, è possibile: eppure ho la netta sensazione che il grande pensatore indipendente sia più affidabile del pappagallo abituato a ripetere la sceneggiatura che deve recitare e foraggiato, più o meno indirettamente, dalle case farmaceutiche.

Forse è per questo che mi piace leggere i classici: mi confortano. Non sono avvelenati dall’ipocrisia, quando non dalla semplice falsità, degli intellettuali dei nostri tempi. Leggo i classici e mi accorgo che, a modo loro, confermano le mie paure e le mie valutazioni.

Conclusione: mi si potrebbe dire “andando a cercare frasi specifiche è possibile far dire di tutto a tutti”. Nì, sicuramente è possibile trovare concetti non più attuali o anche puramente sbagliati, ma nella mia pur limitata esperienza non ho trovato niente che mi faccia lontanamente supporre che qualche grande pensatore del passato (intendo dall’illuminismo in poi) possa essere vagamente favorevole a riduzioni della libertà per “piccolezze” come può essere la salute. Del resto per conquistare la libertà si dà la vita, mi pare quindi ovvio che la libertà non vada ceduta per (teoricamente) conservare la salute!

5 commenti:

  1. Si veda anche la Costituzione Italiana : il ''diritto alla Salute'' cioè alla mera persistenza biologica dell'individuo è posto al 32° posto ( con un articolo ambiguo e stracitato durante i due anni di pandemia bio-mediatica conclusi dall'iniziativa del Premio Nobel per la Medicina V. V. Putin ), dopo 31 punti che si occupano della Libertà dei cittadini.

    Evidentemente, anche per i Padri costituenti la Libertà era il valore più importante.

    ===

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    1. Un'ottima osservazione: anche la posizione dell'articolo indica la sua importanza relativamente agli altri.

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    2. La costituzione non è scritto divino calato dal cielo ma un artefatto frutto di milion mila compromessi e negoziazioni di due parti sociali su tre: democristiani e comunisti altre forze politiche assai minoritarie) assenti i fascisti sppena annientati.
      Quindi è caratterizzata da freno a mano ben tirato e acceleratore ben pigiato in molti articoli.
      Risultato: ogni interpretazione è possibile.
      Fino alle porcate fobico-tecno- vaccino-teistiche della tessera verde che noi tre non abbiamo affatto né ingollato né incensato come molti fascisti anti (cambia il colore della tessera, dal nero al verde non la coazione discriminatoria, segregazione risultante , non l' esclusione dal lavoro-pane).

      UUiC

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    3. Quello che scrive sulla Costituzione è certamente vero.
      Mi permetto di aggiungere che il problema di fondo è l’imbarbarimento della democrazia occidentale: stiamo passando dalla “Rule of law” alla “Rule by law”.
      Nella Rule by Law al vertice sta la Costituzione e tutti sono soggetti a essa, anche i legislatori; nella Rule by law invece le leggi e la costituzione esistono, ma possono essere manipolate o interpretate a discrezione del governo o delle autorità al potere. In questo caso, la legge può essere piegata in favore del governo, mettendo a rischio l'equità e la giustizia. A me pare che gli obbrobri legali a cui abbiamo assistito durante la pandemia siano evidente frutto di questa tendenza.

      Il problema è che la costituzione è un testo, di per sé impotente e senza volontà; il governo è composto da uomini con i propri interessi.
      In Italia la costituzione dovrebbe essere “difesa” dalla Corte Costituzionale ma questa gerusia di cariatidi ottuagenarie ha dei tempi di intervento così lenti che, nella sostanza, permette ogni abuso…

      Per altre informazioni rimano al mio pezzo Indietro su Sartori (4/?) dello scorso anno...

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