Come sapete ho seguito con discreta attenzione l’evoluzione del covid-19 soprattutto basandomi sui video del canale MedCram del dr. Seheult.
Come avevo spiegato il crollo dei contagi in estate? Le possibilità erano multiple e fra queste avevo posto la maggior disponibilità di vitamina D.
Nel corso dei mesi infatti il dr. Seheult aveva citato sempre più ricerche che evidenziavano una stretta relazione fra covid-19 e vitamina D tanto che, in autunno, mi ero convinto che la carenza di vitamina D fosse la ragione principale del ritorno della seconda ondata.
Il sottoscritto, il matto delle giuncaie e non-virologo, da tempo scriveva di vitamina D, per esempio:
In Speciale Coronavirus 4 del 3 marzo ho scritto:
«Ho ascoltato una delle mie fonti preferite: un dottore americano (il Dr. Seheult) che da giorni segue la vicenda sul suo canale Youtube. In genere è avanti di un giorno su quanto viene detto in Italia (ovviamente NON per quanto riguarda l’Italia stessa ma sulla situazione generale). Nella puntata di 12 ore fa, che ho visto solo adesso, spiega che secondo uno studio inglese indipendente (nel senso che non è sponsorizzato da case farmaceutiche ma è comunque affidabilissimo in quanto pubblicato sulla più prestigiosa rivista inglese di medicina) piccole dosi di vitamina D aiutano moltissimo nel contrastare i virus che attaccano le vie aeree: questo soprattutto in pazienti che ne hanno una carenza.
Prima che la notizia si diffonda e vada a ruba (ammesso che non sia già successo ma spero di avere ancora qualche ora) voglio suggerire a mio padre di comprarsene un po’...»
In Speciale Coronavirus 20 del 26 giugno scrivevo:
«Ah! sul temporaneo contenimento della malattia, che sembra essere “meno aggressiva”, ho una teoria che stupidamente ho formulato solo nei giorni scorsi (mentre invece avevo tutte le informazioni per farlo già da inizio maggio).
Adesso con le giornate di sole gli italiani si stanno imbottendo di vitamina D (ho sentito che il 90% di tale vitamina viene prodotta/assimilata stando al sole e non dall’alimentazione) e, da una ricerca indonesiana (non so se verificata dai pari), sembra che il 90-95% dei casi gravi di covid-19 avessero carenze di vitamina D.
La vitamina D, lo ricordo, stimola genericamente l’efficacia del sistema immunitario: è quindi probabile che aumentando la vitamina D nella popolazione diminuiscano le frequenze di contagio.
Sono curioso di vedere se questa ipotesi verrà fuori anche da fonti più autorevoli di me stesso: le case farmaceutiche infatti trepidano per impadronirsi del business del vaccino e sarebbero molto seccate se si scoprisse che la vitamina D è già di per sé sufficiente per limitare notevolmente la diffusione della malattia…
Fortunatamente il covid-19 non ha coinvolto solo l’Italia ma anche nazioni non completamente subalterne agli interessi delle case farmaceutiche: in altre parole la verità sull’utilità o no della vitamina D per prevenire la diffusione del virus dovrebbe venire fuori...»
In Speciale Coronavirus 23 del 24 luglio scrivevo:
«La mia sensazione è che la somministrazione massiccia di vitamina D ai soggetti, a rischio e non, sarebbe decisamente efficace quasi quanto un vaccino: sfortunatamente sulla vitamina D le case farmaceutiche ci guadagnerebbero troppo poco quindi…»
In Speciale Coronavirus 26 del 25 agosto scrivevo:
«Insomma la mortalità, strettamente proporzionale al numero di persone in terapia intensiva, sta evidentemente calando. Quali possono essere le ragioni?
…
4. Vitamina D. La vitamina D, particolarmente abbondante in estate grazie alla luce solare, migliora drasticamente le capacità del sistema immunitario (vedi le moltissime ricerche citate nei precedenti speciali): la conseguenza logica è che chi si ammala adesso presenti la malattia in forme meno gravi.»
Mentre io mi ponevo delle domande che mi sembravano fondamentali e i ministri della salute italiani scrivevano libri dove spiegavano quanto erano stati bravi (poi non pubblicati), arrivavo alla conclusione:
«Invece la vitamina D, se non somministrata artificialmente, diminuirà drasticamente in autunno-inverno: e di tutto si parla fuorché di prescriverla a tutti, soprattutto agli anziani che ne sono più carenti. Su questo aspetto tornerò poi.»
E poi speculo: «Probabilmente prescrivere vitamina D (e magari la semplice esposizione al sole) in autunno e inverno sarebbe molto più efficace e meno costoso di un incerto vaccino ma dubito che verrà fatto visto che alle case farmaceutiche non conviene.»
In Tre pensieri... del 16 ottobre ho scritto:
«“E tu, che parli così bene, cosa avresti fatto? (che poi non sei un virologo)!” potreste chiedermi.
- Per esempio: distribuzione gratuita di vitamina D a tutta la popolazione; produzione con supporto statale di mascherine FFP2 e successiva distribuzione gratuita. Già in questo modo si sarebbe potuto tranquillamente bloccare la diffusione del virus.»
In Divagazioni insalubri del 9 novembre ho scritto:
«Questo però non significa che non si potesse fare meglio: come mai non si prende in esame il motivo per cui in estate il virus fosse quasi sparito?
La risposta, non certa ma fortemente probabile, è la vitamina D, che in estate viene prodotta abbondantemente dal corpo grazie alla maggiore esposizione alla luce solare, che rafforza il sistema immunitario proteggendo dal contagio e/o rendendolo meno grave: in pratica si può ipotizzare che chi ora è asintomatico in estate non si sarebbe neppure contagiato, chi ora è paucisintomatico sarebbe stato asintomatico, chi ora è all’ospedale avrebbe avuto solo pochi sintomi etc.
Ecco allora un qualcosa di semplice ed estremamente fattibile che non si è fatto: produrre grandi quantità di vitamina D e distribuirle gratuitamente a tutta la popolazione. Questa semplice precauzione avrebbe probabilmente fatto molto di più di un ipotetico vaccino, sicuramente più costoso, e che comunque ancora non esiste: ma su questo ritornerò poi.»
Va bene, i lettori potrebbero obiettare che queste sono solo mie speculazioni e io non ci capisco niente né di medicina né di epidemiologia né di virologia etc.
Verissimo: io non capisco nulla di niente in generale ma, evidentemente, ho molta fortuna perché spesso ci indovino.
Guardate questo video del dr. Seheult pubblicato pochi giorni fa:
In pratica il dottore rimette insieme tutto il materiale che da questa primavera aveva iniziato a evidenziare in un unico video (che infatti dura un’ora invece dei soliti 10-20 minuti).
Il punto è che magari non è certo al 100% che la vitamina D aiuti sia nel prevenire che nel curare il covid-19: ma costa poco ed è sicura quindi il rischio di un suo utilizzo è minimo e il potenziale guadagno (la vita) è enorme. Per Taleb è un tipico caso di asimmetria positiva, un’occasione che va presa senza neppure pensarci un attimo…
Casualmente oggi mi sono imbattuto su FB nel seguente articolo: Vitamina D, l’appello di 61 scienziati al governo: “Diamola ai soggetti a rischio” da IlParagone.it
Il governo italiano è, a dir poco, titubante sul consigliare la vitamina D mentre non ha incertezze nel prescrivere a tutti dei vaccini altamente sperimentali (e costosi) e dalle controindicazioni nel medio lungo termine ancora totalmente ignote. Ognuno cerchi per conto proprio di intuirne il motivo: per oggi ho scritto abbastanza e non ho voglia di fare il matto delle giuncaie in versione complottista.
Consiglio comunque la lettura del mio pezzo Il pensiero unico che sprona a valutare con particolare attenzione quando ci sono dei grossi interessi economici in gioco…
Conclusione: dal matto delle giuncaie per oggi è tutto...
domenica 13 dicembre 2020
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