Come ho scritto in [E] 21.6 un’idea per la mia Epitome è quella di aggiungervi un capitolo sul futuro: dovrebbe essere divertente cercare di immaginare cosa succederà nei prossimi 50 anni!
Oggi quindi volevo semplicemente iniziare a buttare giù qualche riflessione sia sulla struttura che adotterò sia qualche previsione vera e propria.
I sottocapitoli che ho in mente sono: Mondo, USA, Cina, Russia, UE, Italia e Resto del mondo.
Non mi è chiaro però quale ordine adottare dato che il futuro del mondo dipende direttamente da quello degli USA e della Cina. Probabilmente il sottocapitolo del mondo dovrebbe essere l’ultimo del capitolo dove, semplicemente, metterei insieme quanto scritto precedentemente…
È chiaro che l’elemento focale del futuro è il rapporto fra USA e Cina: di esso scrivo già in [E] 15.7 e non mi va di ripetermi. L’unica novità che mi sento di aggiungere a quanto ho già scritto è che mi appare ormai evidente il passo indietro di Biden nei confronti della Cina.
Trump aveva iniziato una guerra commerciale in un momento in cui le forze fra le due superpotenze erano complessivamente piuttosto simili e, di conseguenza, l’esito incerto.
Biden sembra invece voglia arrendersi senza combattere: il motivo è semplice i parapoteri economici statunitensi hanno interessi grandissimi in Cina e temono di divenire vittime di eventuali ritorsioni cinesi. Biden, prevedibilmente, è molto più succube dei parapoteri economici di quanto non ne fosse Trump e il risultato pare essere un’inerzia inconcludente che va tutta a vantaggio della Cina.
Al momento la differenza più grande fra USA e Cina è la capacità militare: quella cinese è infatti relativamente sottosviluppata rispetto a quella americana. L’economia cinese è invece vincente e anche la differenza tecnologica sembra indirizzata a ridursi sempre più.
Le ingiustizie e la mancanza di libertà sono certamente maggiori in Cina ma anche gli USA non sono più il paradiso a cui eravamo abituati pensare: la diseguaglianza economica, come Bezos insegna, è cresciuta spaventosamente durante la pandemia e, sintetizzando, la libertà nella povertà è solo apparente. In USA si è liberi di fare tutto… ma solo se si ha il denaro per permetterselo…
Evidente quindi che la libertà di cui gli statunitensi si immaginano essere i paladini diviene sempre più astratta e lontana dal concreto. Insomma Atene piange ma Sparta non ride.
La tendenza per il futuro sembra quindi abbastanza evidente e chiara: la Cina potrà portare avanti i suoi progetti di rafforzamento, anche militare, sostanzialmente incontrastata. Più o meno rapidamente, difficile dire se in 10, 20 o 30 anni, gli USA perderanno la loro supremazia tecnologica e militare. A quel punto le sfere di influenza si invertiranno rispetto alle attuali: il potere della Cina sarà globale mentre quello degli USA continentale.
Ma le tendenze raramente “scorrono lisce” nel futuro: spesso accadono eventi imprevedibili che le deviano e distorcono. Quali potrebbero essere gli imprevisti più probabili?
Il primo è uno scontro militare localizzato fra Cina e USA: nell’attuale tendenza, con il governo USA che manca della volontà di portare avanti una guerra commerciale, è difficile pensare alla possibilità di uno scontro militare vero e proprio.
Soprattutto se la Cina procede con sufficiente lentezza e non fa il passo più lungo della gamba: in passato sarei rimasto convinto che i cinesi sono troppo prudenti e intelligenti per fare un errore così banale ma Xi sembra essere molto ambizioso. Tutti possono fare errori di calcolo: immaginiamoci poi uno scenario dove l’economia cinese rallenti significativamente e per un periodo prolungato (ipotesi estremamente verosimile supponendo un occidente completamente impoverito) con una conseguente opposizione politica interna sempre più forte: in questo caso un’operazione di conquista bellica potrebbe apparire allettante per riguadagnare popolarità e rinsaldare il proprio potere. Ah! È bene sottolineare che Xi ha cambiato la costituzione cinese per rimanere in carica a tempo indefinito: un cambio di potere in Cina potrà avvenire solo col ritiro di Xi.
Ecco allora che oggi gli USA sarebbero disposti allo scontro per salvare Taiwan: ma fra dieci anni? E il Giappone? Oppure la Malesia?
È quindi possibili che in un’espansione asiatica la Cina pesti prematuramente i piedi agli USA.
Il risultato dello scontro probabilmente sarebbe un nulla di fatto militare visto che, spero, si eviterebbe un conflitto globale. Ma a quel punto le conseguenze potrebbero essere molteplici: per esempio potrebbe divenire probabile la nazionalizzazione delle industrie statunitensi in Cina come forma di riparazione per i danni bellici.
Ecco quindi che la principale paura che i parapoteri economici americani temono per oggi si realizzerebbe domani, con gli USA molto più deboli a causa delle tendenze generali.
Un’altra possibilità di cui sicuramente si parla meno ma che invece potrebbe essere più probabile è una carestia dovuta al cambiamento climatico. Cosa succederebbe se per tre anni, diciamo dal 2033 al 2035, non ci fossero raccolti sufficienti in tutto il mondo? Le migrazioni, stavolta di vera e propria sopravvivenza, diverrebbero incontrollate e incontrollabili e, quasi sicuramente, sfocerebbero in scontri dato che le risorse disponibili sarebbero limitate. La fame rende la gente, tutta l’umanità, estremamente aggressiva. Non per niente si parla di lotta per la sopravvivenza.
In questo contesto scontri fra USA e Cina diverrebbero più probabili. Supponiamo per esempio che la Cina sia più colpita dalla carestia degli USA e che questi abbiano invece delle riserve strategiche di cibo: di nuovo la Cina potrebbe tentare di ricattare gli USA nazionalizzando le aziende statunitensi sul suolo cinese.
E cosa succederebbe in caso di formazione di un blocco politico russo-cinese? Questo ribalterebbe completamente gli attuali equilibri. Attualmente tale forte alleanza non è verosimili perché la Russia non ha interesse a divenire la parte debole e subordinata quando invece può ancora fare una propria politica autonoma. Ma dopo Putin? Se fossero gli USA a fare il passo più lungo della gamba e a giungere a una prova di forza con la Russia? Questo potrebbe spingerla fra le braccia della Cina…
La mia sensazione è che la storia del mondo si stia avvicinando a una fase molto turbolenta dopo quasi un secolo di relativa, molto relativa, pace. Probabilmente da tutti questi possibili futuri alternativi dovrei cercare di estrarne le costanti e basarmi su di esse.
In realtà, se non ci si vuole divertire/accontentare a fare previsioni superficiali o banali, allora diviene tutto estremamente più complesso.
Cambiamento climatico, crescita della popolazione e tendenze USA-Cina vanno tutti nella direzione dei rispettivi punti di rottura: le combinazioni dei loro effetti così si moltiplicano rendendo il futuro particolarmente incerto.
Forse un’impostazione migliore potrebbe essere quella di affrontare questi tre elementi separatamente, in opportuni sottocapitoli, invece di cercare di procedere stato per stato…
Ecco, in una prima fase, potrei scrivere un capitolo con tre sottocapitoli per ciascuno di questi elementi e poi uno sulle loro combinazioni più probabili. In una seconda fase potrei aggiungere ulteriori sottocapitoli dove, sulle basi precedenti, analizzare le possibilità dei vari stati.
Non so però quanto valga la pena fare questo sforzo: la probabilità di previsioni errate è molto maggiore di quella di indovinarle. C’è il rischio concreto di screditare le mie teorie, queste invece assolutamente valide, sfidando l’imponderabilità del futuro. Magari potrei fare anche un lavoro incredibilmente buono, prospettando il futuro più probabile, ma poi si potrebbe semplicemente verificare quello più improbabile…
Pensiamo al covid-19: che una pandemia potesse avvenire l’avevo previsto ed era prevedibile ma non il quando. Se essa fosse avvenuta un anno prima o un anno dopo probabilmente Trump non avrebbe perso le elezioni contro Biden e adesso i rapporti fra USA e Cina avrebbero magari assunto una prospettiva totalmente diversa. E pensiamo poi a come essa sta venendo sfruttata in occidente per accelerare i processi di degenerazione della democrazia: per prevederlo ci sarebbe voluto un ottimo scrittore di fantascienza.
Conclusione: vabbè, come riflessione iniziale può andare… mi pare di capire che sono ancora in alto mare…
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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