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sabato 3 agosto 2024

Aspettando la guerra

Netanyahu l’altra settimana è stato negli USA e ha parlato al Congresso: qui vi è stato l’osceno spettacolo della turba di senatori che osannava il proprio padrone ogni volta che riprendeva fiato, una bugia dopo l’altra. I parlamentari statunitensi non rappresentano la popolazione ma i propri finanziatori: è la banale legge del pifferaio ([E] 5.16). Chi paga sceglie la musica: così i senatori obbediscono alle lobbi che gli hanno dato i fondi per essere eletti. Ne ho già scritto sul mio quadernone.

Oltre agli applausi Netanyahu deve aver ricevuto anche il via libera ad agire contro Libano e Iran, ovvero la garanzia dell’appoggio militare statunitense. E così Israele ha colpito in Libano e, qualche giorno fa, in Iran.

E ora siamo in attesa della risposta iraniana: qualche mese fa la ritorsione iraniana fu concordata con USA e Israele: gli obiettivi dell’attacco furono stabiliti in anticipo e Israele ebbe modo di evacuarli. Se non erro ci fu un’unica vittima uccisa da dei detriti, forse di un missile abbattuto.
Sarà così anche stavolta? Onestamente non ne ho idea. È chiaro che Israele vuole la guerra e che se l’Iran non rispondesse ce ne sarebbe un’altra e poi un’altra ancora.
Netanyahu aspirerebbe a un ampliamento del conflitto perché crede, grazie all’appoggio statunitense, di uscirne vincente e di realizzare un “Grande Israele” annettendo vasti territori dai vicini sconfitti: questo probabilmente gli permetterebbe di uscire fuori dai suoi guai giudiziari come eroe della patria...
Io non ho la stessa certezza di Netanyahu: è possibile che, anche come “vincitore”, Israele rischierebbe di essere devastato dalle bombe: basterebbero quelle degli hezbollah e iraniane a provocare gravissimi danni ma, se il conflitto si allargasse, ovviamente andrebbe ancora peggio. E se l’Iran avesse poi accordi di difesa segreti con Russia e Cina? E in Siria ci sono molti soldati russi. E la Turchia negli ultimi giorni ha fatto la voce grossa ventilando un invasione terrestre di Israele. E l’Egitto cosa farebbe in caso di allargamento del conflitto? E la Giordania? E l’Arabia Saudita?

Magari i servizi segreti israeliani hanno calcolato che tutti questi rischi di allargamento del conflitto non ci sono: che l’Iran non ha accordi di difesa con Russia e Cina etc.
Il problema è che talvolta si sbagliano i calcoli oppure si verifica l’improbabile: e in questo caso ci ritroveremmo nel caso migliore con una guerra importante in Medio Oriente (come minimo per l’Europa significherebbe benzina e inflazione alle stelle) e, nel caso peggiore, con una guerra mondiale che rischierebbe di divenire nucleare.
Già, a proposito di armi nucleari, mi si potrebbe obiettare che solo Israele ha armi nucleari nella zona: è vero ma il Pakistan ha già fatto sapere che le fornirebbe alla Turchia se Israele le usasse per primo. E il Pakistan, a quello che mi dicono i miei amici kebabbari, è un paese musulmano: siamo sicuri che in caso di un allargamento del conflitto rimarrebbe a guardare?

Evidentemente l’occidente pensa che il gioco valga la candela: che nel caso peggiore ci sarebbe una fiammata di inflazione che brucerebbe del tutto le risorse della popolazione ma contro la quale ricchi e ricchissimi si sono già premuniti e non ne risentirebbero più di tanto o, addirittura, diventerebbero ancora più ricchi.

Ma sapete cosa mi ricorda la situazione attuale? Il 1914.
Anche all’epoca vi era una grande potenza in declino, la Gran Bretagna, che probabilmente scommetteva che una guerra le avrebbe permesso di mantenere la propria egemonia.
Soprattutto nessun governo credeva alla possibilità concreta di una guerra globale: nemmeno poche settimane prima dello scoppio delle ostilità.
Ormai ho praticamente finito l’“Età degli imperi” di Hobsbawm che si conclude, appunto, con l’inizio della prima guerra mondiale.
Come si sia potuta verificare una guerra che nessuno voleva è uno dei grandi misteri della storia e ancora, nonostante un 5500 opere sull’argomento (nel 1987), non vi sono risposte definitive.

Volendo però sintetizzare le conclusioni di Hobsbawm in un’unica parola direi che “errore di calcolo” sarebbe quella giusta: la prima guerra mondiale iniziò per una serie di errori di calcolo delle varie grandi potenze e, una volta avviata, fu inarrestabile fino al completamento del suo ciclo di distruzione e morte.

E ora siamo di nuovo sul filo del rasoio: solo secondo i calcoli dei politici incapaci che ci guidano non c’è pericolo o, comunque, vi è sì qualche pericolo ma essi sono sicuri di uscirne (almeno loro) indenni e, magari, arricchiti. Chissà: forse in caso di guerra nucleare moriranno fra gli ultimi: una bella soddisfazione. Bravi!

Stasera (sabato 3 agosto) potrebbe essere la volta buona: io mi preparo a fare nottata.
Mi viene in mente che gli antichi, gli stoici mi pare, credevano che il tempo fosse ciclico e che periodicamente, con l’apocatastasi, il mondo venisse distrutto in un’esplosione di fuoco chiamata “ecpirosi”. Poi un nuovo ciclo ripartiva.
Chissà magari l’ecpirosi di questo ciclo sarà una guerra nucleare: del resto gli scarafaggi stanno aspettando il loro turno per avere un posto al sole.

10 commenti:

  1. Nuvole sempre più cupe sul Vicino Oriente.
    Tento di lasciare da parte la mia intolleranza per l'islam e la metastasi planetaria con cui si manifesta.
    Diciamo che in Israele si manifesta una realtà che è stata bandita, in questi lustri di ubriacatura e progressista e crescitista: i giochi a somma zero.
    Israele è IL problema per il mondo islamico (al punto tale da riuscire temporaneamente a "rimovere" la faglia - faida tra emisfera sunnita e quella sciita) perché è il primo caso in cui il tumore islamico ha trovato una tenace, inaffrontabile resistenza che, paradossalmente, è della stessa natura, una incontenibile crescita numerica a danno dei tessuti, della popolazione ospite.

    La condanna di Israele è che non può assolutamente modificare la propria strategia, proprio per la realtà dei giochi a somma zero: ciò che la combatte non ha altra aspirazione che ad annichilirla.

    Il problema dello "Occidente" progressista è che esso è in preda ad una senescenza autodistruttiva al punto tale di incistare decine di milioni di islamici nei propri organi vitali e di considerarne la neoplasia come segno di progresso, di civiltà.

    Le tensioni in Vicino Oriente sono solo una delle manifestazioni di un problema molto più grande, profondo e vasto che è la sovrappolazione.
    Sembra quasi un'analisi marxistica.

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    1. La chiave di lettura della sovrappopolazione è interessante ma non è l'unico fattore e, dubito, il più rilevante (almeno al momento).

      Il problema, secondo me, è che Israele ha impostato fin dalla propria nascita la sua esistenza sulla violenza sfruttando la protezione degli USA.
      Il gioco ha funzionato bene fino ad adesso, con gli USA notevolmente più forti di tutti i paesi della regione e in grado di fare il bello e il cattivo tempo.

      Adesso, o se preferisce fra 10 o 20 anni, con gli USA in declino culturale, economico e militare il loro supporto non basterà più.

      Allora vedremo quanto saranno solide le fondamenta di uno stato costruite sull'ingiustizia.

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    2. Beh ...
      è noto il meccanismo biologico che stimola gli individui che vivono una condizione di spiccata precarietà a procreare più alacremente al fine di garantire la perpetuazione della specie.
      Nel giro di 100 anni, mi pare che la popolazione palestinese sia ventuplicata MA devo controllare.

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    3. Ah... io invece non ne avevo sentito parlare...
      In realtà non mi convince molto: di solito gli animali, quando le risorse diminuiscono, fanno meno figli. Le capriole (le femmine del capriolo!) per esempio abortiscono se in primavera (in realtà non ricordo quando: so solo che l'embrione è già presente e che la gravidanza viene interrotta se le condizioni esterne sono negative) non c'è abbastanza cibo.

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  2. Altra ipotesi : potrebbero essere d'accordo anche stavolta.

    ===

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    1. Chi d'accordo con chi? USA-Iran, USA-Israele, Israele-Iran o altro?

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    2. Sì, è possibile... Però, che io sappia, l'Iran non ha ritrattato le proprie minacce...
      E poi c'è il problema che Israele (che cerca attivamente la guerra per coinvolgere gli USA) e gli USA (che non riesce/vuole tenere a freno Israele) non sono interlocutori credibili.
      Insomma quanto manca alla prossima provocazione israeliana?

      Altra ipotesi che ho sentito è che l'Iran aspetti qualche mese per finire di sviluppare e produrre qualche bomba nucleare...

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