Per caso mi sono imbattuto in un video di un canale che seguo saltuariamente: Drbeen Medical Lectures.
Il motivo è semplicemente che faccio grande fatica a seguire il pesante accento indiano del dottore e che mi annoio a causa di una sua certa prolissità prima di entrare nell’argomento.
Di solito guardo i primi cinque minuti per capire di cosa si tratta e poi, in genere, passo ad altro.
Oggi però aveva un’ospite e l’argomento era non solo interessante ma anche molto importante.
Discuteva infatti di una ricerca dell’NIH e NINDS (due istituti pubblici statunitensi molto autorevoli) che confermava l’esistenza di neuropatie legate alle vaccinazioni.
Non entro nei dettagli ma mi limito agli aspetti più importanti:
- lo studio era su un numero limitato di malati, appena 23.
- la ricerca afferma che tutti i malati, trattati principalmente con cortisone, sono guariti.
- la dona intervistata, una dei 23 pazienti, spiega invece di essere ancora malata (e come lei anche tutte le persone con cui è rimasta in contatto) e, al massimo, è leggermente migliorata.
Il problema sembra essere di origine autoimmune, con un attacco del sistema immunitario ai nervi che così si infiammano: il cortisone usato attenua quindi il problema ma non lo risolve e, appena lo si sospende, si ha un nuovo peggioramento.
La donna in questione era addirittura una volontaria che ha partecipato alla “sperimentazione” dei vaccini e si è ammalata immediatamente all’indomani della vaccinazione nell’estate 2020. Per mesi ha cercato qualcuno che potesse aiutarla e finalmente, solo a fine 2020, è riuscita a mettersi in contatto con i ricercatori della ricerca in questione.
Ma ecco il dato più saliente che, guarda caso, non è medico.
La ricerca era già stata completata nel gennaio 2021 ma è stata pubblicata solo pochi giorni fa, il 17 maggio 2022. Come mai si è aspettato 16 mesi prima di renderla pubblica.
Solamente la donna intervistata ha spiegato di aver indirizzato centinaia di persone ai ricercatori in maniera che potessero dare istruzioni ai diversi medici curanti: del resto è comprensibile che se a un dottore si presente un paziente con strani sintomi neurologici, sapendo che il vaccino è “assolutamente sicuro”, penserà a un origine psicologica dei sintomi o a chissà cos’altro. Contemporaneamente se si fosse saputo fin dalla primavera 2021 di questa possibile controindicazione le persone avrebbero potuto prendere delle decisioni più informate sui rischi e benefici di questi farmaci sperimentali.
L’intervistata ha spiegato che ancora a marzo 2021 i ricercatori le avevano assicurato che la ricerca sarebbe stata pubblicata al “massimo” entro l’estate 2021. Progressivamente però, nel corso dell’anno, i ricercatori hanno iniziato a essere meno aperti e più “criptici” (termine usato dalla donna) e verso la fine del 2021 hanno smesso di farsi sentire.
A proposito di “farsi sentire” la donna è stata contattata per la prima volta dalla casa farmaceutica solo poche settimane fa: tanto per sottolineare l’attenzione prestata alle possibili reazioni avverse…
Quindi adesso sappiamo che il vaccino (credo il Pfizer ma non ne sono sicuro) non solo ha il rischio di provocare cardiopatie nei giovani (e sani) ma anche gravissime neuropatie debilitanti che, al momento, non sembrano curabili.
Comunque ecco qua la ricerca: Neuropathic symptoms with SARS-CoV-2 vaccination da MedRxiv.org
E l’intervista: First Ever NIH/NIND Study on Vaccine Caused Neurological Injuries (Preprint) dal canale Drbeen Medical Lectures.
Conclusione: che dire? Propongo una domanda: è saggio NON essere complottisti quando da una parte vi è la salute pubblica e dall’altra diverse decine di miliardi di profitti?
Non posso poi che ripensare al pezzo pubblicato ieri (Fiducia annullata) e di come spiego che io a dicembre 2020 credevo nella buona fede delle case farmaceutiche e in particolare che, almeno nel breve termine, i vaccini fossero molto sicuri. Che scemo fui… e io odio esserlo… ma ho imparato la lezione…
MARKET
9 ore fa
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