Capire cosa stia avvenendo in questi giorni a livello politico è quasi impossibile: ciò di cui siamo a conoscenza sono solo i comunicati e le dichiarazioni ufficiali che vengono passati ai media ma questi sono solo la punta di una montagna di ghiaccio (*1).
Basandomi su considerazioni sostanzialmente indipendenti ai comunicati stampa, in Previsione sul prossimo governo, ho cercato di analizzare motivazioni e obiettivi delle diverse forza politiche: questo mi ha permesso di arrivare a individuare uno spettro di possibili scenari per la formazione del nuovo governo.
Ma quanto scritto in Previsione sul prossimo governo è una base, il punto di partenza per altre considerazioni.
In particolare oggi riflettevo sul mio pezzo incompiuto, quello in cui volevo chiarirmi le idee per una nuova legge del potere da aggiungere alla mia Epitome. Sono arrivato alla conclusione che non si tratta di una nuova legge del potere quanto piuttosto di un criterio che si può applicare nel determinare la soluzione di un contrasto fra due o più poteri.
Il criterio, a cui devo ancora dare un nome, prevede che in un conflitto fra due poteri, la soluzione che viene trovata spesso non è la migliore per entrambi ma quella che evita la perdita maggiore a uno di essi. Da un punto di vista matematico/logico è piuttosto controintuitiva ma, evidentemente, nelle contrattazioni tende a prevalere l'elemento di timore piuttosto che quello di cooperazione e questo porta al risultato sopraddetto.
Ovviamente non è una regola sempre vera! Le contrattazioni sono gestite da essere umani che non applicano regole matematiche sempre uguali, ogni persona ha diversi punti di vista e attribuisce diversa importanza agli obiettivi da raggiungere, le emozioni giocano un ruolo ruolo, etc.
Nonostante questo si tratta di un criterio da tenere sempre ben presente.
La situazione attuale, ovvero il confronto per un nuovo governo fra M5S e Lega, ci dà un ottimo esempio pratico.
I possibili scenari sono (basandomi su quanto concluso in Previsione sul prossimo governo; per questo non c'è, ad esempio, l'eventualità di un ritorno immediato alle urne) questi tre:
1. Accordo governo M5S + Lega
2. Accordo governo M5S + Centro-destra
3. Nessun accordo → porterà a governo istituzionale con M5S dentro e Lega fuori.
Caso 1.
Il caso 1 è l'ideale per Di Maio perché avrebbe il ruolo di primo ministro incontestabile e massima libertà d'azione.
Salvini dovrebbe però accontentarsi di un ruolo subalterno ma, soprattutto, visto che il M5S è un populismo apparente ([E] 12.4) e la Lega (spero!) reale, un governo a forte prevalenza pentastellata non porterebbe a termine nessuna delle riforme del programma della Lega che l'Italia necessita. Questo nel complesso farebbe perdere credibilità al partito di Salvini. Inoltre, in caso di elezioni a breve (passati un paio di anni, e rimescolate abbastanza le carte, la gente non ricorderebbe più quanto sta succedendo in questi giorni), sarebbe difficile per lui ricomporre la spaccatura nel centro-destra e resterebbe quindi “ostaggio” del M5S per molto tempo.
Caso 2.
Al contrario questo sarebbe il risultato più favorevole per Salvini: presentandosi come guida del centro-destra avrebbe una pretesa legittima alla guida del governo mettendo quindi in grossa difficoltà Di Maio. Probabilmente, anche come capo del governo, Salvini non riuscirebbe a portare avanti le riforme auspicate perché M5S e FI remerebbero contro di lui, oltre naturalmente al PD e agli altri partiti dell'opposizione. In questo caso il potere logorerebbe la Lega: c'è il rischio concreto che, dopo un anno o giù di lì, tale governo crolli: a quel punto difficilmente Salvini riuscirebbe a tenere unita la Lega all'opposizione: per i suoi uomini, che avranno scaldato una poltrona di governo, sarà forte la tentazione di rompere l'unità del partito portandosi dietro un congruo numero di parlamentari...
Di Maio però non vuole questa alternativa perché un governo con FI va contro quanto proclamato in campagna elettorale, in più la figura di Salvini, sarebbe molto più ingombrante e difficile da gestire. Poi certo gli elettori hanno la memoria corta: basterebbe una parola di Grillo e anche FI sarebbe “purificata”...
Caso 3.
Sicuramente negativo per Salvini che si troverebbe tagliato fuori dai giochi per un'intera legislatura. Accettabilissimo dal M5S anche se forse non da Di Maio se questi ha la reale ambizione di fare il primo ministro.
Riassumendo la forza politica che rischia di più in questo confronto fra Lega e M5S è la prima nel caso di mancato accordo. Da questo punto di vista forse per Salvini è preferibile un cattivo accordo piuttosto che nessun accordo: dalla sua Salvini ha che il terzo caso sullodato è anche il meno gradito a Di Maio che quindi, per evitarlo, potrebbe a sua volta essere disposto a qualche concessione.
Quale sarà il risultato finale del confronto fra Salvini e Di Maio è impossibile prevederlo: da una parte ci mancano molte informazioni (come i rapporti fra M5S e minoranza PD) e, dall'altra, i singoli individui non seguono alcuna regola.
La logica del mio criterio suggerisce che Salvini potrebbe infine essere anche indotto ad accettare il caso 1: ovvero a sostenere con la sola Lega un governo del M5S ma, ovviamente, come socio di minoranza
Quanto sia disposto a cedere Di Maio è ancor più difficile da stabilire perché dipende tutto dalla sua ambizione e dalla reale indipendenza che ha da Grillo. Ma mi pare più probabile che Salvini ripieghi sul caso 1 che Di Maio sul caso 2: da una parte, come detto, Salvini è colui che ha più da rimetterci, da un'altra non sono sicuro che Di Maio si renda conto di tutte le conseguenze delle sue decisioni.
Ovviamente i tre scenari sopraddetti sono solo le ipotesi principali e, nel gioco della politica, svariati compromessi possono essere possibili per compensare le varie parti.
Una variante interessante potrebbe essere l'incrocio fra il Caso 1 e il 2: ovvero solo la Lega e FdI si accordano per un governo a guida Di Maio. In questo caso il peso specifico di Salvini sarebbe decisamente maggiore a anche per FdI potrebbe essere una scelta vantaggiosa.
Di FdI non ho ancora mai scritto ma potrebbe avere un ruolo importante, soprattutto in futuro: il motivo è che i voti di FI sono tutti dati alla figura di Berlusconi. L'ex cavaliere, credo volutamente, si è sempre circondato di figure insignificanti che, da una parte lo hanno spesso tradito, ma da un'altra non hanno mai avuto la caratura per mettere seriamente in discussione la sua guida. In altre parole Berlusconi è “immanente” in FI: il partito senza Berlusconi non esiste.
Ora c'è da dire che, indipendentemente da quel che ne dica il suo medico, Berlusconi non è eterno e dubito fortemente che fra cinque anni possa guidare una campagna elettorale: ma una FI, per esempio, capeggiata dalla Gelmini dubito che supererebbe il 5%...
Per questo alla Meloni, in prospettiva, conviene legarsi più alla Lega di Salvini che a FI di Berlusconi: inoltre mi pare probabile che FdI, rimanendo a braccetto con la Lega in uno pseudo centro-destra, potrebbe ereditare più facilmente i voti di una FI orfana di Berlusconi.
Conclusione 1: attualmente Di Maio e Salvini stanno bleffando (*2) mostrandosi arroccati sulle rispettive posizioni sebbene entrambi vogliano evitare, per motivi diversi, il governo istituzionale. Salvini ha più da perdere e, quindi, probabilmente più disposto a cedere qualcosa. Da parte sua il PD, che come spiegato in Previsione sul prossimo governo punta a un governo istituzionale cercherà di far saltare ogni accordo fra Lega e M5S: attualmente non ha molte carte da giocare in tal senso ma, quando possibile, sicuramente andrà in tale direzione o, equivalentemente, auspicherà un governo istituzionale.
Conclusione 2: e se tutte queste mie previsioni si rivelassero completamente errate? È possibile: in tal caso mi divertirò ad analizzare cosa ho sbagliato e/o non previsto: probabilmente accordi segreti fra le parti di cui non si aveva notizia...
Conclusione 3: continuo a ritenere il governo istituzionale lo scenario più probabile soprattutto perché non dispiacerebbe a nessun partito, ad eccezione della Lega, compresi i parapoteri europei. Il caso ibrido fra 1 e 2, ovvero governo M5S + Lega + FdI (*3), mi pare un'ipotesi plausibile a cui può puntare Salvini per non essere tagliato fuori. Certo, alla lunga l'alleanza con un populismo apparente potrebbe avere delle controindicazioni ma è anche vero che governare genera consenso: se riuscisse a ottenere qualcosa di significativo (difficile ma non impossibile!) il gioco potrebbe valere la candela.
Nota (*1): devo inventarmi una traduzione migliore per iceberg!
Nota (*2): non è un errore ma il gerundio di bleffare...
Nota (*3): altra ulteriore variante: sfruttando la scarsa affidabilità/fedeltà dei parlamentari di Berlusconi Salvini/Di Maio potrebbe cercare di spaccare FI incentivando/provocando una corrente di governo con relativo plotone di parlamentari. Ovviamente questo scenario, per ragioni di pudore, non potrebbe verificarsi al primo giro di consultazioni ma solo dopo reiterati inviti del Presidente al “buon senso di tutti”. Ma, ripensandoci, non avrebbe senso per Di Maio accettare di far parte di un governo di questo genere perché sarebbe a vantaggio del solo Salvini...
Sonetti d’amore. Giacomo da Lentini
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