Ripropongo una riflessione che ho scritto su FB e che mi pare possa essere di interesse più ampio.
Avevo condiviso il seguente articolo: La stampa estera boccia il Cts: “Errori su errori, agisce senza competenza” da IlParagone.it
In realtà l’articolo in sé non mi aveva particolarmente colpito ma mi era rimasta impressa una parola chiave: “oracolo”. Secondo il pezzo il CTS (il Comitato Tecnico Scientifico) era stato seguito, come fosse un oracolo, prima dal governo Conte e ora da Draghi.
Un amico mi aveva commentato, apparentemente prendendo per buono il contenuto dell’articolo, ironizzando sul CTS e sulla sua attendibilità. L’amico lavorava come istruttore in una palestra e quindi appartiene alle categorie più colpite (e abbandonate a loro stesse) dai vari provvedimenti di quarantena. Questo per spiegare la sua prontezza ad accettare le critiche al CTS.
Io non mi sono mai interessato al CTS: come sapete ho le mie fonti che ritengo molto affidabili e, anche per questo, non ho mai considerato il valore scientifico delle sue indicazioni.
Ecco quindi cosa risposi a questo mio amico:
«Vabbè premesso che IlParagone.it è ovviamente di parte e, quindi, tende a esagerare nelle critiche (per esempio la "stampa estera" è in realtà la rivista "Nature" e il "boccia" immagino, non avendo letto l'articolo originario, un "critica")...
In realtà credo che il CTS sia un falso problema: quello vero è politico. Il CTS è solo un parafulmine: la politica dà le sue indicazioni al CTS, il CTS si adegua fingendo di consigliare in autonomia e, infine, la politica finge di adeguarsi alle decisioni "scientifiche" (ma in realtà politiche) del CTS.
Quindi criticare i molti errori del CTS ha senso fino a un certo punto: il problema, come ho scritto, è politico...»
Non so se il senso della mia risposta (scritta al volo) è chiaro ma vedo di rispiegarlo in maniera meno concisa.
Il CTS non voleva essere né tecnico né scientifico né, soprattutto, indipendente ma doveva sembrarlo: in realtà non so con quali criteri sia stato costituito ma mi è chiaro che i suoi membri siano stati scelti anche su base politica. Tecnici e scienziati sì ma, di certo, non selezionati principalmente per le loro capacità ma soprattutto per la loro area politica: insomma più funzionari e burocrati ritenuti “affidabili” che individui indipendenti.
Questa, lo ripeto, era solo la mia sensazione.
L’articolo citato indirettamente lo conferma: ne critica infatti la composizione ma, dal mio punto di vista, è chiaro che erano state selezionate le persone disponibili non quelle necessarie.
Ma soprattutto il CTS non doveva essere indipendente.
Immagino che gli arrivino informalmente delle indicazioni politiche (tipo imporre quarantene e coprifuochi ma riaprire le scuole) e l’organismo “tecnico” si mette a lavoro per giustificare “scientificamente” queste decisioni.
Il governo ha quindi nelle indicazioni del CTS la giustificazione apparentemente autonoma e scientifica con cui difendere anche le decisioni più impopolari: non è il governo che lo vuole ma la Scienza. Un po’ l'equivalente del giochino che andava di moda qualche anno fa, quello del “ce lo chiede l’Europa”…
Questo per dire che le critiche scientifiche al CTS dell’articolo citato da IlParagone.it hanno senso fino a un certo punto. Dire che il CTS è un organo politico è eccessivo ma pensare che sia indipendente dalla politica è ingenuo. Sospetto che le decisioni più criticate dall’articolo su Nature siano essenzialmente quelle di origine maggiormente politica.
Questa è almeno la mia interpretazione su come si spieghino le critiche al CTS: gli errori, a partire dalla sua composizione, non sono scientifici ma politici e, proprio nella politica, hanno però la loro (miope) giustificazione. Ovviamente per degli anglosassoni questa ipocrisia italica è totalmente incomprensibile e non riescono quindi neppure a sospettarla…
Conclusione: Paragone, come Di Battista, mi piace ma ormai non mi fido più di nessuno, sarei sciocco a farlo visto i precedenti.
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