Come spiegato in Sonno, sogno e musica da inizio luglio dormo tenendo la radiosveglia sintonizzata sul canale di musica classica al volume minimo.
Mi è ancora possibile trarre delle conclusioni definitive perché ci sono troppe variabili fuori dal mio controllo (come per esempio il caldo estivo o altri elementi di stress). In particolare non ho il totale controllo del volume dei brani né, ovviamente, di cosa viene trasmesso dalla radio.
Come spiegai il volume dovrebbe essere così basso da rendere impossibile riuscire a seguire la melodia: si dovrebbe solo cogliere qualche nota ogni tanto: la musica dovrebbe rimanere a un livello subliminale per non venire attivamente notata dal cervello e, quindi, ignorata come elemento di disturbo.
Invece ho la sensazione che la radio al mattino aumenti il volume dei brani col risultato che appena c’è un pezzo più energico, come una sinfonia, o cantato, come in un’opera, ecco che mi sveglia.
Idealmente dovrei scegliermi almeno un cinque ore di brani adatti (per esempio la musica con i flauti, molto tranquilla), uniformarne il volume, e poi dormire ascoltando in ciclo tale musica.
Il problema è che mi occorrerebbe un dispositivo in grado di suonare la musica registrata su una chiavetta USB o simili: di sicuro qualcosa del genere esiste ma io non ce l’ho.
Comunque ho scritto questo pezzo soprattutto per descrivere l’episodio buffo che mi è successo stamani:
«Mi sveglio perché improvvisamente i nuovi cordless comprati qualche settimana fa sono impazziti e squillano insieme. Scendo dal letto e mi avvio in sala dove si trova un cordless: l’altro deve essere nei paraggi, perché sento anche la sua suoneria (oltretutto sbagliata perché è quella della chiamata interna). Ancora mezzo addormentato provo a rispondere con la voce tutta impastata che anche al mio orecchio sembra quasi sofferente.
Sollevo la cornetta (per capirci: in realtà basta sollevare il cordless dalla sua base di ricarica per rispondere!) e sento una voce piuttosto irritata che mi chiede spiegazioni. Un attimo prima di rispondere mi sembrava di aver riconosciuto il numero del cellulare di mio cugino ma non ne ero sicuro, comunque anche se sono ancora mezzo addormentato mi sembra di riconoscere la sua voce. Gli chiedo “L. sei tu?”, lui rimane un attimo interdetto ma non mi risponde e mi chiede chi sia e come mai abbia il suo numero. Io cerco di spiegare che non so cosa sia successo e che tutto il sistema telefonico sembrava impazzito. Il dialogo surreale in cui nessuno di noi vuole dire chi è (anche lui mi chiede il mio “indirizzo” ma io mi rifiuto di darglielo per principio) poi uno di noi due riattacca.
Immediatamente i cordless riprendono a squillare: questa volta inizio a essere molto seccato e mi sveglio realmente!»
Ero ancora a letto e solo dopo qualche attimo mi accorgo che alla radio, con un volume insolitamente alto, stavano dando un brano di musica classica con i flauti che eseguivano delle specie di solfeggi MOLTO simili alle suonerie dei miei telefonini cordless!
Evidentemente, per non svegliarmi, il mio inconscio aveva integrato il loro suono nel sogno e il trucco ha funzionato per diversi secondi: la cosa buffa è che il sogno era anche estremamente verosimile. Mi posso benissimo immaginare mio cugino, molto geloso della propria riservatezza, che non mi riconosce e che diventa subito sospettoso e inquisitivo nei miei confronti! Inoltre, in passato, per sbaglio mi ha chiamato senza volere col suo cellulare e quindi anche nel sogno avevo una mezza idea che potesse avere qualcosa a che fare, senza volere, nell’aver fatto impazzire i miei cordless….
Comunque questo compositore di musica classica che ha inserito le suonerie nella sua composizione non lo dovrebbero proprio mettere nel palinsesto mattutino!
Conclusione: magari oggi è la volta buona che cerco in rete se c’è qualche dispositivo adatto ai miei scopi, ovvero riprodurre degli archivi musicali MP3 od OGG da una chiavetta USB. Il volume bassissimo (spesso anche il livello più basso è comunque troppo alto) non sarebbe un problema dato che potrei modificare personalmente gli archivi musicali con appositi programmi per abbassarne l’intensità sonora…
L'esempio di Benjamin Franklin
5 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento