Oggi voglio provare a riscrivere il pezzo Ancora storia dell’agosto del 2011. In esso elencavo quali fossero stati gli eventi storici/politici/sociali del XX secolo.
Cos’è cambiato in questi dieci anni? Beh, ho scritto la mia Epitome e questo ha modificato la mia prospettiva su molte cose.
Questo è il copia e incolla della mia vecchia lista:
«1°-5° posto
Controllo delle nascite
Esplosione demografica
Atomo
Computer
Radio e TV (mass media)
6°-7°
Seconda guerra mondiale
Progresso medico
8°
Tecnologia
9°-10°
Emancipazione femminile
Rivoluzione d'ottobre»
Rileggendola mi pare di aver avuto delle ottime intuizioni e, sicuramente, i miei criteri non erano assurdi ma erano anche valutazioni estemporanee non guidate da una logica complessiva.
Adesso ho invece le idee più chiare: l’attuale problema fondamentale dell’umanità (e in verità lo è sempre stato) è la diseguaglianza, specialmente economica, che, a sua volta, genera altri problemi a cascata.
La diseguaglianza ha sempre caratterizzato le società umane eppure, almeno nel mondo occidentale, dopo la seconda guerra mondiale c’era stata l’illusione che, seppure lentamente, si procedesse verso un mondo migliore: semplicemente per 20-30 anni si era avuta una distribuzione più equa delle ricchezze fra tutta la popolazione. Gli anni ‘70 e ‘80 sono stati di stallo ma, dagli anni ‘90, la tendenza ha chiaramente iniziato a invertirsi: la diseguaglianza ha ripreso a crescere a ritmi sempre più vertiginosi.
Com’è possibile?
- Il liberismo, anzi il “turboliberismo”, come giustamente lo chiama Fusaro, non ha più alternative ideologiche credibili.
- I media permettono di controllare facilmente la popolazione.
- La tecnologia permette di controllare facilmente la popolazione.
- La democrazia occidentale è ormai comatosa e non riesce più a tutelare gli interessi della popolazione.
Da cosa dipende la crisi della democrazia occidentale? In parte è naturale senescenza, in parte il problema è strutturale: la democrazia è un meccanismo molto delicato che per funzionare bene ha bisogno di almeno tre elementi: 1. una popolazione di elettori democraticamente matura; 2. politici che credano nel proprio ruolo; 3. media indipendenti che informino in maniera oggettiva ed efficace gli elettori delle azioni dei politici.
Più approfonditamente:
1. La popolazione non “cresce” spontaneamente democratica ma deve essere “coltivata”: l’istruzione dovrebbe avere il compito di formare gli studenti in maniera che siano consci di pregi, difetti e rischi della democrazia e cosa vada fatto per mantenerla ben funzionante. Questa sorta di istruzione è mancata: i valori della democrazia si sono tramandati indirettamente, più per sentito dire che grazie a uno studio mirato. Contemporaneamente molti altri principi e valori, primo fra tutti quello del profitto, sono stati esaltati sempre più energicamente dai media ma anche dal mondo della cultura. Infatti dopo il crollo dell’URSS, venendo a mancare un’alternativa credibile, il liberismo è stato considerato anche dagli intellettuali, che in teoria avrebbero dovuto essere più attenti, l’unica strada percorribile per lo sviluppo dell’umanità. Il risultato è che il profitto sta rimpiazzando l’uomo al centro della morale.
2. I media non sono più indipendenti e non danno quindi agli elettori un’immagine obiettiva di quanto avviene nel mondo e sulla scena politica. Gli elettori non hanno quindi una maniera pratica per decidere quali partiti rappresentino meglio i loro interessi.
3. La politica, in mancanza di forti principi ideologici, nello spazio di circa una generazione dopo la fine della seconda guerra mondiale ha rapidamente dimenticato quali dovessero essere i valori fondanti del proprio ruolo. I politici non cercano più di fare gli interessi degli elettori ma, essenzialmente, si accontentano di perpetuare il proprio potere: non lavorando bene ma comprandosi il favore dei media a cui poi spetterà il compito di magnificarli e, contemporaneamente, ridicolizzare i loro avversari.
È alla luce di queste premesse che posso esaminare quali siano stati gli eventi storicamente più importanti del XX secolo.
- La rivoluzione d’ottobre ha fatto trionfare un modello politico sociale ancora più fallace. Questo ha paralizzato l’ideologia comunista che è rimasta ingessata a categorie del XIX che non sono adatte a interpretare le problematiche della realtà attuale. In pratica l’ideologia comunista non si è evoluta per circa 70 anni come invece ha continuato a fare il liberismo.
- L’inevitabile crollo dell’URSS ha tolto credibilità anche alle giuste istanze sociali di uguaglianza e giustizia del comunismo: senza alternative politico/sociali il liberismo ha ereditato una immeritata credibilità (*1).
- Lo sviluppo tecnologico ha permesso ai media di divenire molto più pervasivi e con una maggiore capacità di suggestione (le immagini della televisione) e quindi di influenzare il pubblico.
- Ci sarebbe anche lo sviluppo tecnologico che ha portato a un aumento della capacità di controllo del potere sulla popolazione ma questa è più una caratteristica del XXI e nel XX ha solo il suo seme (informatica).
- La crisi della democrazia accentuata dalla globalizzazione (che porta al controllo dei media tradizionali e a maggiori pressioni sul potere politico dietro le quinte).
Vediamo quindi se arrivo a 10 voci (in ordine sparso: troppo difficile stabilire l’ordine di importanza).
Fattori Principali:
- Rivoluzione d’Ottobre.
- Crollo URSS.
- Prima globalizzazione (culturale) → unità di misura del bene diviene il profitto.
- Seconda globalizzazione (economica) → potenze economiche/finanziarie sempre più forti e invadenti.
- Aumento pervasività e influenza dei media.
- Sviluppo tecnologico, soprattutto informatico e delle comunicazioni.
- Assenza di sviluppo della cultura democratica e dei suoi valori (istruzione).
- Crisi democrazia occidentale.
Fattori Secondari:
- Crescita demografica: questo è un elemento indipendente che porta alla diseguaglianza economica ma al momento è un fattore di uno o due ordini di grandezza inferiore al valore complessivo degli altri sopra riportati.
- Seconda guerra mondiale: una diversa evoluzione storica avrebbe potuto avere un effetto sia positivo che negativo sulla democrazia e i suoi ideali, ma cercare di indovinarlo è impossibile.
Conclusione: sono molto contento di questo cambiamento nelle mie valutazioni: dimostra che ho una mente ancora plastica e aperta a nuove idee. E, oltretutto, questa evoluzione è avvenuta negli ultimi cinque anni, non dieci.
Nota (*1): volendo si può vedere l’effetto di questo evento anche dal punto di vista del libero confronto fra diverse verità/opinioni ipotizzato da John Stuart Mill. Il filosofo inglese afferma che anche della verità più assoluta, se non è costantemente confrontata con altre ipotesi (o perfino con la falsità più assoluta), si può perdere la comprensione della sua essenza. Senza la costante comparazione con alternative diverse essa perde vitalità e diviene un qualcosa di mummificato di cui non si capiscono più i veri valori fondamentali, un dogma vuoto costituito di sola apparenza. Così i valori democratici dopo il crollo dell’URSS, senza il continuo sforzo da parte degli intellettuali di spiegare perché le democrazie occidentali fossero migliori del modello sovietico, sono divenuti dei gusci privi di contenuto; la forma ha preso il sopravvento sulla sostanza. La democrazia non è più vista come il palladio della libertà ma si è ridotta alla vuota liturgia delle elezioni sempre più inutili dato che tutti i partiti tendono ad assomigliarsi.
Il post sentenza
2 ore fa
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