Esiste ancora la libertà di pensiero? Il poter pensare cioè quello che vogliamo?
Credo di sì anche se solamente perché, per adesso, è impossibile verificare ciò che una persona pensa: così si proclama la totale libertà di pensiero dato che, comunque, non si avrebbe il potere di limitarla…
Ebbene nei prossimi giorni (devo ancora stabilire quando) voglio pensare all’unto, anzi al bisunto, anzi al trisunto del Signore, all’Uomo della Provvidenza, al Messia che sta “salvando” l’Italia, e pensare che sparisca.
Non lo faccio con leggerezza: augurarsi che una persona scompaia in genere è male. Personalmente non l’ho più fatto da quando in seconda liceo presi un’arrabbiatura terribile per un 5 a latino: mi arrabbiai non tanto per il voto in sé (di 5 infatti nella mia carriera scolastica ne ho raccattati tanti) ma per la sua ingiustizia: altri avevano fatto molto peggio di me, in maniera evidente, e avevano preso 6. E come sapete l’ingiustizia mi è molto difficile da accettare soprattutto se mi coinvolge direttamente. Nella notte, ovviamente una coincidenza, il professore morì d’infarto ma io inevitabilmente mi sentii comunque in colpa. Da allora, come spiegato, mi sono sempre astenuto dall’augurare il peggio ad altre persone.
Ne ebbi la tentazione molto forte quando, ormai qualche anno fa, mi convinsi che uno specifico tecnico della Telecom bloccasse la riparazione dei cavi del telefono (v. Acrimonia, è divertente) col risultato che nel 2021, pur pagando un canone mensile di tutto rispetto, navigo ancora a 4Mbit invece di, potenzialmente, almeno il doppio (velocità nominale di 20Mbit). Alla fine mi convinsi che anche se avesse agito per ripicca o dispetto nei miei confronti, sebbene avesse esibito una notevole stupidità e ignoranza, egli come essere umano dovesse avere comunque dei lati positivi e una famiglia che l’amava. Oltretutto il mio era poi solo un forte sospetto: non avevo la certezza che lui avesse realmente bloccato i lavori sulla mia linea telefonica…
E quindi non gli ho mai augurato nulla di male, certamente niente di esiziale.
Ma dell’Unto del Signore che sappiamo?
Qui le responsabilità sono chiare ed evidenti: la vittima poi non è una sola persona ma l’intera popolazione italiana anche se ancora molti non se ne rendono conto.
Moralmente quindi augurarsi che questa fonte di male si estingua non sarebbe immorale ma, anzi, lodevole e altruistico.
Perché poi credo vi sarebbe un costo, un equilibrio universale da mantenere: inutile cercare di descrivere sensazioni troppo difficili da definire, diciamo che il mio karma ne risentirebbe.
Volevo scrivere un corto ma in effetti sarebbe stato impossibile riuscirci senza banalizzare il tutto: vabbè, pazienza…
Infine concludo che le mie aspettative sono solo personali: le emozioni nella mia testa restano in essa. Il Trisunto del Signore continuerà a fare del suo peggio per “ungere” l’Italia, senza opposizione, e col coro angelico dei media che ne esaltano le gesta. A meno di fortunatissime coincidenze non cambierà nulla. Credo però che se riesco a tirare fuori di me tutta la rabbia, l’esecrazione, il disprezzo e la frustrazione che sento e provo a incanalarla contro questo figuro, alleggerendo così la mia coscienza, forse poi mi sentirei meglio. Non lo considererei un atto vano, tempo sprecato, perché sarei conscio di aver comunque esercitato la mia libertà di pensiero in un’attività giusta.
Ammetto di avere ancora qualche perplessità: lo stereotipo del vecchio e saggio fachiro (ma anche cristiano) è quello di abbracciare l’amore per scacciare l’odio dalla propria anima. Io invece suggerisco di liberarsi dell’odio proiettandolo al di fuori di sé: ma questa, in effetti, sembra più un’idea da Darth Vader!
E come faccio a sapere che ciò che tolgo, ammesso di riuscirci, non venga rimpiazzato con ulteriore odio? Dicono che per non far estinguere un pozzo si debba prelevarne l’acqua regolarmente, perché il pozzo deve “poppare” dalla falda acquifera altrimenti sarà questa a rubare l’acqua da esso. Magari l’odio funziona come il pozzo: più se ne attinge e più si ridonda.
Ma in questo caso la questione è semplice: posso semplicemente fare questo esperimento e verificarne il risultato: mi sentirò meglio? E se sì per quanto tempo?
Perché in effetti c’è la possibilità che il sollievo sia solo temporaneo… vabbè, vedremo…
Conclusione: pezzo stupido (più del solito)? Può darsi...
alla prima stazione
1 ora fa
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