No schermo. Voglio scrivere di un episodio che mi è capitato lo scorso 23 maggio. Già sul momento mi aveva fatto una certa impressione ma contemporaneamente mi era parso una piccolezza. Così decisi di non perderci tempo…
Eppure, a oltre un mese di distanza, ancora ci ripenso. Mi sono quindi convinto che sia stato un episodio piccolo ma significativo.
Avevo accompagnato una persona anziana a una visita al CTO di Careggi (a Firenze) dove un’ala è dedicata agli ambulatori privati. Dal primo maggio le mascherine (comunque completamente inutili secondo una metaricerca chiarificatrice) erano obbligatorie solo nelle RSA: io comunque, me le ero portate dietro dato che siamo in Italia e conosco gli italiani...
E infatti l’infermiera adibita al nostro corridoio si precipita a chiederci di indossare la mascherina spiegandomi quanto ancora sia importante. Nella situazione non valeva la pena discutere e quindi mettiamo la mascherina...
Successivamente arrivano altri pazienti a coppie e, regolarmente, senza mascherina. L’infermiera a tutti dice di indossare le mascherine dando spiegazioni diverse. A chi non le ha le fornisce lei (i tovagliolini di carta completamente inutili). Alcuni le danno retta ma altri la mettono ma poi se la ritolgono per rispondere al cellulare oppure per mangiare una caramella oppure la indossano solo sulla bocca ma non sul naso etc.
Anche la nostra infermiera, ammansita da una coppia con una caramella, non insiste più con loro anche quando questi “dimenticano” di indossare la mascherina. Lei stessa quando è sola si libera il naso. Spiega poi che è importante averla quando si è vicini agli altri ma non da soli. Con un’anziana al telefono insiste un paio di volte: le dà una mascherina nuova quando la vecchia le cade a terra ma poi desiste. Eppure la vedevo che scrutava tutti attenta, consapevole di chi le indossava e chi no… ma soprattutto frustrata dal non potere insistere, dal non potersi imporre. A coronamento della futilità della mascherina, a chi la indossava male, cioè col naso al vento, non diceva niente dato che c’erano comunque diverse persone che, per un motivo o un altro, proprio non la tenevano.
La mia sensazione (adesso) è che la mascherina potessero suggerirla ma non imporla. Per questo a ogni coppia l’infermiera dava giustificazioni diverse, per questo la vedevo combattuta fra la voglia di chiedere di indossare la mascherina e il non potere insistere. In altri corridoi infatti le infermiere erano più rilassate e le mascherine erano indossate da un 66% (molto a occhio) dei pazienti.
In generale tutti, giustamente, non sembravano farci molto caso alle mascherine, anche le altre infermiere. La “nostra” invece ne pareva ossessionata…
Ecco, proprio questa sua ossessione mi sorprese perché faticavo a comprenderla.
Nel corso delle settimane mi sono convinto che la “nostra” infermiera non fosse veramente preoccupata per la salute ma che, soprattutto, rimpiangesse l’autorità che in passato doveva aver avuto: il piacere di obbligare tutti a mettere la mascherina e, magari, a discriminare chi non era vaccinato.
Credo fosse una di quelle persone con una vena sadistica che, assaggiata una briciola di autorità, la capacità di poter infastidire le persone oltre il buon senso e con le spalle coperte dalla legge, adesso ne sentiva terribilmente la mancanza.
Conclusione: questo è il punto, il comportamento anomalo dell’infermiera (anche paragonato a quello delle colleghe della stessa ala) secondo me è spiegabile solo così. Non sincera preoccupazione per il covid-19 ma rimpianto per la perdita di autorità. Le personalità sadiche che potevano “torturare” dicendosi di fare “del bene” sono quelle che più amavano e approvavano le discriminazioni senza basi scientifiche: e ora le rimpiangono. Magari giustificandosi pensando che occorra più “prudenza”...
Tassi alcolemici
5 ore fa
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