Ieri notte ho avuto un incubo interessante e, al mattino, ero tentato di scriverne, ma siccome ne ricordavo solo un frammento, ho lasciato perdere.
Il frammento è questo:
«Sono una ragazza che è andata a trovare un’amica sua coetanea e sua madre [nello stesso sogno ero stato più persone. La prospettiva è, almeno inizialmente, in terza persona poi, forse (non ricordo), diventa in prima. In pratica vedo tutta la scena compreso il “mio personaggio”.]
L’amica è una bella ragazza, direi sui vent’anni, la madre sui 45 [sia il mio "personaggio" che queste donne mi sono sconosciute]. Siamo all’interno di una stanza piuttosto spoglia (sembra una rimessa per auto), che ha varie vecchie porte tutte chiuse. Chiacchieriamo un po’, poi l’amica ha il “permesso” della madre di fare qualche telefonata. Capisco che, anche se non sembra, ha dei problemi psichici. Il telefono è di quelli fissi, appeso alla parete in fondo alla stanza: all'angolo sinistro vi è una porta chiusa, poi una tenda di un paio di metri (che nasconde la visuale della porta) e accanto il telefono. La madre toglie dei blocchi al telefono e l’amica inizia a comporre un numero. Nel frattempo, mi ero allontanato qualche metro per dargli spazio, mi accorgo che la porta all’angolo è completamente spalancata: con stupore e curiosità lo dico alle due donne che non possono vederla perché nascosta dalla tendina. Subito le due impallidiscono rimanendo senza parole: con un cenno la madre mi chiede si avvicinarmi a loro. A questo punto capisco che quella porta è normalmente sprangata e, in teoria, non si potrebbe aprire da sola. Intuisco [del resto era la costante del resto del sogno] che vi è un mostro, forse un fantasma, forse altro. Raggiunte le due donne sto per chiedere spiegazioni quando vedo che da dietro la cortina una mano (o altro) per un attimo sfiora la madre che è quella più all’esterno e abbraccia la figlia accanto alla parete. Più curioso che impaurito scatto in avanti per vedere chi o cosa c’è ma non trovo nessuno: eppure non vi era il tempo materiale per raggiungere la porta aperta...»
Non ricordando altro e, dubitando di riuscire a trasmetterne l’inquietudine che mi aveva dato, ieri avevo deciso di non scriverne.
Stanotte però il sogno è andato avanti sebbene non fosse più proprio lo stesso.
«Sono me stesso, più giovane, come se fossi ai tempi del liceo. Sono in una vecchia casa [ma in realtà si tratta di un edificio mai visto] con i soffitti altissimi e il pavimento di ceramica. È composta da 3 o 4 grosse stanze tutte allineate e ciascuna collegata da una porta alla successiva. Sono con mia madre e dopo un po’ arriva anche mio padre. Almeno la prima stanza è piena di potenziali porticine: non ricordo se erano mobili o proprio un rivestimento delle pareti. Io intuisco che la casa è maledetta [ricordo l’atmosfera dei sogni del giorno prima e, forse, anche in questo, c’erano già stati “problemi” con mostri nascosti dietro porte chiuse] ma è la “nostra” casa e così, nonostante l’inquietudine, mi rassegno ad adattarmi. La mia barboncina dell’epoca trotterella tranquilla per la stanza, forse si ferma a una porta per annusarla quando improvvisamente da un’altra porta alle sue spalle un braccio la ghermisce e la trascina dentro mentre lei guaisce impaurita.
A questo punto non ci vedo più dalla collera: ogni briciola di paura è evaporata sono furioso e voglio solo distruggere la strega che si nasconde. Inizio a spalancare le porte, a volte le sfondo, l’ira mi moltiplica le forze. Poi divento più metodico apro una porta e vedo una scena che so essere del futuro: un mio parente con due cani lupo è seduto in poltrona davanti a un camino acceso. Mi guarda senza riconoscermi, anche i cani lupo con le orecchie ritte mi guardano perplessi. Richiudo e continuo a cercare. Una porta si apre sull’esterno di un centro commerciale. Anche qui sono nel futuro: incontro un mio amico che è molto invecchiato, il sogno prende nuove direzioni che non ricordo...»
Insomma forse non un incubo particolarmente pauroso soprattutto perché la strega non minacciando me ma rapendo la mia adorata canina scatena il lato più feroce del mio carattere: divento io a darle, per quanto inutilmente, la caccia.
È il meccanismo di fuga/combattimento: io lo ho molto orientato al combattimento. Deve essere qualcosa di genetico: probabilmente dei tratti potenzialmente molto utili nel passato ma solo pericolosi nella società moderna…
Ah! continua l’esperimento con la musica: come ho detto è fondamentale il volume che deve essere appena sotto la soglia della percezione: solo i passaggi dal volume più alto devono essere appena percettibili. Per me l’ideale sono i concerti con flauti mentre le sinfonie, forse a causa del volume troppo alto, tendono a svegliarmi. Nei giorni scorsi invece una musica che aveva una parte melodica a cui si alternava una seconda voce che ricordava il trillo del telefono mi ha svegliato!
Conclusione: beh, alla fine non c’è molto da dire: ho sognato un nuovo tipo di mostro e, nel sogno di stanotte ho deciso che si trattava di una strega anche se, in realtà, non ne sono sicuro dato che ho visto solo un braccio magro, bluastro e dalla mano leggermente artigliata...
L'esempio di Benjamin Franklin
5 ore fa
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