In un’epoca di decadenza come la nostra, dove principi e morale vengono soppiantati dall’unico valore del profitto, la censura aumenta in maniera apparentemente inesorabile.
YouTube ha da tempo dato prova di quanto limitati siano i suoi orizzonti di tolleranza del libero pensiero: si fermano esattamente dove inizierebbero a ledere gli interessi dei suoi principali inserzionisti ovvero, indirettamente, alla lontana periferia del profitto dell’azienda stessa.
La logica, che l´azienda produca auto, farmaci oppure informazione, è sempre la stessa: massimizzare il profitto, ogni altro valore o principio è secondario.
L’abbiamo visto bene nell’interpretazione del metodo scientifico: una ricerca è credibile, non se è pubblicata su una rivista, verificata dai pari e con i dati liberamente accessibili alla comunità scientifica, ma se è compatibile con gli interessi economici delle multinazionali del farmaco. Se è favorevole agli interessi economici di un'azienda allora anche un semplice comunicato stampa è considerato una verità assoluta: anche quando è della stessa azienda di vui va a vantaggio! Questo pare essere il criterio principale…
Vabbè, scusatemi per l’usuale sfogo che non avevo anticipato di pubblicare dato che, ormai, ripeto sempre le stesse cose…
Quello che volevo dire è che, semplicemente, molti tubisti che sviluppano contenuti e sono stati vittima della censura di YouTube hanno iniziato a mettere un piede su Rumble od Odissey: piattaforme che, al momento, non censurano.
Ma Jimmy Dore (v. Russell Brand CENSORED by YouTube!) ha fatto un’osservazione che condivido: Rumble adesso non censura ma lo farà non appena avrà abbastanza successo. Adesso infatti vale un millesimo o poco più di Youtube e i guadagni che fornisce sono proporzionali.
Ma mettiamo che YouTube censuri sempre di più e che Rumble quindi inizi a essere usato maggiormente (*1). Ecco allora che le pressioni politiche sulla proprietà si farebbero più forti, magari si farebbero leggi ad hoc… e, male male, arriverebbe l’offerta di acquisto per qualche miliardo di dollari, insomma di 4-5 volte il suo valore reale. Il nuovo proprietario, ovviamente una multinazionale, poi imporrebbe le proprie regole strizzando l’occhio al potere politico…
E nel giro di un anno la censura su Rumble raggiungerebbe quella di YouTube…
Insomma dovrebbe essere la politica a imporsi e a limitare FORTEMENTE la censura che il privato può imporre sulla propria piattaforma informatica. Ovviamente il mondo va al contrario ed è proprio la politica che vuole e favorisce la censura del privato.
Conclusione: questa è uno dei paradossi della spirale involutiva innescata dalla decadenza: il capitolo 15 della mie Epitome…
Nota (*1): per adesso infatti io ci vado solo per vedere video che non trovo altrove ma normalmente rimango su Youtube...
alla prima stazione
1 ora fa
Attenzione a non cadere nell'errore dei marxisti, ridurre tutto alla sola dimensione economica.
RispondiEliminaNella diarosfera la censura dilaga, specie nei luoghi dei semicolti, pseudopseudo (fauna abbondante a sx).
Uno dei presunti fondamenti del sinistro pensiero, il materialismo dialettico, soccombe agli ego dei sinistri titolari: quando cerchi di confutare le balzane idee oppiacee, metafisiche, sulle quali si basano le loro credenze, iniziano subito a tagliare. Ovvio che più le idee siano balzane e incistate, più sia necessario usare il piccone.
Quella non è dimensione economica, è la dimensione del fondamentalismo per ebeti con ego ipertrofici (un ebete con strumenti è un ebete peggiore, fa danni più grandi)
Qui accanto ce ne sono due, dei censori terribili. Io li trovo perfino patetici: se non li salamelechi tagliano tutto, luoghi che diventano vetrine di ideologie sciocche.
Censura = pochezza di argomenti
Salve UnUomo.InCammino,
EliminaNon volevo dare l’impressione di ridurre tutta la censura all’aspetto della convenienza economico.
Tenga presente che il mio pensiero “ufficiale” è quello che scrivo nell’Epitome (che si può scaricare alla relativa pagina: se usa un PC dovrebbe vederne il collegamento sulla colonna a destra, sui telefonini no so… http://parole-sante.blogspot.it/2016/12/epitome.html ) qui sul blog mi concentro su specifiche idee che magari mi vengono sul momento.
In questo caso l’idea è l’esistenza di una censura basata sul profitto. Questo non significa che non ce ne siano di tipi diversi, ovvero con motivazioni e fini diversi.
In particolare, nell’Epitome, scrivo che una delle tendenze politiche è quella di ridurre la forza della popolazione: uno degli aspetti di questa forza la chiamo “autonomia”, che volendo equivale a capacità di scelta. Questa capacità la si può ridurre sia limitando alcune libertà più “fisiche” ma anche tramite la censura: una scelta che non si conosce non la si può compiere, per decidere al meglio bisognerebbe conoscere al meglio la situazione: informazioni parziali portano a decisioni errate o le indirizzano in una certa direzione. Questo è lo scopo profondo della censura.
Poi, volendo, c’è anche la censura di quelli che io chiamo i manovali dell’informazione: persone che volontariamente (attenzione! non per stupidità né per interesse personale ma per forma mentale) riprendono la narrativa dominante, la masticano un pochino, e poi la risputano nella loro forma personalizzata, ovvero ritingendo il tutto nel colore dell’arcobalengo (inutile non riesco a ricordare il vocabolo che usa lei!) che preferiscono. Queste persone, che a volte scrivono pure in maniera elegante e gradevole, hanno il difetto di sentirsi dalla parte del giusto e, quindi, non solo in potere ma anche in dovere, di censurare ciò che non condividono e che, per loro, equivale al falso e quindi al male: si convincono infatti che censurando compiono il bene.
Poi, è chiaro, censurano soprattutto quando non hanno argomenti abbastanza forti da contrapporre a quelli del commento che non condividono: ma secondo me è importante comprenderne la dimensione psicologica: sono fatti così, non è colpa loro…
Forse è questa consapevolezza che mi impedisce di risentirmi troppo per i loro comportamento…
Se le interessa le aggiungo un pezzo dove il prof. Zhok affronta lo stesso argomento da un punto di vista leggermente diverso: https://parole-sante.blogspot.com/2021/07/zhok-quotidiano.html
Incidentalmente, rileggendo l’articolo sullodato, ho notato anche questa mia frase: «Un principio è tale solo se quasi-assoluto, ovvero al massimo limitato da altri principi.» e adesso vi ho riconosciuto uno dei capisaldi del pensiero di Rawls: “Una libertà fondamentale può essere limitata solo da un’altra libertà”! Solo che ho letto questo concetto solo pochi mesi fa. Anzi ho iniziato a leggere Rawls nel gennaio del 2022 mentre l’articolo è dell’agosto 2021!
Lo so non c’entra niente con questo commento: è solo la mia soddisfazione personale nel verificare che alcune mie idee sono evidentemente più profonde di quanto non pensassi… ;-)