Riflettevo come sia cambiata la mia fiducia nelle case farmaceutiche in questi due ultimi anni di pandemia.
La mia posizione iniziale era quelle di considerarle aziende come le altre, senza una moralità più alta solamente perché producono farmaci. Non ricordo in quale pezzo ma concludevo scrivendo che se una casa farmaceutica scoprisse un farmaco dal costo di 1€ che desse l’immunità completa e per sempre a qualsiasi malattia probabilmente ne distruggerebbe la formula e ucciderebbe tutti gli scienziati che l’hanno scoperta! (*1)
Insomma mi immaginavo le case farmaceutiche come dei venditori di auto, che raccontano piccole balle per vendere i loro veicoli, ma ero convinto che su certi controlli e procedure non derogassero. Non dubitavo dell’indipendenza della FDA (l’autorità di controllo dei farmaci negli USA) e, un po’ meno, di quella europea.
Quando a novembre-dicembre vennero fuori i dati sull’efficacia dei vaccini e sulla loro sicurezza mi fidai. Certo, le percentuali di efficacia mi sembravano altine e davo per scontato che le case farmaceutiche avessero fatto tutto il LECITO per aumentarle un po’: insomma invece di credere al 95% di immunità mi aspettavo un valore reale dell’85-90% e che quindi fossero, diciamo, “ottimistici” ma sostanzialmente corretti.
Parimenti ero SICURO che nel breve termine non ci fossero realmente effetti collaterali se non quelli difficilmente rilevabili perché di frequenza bassissimo, tipo 1 su un milione. Invece, e mi sembrava di dire un’ovvietà, era chiaro che sugli effetti nel medio e lungo termine non si potesse dire niente: questo elemento, da solo, era comunque già sufficiente per suggerire la massima prudenza verso questi nuovi farmaci, che oltretutto usavano approcci mai tentati prima e per i quali quindi non avevamo riferimenti utili, ovvero, lo scrivevo a dicembre 2020, li avrei suggeriti solo agli anziani tipo >65 anni e a chi, sebbene più giovane, avesse fattori di rischio.
Nel corso dei mesi però la situazione è lentamente cambiata.
- Prima di tutto, anche a causa delle nuove varianti, si è visto come l’immunità fornita dai vaccini si abbassasse rapidamente fino a sparire dopo 3 mesi (lo si sapeva dall’inizio autunno 2020). Rimaneva la protezione dall’ospedalizzazione ma questo stava a significare che il vaccino era utile per la protezione del singolo ma non della comunità.
- Parallelamente a questo non ho potuto fare a meno di notare come il potere politico, evidentemente per propria convenienza e in parte per pervicacia, ha iniziato a ignorare i dati scientifici per adottare politiche discriminatorie e, talvolta, controproducenti.
- Questo atteggiamento è divenuto evidente con la rapidità con cui nuovi (e costosissimi) farmaci contro il covid-19 sono stati immediatamente approvati mentre al contrario, farmaci già esistenti e ormai senza brevetto, sono stati ostracizzati e ridicolizzati. Da una parte avevamo la singola ricerca effettuata dalla casa farmaceutica (che aveva miliardi di interessi in gioco) presa per buona senza neppure rendere pubblici (agli scienziati) i dati grezzi su cui era basata, dall’altra venivano ignorate decine di ricerche, eseguite da ricercatori indipendenti che niente avevano da guadagnarci. Poi adesso stiamo vedendo come almeno uno di questi nuovi farmaci non funzioni e, anzi, abbia degli “strani” effetti.
- L’atteggiamento di sudditanza della classe politica poteva essere ancora interpretato come sudditanza alle lobbi del farmaco e psicologicamente: un politico non può mai permettersi di ammettere apertamente di aver sbagliato e, per questo, preferisce perseverare nell’errore.
- Recentemente (beh, ormai mesi fa) però sono usciti video rubati in cui si scopre che la FDA è praticamente al servizio delle case farmaceutiche, cosa che mi fa pensare che l’EMA sia nelle stesse condizioni se non peggio. E nei documenti che la Pfizer è stata costretta a pubblicare appare evidente che si fosse a conoscenza dei gravi effetti collaterali anche nel breve termine ma che si è preferito ignorarli.
- Un altro elemento importante è la censura delle opinioni di chi legittimamente aveva paure o dubbi: non solo dei comuni cittadini ma anche di medici e ricercatoti. Anzi i medici sono stati sistematicamente intimiditi facendo in modo che temessero anche di segnalare possibili effetti collaterali. È di pochi giorni fa la scoperta che in Germania i casi di “effetti avversi” sono 40 volte superiori a quelli poi segnalati (v. “In Germania effetti avversi 40 volte più alti dei dati ufficiali” da IlFattoQuotidiano.it)
- Recentemente, con la variante Omicron, abbiamo dati (inglesi) secondo i quali, dopo tre mesi dall’ultima dose del vaccino, la probabilità di OSPEDALIZZAZIONE di un vaccinato è pari a quella di un non vaccinato. Per non parlare dell’aumento dei casi di covid lungo e di reinfezione nei vaccinati.
Tutti questi elementi sommati insieme hanno fatto crollare la mia fiducia nelle case farmaceutiche e nei loro prodotti: è evidente ormai che, per inseguire il massimo profitto, non tengano in alcun modo conto della salute delle persone, neppure di quella dei bambini.
Le agenzie che dovrebbero controllare e tutelare la popolazione non lo fanno e anche la politica, probabilmente in cambio di “contributi” generosi, non chiude un occhio ma entrambi.
Conclusione: come ho scritto nell’Epitome ([E] 15), come del resto dimostra anche l’inutile guerra in Ucraina, viviamo in un mondo (occidentale) sempre più allo sbando. E tutto fa pensare che il peggio debba ancora venire...
Nota (*1): Ecco doveva trattarsi del pezzo in cui scrivevo che è giusto essere scettici e prudenti alla luce del caso Volkswagen: facevo anche l’esempio delle multinazionali del tabacco che dagli anni ‘50 sapevano della pericolosità delle sigarette ma, ovviamente, fecero finta di niente. Probabilmente vi avrò aggiunto l’esempio della Ford e quello dello zucchero...
alla prima stazione
1 ora fa
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