[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.5.0 "Bellis Perennis") e, in particolare, del capitolo 9.
La notizia era già nell'aria da tempo: un certo fervore istituzionale volto, almeno ufficialmente, a proteggere i cittadini ingenui dalle bufale cattive che attaccano i governi occidentali, tanto buonini, per falsarne così le elezioni...
I pezzi che ho scritto sull'argomento sono tanti che fatico a ricordarli: come “campione” rimando a Censura e libertà, Bufale cinesi, Dolce amaro e al corto Antibufale o censura?...
È di oggi la notizia Allarme Ue, 'fake news reale minaccia a stabilità della società' da Ansa.it
L'articolo spiega che la UE ha preso atto del “pericolo” rappresentato dalle bufale: queste sono infatti una minaccia alla “stabilità e alla coesione delle nostre società europee”. Inoltre vi è anche uno specifico riferimento alla Russia che avrebbe esplicitamente ammesso di usare la disinformazione come arma militare. La UE ha quindi deciso di prendere tutta una serie di iniziative, abbastanza vaghe, e rivalutare poi la situazione a ottobre.
Onestamente alcune delle iniziative sono condivisibili, come ad esempio l'individuazione e il contrasto ai profili che pubblicano in automatico (i bots), per molte altre occorrerebbero delle informazioni più complete per poter esprimere un giudizio.
Ma oltre a queste iniziative, che come detto potrebbero anche essere accettabili e giustificate, “in parallelo” la Commissione UE (*1) sta preparando una “rete europea di fact-checkers”, una non meglio specificata piattaforma informatica per “aiutarli” nel loro lavoro e, infine, emetterà un bando per la produzione e la diffusione di informazione “di qualità” sulla UE basate su dati.
Le mie obiezioni a questa pletora di iniziative sono molteplici ma le più importanti, sebbene forse motivate da eccessivi timori e sospetti, sono essenzialmente due: una sul merito e l'altra sul metodo.
L'obiezione sul merito è la seguente: il falso si combatte col vero e non con la censura. Altrimenti si ha, o si dovrebbe avere, il legittimo sospetto che proprio ciò che venga censurato sia il vero.
L'obiezione sul metodo è più articolata: come si identificano le bufale? Con dei verificatori “indipendenti” dei fatti?
Già nel 2013 scrissi il pezzo Pagella sulle pagelle dove riflettevo sul valore dei giudizi che una squadra, ovviamente “indipendente”, di ragazzi volontari (ma che dal loro profilo sembravano avere tutti una “cultura” di stampo “montiano”) aveva dato ai diversi politici alla vigilia delle scorse elezioni nazionali, valutando “oggettivamente”, le affermazioni fatte durante la campagna elettorale. La mia conclusione fu che il problema della buona fede e imparzialità di chi dovrebbe decidere sulla veridicità di una certa affermazione è precipuo: se infatti manca l'onestà è facilissimo manipolare i dati per ottenere ciò che si vuole: basta scegliere con attenzione i “fatti” da analizzare e si può ottenere qualsiasi percentuale voluta rimanendo formalmente, sottolineo “formalmente”, corretti.
Ma la Commissione involontariamente mina da subito la credibilità di questi “verificatori” quando afferma che fornirà loro una piattaforma per aiutarli nel loro “lavoro”. Parlare di “lavoro” implica un salario e, come tutti sanno, chi lavora non è imparziale ma sarà schierato dalla parte di chi lo paga, in questo caso, più o meno indirettamente, la EU; analogamente se la EU fornisce loro uno strumento informatico, o comunque dà un suo preciso supporto, appare evidente che ne condizionerà anche l'uso e i risultati.
In altre parole questi “verificatori indipendenti” di notizie non saranno indipendenti ma schierati dalla parte della EU: questo significa che, probabilmente, saranno considerate bufale le notizie sfavorevoli agli interessi della EU e, al contrario, considerate attendibili le bufale a suo favore.
Questo pasticcio metodologico non è casuale ma è anzi la dimostrazione che il vero obiettivo della EU non è quello di combattere le notizie false (*2) ma solo di poter controllare, ed eventualmente censurare tacciandola per inattendibile, l'informazione indipendente che non passa dai canali dei media tradizionali.
Manipolare i cittadini europei diffondendo informazioni favorevoli alla EU non è infatti considerato un problema: come spiegato nell'articolo, la EU emetterà presto un bando proprio con tale obiettivo.
Si potrebbe obiettare che le informazioni favorevoli dovranno essere basate su “dati concreti”: beh, innanzi tutto l'effettiva correttezza dei dati sarà (forse) giudicata dai fantomatici verificatori indipendenti che però, come detto, indipendenti non saranno; in secondo luogo il fatto di presentare SOLO dati favorevoli (*3) alla EU non è di per sé una manipolazione? Di sicuro infatti la EU avrà portato anche dei vantaggi agli europei ma, per avere un'informazione corretta ed equilibrata, dovrebbero essere elencati anche gli altrettanto inevitabili svantaggi. Non è forse manipolazione mostrare un solo lato (*4) della verità?
Questo è quindi il vero scopo di tutta questa campagna speciosamente montata contro le bufale: va benissimo continuare a manipolare gli europei attraverso le reti sociali e Internet in genere, quello che si vuole veramente ottenere è solo avere un mezzo efficace per controllare e censurare il dissenso.
Le bufale favorevoli alla EU non saranno quindi considerate bufale ma notizie attendibili.
Conclusione: la riprova di queste mie paure l'avremo solo una volta compreso meglio quali saranno le iniziative effettive prese per combattere le bufale. Se tale metodi, criteri e valutazioni porteranno, ad esempio, a considerare Repubblica.it e Corriere.it come inattendibili allora vorrà dire che è stato fatto un buon lavoro e che io, con i miei dubbi, avevo torto...
Nota (*1): l'organo NON democraticamente eletto dai cittadini europei e che decide la politica della UE al posto del parlamento, questo sì votato dagli europei, ma che si limita a stampigliare il proprio timbro sulle decisioni della commissione...
Nota (*2): perché, come detto, il falso lo si deve combattere col vero, non con la censura.
Nota (*3): per la precisione il bando parla di “informazione di qualità” ma non si deve essere ingenui: si tratterà di pubblicità e la pubblicità nasconde i difetti ed esalta i pregi: è il suo scopo. Voi avete mai visto una pubblicità che, ad esempio, reclamizzando una macchina dica anche che costa cara, consuma parecchio o frena poco?
Nota (*4): indipendentemente dal fatto che venga mostrato solo l'aspetto positivo o negativo.
alla prima stazione
1 ora fa
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