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mercoledì 5 ottobre 2022

Che succede al fronte?

Già qualche giorno fa scrissi un pezzo analogo dal titolo simile, Che succede in Ucraina!?, per spiegare sulla base delle mie conoscenze gli avvenimenti bellici del momento.

Si era infatti appena conclusa con successo l’offensiva sulla regione di Kharkov con i russi che invece di tentare di difendere la zona avevano preferito ritirarsi più o meno ordinatamente.

All’epoca condividevo la spiegazione di Berletic (The New Atlas) ovvero che alla Russia andasse bene così: meglio cedere terreno che perdere uomini, comunque infliggendo gravi perdite all’esercito ucraino. L’eccezione era che io consideravo complessivamente la ritirata di Kharkov una sconfitta sebbene non militare.

Intorno al 20 settembre (non mi sono segnato la data) vi è poi stata la mobilitazione parziale russa che aveva lo scopo di reclutare circa 300.000 riservisti, già esperti, per rinforzare la spedizione in Ucraina. Questo è andato a sovrapporsi con l’annessione, a seguito di referendum locali, delle zone a maggioranza russa occupate. Considerarle parte della Russia è importante sul piano legale (russo) perché permette/obbliga alla loro difesa con tutta la forza disponibile e non di una frazione di essa.

Comunque a quel punto la domanda è divenuta: quando arriveranno sul campo questi uomini?
Berletic parlava di settimane: non si tratta infatti di persone che non hanno mai visto un fucile ma di riservisti esperti per i quali è quindi necessario solo “rinfrescare la memoria”.
Altri, come il “neutro” “New World Ecom”, parlavano di almeno tre mesi.
Alla fine avevo concluso che ragionevolmente vi sarebbe stato un arrivo scaglionato durante un periodo intermedio a quelli indicati.
Nel complesso però consideravo la guerra in Ucraoina come se fosse già conclusa: era solo questione di tempo, di quando fossero arrivati i rinforzi russi.

Ma da allora la situazione non è rimasta immutata.
1. Nella zona di Kharkov l’Ucraina ha continuato ad avanzare e i russi si sono ritirati a una seconda linea di difesa.
2. A sud di Kharkov l’Ucraina ha conquistato la cittadina di Lyman dove il contingente di difesa russo rischiava di rimanere isolato.
3. Recentemente, a sud, nella regione del Kherson, apparentemente ben difesa, è partita una nuova offensiva (quella di inizio settembre era fallita) che sembra stia avanzando.

Vi è poi l’incognita del clima: da quello che avevo capito con la pioggia l’Ucraina si sarebbe dovuta trasformare in una piana fangosa che avrebbe reso le operazioni militari molto difficili: al momento non pare così. Non so se, semplicemente, non ha piovuto oppure se ci sono nuovi elementi che non conosco. Probabilmente non ha piovuto ma non ne sono sicuro.

In tutti questi casi i russi non sono stati sconfitti ma, semplicemente, hanno preferito ritirarsi.

Secondo Berletic militarmente va tutto bene: si tratta di ritirate strategiche che, comunque, infliggono pesanti perdite di uomini e mezzi all’Ucraina.
Io inizio ad avere qualche dubbio. Fondamentalmente sull’entità delle perdite militari ucraine: ho la sensazioni che Berletic le sovrastimi. Lui ha infatti paragonato queste offensive a quella delle Ardenne nella seconda guerra mondiale quando la Germania nazista, in cerca di una vittoria militare per cercare di ottenere una pace politica, lanciò tutte le divisioni corazzate che le restavano contro gli alleati che avanzavano rimanendo però poi totalmente in balia dei nemici.
Secondo Berletic anche l’Ucraina ha fatto lo stesso: ha usato per queste offensive tutto il materiale ricevuto dall’occidente e le sue ultime riserve di uomini. Esaurite queste offensive, che non avrebbero la forza di sfondare dove i russi si oppongono con forze simili, l’Ucraina rimarrà impotente e non in grado di reagire all’inevitabile controffensiva russa.
Questa versione era credibile fino alla nuova offensiva nel Kherson: qui le forze russe dovrebbero essere sufficienti per garantirne la difesa ma, nonostante questo i progressi ucraini sono significativi.

Io vi vedo due possibilità principali.

Parto dalla prima più “favorevole” alla Russia: la strategia russa è cambiata.
Sapendo che, prima o poi, probabilmente presto arriveranno i rinforzi che, secondo logica, dovrebbero far collassare l’intera difesa ucraina aprendo nuovi fronti a nord del paese (suppongo attacchi da Bielorussa e direttamente dalla Russia (a nord della regione di Kharkov per capirsi), diventa strategicamente meno importante difendere i territori attualmente sotto il controllo russo.
Mi spiego meglio: se prima la Russia non voleva sacrificare più di 3 battaglioni per la difesa di un territorio, adesso è scesa a un battaglione. Nel piano strategico generale non avrebbe senso: basta aspettare X settimane o al limite mesi e questi verranno riconquistati con gli interessi.
In questa ipotesi le ritirate russe hanno senso, se non politicamente militarmente, e Berletic ha sostanzialmente ragione.

La seconda possibilità è che fino ad adesso le perdite ucraine siano state fortemente sovrastimate: l’Ucraina avrebbe quindi ancora uomini e mezzi per dire la sua. Non si tratterebbe di offensive dettate dalla disperazione ma di una metodica riconquista di territori che Kyev ritiene propri.
Affinché queste azioni abbiano senso si deve anche ipotizzare che le nuove truppe russe in arrivo siano male addestrate, male equipaggiate e fortemente demotivate. Di nuovo non mi sembrerebbe il caso ma magari sono influenzato dalle valutazioni di Berletic che spesso parla molto bene dei mezzi militari russi. È possibile che questi armamenti russi superiori siano meno del previsto: che la Russia non ne abbia 10 ma 1?

La seconda possibilità mi pare più improbabile: soprattutto il fatto che l’Ucraina possa reggere all’apertura di nuovi fronti per quanto contro truppe male addestrate, equipaggiate, guidate e demotivate. E in questa ottica allora che senso hanno le attuali offensive? Anche riuscissero a riconquistare tutto il Donbass non scalfirebbero le capacità belliche della Russia: Napoleone arrivò quasi a Mosca o dintorni, i nazisti si fermarono in zona. Cioè se la Russia non si arrende come fai a obbligarla? Per non parlare delle armi nucleari come mezzo di estrema difesa.

Eppure questa seconda possibilità è paradossalmente rafforzata dal sabotaggio dei gasdotti.
Gli USA evidentemente temevano un accordo invernale fra Russia ed Europa e hanno quindi deciso di eliminare preventivamente questa opzione distruggendo la principale moneta di scambio russa che poteva venire messa sul piatto.
Che nel medio lungo termine si tratti di una mossa disastrosa per gli USA l’ho già scritto e spiegato altrove.
Quello che è importate notare è che, evidentemente, secondo gli USA la Russia non sarà in grado di vincere la guerra entro l’autunno. La propaganda occidentale è completamente inaffidabile ma è ragionevole supporre che i servizi statunitensi abbiano una valutazione accurata e realistica di quanto avviene sul campo.
C’è da dire che, come ho scritto ieri, da dei cretini c’è da aspettarsi delle cretinate illogiche: può anche darsi che la Russia sia in grado di forzare la pace con Kyev in autunno o inverno e che quindi il sabotaggio dei gasdotti abbia avuto l’unico scopo di evitare una normalizzazione dei rapporti fra Russia ed Europa.

Mi pare chiaro poi che gli USA puntino tutto sull’eliminazione di Putin: inizio a pensare che la guerra in Ucraina, o anche solo il suo prolungamento, abbia l'unico scopo di provocare le condizioni affinché questa avvenga. La grande maggioranza della popolazione russa sembra essere con Putin quindi vedo improbabili rivolte di piazza.
Rimane l’esercito, che non ho idea di quanto sia fedele (ma se ha armi nuove e guerre con cui "divertirsi" dovrebbe stare tranquillo), e soprattutto gli oligarchi: di questi ultimi non c’è da fidarsi. Con le sanzioni sono quelli che hanno più da perdere. Come i loro omologhi occidentali sono interessati solo al profitto e, probabilmente, sono culturalmente impregnati degli stessi principi iperliberisti occidentali. Fra questi oligarchi potrebbe esservi la volontà e la capacità di organizzare o anche solo favorire un assassinio.

La mia conclusione sul piano militare è quindi incerta: ritengo più probabile la prima possibilità (80%) ma non me la sento più di escludere del tutto la seconda (20%).
Come ho poi spiegato la vera guerra degli USA è contro Putin: difficilmente un suo sostituto ne avrebbe le capacità. Magari gli USA pensano che sarebbero in grado di riuscire a piazzare un proprio uomo, forse un giovane oligarca denaroso e in grado di controllare i media locali…

Sul piano militare credo che entro un mese, al netto delle condizioni atmosferiche, dovrebbe farsi chiarezza. Si dovrebbe capire cioè quanto le ritirate russe siano strategiche oppure dettate dall’iniziativa ucraina. Per il resto, ovvero la guerra personale a Putin, bisognerà attendere eventuali iniziative della CIA...

Conclusione: comunque sia a me pare che, anche se il piano USA avesse successo (eliminazione di Putin), il gioco non valga la candela. Ma dall’amministrazione di un demente senile (e dalla squadra che lo coadiuva di imbecilli) sarebbe sciocco aspettarsi iniziative logiche. Di sicuro Biden è riuscito a mettere il proprio maggiore alleato, l’Europa, nella m#### e in forte difficoltà il proprio paese. Sulla Russia vedremo come va a finire. Di certo il resto del mondo sembra stia organizzandosi in funzione anti occidentale. Non conosco abbastanza la storia americana per esserne sicuro ma se Biden non è di gran lunga il peggiore presidente degli Stati Uniti di sicuro deve essere sul podio!

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