Volevo scrivere un pezzo su tutti i ministri del governo Conte ma...
1. mi sono reso conto che non conoscendo quasi nessuno dei nomi coinvolti i miei giudizi sarebbero stati estremamente superficiali (tipo: “Io per primo sono consapevole che si tratta di un'impressione a cui non dare alcun peso ma l'espressione di Tizio non mi piace...”) e, quindi, non interessanti.
2. ma, soprattutto, ho perso l'articolo che aveva una breve biografia per ogni ministro e che volevo usare come base per le mie considerazioni.
Allora ho deciso di limitarmi a commentare quei nomi per i quali ho qualcosa da dire: in questa maniera dovrebbe venire un pezzo più corto e interessante.
Salvini (Lega): si è preso il ministero degli Interni. Io credo sia stata una mossa molto abile: il suo ruolo gli dà molta visibilità e può fare qualcosa senza bisogno di enormi risorse (vedi poi). Al ritorno alle urne potrà quindi dire “Come ministro degli interni ho fatto questo e questo, pensate quindi a cosa avrei potuto fare se fossi stato Primo ministro...”
Di Maio (M5S): al contrario Luigi si è preso una bella gatta da pelare: Lavoro, Welfare e Sviluppo. Per intervenire concretamente è necessario reperire molto risorse e questo rende tutto esponenzialmente più complesso. Il nodo per rilanciare l'economia italiana non sono le idee su cosa fare ma i vincoli finanziari imposti sconsideratamente dalle EU (di cui ormai da oltre un decennio osserviamo gli effetti catastrofici sulla nostra economia): per questo è fondamentale la ricontrattazione degli accordi europei ed era quindi così importante avere un ministro dell'economia che avesse le idee chiare su come agire (*1)...
Paolo Savona (Indipendente, quota Lega): Affari europei. Bo... molto dipenderà da come verrà gestito questo ruolo. Riusciranno a farlo partecipare alle riunioni che contano? O magari quelle prettamente economiche gli saranno precluse?
Non ho idea di quali siano i margini di manovra del governo Conte né le consuetudini nella EU: può cioè il governo Conte dire alla EU “a questa riunione mando il ministro degli Affari Europei”?
Se la risposta è “sì” allora Savona potrà avere un ruolo importante e utile al bene del paese, altrimenti no. Facile.
Alfonso Bonafede (M5S): questo lo conosco! Quando ero ancora un attivista del movimento lo incontrai a una riunione dove, insieme ad altri parlamentari, ci “spiegò” le anomalie della riforma Renzi sulla falsa abolizione delle province. Io gli feci notare che il fatto che il sindaco del capoluogo divenisse automaticamente il presidente della Città Metropolitana (CM) equivaleva ad avere cittadini di serie A e di serie B. I cittadini di serie A sono quelli che abitano nel capoluogo e votano per il proprio sindaco e quindi per il presidente della CM, quelli di serie B sono quelli che vivono nei comuni della provincia e che votano solo per il proprio sindaco. Gli spiegai che a me il meccanismo pareva palesemente incostituzionale perché discriminava politicamente fra cittadini residenti nel capoluogo e quelli della provincia (v. Città metropolitana). Dopo avergli ripetuto, per farmi capire, tre volte la domanda (*2) mi rispose che avevo ragione e che la Corte Costituzionale, con i suoi tempi, avrebbe dichiarato incostituzionale tale legge. Ma non rispose alla mia domanda implicita: se la mia osservazione era così ovvia perché il M5S non l'aveva portata all'attenzione dei media?
Insomma non mi fece una buona impressione: mi sembrò più interessato al potere che ai buoni principi.
Ora non voglio essere pessimista ma, diciamo, se Bonafede riuscirà a fare qualcosa di buono ne sarò estremamente stupito...
Sergio Costa (Indipendente, quota M5S): Ministro dell'ambiente. Non conosco assolutamente la persona e sono sicuro che giornali come Repubblica/Corriere della Sera stiano già spiegando con abbondanza di argomentazioni perché egli non sia adatto all'incarico e perché farà male: ma a me piace comunque moltissimo il segnale che dà questa scelta.
In questi ultimi anni abbiamo visto funzionari dello Stato che svolgono il proprio dovere con serietà e impegno, magari scoprono grandi scandali a danno della comunità e poi, passato il clamore della vicenda, vengono trasferiti o comunque puniti per ciò che hanno fatto (v. ad esempio la vicenda che ha portato alle dimissioni dalla Guardia di Finanza di Umberto Rapetto): un chiaro messaggio a tutti a non “ficcare il naso” dove non dovrebbero...
Invece, in questo caso, il messaggio è positivo: hai lavorato bene? Allora vieni premiato assumendo un incarico prestigioso e importante.
Dimenticavo!
Giovanni Tria (Indipendente): è toccato a lui il ministero dell'economia e finanze. Non lo conosco ma leggendone la breve biografia trovata in rete mi lascia perplesso che sia “considerato euroscettico ma non contro la moneta unica” visto che proprio l'euro è la causa della maggior parte dei problemi: inoltre non è un economista (è laureato in giurisprudenza) ma, come giustamente dice il proverbio, l'insegna (docente di Economia, Macroeconomia, Storia dell’economia ed Economia Politica).
Insomma speriamo bene: dopotutto se andava bene al Mattarella...
Enzo Moavero Milanesi (Indipendente): sarà una scemenza ma, come sapete, diffido molto da chi ha nomi altisonanti o doppi come in questo caso. Uomo di Monti: che ci fa in questo governo?
Scelta pessima, immagino voluta dal “sapiente” Mattarella...
Conclusione: lo so ho detto poco ma avevo poco da dire! Sarà più interessante verificare cosa sia scritto esattamente nel contratto di governo (ammesso che mi riesca trovarlo in rete) ma ancora non ho avuto voglia di farlo.
Riguardo al governo nel suo complesso restano i miei dubbi di fondo sull'incompatibilità fra populismo reale e apparente. Su temi fondamentali vedo difficile una reale collaborazione ma comunque, finalmente, potremo giudicare sui fatti (*3).
Nota (*1): e perché il “no” di Mattarella a Savona fosse pretestuoso visto che qualsiasi ministro di questo governo, per cercare di raggiungere gli obiettivi prefissati nel contratto, dovrà perseguire una politica di dialogo sì con la EU ma mirata a modificare delle regole che ci stanno uccidendo.
Nota (*2): diciamo che un po', forse, non mi spiegavo bene io e un po' c'era la confusione del chiacchiericcio di un pubblico poco disciplinato che prestava poca attenzione alle domande poste dagli attivisti ai parlamentari.
Nota (*3): la questione è in realtà più complessa: Grillo-Casaleggio rappresentano un populismo apparente; i parlamentari pentastellati potrebbero essere anche populisti reali. Questo significa che M5S e Lega potrebbero trovare anche accordi importanti su alcuni temi. In tal caso il M5S-Grillo/Casaleggio potrebbe dover venire allo scoperto chiedendo ai propri parlamentari di non votare un provvedimento del governo. Ovviamente un tale appello pubblico sarebbe solo l'estrema possibilità: prima si passerebbe dalle telefonate ed epistole private. Ma in teoria il conflitto interno provocato dalla stessa natura ambigua del M5S è plausibile.
martedì 5 giugno 2018
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento