Nel corto La voce del generale accennai a un meme che avevo trovato su FB in cui c’era una foto, direttamente di una pagina del libro di Fabio Mini, in cui veniva descritta la situazione in Ucraina.
Il passaggio mi era piaciuto così tanto che decisi poi di acquistare tale opera. Al momento avanzo lentamente ma solo perché non voglio leggermelo tutto di corsa, un po’ come mi accade con “Who we are…” di Reich. Comunque ieri sono arrivato alle pagine in questione.
Si tratta di un capitolo dove viene fatto il punto su tutti i conflitti in atto (ripeto, il libro è stato pubblicato nel 2017 quindi si analizza la situazione al 2016-2017) CREDO in ordine di importanza e pericolosità.
In quasi tutti i conflitti hanno un ruolo importante, quando non diretto, gli USA: il motivo non è libertà e democrazia ma di interesse economico. In genere ci sono in gioco obiettivi geopolitici tutt’altro che altruistici e/o disinteressati. Chi l’avrebbe mai detto, eh?
E il primo paese analizzato in questa lista qual è l’Ucraina. È il conflitto più pericoloso perché coinvolge direttamente la Russia (all’epoca vi era stata l’annessione della Crimea), ovvero uno dei principali avversari geopolitici, insieme alla Cina, degli USA.
Ma prima di entrare nei dettagli fatemi fare una digressione che mi pare appropriata.
Ieri Zhok ha potuto pubblicare qualcosa su FB dopo il periodico blocco di un mese (che ormai la “libera” piattaforma sociale non si preoccupa più nemmeno di giustificare: avviene e basta senza spiegazioni) e, come spesso accade, mi ha impressionato per la lucidità, qualità e novità della sua intuizione.
Mi spiego: intuizione lucida perché illustrata benissimo, di qualità perché è su qualcosa di importante e novità perché non l’ho mai sentita prima altrove.
Soprattutto l’aspetto di intuizione nuova è quello che più mi affascina: generalmente mi imbatto sempre in idee che, in qualche maniera, spesso molto più superficiale, ho comunque già affrontato. Cioè ci ho ragionato sopra e, almeno a grandi linee, ne ho inquadrato l’aspetto fondamentale o quasi. Già sono molto contento quando scopro altri elementi importanti che non avevo previsto, oppure punti di vista diversi che modificano la mia prospettiva: invece con Zhok, questa non è la prima volta, spesso mi imbatto in concetti totalmente inediti anche per me. E non è poco.
L’articolo in questione è Il nazismo, figlio legittimo dell’imperialismo occidentale su Sfero.me
Il punto è che noi consideriamo il nazismo come l’eccezione della storia del progresso civile e culturale dell’Occidente: un tragico fenomeno che si è sviluppato una volta e che non si svilupperà mai più. Ormai qualcosa di remoto, di già accaduto e sepolto nel passato.
L’intuizione di Zhok è però la seguente: i non occidentali considerano il nazismo come una possibile espressione dell’imperialismo occidentale (*1), non lo considerano qualcosa di morto e sepolto come lo è per noi. E probabilmente non hanno tutti i torti.
Spiega Zhok: «Il nazismo, per quanto ciò possa disturbare, è un'incarnazione esemplare della volontà di potenza occidentale, dell'amore per l'estensione della potenza in quanto potenza, dell'efficienza in quanto efficienza, e dell'inebriarsi per tutto ciò.»
E poche righe dopo: «Per il mondo non occidentale, dunque, l'Occidente è percepito innanzitutto come forza, forza tecnologica ed efficientistica, volta alla conquista, all'espansione e allo sfruttamento.»
Mi sembra un’intuizione importante da sottolineare anche per considerare il punto di vista russo sulla guerra in Ucraina e di quanto possa essere sentito come importante l’ideale di “denazificare” tale paese.
Ma torniamo a Fabio Mini. Il sottocapitolo 5, “Cos’è in gioco nei conflitti in corso”, come detto parte proprio dall’Ucraina. Siccome si tratta di parole attualissime le riporto qui di seguito: «In Ucraina si gioca il futuro dell’Europa. La versione della Nato di un’aggressione russa all’Ucraina regge soltanto se si valutano due mesi di storia recente a fronte di decenni di provocazioni e veri e propri accerchiamenti militari nei confronti di una Russia che si voleva perpetuamente debole e sottomessa. E nonostante questo, la reazione della Russia è stata ben attenta a non varcare la soglia dell’aggressione militare palese. Tuttavia, i maggiori animatori delle ostilità contro la Russia sono proprio gli Stati neoammessi all’Unione Europea e alla Nato che ormai dettano legge e si sono resi disponibili alle più pericolose avventure militari in Europa. A questi, definiti “Nuova Europa”, come del resto agli Stati Uniti, la stabilità e la sicurezza del nostro continente interessano poco o nulla. È ancora vivida la memoria dell’osservazione garbata e diplomatica di tale Victoria Nuland, inviata dall’amministrazione Obama in Ucraina a dirigere le operazioni contro la Russia e di destabilizzazione dei confini europei: “Fuck Europe”.»
Scritto nel 2017 ma attualissimo: in questi anni l’accerchiamento è andato avanti e, lo scorso febbraio la Russia è passata all’aggressione palese dell’Ucraina. Ma le responsabilità non stanno, come amano farci credere i maestri d’asilo e alcuni giornalisti, tutte da una parte (v. Giustizia infantile).
Però sulla guerra in Ucraina al momento non ho altro da aggiungere a quanto scritto recentemente in Pandemia e guerra (e non era comunque molto) perché, come spiegato, per non essere disinformato dalla propaganda di guerra occidentale ho scelto di essere non informato.
Voglio quindi riportare e commentare brevemente quali fossero le guerre in corso riportate da Mini; quale la loro vera causa (ovvero la posta in gioco) e il ruolo, quando c’è, degli USA.
Ucraina
Posta in gioco: equilibrio geopolitico e indebolimento di Russia ED Europa.
Ruolo USA: indiretto tramite Ucraina e NATO.
Libia
Posta in gioco: risorse energetiche, destabilizzazione confini europei tramite immigrazione (*2).
Ruolo USA: attivo, anzi precipuo, nei bombardamenti insieme a Francia, UK e Italia (! *2b) che portarono poi alla fine di Gheddafi.
Siria
Posta in gioco: equilibrio geopolitico medio oriente; destabilizzazione confine europei tramite immigrazione.
Ruolo USA: controllo della protesta contro Assad e internazionalizzazione del conflitto insieme a Israele, Turchia, Francia, UK e Arabia Saudita; successivi bombardamenti sotto ombrello NATO.
Guerra a ISIS
Posta in gioco: ovviamente l’equilibrio geopolitico del Medio Oriente al quale però si sovrappone la questione curda e gli interessi della Turchia in un gioco di alleanze temporanee.
Ruolo USA: attivo, per esempio affiancando le truppe irachene nel nord del paese.
Congo
Posta in gioco: immense risorse minerarie.
Ruolo USA: No (*3).
Israele e palestinesi
Posta in gioco: esistenza Israele (*4)
Ruolo USA: indiretto tramite aiuti economici, militari e politici (veto a ONU su risoluzioni di condanna a Israele).
Afghanistan (*5)
Posta in gioco: gigantesche risorse minerarie.
Ruolo USA: diretto alla guida coalizione NATO.
Yemen (*6)
Posta in gioco: guerra al terrorismo, base CIA per gli interventi nella regione
Ruolo USA: indiretto, essenzialmente tramite la CIA.
Questa mia sintesi non rende giustizia alla complessità degli intrecci politici e militari di queste guerre. Ma del resto il mio intento era solo quello di sottolineare come gli USA siano quasi sempre fortemente presenti in ogni conflitto e che il suo obiettivo sia raramente idealistico.
In pratica gli USA non intervengono in Congo, lasciato gestire all’alleato francese e in Yemen, paese poverissimo. Gli USA agiscono poi per questioni di “principio” solo nel sostegno a Israele (*7).
Da notare poi l’ordine di queste guerre: il conflitto in Ucraina è il più pericoloso perché coinvolge direttamente la Russia; seguono poi Libia e Siria alle porte dell’Europa; decisamente meno “importanti” (*8) gli altri conflitti fra i quali spicca per disinteresse globale quello in Yemen proprio per la povertà di tale paese.
Conclusione: insomma, tornando alla situazione attuale, chi si limita a prendere per buono tutto quanto dicono i media su Russia e Putin, che sicuramente hanno le loro colpe, dovrebbe invece aprire gli occhi...
Nota (*1): portare la “democrazia” con le bombe è una forma di imperialismo!
Nota (*2): personalmente io vi aggiungerei gli interessi francesi: del resto sono principalmente le aziende francesi ad aver sostituito quelle italiane nella gestione delle risorse energetiche. Per non parlare poi dell’intenzione di Gheddafi di creare una nuova moneta pan africana da sostituire al CAF…
Nota (*2b): l’Italia poi aveva tutto da rimetterci da un cambio di regime in Libia dati i buoni rapporti con Gheddafi e gli interessi delle nostre aziende in tale paese.
Nota (*3): qui ancora è la Francia che detta legge, ovviamente col consenso degli USA le cui multinazionali ottengono la propria fetta di torta.
Nota (*4): almeno in questo caso le motivazioni non sono meramente economiche.
Nota (*5): anche qui la previsione di Mini è perfetta ma non voglio copiare un altro lungo pezzo di testo.
Nota (*6): personalmente non ne sapevo niente: interessantissimo però. Prima un dittatore locale collabora con gli USA ed è sostenuto da essi, quando poi si oppone alle ingerenze della CIA cade in disgrazia, passa alla guida dei ribelli e inizia la guerra…
Nota (*7): in realtà anche qui, più che di ideali, immagino forti interventi di lobbi economiche…
Nota (*8): suona cinico considerare più o meno importanti dei conflitti in base, sostanzialmente, alla loro vicinanza all’Europa e trascurando completamente il numero delle vittime e, in generale, la sofferenza della popolazione. Ma le considerazioni della geopolitica sono infatti altre…
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