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martedì 27 agosto 2024

Censura 6

Oggi non scriverò di me: del resto la mia vicenda si è conclusa e credo di aver spiegato bene la follia e l’ipocrisia di quanto mi è successo in Censura 5 dove sono riuscito a dimostrare senza possibilità di errore che il motivo per cui il mio corto L’intesa della speranza era stato giudicato fuorviante era a causa della presenza di un collegamento a un sito che, evidentemente, è “peccato” condividere e far conoscere. Ma non fatemi ripetere ciò che ho già esaustivamente scritto.

Volevo invece parlare dell’arresto di Durov, il fondatore e direttore della piattaforma Telegram.
Come al solito non so cosa raccontino i media italiani al riguardo perché, come sapete, io seguo i miei canali.
Anzi, prima che me ne dimentichi, segnalo il seguente video di Alex Christoforou che è praticamente tutto dedicato all’arresto di Durov: Telegram Durov arrested as plane lands in France. Zakharova, NGO hypocrisy. Starmer Ukraine video.

Prima di tutto sono necessarie due precisazioni: chi è Durov e cosa è Telegram.

1. Durov non è amico del Cremlino: anzi qualche anno fa aveva avuto delle grane legali in Russia perché Telegram non rispettava una nuova legge locale che imponeva alle piattaforme con un numero di utenti superiore a una certa soglia (almeno un milione, forse più, non so…) di conservare i dati personali degli utenti russi in Russia. Le organizzazioni non governative (NGO), circa una ventina di esse, lo fecero passare per martire del tiranno/dittatore Putin.
La Francia, su intervento diretto di Macron, gli fece avere il passaporto francese. Durov lasciò la Russia e andò a vivere a Dubai (o dintorni).
Questo per dire che Durov non era amico o vicino a Putin: anzi mi sembra che, proprio nel video di Christoforou segnalato qui sopra, ci sia un breve spezzone di video con il presidente russo particolarmente gongolante per l’arresto in Francia di Durov che spiega “ecco cosa succede a chi dice che nell’occidente si è più liberi…”. E come al solito Putin ha ragione evidenziando l’ipocrisia di UE e USA: che si riempiono la bocca di parole come “democrazia” e “libertà” ma poi, nella pratica, ce n’è sempre meno di entrambe.
2. Telegram è una piattaforma senza censura su cui è possibile seguire sia la propaganda ucraina che la propaganda russa con tutte le sfumature intermedie. In più Telegram ha lanciato una propria cripto moneta (operazione invece non riuscita a Facebook) che ha avuto un grosso successo diventando la nona più importante al mondo.

Sul motivo dell’arresto di Durov ho sentito molte opinioni diverse. L’unica certezza è che le accuse ufficiali sono un pretesto (sembra che Telegram sia una piattaforma usata dai pedofili e che quindi Durov sia stato considerato complice o almeno favoreggiatore. Peccato che, a sentir Christoforou, lo stesso avvenga su Istagram senza però che Zuckerberg venga accusato di niente).
A. Il primo motivo, che secondo me è quello corretto, alla UE (e all’occidente in genere: vedi il caso TikTok negli USA) dà enorme fastidio una fonte di informazione che sfugga alla sua censura. Del resto le bugie della propaganda funzionano bene solo se non ci sono fonti d’informazione alternative che veicolano notizie indipendenti. Come spiegare il recente successo di Twitter? È proprio la libertà d’espressione possibile su Twitter che evidenzia la censura presente sulle altre piattaforme, reti sociali e non solo.
Io mi immagino la propaganda come una diga che blocca l’acqua del lago controllandone attentamente la fuoriuscita tramite le proprie condotte. La diga funziona bene solo se non c’è la minima fessura: in tal caso l’acqua si apre rapidamente la propria strada e la diga viene spazzata via. L’analogia regge a metà: nonostante Twitter la censura di tutti gli altri media occidentali continua a reggere, ma di sicuro adesso è più in crisi di un anno fa (Twitter pre Musk) (*1).
Tornando a noi Telegram è un po’, insieme a Twitter, la falla nella diga della propaganda occidentale. Non per nulla le “mie” fonti si informano principalmente su Telegram comparando la propaganda russa e ucraina e tirando poi fuori le proprie conclusioni.
B. Un’altra teoria che ho sentito è che la UE voglia la “propria” rete sociale da controllare più o meno direttamente.
Secondo me la UE non ha alcuna indipendenza da Washington e, quindi, agisce seguendone le indicazioni: e poi in occidente Telegram non è molto usato. Insomma servirebbe a poco controllarlo in toto.
C. Altra teoria è che ci sia interesse per la sua criptovaluta (TON mi pare si chiami) ma anche qui non credo che la ragione del suo successo sia un “segreto tecnico”. Piuttosto immagino una sinergia efficace fra piattaforma, utenti e criptovaluta.

Di sicuro ne sapremo di più nei prossimi giorni: già scoprire se ci sarà l’estradizione immediata negli USA darà informazioni interessanti. Come ha detto Lavrov oggi “evidentemente la Francia ha delle prove schiaccianti contro Durov… altrimenti sarebbe un arresto politico…”. E intanto al momento dei video (che in genere sono in ritardo di mezza giornata rispetto agli eventi) le accuse contro Durov sono solo ipotesi, come se ancora si stesse decidendo di cosa accusarlo. I super ricchi hanno infatti la cattiva abitudine di potersi permettere avvocati molti bravi…

Notizia invece di oggi è la “confessione” di Zuckerberg: «“la censura sul COVID era sbagliata e mi rincresce di non essermi opposto a essa” – Il fondatore di FB afferma che la Casa Bianca avrebbe più volte fatto pressioni per far censurare i post». Vedi, per esempio, Mark Zuckerberg: Covid censorship was wrong and I wish I’d fought it da The Telegraph.
L’articolo è riservato agli abbonati ma mi sembra che il titolo sia già da solo sufficientemente significativo.
Erroneamente qualcuno riduce l'intero problema della censura sulle reti sociali e simili (ci metto anche Blogger o YouTube) all'argomentazione che il privato ha il diritto di censurare ciò che vuole e, se all’utente non sta bene, si cerchi un altro servizio.
Il punto però è che non è il privato che decide la censura: è il potere politico che dice al privato cosa censurare. E, solo allora, il privato aggiorna i propri “termini d’uso”, o più bucolicamente le “norme della comunità” (Blogger), in maniera opaca per poter obbedire al potere politico e censurare gli utenti che danno fastidio andando contro la narrativa dominante. Negli USA questo è in teoria vietato: il privato cioè non può censurare su indicazione del governo. In Europa non so...
Questo è quanto, comunque, era già stato svelato la scorsa estate dai “Twitter files”: anzi secondo essi il potere aveva accesso diretto a degli strumenti che gli permettevano di censurare gli utenti senza bisogno di rivolgersi agli amministratori delle diverse piattaforme informatiche. Un po’ come la UE ha chiesto di fare a Twitter, vedi (*1)…
Sarebbe interessante sapere perché Zuckerberg ritiene adesso sbagliata la censura sul covid: personalmente ipotizzo/scommetto che sono chiacchiere per rifarsi una finta verginità morale (o magari c’è una sorta di sincero imbarazzo/complesso nei confronti di Musk). Sono sicuro che se su FB provate a pubblicare il medesimo collegamento che a me è costato un “warning” qui su Blogger verrete automaticamente censurati (quale collegamento? vi rimando a Censura 5).

Vabbè, spero di non aver divagato troppo e di essere stato comunque comprensibile: sto già iniziando a perdere un po’ di confidenza con la scrittura… :-(

Nota (*1): e del resto solo pochi mesi fa Musk ha denunciato il ricatto della UE: se non assumeva un centinaio di censori scelti/mandati da Bruxelles, con piena libertà di censurare chi volevano, avrebbe subito una multa pesantissima. A detta di Musk la stessa richiesta era stata fatta ad altri colossi informatici i quali subito si erano adeguati. Per adesso la diatriba Musk/UE è rimasta in sospeso: tutto dipende da chi vincerà le elezioni di novembre negli USA.

4 commenti:

  1. Penso che ogni comunità umana, coll'aumemtare delle dimensioni, della scala si ponga la questione di quali limiti e norme applicare nell'ambito della espressione.
    Nei vari sistemi giurisprudenziali, storicamente, esistono norme su apologia di reato, su diffamazione, falso ideologico, etc. .
    Inoltre, è sufficiente spostarsi nello spazio ed ecco che morali diverse applicano criteri antitetici nella valutazione di cosa sia ossibile esprimere e ciò che è vietato.

    Le crescente frantumazione sociale dovuta al multiculturalismo, pone in contatto confliggente gruppi di persone che hanno "domini di espressione" incompatibili.
    Il globalismo, le telecomunicazioni, lo sradicamento permettono di separare le conseguenze della propria espressione evitando che esse ricadano sugli emittenti, una deresponsabilizzazione in grande.

    Il risultato è che in un villaggio di 50 persone la questione non si pone, tutti sanno che Fabrizio racconta fregnacce, cose che non hanno alcuna corrispondenza nella realtà, lo ignorano (se è intelligente smette, se è cretino si isola da sé, ecco che la responsabilizzazione funziona).
    Nella distopia glibale attuale la scala massima, non abbiamo modo di verificare di persona quasi la totalità delle informazioni che ci giungono.
    Ecco che sorgono i problemi e i tentativi di risolverli.

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    1. La problematica a cui si riferisce sicuramente esiste ma attualmente non si vuole semplicemente far coesistere opinioni diverse provenienti da culture diverse (che poi su come raggiungere tale scopo ci sarebbe molto da scrivere: io non credo che la censura sia comunque la strada corretta, anzi...).

      Ma in realtà, attualmente, la censura a cui stiamo assistendo e che diventerà sempre più pervasiva non mira a migliorare la convivenza civile ma semplicemente a zittire i messaggi/pensieri che vanno contro la narrativa dominante. Al massimo le motivazioni a cui lei fa riferimento sono usate come giustificazioni speciose per censurare a piacimento: tipico esempio è la lotta alle bufale.

      È stato dimostrato che la gran maggioranza delle persone è capace di riconoscere le bufale vere e proprie: quello che però sta a cuore al potere non è proteggere i pochi imbecilli dalla loro stessa stupidità (cosa del resto impossibile) ma quello di poter dichiarare "bufala" tutto ciò che contraddice la propria narrativa.

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    2. Proteggere gli stupidi dalla propria stupidità...
      È l'illusione di avere algoritmi o cose pseudo intelligenti "allenate sulla mediocrità media" che decidano per Tizio, Caia e Sempronio cosa va bene e cosa no, cosa sia giusto e cosa sbagliato.
      Mah.
      Io cerco di allontanarmi sempre più da questo merdaio. Ma io non sono nulla, non conto nulla, non ho alcuna importanza, se pure io riuscissi a salvarmi da tutto ciò non avrebbe alcuna importanza numerica.
      Buonasera

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    3. Vero. Il potere ormai tratta la popolazione come un prodotto da manipolare e, da questo punto di vista giustamente, tratta il tutto come se fosse composto da una grande massa di stupidi. Ecco gli algoritmi che dice lei che, forse, funzionano su questa massa ma che in un 10-20% dei casi sono dannosi.

      La voglia di ritirarsi è notevole infatti: e come lei la pensano i milioni di italiani che si sono astenuti a queste ultime elezioni.

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