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sabato 14 agosto 2021

Panoramica libri

Stamani ero inizialmente tentato di accennare a alcuni nuovi concetti interessanti letti ieri in “Democrazia cosa è” di Sartori ma poi mi sono reso conto che il mio entusiasmo era scarso e ormai so bene che non mi conviene scrivere contro voglia…

Mi è così venuta l’idea di scrivere una rapida panoramica su tutti i vari libri che sto portando avanti: a che punto sono, cosa ne penso e magari qualche idea buffa o interessante.

Voglio cominciare da un libro che iniziai oltre un anno fa: “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei. Ne sospesi la lettura quasi subito perché non mi raccapezzavo in una dimostrazione geometrica: mesi dopo ripartii da capo aiutandomi con un quadernino per seguire i calcoli... poi però, siccome sono io, persi il quadernino! Altri mesi in sospeso: ritrovati i miei appunti ripresi la lettura scoprendo che la dimostrazione veniva rimandata nel prosieguo… altra pausa di svariati mesi e finalmente si arriva a una settimana fa. Da allora mi pare di aver preso un buon ritmo sebbene non sia un testo facile.
Prima di tutto il linguaggio dell’inizio del XVII secolo non è il nostro: dopo un po’ ci si fa l’orecchio e si inizia a capire anche le parole più “tecniche” (per esempio “tardezza” per “velocità”, “mondo” per “universo” e NON “Terra”) che inizialmente mi confondevano.
Poi, come indica il titolo, il testo è un dialogo fra tre personaggi che, sfortunatamente, hanno tutti nomi che iniziano con “S” e la mia particolare forma di dislessia non mi permette ancora di distinguerli l’uno dall’altro. Arrivato al 10% del libro riconosco solo “Semplicio” che ha il compito di sostenere le teorie di Aristotele sulla fisica mentre gli altri due ancora li confondo insieme.
E questo porta direttamente al problema più grande: l'impostazione dell’intera esposizione.
Galileo non espone direttamente le proprie teorie con relative spiegazioni e dimostrazioni: al contrario è intento a mostrare come, per contraddizioni interne, la fisica di Aristotele non possa spiegare i diversi comportamenti di Terra, Sole e Luna.
Ma la fisica di Aristotele non è scientifica e questo rende complesso smontarla con argomenti scientifici. Per dare l’idea, senza entrare nei particolari, per Aristotele ci sono due tipi di moto quello rettilineo e quello circolare: quello circolare è tipico delle cose incorruttibili mentre quello rettilineo, caratterizzato anche da avere dei contrari, è delle cose destinate a cambiare, mutevoli.
Sole e Luna hanno movimenti circolari e sono incorruttibili. La Terra invece, essendo mutevole, non può avere un movimento circolare (e quindi non potrebbe neppure orbitare intorno al Sole: ma questa teoria ancora non è apparsa). Ecco che quindi in queste pagine è tutto un parlare di movimenti contrari (*1) e di mutazioni terrestri e lunari che però non trovo molto interessanti: capisco che all'epoca di Galileo non era così ma per me tentare di smontare una teoria arbitraria non ha senso, soprattutto non cercandone delle contraddizioni interne, al massimo mostrerei degli esempi non spiegabili con essa
Una curiosità che ho trovato molto interessante è che i personaggi danno per scontato che il mar Mediterraneo fosse stato, nel passato, separato dall’oceano Atlantico: cosa vera ma non pensavo che lo si fosse intuito già all’epoca…

“La fabbrica del consenso” di Chomsky e S. Herman: libro decisamente superato. Scritto alla fine degli anni ‘80 riporta con minuziosa acribia tutti i particolare con cui i principali media americani hanno descritto le situazioni di vari stati dell’America centrale. Il succo è che i governi dittatoriali ma vicini all’amministrazione americana (El Salvador, Guatemala) venivano descritti con grande riguardo, sempre come se fossero a un passo dalla democrazia; quello del Nicaragua, di sinistra e quindi contro gli USA, veniva invece rappresentato in maniera estremamente negativa. Chomsky raccoglie informazioni estremamente dettagliate per mostrare in maniera evidente la disparità di trattamento che i media riservavano ai diversi paesi arrivando spesso a ribaltare i fatti e tacendone di fondamentali.
Scrivo che il libro è superato perché ormai è ovvio che i media diffondono solo la verità dei loro padroni: l’opera attenta e precisa di Chomsky sembra priva di senso perché va a dimostrare quella che ormai è un’ovvietà.
Certo non tutti la pensano come me: ma si tratta di persone talmente ingenue e manipolabili che non credono neppure a ciò che vedono i propri occhi se la televisione afferma il contrario: quindi per essi qualsiasi libro, non importa quanto accurato, sarebbe inutile.

“Democrazia cosa è” di Sartori: un bel libro che parte dalle basi e pone dei paletti e definizioni ben precise. Per adesso ho trovato conferma a tutte le mie intuizioni sull’argomento: insomma anche nella mia Epitome non ho scritto castronerie sulla democrazia! Probabilmente, anzi, ne estrarrò diverse epigrafi…
Interessante la parte sui diversi tipi di uguaglianza (era l’argomento su cui avevo pensato di scrivere oggi) e come ve ne siano alcune in contraddizione fra loro: ne deriva che non può esistere una società, neppure utopistica, che realizzi tutti i diversi tipi. Evidentemente dovranno essere fatte delle scelte.
Al di là dai dettagli tecnici l’aspetto più drammatico di questa lettura è la comparazione fra l’attuale “democrazia” italiana e quella ideale di Sartori (che non è una singola democrazia ma piuttosto un’insieme di democrazie all'interno di precisi paletti). La sensazione che se ne ricava è che la nostra “democrazia” abbia superato di un passo, ma talvolta anche di due, dei confini che dovrebbero essere invalicabili. Il problema non è quanto la nostra “democrazia” sia andata oltre ma piuttosto che quando si sorpassano questi limiti poi non vi sono più ostacoli al totale arbitrio. La tipica analogia della diga rende benissimo l’idea: non importa quanto piccola sia la falla perché una volta creatasi si allargherà in maniera incontrollabile facendo crollare la diga/democrazia.

“The framers’ coup” di J. Klarman: bel mattone di oltre 700 pagine scritte in piccolo! Ultimamente lo sto leggendo meno ma è interessantissimo. E paradossalmente è anche attualissimo: le problematiche affrontate dalle ex colonie americane per stabilire come unirsi insieme (formalizzate con la costituzione del 1789) sono le stesse degli stati europei nella UE.
Faccio solo un esempio di qualcosa che ho letto pochi giorni fa: quale deve essere il limite fra il potere di uno stato e quello del governo federale? Le problematiche sono molteplici: da una parte deve essere garantita l’efficienza complessiva ma dall’altra si deve evitare il pericolo che dei singoli stati paghino per tutti gli altri. Appare infatti evidente che gli interessi di stati diversi, pur per cultura e lingua simili se non identici, sono altrettanto variegati. Gli interessi degli stati del sud erano completamente diversi da quelli del nord: serviva quindi la garanzia che una maggioranza “del nord” non prevaricasse gli stati del sud e viceversa; analogamente gli stati più piccoli, meno popolati cioè, temevano di divenire irrilevanti politicamente e quindi di finire in balia di quelli più grandi. Ecco allora che si arriva al sistema di due camere dove, nel senato, i singoli stati sono ugualmente rappresentati. Oppure per garantire che le leggi della confederazione non venissero ribaltate da quelle dei singoli stati si era ipotizzato inizialmente di dare potere di veto al congresso sulle leggi nazionali; poi si era passati a un'opzione più pratica: la legge della federazione avrebbe avuto automaticamente la precedenza su quella dei singoli stati (vi ricorda qualcosa?). E nei casi di ambiguità chi decide? I giudici dei singoli stati dipendono da questi e quindi tenderebbero, anche inconsciamente, a farne gli interessi: gli si affianca dei tribunali federali oppure si ammettono solo tribunali federali?
Tutte tematiche affrontate nella UE in maniera superficiale soprattutto ignorando, o facendo finta di ignorare, che gli interessi dei singoli stati sono spesso conflittuali e sono quindi necessarie delle garanzie o, meglio, dei contrappesi istituzionali per evitare che una maggioranza di pochi stati più forti si approfitti di quelli più deboli.
L’UE andrebbe chiamata “Unione Economica” e non “Unione Europea” perché è un pasticcio evidente che non può funzionare: non è un caso che gli UK, dove probabilmente vi è una conoscenza migliore e diffusa della formazione degli USA, si siano resi conto che l’UE attuale è un barcone ingestibile destinato a colare a picco alla prima ondata più forte delle altre.

“Ruin and Rising” della Bardugo: il terzo volume della trilogia. Molto deludente ma almeno si legge bene. Ci scriverò un pezzo a parte.
Comunque vi ho trovato un bel modo di dire (*2): un personaggio dice a un altro che parte per una rischiosa missione solitaria “Disprezza il tuo cuore”. Il senso è che dovrà fare quello che andrà fatto senza farsi condizionare dai sentimenti. E il tizio risponde: “Non ho cuore”.

In teoria sto ancora leggendo le “Vite parallele” di Plutarco ma sono fermo da più di un anno. Prima o poi lo riprenderò perché è molto bello e spesso istruttivo.

Conclusione: mi sembra di non star leggendo altro ma non ne sono sicurissimo! Avrei voglia di incominciare a leggere un libro di Rousseau che ho comprato tempo fa ma prima ne voglio finire almeno uno di quelli che sto leggendo. Sicuramente in pochi giorni finirò quello della Bardugo quindi l’attesa sarà brevissima...

PS: [il giorno dopo!] mi ero dimenticato di “Fenomenologia e genealogia della verità” di Zhok!
Al momento sono a pagina 51 ma ho un po’ rallentato: lo posso leggere solo se sono riposato, concentrato e senza distrazioni! Ci capisco poco ma lo sforzo di capire, come ho scritto altrove, è comunque molto proficuo: è ancora troppo presto per trarne conclusioni definitive.

Nota (*1): che poi perché non possano esistere movimenti circolari in sensi opposti mi sfugge!
Nota (*2): dubito che sia dell’autrice: più probabile che sia cinese o comunque orientale. In caso contrario brava! Anche nel testo viene attribuito a un personaggio Shu che è “l’equivalente” della Cina nel mondo immaginario della Bardugo.

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