Tempo fa pubblicai un pezzo (non importa quale) con una serie di battute e chiesi ai miei conoscenti di dirmi quale avevano preferito.
Con mia sorpresa ognuno aveva gusti diversi: le battute ritenute banali da uno erano invece apprezzate da altri oppure persone diverse ritenevano gli stessi frizzi a volte cervellotici e a volte intelligenti.
La mia conclusione fu che i gusti sono gusti ma ciò ebbe anche un impatto sul mio modo di scrivere: inutile chiedere il parere di una singola persona (o anche di poche) e quindi tanto vale affidarsi al proprio gusto. È impossibile soddisfare tutti e quindi è meglio essere se stessi.
Recentemente mi è capitato qualcosa di analogo con un pezzo più serio (Il destino dell’uomo): un’amica me lo aveva criticato aspramente mentre un’altra (che non sapeva niente del giudizio della prima) l’ha riempito di lodi.
Conclusione: anche dove non costa niente (come sulle battute) è futile cercare di inseguire un'ideale di perfezione perché esso semplicemente non esiste.
Allarme mascherine - 29/6/2020
Anche le mascherine sono pericolose ma nessuno lo dice: per esempio bisogna stare sempre molto attenti a non ingoiarle quando si sbadiglia!
Grane - 29/6/2020
Da luglio sarò costretto a usare la nuova versione di Blogger (che non ho voluto provare in anticipo: non mi va di scovare i problemi per gli altri…) e, sono sicuro, mi darà non pochi grattacapi.
Se per qualche giorno non scriverò potrebbe esserne questo il motivo.
Musica lène - 2/7/2020
Ieri notte ho sognato della musica bellissima, evidentemente inventata dal mio inconscio. Mi era già capitato poche altre volte ma sempre ne rimango estremamente colpito.
Ne avevo ancora un vago ricordo ieri mattina quando mi sono alzato ma oggi, onestamente, non ricordo niente della musica in sé. Probabilmente, fosse possibile registrare i sogni, a riascoltare tale musica da sveglio non ne sarei ugualmente impressionato: forse mi accorgerei che è banale o che è scopiazzata da altre opere note… o forse no?
Quello che mi impressiona è l’apparente maggior capacità e creatività dell’inconscio rispetto alla normale coscienza...
Sotto i calzini niente - 7/7/2020
Ieri mi apprestavo a fare la doccia. Mentre pigramente mi spogliavo sono giunto a togliermi i calzini scuri. Scrivo genericamente “scuri” perché erano di colore diverso: l’ho già scritto in passato, ormai non mi preoccupo di dettagli che giudico irrilevanti come indossare calzini uguali.
Però ieri sono andato oltre: mentre li toglievo ho pensato distrattamente “certo che solo un maniaco psicopatico li porta uguali!”. Pochi istanti dopo ho però superato un reality check (*1) e mi sono ricordato che non è così: il 99% delle persone sta bene attento ad appaiare correttamente i propri calzini…
Però buffo! Mi sembra che la dica lunga sul mio modo di pensare…
Nota (*1): i reality check nei giochi di ruolo sono dei lanci dei dadi che servono a verificare se un personaggio è rimasto in contatto con la realtà: per esempio un mago nemico ci lancia contro un incantesimo di controllo della mente e il giocatore deve lanciare il dado per vedere se resiste o no; oppure in un mondo lovecraftiano vediamo per la prima volta un orrore indicibile: ecco di nuovo un reality check per verificare se si perdono i sensi o se si fa un passo verso la pazzia…
Per curiosità ho cercato la traduzione: oltre al terribile “controllo della realtà” c’era un buon “rimanere con i piedi per terra” che in certi contesti, ma non il mio, è più che adeguato.
mercoledì 24 giugno 2020
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