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giovedì 9 settembre 2021

La democrazia in USA precondizione per la democrazia in Italia

Da ieri mi è rimasta la voglia di scrivere come mai la salute della democrazia americana sia così importante per il resto del mondo occidentale.

Credo di averci iniziato a riflettere seriamente quando avevo speculato di scrivere per l’Epitome un capitolo con le previsioni per il futuro (v. Sul futuro del mondo) diviso in vari sottocapitoli per USA, Cina, Italia etc.
Aggiungo che nel frattempo l’entusiasmo per questa idea è molto scemato: mi diverto moltissimo a fare previsioni però le incertezze e gli eventi imponderabili potenzialmente decisivi sono così tanti e tali che rischiano di vanificare gli sforzi di previsione più puntigliosi e intelligenti. Alla fine una previsione sfortunata (cioè vanificata da un evento imponderabile e improbabile) potrebbe avere l’effetto di ridurre l’attendibilità della mia intera opera.

Comunque ragionando sull’Italia, anche ipotizzando un improbabile governo che torni a cercare di fare l’interesse del popolo italiano, mi sono reso conto che i suoi margini di manovra sarebbero relativamente limitati. Da una parte ci sono i vincoli europei della UE dominata politicamente dagli interessi tedeschi e dall’influenza delle lobbi: ma sopra la UE, la cui forza è solo nominale mancando di un vero e proprio potere militare indipendente, vi sono gli USA.
L’Italia non può andare contro i vincoli imposti dalla UE che, a loro volta, sono tenuti sotto controllo dagli USA.
Non è un caso che la tendenza economica, che poi gioco forza impatta su società e cultura, sia quella di un liberismo sfrenato in imitazione del modello statunitense. Grandi imprese che godono di maggiori diritti che si riflettono in un costante arretramento del ruolo dello Stato nell’assistenza alla popolazione, a partire dalla sanità, sempre più delegata ai privati. Lo stesso vale per gli altri servizi, anche essenziali, come la gestione dell’acqua.

In altre parole l’Italia è ormai quella che nell’Epitome definisco una democrazia minore ([E] 14.5 e 14.6) ovvero una democrazia solo apparente in cui le leve del potere si trovano all’estero e sono semplicemente gestite tramite il governo italiano. Con Monti e Draghi la situazione dovrebbe sarebbe palese ai più se non fosse che, ovviamente, anche i media tradizionali hanno da molti anni abdicato il loro ruolo di informare la popolazione ma, al contrario, più o meno coscientemente la disinformano. Evidentemente i ridicoli panegirici a favore di Draghi devono funzionare almeno con la maggioranza delle persone…
Il punto è che ormai l’Italia non è più libera di scegliere il proprio futuro ma è divenuta una colonia: come tutte le colonie essa viene e sarà sempre di più sfruttata da chi la controlla (UE e indirettamente gli USA). Anche se un ipotetico nuovo (perché non esistente) partito vincesse con la maggioranza assoluta le elezioni politiche, ipotizzando anche che questo avesse a cuore gli interessi degli italiani e magari comprendesse quali siano effettivamente i problemi maggiori, comunque sarebbe ostacolato e impedito a ogni passo. In tal caso non sarebbe fantascienza immaginarsi che le elezioni verrebbero dichiarate falsate in qualche maniera e, così, verrebbe giustificata la costituzione all’estero di un governo “legittimo” in esilio, magari guidato dal Renzi, e si auspicherebbe un ritorno alla “democrazia”. Alla prima occasione un intervento militare USA/UE restaurerebbe la “democrazia” in Italia. Il livello di sudditanza italiano è ormai questo: del resto quando si perde la libertà è difficilissimo riconquistarla, sia per le persone che per le nazioni.

Quindi l’Italia non ha futuro: no, l’Italia non ha nessun futuro dignitoso e gli italiani saranno sempre più sfruttati e impoveriti. Per questo da tempo ipotizzo di scrivere un pezzo intitolato “Piano B” nel quale dare suggerimenti per il futuro ai miei connazionali.
Le opzioni per l’Italia sono infatti limitate: rimanere nella situazione attuale, ovvero colonia e terra di conquista per le grandi multinazionali, oppure cadere dalla padella nella brace e passare nell’orbita cinese.

L’unica remota speranza di cambiamento è che questo avvenga ai vertici, ovvero vista la situazione attuale, negli USA. Se ne gli USA ci si rendesse conto che la crescita della diseguaglianza deve essere assolutamente arginata anche come semplice base per avere una democrazia funzionante, se insomma gli USA cambiassero la loro politica mettendo dei freni all’iperliberismo allora, anche nelle colonie come l’Italia, la musica potrebbe cambiare.

Per questo trovo utilissimo seguire il canale Jacobin su Youtube che rappresenta la voce della sinistra (vera) degli USA. E già osservando le poche migliaia di utenti che riesce a rastrellare negli USA e nel resto del mondo è evidente che rappresenta al massimo uno 0,0X% della popolazione statunitense.
E la situazione, intesa come consapevolezza delle problematiche tutte legate alle diseguaglianze economiche, è particolarmente sconfortante. Gli USA non sono più il paese dipinto dalle serie televisive: la situazione è decisamente più cupa. E Biden non la sta assolutamente migliorando ma, anzi, prosegue nell’opera dei suoi predecessori, ovvero spiana la strada per una sempre maggiore diseguaglianza. I sindacati sono stati praticamente eliminati, l’istruzione base non funziona e lo stesso vale per le università (cioè la preparazione che forniscono ai loro studenti è forse la migliore al mondo ma il loro costo è proibitivo è i neolaureati “normali” escono da essa con debiti dell’ordine di 200.000$). Obama (considerato dai “giacobini” del canale il peggior presidente in assoluto), con la crisi del 2007 aiutò le banche e fece fallire i comuni cittadini: il populismo di Trump non viene dal niente. Sarebbe stato interessante vedere cosa avrebbe potuto fare se rieletto con un secondo mandato (perso per l’imponderabile covid-19). Mia considerazione: i “giacobini” sono un po’ come i nostri (veri) comunisti: affermano che Biden (o Draghi) è un disastro ma non riescono ad ammettere che Trump (o Berlusconi o Salvini), pur con i suoi limiti, sarebbe stato meglio.
Vabbè, la verità è che anche politicamente gli americani non hanno un partito che rappresenti gli interessi popolari: sia repubblicani che democratici sono completamente schierati dalla parte dei parapoteri economici. E il loro sistema elettorale è fatto in maniera tale che è impossibile per nuove forze politiche riuscire a far eleggere i propri rappresentanti: in pratica negli USA viene eletto chi ha più denaro e questo solidifica l’alleanza fra politici e grandi poteri economici in grado di sovvenzionare le campagne elettorali.

Quindi l’unica possibilità per l’Italia è un cambiamento della politica negli USA che però all’orizzonte è invisibile. C’è stata una vaga possibilità di cambiamento con Trump il quale però non è stato in grado di mantenere le aspettative ed è stato poi affossato dalla gestione errata della pandemia: ho la netta sensazione che i democratici non si aspettassero di poter vincere e, per questo, avevano presentato un candidato presidente “bollito” e una vice priva di esperienza…

Conclusione: sì, il succo è che l’Italia NON ha speranze per un futuro migliore.

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