Oggi volevo scrivere un po’ di sociologia integrando insieme ciò che sto imparando dal corso sulla rivoluzione americana e dal libro della Volpato (con una curiosa intromissione dal libro di religione della Armstrong). La cronaca mi riporta però al covid-19.
Come al solito sono rimasto indietro con i video di MedCram (quelli più seri e completi sull’argomento) anche se ho visto che non ne sono usciti moltissimi: evidentemente il dottore è piuttosto impegnato in California…
Mi limiterò quindi a varie osservazioni sparse…
Della famosa ricerca epidemiologica che si proponeva di testare gli anticorpi a un campione significativo della popolazione italiana (come fosse una sorta di sondaggio) per capire chi avesse preso (in passato) il covid-19 non ho saputo più niente. Ero rimasto alla notizia che si stavano contattando le persone da analizzare e basta: è anche possibile che la notizia dell’esito della ricerca sia poi passata sotto al mio radar ma, bo…
Una mia congettura è che manchi la volontà politica di portare avanti questa ricerca: il motivo? Fate voi… forse si ha già una stima affidabile della situazione oppure semplice incompetenza e superficialità o… bo… evitiamo le ipotesi più fantasiose sul voler tenere appesa sulla libertà degli italiani una spada di Damocle...
Sul calcio ho già scritto ma dopo la prima giornata ho qualcosa da aggiungere.
Inizialmente le norma sulla ripresa dell’attività agonistica erano così assurde che l’avevo interpretate come il segnale di non voler realmente concludere il campionato: soprattutto a causa della regola che avrebbe fatto mettere in quarantena per due settimane ogni squadra che avesse trovato nelle proprie fila anche un solo contagiato. Norma cambiata in fretta e furia alla notizia del primo caso in serie B. Ennesima dimostrazione di scarsa serietà e/o competenza: se la norma era inutile non sarebbe dovuta essere neppure introdotta e, in caso contrario, non avrebbe dovuta essere poi cambiata a due giorni dall’inizio del campionato di serie B.
Comunque fra le varie norme che regolano lo svolgimento delle partite c’erano quelle sul distanziamento sociale e sull’uso delle mascherine. Qui l’ipocrisia era palese: ovvio infatti che in allenamento e lontano dagli occhi indiscreti i calciatori sicuramente le avrebbero ignorate: un po’ perché inevitabile e un po’ perché la tendenza dei giovani è quella di fregarsene.
Ma vi è in questa ipocrisia anche un aspetto tremendamente diseducativo: essa non viene neppure rispettata!
I giocatori si abbracciano dopo aver segnato, si scambiano bottigliette d’acqua, in panchina/tribuna non indossano le mascherine o le indossano male (solo sulla bocca e non sul naso)…
Che poi oltretutto gli arbitri non sanzionano questi comportamenti né i giornalisti li sottolineano: l'ipocrisia delle regole era tale che pare una mancanza di gusto farla notare...
Che messaggio si dà ai milioni di italiani che guardano queste partite?
Che le misure sono solo una pagliacciata, che non c’è bisogno di precauzioni: e forse è solo una coincidenza ma ieri in città avrò contato solo un pugno di persone che indossavano la mascherina correttamente: c’era chi la portava al mento o alla pappagorgia, i più bravi solo sulla bocca ma non sul naso. Solo nei bar e nei negozi c’era una parvenza di attenzione ma poi ai tavolini all’aperto o in fila regnava il caos.
Ah! sul temporaneo contenimento della malattia, che sembra essere “meno aggressiva”, ho una teoria che stupidamente ho formulato solo nei giorni scorsi (mentre invece avevo tutte le informazioni per farlo già da inizio maggio).
Adesso con le giornate di sole gli italiani si stanno imbottendo di vitamina D (ho sentito che il 90% di tale vitamina viene prodotta/assimilata stando al sole e non dall’alimentazione) e, da una ricerca indonesiana (non so se verificata dai pari), sembra che il 90-95% dei casi gravi di covid-19 avessero carenze di vitamina D.
La vitamina D, lo ricordo, stimola genericamente l’efficacia del sistema immunitario: è quindi probabile che aumentando la vitamina D nella popolazione diminuiscano le frequenze di contagio.
Sono curioso di vedere se questa ipotesi verrà fuori anche da fonti più autorevoli di me stesso: le case farmaceutiche infatti trepidano per impadronirsi del business del vaccino e sarebbero molto seccate se si scoprisse che la vitamina D è già di per sé sufficiente per limitare notevolmente la diffusione della malattia…
Fortunatamente il covid-19 non ha coinvolto solo l’Italia ma anche nazioni non completamente subalterne agli interessi delle case farmaceutiche: in altre parole la verità sull’utilità o no della vitamina D per prevenire la diffusione del virus dovrebbe venire fuori...
Infine, abbandonando la limitata prospettiva italiana, bisogna ricordare che nel resto del mondo il covid-19 è ancora in fase di espansione: soprattutto nelle Americhe e in Africa ma anche in tanti altri stati europei. Aprire i confini indiscriminatamente e senza controlli sulla salute di chi arriva è DEMENZIALE. Possiamo quindi già prevedere cosa farà al riguardo il nostro illuminato governo: nulla.
Notizie di ieri sono poi la notizia di un focolaio in Campania, se ho ben capito in un edificio sovraffollato da immigrati bulgari e, soprattutto, di un focolaio a una sede del corriere Bartolini. Per circoscrivere il focolaio andrebbe isolato l’intero comune ma, come al solito, lo Stato (non credo che una ragione abbia gli strumenti per imporre una quarantena) latita o affronta il problema con superficialità sottovalutandolo: una delle lezioni che si sarebbe dovuto imparare è quella di non correre rischi ma invece...
Soprattutto il focolaio alla Bartolini è preoccupante perché, nel loro lavoro, i corrieri incontrano molte persone diverse quotidianamente e possono quindi propagare moltissimo la malattia. Chiaramente andrebbero controllati prontamente tutte le persone con cui sono venuto in contatto i corrieri: dubito che sia stato fatto...
L’altra mia preoccupazione è che non vorrei fosse come questo febbraio col primo malato: ci si illude che tutto vada bene, non si fanno controlli, e poi si scopre che la malattia in Italia era già diffusa da dicembre. In altre parole non vorrei che questi focolai fossero la punta dell’iceberg e che per questi due individuati ce ne fossero un’altra decina di cui non si sa niente.
Conclusione: l’incompetenza non è solo dannosa ma anche mortale.
alla prima stazione
1 ora fa
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