Riflettevo che voglio finire rapidamente di leggere i pochi racconti di Cechov che mi mancano…
Il problema è che mi mettono ansia a causa dell’onnipresente senso di tragedia incombente che li pervade: che poi non si tratta di una tragedia improbabile e rara ma di un qualcosa di inevitabile, immanente alla vita che, quindi, come la morte, finisce per colpire tutti. E questa inevitabilità la rende ancora più drammatica perché non dà speranza: è solo una condanna che, al massimo, si riesce a rinviare per un po’.
Cambia tutto - 14/6/2020
Beh, il cambiamento nella regola sull’isolamento di un singolo positivo per un periodo limitato di tempo e non di tutta la squadra per due settimane (che avrebbe inevitabilmente bloccato il campionato) ha cambiato le carte in tavola su cui avevo fatto la mia previsione (v. il corto Grande ottimista).
Adesso credo che se non ci saranno brutti peggioramenti nella situazione covid-19 (ancora non ho notizie della famigerata indagine epidemiologica) forse potrebbero anche finire il campionato: certo che se viene un agosto di quelli bollenti sarà parecchio dura per i giocatori...
Follia italiana - 14/6/2020
Senza parole: Project Gutenberg inaccessibile dall'Italia da it.wikinews.org (25/5/2020)
Da quel poco che si capisce la guardia di finanza ha “sequestrato” (*1) il sito perché sospettato di facilitare la condivisione di quotidiani italiani.
Sorvolo sulla misura che impedisce l’uso legittimo del sito (io l’ho scoperto oggi perché volevo cercarci dei vecchi libri del XVIII e inizio XIX secolo) e che mi pare equivalere a cercare di uccidere una zanzara a cannonate. Ma mi chiedo: chi sono i mentecatti masochisti che sono interessati a piratare i quotidiani italiani??? Io dovrei essere pagato per leggere un Corriere della Sera o un La Repubblica e, sicuramente, mi darebbero la nausea…
Nota (*1): sequestrato un ca### perché il server si trova fisicamente in un paese libero e non in Italia: semplicemente hanno bloccato l’accesso dai DNS italiani...
Ipotesi salgariana - 22/6/2020
Stamani riflettevo che i personaggi più famosi di Salgari, Sandokan e il Corsaro Nero, sono due criminali. Mi chiedevo se ci potesse essere qualche ragione psicologica.
Entrambi i suoi eroi non sono accettati dalla loro società e, anzi, sono in perenne lotta contro di essa: mi chiedo quanto ci possa essere di Salgari…
Anche lui era in perenne lotta con la società del suo tempo, che non gli riconosceva i suoi meriti e che sfruttava la sua capacità e fantasia pagandolo una miseria.
Ho la sensazione che le battaglie di Sandokan e del Corsaro Nero siano quelle che l’autore non ha mai potuto combattere. Erano la sua fiacca vendetta alle sconfitte e umiliazioni quotidiane…
Linguaggio e pensiero - 22/6/2020
In questi giorni ho continuato a riflettere su quanto mi ha detto un’amica: in breve che negli ultimi anni la qualità dei pezzi che scrivo su questo mio ghiribizzo è peggiorata (v. Comprensibili incomprensioni).
Ho ipotizzato che la responsabilità di questa trasformazione sia in parte da attribuire alla mia Epitome: da quando ci lavoro cerco costantemente di inquadrare tutto nel contesto della sua teoria: vuoi per trovare conferme che per perfezionarla (o almeno correggerla!).
Ieri però ho avuto una nuova intuizione: può anche essere lo stile adottato un elemento che ha contribuito a cambiare il mio modo di pensare e scrivere?
Nell’epitome cerco infatti di adottare un registro stilistico che non mi è proprio: scrivo in prima persona plurale e sono molto assertivo. Tendo a scrivere “Le cose stanno così e così” senza lasciare troppo spazio ad alternative.
In effetti già da tempo ho seri dubbi che sia stata una scelta corretta esprimermi in questo modo: alla fine mi sembra sempre di simulare un’autorità che non ho, una pretenziosità intellettuale superficiale e ridicola.
Ecco, mi chiedo, è possibile che da questo stile una certa arroganza di pensiero sia effettivamente scivolata anche nel mio scrivere o, peggio, pensare quotidiano?
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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