Ieri sono andato avanti con Sartori (avevo momentaneamente sospeso dato che sono rimasto indietro con i miei commenti qui sul ghiribizzo che pure meriterebbero) e ho letto un concetto molto interessante ma…ubi maior…
Il professor Zhok, dopo un paio di settimane di silenzio a inizio settembre, ha ripreso a pubblicare articoli interessantissimi uno dietro l’altro. Anzi, in realtà, a causa delle mie due settimane di autocensura, sono rimasto indietro nel rilanciare i suoi pezzi che trovo più meritevoli….
Ma oggi voglio evidenziare questo suo recente articolo per più motivi: Esercitazioni pratiche di filosofia morale di Andrea Zhok su Sfero.me
L’articolo analizza da un punto di vista etico se sia giustificato l’atteggiamento di superiorità morale dei fautori e sostenitori del verdepasso.
Il primo aspetto che mi ha colpito di questa analisi è che si rifà a Kant e Bentham.
Io più volte, in diversi articoli, ho scritto delle considerazioni basandomi sul pensiero dei due filosofi però, da non esperto, avevo sempre il dubbio di scrivere degli spropositi, magari di fraintenderli oppure di non considerare altre posizioni magari più importanti e attuali per la semplice ragione di non conoscerle…
Invece Zhok, che lo ricordo è un professore universitario di filosofia morale, basa la sua riflessione proprio su Kant e Bentham (*1): insomma considerare le teorie di questi due filosofi fornisce un’ampia prospettiva del panorama etico attuale. Sono cioè un’ottima base di partenza su cui impostare una riflessione morale.
Un secondo aspetto che ho apprezzato è che, cosa non scontata, ho compreso pienamente le teorie di Kant (difficile) e Bentham (banale). Se avessi scritto io il pezzo di Zhok avrei usato le sue stesse argomentazioni: ovviamente con una grossolanità da muratore rispetto alla raffinata abilità letteraria del professore…
Insomma l’articolo mi è parso di una chiarezza estrema e questo probabilmente perché ho già ben chiare in mente, comprese correttamente cioè, le idee di questi filosofi.
Ciò mi porta a una nuova riflessione: spesso ho avuto il dubbio di essere cervellotico, forse anche saccente, nel tirare in ballo in alcuni miei articoli argomentazioni di morale filosofica. Mi immagino facilmente il lettore occasionale che pensa “Ma cosa scrive questo? Che c’entra la filosofia? Bisogna rimanere con i piedi per terra! Questa è tutta fuffa...”.
Invece no: quando si fanno considerazioni morali è più che giusto considerare la morale kantiana o quella utilitaristica. Sbaglia invece chi le considera superflue e dimostra solo, così pensando, di non conoscere le basi minime per discutere di morale oltre il livello terra terra da bar (o dei media tradizionali quando vogliono fare disinformazione)…
Passando all’articolo vero e proprio, Zhok analizza la posizione dei pro verdepasso alla luce delle due teorie sullodate.
Per la morale di Kant non c’è gioco: il verdepasso è lo strumento con cui il governo vuole raggiungere l’obiettivo ufficiale di contrastare la pandemia mentre lo scopo concreto è solo quello di costringere la popolazione a vaccinarsi. In entrambi i casi le persone vengono usate come mezzi e non come fini e questo è semplicemente Male. In questo caso quindi l’atteggiamento di superiorità morale dei fautori del verdepasso è completamente fuori luogo. Non c’è altro da aggiungere.
La morale utilitaristica definisce invece il bene come la media del benessere di tutta la società: può essere quindi bene, moralmente giusto cioè, sacrificare pochi per il benessere di molti.
Ma anche in questo caso non è tutto così automatico. Zhok spiega infatti che devono valere le seguenti due condizioni:
«1) Ci dev’essere un accordo intorno a cosa sia il bene comune da perseguire;
2) Ci dev’essere un accordo intorno a quali siano i mezzi appropriati per perseguire questo bene comune.» (*2)
Sul primo punto Zhok afferma che non c’è reale contrasto fra i pro verdepasso e i contrari a esso: tutti sono concordi nel combattere la pandemia.
La differenza sta nel come: per i pro verdepasso l’unica possibilità è il vaccino a tappetto, per tutti, e con nuove dosi quando necessario. Non sto a citare i numerosi pezzi dove qui, su questo ghiribizzo, elenco i numerosi ed efficaci mezzi di contrasto da affiancare al vaccino (quest'ultimo non per tutti ma solo per i più anziani e/o vulnerabili).
La scienza, quella vera e non quella riportata dai media tradizionali per fuorviare la popolazione, dimostrerebbe con ricerche sempre più numerose che ci sono molte alternative al vaccino e che sono più sicure (perché farmaci in circolazione da tempo) e poco costose (brevetti scaduti e facilità di produzione). Quindi tutto lascia pensare che i pro verdepasso siano nel torto nel vedere nel vaccino l’unico mezzo per superare la pandemia: in questo caso sarebbero nel torto anche per la morale utilitaristica: sacrificherebbero pochi ma senza ottenere lo sperato aumento di benessere per la maggioranza.
Ma anche se per assurdo avessero ragione, se cioè il vaccino (e rigorosamente solo quello prodotto in occidente!) fosse l’unica via d’uscita dalla pandemia, se cioè tutte le ricerche a favore dell’efficacia di altre sostanze e mezzi di contrasto al covid-19 fossero fasulle, allora i pro verdepasso non avrebbero una superiorità morale ma solo una maggiore conoscenza del rapporto fra mezzi e fini (cioè sul come raggiungere l’obiettivo di sconfiggere il virus) e questo non corrisponde a una superiorità morale ma, appunto, solo di conoscenza.
In altre parole anche se i pro verdepasso fossero nel giusto questo non giustificherebbe la burbanza con cui sfoggiano la propria presunta superiorità morale.
Conclusione: personalmente ho trovato l’articolo molto bello per la precisione chirurgica con cui il professor Zhok usa gli strumenti della morale per analizzare una situazione concreta. Come ho scritto anch’io, intuitivamente, avevo le stesse idee ma non sarei stato in grado di esprimerle così chiaramente...
Nota (*1): Zhok accenna che c’è “altro”: ma che siccome è su questi autori che si basa la teoria etica contemporanea anche lui farà altrettanto…
Nota (*2): in realtà non conoscevo queste due condizioni ma, in effetti, mi sembrano necessarie per evitare banali paradossi nella morale di Bentham.
alla prima stazione
1 ora fa
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