Stanotte ho fatto un sogno bellissimo!
Oltretutto erano molti giorni che dormivo male e poco…
Ho sognato Zozzapanna o, meglio, il suo alter ego nella vita reale: qui però scriverò Zozzapanna perché tale nome mi turba meno.
Chiaramente non ricordo tutti i dettagli ma il sogno inizia con un mio “piano” per scambiarci quattro chiacchiere. Un inciso: dovete sapere che i “piani” sentimentali degli INTP sono estremamente logici e razionali: in realtà però poi la ragazza di turno, se ha uno straccio di F, capisce subito la situazione e che le argomentazioni dell’INTP, per quanto ben studiate e plausibili, sono solo un pretesto. Allora la sua espressione si indurisce, la voce si fa aspra, le maniere spicce: anche gli INTP, nonostante la loro scarsa sensibilità, capiscono che le cose non vanno come previsto… Allora l’INTP mantenendo la calma passa al piano B, poi tenta il disperato piano C e poi, ormai nel panico, si rifugia nella ritirata strategica che, ovviamente, sarà a sua volta fallimentare…
Questo nella realtà. Nel mio sogno l’aggancio funziona invece decentemente anche perché il suo obiettivo era molto semplice: scambiarci quattro parole.
Quando poi ci parlo pongo questioni interessanti che si sviluppano spontaneamente. In questa fase prima fase mi sembra di ricordare ci fosse anche il suo fidanzato ma poi svanisce senza che mi accorga esattamente quando.
Non ricordo la progressione del discorso ma è stato un sogno lunghissimo e di sicuro in questa fase abbiamo parlato parecchio. Mi è rimasto impresso il dettaglio delle mani: per qualche motivo erano tutte rugose, come se le avesse tenute a lungo nell’acqua. Nel sogno cerco di capire cosa le fosse successo (probabilmente una malattia strana) ma non mi risponde chiaramente anche se capisco che l’imperfezione la fa soffrire.
Più o meno a questo punto ci rendiamo conto di trovarci a nostro agio insieme, ci capiamo bene. Intendiamoci mi accorgo che ci sono degli aspetti di lei che mi sfuggono ma, che dire, aggiungono realismo al sogno e fascino a lei.
Iniziamo a passeggiare e ci teniamo per mano: non è stato un mio “piano” ma è successo naturalmente.
Andiamo a casa di un mio amico (casa che non esiste!) (*1). Lui al momento non c’è ma dovrebbe arrivare a breve: la mamma e la sorella ci accolgono come se mi conoscessero bene e ci offrono la colazione. Per un momento mi chiedo se sia una buona idea farglielo conoscere: il mio amico (almeno da giovane!) era molto bello e fascinoso e non vorrei che anche adesso ne rubasse l’attenzione. Dopo un attimo però mi rassicuro e semplicemente mi pare inverosimile tanto forte è la corresponsione fra me e Zozzapanna.
Lei però si stufa d’aspettare e vorrebbe andare a visitare la città (al momento siamo in campagna) mentre io potrei rimanere ad attendere il mio amico. A me parò pare pericoloso mandarla da sola in un luogo che non conosce e allora troviamo un accordo: andiamo insieme in città a piedi (è un vero accordo questo? A me nel sogno pareva di sì perché avevamo preso la decisione insieme... ma forse mi aveva fregato!).
La passeggiata è un sogno ricorrente: si tratta di un percorso lungo l’Arno che però si può concludere attraversandolo solo se l’acqua è bassa attraverso un piccolo guado (che nella realtà non esiste: forse esisterebbe nei periodi di maggiore secca ma temo che in quel periodo sarebbe una fogna all’aria aperta piuttosto che un fiume).
Ora sto raccontando velocemente quel che ricordo ma è stato un sogno lunghissimo in cui essenzialmente abbiamo parlato e parlato.
In città ci ritroviamo in una libreria (l’unico tipo di locale di mio interesse; è anche uno dei miei sogni ricorrenti: una libreria labirintica piena di strani passaggi...) e, sempre insieme, la visitiamo passando di sala in sala attraverso un percorso che dall’ingresso ci porta alle casse.
Mi ricordo un episodio simpatico. Su uno scaffale sono presentati una dozzina di libri diversi e, mentre li osserviamo, mi scappa una risatina. Lei me ne chiede il motivo e io le spiego che avevo pensato di proporle di scegliere un libro e, se era quello che piaceva anche a me, glielo avrei regalato. Poi però avevo deciso di non farle la proposta perché mi ero accorto che fra questi c’era anche il Signore degli Anelli che era troppo costoso. Anche lei ride e mi risponde che comunque non avrebbe scelto quello.
Nella realtà (del sogno) invece non le avevo fatto la proposta ovviamente non perché temessi di spendere troppo ma perché mi era venuto il dubbio che potesse interpretare il mio gesto come un tentativo di comprarne l’affetto. In realtà dalla sua risposta mi rendo conto che aveva semplicemente trovato l’idea divertente e che, probabilmente, avrebbe ribaltato il gioco non cercando di indovinare cosa piaceva a me ma proponendomi qualcosa di diverso per vedere la mia reazione: glielo avrei regalato lo stesso? (credo di sì).
Comunque di nuovo, in questo breve scambio, ho sentito nel sogno una grande affinità reciproca.
Arrivati alla cassa (non abbiamo comprato niente) mi accorgo di aver perso il portafoglio: lo avevo ancora prima di accovacciarmi a guardare dei libri e sospetto che mi sia caduto allora o che mi sia stato rubato. Torno indietro a vedere nel punto incriminato ma non c’è più: evidentemente qualcuno lo ha rubato. Mi dico che sono un vecchio stupido e che se fossi stato giovane mi sarei accorto del tentativo di furto e l’avrei evitato!
Di solito questo tipo di sogni (in genere sogno spesso la versione in cui devo prendere l’aereo e non trovo il biglietto o il passaporto!) sono estremamente stressanti e quando mi sveglio continuo a essere nervoso e infastidito. In questo caso però l’effetto rilassante di Zozzapanna era tale che non mi faccio prendere dal panico: mi dico che, pazienza, dovrò fare la denuncia per i documenti smarriti e bloccare le varie carte. Vado a cercare Zozzapanna che non vedo più.
Arrivo a una sala dove vedo una bella ragazza e mi chiedo se sia lei: infatti, come ho già spiegato altrove, non riesco a ricordarmela e anche quando era accanto a me non ho avuto l’accortezza di guardarla bene in faccia per imprimermela nella memoria. Per un attimo temo di averla persa ma poi mi accorgo che era lì vicino a una decina di metri tutta preoccupata per me.
Qui il maledetto camion della nettezza, che da mio padre passa verso le 6:00 del mattino facendo un frastuono tonitruante, mi ha svegliato. Ma ero talmente rilassato per l’effetto Zozzapanna che semplicemente ho acceso la tivvù per aumentare il rumore di sottofondo e ho provato a rimettermi a dormire, sebbene senza successo, nella speranza di sognarla ancora.
In pratica ho fatto questo sogno per tutta la notte (diciamo dalle 2:00 alle 6:00) unendo insieme almeno due sogni, forse tre, ma tutti fortemente connessi dall’elemento Zozzapanna.
È una fortuna che sono riuscito a disinnescare la mia infatuazione per lei scrivendo la storia erotica sull’omonimo (quasi) personaggio: credo che avrei sofferto molto e, davvero, non avevo nessuna altra possibilità.
Nella vita reale non sono più tornato a Pisa: da una parte ho paura di rivederla e di riaprire le ferite ancora non ben rimarginate, da un’altra ho paura di non rivederla mai più…
Comunque, se potessi scegliere, credo che preferirei non averla mai incontrata perché complessivamente, per quanto sia riuscito a evitare delusioni e situazioni dolorosamente imbarazzanti, avrei comunque preferito non risvegliare la mia emotività sopita e inutile che, alla fine, mi ha portato solo a desiderare di essere ciò che non sono e non potrò essere.
Nota (*1): quello con cui, nella realtà, recentemente mi sono visto abbastanza spesso perché lavorando per conto proprio riesce a liberarsi per pranzo e a mangiare qualcosa con me...
PS: Mi rendo conto che questo pezzo in teoria, per le regole che mi sono dato, non avrei dovuto pubblicarlo ma ormai l'avevo scritto...
Sonetti d’amore. Giacomo da Lentini
46 minuti fa
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