Per caso, qualche giorno fa, parlando con un amico, è sorta una questione interessante: se io fossi il ministro della pubblica istruzione Azzolina, a parte mettermi un rossetto meno brillante, come riformerei la scuola? Anzi, lasciando perdere i dettagli tecnici, ci siamo limitati alle materie: che materie metteremmo nel programma scolastico?
Chiaro che non sono consigli per l’attuale governo: la tendenza più recente (v. la “Buona Scuola” di Renzi) è infatti quella di usare la scuola non per formare individui ma della manodopera a basso costo: individui con limitate capacità tecniche nel proprio campo e orizzonti ideali ancora più limitati, che non aspirino a una società migliore ma che si accontentino degli avanzi che quella attuale offre loro (v. I buoni libri).
È quindi palese che i miei suggerimenti per nuove materie sono completamente avulsi dalla realtà di cose sarebbe effettivamente fattibile ma sono un esercizio puramente teorico…
A mio avviso ci sono delle materie che vengono completamente ignorate e che invece sarebbero utilissime per formare l’individuo.
Sicuramente introdurrei psicologia alle superiori, magari nel biennio, 3 ore a settimana.
Capire come funziona l’uomo dovrebbe essere alla base di tutte le scienze sociali: «Il fondamento dell'economia politica e, in generale, di ogni scienza sociale, è evidentemente la psicologia. Potrebbe venire il giorno in cui saremo in grado di dedurre le leggi della scienza sociale dai principi della psicologia.» (Vilfredo Pareto).
Nel triennio passerei poi a sociologia e psicosociologia, direi 2 ore a settimana, al posto di psicologia: è infatti fondamentale che gli studenti siano consci di quanto facilmente la società possa venire manipolata ed eterodiretta.
Nel biennio, 2 ore a settimane, metterei elementi di economia mentre nel triennio passerei a elementi di macroeconomia: non perché questa sia intrinsecamente più importante che, per esempio, la microeconomia, ma perché influisce direttamente sulla società: è l’anello di congiunzione fra politica ed economia. Il cittadino, che con il voto deve scegliere il meglio per il proprio paese, ne deve avere una minima comprensione altrimenti verrà raggirato dal primo giornalista che farnetica di inflazione a due cifre e debito pubblico fuori controllo…
Non so se educazione civica sia ancora nel programma scolastico ma io la potenzierei portandola a 2 o anche 3 ore per settimana: vi includerei il funzionamento della giustizia, della democrazia (votare informandosi chi propone il programma migliore e dà maggiori garanzie di attuarlo), delle elezioni, degli enti statali e delle loro funzioni, di come funziona un comune, una provincia (o come l’ha ribattezzata Renzi) o una regione e anche, ovviamente, dei vari trattati europei e della UE. Mi piacerebbe che gli studenti avessero un’idea ben chiara non solo dei loro diritti e doveri come cittadini ma anche di come funziona, almeno a grandi linee, tutta la macchina burocratica e amministrativa pubblica: credo che li responsabilizzerebbe molto sapere a cosa serve il loro voto.
Invece un’ora di ecologia al biennio o al triennio dovrebbe essere sufficiente per avere un’idea generale delle problematiche più importanti. Per esempio di cosa implichi il consumo/risparmio di acqua o di corrente con una comprensione delle reali dimensioni del problema e quindi delle priorità: capire per esempio che, stando attenti a lavarsi consumando poca acqua, porta a un risparmio di X litri d’acqua ogni anno ma che se l’acquedotto pubblico perde il 40% dell’acqua che trasporta allora si perdono Y milioni di litri d’acqua ogni anno. Capire insomma quali dovrebbero essere le priorità aiuterebbe i futuri cittadini a non essere facilmente manipolati. Insomma che è importante fare singolarmente attenzione ma che sarebbe di vari ordini di grandezza più utile prendere a pedate nel sedere chi dovrebbe gestire e mantenere la nostra rete idrica...
Poi limiterei lo studio dei Promessi Sposi a 1 ora ANNUA, insomma a una lezione. Si tratta infatti di un libro diseducativo che, in pratica, insegna a non preoccuparsi se la società va in malora perché tanto ci pensa la “divina provvidenza” a fare giustizia. Invece no! Se qualcosa nella società non funziona bisogna impegnarsi in prima persona per risolvere il problema!
Al posto dei dannosi Promessi Sposi metterei, magari all’ultimo anno, la lettura di “Saggio sulla Liberta” di John Stuart Mill che è di gran lunga il testo più formativo che io abbia mai letto.
Abolirei poi storia della filosofia che è una materia puramente nozionistica e, come tale, completamente inutile e la sostituirei con filosofia della giustizia e morale che invece è utilissima e permette di comprendere quali siano nella loro essenza i massimi temi sociali. Direi che un 2 ore la settimana dovrebbero essere sufficienti. E ovviamente quando parlo di superiori intendo anche gli istituti tecnici non solo i licei classici o scientifici!
Anche lo studio dell’italiano andrebbe cambiato: darei molto più spazio alla creatività degli studenti. Non solo temi quindi ma gli insegnerei anche a scrivere racconti, poesie, articoli di giornali, magari un blog per classe in cui a turno tutti gli studenti dovrebbero scrivere un articolo…
Lingue: sempre due lingue straniere (in totale 4 ore settimanali) più una terza opzionale (altre 2 ore). “Ma a che servono tutte queste lingue? Basta l’inglese!” mi si obietterà.
La lingua è la porta per capire le altre culture: studiare solo l’inglese equivale a sottomettersi alla cultura americana comprese tutte le sue degenerazioni; studiare cinese, russo, arabo o magari una lingua africana, aiuterebbe invece a entrare in contatto anche con culture molto diverse dalla nostra e a comprenderle meglio. Non solo scimmiottamenti degli aspetti più volgari della cultura americana ma una comprensione più globale delle altre.
Lo scopo dello studio di questa seconda lingua non sarebbe tanto la semplice comunicazione (per quella c’è l’inglese) quanto la comprensione, la tolleranza, il rispetto e l’apertura mentale verso il resto del mondo che, è bene ribadirlo, non è fatto solo dai paesi anglosassoni o europei occidentali.
Magari lo studio della seconda lingua potrebbe essere solo nel triennio mentre nel biennio si potrebbe inserire qualcosa di propedeutico, una linguistica generica, magari che insegni anche a pronunciare la miriade di suoni non presenti in italiano. Lo so occorrerebbero laboratori adatti: ma sto parlando in teoria tanto...
Dai licei poi eliminerei latino e greco che non hanno ragione d’essere: sì, possono avere una loro vaga utilità ma, come abbiamo visto, ci sarebbero altre materie molto più importanti.
Il sabato poi lo metterei di festa ma allungherei l’anno scolastico a 11 mesi magari con periodi di vacanze più lunghe distribuite lungo tutto l’anno.
Il motivo è che la pausa di tre mesi nell’apprendimento è troppo lunga: gli studenti perdono l’abitudine a imparare (non lo dico io: si tratta di ricerche che ho letto da qualche parte). Sì, in estate fa caldo, lo so. Beh, pazienza: fa caldo anche nelle fabbriche e negli uffici: male male si potrebbero installare dei condizionatori anche nelle scuole. Sì, lo so, non ci sono soldi e gli edifici scolastici sono fatiscenti: ma io sto parlando in teoria!
Tutte queste modifiche le apporterei alle superiori perché necessitano di una certa maturità da parte dello studente. Ma anche alle elementari e medie porterei delle modifiche.
Ad esempio metterei 4 ore settimanali di musica: 1 di teoria e 3 di pratica. Similmente anche 3 ore di disegno: 1 teoria e 2 di pratica. Magari inserirei anche altre materie artistiche che aiutino a sviluppare la creatività: la scultura con i martelli sarebbe probabilmente troppo pericolosa per le dita dei piccoli alunni, ma magari lavorare con la creta o l’argilla sarebbe fattibile. O magari realizzare vasi o ceste e cappelli di vimini: anche il lavoro manuale è importante per la costruzione dell'individuo.
Sarebbe da valutare l’introduzione di una materia di “cultura straniera” che insegni, almeno a grandi linee la storia e la cultura di altri paesi magari, quando possibile, coinvolgendo le famiglie dei bambini stranieri: non so, credo che studiare un po’ di storia del Senegal o della Cina aiuterebbe i bambini ad aver maggior rispetto e comprensione delle proprie diversità. Certo non sarebbe facile da gestire: occorrerebbe molto buon senso che, come sappiamo, è totalmente incompatibile con la burocrazia italiana.
Un’altra materia da introdurre a partire dalle elementari dovrebbe essere informatica: non tanto sull’uso dei calcolatori (molti giovani probabilmente se la caverebbero meglio dei propri insegnanti) ma sui pericoli che questa comporta a partire dalla esposizione dei propri dati personali. Credo che 1 ora la settimana sarebbe sufficiente.
Ah! e per contrastare l'abuso di Internet, con i problemi che porta connessi allo scarso uso della memoria, farei imparare a memoria ai bambini delle elementari e medie tutta una serie di nozioni: non solo poesie ma anche date storiche, informazioni di geografia, dati scientifici, etc... Non perché sia utile sapere a mente queste informazioni ma proprio per allenare la memoria e renderla poi più capace di rattenere le informazioni utili.
Non posso poi fare a meno di menzionare una mia vecchia idea (v. Puericoltura base e anche Scelte e decisioni): ci dovrebbe essere una materia, ma anche tutta la didattica dovrebbe tenere sempre presente il problema, che insegni agli studenti, fin dalle elementari, a prendere decisioni: come si prende una decisione, valutare i pro e i contro, che tipo di decisioni esistono, cos’è la responsabilità, come si rimediano gli eventuali errori e cose di questo genere. Non so se esista una teoria al riguardo ma sarebbe fondamentale far capire ai giovani che, prima o poi, dovranno prendere le proprie decisioni ed è quindi bene che si abituino a farlo e che sappiano come fare.
E poi tante materie facoltative per il pomeriggio: fotografia, scacchi, danza, canto e tanta attività sportiva diversificata. Sì: sarei per un tempo pieno o, almeno, semipieno...
Un’altra bella idea, di nuovo per le superiori, sarebbe quella di inserire qualche ora settimanale di attività sociale: qualcosa di propedeutico al volontariato vero e proprio: non so… ad esempio la pulizia dei giardini, aiuto agli anziani e altre attività che permettano ai giovani di quanto sia bello e in fondo anche facile aiutare gli altri.
Vabbè, ho scoperchiato un pozzo senza fondo: mi stanno venendo in mente così tante altre idee che dovrei scriverci sopra altri due pezzi. Fortunatamente per gli studenti non sono io il ministro della pubblica istruzione ma l’Azzolina e quindi possono stare tranquilli che non cambierà assolutamente niente…
Conclusione: dal mio punto di vista la scuola dovrebbe formare degli individui capaci di comprendere come funziona il mondo e con la volontà concreta di una società migliore e l’idea, magari solo teorica, di cosa e come cambiarla. Dei cittadini molto più consapevoli e, quindi, automaticamente anche molto più difficili da manipolare. Ovvio che la politica attuale vada nella direzione opposta: verso dei cittadini acquiescenti, che lavorino per poco senza lamentarsi, che non si accorgano di venir privati di libertà e diritti, facili da manipolare e distrarre, ma che siano solo dei docili e ingenui consumatori.
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