Oggi voglio rilassarmi scrivendo un pezzo leggero, almeno nelle intenzioni. Pensandoci qualche decimo di secondo mi viene il sospetto che finirò per andare a toccare zone irritate della mia attuale sensibilità sulle problematiche italiane e del mondo. Vedremo…
Si tratta di un’intuizione che ho avuto ieri, probabilmente guardando un video che presenterò nel prosieguo. Mi sono infatti improvvisamente chiesto: è possibile che i bigotti di ieri, psicologicamente, corrispondano ai fanatici sostenitori del politicamente corretto (PC) di oggi?
Chiaramente la somiglianza non sarebbe nei valori, spesso opposti, ma nella loro attitudini: nella certezza di essere nel giusto e, di conseguenza, nel rapportarsi con chi la pensa diversamente con scarsa tolleranza e, anzi, arroganza.
Vediamo intanto la definizione di “bigotto” della Treccani.it:
«Di persona che mostra zelo esagerato più nelle pratiche esterne che nello spirito della religione, osservando con ostentazione e pignoleria tutte le regole del culto.»
Beh, secondo me il termine ha acquistato anche un significato più generico, ovvero di indicare la persona che non si adatta alle novità ma rimane profondamente legata ai propri vecchi valori: tipicamente si parla per esempio di “bigotto e razzista”. Comunque già questa definizione è più che sufficiente.
Il bigotto è caratterizzato da “zelo esagerato, ostentato e pignolo” non nell’attenersi alla sostanza ma soprattutto alla forma delle pratiche e regole del culto.
Beh, se sostituiamo “culto/religione” con una delle varie forme del politicamente corretto mi pare che la definizione resti valida. Chi, per esempio, antepone la grammatica dei pronomi a un’effettiva politica di uguaglianza dei generi si concentra sulla forma e non sulla sostanza del problema.
Sì, è vero, ne ho trovato molte conferme anche nel libro di psicosociologia che sto leggendo: in parte la forma va a determinare la sostanza. Se si vuole affrontare una problematica su più fronti ha senso soffermarsi anche sugli aspetti più formali come, per esempio, il linguaggio: è però completamente assurdo limitarsi a esso.
Completamente assurdo e, soprattutto, pericoloso: pericoloso perché si rischia di far credere che un problema si possa risolvere solo con la forma senza agire sulla sostanza. Sembra poi un facile modo per sgravarsi la coscienza col minimo sforzo, per evitare interventi strutturali limitandosi alla facciata più esteriore.
Anzi più ci penso e più vi vedo proprio un aspetto di dissonanza cognitiva: sono consapevole di alcune problematiche ma, invece di attivarmi per risolverle concretamente, le affronto solo su un piano formale; mi libero così la coscienza e, anzi, scarico la responsabilità, almeno parzialmente, su chi non segue il mio esempio.
Non posso non ricordare con divertimento la vignetta del Lercio.it in cui una barbona chiede aiuto alla Boldrini che le risponde coniando il termine “clocharda”! Vediamo se la ritrovo: ecco QUI…
È l’esempio perfetto di quello che penso: l’ipocrisia di fermarsi all’apparenza invece di andare alla sostanza. La senza tetto probabilmente sperava in un aiuto concreto invece le viene dato un sostantivo: secondo me una delle migliori battute in assoluto del Lercio.it!
Non me la sento di dare una risposta definitiva e assoluta alla mia domanda iniziale ma mi pare però plausibile che bigotti e fanatici del PC abbiano molto in comune. Almeno due elementi spiccano: la volontà di sentirsi superiori al resto della società e la risoluzione semplicistica ed economica di una qualche dissonanza cognitiva.
Come anticipato nella premessa ieri ho scoperto un nuovo canale YouTube, Awaken with JP, dove l’autore si diverte a ironizzare sul PC mostrandone i paradossi più evidenti. Anzi ho anche scoperto che quelli che io, in mancanza di meglio, ho chiamato i “fanatici del PC”, negli USA hanno già un nomignolo: “woke” che, suppongo, riprenda il termine “awake”, qualcosa tipo i “risvegliati”, ironizzando sulla loro presunta superiorità morale che li porterebbe a un livello di consapevolezza più alto. O forse è meglio che cerchi l’origine in Rete invece di affidarmi alla mia fantasia! Vediamo... no, non mi ero sbagliato di troppo: Woke da Wikipedia.it…
Ecco qua un video al riguardo: How to Be a Woke White Person
L’inizio dice tutto (traduco al volo): «Sei un bianco che vuole essere accreditato di creare l’eguaglianza razziale mentre non fai niente per raggiungere l’eguaglianza razziale?»
Insomma il mio concetto: superiorità morale (sentirsi migliore degli altri) e pura esteriorità.
Vabbè, pezzo corto oggi: non mi sembra di avere altro da aggiungere ed è quindi inutile tirarlo per le lunghe…
Conclusione: probabilmente il succo è che ogni epoca ha la sua porzione di persone che, per sentirsi meglio senza troppa fatica, scocciano il resto della popolazione. Poi, a seconda dell’epoca, questo intervento potrà essere più o meno diretto ma, probabilmente, il tipo psicologico è sempre esistito e sempre esisterà…
Mi è tornata in mente una massima di Oscar Wilde: “L’egoismo non consiste nel fare ciò che ci pare ma nel volere che gli altri facciano ciò che pare a noi”…
alla prima stazione
1 ora fa
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