Stamani, tanto per irritarmi, ho scorso i titoli di Ansa.it
“Il verdepasso non funziona? Allora serve più verdepasso!”, questa è la logica ottusa dei nostri politici.
In realtà sta accadendo quello che, a inizio agosto, avevo predetto sarebbe avvenuto quando pubblicai le mie riflessioni sul verdepasso.
In pratica sta venendo alla luce l’ipocrisia intrinseca di tale strumento: ovvero il verdepasso, che è il ricatto per obbligare al vaccino, viene spacciato come mezzo efficace per evitare la diffusione del virus: per questo a chi ne è munito sono permesse le stesse attività di una persona sicuramente sana (che ha fatto il tampone con esito negativo negli ultimi 2 o 3 giorni, non ricordo esattamente) e in particolare la possibilità di aggregarsi in ambienti chiusi, ristretti e non areati.
Il vaccino però ha sfortunatamente un’efficacia parziale e, sempre più bassa, nell’immunizzare dalla variante delta. Protegge dal covid-19 nel senso che i ricoveri in ospedale (e quindi le morti) divengono più improbabili: insomma in genere i sintomi, se presenti, saranno meno gravi. Però il vaccinato si può infettare e, a sua volta, infettare gli altri.
Ecco quindi l’ipocrisia: il vaccino dà una protezione parziale dal virus ma il verdepasso, che obbliga al vaccino, con i suoi privilegi è pensato come se fosse in grado di bloccare totalmente o quasi la diffusione del covid-19.
Ecco quindi che il governo ha “risolto” il problema del mezzi pubblici super affollati: solo chi ha il verdepasso potrà usarli. Peccato però che in questo modo si favorirà comunque la diffusione del covid-19 che verrà poi portato a casa, in ufficio etc.
E lo stesso vale per gli altri luoghi chiusi come, per esempio, il ristorante, gli uffici etc.
Qualche giorno fa (video del Dr. Campbell) il ministro della salute UK (non un “no-vax” insomma) ha ammesso che, nonostante il vaccino, la malattia non verrà eradicata dal paese e, prima o poi, tutti entreranno in contatto col covid-19. In Italia, paese noto per l’ipocrisia dei suoi abitanti, si avrà il medesimo risultato ma, invece di dire le cose come stanno, con onestà cioè, si darà la colpa ai non vaccinati.
Ma del resto era quello che avevo previsto, scrissi lo scorso 27 luglio in Immunità di gregge all’italiana: «Ecco l’intuizione. Anche in Italia si vuole raggiungere l’immunità di gregge.
Solo che lo facciamo all’italiana. Non diciamo le cose come stanno e, anzi, si vuole scaricare la responsabilità degli inevitabvili morti su chi non si è vaccinato quando invece, grazie al verdepasso, facendo finta che il vaccino dia un’immunità del 100%, saranno proprio i vaccinati a diffonderla al resto della popolazione.»
Eppure non sono totalmente pessimista: gli esperti inglesi prevedono una terza ondata in inverno ma io non ne sono così sicuro. Certo essi avranno dati più precisi dei miei e strumenti, anche culturali/tecnici, per interpretarli meglio di quanto possa fare io: però hanno già ammesso di essere rimasti sorpresi dall’assenza di un picco estivo (pensavano che con l’abrogazione delle misure restrittive ci sarebbero stati picchi di oltre 100.000 nuovi casi al giorno ma sono arrivati a circa 30.000 per poi diminuire)…
Io spero (è solo una mia speranza/sensazione cioè) che queste anomalie nelle previsioni indichino che la resistenza naturale alla malattia sia molto più diffusa di quanto si pensi: anzi non mi stupirei che parte dei meriti attribuiti ai vaccini anti covid siano proprio dovuti a essa.
Vabbè ormai che ci sono aggiungo altre due considerazioni.
Prevedibilmente ci sono molte battaglie legali intorno all’ingiustizia palese del verdepasso. Se ho ben capito il verdepasso riesce a “farla franca” perché “non discriminerebbe” i non vaccinati perché lascia aperta la porta a chi ha fatto un test (ovviamente con risultato negativo) nelle ultime 48 o 72 ore. Inizialmente il tampone era gratuito ora, non ne sono sicuro, ma credo che sia divenuto a pagamento: ovvia quindi la discriminazione fra ricchi e poveri. Ma anche se fosse ancora gratuito secondo me il punto veramente discriminante è un altro.
Chi ha il tampone negativo ha una probabilità dello 0% di infettare gli altri; chi poi ha avuto il covid-19 recentemente ha lo 0% di infettare ed è anche sicuro di non esserne infettato; ma chi è stato vaccinato può infettare con una probabilità X significativamente maggiore di 0.
Ecco, secondo me questa è la vera discriminante (che è poi alla base dell’ipocrisia del verdepasso): a chi non è vaccinato vengono chieste delle garanzie di salute che, al contrario, il vaccinato non dà (col risultato che il primo può rischiare di venire infettato da vaccinati muniti di verdepasso).
Per evitare questa discriminazione ci sarebbero solo due possibilità: 1. imporre anche ai vaccinati il tampone (in pratica ne sarebbero esclusi solo coloro che hanno già avuto recentemente la malattia); 2. eliminare il verdepasso. Ovviamente il punto 2 è l’unica possibilità logica.
Ma i nostri ottusi giudici, ammesso che non siano di parte, sono in grado di capire questa ovvietà logica/scientifica? ho più di qualche dubbio…
Da notare che questo approccio all’illegittimità (perché discriminante) del verdepasso l’avevo già illustrata in agosto in termini praticamente identici a questi: ho voluto ritornarci sopra più approfonditamente solo perché sta divenendo di attualità.
Infine scorrendo le pagine dei media c’è una cosa che mi fa sempre arrabbiare: dare automaticamente del NO-VAX a chi è contro il verdepasso e il ricatto che rappresenta (non accettabile in una democrazia).
Io, per esempio, sono assolutamente contro il verdepasso ma sono comunque favorevole all’uso dei vaccini sebbene limitatamente agli anziani e ai soggetti a rischio. Io stesso ero tentato di vaccinarmi, prima che arrivasse il ricatto del verdepasso, a causa dell’accresciuta virulenza e (forse) pericolosità della variante delta.
Mi arrabbio perché mi è ovvio quale sia il giochino dei media: mettere in testa il cappellino di stagnola da scemo del villaggio a tutti coloro che sono contro il verdepasso in maniera da ridicolizzarne e sminuirne le ragioni; contemporaneamente, si fa enfiare di orgoglio il fragile “eghino” di chi, essendosi vaccinato, si sente così infinitamente superiore sia moralmente che culturalmente alla minoranza non vaccinata.
Ma è l’uguaglianza “contrario al verdepasso = NO-VAX = non vaccinato” a essere intrinsecamente errata: secondo me anche i vaccinati dovrebbero essere contro il verdepasso. Sono sinceramente deluso dagli italiani: il loro senso della morale si è dimostrato troppo facilmente obnubilato dai privilegi che gli fornisce il verdepasso per protestare contro di esso e la sua irragionevolezza.
Conclusione: vabbè mi è venuto un pezzo un po’ lungo ma era “tanto” che non scrivevo del covid-19 e argomenti relativi…
domenica 5 settembre 2021
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