Dopo oltre sei mesi (v. Lezione XCII) ho finalmente fatto una nuova lezione col maestro: i motivi di questo lungo intervallo dalla precedente sono diversi.
Prima di tutto ho raggiunto un livello che, seppur scarso, mi permette comunque di esercitarmi in autonomia: è difficile che mi pianti del tutto su qualcosa che non mi riesce; quando poi accade, so cosa fare: rallentare la velocità, studiare il ritmo separatamente, cambiare la diteggiatura, etc...
Poi ho avuto una lunga pausa di studio e solo da gennaio a marzo mi sono riapplicato sul serio con la chitarra. Un po' meno in aprile-maggio ma sempre decentemente. Questo cambiamento nel modo di studiare ha scombussolato i miei ritmi e mi ha fatto più volte rinviare la lezione col maestro. In realtà l'avrei voluta fissare per maggio ma lui era tutto preso dai saggi di fine anno!
Comunque questa lezione è stata interlocutoria e ne faremo un'altra a breve, probabilmente venerdì.
Oggi, in pratica, ho riassunto al maestro un elenco di problemi che mi ero appuntato da fine aprile in là (mancano quindi tutti i problemi trovati con i brani studiati in autunno/inverno) e li abbiamo rivisti insieme. Poi gli ho fatto ascoltare la mia esecuzione di Unholy Paradise (ho fatto VERAMENTE schifo!) perché è bene che anche lui abbia un riscontro diretto dei miei progressi/difficoltà piuttosto che basarsi unicamente sulla mia autovalutazione. Alla prossima lezione proseguiremo infatti su questa via: farò ascoltare al maestro gli altri brani in maniera che possa rendersi conto della situazione così da notare particolari su cui intervenire che a me sfuggono.
La mia lista di problemi era la seguente (ho solo aggiunto la numerazione per semplicità di riferimento):
1. Vodka: se non sento chitarra suono male; se sento chitarra non sento base e perdo il tempo...
2. TopgunAnthem: quale tonalità?
3. Patomica: bene se conosco la musica e se mi piace; altrimenti fatico... è normale?
4. Teoria: come distinguere fra tonalità maggiore e relativa minore?
5. Sincr.: problemi di velocità già in esercizi 3 e 4; soprattutto con mignolo.
6. Altro: visione - non distinguere le corde non mi aiuta a suonare con precisione...
7. Altro: non mi riesce calcolare la durata delle note (vedi Anthem)
8. Unholy: cambio velocità a PV.
9. Chariot: Verificare abbellimenti.
Procediamo con ordine.
Punto 1: riguardo al brano Vodka il problema è che quando suono sopra la canzone, e la mia chitarra ne copre il suono, allora perdo il ritmo; se invece alzo la musica del brano non sento la mia chitarra e sbaglio a suonare...
Il maestro ha ascoltato il brano su cui mi esercito e si è accorto che è di bassa qualità: mi ha quindi consigliato di cercare una versione più chiara. Poi mi ha anche suggerito di usare un equalizzatore per aumentare le frequenze fra 250 e 500 hz. (la chitarra) e di ridurre quelle sugli 8000hz (dove c'è il “graffio” della chitarra distorta che fa perdere un po' di chiarezza).
Proverò a cercare su Youtube: il brano è piuttosto famoso e magari troverò una registrazione migliore...
Punto 2: non affrontato.
Punto 3: idem.
Punto 4: una premessa per chi è digiuno di teoria: con tonalità si intende una scala di 7 note scelte fra le 12 totali; le più usate (bo, non so se è vero! Diciamo le “più semplici”, quelle “classiche”) sono la tonalità maggiore e quella minore.
Ecco, ad esempio, la tonalità maggiore di DO:
DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI
La tonalità minore di LA è:
LA, SI, DO, RE, MI, FA, SOL
Esatto! Hanno le stesse 7 note! Il mio dubbio quindi era, conoscendo le sette note adoperate in un brano, se questo fosse in tonalità maggiore o minore (per ogni tonalità maggiore esiste sempre la reciproca tonalità minore). Fino ad adesso il mio criterio era quello di cercare di individuare in una melodia la nota più usata partendo dall'ipotesi che questa fosse la tonale. Quindi, se le sette note erano DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, allora contavo il numero di DO e quelli di LA (magari valutando anche la loro posizione nello spartito: la tonale dovrebbe tendere a chiudere le battute) e se i DO erano più dei LA allora si trattava di una tonalità maggiore di DO, altrimenti di una tonalità minore di LA. Oppure pensavo che si riuscisse a percepire dal “tono” allegro/triste della musica ma non avrei saputo dire esattamente come...
Il maestro mi ha però detto di controllare il primo accordo: se questo è minore allora la tonalità sarà probabilmente minore, altrimenti sarà una tonalità maggiore (*1).
Inoltre mi ha sottolineato un'asimmetria fra tonalità maggiore e minore: nella tonalità maggiore c'è una nota detta “sensibile” che dista un singolo semitono dalla tonale. Nel caso della tonalità maggiore di DO si tratta del SI.
Nella tonalità minore “classica” invece la tonale è isolata: nel caso della tonalità minore di LA sia il SOL che il DO sono infatti a due semitoni di distanza dal LA.
Ora la “sensibile” è utilizzata per effetti melodici di tensione e quindi è spesso introdotta anche nelle tonalità minori: nel caso della tonalità minore di LA si usa allora una scala dove, al posto del SOL, si usa il SOL# che, essendo a un semitono di distanza dal LA, ne diviene la “sensibile”. Questo “spostamento” crea però un piccolo buco di due semitoni fra il FA e il SOL# che, secondo il mio maestro, si percepisce abbastanza chiaramente.
Questo significa che se si sente questo “buco” siamo probabilmente in una tonalità minore ma se questo “buco” non c'è allora potrebbe essere comunque una tonalità maggiore oppure minore.
Insomma, dal mio punto di vista, non esiste una maniera meccanica semplice per capire se si è in una tonalità maggiore o minore...
Punto 5: non affrontato.
Punto 6: da qualche anno mi è calata la vista da vicino ma non porto gli occhiali (*2). Il risultato è che non distinguo bene le corde fra loro e mi confondo con le loro ombre: soprattutto nei passaggi con molti salti di corda tendo a fare errori che, credo, non farei se ci vedessi bene. Secondo il maestro è plausibile: proverò quindi a prendere (con calma) degli occhiali per suonare...
Punto 7: un esempio banale: per i vecchi frammenti di brani, studiati molti anni fa, il maestro me ne scriveva a mano la tablatura. Nelle tablature sono specificate le note ma non la loro durata. In questi mesi sto cercando di inserire queste vecchie tablature in GuitarPro ma mi sono reso conto che, anche nei casi in cui conosco benissimo il brano, e magari lo suono pure, non mi riesce comunque calcolare la durata delle note!
Un caso clamoroso è quello di “Topgun Anthem”: la melodia è semplicissima ma non mi è comunque riuscito individuare la durata delle varie note così da poterle inserire in GuitarPro...
Sulla risposta del maestro tornerò poi.
Punto 8. Ho fatto ascoltare al maestro la breve registrazione di La iper iper-velocità (e poi gliel'ho pure suonata, schifosamente, dal vivo) per dimostrargli che adesso come velocità ci sono (al netto di vari errori) e gli ho spiegato che il mio problema è però quello di passare dalla parte a velocità normale a quella veloce perché mi occorre qualche secondo per abituarmi al nuovo ritmo ma, ovviamente, il passaggio deve essere immediato!
Sul passaggio veloce in generale il maestro mi ha detto di prendere dei riferimenti e di concentrarmi sulla prima nota di ogni battuta accentandola e cercando di suonarla in sincronia col brano originale: se poi le altre note non sono proprio ritmicamente perfette pazienza ma è importante che l'attacco sia corretto.
Rispetto al passaggio fra velocità normale e veloce il maestro mi ha detto di non fasciarmi troppo la testa: è normale che risulti difficile ed è normale che un chitarrista prima di suonare una parte difficile si fermi un attimo per essere pronto alla parte complessa: tanto c'è il gruppo che suona e il breve silenzio del chitarrista prima dell'assolo non si nota!
Comunque mi ha dato anche un esercizio interessantissimo che dovrebbe aiutarmi: vedi poi.
Ah! per la gioia di un bibliofilo come me mi ha anche suggerito un libro: Guida all'ascolto della musica rock. Odeporico per il musicista escursionista di Giovanni Unterberger
Punto 9: non affrontato.
Il mio maestro è proprio bravo! (*3)
Egli ha infatti notato nelle mie difficoltà un filo conduttore che a me era sfuggito: i problemi elencati nei punti 1, 7 e 8 si possono infatti ricondurre tutti a un mio cattivo rapporto con il ritmo e la sua suddivisione. Il maestro mi ha quindi dato un unico esercizio che dovrebbe aiutarmi in tutti questi casi.
L'esercizio è semplice: dovrò prendere un brano (il maestro mi ha suggerito Kashmir dei Led Zeppelin a causa del suo ritmo particolarmente chiaro) e scandirne il tempo con la mano, in genere si tratterà dei quarti. Poi però dovrò ripetere l'operazione scandendone le metà; infine, al terzo ascolto, dovrò scandirne gli ottavi.
L'idea è quella di abituare l'orecchio a riconoscere automaticamente in una stessa musica i vari ritmi che, contemporaneamente, la caratterizzano.
Questo mi dovrebbe aiutare a riconoscere più chiaramente la durata delle note, a mantenere il giusto ritmo quando suono e a passare rapidamente da un ritmo caratterizzato da quarti a uno basato sugli ottavi. In teoria questo esercizio mi sembra proprio ben pensato! Vedremo poi quanto sarà efficace...
In una fase successiva dovrei poi ripetere il tutto usando i terzinati: dividere cioè ogni quarto in tre battiti e, analogamente, per gli ottavi e le metà. Ma questo, considerando la mia velocità di apprendimento, accadrà fra qualche mese se tutto va bene!
Dopo avermi ascoltato suonare la mia pessima versione di Unholy paradise il maestro mi ha dato un nuovo compito: in un passaggio molto facile sulle corde alte non dovrò più usare la pennata alternata ma dovrò plettrare solo verso il basso accentando la prima nota di ogni battuta; contemporaneamente dovrò appoggiare il palmo della mano destra sulle corde basse per stopparle: lo scopo è quello di dare maggiore stabilità, e quindi precisione, alla mia mano destra e, contemporaneamente, evitare il fastidioso effetto di risonanza che nella chitarra elettrica è particolarmente accentuato dalla distorsione delle armoniche.
Conclusione: nella prossima lezione vedremo di chiarire i punti rimasti in sospeso e di controllare gli altri brani: sarà un disastro!
Nota (*1): volendo questo metodo equivale un po' alla mia idea di riconoscere il “tono” triste/allegro di una canzone: gli accordi minori sono infatti “tristi” mentre quelli maggiori “allegri”. Se prevalgono gli accordi minori (tonalità minore) allora la canzone sarà più triste; in caso contrario allegra...
Ma ovviamente le cose nella musica non sono mai così semplici e meccaniche: numerosi fattori contribuiscono al tono complessivo di una canzone e basarsi ciecamente sui suoi accordi, tralasciando tutto il resto, potrebbe portare a errori clamorosi...
Nota (*2): secondo l'oculista mi manca mezza diottria da un occhio e una dall'altro e quindi mi aveva detto di aspettare a prendere gli occhiali.
Nota (*3): il “bravo” del titolo è infatti riferito a lui, non ha me.
lunedì 4 giugno 2018
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