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mercoledì 12 ottobre 2022

Tulsi Gabbard

Stamani ho solo una vaga idea di ciò che voglio scrivere e non so dove arriverò.

Per qualche motivo stanotte mi sono svegliato alle 3:40 e siccome ero molto vispo mi sono messo al calcolatore: ho visto una puntata di una serie su Primevideo che oscilla fra il 5 e il 6+ e poi sono passato a un video un po’ più impegnativo: EVERYTHING changes in 3 weeks as Putin amasses biggest force yet | Redacted with Clayton Morris dal canale Redacted.
Si tratta di un canale che seguo abbastanza ma ultimamente un po’ meno perché hanno iniziato a usare dei titoli acchiappa clic. In questo caso c’è una bella intervista all’ex colonnello USA Douglas Macgregor (di solito ospite del giudice Napolitano) sulla situazione militare in Ucraina. Alla domanda “quando entreranno in azione le nuove truppe mobilitate” il colonnello ha detto di non saperlo ma che immaginava novembre o dicembre: da qui l’odierna forzatura del titolo. Una sua versione più accurata sarebbe stata “Tutto cambierà quando le nuove truppe russe interverranno in novembre o dicembre” che però, suppongo, avrebbe portato meno visioni…
Il colonnello ha accennato ad almeno un altro elemento molto interessante ma non è di questo che volevo scrivere stamani!

Comunque in coda all’intervista (la loro “trasmissione” quotidiana dura oltre un’ora ma da questa vengono anche ricavati dei video monotematici e ogni tanto vi si trova degli argomenti appena accennati che non hanno un proprio video) vi è la dichiarazione di una senatrice (o membro del congresso?) democratica che annuncia di lasciare il proprio partito.
Premetto che non ho idea di chi sia: è anche possibile che i repubblicani le abbiano già offerto una candidatura o che, insomma, abbia chissà quale propria agenda.
Comunque vedo di riportare qui di seguito la traduzione di quello che ha detto e poi la commentiamo:
[Il video non ha sottotitoli così se/quando non sarò sicuro di qualcosa lo specificherò fra parentesi quadre: in questo caso nell’introduzione al suo messaggio non ho capito come si chiama (*1), comunque è stata anche candidata alla Casa Bianca!]
«Io non posso più rimanere in questo partito democratico che è sotto il completo controllo di una camarilla di guerrafondai appartenenti alle élite che sono guidati da una codarda “wokenissità” [devo ancora decidere come tradurre il termine in italiano (v. Svegli o rintronati e il corto Militari svegli o rintronati)] che ci dividono strumentalizzando con la questione razziale qualsiasi problematica e diffondendo un razzismo verso chi la pensa diversamente [verso chi è “anti-woke” se ho capito bene], che cercano attivamente di minare le libertà dateci da Dio e che sono iscritte nella nostra Costituzione, che sono ostili alle persone religiose e spirituali, che demonizzano la polizia e proteggono i criminali a danno degli americani che obbediscono alle leggi, che credono all’apertura delle frontiere, che usano come armi le agenzie di polizia nazionale per colpire i propri avversari politici e, soprattutto, che ci trascinano sempre più vicini a una guerra nucleare. Ora io credo invece in un governo che è del popolo, fatto dal popolo e per il popolo: sfortunatamente oggi il partito democratico non lo è, invece è a favore di un governo delle, dalle e per le élite dei potenti. Ora mi appello ai miei colleghi congressisti [non sicurissimo] e ai democratici di mentalità indipendente affinché si uniscano a me nel lasciare il partito democratico. Se non potete tollerare più a lungo la direzione dove il cosiddetto partito democratico di ideologia “woke” sta portando il paese [forse “come” cioè “venite”] a unirvi a me.»

Chiaramente un discorso ideologizzato ma anche molto netto ed esplicito che non usa mezzi termini: ovviamente va preso per quello che è, ovvero la dichiarazione politica di un politico.

Eppure alcuni fattori che evidenzia sono significativi e importanti.
Andiamo con ordine: cosa scrivevo nei pezzi dove indicavo chi guida gli USA oggi? In genere qualcosa del tipo “gli USA sono guidati da Biden, ovvero dalla sua squadra di governo, ovvero dai papaveri democratici che lavorano gomito a gomito con i rappresentanti delle lobbi (cioè i parapoteri economici)” lei ha detto che il partito democratico è controllato “da una camarilla di guerrafondai appartenenti alle élite”.
Interessante poi l’accenno alla “wokenessità”: io recentemente avevo ipotizzato che questa para-ideologia fosse penetrata piuttosto in profondità nel tessuto sociale americano portando a numerose disfunzioni. In Efficienza e merito avevo scritto:
«L’elemento nuovo è l’ideologia “woke” che, in pratica, moltiplica le minoranze distinguendole per un maggior numero di caratteristiche, non solo etniche ma, per esempio, anche sessuali.
La mia sensazione è che queste nuove “categorie” siano anche abbastanza arbitrarie e che dietro vi sia una buona dose di semplice opportunismo e ipocrisia.
Il fatto è che anche in questo caso l’effetto complessivo, in base alla percentuale dei posti di lavoro riservati, sarà probabilmente una perdita di efficienza.
Ecco la mia teoria è che oramai si sia superata una soglia oltre la quale la perdita di efficienza si moltiplica a dismisura: le aziende private probabilmente riescono a minimizzare gli effetti negativi e, probabilmente riescono ad accaparrarsi gli studenti migliori appartenenti alle minoranze. Ma nelle istituzioni pubbliche, dove maggiore è il menefreghismo e più forte il peso della politica, credo che gli effetti negativi dovuti alla perdita di efficienza siano maggiori.
Non solo: se tu sai di avere ottenuto il tuo importante e prestigioso posto di lavoro grazie all’ideologia “woke” allora, molto probabilmente, ti attiverai per difenderla e, anzi, per propagarla.
La mia ipotesi è che questo può causare un effetto leva tale da moltiplicare la degenerazione di una società.
»

L’accenno alla polizia e all’aumento del crimine è uno dei temi attuali della politica americana: non ho seguito i dettagli che non mi interessano ma in pratica i sindaci democratici sono accusati di aver provocato un gigantesco innalzamento della criminalità (non so se legata o meno al continuo arrivo di clandestini dal Messico). Le statistiche sembrano clamorosamente confermare questa sensazione.
L’accenno all’uso delle agenzie federali contro gli avversari politici è un chiaro riferimento alle indagini dell’FBI contro Trump. In realtà, secondo il repubblicano giudice Napolitano, le accuse contro Trump sono serie e ben motivate ma è anche vera l’incredibile diversità di trattamento con la Clinton che aveva fatto ben di peggio.
Secondo me questo passaggio è una strizzatina dell’occhio ai repubblicani...

Allarmante è poi l’accenno al fatto che lo stato profondo (“deep state”) VOGLIA la guerra.
In effetti, al di là degli errori di calcolo della politica estera statunitense, è difficile conciliare le loro scelte successive con la volontà di NON allargare la guerra.
Cioè la guerra in Ucraina è stata voluta e forzata dagli USA che volevano indebolire la Russia e, magari, eliminare Putin: poi in realtà hanno ottenuto non solo il rafforzamento della Russia ma di tutti i sentimenti anti-statunitensi nel resto del mondo compresa parte della popolazione europea (anche se qui i vari governi locali ubbidiscono ancora ai comandi di Washington come cagnolini ben addestrati). Proprio pochi giorni fa si è visto come l’Arabia Saudita abbia fatto l’opposto di quanto gli abbiano ordinato gli USA e abbia agito invece a favore della Russia con grande irritazione americana. Dal Sud America e dall’Africa si vedono segnali analoghi per non parlare dell’Asia.
Questi sono i danni che un presidente affetto da demenza senile è capace di provocare senza, probabilmente, neppure rendersene completamente conto.
Ma se la guerra in Ucraina era stata voluta, sebbene in base a dei calcoli sbagliati, il non tentare di minimizzare i danni ma anzi, il raddoppiare continuamente la posto in gioco, non riuscivo a capirla.
Qua e là l’ho scritto esplicitamente: continui errori di calcolo o volontà di guerra?
Io optavo per la prima ipotesi (anche i produttori di armi vogliono la tensione ma non la guerra: è anche la teoria di Fabio Mini) dato che la guerra nucleare molto probabilmente segnerebbe la fine dell’umanità. Ecco mi è venuto a mente di aver scritto da qualche parte che i “ratti” nascosti nei loro lussuosi “bunker” sarebbero sopravvissuti solo un po’ più a lungo…
Invece questa signora afferma che ci sia effettivamente la volontà di guerra: io ritengo comunque che le sue parole vadano prese con le molle e che, con questa affermazione, abbia solo voluto dare maggiore risonanza al proprio comunicato. Come ho detto si vuole la tensione ma la guerra nucleare non porterebbe profitto a nessuno...

La formula “of the people, by the people, for the people” (Lincoln) è la tipica definizione americana di democrazia. Però la variante della signora politica, che possiamo parafrasare “dei parapoteri, dai parapoteri, per i parapoteri”, equivale all’essenza della degenerazione democratica che denuncio nella mia Epitome. Nella sua decadenza la democrazia, col supporto di una propaganda che racconta il contrario del vero, tradisce ormai continuamente la popolazione che dovrebbe tutelare e, anzi, ogni sua politica è totalmente a favore degli interessi economici dei parapoteri.

L’appello finale è solo politico e non ho niente da aggiungervi…

Conclusione: ed ecco che il pezzo odierno è venuto su da solo. In pratica una generica conferma di molte mie teorie con un allarmante accenno a una reale potenziale volontà, se non di guerra nucleare, almeno di un rschiosissimo allargamento del conflitto (Polonia? Repubbliche baltiche?). Un gioco però troppo pericoloso e dettato unicamente dall’avidità di pochi che, forse, e questo sarebbe il pericolo più grande, si illudono di non perdere tutto se qualcosa dovrebbe andare storto...
O forse i politici incompetenti dietro a Biden si illudono di improbabili ribaltamenti sul campo militare in Ucraina?

Nota (*1): con un’ “astuta” ricerca su Google (“”) ho trovato il nome: Tulsi Gabbard, v. Tulsi Gabbard announces she's leaving the Democratic Party….

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